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Mandrillus sphinx

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Mandrillo

Mandrillus sphinx

Stato di conservazione

Vulnerabile[1]

Classificazione scientifica

Dominio Eukaryota

Regno Animalia

Phylum Chordata

Classe Mammalia

Superordine Euarchontoglires

(clade) Euarchonta
Ordine Primates

Sottordine Haplorrhini

Infraordine Simiiformes

Parvordine Catarrhini

Superfamiglia Cercopithecoidea

Famiglia Cercopithecidae

Sottofamiglia Cercopithecinae

Tribù Papionini

Genere Mandrillus

Specie M. sphinx

Nomenclatura binomiale

Mandrillus sphinx
LINNAEUS, 1758

Sinonimi

Mandrillus sphinx ssp. insularis,


Mandrillus sphinx ssp. madarogaster

Areale

Il mandrillo (Mandrillus sphinx Linneo, 1758) è
un primate catarrino della famiglia dei cercopitecidi. Il nome vuol dire letteralmente "uomo-
scimmia".

Indice
 1Distribuzione
 2Descrizione
o 2.1Dimensioni
o 2.2Aspetto
 3Biologia
o 3.1Alimentazione
o 3.2Riproduzione
 4Il mandrillo nella cultura di massa
 5Note
 6Bibliografia
 7Voci correlate
 8Altri progetti
 9Collegamenti esterni

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]
Vive nelle foreste vergini dell'Africa occidentale, soprattutto in quelle
del Camerun meridionale, la Guinea, il Gabon e il bacino del Congo. Pare che le
popolazioni a nord del fiume Ogooué siano differenti geneticamente da quelle a sud di tale
fiume, al punto di far pensare agli studiosi che si tratti di due sottospecie distinte.
Nonostante spesso i mandrilli siano rappresentati in ambienti rupestri, magari mentre
rotolano pietre per cercare cibo, in realtà essi sono abitanti della foresta pluviale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Un grosso maschio allo zoo di San Francisco.

Un maschio adulto misura mediamente circa 90–100 cm, cui si sommano 3–4 cm di coda:
l'altezza al garrese è di 60 cm. Le femmine sono più piccole (anche la metà di un grosso
maschio), aggraziate e minute. Queste dimensioni ne fanno la scimmia
non antropomorfa più grande attualmente esistente.

Una femmina in cattività: le femmine sono più piccole e minute dei maschi.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]
Il mandrillo è una scimmia assai variopinta: sul dorso il pelo è bruno scuro, con sfumature
verde oliva, sul petto invece è giallastro, sul ventre diviene di consistenza ovattata ed è di
colore biancastro, mentre sui fianchi è presente una fascia divisoria fra il pelo del dorso e
del ventre, di colore bruno chiaro. In tutto il corpo il pelame è un po' ruvido e ispido.
La testa del maschio è di dimensioni eccezionali rispetto al corpo, facendo quasi pensare
a quella di un cinghiale. Dietro le orecchie si nota una macchia glabra bianca, mentre il
naso arde d'un rosso cinabro ed i rigonfiamenti delle guance splendono di un blu
fiordaliso: i solchi, che dividono questi rigonfiamenti, appaiono di color nero. Le orecchie
piccole e quasi celate dal pelo sono chiare, giallo-biancastre. Una mascherina nera
incornicia gli occhi bruni, una barba giallo limone orna il mento. Lo scroto e l'ano sono di
un rosso vivo, le callosità ischiatiche sono rosse cerchiate di blu, le mani sono nere.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Un maschio in cattività mentre sbadiglia: notare i lunghi denti, ottimi come arma di offesa. Lo sbadiglio è un tipico
segnale di minaccia fra molte scimmie.

