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Magaldi: Draghi dopo Conte, per salvare l’Italia dalla paura Libri

Scritto il 19/5/20 • nella Categoria: Condividi Tweet


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Conto alla rovescia, per sfrattare “Giuseppi” a furor di popolo: è lo stesso premier a
mettersi nei guai, giorno per giorno, rivelando l’inconsistenza assoluta di un governo incapace di sostenere l’economia italiana, dopo
averla paralizzata col pretesto del Covid. A grandi passi, di disastro in disastro, sembrano maturare le condizioni per l’avvento di Mario
Draghi, ieri grande stratega dell’ordoliberismo eurocratico, ma ora riconvertitosi – clamorosamente – alla filosofia keynesiana. Obiettivo:
mettere l’economia italiana in terapia intensiva, prima che sia troppo tardi, con robustissimi aiuti statali a fondo perduto. Servono tanti
soldi, centinaia di miliardi: e non è certo il povero Conte a poterli trovare. Occorre qualcosa di rivoluzionario: una svolta che sbaracchi
l’attuale sistema Ue, capace solo di produrre crisi. Lo si vede benissimo, oggi più che mai: nessun aiuto all’Italia, a parte il quantative
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easing della Bce, neppure di fronte alla pandemia. L’unica minestra dell’euro-menù sarebbe il cappio del Mes? Se poi ci si mette anche
il Conte-bis, la catastrofe è dietro l’angolo: «I negozi erano vuoti già prima dell’emergenza: figurarsi adesso, che devono restare vuoti
per legge. Moltissime attività economiche salteranno: se non se ne rende conto, questo governo, a ricordarglielo saranno gli italiani». E’
così, infatti, che Conte e colleghi si stanno scavando la fossa.
Questione di tempo, poi arriverà Draghi. Ne è sicuro Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, che preme per un governo
di salvezza nazionale presieduto dall’ex numero uno della Bce. Ma Draghi non era il nemico pubblico degli euro-progressisti? «E’ vero,
ha commesso svariate nefandezze, a partire dalle disastrose privatizzazioni all’italiana
quand’era direttore generale del Tesoro». Nel suo saggio uscito per Chiarelettere
(”Massoni”, 2014) lo stesso Magaldi – esponente del network massonico progressista –
Bizzi: l'Obamagate spaventa
relega proprio Super-Mario tra i massimi architetti del rigore europeo. L’accusa: durante
Renzi e può travolgere Conte
la crisi del 2011 si mosse per calmare lo spread solo a cose fatte, quando ormai l’Italia
era stata commissariata da Bruxelles (ovvero, dalle superlogge reazionarie) tramite
Monti e Napolitano. Poi cos’è successo? Draghi avrebbe cambiato pelle, tornando alle
origini keynesiane dell’antico maestro Federico Caffè. Già prima di lasciare il vertice
della Bce, comunque, s’era avventurato in uscite pubbliche decisamente sorprendenti:
fino a ipotizzare il ricorso spericolato al denaro a costo zero “lanciato dall’elicottero”
tramite la Modern Money Theory, cioè il contrario esatto del teorema (finto) della
“scarsità di moneta”, il dogma con cui l’oligarchia post-democratica ha ricattato gli
europei, devastato i più poveri e retrocesso le classi medie.
