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ADDESTRAMENTO INSEGNANTI LIZARD S.P.M.

PARTE TERZA

NORME DI COMPORTAMENTO
DA SEGUIRE ALL’INTERNO DELLE ACCADEMIE E DEI LABORATORI LIZARD

Vi ricordiamo qui alcune raccomandazioni che per la loro ovvietà potranno apparirvi superflue
e sovrabbondanti; preferiamo tuttavia ribadirle allo scopo di evitare qualsiasi problema futuro
e soprattutto, nell’interesse comune a noi tutti, di garantire e tutelare il marchio Lizard
“mettendolo al riparo” da qualsiasi elemento negativo che possa alterarne il prestigio
acquisito in tanti anni di attività, anche grazie alla professionalità dei propri collaboratori.

PUNTUALITA’

Ciascun insegnante dovrà essere sempre puntuale nell’orario di inizio delle lezioni e
rispettarne sempre l’effettiva durata; occorre quindi obbligatoriamente arrivare a scuola
almeno dieci minuti prima dell’orario d’inizio della prima lezione (o comunque considerare il
tempo necessario per prepararsi) e farsi trovare dall’allievo, al suo arrivo, già pronti per
iniziare la lezione. Dopodichè diventa indispensabile tenere “sotto controllo” l’orologio e fare
in modo che la lezione termini esattamente all’orario previsto e che l’uscita dell’allievo
dall’aula avvenga contemporaneamente (o comunque senza troppa perdita di tempo)
all’ingresso dell’allievo successivo. Tutto ciò, che agli occhi dell’insegnante meno esperto può
apparire come una eccessiva “fiscalità”, si rende invece necessario per una serie di motivi,
facilmente intuibili (orari dei mezzi di trasporto, genitori che rimangono a volte in attesa
all’uscita, “incastri” con gli orari di altre attività che l’allievo può avere nello stesso giorno,…).
Gli insegnanti che ritengono di non riuscire a gestire questa fase secondo le nostre
indicazioni, prevedano cinque minuti di distanza, non retribuiti, tra una lezione e l’altra.

DIVIETO D’USO DEL CELLULARE

Come sapete, l’uso del telefono cellulare e di altri dispositivi elettronici durante l’attività
didattica è vietato (come da disposizioni ministeriali) in tutte le scuole pubbliche e private. Vi
consigliamo quindi di fornire ai vostri famigliari il recapito telefonico della segreteria per
potervi contattare in casi di effettiva necessità.

ABBIGLIAMENTO E IGIENE PERSONALE

Agli insegnanti delle nostre scuole non viene richiesto l’uso di un abbigliamento particolare
(che deve essere comunque “decoroso” pur nell’estrema semplicità); si richiede invece la
massima cura dell’igiene personale, considerando che normalmente i locali utilizzati per le
lezioni (spesso si tratta di box) sono di piccole dimensioni e non sempre facilmente aerabili.
Inutile sottolineare l’imbarazzo e il disagio causati da una possibile “leggerezza”
sull’argomento.
E’ consigliabile prevedere un intervallo di circa 5/10 minuti ogni 2/3 ore di lezione, utile per il
ricambio dell’aria e per soddisfare altre eventuali esigenze dell’insegnante (caffè, sigaretta,
…).

