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Rivista semestrale online / Biannual online journal

http://www.parolerubate.unipr.it

Fascicolo n. 22 / Issue no. 22


Dicembre 2020 / December 2020
Direttore / Editor
Rinaldo Rinaldi (Università di Parma)

Comitato scientifico / Research Committee


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Segreteria di redazione / Editorial Staff


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Esperti esterni (fascicolo n. 22) / External referees (issue no. 22)


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Direttore responsabile: Rinaldo Rinaldi


Autorizzazione Tribunale di Parma n. 14 del 27 maggio 2010
© Copyright 2020 – ISSN: 2039-0114
INDEX / CONTENTS

Speciale
RUSSIA INTERTESTUALE.
CITAZIONI E RISCRITTURE IN AMBITO SLAVO

a cura di Lucia Baroni, Alice Bravin, Martina Napolitano

Presentazione 3-5

La sorte dei giusti. Citazioni bibliche in alcune pagine della letteratura


slava ecclesiastica
LUCIA BARONI (Università di Udine) 7-16

Citazioni musicali in un racconto di Natale di Nikolaj Leskov


ELENA SHKAPA (Vysšaja škola ėkonomiki – Moskva) 17-21

Letteratura e filosofia. Il reimpiego dei materiali nella prosa


di Aleksej Fëdorovič Losev
GIORGIA RIMONDI (Università di Parma) 23-36

Una riscrittura biografica. Ivan Turgenev in due scrittori dell’emigrazione


SILVIA ASCIONE (Università di Roma La Sapienza) 37-48

Nuova redazione o nuova opera? La riscrittura di un poema


di Il’ja Sel’vinskij
ANNA KRASNIKOVA (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano) 49-58

Citazione e decostruzione nella poesia transfurista di Ry Nikonova


ROBERTA SALA (Università di Torino) 59-68

Citazione e autotraduzione. Alcuni versi in un romanzo


di Vladimir Nabokov
MARIA EMELIYANOVA (Università Ca’ Foscari – Venezia) 69-79

Citazioni all’opposizione. Rimandi intertestuali in Saša Sokolov


NOEMI ALBANESE (Università di Roma “Tor Vergata”) 81-90

Un titolo come omaggio. Andrej Levkin riecheggia Saša Sokolov


MARTINA NAPOLITANO (Università di Udine) 91-97

Ritrovare la tradizione. Gli scrittori russi in un romanzo


di Vladimir Makanin
CHETI TRAINI (Università di Urbino) 99-108

Vladimir Sorokin, un ‘bricoleur’ postmoderno


ANITA ORFINI (Università di Roma Tre) 109-114
L’operetta distanziata. Witold Gombrowicz e la rivisitazione
ironica di un genere
NADZIEJA BĄKOWSKA (Uniwersytet Warszawski) 115-120

Le icone e i mostri. Citazioni sacre nell’iconografia di un bestiario


contemporaneo
ALICE BRAVIN (Università di Udine) 121-140

Citazioni e allusioni corporee in un balletto di Petr Zuska


MATTIA MANTELLATO (Università di Udine) 141-148

Intelligenti pauca. Citazioni pittoriche e musicali nel cinema


d’animazione di Andrej Chržanovskij
ANGELINA ZHIVOVA (Università di Udine) 149-159

MATERIALI / MATERIALS

Sofocle medioevale. Per la storia di una citazione tragica


in area bizantina
GIOVANNA BATTAGLINO (Università di Salerno) 163-173

La maniera epica di Cesare Arici: il modello virgiliano


PAOLO COLOMBO (Università di Trento) 175-186

Pierre e Paul, i dettagli del sentimento. Postilla sul bergsonismo


di Pierre Menard
RINALDO RINALDI (Università di Parma) 187-203

Temi e lemmi montaliani nel “Conte di Kevenhüller”


di Giorgio Caproni
ALBERTO FRACCACRETA (Università di Urbino Carlo Bo) 205-212
Parole Rubate / Purloined Letters
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Fascicolo n. 22 / Issue no. 22 – Dicembre 2020 / December 2020