Cranio di mandrillo maschio

Si tratta di animali sociali che vivono in grossi gruppi, composti da un numero variabile di
femmine e cuccioli e da un unico maschio dominante. Poco si sa dell'entità media di un
gruppo: pare che il gruppo di mandrilli di maggiori dimensioni conti 1300 individui e si trovi
nel parco nazionale di Lopé, in Gabon[2]: si tratta del più grande aggregato di primati (non
umani) mai osservato. Sembra che il capobranco difenda con grande temerarietà le
femmine e i piccoli e si trasformi, se adirato, in un terribile avversario. Eppure sorprende
l'elevato numero di mandrilli che gli indigeni riescono a catturare. Forse la ragione per cui
gli indigeni continuano a diffondere le vecchie storie terrificanti sui mandrilli ha per scopo
di aumentare il valore della preda agli occhi dell'acquirente.
Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]
Si tratta di animali onnivori: avendo abitudini principalmente terricole, la loro dieta si basa
su frutti caduti, foglie, bacche, insetti e piccoli animali. In alcune occasioni, i mandrilli
(soprattutto grossi maschi solitari) sono stati osservati cacciare attivamente e nutrirsi di
esemplari adulti di cefalofo. Nei luoghi dove i mandrilli sono piuttosto comuni, è
abbastanza frequente che sconfinino dalla foresta per nutrirsi nelle piantagioni, causando
danni anche ingenti: in questi luoghi, la gente non ha generalmente una buona
considerazione dei mandrilli, considerandoli dannosi e cacciandoli con cani, reti o fucili,
per poi venderne la carne ai mercati sotto forma di bushmeat.
L'Africa occidentale (Western Africa) è un'area con grandi differenze geografiche, di biodiversità e di
culture. Il continente africano è principalmente orientato su un asse nord-sud, con una sporgenza ad
ovest, e questa parte sporgente può essere considerata l'Africa Occidentale. Non è da confondere con
il Maghreb (in arabo "occidentale").

Indice

 1Geografia
o 1.1Stati
o 1.2Geografia fisica
 2Storia
o 2.1Preistoria
o 2.2L'età degli imperi
o 2.3Età moderna
 2.3.1Contatti con gli europei
o 2.4Età contemporanea
 2.4.1La corsa all'Africa
 2.4.2La decolonizzazione
 2.4.3La Guerra fredda
 2.4.4Il cammino verso il multipartitismo
 2.4.5L'integrazione regionale
 3Note
 4Voci correlate
 5Altri progetti
 6Collegamenti esterni

Geografia[modifica | modifica wikitesto]
La costa di questa parte di Africa è sul meridionale oceano Atlantico, la maggior parte della quale nel
senso est-ovest. Porzioni di questa costa erano conosciute con i nomi di Costa del grano, Costa d'oro e
Costa d'Avorio. La tratta degli schiavi fu molto attiva in quest'area; la maggior parte degli afro-
americani discende da schiavi trasportati dall'Africa occidentale.
Le zone costiere hanno per la maggior parte clima tropicale, e una cintura di foresta tropicale seguiva
una volta la costa attraverso questa fascia. Il nord e le terre continentali sono occupate dalla savana e
quindi addentrandosi dal Sahel.

Stati[modifica | modifica wikitesto]

Il Niger

In base alla ripartizione del mondo effettuata dalle Nazioni Unite, l'Africa Occidentale è una
delle macroregioni in cui è divisa l'Africa. Essa include 16 Stati:

  Benin (Porto-Novo)
  Burkina Faso (Ouagadougou)
  Capo Verde (Praia)
  Costa d'Avorio (Yamoussoukro)
  Gambia (Banjul)
  Ghana (Accra)
  Guinea (Conakry)
  Guinea-Bissau (Bissau)
  Liberia (Monrovia)
  Mali (Bamako)
  Mauritania (Nouakchott)
  Niger (Niamey)
  Nigeria (Abuja)
  Senegal (Dakar)
  Sierra Leone (Freetown)
  Togo (Lomé)
Le nazioni di quest'area (con l'ex potenza colonizzatrice che li controllava) confinanti con l'Atlantico, da
nord-ovest a sud-est sono:

 Capo Verde (Portogallo)
 Mauritania (Francia)
 Senegal (Francia)
 Gambia (Regno Unito)
 Guinea-Bissau (Portogallo)
 Guinea (Francia)
 Sierra Leone (Regno Unito)
 Liberia (Regno Unito)
 Costa d'Avorio (Francia)
 Ghana (Regno Unito)
 Togo (Germania, Francia)
 Benin (Francia)
 Nigeria (Regno Unito)
I paesi senza sbocco sul mare sono:

 Mali (Francia)
 Burkina Faso (Francia)
 Niger (Francia)

Nella definizione di Africa occidentale come macroregione ONU, è compresa anche Sant'Elena, un


territorio del Regno Unito, situato nell'Oceano Atlantico.
A volte anche il Camerun e il Ciad vengono considerati parte dell'Africa occidentale, mentre altre volte
ne è esclusa la Mauritania.
I confini coloniali che si riflettono negli attuali confini fra le nazioni dell'area non tenevano conto dei
gruppi etnici e delle linee culturali e spesso dividono singoli gruppi etnici tra due o più stati.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]


L'Africa occidentale può essere suddivisa in tre zone geografiche principali disposte in senso
orizzontale: una fascia settentrionale costituita dal deserto, un'area meridionale con boscaglia e foreste
e una parte centrale semidesertica che va sotto il nome di Sahel.
Gran parte dell'Africa occidentale è composta da pianure leggermente ondulate con pochi rilievi
montuosi. Tra i più importanti altopiani e catene montuose della regione vi sono la catena che si snoda
lungo il confine tra Nigeria e Camerun (la cui vetta più elevata, il Chappal Wadi, misura 2418 m);
l'Altopiano di Jos (1781 m) e i Monti Shebsi (2418 m) in Nigeria; il Monte Bintumani (1945 m) in Sierra
Leone; il Massiccio dell'Aïr in Niger con il Monte Bagzane (2022 m); la zona che circonda il Monte
Nimba (1752 m), al confine tra Guinea, Costa d'Avorio e Liberia; e infine le alture del Fouta
Djalon (1538 m), che dalla Guinea occidentale si estendono fino al Senegal sud-orientale. Degne di
note sono anche le vette delle isole vulcaniche di Capo Verde, la cui cima più alta è il Fogo (2839 m).
Il Monte Camerun (4095 m), nello stato omonimo, è la montagna più alta dell'Africa occidentale.
Nonostante la zona montuosa non sia estesa, dalle montagne dell'Africa occidentale sgorgano diversi
fiumi, tra cui il Niger. Altri grandi fiumi della regione sono il Senegal, che segna il confine con la
Mauritania; il Gambia, che dà anch'esso il nome al paese che attraversa; il Casamance nel Senegal
meridionale; il Volta in Ghana e Burkina Faso; e il Benue (uno dei principali affluenti del Niger) in
Nigeria e Camerun.
L'Africa occidentale è delimitata da due straordinari ambienti naturali, il Sahara a nord e l'Oceano
Atlantico a sud. Molte grandi città di questa regione
- Dakar, Banjul, Bissau, Conakry, Freetown, Monrovia, Abidjan, Accra, Lomé, Cotonou, Porto
Novo, Lagos e Douala - si susseguono lungo la costa atlantica come perle di una collana, e in alcune
zone formano una distesa urbana senza soluzione di continuità, interrotta solo dai confini nazionali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cartina del 1571

Storicamente, l'area è stata interessata da molti dei maggiori imperi africani, tra i quali l'Impero del
Ghana, l'Impero del Mali e l'Impero Songhai. Fu una delle aree del mondo di grande civilizzazione e la
grande città di Timbuktu fu uno dei più importanti centri di commercio e di cultura del mondo antico.
Stati prosperi e attivi culturalmente prosperarono in Africa occidentale per molti secoli, nonostante
svariati fattori, tra cui la tratta degli schiavi, la desertificazione del Sahel, e soprattutto la spartizione
dell'Africa da parte delle nazioni europee abbiano portato questi stati ad un graduale declino.

