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Relazione sulle attività di dottorato

Scuola di Dottorato di Ricerca in Fisica XXV ciclo


I anno 2010
Dottorando: dott. Michele Tuttafesta
==============

Attività di ricerca
Il progetto di ricerca riguarda l’ambito della fisica statistica applicata ai problemi di flussi di
alta entalpia, in presenza di gas ionizzati e campi elettromagnetici.
La parte iniziale del primo anno di dottorato é stata dedicata alla formazione, con stu-
dio e ricerche bibliografiche individuali, nel campo della gasdinamica e della fluidodinamica
numerica (CFD). In particolare sono stati approfonditi i seguenti argomenti: leggi di conser-
vazione in una variabile spaziale, sistemi iperbolici lineari e non lineari, problema di Riemann
unidimensionale. Sono state inoltre recuperate ed approfondite conoscenze e competenze sul
linguaggio C, funzionali all’implementazione di algoritmi atti a risolvere problemi di interesse
fisico-chimico.
Successivamente sono stati sviluppati codici in linguaggio C per la risoluzione numerica di
flussi quasi-unidimensionali, adiabatici e senza attrito. Tempi adeguati, pari ad alcuni mesi,
sono stati dedicati alla validazione dei suddetti codici ed alla loro applicazione ad alcuni casi
interessanti, poichè dovevano costituire la base di lavori successivi.
Infine, a partire dal mese di giugno, ci si é dedicati alla fluidodinamica bidimensionale,
sempre in condizioni adiabatiche e senza attrito. É stato possibile sfruttare ed estendere i
codici e le metodologie utilizzati nel caso unidimensionale per realizzare un programma in
grado di simulare l’evoluzione temporale di svariati sistemi fisici gassosi in 2D: espansioni
libere a partire da un confinamento spaziale iniziale, ugelli, riflessioni su pareti piane, flusso
intorno ad ostacoli rigidi di forma arbitraria, ecc..
La base di partenza dei procedimenti di discretizzazione e delle metodologie numeriche
è stata quasi totalmente ispirata ai lavori prodotti, in anni di ricerche, dalla sezione barese
dell’istituto IMIP (Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi) del CNR nell’ambito
della fluidodinamica applicata ai plasmi. Si tratta di schemi, non standard nel panorama
della lettaratura CFD internazionale, che presentano, nonostante una sostanziale semplicità di
implementazione, delle ottime caratteristiche di stabilità incondizionata. Anche con un basso
ordine d’integrazione tali schemi permettono di descrivere accuratamente sistemi fluidi in un
ampio range di condizioni fisiche, dai flussi subsonici a quelli ipersonici, ecc.. ed inoltre senza
la necessità di ricorrere alle diffuse tecniche di “shock capturing”.
Di seguito sono presentati in maggiore dettaglio i risultati delle specifiche attività di
dottorato svolte fino alla data odierna.

Fluidodinamica unidimensionale
Definizioni: A = sezione del flusso, ρ = densità, p = pressione, u = componente x della velocità di
flusso, E = energia interna per unità di massa.

Le condizioni in un flusso quasi Conservazione della massa


∂ρ ∂(ρu)
unidimensionale sono: ∂t + ∂x = 0
A = A(x) Conservazione della q. di moto
u = u(x, t) ∂(ρu) ∂(ρu2 ) ∂p
∂t + ∂x + ∂x = 0
p = p(x, t) Conservazione dell’energia
ρ = ρ(x, t) ∂(ρE) ∂(uρE) ∂u
Volume di controllo in un ∂t + ∂x + p ∂x = 0

flusso quasi unidimensionale. 1


Figura 1: Discretizzazione del dominio unidimensionale per la conservazione della massa.