ALBERTO FRACCACRETA

TEMI E LEMMI MONTALIANI NEL “CONTE DI


KEVENHÜLLER” DI GIORGIO CAPRONI

“Ciascuno ha il suo Montale, / ritagliato a misura”.1 L’ affermazione


testimonia la mai dissimulata ammirazione di Giorgio Caproni per il più
illustre tra i poeti liguri o transitati in Liguria (“Genova nome barbaro. /
Campana. Montale. Sbarbaro”).2 È un confronto, quello con il collega più
anziano, che si sviluppa entro alcuni temi svolti dal poeta livornese con
maggiore dovizia lirica a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, sul
filo di alcuni lemmi lessicali ripresi sic et simpliciter, con il deliberato
proposito di citare rammodernando “secondo natura e statura”,3 ossia
sfrondando le componenti irrisolte dei versi:

1
Cfr. G. Caproni, C’è un Montale per tutti, in Id., Poesie disperse e inedite, in
Id., L’opera in versi, Edizione critica a cura di L. Zuliani, Introduzione di P. V.
Mengaldo, Cronologia e Bibliografia a cura di A. Dei, Milano, Mondadori, 1998, p. 959
(1-2). E si veda Id., A Eugenio Montale in occasione del Nobel, in Id., Poesie disperse e
inedite, cit., p. 958.
2
Cfr. Id., Litania, in Id., Il passaggio d’Enea, in Id., L’opera in versi, cit., p. 174
(57-58).
3
Cfr. Id., C’è un Montale per tutti, cit., p. 959 (3-4).
206 Parole Rubate / Purloined Letters

“Montale ha per me il potere della grande musica, che non suggerisce né espone
idee ma le suscita in una emozione profonda, e posso dire ch’egli è uno dei pochissimi
poeti d’oggi che in qualche modo sia riuscito ad agire sulla mia percezione del mondo.
[...] senza Montale (senza la sua tecnica assolutamente nuova, che instaura nel comporre
poetico i mezzi e persino il fine della musica e intendiamo musica come musica, non
come musicalità alla maniera di Verlaine) il volto della nostra poesia contemporanea si
sarebbe configurato diversamente”.4

Quale Montale è, tuttavia, più intimamente caproniano, congeniale a


una “scrittura segmentata e franta, ispida e scalena”?5 Montale è per
Caproni innanzitutto il poeta degli Ossi di seppia, l’io lirico dei meriggi e
delle ombre, del mare che espelle l’osso, il rifiuto, il frantume, simbolo di
una condicio subiecti legata alla Verfallenheit, heideggeriana deiezione:

“Montale,
ciottolo roso,
dal greto che più non risuona,
ha tolto una canna
bruciata dal sole,
e intesse liscosa canzone.”6

Tale condizione del soggetto debilitato ben si adatta alla quête


montaliana dell’assoluto o del totalmente Altro, quella che dalle Occasioni
fino alle ultime opere, segue le tracce dell’“iddia che non s’incarna”7 e
successivamente di “un dio (ma con la barba)”,8 il dio dei filosofi e di
Gottfried Leibniz in particolare.9 Il problematico istituto dell’Io e la
relazione con l’ultrasensibile sono gli argomenti principali – interconnessi

4
Id., Montale poeta-vate, in “Letteratura”, 79-81, gennaio-giugno 1966, pp. 267-
268.
5
Cfr. L. Surdich, Le idee e la poesia. Montale e Caproni, Genova, il nuovo
melangolo, 1998, p. 19.
6
G. Caproni, Epigramma, in Id., Res amissa, in Id., L’opera in versi, cit., p. 856.
7
Cfr. E. Montale, Gli orecchini, in Id., La bufera e altro, in Id., L’opera in versi,
Edizione critica a cura di R. Bettarini e G. Contini, Torino, Einaudi, 1980, p. 194 (7).
8
Cfr. Id., Credo, in Id., Altri versi, ivi, p. 702 (12).
9
Si veda P. De Caro, Il mondo, le virtù, l’angelo e Dio nel Diario postumo di
Eugenio Montale, in “La Capitanata”, XXV-XXX, 1988-1993, pp. 13-71.
Alberto Fraccacreta, Temi e lemmi montaliani nel “Conte di Kevenhüller” 207

