Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
B2_CO_
TAREA 1 Le code felici
CLAVES DE CORRECCIÓN:
0
1
3
5
7
8
- Il vostro canile ha una particolarità: i cani sono anziani, non necessariamente belli... e con le adozioni
come va?
- Sicuramente non è facile trovare degli adottanti, soprattutto per i cani anziani, ma siamo riusciti a far
adottare anche cani di 12, 13 e anche 14 anni con persone che hanno un cuore che sicuramente va
oltre. Quando ci sono queste uscite è veramente emozionante.
- Il rifugio non è grandissimo, quindi ovviamente ci teniamo con un numero basso, semplicemente
perché non siamo completametne autonomi. Riceviamo il 5x1000 e quindi con le donazioni noi
riusciamo ad andare avanti ed è per questo motivo che non possiamo prendere un numero alto di
cani, perché altrimenti non riusciamo a gestirli e a mantenere per tutti un buon tenore, per quanto
possiamo, ovviamente perché sempre in un rifugio stanno. Quindi, cerchiamo di tamponare le varie
esigenze e soprattutto a livello sanitario ci sono dei costi elevati perché certi cani sono anziani e
hanno bisogno di cure particolari.
- Vi siete fatti un’idea del perché le persone abbandonano i cani? Qual è l’identikit di chi abbandona un
cane? Soprattutto dopo tanti anni, quindi vuol dire che l’ha avuto per anni..
- Sì, le richieste che ci arrivano sono: “non posso più tenere il mio cane perché mi sto trasferendo”,
“perché non ho soldi”, “perché è nato il classico bambino allergico ai peli del cane”, “sono morti e
genitori e quindi nessuno può accogliere più questo cane”. Sono tutte richieste che hanno una
tristezza inifinita perché provengono da persone che probabilmente hanno una sensibilità pari a zero
e ovviamente per loro la vita che si prospetta, soprattutto per un cane che è vissuto padronale,
diciamo che è vissuto in casa, entrare in canile a un’età alta veramente è una sconfitta più grande,
per cui, come noi crede che, soprattutto, tutta la parte più importante del cane anziano è la parte,
veramente, più difficile da portare avanti, quindi è un grosso dispiacere.
- Cerchiamo di capire, anzitutto, la richiesta è importante. Ovviamente non è unilaterale, nel senso che
si entra qui e si sceglie il cane. Piuttosto si cerca di capire la componente della famiglia, le esigenze
della famiglia e da là cerchiamo di capire com’è, conoscendo bene i nostri cani, qual è il tipo di cane
che può essere può compatibile con quella tipologia di famiglia. Sì, siamo severi perché il cane non
deve ritornare al rifugio. Non vogliamo sbagliare.
(Le storie di Radio 1, 6/04/2019)
TRANSCRIPCIÓN
Incontri d’autore –
Buonasera da Alesandra Rauti a “Incontri d’autore”, Perché mi ha morso una scimmia- Edizione Spazio
Interiore di Dafna Moscati. Una magnifica raccolta di brevi racconti. La scrittrice, artista poliedrica,
formatesi girando molti paesi, ci insegna a soprire le piccole meraviglie che la vita comunque ci regala.
Ascoltiamo l’autrice:
- Questo libro è nato, in qualche modo, sollecitata da vari amici che nel tempo mi ricordavano
quanto certe storie erano tornate in mente proprio in certi momenti particolari e si erano ricordati
di quella cosa che gli avevo raccontato. Quindi, dopo varie insistenze, mi sono convinta a creare
questa raccolta di racconti autobiografici.
- Può una semplice storia rispondere alle domande della nostra vita, Dafna?
- In realtà sì. Noi, dai tempi dei tempi, siamo attratti da parabole, da storie, riusciamo ad imparare
e ad entrare in contatto con determinate sensazioni e percezioni proprio grazie a delle storie che
ci rispecchiano, dei messaggi molto semplici ma molto profondi e importanti...
- Le storie sono molto variegate perché diciamo che ho una vita un po’ particolare, abbastanza,
per certi versi avventurosa. Sicuramente nelle stesse piccole cose che mi sono accadute ho
trovato spesso dei grandi insegnamenti, oppure delle cose che mi sono accadute. Infatti, il titolo
del libro “Perché mi ha morso una scimmia” a chi a volte mi chiede “è una bellissima trovata di
marketing”, in realtà dico che è successo, mi ha morso una scimmia. Il fatto è che dopo questo
morso stavo per morire. Comunque, dopo una serie di circostanze che mi hanno portato in fin di
vita e che in quel momento sono entrata in contatto con una percezione molto forte che avrei
lasciato questa terra con la percezione di non aver amato abbastanza. E il non aver amato
abbastanza è stato, in qualche modo una forza molto profonda che mi ha permesso di restare.
- Io, in realtà, ho un rapporto bellissimo con le scimmie dopo questo problema, perché in un
viaggio precedente, in cui sono stata in Thailandia, avevo incontrato scimmie totalmente innocue.
In questo viaggio ero in India e stavo meditando tranquillamente in una pietra, vicino a un tempio
e questa scimmia voleva la mia borsa e, naturalmente, in quel momento non ho lasciato a lei la
borsa. Sembrava che fosse andata via e invece da dietro, prepotentemente mi ha morso e poi è
scappata. Lì per liì non avevo nessun problema perché sentivo che non era una cosa di così
grave, però le persone attorno a me mi hanno fatto notare che usciva del sangue e quindi c’era il
rischio di rabbia e da lì sono stata obbligata ad andare in ospedale a fare un vaccino antirabbia a
cui il corpo ha risposto molto male, con una crisi quasi totale. È stata una situazione molto
delicata.
- Dafna, nel libro hai raccolto 39 racconti. Quali sono quelli più sentiti?
- Allora, ci sono tantissimi temi che affronto attraverso questi racconti. Dalle scelte importanti, dal
ritrovare la propria vocazione, dal seguire le intuizioni. Però, forse quelli che mi sono più a cuore
sono quelli in cui condivido le performance che ho fatto in vari contesti artistici in cui sono entrata
a contatto con il pubblico, dove si è creato un incontro profondo e anche giocoso, pieno di
sorprese.... (Incontri d’autore, Radio 1, 25/03/2019).
A 10
B 2
D 4
G In che anno sono iniziate le sue ricerche sui collegamenti ipertestuali? distrattore
H 7
I 1
L 8
M 3