La discretizzazione delle equazioni di Eulero unidimensionali é stata effettuata applican-


do le seguenti tecniche: volumi finiti, upwind ed eulero implicito. Per quanto riguarda la
conservazione della massa ad esempio, in riferimento allo schema in Fig. 1, si ha:
R ∂(ρu) ρ0j −ρj
Volumi finiti: Vj ∂ρ
R
∂t
dV + ∂x
Vj 
dV = 0 ⇒ ∆t
Vj + ρjd uj+1 Aj+1 − ρjs uj Aj = 0
   
ρ0j −ρj −uj Aj uj+1 Aj+1 0
Upwind: ∆t Vj + ρ + ρj + ρj+1 = 0
0  j−1  −uj A j uj+1 Aj+1

ρ0j −ρj −uj Aj 0 uj+1 Aj+1 0 0
Eulero implicito: ∆t Vj + ρj−1 + ρj + ρ0j+1 = 0
0 −uj Aj uj+1 Aj+1
Nelle equazioni appena scritte è stata adottata la seguente convenzione formale: le parentesi
tonde rappresentano la somma dell’espressione superiore, se la velocità che in essa compare è
positiva, con l’espressione inferiore, se la velocità che in essa compare è negativa.
Per la conservazione dell’energia è stato seguito uno schema analogo, con la possibilità
però di poter scegliere fra due modelli di discretizzazione diversi e riguardanti solo il termine
sorgente. Le corrispondenti equazioni discretizzate sono le seguenti.
• Conservazione energia - modello 0
(ρE)0j − (ρE)j
     
−uj Aj 0 uj+1 Aj+1 0 0
Vj + (ρE)j−1 + (ρE)j + (ρE)0j+1 +
∆t 0 −uj Aj uj+1 Aj+1
uj+1 − uj
+ Pj Vj = 0
xj+1 − xj

• Conservazione energia - modello 1


(ρE)0j − (ρE)j
     
−uj Aj 0 uj+1 Aj+1 0 0
Vj + (ρE)j−1 + (ρE)j + (ρE)0j+1 +
∆t 0 −uj Aj uj+1 Aj+1
+ Pj (uj+1 Aj+1 − uj Aj ) = 0

La discretizzazione dell’equazione di conservazione della quantità di moto è stata testata


con due modelli, A e C, rappresentati rispettivamente nelle Figure 2 e 3, dove la sostanziale
differienza risiede nella valutazione della quantità ρu corrispondentemente nei centri o sui
bordi delle celle di controllo. A seguito di numerose verifiche, il modello C si è rivelato meno
sensibile ad oscillazioni numeriche spurie e quindi più affidabile ai fini della correttezza dei
risultati ottenibili. Le relative equazioni discretizzate sono le seguenti.
• Conservazione della quantità di moto - modello A
(ρu)0j − (ρu)j
     
−uj Aj 0 uj+1 Aj+1 0 0
Vj + (ρu)j−1 + (ρu)j + (ρu)0j+1 +
∆t 0  −uj Aj uj+1 Aj+1
1 Pj − Pj−1 Pj+1 − Pj
+ + Vj = 0
2 xj − xj−1 xj+1 − xj

2
Figura 2: Discretizzazione del dominio 1D per la conservazione della quantità di moto, modello A.

Figura 3: Discretizzazione del dominio 1D per la conservazione della quantità di moto, modello C.

• Conservazione della quantità di moto - modello C


(ρu)0j − (ρu)j
     
−uj−1 Aj uj Aj+1 0
Vj + (ρu)0j−1 + (ρu)0j + (ρu)0j+1 +
∆t 0 −uj Aj uj+1 Aj+1
Pj − Pj−1
+ Vj =0
xj − xj−1

Ogni equazioni discretizzata presentata finora si traduce in un sistema tridiagonale. Per la


