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FACOLTÀ DI INGEGNERIA
Docente: Studenti:
Ch.mo Prof. Enrico Nobile Leonardo Candito
Riccardo Conte
Andrea Santoro
Sommario
In questo lavoro presentiamo i risultati della simulazione numerica dello scambio
termico dovuto all’iniezione di un getto controcorrente in un flusso principale, in
una tubazione a sezione rettangolare. É stato studiato lo scambio termico impo-
nendo un flusso termico costante sulla parete inferiore della tubazione, sia a monte
che a valle del getto. L’ interazione tra il flusso principale ed il flusso controcor-
rente porta alla formazione di una bolla di ricircolo, al conseguente aumento della
turbolenza e dunque a un incremento dello scambio termico. Il fenomeno è stato
studiato variando la velocità del getto in modo da analizzare la sua influenza sullo
scambio termico. É stato dimostrato che l’aumento di questa velocità porta ad un
corrispondente aumento del coefficiente di scambio termico convettivo.
1 Introduzione
Uno dei metodi per aumentare lo scambio termico in una tubazione, tra un flusso principale
ed una superficie, consiste nell’aumentare il grado di turbolenza nel flusso stesso. La presente
simulazione ha come obiettivo lo studio dell’aumento della turbolenza causato da un getto
iniettato in controcorrente. In tal modo si può, infatti, predire l’intensità dello scambio termico
a seconda dei parametri in ingresso (portata in massa e velocità).
Il riferimento per i dati sperimentali è l’articolo ‘‘Heat transfer in a channel with a counter-
current wall jet injection’’ di Volkov, Lebedev, Nizovtsev, Terekhov. Lo scopo di questo lavoro
è dunque quello di effettuare una comparazione tra i dati sperimentali estratti dall’articolo
sopracitato e quelli ottenuti dalle simulazioni numeriche effettuate con il software ANSYS CFX
11.0.
Come si vedrà nel seguito, i risultati ottenuti non differivano in maniera significativa da quelli
ottenuti con il calcolo 2D. La geometria usata nelle simulazioni è riportata in figura 2.
La massa volumica dell’aria è stata assunta costante in quanto il suo range di variazione era
compreso entro l’1% del valore a temperatura ambiente. Tutte le altre proprietà del fluido sono
quelle dell’aria a 25◦C.
del lavoro è stata fatta anche una simulazione con il modello SST, ma i risultati ottenuti si
discostavano significativamente dai dati sperimentali in nostro possesso.
Lo schema di discretizzazione spaziale adottato è ‘‘high resolution’’, implementato a partire
dal risultato di un calcolo (eseguito precedentemente) con schema upwind, per migliorare la
convergenza.
Per decidere se attivare o meno l’opzione di galleggiamento, è stato calcolato il numero di
Richardson, che permette di stabilire se il fenomeno convettivo sia di tipo forzato, naturale o
misto. Questo numero adimensionale si valuta come
Gr
Ri =
Re2
e risulta essere Ri = 0.01. Il numero di Grashof è stato calcolato a partire dai dati presenti
nell’articolo, dove veniva specificato che la temperatura a parete non eccede di più di 50◦C
rispetto a quella del fluido. In queste condizioni è possibile affermare che ci troviamo davanti
ad un problema di convezione forzata, dunque non è stata attivata la modalità che prevede
l’inclusione delle forze di galleggiamento nell’ equazione della quantità di moto.
Le simulazioni sono tutte di tipo stazionario.
La geometria del problema è molto semplice, quindi è stato possibile realizzare una mesh di
tipo strutturato ortogonale. Per questo motivo gli indici di qualità sono ottimali: il determi-
nante 3 × 3 × 3 ha valore 1 su tutti i volumi e gli angoli risultano ovviamente essere tutti di
90◦ . ANSYS CFX 11.0 tratta solo griglie di tipo non strutturato, dunque prima di importare la
mesh nel pre, è stata convertita in non strutturata. Nella figura sovrastante vi sono i particolari
dell’infittimento della griglia.
In figura 4 c’è invece un’immagine della mesh in cui si nota dove è stato fatto l’infittimento.
3 Risultati e commenti
3.1 Valutazione dell’errore di convergenza
Per valutare l’errore di convergenza, sono state fatte tre simulazioni con la mesh avente circa
79000 nodi. Come parametro di confronto è stato considerato il coefficiente di scambio termico
convettivo α in un punto posto 10 mm a valle dello slot di immissione del getto controcorrente.
Il residuo medio è stato fatto variare da 1 · 10−5 e 1 · 10−6 . Poi è stata calcolata la variazione
percentuale dei valori di α rispetto al valore calcolato con la simulazione più “spinta” e la
variazione percentuale rispetto al valore calcolato con il residuo immediatamente maggiore.
