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LA STRUTTURA
Osservando internamente la struttura di un lichene si può vedere come le alghe per
lo più unicelluleri e di forma sferica, siano avvolte dalle cellule filamentose fungine.
Queste ultime dette IFE, sono cellule tubolari disposte una di seguito all’altra, in
modo da formare dei lunghi filamenti. Le ife fungine predominano sull’alga e
formano la tessitura del corpo del lichene che viene chiamato TALLO. Il corpo di un
lichene è costituito da tre strati:
STRATO CORTICALE SUPERIORE- è la parte più esterna del lichene costituita
prevalentemente da ife fungine con pareti spesse. Di solito questa parte esterna è
vivacemente colorata in arancio, giallo, verde o grigio.
STRATO GONIDIALE- con poche ife e cellule algali molto globose.
STRATO MIDOLLARE- formato prevalentemente da ife allungate con poche cellule
algali.
Alcuni licheni presentano uno strato corticale inferiore in cui alcune ife possono
trasformarsi in RIZINE utili ad ancorare il tallo al substrato. Tali rizine assomigliano a
delle radichette: hanno però la sola funzione di ancoraggio e non di assorbimento
come negli altri vegetali.
Una prima classificazione dei licheni si basa sulla forma del tallo. Esistono infatti
cinque categorie di licheni.
LICHENI CROSTOSI- il tallo è estremamente sottile e addossato al substrato che in
genere è la roccia. I licheni crostosi si presentano come macchie multicolori. Tra i
licheni crostosi si trovano delle specie capaci di penetrare nel substrato grazie alla
produzione di sostanze chimiche dette acidi lichenici, che agiscono degradando la
roccia permettendo al lichene di penetrarvi. La parte visibile del lichene in questo
caso è minima, mentre la parte preponderante è interna alla roccia (licheni
endolitici).
LICHENI FOLIOSI- ricordano molto le foglie delle piante superiori. I talli di questi
licheni sono lassamente aderenti al substrato. Hanno scarso sviluppo in altezza cioè
sono di solito appiattiti. I licheni foliosi si ancorano al substrato tramite delle rizine.
LICHENI GELATINOSI- hanno un tallo duro e secco ma che con l’umidità si rigonfia
assumendo un aspetto molle e una consistenza gelatinosa.
LICHENI FRUTICOSI- sono caratterizzati dalla forma tridimensionale. Sono attaccati
al substrato solo con la parte basale mentre i lobi sono eretti.
LA BIOLOGIA
I licheni sono molto resistenti e longevi (alcuni infatti possono avere un’età di oltre
200 anni). Sopportano le condizioni di vita più difficili grazie alla loro capacità di
passare rapidamente a una sorta di quiescenza. Possono ad esempio sopportare
lunghi periodi di siccità in quanto il loro contenuto in acqua, secondo lo stato di
umidità dell’ambiente, può variare dal 12% al 77%. Il lichene si comporta cioè come
una spugna; non muore ma si disidrata e in presenza di acqua, in meno di un minuto
si imbibisce completamente. L’acqua viene assunta dall’ambiente esterno sotto forma
di pioggia, neve, brina, su tutta la loro superficie. Così come viene assunta, l’acqua
viene persa altrettanto velocemente; ciò è dovuto all’assenza di adattamenti specifici,
quali quelli delle piante superiori. Queste posseggono infatti strati di cera, di cuticole
o di peli che impediscono ai tessuti sottostanti di perdere l’acqua; inoltre nella parte
inferiore delle foglie sono presenti delle strutture, gli stomi, in grado di regolare,
aprendosi e chiudendosi, la perdita di acqua. Non possedendo alcuna di queste
strutture i licheni si disidratano molto facilmente; si riduce così la respirazione e la
fotosintesi ed entrano in una sorta di dormienza.
La temperatura che permette il funzionamento ottimale della fotosintesi si aggira
intorno ai 10°C. Normalmente i licheni sopportano bene temperature comprese tra i -
20°C e i 70°C.
RIPRODUZIONE- ci sono due tipi di riproduzione, sessuata e asessuata. La
riproduzione sessuata è tipica del fungo perchè la riproduzione sessuata dell’alga è
bloccata ed essa si riproduce solo vegetativamente. Le spore, cellule riproduttive, si
formano all’interno di APOTECI, dischi o piatti, o di PERITECI, corpi fruttiferi a forma
di fiasco approfondito nel tallo. Gli apoteci possono avere lo stesso colore del disco,
ciò significa che sono presenti solo le ife fungine mentre mancano le alghe; se il
bordo è di colore diverso significa che nel bordo sono presenti anche le alghe. I
periteci appaiono come piccoli punti neri sulla faccia superiore del tallo. Le spore
espulse da questi organi sono disseminate dall’acqua e dal vento e se incontrano
un’alga adatta si potrà formare un nuovo lichene.
La riproduzione asessuata, o moltiplicazione vegetativa, avviene tramite la
dispersione di piccoli frammenti costituiti da ife e alghe che si staccano dal tallo. Può
avvenire in due modi:
tramite SOREDI- la superficie superiore del tallo si lacera e fuoriescono piccoli
ammassi di ife che contengono cellule algali. Questi ammassi detti soredi germinano
e originano un nuovo lichene. Con la lente sembrano polvere sul lichene;
tramite ISIDI- sono propagoli un po' più grossi delle soredi dotati di uno strato
corticale già formato.
