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23.10.

2018

Filiere Agroalimentari e Strategie delle Imprese (8 CFU)

Indici statistici, numeri indice e


indici concentrazione, la
concentrazione nell'industria
alimentare
Luca Rossetto

Dipartimento Tesaf (1 stecca, 3° piano – Economia)


Tel. 049 8272742
email luca.rossetto@unipd.it
Internet: moodle

Confronti e rapporti statistici


▪ Un dato quantitativo trae significato dal confronto con altri dati. In altre parole,
il confronto è la prima e più immediata forma di analisi dei dati.
▪ Un dato quantitativo trae significato dal confronto con altri dati.
▪ Il confronto è la prima e più immediata forma di analisi dei dati

▪ I confronti statistici
▪ Data una grandezza X, due suoi valori Xf (valore finale) e Xi (valore iniziale) possono
essere messi a confronto per:
▪ Differenza: Xf–Xi = variazione assoluta
▪ Rapporto: Xf/Xi = divario relativo
▪ Differenza relativa: (Xf – Xi)/Xi * 100 = variazione relativa (x 100 o in percentuale)
▪ Limiti:
▪ Le variazioni assolute o rapporti relativi sono influenzati dalle unità di misura
(confronto tra fenomeni).
▪ Le variazioni percentuali sono fortemente condizionate dalla dimensione o entità
del fenomeno

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Confronti statistici: esempio


Export vino (000 ettolitri)
variazione Divario Variazione relativa
2000 (Xi) 2006 (Xf)
assoluta (Xf-Xi) relativo (Xf/Xi) (%) (Xf-Xi)/Xi*100
Francia 15085 14720 -365 0,976 -2,4
Italia 17042 18390 1348 1,079 7,9
Australia 2849 7598 4749 2,667 166,7
Sud Africa 1410 2717 1307 1,927 92,7
Argentina 857 2934 2077 3,424 242,4
Nuova Zelanda 198 578 380 2,919 191,9

FRANCIA
Differenza: 14.720 – 15.085 = -365
Rapporto: 14.720 / 15.085 = 0,976
Differenza relativa: (14.720 – 15.085) / 15.085 x 100 = -2,4%

I rapporti statistici

▪ La classe dei rapporti statistici comprende tutti gli indicatori che


risultano dal rapporto di due dati statistici.
▪ Questi strumenti permettono di confrontare l’intensità di un fenomeno,
in luoghi o tempi diversi, eliminando per rapporto l’effetto di eventuali
circostanze differenziatrici estranee al fenomeno stesso.
▪ Tipi di rapporti:
▪ Composizione (rapporti di parte al tutto)
▪ Coesistenza (rapporti tra le frequenze di modalità alternative di uno stesso
carattere)
▪ Derivazione (rapporti tra il numero di eventi in un intervallo di tempo
prefissato e la numerosità della popolazione che li ha generati)

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Rapporti statistici: Esempi

Produzione vino Produzione (000 ettolitri)


2000 2006 Variaz. %
2007 (ton) In perc. (%) France 57.541 52.127 -9,4
Europa 20.414.719 74,9
Italia 51.620 52.036 0,8
Africa 945.919 3,5
Argentina 12.538 15.396 22,8
America 4.053.439 14,9
Australia 8.640 14.263 65,1
Asia 1.120.429 4,1
Sud Africa 6.949 9.398 35,2
Oceania 730.745 2,7
Totale 27.265.251 100,0 Nuova Zelanda 533 1332 149,9

Rapporto di composizione Rapporto di derivazione


Europa/Totale = 20.414.719/27.265.251 = 0,749 o 74,9% Francia
America/Totale = 4.053.439/27.265.251 = 0,149 o 14,9% (52.127 – 57.541) / 57.542 x 100 = 0,094 o 9,4%
Rapporto di coesistenza I rapporti di derivazione (variazioni %) permettono
di confrontare l’intensità di un fenomeno in luoghi o
America/Europa = 4.053.439/20.414.719 = 0,198 o 19,8% tempi diversi eliminando l’effetto della diversa
consistenza numerica degli insiemi che costituiscono
il presupposto necessario del fenomeno

Tasso medio annuo di crescita (compound annual


growth rate, CAGR)
▪ Esempio :