conservazione
  uA  della massa,

ad esempio, si ha: 
1 dt
+1 0 dt
0 ··· 0 0 0
−uA0  V0 uA1 V0
−uA1 dt uA2
    
 dt
+1 0 dt
··· 0 0 0

 0 V1 −uA 1 V1 uA2 V1 
−uA2 dt uA3
     
dt
0 +1 ··· 0 0 0
0 V2 −uA2  V2
 
 
−uA dt

 0 0 3 ··· 0 0 0 
0 V3 .
··· ··· ··· ···  ··· ··· ···

 
uAn−2 0
 
dt dt
0 0 0 ··· +1 0
 
 −uAn−3 Vn−3 uAn−2 Vn−3 
   
−uAn−2 uAn−1 0
   
dt dt dt
 0 0 0 ··· +1 uAn−1 Vn−2

 0 Vn−2 −uAn−2 Vn−2 
−uAn−1 uAn
   
dt dt
0 0 0 ··· 0 Vn−1 −uAn−1 Vn−1 +1
0
ρ00
 
   uA0 ρin dt

 ρ0 
V0
0
 ρ01 ρ1   0 
 ρ0    0 
 2   ρ2  
  
 ρ0   ρ3   0 
.  ···3  =  +
  
 ···   ··· 
    
 ρ0   ρn−3   0 
 n−3     
 ρ0  ρn−2
  0 
n−2
0
 
ρn−1 dt
ρ0n−1 −uAn ρout Vn−1
Per la validazione del programma di fluidodinamica unidimensionale è stato effettuato un
test su uno shock tube, con le condizioni iniziali schematizzate in Fig. 4 e con i seguenti
riferimenti bibliografici.
• Soluzione analitica: codice FORTRAN dal testo di E.F.Toro ”Riemann Solvers and
Numerical Methods for Fluid Dynamics”, 2nd edition, 1999.

3
ρL = 0.042 kg/m3 ρR = 81 ρL
1
PL = 1 bar PR = 10 PL
uL = 0 m/s uR = 0 m/s
(TL = 8000 K) (TR = 6400 K)

Figura 4: Schema di stato iniziale dello shock tube utilizzato per la validazione del programma
di fluidodinamica 1D, denominato “eulero1d”.

(a) Velocità. (b) Pressione.

(c) Densità. (d) Energia int. per unità di massa.

Figura 5: Validazione 1D (shock tube)

• Conversione codice dal FORTRAN al C a cura di G. D’Ammando


• Adattamento codice al test in oggetto a cura di M. Tuttafesta
Alcuni risultati significativi del test, effettuato col modello C, sono riportati in Fig. 5. Si
può notare il buon adattamento dei risultati numerici, rappresentati da punti isolati, con quelli
analitici rappresentati da linee continue. Si notino un’onda di rarefazione che viaggia verso
sinistra, una discontinuità di contatto che viaggia a bassa velocità verso destra ed un’onda
d’urto che viaggia velocemente verso destra.
In quasi tutti i successivi test di applicazione effettuati sono stati utilizzati i seguenti
riferimenti.
• Definizioni caratteristiche:
γ
!
u dS R T γ−1
Numero di Mach = M = q ; Entropia per unità di massa = = log
γP dm M P
ρ

4
Pin = 300 bar Pout = 4 · 10−4 bar
uin = 0 m/s uout = 0 m/s
Tin = 7000 K Tout = 160 K

Figura 6: Profilo dell’ugello F4, trattato unidimensionalmente con specificate condizioni iniziali
del gas in ingresso ed in uscita.

(a) Numero di Mach. (b) Pressione.

(c) Densità. (d) Temperatura.

Figura 7: Ugello F4: profili di alcune grandezze dopo 0.008 s a partire dallo stato in Fig. 6

• Ipotesi di lavoro:
Cp 5
Massa molare = M = 28 g/mol; Rapporto dei calori specifici = γ = =
Cv 3
Una delle prime applicazioni del programma “eulero1d” è stata sull’ugello F4, dell’Istituto
francese ONERA. In Fig. 7 sono riportati alcuni risultati salienti, ottenuti col modello C,
relativi allo stato iniziale schematizzato in Fig. 6.
Le differenze significative fra i modelli A e C sono emerse con un test per un ugello uniforme
chiuso, nello stato iniziale schematizzato in Fig. 8. In generale il modello A risulta di più
semplice implementazione rispetto al modello C ed inoltre nelle condizioni fisiche imposte
per il test di validazione (vedi Fig. 4) i risultati forniti da entrambi sono sostanzialmente
equivalenti. Tuttavia in una simulazione di “quasi espansione nel vuoto” con riflessione su
una parete rigida, come quella riferita alla Fig. 8 il modello A presenta oscillazioni numeriche
(ovviamente di nessun significato fisico) significativamente maggiori rispetto al modello C,
come si nota nelle Figure 9 e 10, oltre ad una diversa evoluzione temporale.

5
ρL = 0.042 kg/m3 ρL = 1.12 · 10−50 kg/m3
PL = 1 bar PR = 10−50 bar
uL = 0 m/s uR = 0 m/s
(TL = 8000 K) (TR = 300 K)

Figura 8: Ugello uniforme - chiuso (Parete in ingresso - Parete in uscita). Gas confinato
inizialmente intorno ad un estremo.

(a) t = 10−5 s. (b) t = 1.2 · 10−4 s.

(c) t = 4 · 10−4 s. (d) t = 5.9 · 10−4 s.