ATTEGGIAMENTI E LINGUAGGIO

Si usi un linguaggio proprio e corretto, in modo che l’allievo impari ad usare correttamente la
terminologia musicale; si usi un tono pacato e non concitato, per nessuna ragione si alzi mai
la voce.
Non vanno mai usate espressioni volgari o blasfeme, anche se ormai entrate nell’uso comune
del mondo giovanile. Gli insegnanti ricordino che il loro ruolo li mette in condizione di
esercitare un grande influsso sulla formazione degli allievi ed è perciò altrettanto grande la
responsabilità che essi hanno nei loro confronti. Un insegnante che utilizza espressioni
volgari per accaparrarsi la simpatia dell’allievo mette in evidenza la sua insicurezza e non
acquisirà mai il carisma e l’autorevolezza di cui ha bisogno.
Durante le lezioni si parli il meno possibile di argomenti non inerenti alla musica e non utili alla
didattica.
Si evitino atteggiamenti e comportamenti troppo espansivi o confidenziali.
L’allievo deve costantemente sentirsi rispettato e stimato e dovrà sentirsi a suo agio durante
le lezioni; si eviti perciò accuratamente qualsiasi atteggiamento o comportamento che possa
anche momentaneamente mettere a disagio l’allievo.
I suoi progressi (anche minimi) e le sue qualità vanno esplicitamente lodate; gli insuccessi e i
difetti dell’allievo, invece, devono essere a lui presentati come un problema che riguarda
l’insegnante, più che l’allievo stesso; per questo, nei casi non altrimenti risolvibili, l’insegnante
dovrà impostare così l’argomento con l’allievo: - Caro Paolo, ti confesso di essere un po’
preoccupato perché non riesco ad ottenere da te i progressi che vorrei e ho paura, se non
riesco a trovare una soluzione, che tu possa annoiarti e disaffezionarti alla musica.
Cerchiamo di capire il perché di tutto questo e vediamo insieme se si riesce a trovare una
soluzione! -
L’insegnante dia il suo contributo per creare, all’interno della scuola, un clima di reciproca
ammirazione tra gli insegnanti e tra gli allievi. Ogni allievo, nei limiti del verosimile, dovrà
sentirsi lodato e ammirato per qualcosa, per quanto piccola, e, viceversa, dovrà essere
stimolato a riversare la sua ammirazione sui più bravi senza invidie ed eccessiva
competitività. Si faccia inoltre tutto il possibile per fare in modo che l’allievo si senta
orgoglioso della sua scuola e dei suoi insegnanti e consapevole del prestigio dell’istituzione
didattica di cui fa parte.

CONTROLLI
La Lizard esegue periodici controlli telefonici a campione tra i suoi iscritti per verificare il
grado di soddisfazione e il livello qualitativo delle attività legate al marchio svolte nelle varie
sedi.
INIZIO DELLA LEZIONE
Come già detto, ogni lezione dovrà iniziare puntuale con l’orario fissato dalla segreteria; onde
evitare inutili perdite di tempo tra una lezione e l’altra, è bene che l’insegnante ricordi
all’allievo di arrivare a scuola con qualche minuto di anticipo e di presentarsi in aula pronto
(giaccone tolto, libro in mano, …) per iniziare immediatamente la lezione all’ orario stabilito.
Per i chitarristi ci sarà a disposizione in segreteria un accordatore e l’insegnante deve
ricordare agli allievi di entrare nell’aula con lo strumento già accordato.

COMUNICAZIONE SCUOLA - FAMIGLIA


Vi capiterà di vedere molto raramente i genitori dei vostri allievi e in ogni caso non avrete
tempo a disposizione da dedicare loro per informarli sull’effettivo rendimento dei figli; il libretto
elettronico diventa quindi uno strumento prezioso per tenere il contatto scuola-famiglia.
Quindi ribadiamo ancora una volta che:

I libretti elettronici, se ben compilati ed aggiornati , servono per i seguenti scopi:

1) consentono all’insegnante di ricordarsi ciò che ha fatto nella lezione o nelle lezioni
precedenti, gli eventuali argomenti da completare, le verifiche da fare;
2) consentono all’allievo di ricordarsi ciò che deve fare per la lezione successiva;
3) consentono ai genitori che lo desiderino di tenersi informati sul procedere degli
studi del figlio e contemporaneamente mettono la scuola e l’insegnante al riparo da possibili
proteste da parte loro per gli scarsi progressi del figlio che dipendono dal suo poco impegno
nello studio;
4) consentono all’eventuale insegnante supplente di subentrare senza problemi,
proseguendo lo svolgimento del programma senza soluzione di continuità;
5) consentono alla commissione dell’ esame finale di rendersi conto dei progressi fatti
dallo studente, dei suoi problemi, delle sue eventuali lacune, delle parti del programma
non fatte ecc…

Alle prime lezioni inoltre, il libretto potrà servire all’insegnante a ricordargli il nome dell’allievo; potrà
così rivolgersi a lui chiamandolo per nome; è molto sgradevole, infatti, che l’allievo sospetti che il suo
insegnante non si ricordi di lui.