Preistoria[modifica | modifica wikitesto]
Studi archeologici a Mejiro Cave hanno appurato che esseri umani, probabilmente del gruppo
dei pigmei, arrivarono in Africa occidentale attorno al 12000 a.C. Strumenti per la fabbricazione di pietre
microlitiche sono state trovate nella zona della savana dove erano stanziate tribù pastorali avanzate,
che utilizzavano scalpelli e lame di pietra e lance. Gli uomini delle tribù della Guinea e delle foreste non
utilizzarono i microliti per secoli, ma prosperarono usando strumenti d'osso e di altri materiali. Durante il
V millennio, quando gli avi dei moderni africani cominciarono ad entrare nell'area, iniziarono a
svilupparsi degli insediamenti agricoli stabili, con prove dell'addomesticamento dei bovini e della
coltivazione dei cereali. Attorno al 3000 a.C. un altro grande cambiamento avvenne nelle società
dell'Africa occidentale, con l'invenzione di arpioni e ami da pesca primitivi.
Un'intensa migrazione degli allevatori di bovini del Sahel ebbe luogo nel III millennio a.C., e le comunità
pastorali incontrarono le sviluppate comunità di cacciatori-raccoglitori della regione della Guinea.
La selce era di più facile reperibilità nella zona e aveva reso l'uso dei microliti per la caccia molto più
facile. La migrazione degli allevatori del Sahel fu probabilmente causata dalla desertificazione totale del
deserto del Sahara durante tale millennio, che contribuì grandemente all'isolamento dell'Africa
occidentale dai mutamenti tecnologici e culturali in Europa e nella costa mediterranea del nord Africa.
Nonostante ciò, l'utilizzo sempre maggiore del ferro e la diffusione delle tecnologie per la sua
lavorazione portarono ad un miglioramento nella costruzione di armi e permisero agli agricoltori di
aumentare la loro produttività e di produrre quel surplus di prodotti agricoli che permetterà la nascita
delle città-stato che saranno ricomprese negli imperi.
Nel 400 a.C. ci furono contatti con le civiltà mediterranee, in particolare con Cartagine e un regolare
commercio di oro veniva condotto dai berberi del Sahara come annotato da Erodoto. Il commercio era
molto limitato prima dell'utilizzo del cammello, ma beni di provenienza mediterranea potevano arrivare
fino al nord dell'attuale Nigeria. Si era sviluppato un fiorente commercio attraverso il quale gli abitanti
dell'Africa occidentale esportavano oro, tela di cotone, ornamenti metallici e pellami verso nord
attraverso le rotte dei commerci trans-sahariane in cambio di bronzo, cavalli, sale, tessuti e perline.
Successivamente anche l'avorio, gli schiavi e le noci di kola furono oggetto di scambio.

Preistoria[modifica | modifica wikitesto]
Studi archeologici a Mejiro Cave hanno appurato che esseri umani, probabilmente del gruppo
dei pigmei, arrivarono in Africa occidentale attorno al 12000 a.C. Strumenti per la fabbricazione di pietre
microlitiche sono state trovate nella zona della savana dove erano stanziate tribù pastorali avanzate,
che utilizzavano scalpelli e lame di pietra e lance. Gli uomini delle tribù della Guinea e delle foreste non
utilizzarono i microliti per secoli, ma prosperarono usando strumenti d'osso e di altri materiali. Durante il
V millennio, quando gli avi dei moderni africani cominciarono ad entrare nell'area, iniziarono a
svilupparsi degli insediamenti agricoli stabili, con prove dell'addomesticamento dei bovini e della
coltivazione dei cereali. Attorno al 3000 a.C. un altro grande cambiamento avvenne nelle società
dell'Africa occidentale, con l'invenzione di arpioni e ami da pesca primitivi.
Un'intensa migrazione degli allevatori di bovini del Sahel ebbe luogo nel III millennio a.C., e le comunità
pastorali incontrarono le sviluppate comunità di cacciatori-raccoglitori della regione della Guinea.
La selce era di più facile reperibilità nella zona e aveva reso l'uso dei microliti per la caccia molto più
facile. La migrazione degli allevatori del Sahel fu probabilmente causata dalla desertificazione totale del
deserto del Sahara durante tale millennio, che contribuì grandemente all'isolamento dell'Africa
occidentale dai mutamenti tecnologici e culturali in Europa e nella costa mediterranea del nord Africa.
Nonostante ciò, l'utilizzo sempre maggiore del ferro e la diffusione delle tecnologie per la sua
lavorazione portarono ad un miglioramento nella costruzione di armi e permisero agli agricoltori di
aumentare la loro produttività e di produrre quel surplus di prodotti agricoli che permetterà la nascita
delle città-stato che saranno ricomprese negli imperi.
Nel 400 a.C. ci furono contatti con le civiltà mediterranee, in particolare con Cartagine e un regolare
commercio di oro veniva condotto dai berberi del Sahara come annotato da Erodoto. Il commercio era
molto limitato prima dell'utilizzo del cammello, ma beni di provenienza mediterranea potevano arrivare
fino al nord dell'attuale Nigeria. Si era sviluppato un fiorente commercio attraverso il quale gli abitanti
dell'Africa occidentale esportavano oro, tela di cotone, ornamenti metallici e pellami verso nord
attraverso le rotte dei commerci trans-sahariane in cambio di bronzo, cavalli, sale, tessuti e perline.
Successivamente anche l'avorio, gli schiavi e le noci di kola furono oggetto di scambio.