tra loro – che Caproni sviluppa a partire da Montale, specialmente con Il


franco cacciatore (1982), Il Conte Kevenhüller (1986) e l’incompiuta
ultima silloge Res amissa (1991). Il poeta livornese, avviatosi su questo
cammino di analisi interiore10 seguendo una prospettiva “errante”11 del
tutto montaliana, cerca la trascendenza in uno scarto di negatività
affermativa (la cosiddetta teologia negativa).12 La via di Dio è prima di
ogni altra cosa via negationis, patologia del divino, presunta inesistenza
che deve esistere oltre la barriera inscalfibile ed evanescente del nulla, del
mysterium iniquitatis, per conferire senso alle cose. A partire dal 1975 con
Il muro della terra, la poesia caproniana è davvero “poesia della
privazione” o della “perdita di Dio”,13 poesia dell’inappartenenza e dei
limiti del linguaggio, analoga in questo alla ricerca di Montale inaugurata
nel 1971 con Satura.
In tal senso la scrittura di Caproni, sul filo di una devozione
aconfessionale condivisa da tutti i maggiori poeti del Novecento da Paul
Celan a René Char, “è andata perfino al di là del dettato montaliano”,14
portando alle ultime conseguenze certi suoi temi metafisici e mettendo in
campo numerose ricorrenze liriche, sul filo di echi lessicali precisi in forma
di citazione espressa o inconfessata rammemorazione, primizie mnestiche
in forma di affettuoso omaggio. È proprio vero che per Caproni, dopo
Satura, “Montale, ogni scherzo vale”.15
In particolare Il Conte di Kevenhüller (1986), decimo libro

10
Si veda E. Lops, La stanza del re, Rimini, Raffaelli, 2017, pp. 327-331.
11
Cfr. A. Fraccacreta, Montale errante. Cronache di una tensione religiosa,
Napoli, Loffredo, 2018, pp. 11-36.
12
Si veda G. Agamben, Disappropriata maniera, in G. Caproni, Res amissa,
Milano, Garzanti, 1991, pp. 12-13.
13
Cfr. G. L. Beccaria, Caproni cerca la grazia. Le poesie postume, in
“Tuttolibri”, XVI, 751, maggio 1991, p. 7.
14
Cfr. C. Bo, Caproni a caccia di vita, in “Corriere della Sera”, 13 agosto 1986,
p. 12.
15
Cfr. G. Caproni, Dopo “Satura”, in Id., Poesie disperse e inedite, cit., p. 960.
208 Parole Rubate / Purloined Letters

caproniano e terza parte di una trilogia iniziata con Il muro della terra,
contiene numerosi echi verbali e tematici di provenienza montaliana.
Queste poesie composte a partire dal 1979 (intrecciate quindi alla stesura
del Franco cacciatore uscito nel 1982) esibiscono un’“estrema riduzione
del discorso” e al tempo stesso “l’invenzione di una vera e propria
‘storia’”16 munita di viva tensione narrativa: quella del fantomatico Conte
di Kevenhüller che nel 1792 invita a partecipare alla caccia di “una feroce
Bestia di colore cenericcio moscato quasi in nero”, che aveva già aggredito
e sbranato “due Fanciulli”.17 La vicenda, come si vede, ha un forte
potenziale allegorico18 e l’autore stesso annota su un manoscritto inedito
che il tema principale del “Conte di K. [...] è la Bestia (il male) nelle sue
varie forme e metamorfosi”, donde l’equazione: “La Bestia è il Male. La
res amissa è il Bene”.19
In questo quadro ben presenti sono le reminiscenze lessicali
montaliane, che provengono da tutta l’opera in versi del poeta genovese, a
partire da Ossi di seppia (1925) fino ad Altri versi (1981). Nella prima
parte de Il Conte di Kevenhüller un ruolo importante ha La bufera e altro,20
se è vero che La làmina (“la sola / superstite testimonianza”) e L’ora (“...È
l’ora...”) riecheggiano Piccolo testamento (“Solo quest’iride posso /
lasciarti a testimonianza”, “a dirti: è l’ora”);21 che Certezza (“oltre il grumo