2010 2011 2012 2013 2014 2015


10% 10% 10% 10% 10%
1000 1100,00 1210,00 1331,00 1464,10 1610,51
▪ Tasso medio annuo di crescita (CAGR), è un indice che misura il tasso medio di crescita di un certo
valore in un dato arco di tempo (es. produzione, consumi, ecc....).
▪ Assumendo che Vt sia il valore finale Vo il valore iniziale, n il tempo, allora:
▪ Vt = Vo x (1+CAGR)n . Per 3 anni (n=3): Vt = Vo x (1+CAGR) x (1+CAGR) x (1+CAGR)
▪ Assumiamo che Vt e Vo siano noti e che il CAGR sia l'incognita, allora:
1
𝑛 𝑉𝑡
▪ 1 + 𝐶𝐴𝐺𝑅 =  elevando entrami i membri alla potenza 𝑛:
𝑉0
1 1
𝑉𝑡 𝑛 𝑉𝑡 𝑛
1 + 𝐶𝐴𝐺𝑅 =  𝐶𝐴𝐺𝑅 = - 1.
𝑉0 𝑉0

▪ Il CAGR espresso in %:
1
𝑉𝑡 𝑛
𝐶𝐴𝐺𝑅 = − 1 × 100
𝑉0

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Tasso medio annuo di crescita (CAGR): esempio


▪ Si deve calcolare il CAGR tra i redditi 2015 e 2010

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Reddito 1000 1100,00 1210,00 1331,00 1464,10 1610,51

▪ Applicando la formula
1
1610,15 5
▪ 𝐶𝐴𝐺𝑅(%) = − 1 × 100= 10,00
1000

Tasso medio annuo di crescita (CAGR): import vino della


Cina (in 000 ettolitri)
% change VARIAZIONE 2015/2007 - n=8
Import y(t)/y(t-1) % Change 274,2linear growth
2002 303 CAGR (%) 17,9 geometric growth
2003 414 36,6
2004 442
1
6,8
5565 8
2005
2006
536
1.156
21,3
▪ 𝐶𝐴𝐺𝑅(%) = − 1 × 100= 17,9
115,7 1487
2007 1.487 28,6
2008 1.651 11,0 VARIAZIONE 2015/2010 - n=5
2009 1.730 4,8
% Change 94,4linear growth
2010 2.863 65,5
2011 3.658 27,8
CAGR (%) 14,22 geometric growth

2012 3.945 7,8 1


2013 3.774 5565 5
▪ 𝐶𝐴𝐺𝑅(%) =
-4,3
2014 3.851 2,0 − 1 × 100= 14,2
2015 5.565 44,5
2863

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Produzione Consumi Export


Numeri indice mil hl mil hl mil hl Come
1996 273 222 54 analizzare
1997 266 225 60 questi dati?
1998 262 228 65
1999 281 226 64
2000 280 226 60
2001 266 227 65
2002 257 230 68
2003 264 237 72
2004 297 238 77
2005 280 237 79
2006 283 242 84
▪ Nei paesi con adeguata organizzazione statistica, per seguire con sistematicità l’evoluzione
temporale e spaziale di vari fenomeni, legati alla misurazione di prezzi, produzioni, e così
via, è nella prassi l’utilizzo di metodologie di misurazione che generalmente vanno
ricondotte alla costruzione dei cosiddetti numeri indici (N.I.).
▪ I numeri indice misurano la dimensione o l'importanza di un fenomeno in un
particolare momento nel tempo, come percentuale dello stesso o di altri fenomeni
assunti come base o riferimento nel passato.
▪ I numeri indice hanno trovato larga applicazione nelle analisi quantitative dei fenomeni
economici, sia perché costituiscono un valido strumento per effettuare confronti ripetuti nel
tempo, sia perché riescono a sintetizzare in modo adeguato le realtà di riferimento prese in
esame.

