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Attività di ricerca
Il progetto di ricerca riguarda l’ambito della fisica statistica applicata ai problemi di flussi di
alta entalpia, in presenza di gas ionizzati e campi elettromagnetici.
La parte iniziale del primo anno di dottorato é stata dedicata alla formazione, con stu-
dio e ricerche bibliografiche individuali, nel campo della gasdinamica e della fluidodinamica
numerica (CFD). In particolare sono stati approfonditi i seguenti argomenti: leggi di conser-
vazione in una variabile spaziale, sistemi iperbolici lineari e non lineari, problema di Riemann
unidimensionale. Sono state inoltre recuperate ed approfondite conoscenze e competenze sul
linguaggio C, funzionali all’implementazione di algoritmi atti a risolvere problemi di interesse
fisico-chimico.
Successivamente sono stati sviluppati codici in linguaggio C per la risoluzione numerica di
flussi quasi-unidimensionali, adiabatici e senza attrito. Tempi adeguati, pari ad alcuni mesi,
sono stati dedicati alla validazione dei suddetti codici ed alla loro applicazione ad alcuni casi
interessanti, poichè dovevano costituire la base di lavori successivi.
Infine, a partire dal mese di giugno, ci si é dedicati alla fluidodinamica bidimensionale,
sempre in condizioni adiabatiche e senza attrito. É stato possibile sfruttare ed estendere i
codici e le metodologie utilizzati nel caso unidimensionale per realizzare un programma in
grado di simulare l’evoluzione temporale di svariati sistemi fisici gassosi in 2D: espansioni
libere a partire da un confinamento spaziale iniziale, ugelli, riflessioni su pareti piane, flusso
intorno ad ostacoli rigidi di forma arbitraria, ecc..
La base di partenza dei procedimenti di discretizzazione e delle metodologie numeriche
è stata quasi totalmente ispirata ai lavori prodotti, in anni di ricerche, dalla sezione barese
dell’istituto IMIP (Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi) del CNR nell’ambito
della fluidodinamica applicata ai plasmi. Si tratta di schemi, non standard nel panorama
della lettaratura CFD internazionale, che presentano, nonostante una sostanziale semplicità di
implementazione, delle ottime caratteristiche di stabilità incondizionata. Anche con un basso
ordine d’integrazione tali schemi permettono di descrivere accuratamente sistemi fluidi in un
ampio range di condizioni fisiche, dai flussi subsonici a quelli ipersonici, ecc.. ed inoltre senza
la necessità di ricorrere alle diffuse tecniche di “shock capturing”.
Di seguito sono presentati in maggiore dettaglio i risultati delle specifiche attività di
dottorato svolte fino alla data odierna.
Fluidodinamica unidimensionale
Definizioni: A = sezione del flusso, ρ = densità, p = pressione, u = componente x della velocità di
flusso, E = energia interna per unità di massa.
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Figura 2: Discretizzazione del dominio 1D per la conservazione della quantità di moto, modello A.
Figura 3: Discretizzazione del dominio 1D per la conservazione della quantità di moto, modello C.
3
ρL = 0.042 kg/m3 ρR = 81 ρL
1
PL = 1 bar PR = 10 PL
uL = 0 m/s uR = 0 m/s
(TL = 8000 K) (TR = 6400 K)
Figura 4: Schema di stato iniziale dello shock tube utilizzato per la validazione del programma
di fluidodinamica 1D, denominato “eulero1d”.
4
Pin = 300 bar Pout = 4 · 10−4 bar
uin = 0 m/s uout = 0 m/s
Tin = 7000 K Tout = 160 K
Figura 6: Profilo dell’ugello F4, trattato unidimensionalmente con specificate condizioni iniziali
del gas in ingresso ed in uscita.
Figura 7: Ugello F4: profili di alcune grandezze dopo 0.008 s a partire dallo stato in Fig. 6
• Ipotesi di lavoro:
Cp 5
Massa molare = M = 28 g/mol; Rapporto dei calori specifici = γ = =
Cv 3
Una delle prime applicazioni del programma “eulero1d” è stata sull’ugello F4, dell’Istituto
francese ONERA. In Fig. 7 sono riportati alcuni risultati salienti, ottenuti col modello C,
relativi allo stato iniziale schematizzato in Fig. 6.