L'età degli imperi[modifica | modifica wikitesto]


Mansa Musa con una pepita d'oro in un particolare dell'Atlante catalano del 1375

Fu proprio il commercio il motore che diede l'impulso all'ulteriore sviluppo delle civiltà dell'Africa
occidentale. Mentre la siderurgia era giunta nell'area dell'attuale Nigeria intorno al V secolo d.C., dando
origine alla civiltà di Nok, intorno all'VIII secolo una casta di re guerrieri (o Ghana) si impose nell'area
degli attuali Senegal, Mauritania e Mali, fondando quello che è oggi conosciuto come Impero del
Ghana, che prosperò grazie al controllo della parte meridionale delle principali rotte commerciali trans-
sahariane, prima di essere distrutto da un'invasione almoravide nel 1052. Tra i regni che lottarono per
ripristinare l'egemonia sulla regione emerse nel 1240 il regno mandingo di Malel che, sotto la guida
di Sundiata Keita, divenne l'Impero del Mali. Questo nuovo impero prosperò per molti secoli,
raggiungendo il suo apogeo nel XIV secolo sotto Mansa Musa, e arrivando a controllare la maggior
parte dell'Africa occidentale subsahariana.[1] Nel XV secolo, i Songhai, un popolo che abitava ai confini
orientali dell'impero, approfittarono di una serie di lotte dinastiche per invadere la maggior parte delle
terre del Mali, dando il via all'ultimo dei grandi imperi dell'Africa occidentale, l'Impero Songhai, che fu a
sua volta distrutto da un'altra invasione dal Marocco nel 1591. In questo modo il Marocco intese
prendere possesso direttamente delle importanti città carovaniere di Gao, Timbuktu e Djenné, nonché
dei giacimenti auriferi e dei mercati del salgemma e degli schiavi. In seguiti i Bamana, popoli di etnia
mandinka dediti all'agricoltura sotto la dominazione arabo-berbera, costituirono sulle rovine dei grandi
imperi i due regni islamizzati di Kaarta e di Segou, entrambi avversati dai Tuklor provenienti dalla
regione del Senegal. Nel 1659 tuttavia la dinastia sadiana del Marocco finì, e con essa l'unità del
bacino del fiume Niger. Tuttavia nel frattempo l'importanza delle rotte carovaniere del Sahel era
diminuita poiché si erano formate delle nuove rotte commerciali per lo sfruttamento delle risorse
dell'Africa occidentale subsahariana, gestite dagli Europei, aventi come avamposti la costa del Senegal,
il fiume Gambia e la costa del golfo di Guinea.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]


