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Proposta di una notazione pianistica otganica esemplificata sulla «Fantasia cromatica in re minore» di J. S. Bach Pid di una volta, provando a leggere al pianoforte qualche impetuosa pa- gina della popolare Salome e alcuni anarchici pezzi per pianoforte del tut- altro che popolate compositore viennese Armold Schoenberg, la mia let- tura a prima vista, di solito scotrevole, & stata resa esitante dal gran nu- mero degli accidenti. Sol, sol diesis o sol bemolle? Il fa diesis ¢ in chia- ve, ma hella semiminima precedente & climinato. Dubbi e argomentazio- ni del genere si incrociano nel cervello a ogni semicroma, mentre una musica intricata € polifonica procede senza soste in un tempo tapido. ‘Mi si 8 fatto definitivamente chiaro che la nostra ottava odierna non consta pitt di sette intervalli, ma di dodici; ¢ che ognuno di questi dodici intervalli dovrebbe avere sul rigo musicale il suo proprio posto, ee Mi sono reso anche conto che un altro ostacolo alla lettura & costituito dal diverso aspetto assunto dalle diverse ottave nella nostta sctittura mu- sicale, Osservi il lettore I'aspetto consueto dal mio punto di vista: ‘Versuch einer organischen Klavier-Noten-Schtift, pralctisch exprobt an Joh. Seb. Bachs Chromatische Phancasie in D moll. Pubbl. da Breitkop| und Hartel, Lipsia, 1910, quindi accolto nel VIL e ultimo vol. della cosiddetta «Bach Busoni Ausgabe» (stesso editore), che comprende, oltre ai due voll. del Clavicembalo ben temperato, adattamenti di, irascrizioni da, ¢ com- posiziont originali ispirate a Bach, i tutto ad opera di Busoni. TH do basso sta sul secondo taglio addizionale, il do successiva sul secon- do spazio: i due simboli seguenti stanno a sappresentate Ia stessa nota, ppoi viene il do sul serzo spazio e infine uno ancora pif acuto sul secondo taglio addizionale. Ma quando scriviamo 10, 20, 50, noi vediamo sempre lo zero al posto rigervato alle unit. Ore questo zero, comparativamente, sarebbe il do nelle diverse ottave. Mentre meditavo sul modo di ovviare a questi inconvenienti mi si pre- sentd in una nuova luce il fatto, in sé non certo nuovo, che Ia tastiera del pianoforte offte entro Yottava dodici intervalli ben riconoseibili tra loro grazie alla loro disposizione, ¢ inolire che su di essa ogni ottava ripete esattamente Vaspetto delle altze, ‘Se da questo principio potessimo dedutre una notazione pet piano- forte, continuai a pensate, otterremmo anche che Ia scritrara starebbe alla percussione dei testi come la piante di una cited alla cita stessa, E chi segue le linee della pianta non pud sbagliare strada. Gia le prima idea che mi era appersa giusta eliminava gli inconvenien- {i citad, come confermd pit tandi il suo sviluppo, ¢soddisfaceva a tutte le condizioni E tanto semplice, che non si vorrt nemmeno considerarla un'«ideu». Trisultato ne offs’ la prova, i Ho diviso i cingue righi usual del pentagramma in due gruppi, lascian- 5 do tra il secondo e il terzo uno spazio d’entita corrispondente a quella necessatia a poter contenete un altro rigo alla stessa distanza: Proposte di une notecione piarstce Organica Saas, I cinque right rappresenteranno allora i cingue tastt nert deWVottava del piavoforte. Dunque le note che vi stanno sopra, lette dal basso verso I'alto senza Bisogno di nominatle, sono te stesse che incontriamo sul pianoforte co- ie tasti eri, da sinistea a destea. Le note poi che stanno sugli spazi tra le righe © immediatamente sotto © sopra di esse, sono setfe @ cottispon- dono ai sette tasti bianchi, Il mi st appogaia al secondo rigo il fa al ter- 20, come avviene pet i tasti del pianoforte. Per accrescere Devidenza decisi che i tasti bianchi (le note negli spa- zi) dovessero esser rappresentati da teste bianche, i tasti neci (le note smi righi) da teste neve ‘Testi bianchi Testi neci Cost la scala cromatica (che vorrei chiamare Ia scala normale del piano- forte) si raffiguca come segue: Tl pentagtamma abbreceia dunque — senza tagli eddizionali — Je dodici note dell'ortava ¢ corrisponde esattamente, nella disposizione e nell'aspet- to, alle dodiei note dell'ottava del pianoforte, sde che deve percuote- sta sul secondo rigo. deve pensare all primo un diesis sia prescritio 0 eli- ‘Quando chi suona legge questo segn0 xe if secondo tasto nero. La nota nerd Quando vede questaltro segno | == tasto bianco, Ul dubdbio se per il do —=—= sminato nn pud pit sorgere Tl mio pentagramma abbraccia wn’ottava, senza ricotrere a tagli ad a4 Lo sguardo eto vionali: & unimmagine grafica dellottava stessa. Ma poiché esso abbrac- cia un’intera quarta in meno del pentagramma usuale nel procedere oltre questa ottava noi ci troveremmo continuamente nella necessiti di adoperure tagl sional, e questo distruggerebbe in gran parte Pevidenza tanto felicemen- te taggiunta, Petcid quando ii tesi conto di questa diminuzione delle mie conqui- ste tentai un secondo passo, ¢ sopra il sistema principale colleesi un secondo « completo sistema ausiliario. Questi due sistem insieme pren- dono il posto del solito sistema per la mano destea, e quello superiore ausiliario rappresenta Vottave superiore. Dato dunque che il sistema principale rappresenti Vottava do'-s’, quel- Jo ausiliario varea per Lottava do”s?” smile (SS Sistema principale = Qui appare chiaro come il sistema supetiore riproduca esattamente Vaspetto di quello inferiore ¢ tispecchi cost le ottave della tasticra. Ne seguf automaticamente: primo, che al sistema principale della mas nto sinistra assegaai la rappresentazione dellottava dost; secondo, che anche a uesto ageiunsi un sistema ausliario per un’ottava inferiore Axial cost ¢ un sistema quadruplo ovvero a-due sistemi doppi, separati Puno dallaltro da uno spazio largo il doppio. ‘A ciascuno det quattro sistemi & premessa un'iniiale « mo’ di chia. ve: SCT B, cio’ Soprano, Contralto, Tenore e Basso. Si confronti ora la rappresentazione dei quattro do in questione nella scrittura usuale € nella mia Anche la scala a toni interi, oggi tanto usata e per Ia quale wna retta cortografia non s°& ancora trovata, nella mia grafia & un disegno topo- srafico: 1Le sovrapposizione degli inteevalli nella mia grafia non ha bisogno di ‘venire ovcisionalmente seonvolta (per esempio quando % prescritto di suonare a mani inctociate), come si fa tanto spesso. Cio: nella figura Te note pitt acute occupano regolarmente e con esattezza geomettic fl po- sto pitt alto. Une figura come Ia seguente @ assurda © sconcertante: 41, perché la voce pist acuta della mano sinistra sta sotto quella pid bassa della destra; 2, perché il mi bemolle prende esattamente Jo stesso posto del sol precedente; 5. perché i fa diesis, fa, fa diesis che si altetnano nella destra non met- ‘ono in evidenza il loro salire e scendere, ‘Questa figura 8 assurda e sconceriante, ¢ pet lasciatsi decfrare impone al cervello un compito spropesitacamente complicato, che assolviamo, ® vero, con relation facilita, grezie al lavoro e all'esercizio di innumerevoli ‘generazioni, ma che pure ricbiede une tensione che potremino impiegare meglio in cento altre occasion’ pil impottanti Propose di ana nation pianistic orzavica a7 Giunto a questo punto, giudicai il mio piccolo problema risolto. Restavano due questioni di minor conto, cio’: 1, La raffigurazione dei valori. 2. Liindicazione delle note al di 1a dei quattro sistemi. Risposta: 1, La’ raffigurazione dei valori delle note, delle pause ¢ dell’andamen- to ritmico rimane quella usuale, Soltanto, le teste bianche delle note non hanno un valore proprio ma valgono quanto quelle nete J Je J contispendono «una semiminima Ded ctspntons » sim comes con wane alot dink Per le minime © le semibrevi mi tifaccio alle venerande brevis © semti- brevis, cio’ alla nota quadrata con e senza gambo. ded ‘sono sinitme sono semibrevi 2, Le note che oltrepassano i quatto sistem sindicano — come sem- pre ~ a mezzo di tagli addizionali, all'occasione perd anche con Vaggiuie 1a diun intero sistema in catatteri pitt piccoli, oppure a mezzo del segno i 8 che, collocato in alto, indica Pottava superiore, e in basso quella infetiore. Poiché nella mia gzafia il do si appoggia al rigo che gli sta sopra nelfottea supetiore —T— il taplio addionale deve sepnars opre la note: === Lo armas caso a pete perilfe, p= ‘che nell‘ottava supetiote appare a questo modo: — crime: sc a ey ms Lo sguardo eto Anche in questo caso la mia grafia timane coerente in quanto Ie note bianche, collocate tra i tagli addizionali, ‘gnificano sempre tasti bianchi, ¢ le note nere tasti nev La disposizione dei tagli eddizionali costisponde a quella dei sistemi: Ia distanza tra il secondo © il terzo taglio & dop- pia di quella che passa tra gli altri