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Punti di Lagrange (documento elaborato in

google_documents da Gianmarco Bramanti,


informazione di
contatto: g_bramanti@yahoo.it)
Le due masse M1 ed M2 orbitano mutuamente mantenendo una distanza assegnata d
intorno al comune centro di massa che quindi rimane a distanza dalla

massa M1 ed a distanza dalla massa M2. La condizione di equilibrio fra

la forza centrifuga e la forza gravitazionale conduce alla terza legge di Keplero: infatti la
condizione di equilibrio si esprime dove a secondo membro compare la

massa ridotta: , moltiplicata per l'accelerazione centripeta del moto

circolare a velocità v, da cui: ovvero: che è la

costante di Keplero (Se si considera il caso di un sistema in cui una massa è largamente
predominante sulle altre e sono altresì trascurabili le interazioni fra le masse secondarie,
allora agli effetti pratici la grandezza dipende molto poco dal corpo orbitante considerato
come è il caso del sistema solare).

Premesso questo passo a considerare la funzione lagrangiana di un terzo corpo di massa


decisamente trascurabile rispetto alle due masse che fin qui sono comparse. Essa
dipende implicitamente dal tempo ed è:

passando nel sistema solidale con le masse principali devo esprimere la velocità nel
nuovo riferimento:

riduco la massa comune tengo da parte solo l'energia potenziale, considero


separatamente il potenziale generalizzato responsabile della forza di Coriolis, ed esplicito
in termini del vettore: :

quindi vado a considerare il punto di equilibrio di coordinate:


,

ed esplicito la dipendenza dalle coordinate, riferite al punto di equilibrio, cioè pongo:

ed ottengo, per sostituzione diretta:

sviluppando i quadrati dei fattori fra parentesi nel primo, nel secondo e nel terzo
addendo ottengo rispettivamente:

(1)

per piccoli valori di x,y lo sviluppo in serie di Taylor delle ultime due espressioni conduce
a:

) (2)

) (3)

La somma dei soli termini del primo ordine è quindi:

che sommato all'espressione (1) conduce ad un termine costante: cioè si annullano


esattamente sia la dipendenza lineare che la dipendenza quadratica derivanti dal primo
ordine di sviluppo della radice quadrata. Dal termine di secondo ordine risulta invece che
i termini di ordine più basso sono dei termini quadratici, cioè non sono presenti termini
lineari, come deve essere per la serie di Taylor del potenziale intorno ad un punto di
equilibrio, cioè il conto conferma che il punto che abbiamo scelto è un punto equilibrio
(in nomenclatura è il punto lagrangiano L4). Ma il problema è, a prima vista, il segno di
questi termini quadratici perché risulta una energia potenziale di tipo -[(ax+by)^2 +
(ax-by)^2] cioè un'energia potenziale repulsiva ovvero se non consideriamo la forza di
Coriolis il punto L4 dovrebbe essere instabile, in verità esistono oggetti celesti nei punti
Lagrangiani. Scrivo in conclusione la lagrangiana linearizzata:

che illustra chiaramente l'anisotropia del potenziale nei pressi del punto di equilibrio
(anisotropia che è facilmente prevedibile considerando il limite in cui la seconda massa
tende a zero, in quel caso il potenziale è infatti esattamente radiale ed il punto
lagrangiano è, rispetto al potenziale, parabolico nell'approssimazione di secondo ordine).
Il seguito consiste ora nell'esplicitare le equazioni di Eulero Lagrange e risolverle.
Anticipo la conclusione che è piuttosto ritrita in letteratura: il punto lagrangiano è un
centro purché la seconda massa non sia più grande di un certo limite pari circa al 3.85
% della massa totale (intesa come somma delle due masse).

Ad ogni modo è interessante procedere allo studio della stabilità seguendo un'altra via,
anzitutto riscrivo l'equazione di Lagrange in forma più semplice, adottando unità di
misura del tempo opportune:

in secondo luogo calcolando gli invarianti della forma quadratica relativa al potenziale
ponendo:

(4.1)

(4.2)

trovo:

la traccia, in particolare è un numero 3/2, ricavo quindi, senza scrivere esplicitamente la


rotazione che lascia invariati i primi termini, la forma normale della forma quadratica, e
la lagrangiana risulta:

dove:

(5)

dove:
(5.1)

l'interpretazione fisica di queste costanti adimensionali è molto semplicemente il


fattore moltiplicativo necessario perché l'accelerazione centrifuga, che risulterebbe se il
sistema ruotasse con la solita velocità angolare intorno al punto di equilibro, dia luogo
alla effettiva accelerazione nel punto riferito al punto di equilibrio. Andando a
cancellare l'accelerazione centrifuga e la forza di Coriolis con il passaggio alle nuove
coordinate:

risulta una nuova lagrangiana che dipende implicitamente dal tempo:

ovvero:

dove al potenziale iniziale armonico è stato sottratto il potenziale centrifugo, mentre le


direzioni principali del potenziale anisotropo residuo dipendono dal tempo.

Le equazioni differenziali che derivano dalla prima lagrangiana sono:

Risolvo queste equazioni con la posizione:

ed ottengo le equazioni agli autovalori:

da cui la biquadratica:

se pongo per semplicità:


ottengo le soluzioni:

per la stabilità occorre che tutti questi autovalori siano immaginari e quindi che gli
argomenti della radice esterna siano reali negativi, si vede facilmente che per escludere
il caso di racici complesse con parte reale non nulla occorre quindi, anzitutto, che il
radicando più interno sia maggiore di zero ed in tal caso l'argomento della radice esterna
rimane negativo tutte le volte che è negativo a+b-1. Per rendere più leggibile la prima
condizione scriviamo in altro modo l'argomento della radice più interna:

da cui in definitiva risultano due condizioni:

e:

in termini delle equazioni 4 e 5 la prima di queste equazioni diventa:

e ricordando che la traccia, che compare a primo membro vale 3/2:

mentre la seconda disequazione si riduce alla tautologia 3 minore o uguale di 4. Ed in


termini delle masse:

Se traduco questa condizione in termini delle costanti anisotrope su indicate trovo:

unitamente alla condizione:


e nel caso specifico dei punti lagrangiani, tenendo conto della 5 e del fatto che la traccia
vale 3/2:

quindi si vede che c'è sempre uno dei due coefficienti del potenziale quadratico residui
che risulta negativo, e cioè dà un potenziale di tipo attrattivo.

In generale si hanno tre situazioni, nel caso isotropo la condizione di stabilità si riduce a
quello che sappiamo: le orbite sono stabili se il potenziale armonico residuo, una volta
tolto il potenziale centrifugo è attrattivo. Nel caso anisotropo ottengo un risultato a prima
vista inusitato e paradossale oltre al caso in cui entrambi i coefficienti b sono negativi
risulta che entrambe le condizioni di stabilità sono certamente verificate, tuttavia sono
anche possibili situazioni in cui residua un potenziale quadratico repulsivo in una delle
due direzioni.

Torniamo a considerare le equazioni del moto: ad ogni coppia di autovalori coniugati


corrispondono soluzioni reali trigonometriche con precisi vincoli di fase e di ampiezza fra
la componente x e la componente y del moto, si tratta in pratica di soluzioni circolari con
due frequenze assegnate ed il moto risultante è di tipo epicicloidale.

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