Contatti con gli europei[modifica | modifica wikitesto]
Terminata la Reconquista della Penisola Iberica, nel XV secolo le esplorazioni dei sovrani iberici
proseguirono verso le coste dell'Africa Occidentale. Per iniziativa del re del Portogallo Manuele I
l'Avventuroso, i Portoghesi installarono colonie commerciali nell'arcipelago di Capo Verde e alla foce
del fiume Senegal, come la città di Dakar, e strinsero accordi con il popolo Wolof, che dal XIII secolo si
era emancipato dalla sottomissione all'impero del Mali e grazie alla protezione dei Portoghesi divenne
fiorente nel XV secolo. Le colonie portoghesi furono terminali per il commercio di schiavi malinké, che
venivano catturati dai Wolof nella regione interna.
L'impero del Mali era a quel tempo insidiato anche a nord dai berberi Tuareg e ad est dalla
competizione dell'impero Songhai per il controllo delle rotte carovaniere del Sahel, che rifornivano
il Maghreb arabo di oro, rame, salgemma e avorio procacciati dal popolo Akan nella regione del golfo di
Guinea. Gli Akan, il cui centro principale era Kumasi, nell'attuale Ghana, sarebbero stati i discendenti
dell'antico impero del Ghana, che estraevano l'oro per gli Arabi del Maghreb, ma erano costretti a
servirsi dell'intermediazione dell'impero del Mali. Gli Europei, pertanto, si insediarono in Africa
occidentale per intercettare questi commerci alla fonte.
Circa dal 1549 i Portoghesi causarono la frammentazione del regno Wolof e penetrarono nell'entroterra
risalendo il corso del fiume Gambia; ma già nel 1588 vendettero le loro basi ad alcuni mercanti inglesi.
Nel 1618 il re d'Inghilterra Giacomo I concesse lo sfruttamento dell'Africa occidentale ad alcune
compagnie britanniche, che si concentrarono prima in Gambia, in seguito soprattutto nella Costa
d'Oro abitata dagli Akan. Questi ultimi, sotto la guida del clan Okoyo, si riunirono nella
confederazione Ashanti fondando un impero che fino alla fine del XVII secolo contese alle Compagnie
inglesi il controllo della regione.
Oltre alla colonia britannica della Costa d'Oro, terminale dello sfruttamento delle miniere aurifere,
furono stabilite basi portoghesi, olandesi e francesi ad ovest di essa nella Costa d'Avorio (attuale Cote
d'Ivoire), terminale del mercato dell'avorio, che tuttavia non penetrarono nell'interno, in quanto la caccia
intensiva agli elefanti ne produsse nell'arco di qualche secolo la completa estinzione dall'area e la
conseguente perdita di interesse all'insediamento stabile.
Nel frattempo nel 1651 i Britannici vendettero il Gambia al duca di Polonia, mentre contesero il controllo
degli insediamenti circostanti ai Francesi fino al trattato di Parigi del 1783, che assegnò il bacino
del Gambia ai Britannici e quello del Senegal ai Francesi, che divenne una colonia nel 1814, con
capitale Dakar.
Si stima che nei tre secoli in cui è durato il commercio degli schiavi gestito dagli Europei oltre tre milioni
di schiavi malinké siano passati per il fiume Gambia, che era il terminale del sistema internazionale del
commercio degli schiavi, le cui navi negriere facevano poi scalo a Capo Verde e si dirigevano quindi
nelle colonie europee in America per servire come manodopera nelle monocolture a servizio del
mercato europeo.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]