Per tutti questi motivi la scrupolosa (anche se sintetica) compilazione del libretto elettronico
da parte dell’insegnante riveste un’importanza fondamentale e diventa espressione della
professionalità dell’insegnante, della serietà della scuola e della cura con cui ogni singolo
allievo viene seguito.

LIBRI DI TESTO E MUSICA D’INSIEME


A prescindere dalla formula dei corsi che la vostra scuola ha deciso di adottare, gli allievi dei
corsi S.P.M. devono acquistare i due libri di testo previsti per ciascun livello (Unità didattiche
e Brani d’insieme) e studiarli entrambi. Le lezioni di musica d’insieme non sono quindi
facoltative ma devono intendersi parte integrante del percorso didattico e formativo dello
studente. Tra l’altro, ai saggi finali, tutti gli allievi dovranno eseguire almeno un brano
d’insieme e, facoltativo, uno o più Studi da solista.

LA TECNICA STRUMENTALE
Su questo argomento consentiteci di spendere qualche parola in più e di chiedervi tutta la
vostra attenzione. Si tratta di considerazioni che possono a prima vista sembrare scontate:
ma è proprio questo il problema; spesso consideriamo scontati, in questo campo,
suggerimenti che per l’allievo non lo sono affatto e che gli vanno dati con molta sicurezza,
chiarezza e lucidità. Analizziamo dunque l’argomento in modo sistematico:

imparare a suonare uno strumento è, prima di tutto, un problema di manualità; solo dopo che
le difficoltà manuali sono risolte subentra un’esigenza interpretativa. La maggior parte degli
allievi, tuttavia, si blocca già sui problemi di manualità; al punto che lo stesso insegnante
talvolta è tentato di concludere troppo frettolosamente che l’allievo non ha predisposizione
per la musica. Si tratta di un errore di metodo gravissimo che mette in evidenza una lacuna e
un difetto che è esclusivamente dell’insegnante.

L’aspetto manuale di chi deve imparare a suonare uno strumento (accantonando per ora
l’aspetto interpretativo che arriva in un secondo momento e che quasi mai rappresenta un
ostacolo invalicabile) è lo stesso di colui che deve imparare a scrivere al computer o ad usare
la tastiera di un calcolatore; e nessuno (tranne rarissimi casi) può essere definito
costituzionalmente incapace di imparare a usare la tastiera di un computer o di un
calcolatore. Quindi non esistono allievi (tranne casi rarissimi) che non possono imparare, sia
pure con tempi di apprendimento variabili, a suonare uno strumento.
L’origine dei problemi di manualità è la stessa per tutti gli allievi (anche se qualcuno li risolve
più velocemente e più istintivamente); vediamo da dove nascono e quali sono gli espedienti
per risolverli; una volta che li avrete messi in pratica constaterete che tutti gli studenti sono in
grado di imparare qualsiasi strumento, perfino persone con gravi problemi di manualità, di
coordinazione, di apprendimento.

ORIGINE DEI PROBLEMI DI MANUALITA’


I movimenti del nostro corpo sono determinati da impulsi che arrivano dal cervello. Esso deve
decifrare i dati che gli arrivano dagli organi sensoriali e decidere velocissimamente quali
impulsi spedire al corpo perché esegua i necessari movimenti. Il nostro cervello esegue tutto
questo ad una velocità prodigiosa; ha però un limite fisiologico insormontabile: può pensare
solo una cosa alla volta (monotasking); può, è vero, passare agilmente da un pensiero ad un
altro, ma sempre formulandone uno alla volta.
Da qui nascono le difficoltà di chi deve imparare a muovere le dita su una tastiera. Per
trasportare sullo strumento (quindi suonare) uno spartito, lo studente deve infatti pensare
contemporaneamente a molte cose (multitasking): riconoscere la nota, trovare il tasto su cui
si trova (e, per la chitarra, anche la corda), scegliere il dito giusto, far durare la nota per il
tempo corrispondente al suo valore. E ancora: ricordarsi di andare a tempo, di suonare con la
giusta intensità ecc….