teghi. ‘ Doppia & parimenti la distanza tta il prima toglio aggion- x to e il sistema sottostante: Non oocotre scrivere sempre tutti € quattro i sistemi: quando uno esta inutilizzato, pud essere omesso. Per esempio tutta Vesposizione della prima fuga del Clovicembalo ben teniperato pud fare ¢ meno del sistema B, ¢ nell’esposizione della seconda il sistema T viene utilizeato soltanto dall’entrata della terza voce in poi. Infine ho giudicato opportuno che la rigntura dei due sistemi. esterni fosse pii stretta ¢ le teste delle note pit piccole, per mettere pid in evi- denza Faumentare dellaltezza e della profondita. A questo modo si vede subito che i due sistemi central, pid grandi, si viferiscono alle ortave doi ¢ do's. Con questo credo di aver congegnato e sviluppato questa notazione per il pianoforte in modo compinto. Le sue carattetistche si possono tiassumere come segue: 1, T tighi rappresentano i tastinesi del pianoforte e sono raggruppati secondo la disposizione della tastiera (2:3), 2. T tasti bianchi si distinguono plasticamente dal fatto che a) sono collocati negli spazi, b) portano teste bianche; i tasti neni dal fatto che a) sone collocati sulle tighe, b) portano teste nere. 3, I due sistem doppi abbracciano ~ senza bisogno di ricorere a ti: lee Proposta di une notatione pisnitce organice 29 ali addizionali — quattro ortave. Tra un sistema e Paltro non s‘ins- ‘piegano assolutamente tagli addizionali. 4, Ognuno dei quattro sistemi un'immagine grafica dell'ottava con i suoi dodici semitoni e ogni ottava ripete esattemente la stessa imavagine, 5, La grafia & completamente enarmonica, ed & una guida per Vecchio: indica il secondo tasto, nero, ovvero il === quarto sensitono entro ogni ottava; sia che si intenda re diesis, mi bemolle o fa doppio bemolle. 6. I simboli delle note sono disposti senza eccezioni I'uno sull’altro ‘in rigoroso rapporto con l’altezza ¢ con la successione dei tasti. Credo alla possibilita pratica dimpiego di questa idea, grazie alla sua semplicta ¢ alla sua chiarezza; me ascolterd volentieri ¢ con gratitudine ‘ogni critica fondata che mi possa indicare eventuali perfezionamenti, Gia di per sé, infatti, questidea non @ che il petfezionamento di un antico e saflinato organisino. Fine settembre 1909. [Segue 1a tasctizione della Fantasia cromatica di Bach, realizzata da Busoni secondo il sistema proposto.] Fantasia ctomatica in re minore eee rr ma Loran Beto Proposta .. sulla «Fantasia eromatica in re miinoren a3 336 ea ae Lo sauardolieto one wantasia cromatica in re a7 sxpensio Proporta. ella «Fantasia cromatica i 12 niinores St Andantino. a be 2p Lo seuerdo Neto Proporta .. sulla «Fantasia eometica in re minoreo Il genio pianistico Belino, marzo 1912 La definizione sata nel titolo, in questi primi giorni del secondo seeslo dolla nascita di Liszt, Pho letia nelle critiche beslinesi anche troppo spesto, Persino delle ragazzine ne sono state ammantate e quasi schiac- date; perché genio, gid come parola, & un fardello pesante: il genio rmuore delle sue vittorie. Innegabilmente esiste un gran mumero di pia- nist brillonti, magistrali, capaci d'imitare alla perfezione cid che i genii del pianoforte hanno inventato. Per cingue diversi pianist, nel corso di questi pochi giomi, 6% alfermato sui giornali di Beslino che «la Sonata i Liset non sera mat sentita suonare cost bene». Sono convinto che uelle esibizioni siano state tutte magnifiche, ma ne concludo che lese- cuzione della Sonata di Liszt 8 un compito risolto, © che questo grado dellante pianistica @ diventato di dominio comune. Un pianista nato, al giotno doggi, suona quel pezzo bene e corzettamente allctd di diciote’an- ni, Un caso simile (che incontro spesso) non si pud designare come straordinario, ma costituisce tun esempfo di atavismo. La tecnica ¢ lo stile di quest’opera di Lisst & gi8 nel sangue della nuova genetazione pianistica sin dalla nascita. Fenomeni simili si possono osservare, al giomd d’ogsi, nel laboratorio ella tecnica meccanica, e in particolare nelfelettrotecnica. Conasco fi ‘2 di semplici borghesi — ancora bambini — che eseguiscono con tutta naturalezza piccole combinazioni ingepnose nel campo dellclettricita, © ‘Das Klsviergente B81, 1.116, LUI9, RAd, In Allgemeine Musik Zetvongr, Berlvo e Lipss, XKKIX, w 10, 8 mano 1912,

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