Poichè la variazione del parametro di confronto tra i casi con residuo 5 · 10−6 e 1 · 10−6 è
intorno all’1%, si considera accettabile un residuo pari a 5 · 10−6 . Infatti l’onere computazionale
necessario per ottenere un residuo pari a 1 · 10−6 è molto elevato, e risulta sproporzionato
rispetto ai vantaggi ottenibili in termini di errore.
no nodi α ∆αn %
19000 232 −
79000 169 27, 15
307000 174 2, 87
dove n è il numero di punti considerati, fi e gi sono le grandezze rappresentate dalle curve nel
punto i. Questa tecnica è stata utilizzata poichè i valori molto spesso si trovano nell’intorno
dello zero. In tal modo la valutazione dell’errore risulta essere più significativa in relazione agli
andamenti.
Confronto 2D - 3D
La bidimensionalità del problema è stata verificata effettuando una simulazione con dominio
tridimensionale e paragonando i risultati con quelli ottenuti dal calcolo 2D.
Due grafici rappresentanti il campo di velocità sono riportati in figura 5. La sezione conside-
rata è identificata dalla coordinata normalizzata rispetto all’altezza dello slot. La definizione
di x e x’ si deduce dalla figura 2. Dall’analisi dei profili si vede come i risultati siano pressochè
identici, con un discostamento medio del 1,37% e 2,11% rispettivamente.
Figura 7: Confronto del campo di velocità del dominio sperimentale con uno più lungo
Per quanto riguarda la prima l’errore è del 9,16% e 50,22% rispettivamente per la prima
e la seconda curva, mentre per la seconda figura è del 25,41% e del 43,76%. Inoltre, per la
simulazione con modello SST la covergenza risultava piuttosto lenta già con residui 100 volte
quelli considerati con il modello K −ε. Oltretutto, in alcune iterazioni la condizione di ‘‘outlet’’
non veniva rispettata.
Figura 10: Confronto del campo di velocità con e senza l’opzione “buoyancy”
Profili di velocità
I profili di velocità sono stati calcolati in sezioni successive, seguendo il percorso del flusso
principale. I grafici riportano un confronto tra i risultati sperimentali e quelli delle simulazioni.
Si può notare come la corrispondenza sia ottima a monte del flusso, mentre a valle c’è una
significativa discrepanza, che aumenta man mano che ci si allontana dal getto.
I valori dell’errore percentuale sono riportati nella tabella.
Ascissa (x/s) 0 11 18 35
e% 13,68 22,65 50,22 17,16
Profili di temperatura
Il profilo di temperatura è stato valutato e confrontato con i dati sperimentali per due sezioni
del dominio, entrambe a valle del getto. Nei grafici in figura 14 sono riportati gli andamenti
delle temperature, sia quelle derivanti dalle simulazioni, che quelle sperimentali. L’errore per
queste curve è 15,73% e 17,86% rispettivamente per i grafici a sinistra e a destra.
Coefficiente convettivo
La valutazione dell’aumento dello scambio termico è il cuore della sperimentazione, replicata in
questa sede per via numerica. Il coefficiente di scambio termico è stato valutato con la relazione
qW
α=
(TW − T0 )
m e% monte e% valle
3 30,20% 85,25%
5 300,41% 136,53%
10 722,54% 242,82%
(a) m = 3
(b) m = 5
(c) m = 10
4 Considerazioni conclusive
La geometria del problema in esame era molto semplice, quindi la generazione di una griglia con
parametri di qualità ottimali è stata agevole. Tuttavia, l’accordo con i risultati sperimentali
risulta piuttosto scarso, specie per quel che riguarda la valutazione dello scambio termico con-
vettivo. Il postprocessing dei risultati è stato fatto dopo aver valutato attentamente le ipotesi
semplificative effettuate durante la modellazione, quindi è difficile formulare ipotesi sulle cause
delle discrepanze rilevate.
I profili di velocità rispecchiano quelli misurati durante la fase sperimentale, anche se si nota
che l’accordo è molto più forte nelle sezioni a monte del getto, rispetto a quelle a valle. Questi
risultati sono disponibili solo per m = 3, ed in tal caso anche per l’andamento del coefficiente
di scambio termico si osserva una situazione analoga.
Quando si aumenta il parametro di iniezione la bolla di ricircolo si sposta molto più a monte
nel canale, provocando, in questa zona, un aumento della turbolenza ed una maggior difformità
rispetto ai risultati sperimentali. Le considerazioni fatte fino a qui potrebbero indicare che
il modello di turbolenza adottato non è in grado di descrivere accuratamente il fenomeno, se
non a livello qualitativo. Infatti, come era prevedibile, si nota un aumento nel coefficiente di
scambio termico, tanto maggiore quanto è più alto m.
Una possibile strategia per migliorare l’accuratezza delle simulazioni si potrebbe ritrovare
nell’adozione di un diverso approccio alla modellazione della turbolenza, ad esempio la tecnica
LES.
Si riporta, per una miglior visualizzazione della bolla di ricircolo, l’andamento delle stream-
lines all’interno del dominio per m = 3.
Riferimenti bibliografici
[1] E.P. Volchkov, V.P. Lebedev, M.I. Nizovtsev, V.I. Terekhov (1995), Heat transfer in a
channel with a counter-current wall jet injection, Int. Journal Heat and Mass Transfer, Vol.
38, N. 14, pp. 2677 2687.