NOTE ECOLOGICHE
Sottoposti a concorrenza da parte delle più evolute “piante con fiori”, i licheni si sono
dovuti adattare a vivere in ambienti dove le altre piante non possono vivere; per
questo motivo sono anche detti la “flora pioniera”. Sono infatti gli organismi più
diffusi sulla terra. Sono gli ultimi rappresentanti della vita vegetale nelle regioni polari
dove a volte ricoprono estese superfici di terreno a formare le cosiddette TUNDRE.
Le rocce d’alta montagna ospitano molti licheni a volte, come già detto, sulla loro
superficie, a volte nel loro interno. Li possiamo trovare sugli alberi, sui muri e non di
rado persino sui vetri delle antiche cattedrali. Poichè i licheni non hanno delle vere e
proprie radici, dipendono molto dal substrato. Ogni lichene ha un certo intervallo di
tolleranza all’acidità: la scorza acida di una conifera non avrà mai la stessa flora
lichenica di una scorza basica di un pioppo. Anche le precipitazioni acide hanno una
loro influenza: se la scorza è già di per se stessa acida perderà molto piu’ facilmente
i licheni, una scorza basica li perderà invece piu’ lentamente perchè c’è l’effetto
tamponante. Anche la struttura della superficie è importante: una scorza rugosa e
fessurata è piu’ facilmente colonizzabile rispetto alla liscia, la perdita regolare della
scorza nei platani e negli aceri impedisce la colonizzazione. Il bisogno di umidità
induce i licheni ad installarsi nella parte piu’ esposta alle intemperie. All’interno di un
bosco gli alberi piu’ ricchi di licheni sono quelli che ricevono piu’ luce; ai margini dei
sentieri, vicino ai corsi d’acqua. Se vi è un inizio di inquinamento sono piu’ numerosi
verso il centro del bosco.
LICHENI E ANIMALI
Vari sono i rapporti tra licheni e animali come nel caso del lichene islandico che
costituisce la principale fonte di nutrimento per le renne che vivono nelle tundre
europee dell’estremo Nord. Da noi si nutrono di licheni camosci e stambecchi. Il loro
potere calorico è infatti abbastanza elevato. Molti uccelli utilizzano i licheni per
costruire i nidi; lumache, chiocciole, coleotteri se ne nutrono. I licheni offrono rifugio
agli insetti; alcune specie di farfalle si mimetizzano tra i licheni.
LICHENI E UOMO
Anche l’uomo si serve di licheni. Un tempo venivano usati per fare essenze, nel XIX
secolo venivano usati come coloranti per tingere la lana. Il tornasole indicatore di pH
si ottiene dal lichene Lecanora: azzurro in ambiente basico, rosso in ambiente
acido.Nel passato erano usati anche dai medici per curare diverse malattie, ai
polmoni, all’utero, all’intestino. Gli acidi lichenici hanno proprietà antibiotiche su
funghi e batteri. Si conosce un solo lichene tossico che un tempo era utilizzato per
preparare esche avvelenate per i lupi. In Giappone vengono mangiati, in altri posti
usati in miscela per il tabacco da pipa.
LAVORO IN CAMPO
Gli alberi sui quali si effettua il rilevamento devono essere selezionati secondi i
seguenti criteri:
- il tronco deve essere perfettamente verticale;
- il tronco non deve avere delle ferite;
- la scorza deve essere integra e non deve desquamarsi;
- gli alberi devono essere il piu’ possibile isolati e lontani da oggetti che li pongano in
ombra (muri, altri alberi);
- la circonferenza deve essere superiore a 80 cm.
Le specie di alberi che non devono mai essere presi in considerazione sono: platano,
ippocastano e tutte le specie di conifere.
ESPERIENZA
Monitoraggio dei licheni.
Materiale occorrente-
lenti di ingrandimento, reticolo per la determinazione dei licheni, elastici tipo
portapacchi, carta della zona visitata.
Applicare il reticolo all’albero con gli elastici, a circa 120 cm dal suolo, in modo che la
sua parte centrale corrisponda con la parte del tronco piu’ ricca di licheni. per ogni
tipo di lichene identificato, contare la frequenza, cioè in quanti rettangoli è presente.
ES:
specie A F=3
specie B F=3
specie C F=5
La frequenza totale di ogni albero è data dalla somma dei singoli valori: ES
(A)3+(B)3+(C)5=11. Si calcola poi il VALORE DI PUREZZA ATMOSFERICA sommando
le frequenze di ogni singolo albero e dividendo per il numero di alberi.
ES.
stazione 1
albero 1 F=20
albero 2 F=26
albero 3 F=24
albero 4 F=10
VPA= 80/4=20
Per sapere a quali fasce corrispondono i valori di VPA, dopo opportuni calcoli sono
stati stabiliti diversi intervalli:
0.001<F1<0,409
0,409<F2<1,633
1,633<F3<3,673
3,673<F4<6,529
6,529<F5<10,201
10,201<F6<14,689
14,689<F7<19.993=20
Quindi nel caso precedente, la stazione 1, avendo un valore di VPA=20, sarebbe
stata inserita nella fascia 7.