Le differenze significative fra i modelli A e C sono emerse con un test per un ugello uniforme
chiuso, nello stato iniziale schematizzato in Fig. 8. In generale il modello A risulta di più
semplice implementazione rispetto al modello C ed inoltre nelle condizioni fisiche imposte
per il test di validazione (vedi Fig. 4) i risultati forniti da entrambi sono sostanzialmente
equivalenti. Tuttavia in una simulazione di “quasi espansione nel vuoto” con riflessione su
una parete rigida, come quella riferita alla Fig. 8 il modello A presenta oscillazioni numeriche
(ovviamente di nessun significato fisico) significativamente maggiori rispetto al modello C,
come si nota nelle Figure 9 e 10, oltre ad una diversa evoluzione temporale.
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ρL = 0.042 kg/m3 ρL = 1.12 · 10−50 kg/m3
PL = 1 bar PR = 10−50 bar
uL = 0 m/s uR = 0 m/s
(TL = 8000 K) (TR = 300 K)
Figura 8: Ugello uniforme - chiuso (Parete in ingresso - Parete in uscita). Gas confinato
inizialmente intorno ad un estremo.
Fluidodinamica bidimensionale
Le equazioni per la fluidodinamica bidimensionale considerate nel presente lavoro sono la na-
turale estensione di quelle già contemplate nel caso unidimensionale. Con ovvio significato dei
simboli, tali equazioni sono le seguenti.
∂ρ ∂ρu ∂ρv
Conservazione della massa: + + =0
∂t ∂x ∂y
∂ρE ∂uρE ∂vρE ∂u ∂v
Conservazione dell’energia: + + +P + =0
∂t ∂x ∂y ∂x ∂y
∂ρu ∂uρu ∂vρu ∂P
+ + + =0
Conservazione della quantità di moto: ∂t ∂x ∂y ∂x
∂ρv ∂vρv ∂uρv ∂P
+ + + =0
∂t ∂y ∂x ∂y
Come sostanziale differenza, rispetto al caso unidimensionale, viene considerata anche la
componente y della velocità di flusso: v.
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(a) t = 10−5 s. (b) t = 1.2 · 10−4 s.
Figura 10: Ugello uniforme chiuso - evoluzione temporale del numero di Mach - modelli A e C
7
Figura 11: Dominio bidimensionale con riferimento cartesiano
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(a) Numero di Mach. (b) Pressione.
Figura 13: Urto obliquo - evoluzione temporale dopo 0.002 s dallo stato iniziale. (a) Numero
di Mach: la linea chiara in prossimità dell’onda d’urto rappresenta la soluzione analitica della
stessa in condizioni stazionarie. (b) Profilo della pressione lungo y = 0.2525 m: la linea
continua non marcata rappresenta il corrispondente profilo analitico in condizioni stazionarie.
Dei vari test di applicazione effettuati col programma “eulero2d”, si descriverà di seguito
per semplicità soltanto quello dell’“ostacolo rettangolare”. In Fig 16 è schematizzato il sistema
fisico in parola: dominio bidimensionale con ostacolo rigido rettangolare in posizione centrale,
pareti riflettenti sui bordi superiore ed inferiore, condizioni fisiche iniziali del gas all’interno
del dominio bidimensionale uguali a quelle iniziali in uscita.
Le Figure 17 e 18 mostrano un estratto dell’evoluzione temporale rispettivamente della
densità e del numero di Mach. Si può notare il caratteristico “bow shock” (shock di prua),
tipica onda d’urto a forma ricurva che si crea ad una certa distanza dalla “prua”, appunto,
di un ostacolo rigido di forma arrotondata investito da un flusso supersonico. Altro fenomeno
fisico notevole che emerge dai grafici è quello del “Mach reflection”. Dalla teoria della gasdi-
namica isoentropica bidimensionale si dimostra che un urto obliquo incidente su una parete
t = 0:
interno = contorno
u = 0 ovunque
x ≤ xg x > x g
P(kPa) 500 30.85
T(K) 300 300
t > 0:
contorno costante
Figura 14: Ugello sovraespanso. A sinistra sono specificate le ipotesi di lavoro considerate nel
test di validazione. A destra, insieme al profilo dell’ugello, sono evidenziate le linee relative ad
onde d’urto in condizioni stazionarie.