Il risultato lo si è toccato con mano anche nell’Italia aggredita dal virus: ospedali indifesi, a corto di posti letto in rianimazione e Magaldi: sarà il popolo a fermare
massacrati dai tagli alla sanità, in un paese che si è sciaguratamente votato al pareggio di bilancio e che da tre decenni è in avanzo i golpisti del coronavirus
primario: l’ammontare delle tasse supera il denaro che lo Stato spende per i cittadini, in termini di servizi. E Draghi? Nel grande potere,
resta uno degli uomini più autorevoli e influenti del pianeta: in passato lo si è rimproverato per la sua presenza nel Gruppo dei Trenta,
massima assise della governance finanziaria mondiale. Sbalordisce, la sua diserzione – che lo avvicina a personaggi come Olivier
Blanchard del Fmi (il primo “pentito” del rigore) e a Premi Nobel come Krugman e Stiglitz. Anche l’attuale direttrice del Fondo Monetario,
l’economista bulgara Kristalina Georgieva, suona la sveglia: di austerity si muore, bisogna rimettere gli Stati in condizione di sostenere
l’economia. La pensa così anche Christine Lagarde, attuale presidente della Bce. «Come Draghi – rivela Magaldi – anche la “sorella”
Lagarde ha abbandonato il circuito “neoaristocratico” in cui militava, per essere accolta tra le filiere della
massoneria sovranazionale progressista, rooseveltiana e keynesianana, che guarda al New Deal come
unica possibile via d’uscita».
Urgono uomini seri, siamo
Questa crisi, aggiunge Magaldi, è presentata come economico-finanziaria. E invece è interamentepolitica, sull'orlo di una guerra civile
«ed è superabile appunto con una grande svolta politica, lasciando da parte le ipocrisie dell’economicismo
“teutonico” che hanno finora condizionato il potere europeo». Lo ricordiamo tutti, il tedesco Günther
Oettinger («massone neo-conservatore», assicura Magaldi) ammonire gli italiani, colpevoli aver premiato 5
Stelle e Lega nel 2018: sarebbero stati “i mercati” a insegnarci come votare. Oettinger umiliò gli elettori della
penisola proprio mentre Mattarella, nel precludere a Paolo Savona la regia governativa dell’economia,
ricordava a sua volta, ai connazionali, che sono proprio loro – i mercati – ad avere l’ultima parola, e non i
cittadini. Se Savona non era gradito, ai signori dello spread, l’Italia non si sarebbe potuta permettere di
insediarlo al ministero dell’economia, nonostante l’indicazione dei vincitori delle elezioni. Un film dell’orrore?
No: la realtà. O almeno, lo stato delle cose fino a un anno fa, quando evidentemente s’è rotto qualcosa,
nella piramide del potere neoliberista. Qualcuno ha visto – in anticipo – che stava affiorando qualcosa di Conte va bloccato ora, prima
abominevole, all’orizzonte? L’élite finanziaria – dice l’economista Nino Galloni, allievo (come Draghi) di che finisca di demolire l'Italia
Federico Caffè, nonché vicepresidente del Movimento Roosevelt – si è accorta del conto troppo salato del
suo fallimento: parla da sola la rivolta francese dei Gilet Gialli.
Gli ultimi anni sono stati memorabili: in Italia la detronizzazione referendaria di Matteo Renzi, che aveva finto che bastasse cambiare
abito al “demonio” per renderlo smart, giovanile e presentabile, senza variare di una virgola la legge tombale del rigore e la
sottomissione (interessata) agli Oettinger d’oltremare: esemplare la semi-privatizzazione di Poste Italiane, che fruttava allo Stato quasi
mezzo miliardo di euro ogni anno. Poi la confusa rivolta inglese dei Brexiteers, e quindi il sussulto populista, sovranitario e in apparenza
isolazionista di Donald Trump. Stallo e rottura di antichi equilibri: il tacito via libera alla Russia per metter fine all’orrore dell’Isis in Siria, i
tagliagole prima protetti dalla presidenza Obama, e infine la resa dei conti con la Cina. La ruvida severità dei dazi, per frenare la corsa
truccata del gigante asiatico: prezzi stracciati, per le merci cinesi, anche grazie al dumping concesso all’ex Celeste Impero. Niente Draghi: soldi pubblici a tutti, e
sindacati, nessuna garanzia per i lavoratori, zero limitazioni alle emissioni inquinanti. Colpa della Cina? Non esattamente: fu Kissinger subito. Ogni ritardo è fatale
(superloggia “Three Eyes”) a sdoganare l’impero maoista, con l’idea di farne un modello – non democratico –
per il futuro Occidente, a cui la Commissione Trilaterale (con il manifesto “La crisi della democrazia”)
avrebbe raccomandato una medicina amarissima, la riduzione progressiva dei diritti.