Figura 9: Ugello uniforme chiuso - evoluzione temporale della densità - modelli A e C

Fluidodinamica bidimensionale
Le equazioni per la fluidodinamica bidimensionale considerate nel presente lavoro sono la na-
turale estensione di quelle già contemplate nel caso unidimensionale. Con ovvio significato dei
simboli, tali equazioni sono le seguenti.
∂ρ ∂ρu ∂ρv
Conservazione della massa: + + =0
∂t ∂x ∂y  
∂ρE ∂uρE ∂vρE ∂u ∂v
Conservazione dell’energia: + + +P + =0
∂t ∂x ∂y ∂x ∂y
∂ρu ∂uρu ∂vρu ∂P

 + + + =0
Conservazione della quantità di moto: ∂t ∂x ∂y ∂x
∂ρv ∂vρv ∂uρv ∂P

 + + + =0
∂t ∂y ∂x ∂y
Come sostanziale differenza, rispetto al caso unidimensionale, viene considerata anche la
componente y della velocità di flusso: v.

6
(a) t = 10−5 s. (b) t = 1.2 · 10−4 s.

(c) t = 4 · 10−4 s. (d) t = 5.9 · 10−4 s.

Figura 10: Ugello uniforme chiuso - evoluzione temporale del numero di Mach - modelli A e C

Grazie alla tecnica dell’“Operator Splitting”, è stato possibile riutilizzare la metodologia di


discretizzazione adottata per la fluidodinamica unidimensionale. Tale tecnica cioè consente di
“scomporre” il flusso che si sviluppa in un dominio bidimensionale in un numero finito di flussi
che possono descriversi in opportuni domini unidimensionali. La scomposizione più semplice,
che alla fine è stata quella adottata, risulta quella cartesiana che prevede la suddivisione del
dominio bidimensionale in volumi di controllo rettangolari, come schematizzato in Fig. 11.
Anche in questo caso si sono voluti testare i due modelli A e C ed il programma implementato
è stato denominato “eulero2d”.
Il primo test di validazione è stato effettuato su un urto obliquo, con le condizioni fisiche
iniziali specificate nello schema in Fig. 12. I risultati, riportati in Fig. 13 evidenziano una
discreta compatibilità fra grandezze calcolate dopo una evoluzione temporale di 0.002 s dallo
stato iniziale con quelle analitiche relative allo stato stazionario.

7
Figura 11: Dominio bidimensionale con riferimento cartesiano

Ingresso costante Uscita flusso libero


Condizioni iniziali: Condizioni iniziali:
Pin = 0.6 bar Pout = Pin
uin = V1 uout = uin
Tin = 250 K Tout = Tin

Figura 12: Urto obliquo

Nel secondo test di validazione si è considerato il flusso attraverso un ugello convergente-


divergente (ovviamente bidimensionale) nelle condizioni fisiche iniziali specificate nello schema
in Fig. 14. L’ugello in tali condizioni si dice sovraespanso in quanto la pressione ambiente in
uscita è fissata ad un valore superiore a quello di adattamento e ciò comporta di conseguenza la
formazione di onde d’urto nello stato stazionario, esplicitamente evidenziate sempre in Fig. 14.
Nei risultati, riportati in Fig. 15, è messa in evidenza la discreta compatibilità fra la
posizione delle onde d’urto nel numero di Mach calcolato dopo una evoluzione temporale di
0.003 s dallo stato iniziale con quelle analitiche relative allo stato stazionario.

8
(a) Numero di Mach. (b) Pressione.

Figura 13: Urto obliquo - evoluzione temporale dopo 0.002 s dallo stato iniziale. (a) Numero
di Mach: la linea chiara in prossimità dell’onda d’urto rappresenta la soluzione analitica della
stessa in condizioni stazionarie. (b) Profilo della pressione lungo y = 0.2525 m: la linea
continua non marcata rappresenta il corrispondente profilo analitico in condizioni stazionarie.