Numeri indice (2)


Come si calcolano
▪ numeri indici sono rapporti tra due grandezze, siano esse intensità o frequenze, che
misurano la differenza esistente tra il termine posto al numeratore, rispetto a quello
posto al denominatore.
Numero indice, I = a / b x 100
dove:
a = fenomeno di cui si vuole misurare l’importanza rispetto alla base;
b = base o origine di riferimento, cioè l’elemento rispetto al quale vengono misurate le
differenze tra due grandezze considerate.
Classificazione dei numeri indici
▪ Indici temporali o storici: misurano l'evoluzione nel tempo di un fenomeno.
▪ Indici territoriali o spaziali o geografici: misurano le variazioni nelle spazio di un
fenomeno grandezza statistica.
▪ Indici Semplici: sono calcolati in riferimento ad un unico carattere o fenomeno
elementare.
▪ Indici Composti: fanno riferimento a due o più fenomeni

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Numeri indice: esempi


Export Numero indice Export
mil hl NI (base=1996) NI (base=2000) NI (base=2006)
1996 54 100 90 64
1997 60 111 100 71
1998 65 120 108 77
1999 64 119 107 76
2000 60 111 100 71
2001 65 120 108 77
2002 68 126 113 81
2003 72 133 120 86
2004 77 143 128 92
2005 79 146 132 94
2006 84 155 140 100
Base 1996
▪ Numero indice export del 1997 con base 1996 , I96,97 = 60/54 = 1,11 * 100 = 111 (significa 111-100 = +11%)
▪ Numero indice export del 2006 con base 1996 , I96,06 = 84/54 = 1,55 * 100 = 155 (significa 155-100 = +55%)
Base 2000
▪ Numero indice export del 1996 con base 2000 , I00,96 = 54/60 = 0,90 * 100 = 90 (significa 90-100 = -10%)
▪ Numero indice export del 2006 con base 2000 , I00,06 = 84/60 = 1,40 * 100 = 140 (significa 140-100 =+40%)

Proprietà dei numeri indice: reversibilità delle basi


▪ Proprietà degli indici elementari: Reversibilità delle basi
▪ Tale proprietà afferma che l’indice al tempo 1, rispetto al tempo 0, è uguale al reciproco
dell’indice al tempo 0, rispetto al tempo 1.
𝑋1 𝑋0
Se 𝐼0,1 = 𝑒 𝐼1,0 =
𝑋0 𝑋1

allora
1 1 𝑋1
𝐼0,1 = = =1×
𝐼1,0 𝑋0 𝑋0
𝑋1
Esempio:
I96,04 = 1,408, allora I04,96 = 1/1,408 = 0,710
Ovvero: 1,408 * 0,710 = 1

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Proprietà dei numeri indice: Transitività delle basi


▪ Proprietà degli indici elementari: Transitività delle basi
▪ Consideriamo una serie di indici a base fissa.
▪ Se dividiamo un numero indice che ha al numeratore la vecchia base con il numero indice il cui
denominatore è una nuova base, otteniamo una nuova serie di indici con la nuova base :
𝑋0 𝑋4
▪ 𝐼2,0 = 𝑒 𝐼2,4 =
𝑋2 𝑋2

dove: X2 è la vecchia base e X4 è la nuova base


𝑋0
𝐼2,0 𝑋2 𝑋0 𝑋2 𝑋0
▪ 𝐼4,0 = = 𝑋4 = × =
𝐼2,4 𝑋2 𝑋4 𝑋4
𝑋2

Proprietà dei numeri indice: Transitività delle basi (esempio)


Consumi Numero indice Consumi
mil hl NI (base=1996) NI (base=2000) NI (base=2006)
1996 222 100 98 92
1997 225 101 100 93
1998 228 103 101 94
1999 226 102 100 93
2000 226 102 100 93
2001 227 102 100 94
2002 230 104 102 95
2003 237 107 105 98
2004 238 107 105 98
2005 237 107 105 98
2006 242 109 107 100

Serie base 1996 Serie base 2000


/ NI96,00 (102) / NI00,06 (107)

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INDICI DI CONCENTRAZIONE
▪ Definizione di concentrazione. Un carattere è tanto più concentrato nelle unità di un
collettivo quanto maggiore è la frazione del suo ammontare che compete alla frazione delle
unità più dotate, quindi, quanto minore è la frazione del suo ammontare complessivo che
compete alla frazione delle unità meno dotate.
▪ Dal punto di vista economico, la concentrazione viene definita come un processo di
diffusione del controllo (accentramento) di tutto o di una quota rilevante dell’attività di un
settore o di un intero comparto di attività da parte di un numero ristretto di imprese.
Processo che implica la progressiva riduzione del numero di imprese operanti sul mercato,
poichè la concentrazione tende ad aumentare con la costituzione di imprese di grandi
dimensioni, attraverso lo sviluppo e la fusione di imprese esistenti.