16
Cfr. P. V. Mengaldo, Per la poesia di Giorgio Caproni, ivi, pp. XXXIV-
XXXV.
17
Cfr. G. Caproni, Avviso, in Id., Il Conte di Kevenhüller, in Id., L’opera in
versi, cit., p. 541.
18
Si veda S. Verdino, Introduzione, in G. Caproni, Tutte le poesie, Milano,
Garzanti, 2016, p. XIX.
19
Cfr. G. Agamben, Disappropriata maniera, cit., p. 7.
20
Per Caproni questa raccolta è “il punto più alto dell’intera poesia montaliana e
uno dei più alti dell’intera poesia europea” (cfr. G. Caproni, Quasimodo, Montale e
Lundkvist, in “Il Punto”, VI, 21, 27 maggio 1961, p. 9).
21
Cfr. Id., La làmina, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 552 (11-12); Id.,
L’ora, ivi, p. 555 (4); E. Montale, Piccolo testamento, in Id., La bufera e altro, cit., p.
267 (8-9 e 19).
Alberto Fraccacreta, Temi e lemmi montaliani nel “Conte di Kevenhüller” 209

/ dei lecci”) riprende Anniversario (“dal sangue raggrumato / sui rami


alti”);22 che l’incipit di Diceria (“Nell’orto delle ortiche. / Dei piccoli peri”)
evoca lo spazio de L’orto (“nel chiuso / dei meli lazzeruoli [...] / [...] / io
non se nell’orto”)23 e che in Strambotto “La freccia / d’amore” cita “La
freccia d’Amore” de L’anguilla.24 Più avanti la raccolta di Caproni
richiama titoli e sintagmi posti agli estremi della carriera montaliana: Quasi
una cabaletta riecheggia infatti Quasi una fantasia negli Ossi di Seppia e
Cabaletta in Quaderno di quattro anni;25 a Nuove stanze nelle Occasioni
(“La morgana che in cielo liberava / torri e ponti”), ma anche a Morgana
ultima poesia di Quaderno di quattro anni, rimandano poi le due
occorrenze ne Il flagello (“Riportare il flagello / a Morgana”) e ne La porta
(“La porta / morgana”).26 Infine si moltiplicano le reminiscenze delle
ultime raccolte di Montale. Ne L’ubicazione “il Pacifico batte / il pack di
cemento” ripete L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili di Satura”27 e
parallelamente un titolo caproniano (Versi controversi) riprende il “verso
controverso” di Ho tanta fede in te in Altri versi.28 L’incipit di uno dei Tre
improvvisi sul tema la mano e il volto, “È l’ora del conforto... / (...Dello
sconforto...), riprende l’explicit de L’Arno a Rovezzano, ancora in Satura

22
Cfr. G. Caproni, Certezza, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 556 (11-12) e
E. Montale, Anniversario, in Id., La bufera e altro, cit., p. 264 (12-13)
23
Cfr. G. Caproni, Diceria, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 560 (1-2) e E.
Montale, L’orto, in Id., La bufera e altro, cit., p. 243 (3-4 e 6).
24
Cfr. G. Caproni, Strambotto, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 575 (3-4) e
E. Montale, L’anguilla, in Id., La bufera e altro, cit., p. 254 (16).
25
Cfr. G. Caproni, Quasi una cabaletta, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p.
577; E. Montale, Quasi una fantasia, in Id., Ossi di seppia, in Id., L’opera in versi, cit.,
p. 18; Id., Cabaletta, in Id., Quaderno di quattro anni, ivi, p. 565.
26
Cfr. Id., Nuove stanze, in Id., Le occasioni, ivi, p. 177 (9-10); Id., Morgana, in
Id., Quaderno di quattro anni, cit., p. 625; G. Caproni, Il flagello, in Id., Il Conte di
Kevenhüller, cit., p. 589 (III, 13-14) e Id., La porta, ivi, p. 610 (28-29).
27
Cfr. Id., L’ubicazione, ivi, p. 612 (23-24) e E. Montale, L’alluvione ha
sommerso il pack dei mobili, in Id., Satura, in Id., L’opera in versi, cit., 310.
28
Cfr. G. Caproni, Versi controversi, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 612
e E. Montale, Ho tanta fede in te, in Id., Altri versi, cit., p. 694 (8).
210 Parole Rubate / Purloined Letters