La corsa all'Africa
Il Secondo Impero francese conquistò l'antico impero del Mali in Africa occidentale,
corrispondente al bacino dell'alto Niger nel 1864, che divenne la colonia del Sudan
francese.
In seguito alla conferenza di Berlino del 1884 sulla spartizione dell'Africa, l'Impero
tedesco si annesse una striscia di terra a est della Costa d'Oro, il Togoland, mentre
i Britannici si estesero dalla Costa d'Oro verso l'interno con quattro guerre contro gli Akan,
annettendo l'impero Ashanti; i Francesi invece, fondarono la Costa d'Avorio nel 1886, da
cui si estesero verso l'interno combattendo contro i Mande fino al 1893, e dal 1896 contro
i Mossi dell'Alto Volta, e sottrassero la Guinea ai Portoghesi, che conservarono soltanto
l'attuale Guinea-Bissau. Dalle quattro colonie francesi di Senegal, Sudan
francese (attuale Mali), Costa d'avorio e Guinea, nacque così l'Africa Occidentale
Francese, nel 1904, con capitale Dakar; si aggiunsero negli anni seguenti le colonie
dell'Alto Volta (attuale Burkina Faso), Benin, Niger e Mauritania. Dal 1918, a seguito della
dissoluzione dell'Impero tedesco, il Togoland fu amministrato congiuntamente da
Britannici e Francesi.
La decolonizzazione[modifica | modifica wikitesto]
Gli imperi coloniali europei cominciarono a declinare dopo alcuni anni dalla seconda
guerra mondiale.
L'Impero coloniale francese terminò ufficialmente nel 1946 con la nascita della quarta
Repubblica francese, sebbene le ex colonie restassero legate alla madrepatria nell'Unione
francese.
Anche l'Impero britannico avviò dal 1946 un processo di indipendenza per le sue colonie
tendente al loro ingresso come Stati indipendenti nel Commonwealth. La Costa
d'oro ottenne una Costituzione nel '46, revisionata nel '51, che introduceva libere elezioni
amministrative, pur lasciando la guida politica del Paese e le forze di sicurezza in mano
alle autorità coloniali: alle elezioni del '51 il partito indipendentista di Kwame
Nkrumah ottenne la maggioranza, seguito dal partito autonomista Ashanti. Nel 1955 fu
annessa alla Costa d'oro la parte britannica dell'ex Togoland tedesco (mentre la parte
francese fu riunita all'Unione francese come Togo). Nel 1957 la Costa d'oro, con il nome
di Ghana, fu primo Stato dell'Africa occidentale a ottenere l'indipendenza, guidata
da Nkrumah che ne ottenne nel '60 la presidenza.
Nel frattempo, a seguito delle sconfitte nella guerra del Vietnam e nella guerra in
Algeria nel 1956, nacque la quinta Repubblica francese del generale de Gaulle, che, dopo
aver riconosciuto l'indipendenza all'Algeria, si decise a concedere autonomia a tutte le
colonie dell'Unione francese, che poterono liberamente decidere se aderire o meno
alla Comunità francese; subito optarono per l'indipendenza nel 1958 la Guinea, sotto la
guida di Ahmed Sékou Touré, e il Togo, guidato da Sylvanus Olympio. Il Ghana tentò una
confederazione con la Guinea, rimasta isolata dal sistema economico della Comunità
francese, ma già nel 1960 anche le altre ex colonie francesi optarono per l'indipendenza
portando la Comunità francese a dissolversi: la repubblica di Dahomey (attuale Benin) con
presidente Hubert Maga, l'Alto Volta (attuale Burkina Faso), con presidente Maurice
Yaméogo, il Niger, con presidente Hamani Diori, la Costa d'Avorio, con presidente Felix
Boigny, e la repubblica Sudanese (attuale Mali), con presidente Modibo Keïta, da cui si
separò il Senegal, con presidente Leopold Senghor.
Dal 1962 al 1965 anche il Gambia si rese indipendente dal Regno Unito, pur restando
nel Commonwealth fino al 1970, in seguito il presidente Jawara tentò una confederazione
con il Senegal.
La Guerra fredda[modifica | modifica wikitesto]
In alcuni casi, quando la classe dirigente era legata al precedente sistema coloniale, le
antiche colonie cercarono di conservare i rapporti privilegiati con la madrepatria, come il
presidente ivoriano Felix Boigny, che nel periodo coloniale era stato un sindacalista del