▪ Un indicatore di concentrazione economica (riferita alle imprese), finanziaria (riferita ai


gruppi, cioè ad imprese collegate da partecipazioni azionarie che operano in mercati
diversi), tecnica (riferita agli stabilimenti, le unita’ locali) o di mercato (riferita alla
distribuzione delle vendite di beni e servizi rispetto al numero di venditori) è necessario che
tenga conto direttamente, oltre che del modo con cui il carattere è distribuito tra le unità,
anche della numerosità del collettivo.

Indici di concentrazione: La curva di Lorentz


▪ LA CURVA DI LORENTZ
▪ Nel caso di distribuzioni per classi, frequenza cumulata delle unità economiche, cioè che
possiedono una intensità minore o uguale a Ai, è data dalla seguente relazione:
𝑖

𝑝𝑖 = ෍ 𝑁𝑗 Τ𝑁
𝑗=1

▪ La frazione del carattere (frequenza cumulata) posseduta dalle unità economiche con carattere
inferiore o uguale all’estremo superiore dell’unità i-esima:
𝑖
L’area di concentrazione, ossia la
𝑞𝑖 = ෍ 𝐴𝑗 Τ𝐴 porzione di piano racchiusa tra la
𝑗=1
retta di equidistribuzione e la curva
di concentrazione, può essere
(1, 1) considerata una misura di
1 concentrazione, in quanto:
a) vale zero quando e solo
Area di concentrazione quando la curva di
Retta di equipartizione
concentrazione coincide con la
retta di equidistribuzione;
b) cresce al crescere della
concentrazione del carattere
Spezzata di concentrazione nelle unità del collettivo.
(Curva di Lorenz) Maggiore è l’area di
concentrazione, più i punti
delle coordinate sono vicini ai
0 1 punti dell’asse delle ascisse.

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Indici di concentrazione: l'indice di GINI


▪ Il coefficiente di Gini* è una misura della diseguaglianza di una
distribuzione. Dalla curva di Lorentz, si possono rappresentare i punti
aventi coordinate (𝑝𝑖 , 𝑞𝑖 ), per ogni i = 1, 2, …, k, e misurare il
coefficiente di Gini (R) come:

𝑅 = 1 − ෍ 𝑝𝑖 − 𝑝𝑖−1 𝑞𝑖 − 𝑞𝑖−1
𝑖

▪ L’indice di Gini e’ compreso tra 0 (equidistribuzione) e 1 (massima


concentrazione)

Il coefficiente di Gini è il
▪ Il coefficiente di Gini è spesso usato come indice di concentrazione rapporto fra l'area compresa tra
per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche la linea di perfetta uguaglianza e
della ricchezza. Valori bassi del coefficiente indicano una la curva di Lorenz (A) e l'area
distribuzione abbastanza omogenea, con il valore 0 che corrisponde totale sotto la linea di perfetta
alla pura equidistribuzione, ad esempio la situazione in cui tutti
percepiscono esattamente lo stesso reddito; valori alti del coefficiente uguaglianza (A+B), ovvero R =
indicano una distribuzione più diseguale, con il valore 1 che A / (A+B). Siccome l'intervallo
corrisponde alla massima concentrazione, ovvero la situazione dove sull'asse x va da 0 a 1, allora A +
una persona percepisca tutto il reddito del paese mentre tutti gli altri B = 0.5 e dunque il coefficiente
hanno un reddito nullo. di Gini è anche uguale a R = 2A
= 1 - 2B.

* Dallo statistico italiano, Corrado Gini

l'indice di Gini e la distribuzione del reddito

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Indici di concentrazione
▪ Quota di mercato: quota delle vendite (qi) di un bene da parte di un'impresa in un
determinato mercato (%)

𝑉𝑖
𝑞𝑖 = 𝑛 ∗ 100
σ𝑖=1 𝑣𝑖
dove Vi sono le vendite dell'impresa i-sima ed n il numero totale di imprese
▪ Indici di concentrazione C4 e C8
▪ C4: somma delle quote di mercato delle prime 4 impresa
▪ C8: somma delle quote di mercato delle prime 8 impresa
▪ Indice di Herfindahl-Hirschman (HHI):
▪  (qi*100)2 , dove qi è la quota di mercato dell’impresa i
▪ Max HHI: 10.000 (monopolio)
▪ HHI>1.800 (mercati concentrati)
▪ 1000<HHI<1800 (mercati mediam. conc.)