E’ chiaro che in queste condizioni il cervello di un principiante si blocca; in altre parole, si


verifica un fenomeno di “overtasking”.

E’ a questo punto che l’insegnante deve tranquillizzare lo studente (dicendogli che si tratta di
una difficoltà passeggera e naturale) e fargli adottare questi tre accorgimenti:

1) PARCELLIZZARE IL LAVORO IN PIU’ FASI DISTINTE E MEMORIZZARNE UNA ALLA


VOLTA.
Parcellizzare significa suddividere le varie operazioni per poterle eseguire una per volta:
quindi, prima riconoscere le note, poi trovare il tasto giusto, poi trovare la corda giusta
ecc.(parcellizzazione verticale). Si prenda inoltre in considerazione prima solo la battuta
iniziale; memorizzata la prima si passi alla seconda; memorizzata anche la seconda si
eseguano le prime due battute di seguito….(parcellizzazione orizzontale).
La memorizzazione è insomma l’espediente che libera il cervello dal compito di pensare e gli
consente di concentrarsi sulla parcella operativa successiva.

2) RALLENTARE IL TEMPO DI ESECUZIONE Abituate lo studente a rallentare il brano


conservando la giusta divisione anche a tempi lentissimi. Questo tipo di rallentamento
che lascia perfettamente inalterata la divisione non è facile da ottenere senza l’aiuto
dell’insegnante (serviranno, allo scopo, gli esercizi di rallentamento progressivo, fino al
“rallentamento esasperato”). Ma una volta che l’allievo avrà imparato a farlo esso gli
consentirà di compiere contemporaneamente anche due o tre parcelle operative nello stesso
tempo; in effetti la velocità di esecuzione lenta gli permetterà di spostare velocemente
l’attenzione da un’operazione all’altra quindi di compiere insieme più “parcelle” (multitasking)
pur pensando sempre una cosa alla volta.

3) AUTOMATIZZARE, UN PO’ ALLA VOLTA, ALCUNE OPERAZIONI. Con il tempo, bisogna


fare in modo che per lo studente alcune “parcelle” diventino automatiche, in modo che il
cervello sia liberato definitivamente dal bisogno di pensare ad esse; deve diventare
automatico prima di tutto il riconoscimento delle note e la loro individuazione sulla tastiera, poi
il loro valore. Naturalmente ci vorrà del tempo ma bisogna far capire all’allievo che non ha
molta importanza quanto tempo ci vorrà. Certo, nel frattempo, dovrà rassegnarsi a leggere gli
spartiti con una lentezza esasperante; ma quello che conta è il risultato finale, e cioè che lo
spartito venga letto ed eseguito correttamente.

COME AFFRONTARE L’INCAPACITA’ DI


ANDARE A TEMPO
Alcuni allievi (soprattutto quelli che suonano un repertorio per strumento “solo”, senza
batterista e senza gruppo) hanno la tendenza a non seguire il tempo o a non seguirlo con
sufficiente precisione; corrono eccessivamente, oppure tendono ad accelerare, oppure
“perdono il tempo”. L’ uso del metronomo spesso non è sufficiente. Occorre in questi casi
regolarsi come segue:
ESPEDIENTE DEL “METRONOMO DINAMICO”

1) l’insegnante batta il tempo (es. i quarti) sul tavolo (se il tempo è molto lento esegua
contemporaneamente con la voce il solfeggio ritmico dei sedicesimi:
tà ta ta ta – tà ta ta ta …
2) Quando lo studente comincia ad andare fuori tempo battere i colpi con il pugno sul tavolo
con intensità sempre maggiore; quando lo studente va a tempo diminuire l’intensità dei colpi
fino a non toccare più il tavolo (continuare però il movimento della mano); se l’allievo continua
ad andare a tempo smettere anche di muovere la mano e lasciarlo proseguire da solo.
3) Nei casi più gravi eseguire l’esercitazione suddetta su una parte facilissima (es: una scala
di semiminime) e a tempo lentissimo (30 bpm); poi aumentare molto gradualmente difficoltà e
velocità.