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Figura 15: Ugello sovraespanso - evoluzione temporale del numero di Mach dopo 0.003 s dallo
stato iniziale.
Figura 16: Ostacolo rettangolare. Le condizioni fisiche iniziali del gas all’interno del dominio
bidimensionale sono uguali a quelle iniziali in uscita. I bordi superiore ed inferiore del dominio
sono pareti riflettenti.
rettilinea viene riflesso in un altro urto obliquo ed i due urti si intersecano in un punto sul-
la parete (riflessione regolare) se e solo se l’angolo d’incidenza è inferiore ad un certo valore
calcolabile univocamente dalle caratteristiche del flusso. Se l’angolo d’incidenza diventa supe-
riore a questo dato valore allora si produce appunto la Mach reflection, ovvero i due urti in
parola si intersecheranno in un punto distante dalla parete e da questo punto si formerà un
altro urto che finisce perpendicolarmente sulla parete stessa. Si tratta di un fenomeno difficile
da descrivere analiticamente mentre numericamente ben evidenziato nella Fig. 17 (d). Altra
caratteristica del fenomeno in discorso è la formazione di un’ampia regione di flusso subsonico
a valle dell’urto normale prossimo alla parete, ottimamente mostrata nelle Figure 18 (c) e (d).
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(a) t = 2 · 10−4 s. (b) t = 4 · 10−4 s.
può reperirsi in letteratura, fatta salva la metodologia numerica implementata, non facilmente
ritrovabile fra le pubblicazioni in materia di CFD. Nondimeno si tratta di attività che hanno
fornito la necessaria base culturale e formativa per i programmati sviluppi futuri. Le più signi-
ficative applicazioni già testate dal gruppo IMIP hanno riguardato finora espansioni libere di
plasma. Con la presente attività di dottorato si intendono esplorare nuove potenzialità degli
schemi in discorso, ritenendo le stesse ben lontane dall’essere esaurite. Innanzitutto si cercherà
di costruire un solido e versatile impianto per la trattazione della fluidodinamica bidimen-
sionale, eventualmente aumentando l’ordine d’integrazione ed inserendo nei codici opportune
tecniche numeriche di ricorsività adatte alla trattazione di problemi non lineari. In un secondo
momento si cercherà di integrare nella fluidodinamica anche la cinetica chimica con processi
di ionizzazione e campi elettromagnetici.
A breve termine comunque si prevede di perfezionare innanzitutto il programma di fluido-
dinamica bidimensionale in modo da poter meglio descrivere i flussi in prossimità delle pareti
degli ostacoli, facendo ricorso a metodologie numeriche, ampiamente collaudate in ambito
ingegneristico, come ad esempio l’“Immersed Boundary Method”.
Non si esclude infine la possibilità di investire un certo tempo nell’adattamento di tutto
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(a) t = 2 · 10−4 s. (b) t = 4 · 10−4 s.
l’impianto numerico descritto finora all’ambiente di sviluppo per il calcolo parallelo creato
da NVIDIA e denominato CUDA (Compute Unified Device Architecture), al fine di ridurre
notevolmente i tempi di elaborazione.
Corsi seguiti
Sono stati seguiti i seguenti corsi.
CORSI FONDAMENTALI
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• Argomenti: definizione del Path Integral; limite classico della meccanica quantistica
attraverso il Path Integral; Potenziali Vettori; l’integrale di Ito e le trasformazioni di
Gauge; applicazioni del Path Integral: particella libera e lagrangiana quadratica; derivate
funzionali; diagrammi di Feynman; applicazioni del Path Integral alla Teoria dei Campi.
• Verifica: da espletare.
• Verifica: da espletare.
Gasdinamica
Semestrale del corso magistrale in Ingegneria Meccanica del Politecnico di Bari.
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Moto irrotazionale;
Equazioni di conservazione generali rivisitate: equazioni del potenziale di velocità;
Flusso linearizzato;
• Verifica: da espletare.
Partecipazione a seminari
• 11-03-2010, dott. Domenico Bruno (CNR-IMIP), “modelling bulk viscosity in thermal
nonequilibrium”.
• 09-04-2010, prof. Savino Longo (Università degli Studi di Bari), “Caesium modeling”.
• 29-04-2010, Prof. Luca Biferale (Università di Roma Tor Vergata), “A guided tour across
turbulence: numerical and theoretical challenges”.
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