Dei vari test di applicazione effettuati col programma “eulero2d”, si descriverà di seguito
per semplicità soltanto quello dell’“ostacolo rettangolare”. In Fig 16 è schematizzato il sistema
fisico in parola: dominio bidimensionale con ostacolo rigido rettangolare in posizione centrale,
pareti riflettenti sui bordi superiore ed inferiore, condizioni fisiche iniziali del gas all’interno
del dominio bidimensionale uguali a quelle iniziali in uscita.
Le Figure 17 e 18 mostrano un estratto dell’evoluzione temporale rispettivamente della
densità e del numero di Mach. Si può notare il caratteristico “bow shock” (shock di prua),
tipica onda d’urto a forma ricurva che si crea ad una certa distanza dalla “prua”, appunto,
di un ostacolo rigido di forma arrotondata investito da un flusso supersonico. Altro fenomeno
fisico notevole che emerge dai grafici è quello del “Mach reflection”. Dalla teoria della gasdi-
namica isoentropica bidimensionale si dimostra che un urto obliquo incidente su una parete

t = 0:
interno = contorno
u = 0 ovunque
x ≤ xg x > x g
P(kPa) 500 30.85
T(K) 300 300
t > 0:
contorno costante

Figura 14: Ugello sovraespanso. A sinistra sono specificate le ipotesi di lavoro considerate nel
test di validazione. A destra, insieme al profilo dell’ugello, sono evidenziate le linee relative ad
onde d’urto in condizioni stazionarie.

9
Figura 15: Ugello sovraespanso - evoluzione temporale del numero di Mach dopo 0.003 s dallo
stato iniziale.

Ingresso costante Uscita flusso libero


Condizioni iniziali: Condizioni iniziali:
Pin = 1 bar Pout = 10−50 bar
uin = 0 m/s uout = 0 m/s
Tin = 8000 K Tout = 300 K

Figura 16: Ostacolo rettangolare. Le condizioni fisiche iniziali del gas all’interno del dominio
bidimensionale sono uguali a quelle iniziali in uscita. I bordi superiore ed inferiore del dominio
sono pareti riflettenti.

rettilinea viene riflesso in un altro urto obliquo ed i due urti si intersecano in un punto sul-
la parete (riflessione regolare) se e solo se l’angolo d’incidenza è inferiore ad un certo valore
calcolabile univocamente dalle caratteristiche del flusso. Se l’angolo d’incidenza diventa supe-
riore a questo dato valore allora si produce appunto la Mach reflection, ovvero i due urti in
parola si intersecheranno in un punto distante dalla parete e da questo punto si formerà un
altro urto che finisce perpendicolarmente sulla parete stessa. Si tratta di un fenomeno difficile
da descrivere analiticamente mentre numericamente ben evidenziato nella Fig. 17 (d). Altra
caratteristica del fenomeno in discorso è la formazione di un’ampia regione di flusso subsonico
a valle dell’urto normale prossimo alla parete, ottimamente mostrata nelle Figure 18 (c) e (d).

Conclusioni e sviluppi futuri dell’attività di ricerca


I lavori svolti dallo scrivente durante il suo primo anno di dottorato e descritti nella presente
relazione non presentano aspetti innovativi fondamentali rispetto a quanto di corrispondente

10
(a) t = 2 · 10−4 s. (b) t = 4 · 10−4 s.

(c) t = 6 · 10−4 s. (d) t = 8 · 10−4 s.

Figura 17: Ostacolo rettangolare - Densità

può reperirsi in letteratura, fatta salva la metodologia numerica implementata, non facilmente
ritrovabile fra le pubblicazioni in materia di CFD. Nondimeno si tratta di attività che hanno
fornito la necessaria base culturale e formativa per i programmati sviluppi futuri. Le più signi-
ficative applicazioni già testate dal gruppo IMIP hanno riguardato finora espansioni libere di
plasma. Con la presente attività di dottorato si intendono esplorare nuove potenzialità degli
schemi in discorso, ritenendo le stesse ben lontane dall’essere esaurite. Innanzitutto si cercherà
di costruire un solido e versatile impianto per la trattazione della fluidodinamica bidimen-
sionale, eventualmente aumentando l’ordine d’integrazione ed inserendo nei codici opportune
tecniche numeriche di ricorsività adatte alla trattazione di problemi non lineari. In un secondo
momento si cercherà di integrare nella fluidodinamica anche la cinetica chimica con processi
di ionizzazione e campi elettromagnetici.
A breve termine comunque si prevede di perfezionare innanzitutto il programma di fluido-
dinamica bidimensionale in modo da poter meglio descrivere i flussi in prossimità delle pareti
degli ostacoli, facendo ricorso a metodologie numeriche, ampiamente collaudate in ambito
ingegneristico, come ad esempio l’“Immersed Boundary Method”.
Non si esclude infine la possibilità di investire un certo tempo nell’adattamento di tutto

11
(a) t = 2 · 10−4 s. (b) t = 4 · 10−4 s.