(“Altro comfort fa per noi ora, altro / sconforto”).29 E l’incipit de Il nome


(“Il nome non è la persona. / Il nome è la larva”) ricorda le “adorate mie
larve!” che chiudono le montaliane Domande senza risposta nel Quaderno
di quattro anni.30 E se nel secondo dei Due madrigaletti (“Bruciamo la
nostra distanza. / Bruciamola, mio nome”), Caproni sembra riprendere
variandolo il “bruciare, / questo, non altro, è il mio significato” che chiude
Mediterraneo in Ossi di seppia;31 ancora due coincidenze nel finale
rimandano al Quaderno del ’71 e del ’72: El Desdichado di Caproni e El
Desdichado di Montale citano insieme un famoso sonetto delle Chimères di
Gerard de Nerval32 e Alla Foce, la sera celebra l’infinità del mare come
quella “foce del Bisagno” che Annetta ricorda, rinviando a distanza di anni
ad un’altra poesia di Ossi di seppia (Incontro).33
Questi echi non sono semplici riproposizioni nominali, ma hanno una
precisa valenza tematica. Durante una sosta nella caccia alla Bestia, la
“làmina [...] acciarina” che il poeta nota in un locale è la sola “superstite
testimonianza”34 del giorno, contro un’atmosfera buia e sepolcrale che
ricorda quella del montaliano Piccolo testamento. In questo cupo mondo
scocca “l’ora della Bestia”,35 il momento del Male e delle distorsioni

29
Cfr. G. Caproni, Tre improvvisi sul tema la mano e il volto, in Id., Il Conte di
Kevenhüller, cit., p. 629 (II, 1-2) e E. Montale, L’Arno a Rovezzano, in Id., Satura, cit.,
p. 372 (17-18).
30
Cfr. G. Caproni, Il nome, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 632 (1-2) e E.
Montale, Domande senza risposta, in Id., Quaderno di quattro anni, cit., p. 563 (29).
31
Cfr. G. Caproni, Due madrigaletti, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 644
(II, 1-2) e E. Montale, Mediterraneo, in Id., Ossi di seppia, cit., p. 59 (IX, 22-23).
32
Cfr. G. Caproni, El desdichado, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 657 e E.
Montale, El desdichado, in Id., Quaderno del ’71 e del ’72, in Id., L’opera in versi, cit.,
p. 427.
33
Cfr. G. Caproni, Alla Foce, la sera, in Id., Il Conte di Kevenhüller, cit., p. 694
ed E. Montale, Annetta, in Id., Quaderno del ’71 e del ’72, cit., p. 490 (7); con un
rimando a Id., Incontro, in Id., Ossi di seppia, cit., pp. 96-97.
34
Cfr. G. Caproni, La làmina, cit., p. 552 (10-12).
35
Cfr. Id., L’ora, cit., p. 555 (5).
Alberto Fraccacreta, Temi e lemmi montaliani nel “Conte di Kevenhüller” 211

apocalittiche, quando appare l’“ombroso Lucifero”36 di Montale. “La


preda”, prima o poi, cadrà “centrata” dal fucile “oltre il grumo dei lecci”,37
dissanguata sulle foglie e sui rami come il “Dio diviso / dagli uomini”
dell’Anniversario montaliano, dove il “male” si capovolge nel “dono”38
dell’espiazione. Proprio l’orto è il luogo nel quale “s’infossa / la labirintica
Bestia”,39 lo stesso orto in cui Montale evoca il “Dio” di Getsemani, “in
furie / di dèmoni incarnati, in fronti d’angiole precipitate a volo”,40 mentre
la “freccia d’amore [...] della bella lombarda” è la sua “treccia”41 che indica
(come l’anguilla montaliana) una vitale ambivalenza di Bene e di Male, di
luce e di ombra. L’epifania di una Fata Morgana, nei due poeti, è in grado
di scuotere il saldo dominio dello spazio (“Non conta / l’ubicazione”, “Il
dove / non esiste?...”),42 mentre la banchisa della contingenza si sgretola e
l’ambivalenza della vita ordinaria divisa fra conforto e sconforto rivela la
vacuità dell’Io ridotto al flatus vocis di un nome, in perfetta sintonia con la
metafisica negativa dell’ultimo Montale. “Bruciare”, bruciare la
“distanza”,43 significa allora trovare la verità del Male e insieme del Dio
nascosto: l’uomo, in disaccordo col mondo visibile come il diseredato di
Nerval, ritrova nel mare dell’esistere la sua vera origine, il suo luogo
d’elezione.
Le “domande assillanti”44 di Montale e Caproni, come si vede, sono
dunque simili e sono accomunate dalla prospettiva di una “religiosità

