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e come effettuarla. E’ stata scritta con un linguaggio pratico e poco specifico, al fine di
agevolare chi non è abituato a fare ricerche scientifiche e a leggere materiale scientifico,
scritto con parole specifiche. Per tanto, serve a chi voglia informarsi in modo autonomo e
“sano”, accedendo a fonti di informazioni sicure.
Premesse per fare una ricerca scientifica
1. Consultare gli articoli non è gratis. Gli articoli scientifici vengono scritti nell’arco di molto
tempo. L’autore deve fare molte ricerche e molte analisi, per cui serve tempo e, soprattutto,
denaro per finanziare le sue ricerche. La maggior parte degli articoli scientifici sono stati
pubblicati su riviste il cui abbonamento non è gratuito.
2. Dove cercare? Esiste una piattaforma online chiamata Pub Med, attraverso la quale si può
risalire a tutti gli articoli scientifici che sono stati pubblicati nel mondo. Il link per accedere a Pub
Med è https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/.
3. L’inglese. La maggioranza degli articoli scientifici pubblicati in letteratura scientifica (si dice
così) è scritta in inglese. E’ anche vero che online esistono dei buoni siti che offrono una
traduzione istantanea di un testo in inglese. Sicuramente non è detto che riescano a tradurre
anche parole molto specifiche di ambito scientifico.
- Scrivere nel riquadro “cerca” l’argomento di cui si vogliano avere informazioni. Meglio fare
direttamente la ricerca in inglese. Meglio scrivere anche il nome di uno degli autori, se già lo
si conosce, così da restringere il campo di ricerca.
- Pub Med propone tutti gli articoli che contengono le parole che sono state ricercate.
- Individuato l’articolo d’interesse, cliccare sul suo titolo per aprirlo e consultarlo.
- Se si è fortunati, l’articolo è stato pubblicato in una rivista la cui consultazione è gratuita.
- Se viene richiesto di acquistare l’articolo oppure di effettuare il login alla rivista, vuol dire che
non è possibile consultare gratuitamente l’articolo
Senza entrare troppo nello specifico e restando molto in superficie, si può dire che ogni articolo
scientifico ha due “codici” che permettono di rintracciarlo: uno è il PMID e l’altro è il DOI. Questi
due codici sono riportati sempre dopo l’elenco degli autori che hanno contribuito a scrivere
l’articolo. Eccone un esempio: PMID: 31655093 DOI: 10.1016/j.yrtph.2019.104506
- Cliccare su “open”
- A volte potrebbe esserci una pagina web in cui bisogna inserire un codice alfanumerico per
accertare che non sia un robot ad accedere alla pagina web.
- Ogni articolo può essere scaricato tranquillamente come file PDF e salvato
Struttura di un articolo scientifico
Gli articoli scientifici hanno una struttura standard:
1. Titolo
2. Elenco degli autori con le rispettive affiliazioni, ossia gli istituti di ricerca per cui lavorano,
oppure le università in cui insegnano o fanno ricerca.
3. Codici DOI e PMID
4. Nome della rivista in cui è pubblicato l’articolo e soprattutto, l’anno. (Nel mondo scientifico
hanno più valore gli articoli più recenti, proprio perché il progresso della ricerca porta sempre ad
ulteriori nuove informazioni, per cui spesso accade che un articolo più recente abbia informazioni più
nuove rispetto ad uno più datato. A meno che non si tratti di un articolo vecchio ma che costituisce un
caposaldo per un determinato argomento, una sorta di pilastro di quell’argomento)
5. Abstract, che è un riassunto di TUTTO l’articolo. Potrebbe essere suddiviso nei vari capitoli
di cui si compone l’articolo oppure potrebbe essere un testo libero. L’abstract è quella parte
dell’articolo che si può leggere gratuitamente.
6. Introduzione, che serve a riassumere le conoscenze sull’argomento già divulgate
precedentemente.
7. Materiali e metodi, in cui si spiega com’è stato fatto lo studio. Questa è una parte molto
importante perché l’autore spiega esattamente cosa ha fatto nel suo studio: quali materiali
ha usato, quali analisi statistiche ha compiuto, quale procedura ha seguito. Serve
soprattutto a due cose: da un lato a permettere a qualche altro ricercatore di replicare
l’esperimento tale e quale, dall’altro a verificare che la conclusione stia in piedi.
8. Risultati, in cui si descrivono i dati che l’autore ha ottenuto e i risultati delle analisi che ha
compiuto. Per questa ragione sono regolarmente sotto forma di numeri, e quindi
incomprensibili; a volte sono anche sotto forma di grafici, e quindi più immediati e facili da
capire.
9. Discussione: la sezione in cui l’autore mostra come i risultati ottenuti giustifichino la sua
ipotesi. E’ come se un avvocato avvalorasse la sua tesi sulla base delle prove recuperate.
In questa sezione l’autore ha la possibilità di spiegare come i risultati diano valore a quello
che l’autore vuole dimostrare.
10. Conclusioni, in cui l’autore spiega come ha interpretato i risultati ottenuti e quali
conseguenze avrà lo studio nella letteratura scientifica.
11. Bibliografia ovvero da dove sono state prese le informazioni che l’autore ha scelto di
riportare. Possono essere sia articoli scientifici precedentemente pubblicati oppure libri.
Cosa importante: mai confondere i risultati con la discussione o con le conclusioni! I risultati sono
dati oggettivi frutto del lavoro che si è fatto con la ricerca e le prove effettuate, descritte in materiali
e metodi. La discussione e le conclusioni sono di fatto, come l’autore sceglie di interpretare i
risultati, quindi una fase soggettiva perché deve giustificare con i fatti (i risultati ottenuti) l’ipotesi a
monte dello studio.