(c) t = 6 · 10−4 s. (d) t = 8 · 10−4 s.

Figura 18: Ostacolo rettangolare - Numero di Mach

l’impianto numerico descritto finora all’ambiente di sviluppo per il calcolo parallelo creato
da NVIDIA e denominato CUDA (Compute Unified Device Architecture), al fine di ridurre
notevolmente i tempi di elaborazione.

Corsi seguiti
Sono stati seguiti i seguenti corsi.

CORSI FONDAMENTALI

Feynman Integral in Quantum Mechanics and Quantum Field Theory


• Docente: prof. Saverio Pascazio

• Tempi: dal 04-10-2010 al 25-10-2010 per circa 25 ore.

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• Argomenti: definizione del Path Integral; limite classico della meccanica quantistica
attraverso il Path Integral; Potenziali Vettori; l’integrale di Ito e le trasformazioni di
Gauge; applicazioni del Path Integral: particella libera e lagrangiana quadratica; derivate
funzionali; diagrammi di Feynman; applicazioni del Path Integral alla Teoria dei Campi.

• Verifica: da espletare.

Foundations on advanced programming


• Docente: dott. Francesco Cafagna

• Tempi: dal 08-11-2010 al 26-11-2010 per circa 25 ore.

• Argomenti: cenni storici ed introduzione agli strumenti di base per la programmazione


in Linux; dai linguaggi di programmazione procedurali a quelli orientati ad oggetti; un
linguaggio di programmazione ad oggetti: il C++;
La grammatica di base del C++: i tipi di base, le espressioni e gli statements, le funzioni,
i puntatori e le reference;
Funzionalita’ avanzate: i tipi aggregati: Structures e Union, function overloading, name-
spaces, templates;
Le classi: introduzione e generalità;
Membri delle classi: creatori, distruttori, metodi ed helper functions;
Controllo di accesso ai dati: public, private;
Operatori e overloading;
Funzionalità avanzata delle classi: classi derivate, ereditarietà e polimorfismo;
Standard Template Library STL e cenni di programmazione Object Oriented: intro-
duzione e generalità, panoramica degli oggetti della STL piu’ usati: string, containers,
functionals and algorithms;
Esempi ed esercizi

• Verifica: da espletare.

CORSI NON FONDAMENTALI

Gasdinamica
Semestrale del corso magistrale in Ingegneria Meccanica del Politecnico di Bari.

• Docente: prof. Michele Napolitano

• Tempi: dal 13-10-2010 - attualmente in corso.

• Argomenti: Equazioni di conservazione generali, flusso quasi unidimensionale, compri-


mibilità e velocità del suono;
Flusso stazionario quasi unidimensionale: flusso isoentropico, grandezze totali e critiche,
urti retti, ugelli convergenti-divergenti;
Urti obliqui ed espansioni di Prandtl-Meyer;

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Moto irrotazionale;
Equazioni di conservazione generali rivisitate: equazioni del potenziale di velocità;
Flusso linearizzato;

• Verifica: da espletare.

Partecipazione a seminari
• 11-03-2010, dott. Domenico Bruno (CNR-IMIP), “modelling bulk viscosity in thermal
nonequilibrium”.

• 09-04-2010, prof. Savino Longo (Università degli Studi di Bari), “Caesium modeling”.

• 09-04-2010, dott. Domenico Bruno (CNR-IMIP), “Advanced Chemical Physical and


Plasma Models for the Planetary Entry Problem”.

• 29-04-2010, Prof. Luca Biferale (Università di Roma Tor Vergata), “A guided tour across
turbulence: numerical and theoretical challenges”.

• 07-06-2010, dott. Gianpiero Colonna (CNR-IMIP), “Modelli Cinetici Stato-a-Stato:


Stato dell’arte e Prospettive”.

• 11-06-2010, prof.ssa Maria Teresa Muciaccia (Università e INFN, Bari), “Oscillazioni di


neutrino: il primo candidato tau fa la sua apparizione nell’esperimento OPERA”.

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