36
Cfr. E. Montale, Piccolo testamento, cit., p, 267 (16).
37
Cfr. G. Caproni, Certezza, cit., p. 556 (8 e 10-12).
38
Cfr. E. Montale, Anniversario, cit., p. 264 (4, 9 e 11-12).
39
Cfr. G. Caproni, Diceria, cit., p. 560 (11-12).
40
Cfr. E. Montale, L’orto, cit., pp. 243-244 (3 e 47-49).
41
Cfr. G. Caproni, Strambotto, cit., p. 575 (3-6).
42
Cfr. Id., L’ubicazione, cit., p. 612 (30-32) e Id., Versi controversi, cit., p. 612
(10-11).
43
Cfr. E. Montale, Mediterraneo, cit., p. 59 (IX, 22) e G. Caproni, Due
madrigaletti, cit., p. 644 (II, 1).
44
Cfr. L. Surdich, Le idee e la poesia. Montale e Caproni, cit., p. 23.
212 Parole Rubate / Purloined Letters

laica”.45 La quête metafisica del soggetto, sfibrato e desideroso di


un’alterità risolutiva, attraversa il mysterium iniquitatis per ritrovare uno
stato di grazia smarrito, risalendo oltre il peccato originale e raggiungendo
una condizione ‘immacolata’ che si incarna in una figura femminile dalle
caratteristiche redentive e mariane: il tu femminile è il luogo in cui l’Io può
ritrovare la sua vera immagine e la sua pienezza d’essere, al di là della
propria inadeguatezza.46 A quest’ultima è intimamente connesso il tema
dell’insufficienza della parola, secondo un modello canonico
dell’esperienza mistica: nei montaliani e ammirati47 Ossi di seppia,
“qualche storta sillaba e secca come un ramo”48 accenna proprio a tale
negativa essenzialità sul limite del silenzio, che è anche l’orizzonte incerto
de Il Conte di Kevenhüller. Entrambi persuasi della potenza limitata dello
strumento poetico (con sintomatica differenza dal Mario Luzi
‘paradisiaco’), Montale e Caproni si affacciano entrambi sull’oltranza di un
soggetto percepito come carente o incompiuto, nella perenne tensione verso
una trascendente integrità.49

45
Cfr. G. Raboni, Introduzione, in G. Caproni, L’ultimo borgo. Poesie 1932-
1978, Milano, Rizzoli, 1980, p. 7.
46
Sulla religiosità di Caproni si veda A. Rivali, “Mio padre in dialogo con la
trascendenza”. Intervista con Attilio Mauro Caproni, in “Studi cattolici”, 611, gennaio
2012, p. 12.
47
Caproni ricorda “l’enorme impressione che gli fecero gli Ossi di seppia di
Montale, un nome per me allora sconosciuto, nel 1930, quando me li comprai (avevo
diciott’anni)”. Cfr. F. Camon, Il mestiere di poeta, Milano, Garzanti, 1982, p. 107.
48
Cfr. E. Montale, Non chiederci la parola che squadri da ogni lato…, in Id.,
Ossi di seppia, cit., p. 27 (10).
49
Si veda E. Lops, Il ‘logos’ sessuato: la pneumoepistemologia femminile, in La
Universidad con perspectiva de género, Coordinadores J. D. Sanchez, M. E. Jaime De
Pablos, M. Borham Puyal, Salamanca, Ediciones Universidad de Salamanca, 2018, pp.
115-127.
Copyright © 2020
Parole rubate. Rivista internazionale di studi sulla citazione /
Purloined Letters. An International Journal of Quotation Studies

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