Viviamo giorni stranissimi: è il sommo Bob Dylan («altro massone progressista», ci informa Magaldi) a
uscirsene, a marzo, con una canzone che denuncia i mandanti dell’omicidio di John Kennedy, mettendoli
oscuramente in relazione con il Covid: la stessa “cupola” che complotta contro l’umanità? In quegli stessi
giorni, Draghi esternava sul “Financial Times” la sua ricetta “socialista”: emettere fiumi di denaro con cui
inondare Stati e aziende, pena la morte clinica dell’economia strangolata dal coronavirus. «L’alternativa, del
resto, non esiste», sostiene Gioele Magaldi: «Continuare con l’attuale rigore vorrebbe dire condannare l’Italia
all’agonia economica o cedere al sistema-Cina, da cui in questo frangente abbiamo pericolosamente
mutuato l’autoritarismo». Attenzione: «Come previsto, la Cina è l’unica potenza a uscire indenne dalla
tragedia Covid: un “successo” provvidenziale per resuscitare la sua immagine dopo l’umiliazione inflittale da
Trump per mettere un argine alla sua subdola espansione. La Belt and Road Initiative spesso diventa uno
strangolamento debitorio, per i paesi coinvolti».
Tutto questo, secondo Magaldi, ci deve far riflettere sulla matrice, sui mandanti della vicenda della pandemia: è stata dolosa?
«Certamente c’è qualcuno che ci ha guadagnato molto, e questo “qualcuno” è il sistema cinese, a cui è stato permesso di entrare nel
grande gioco della globalizzazione ma senza democratizzarsi». E oggi, aggiunge Magaldi, in Cina la libertà è concessa “a punteggio”, Libre
in base al comportamento filogovernativo dei cittadini, strettamente monitorati: «Uno stile a cui tendono ad avvicinarsi le misure 15K likes
adottate in Italia». Ecco, appunto: «Non puoi vessare i cittadini con misure “cinesi”, costringendoli a restare e casa senza nemmeno
sostenerli economicamente, con un adeguato “reddito d’emergenza”». Servono soldi, certo: tantissimi. E non è certo “Giuseppi” a
poterli procurare. «Quelli di Conte, finora solo promessi, sono una miseria. Spiccioli fuori tempo massimo e soprattutto aria fritta, aiuti
immaginari: credito oneroso, che le banche neppure concedono». A mettere sotto pressione l’attuale politica italiana, secondo
Magaldi, sarà anche la Milizia Rooseveltiana, formazione prossima al debutto, nelle piazze: «Sarà un Like Page
“teatro” nonviolento ma determinato – dice – per rispondere all’ignobile “teatro” che Conte ha imposto agli
italiani, con misure restrittive che hanno devastato l’economia senza nemmeno incidere sul contenimento
del contagio». Be the first of your friends to
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Lo confermerebbero i dati: per Magaldi, «la situazione italiana è paragonabile a quella di paesi come Svezia,
Belgio e Svizzera, che si sono ben guardati dall’imporre un lockdown all’italiana». Detto in modo esplicito:
«E’ venuto il momento di pretendere che lo Stato di diritto ricominci a funzionare, con le buone o con le
cattive: e per “cattive” – sottolinea Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border
Nights” – intendo una mobilitazione costante e nonviolenta di cittadini organizzati e disciplinati, che sanno
quello che vogliono e che inizieranno a lanciare un ultimatum al governo Conte, perché cominciano ad
averne abbastanza». Flash-mob a ripetizione? Quella che Magaldi annuncia è una specie di “lunga marcia”, a oltranza: «E’ venuto il
momento di agire, perché ci attende una rivoluzione: vogliamo presentare le nostre richieste al governo e lottare fino alla fine, sino
all’ottenimento dei risultati necessari a cambiare le cose con lungimiranza». Come? Nel modo che Draghi ha spiegato, nel suo
intervento sul “Financial Times”: ingenti aiuti di Stato, a fondo perduto. Obiettivo: azzerare il paradigma dell’austerity finanziaria
neoliberista. Per avere quei soldi serve un cambio di sistema, e Conte ovviamente non ne è all’altezza.