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Indici di concentrazione (esempio)


Quota di mercato
fatturato C4 C8 qi2
(qi)
DOLCIARIO 12.000 52,2 56,4 842,5
1) Ferrero 2.540 21,2 448
2) Nestle Italia 1.760 14,7 215
3) Perfetti 1.320 11,0 121
4) Colussi Perugia 342 2,9 8
5) Bauli 300 2,5 6
6) Leaf Italia (Spellari) 170 1,4 2
7) Lindt & Sprungli 180 1,5 2
8) Cameo 160 1,3 2
1 imprese delle altre 104,6 0,9 38
Altre imprese (tot. Fatt.) 5.228 43,6
numero altre imprese (n) 50
TOTALE 100,0 843

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Concentrazione industriale

Pasta C4=72,5 C8=76,8 Dolciario C4=44,6 C8=50,5

Perfetti (Mi); 13,6


Altro; 20,8

F.lli Pagani (Bs); 1,2

Pasta Gazzola (Cn);


Nestlè Italia (Mi);
1,2 18,1

Corticella (Bo); 1,3

Lindt (Va); 1,5


Pasta Zara (Ts); 1,4
Barilla (Pr); 56,6
Antonio Amato (Sa); Leaf Italia (Cr);
1,7 1,6
Divella (Ba); 4,2
Bauli (Vr); 1,9 Ferrero (Cn); 9,9
Rana (Vr); 5,4

De Cecco (Ch); 6,3 Saiwa (Ge); 2,3 Colussi (Pg); 3,0

Carni C4=26,4 C8=33,2 Lattiero caseario C4=21,1 C8=25,9

Unipeg; 7,4

Granarolo (Bo);
5,4

Inalca Mo); 11,2 Galbani (Mi); 8,3

Alcar (Mo); 5,0 Kraft Food (Mi);


Sant'Angelo (Fo);
Newlat (Re); 1,3 5,4
2,1
Martelli (Mn); 2,7 Unigrana (Mo);
Annoni (Pr); 2,1 Danone (Mi); 2,1
1,5
Sassi (Pr); 2,3 Sterligarda (Mn);
Ghinzelli (Mn);
1,6
2,4 Cons. Granterre
(Mo); 1,6

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Concentrazione industriale:
curva di concentrazione (Lorentz)

Settore dolciario (2006). Aziende: 176 (>= 5mil). Fatturato:


10,6 mld euro
110,0
Freq. cumulata aziende (%)

100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0 Reale
40,0
30,0 Equi distrib.
20,0
10,0
0,0
-10,0 10,0 30,0 50,0 70,0 90,0 110,0
Freq. cumulata fatturato (%)

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La concentrazione nei
comparti alimentari

Vino: 10,2 miliardi € Lattiero-caserio: 14,2


GIV (e Cantine miliardi €
Riunite)+Caviro+Mezzacor Lactalis, Granarolo,
ona+ Marchesi Antinori: Galbani, Parmalat: 26%
11%

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Carni bovine: 5,8 miliardi € Dolciario: 13,4 miliardi €


Inalca+Unipg: 36% Ferrero+Nestlè+Perfetti+Colussi: 52%

26%

Pasta: 4,6 miliardi € Carne avicola: 5,7 miliardi €


Barilla+DeCecco+Divella+Amato=72%
Aia+Amadori= 80%

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23.10.2018

Comparto acque minerali e caffè


Acque minerali: 6,2 miliardi €
Sanpellegrino+S.Benedetto+Co.Ge.Di Caffè: 3,7 miliardi €
(Uliveto, Rocchetta)+Ferrarelle=32% Lavazza+Segafredo+Illy+Nescafè=70%

Comparto mangimistico

Mangimi: 7,3 miliardi €


Cargill+Veronesi
+Progeo+ Mignini: 21%

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