lavoratori delle piantagioni, poi un membro del Parlamento francese e un Ministro
francese, e governò il Paese ininterrottamente fino al 2000, o il presidente
senegalese Leopold Senghor, succeduto nell'81 da Abdou Diouf. In altri casi le colonie
ruppero i rapporti con la madrepatria, e si instaurarono governi dittatoriali, come
in Guinea con la dittatura malinké di Ahmed Sékou Touré, allineata su posizioni
filosovietiche, e proseguita alla sua morte da Lansana Conté, o nel Mali di Modibo Keïta,
su posizioni filosovietiche, deposto nel '68 da Moussa Traoré, che ha poi governato fino al
'92, o in Togo, dove, dopo il golpe del '63 di Nicolas Grunitzky, ci fu quello del '67
di Gnassingbé Eyadema, che, mantenendo il Paese su posizioni pro-USA, governò fino
alla sua morte nel 2005. In altri Paesi, complice il contesto della Guerra fredda, la
transizione fu più difficile, con il succedersi di ripetuti golpe e dittature militari, come
in Dahomey, con i golpe di Christophe Soglo nel '63, Hubert Maga nel '70 e Mathieu
Kerekou nel '72, che allineò il Paese all'URSS e gli diede il suo nome attuale di Benin, o
nell'Alto Volta, con i golpe di Sangoulé Lamizana nel '66, Saye Zerbo nell'80, Jean-
Baptiste Ouedraogo nell'82 e Thomas Sankara nell'83, che allineò il Paese all'URSS e gli
diede il suo nome attuale di Burkina Faso, deposto da Blaise Compaoré dell'87, che
riportò il Paese nell'area pro-USA e governò ininterrottamente fino al 2014, o in Ghana
dove dopo il golpe dell'esercito contro Kwame Nkrumah nel '66, governarono Ignatius
Acheamphong fino al '79 e Jerry Rawlings, o in Niger, dove dopo la deposizione
di Diori nel '74 si susseguirono dittature militari.
Il cammino verso il multipartitismo[modifica | modifica wikitesto]
Con la fine della guerra fredda, in molti Paesi è stato imposto il multipartitismo, ma in
alcuni casi le elezioni hanno confermato con plebiscito i precedenti dittatori,
come Conté in Guinea, Compaoré in Burkina Faso o Eyadema in Togo, seguito dal 2005
da suo figlio, o Boigny in Cote d'Ivoire, seguito con elezioni di fatto monopartitiche
da Bedié e Gbagbo nel 2000, sebbene infine le elezioni del 2010 abbiano portato alla
vittoria il candidato dell'opposizione Ouattara. In altri casi il multipartitismo ha consentito
un inizio di vera democrazia, come in Benin con libere elezioni nel 1996 che hanno
riconfermato Kerekou ma nel 2006 vinte da Boni, in Senegal con libere elezioni nel 2000 e
2007 vinte da Wade e nel 2012 vinte da Sall, o in Ghana, con libere elezioni nel 2000 vinte
da Kufuor e nel 2009 vinte da Mills, o in Mali, con libere elezioni nel 1992 vinte da Konaré,
nel 2002 vinte da Amadou Touré e, pur dopo il golpe di Sanogo e un governo ad interim
durante l'insurrezione della regione Tuareg dell'Azawad negli anni 2012-13, nuove elezioni
nel 2013 vinte da Keita. In altri casi proseguono ancora sistemi monopartitici dittatoriali,
come in Gambia, a seguito del golpe del 1994 del colonnello Jammeh, o in Mauritania, a
seguito di golpe nel 2005 di Abdallahi e nel 2008 di Abdel Aziz.
L'integrazione regionale[modifica | modifica wikitesto]
Tutti questi Paesi sono dal 1975 riuniti nell'ECOWAS, unione economica degli Stati
dell'Africa occidentale, e perseguono il tentativo di una graduale confederazione
economica e politica.

Note[modifica | modifica wikitesto]
1. ^ "Western Africa." Encyclopædia Britannica. 2010. Encyclopædia Britannica Online. 06 Apr. 2010

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


 West African Postal Conference
 Vidomegon

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Africa occidentale


  Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Africa occidentale

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


 (EN) Africa occidentale, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. 
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Regioni dell’Africa
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