Nei casi più gravi occorrerà invece ricorrere ad un altro espediente, che abbiamo chiamato

ESPEDIENTE DEL “SOLFEGGIO CAMMINATO”

Questo accorgimento è basato sulla constatazione che anche i soggetti “squadrati”


camminano muovendo le gambe con tempo regolare. Ecco dunque come dovete procedere:

FASE 1: aiutate lo studente a camminare a velocità regolare tenendo una mano sulla sua
spalla. Adeguatevi al suo “passo” sincronizzando il movimento delle vostre gambe con quello
delle sue. Contate a voce alta: U (passo destro), NO (passo sinistro), DU – E, TRE – E, QUA
– TTRO, U – NO … Spiegate adesso allo studente che ogni numero (passo destro + passo
sinistro) rappresenta un quarto; un solo passo rappresenta quindi un ottavo.
Tenete in mano un foglio su cui avete trascritto un solfeggio facile su un’unica nota (Do), che
contenga crome, semiminime, minime e semibrevi. Sempre camminando iniziate a
solfeggiare insieme a lui.

FASE 2: a questo punto dite allo studente che deve imparare a tenere il tempo regolare con
la mano, senza più camminare: ecco come potrà raggiungere questo nuovo obiettivo:
la mano destra (sinistra per i mancini) deve muoversi orizzontalmente fino a colpire il petto, in
perfetta sincronia con il rumore del passo destro, poi tornare alla posizione di partenza in
perfetta sincronia con il rumore del passo sinistro. Appena la sincronia è raggiunta avvertite lo
studente che tra qualche passo dovrà fermarsi (l’insegnante lo tratterrà dalla spalla) ma dovrà
continuare a battere i colpi con la mano alla stessa velocità. Se necessario ripetete questa
seconda fase più volte.

FASE 3: continuando a battere il tempo con la mano contro il petto, rieseguite insieme il
solfeggio fatto in precedenza.
Rientrate in aula. Per alcune lezioni continuate a far solfeggiare lo studente con la mano che
batte sul petto. Quando lo riterrete opportuno potrete infine suggerirgli di eseguire il
movimento della mano verticalmente battendo i colpi sul tavolo.

Se la scuola non dispone di un corridoio abbastanza lungo per il solfeggio camminato


chiedete al genitore che, alla prossima lezione, faccia in modo di potersi trattenere nei primi
dieci minuti di lezione; in sua compagnia porterete lo studente fuori della scuola su un
marciapiede sufficientemente lungo.
Dopo aver effettuato per una o due lezioni il solfeggio camminato, nelle lezioni successive
fatte in classe usate l’espediente del METRONOMO DINAMICO finché il problema non sarà
completamente risolto.

ESPEDIENTE DEL “METRONOMO SILENZIATO”

I due espedienti precedenti possono essere usati solo a scuola, durante la lezione. Per
esercitarsi a casa consigliamo invece questo terzo espediente:
esso consiste nell’abituare l’allievo a mantenere il tempo (battendo la mano sul tavolo) anche
quando il battito prodotto dal metronomo “scompare”. Su Lacertopolis potete scaricare un file
mp3 contenente una registrazione fatta usando un metronomo; in ogni esercitazione vengono
“silenziati” alcuni battiti (prima 2, poi 4, poi 6 ecc…); l’allievo inizierà a battere la mano
sincronizzandosi con il metronomo e dovrà continuare a tenere il tempo anche nei momenti di
“silenzio”. Dite allo studente che ogni volta deve controllare che il primo colpo di metronomo
dopo il “silenzio” sia perfettamente sincronizzato con il colpo battuto sul tavolo. L’esercizio va
presentato allo studente come un gioco di “autocompetizione” e va verificato alla lezione
successiva dall’insegnante.
Lo studente scaricherà l’esercitazione da Lacertopolis (cod: Z1P01), l’insegnante dovrà averla
direttamente disponibile sul suo computer per poterlo usare in classe.

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