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«Nel frattempo le scimmiette al governo si azzuffano tra loro, non portano soluzioni, deludono le aspettative dei cittadini? Molto bene:
aspettiamo che la delusione arrivi al giusto punto di cottura, e poi ci libereremo a calci nel culo di questi signori», avverte Magaldi, Follow @libreidee
sicuro del fatto che a essere chiamato a Palazzo Chigi sarà proprio Draghi, «quando finalmente si capirà che a gestire una situazione
come questa non possono essere i Conte, gli Speranza e i Di Maio, tutti figuranti mediocri e inetti». Il presidente del Movimento
Roosevelt scommette su «un governissimo a tempo limitato, con alcune cose da fare». Dopodiché, «se Draghi avrà saputo dare
concretezza alle cose che ha detto», lo stesso ex presidente della Bce potrebbe anche ascendere al Quirinale, carica da cui
«continuare un’opera di trasformazione radicale del paradigma economico vigente in Italia e in Europa». Sempre secondo Magaldi,
Pagine
Draghi sarà richiamato in servizio «quando i governanti e i partiti avranno il coraggio di ammettere che sono
incapaci di trovare un degno rappresentante anche nei consessi internazionali». E intanto, forse, il popolo Chi siamo
italiano, «anche radunato nella Milizia Rooseveltiana» potrebbe fare pressione, perché gli attuali governanti
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finalmente se ne vadano.
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Magaldi definisce i dimenticabili eroi del Conte-bis «mascalzoni o piacioni inconcludenti, o addirittura semi-
delinquenti». E spiega: «Diventa delinquenza, quella di chi sequestra un paese, senza avere titolo né Siberian Criminal Style
capacità di governare». Gente, testualmente, da «cacciare via a calci nel sedere», sia pure «con
UNA VALLE IN FONDO AL
democratiche manifestazioni di piazza, pacifiche e nonviolente». Messaggio chiarissimo: serve il popolo, per VENTO
supportare il Piano-B. Che è nato, evidentemente, da una rivolta nello stesso vertice neoliberale. E proprio
quando le defezioni (come quelle di Draghi e Lagarde) hanno superato il livello di guardia, è partita la
“soluzione finale”: l’uso politico della pandemia, come arma di intimidazione di massa, nonché di distruzione Archivi
seriale delle economie nazionali. L’Italia è in coma, ma non tutti se ne sono accorti: c’è ancora chi si attarda Seleziona mese
in stupidaggini demenziali come il derby Salvini-Sardine, mentre Greta Thunberg (totem planetario del
superpotere) già tifa per “la scienza”, quella che vorrebbe imporre la religione della vaccinazione obbligatoria
Link
universale. Se un semidio come Draghi viene invocato come soluzione epocale, per il nostro paese e non solo, forse significa una sola
cosa: che l’Italia – in sincrono con le presidenziali americane di novembre – è considerata un punto nevralgico per il possibile, nuovo BLIND WINE
mondo: imbavagliato dal terrore e dalla mascherina, o invece libero, come non succedeva da decenni. Libero di proiettarsi in un futuro
da reinventare per tutti, seppellendo per sempre i mostri bugiardi che dai tempi dell’omicidio Kennedy ci danzano di fronte, Cadavre Exquis
rassegnandoci alle fogne della paura. Centro Studi Ambientali
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