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Comunicazione è una parola che viene dal latino cum = con e dal verbo
munire = legare, significa quindi legare insieme.
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2- La comunicazione: processo di trasmissione di informazioni e mezzo
di relazioni
Si può sicuramente dire che “ non si può non comunicare “in una relazione
perché ogni comportamento è già comunicazione e ogni comunicazione ha
due aspetti, uno di contenuto (quello che si dice) e uno di relazione (come
lo si dice, a chi, in quale ambiente)
Possiamo quindi avere una comunicazione ottima, in cui due o più persone
dialogano in maniera costruttiva e aperta, oppure una pura e semplice
trasmissione, con un’unica direzione, senza possibilità di replica, di quelle
che sembrano “semplici” informazioni (imbonimento televisivo) Nel
mezzo, naturalmente, vi sono le mille diverse occasioni comunicative che
tutti viviamo ogni giorno, in famiglia, a scuola, in ufficio, in città.
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3 L’ascolto
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4 La comunicazione verbale
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5 Le Frasi da semaforo rosso
E’ importante scegliere le parole adatte in una buona comunicazione. Le
frasi da evitare (da semaforo rosso) sono quelle che evocano un senso di
inferiorità in chi ascolta. Conservarle senza prudenza prepara l’insuccesso
della comunicazione.
Per esempio dire:
-“Ora ti spiego io” è come dire all’altro che le sue conoscenze o, peggio, le
sue capacità intellettuali, sono inadeguate e insufficienti, lo valutiamo e lo
correggiamo dandogli un brutto voto;
-“Se ti ritrovi in questa situazione è colpa tua” ci trasforma in giudice che fa
sentire in colpa, facciamo sentire l’altro meritevole di una punizione,
cattivo;
-“Se sto così è colpa tua” è l’astuzia di chi si finge vittima per sottolineare
la propria difficoltà e sottomettere l’altro per ottenere qualcosa;
-“Bisogna farlo perché è giusto così” , si pensa di avere l’autorità di
distinguere il bene dal male, di sapere dov’è la verità;
-“Eppure ti avevo avvertito” fa arrivare in chi ascolta la sensazione di
essere stato limitato e poco accorto nel valutare le conseguenze del suo
agire ;
“Lo faccio perché sei tu, altrimenti…” significa dire all’altro che si deve
sentire in debito, usiamo l’altro per gratificarci pensandoci generosi e
disinteressati;
“Sta tranquillo me ne occupo io” comunica un messaggio che dice che
l’altro è incapace, si è costretti a sostituirsi invece di spingere l’altro ad
attivarsi;
“Vorrei essere d’accordo con te, però…” trasmette un nascosto disprezzo: si
pensa che l’altro abbia opinioni chiaramente insostenibili.
Per esempio sono da evitate frasi come “posso rubarti qualche minuto“: la
parola rubare può sminuire il valore di quello che si ha intenzione di
trasmettere. E’ meglio evitare termini che implicano svalutazione
dell’interlocutore ( “ma dai….” o “starai scherzando”) oppure giudizi di
valore (“buono“, “cattivo”). Se il nostro obiettivo è una buona
comunicazione tutto ciò che contrasta va eliminato.
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6 Le Frasi da semaforo verde
Come si fa invece ad avere una buona comunicazione con l’altro, da
semaforo verde? Occorre innanzitutto:
-valorizzare chi parla con noi, riconoscendo la validità dei suoi argomenti;
-dire le nostre ragioni perché ci rifletta e non per vincere nella
conversazione;
-confermargli il senso di un rispetto personale che va aldilà di un eventuale
disaccordo sui contenuti;
Nella comunicazione con gli altri, quindi, cerchiamo di usare parole chiare,
che contengano valori di condivisione come: “facciamo”, “vediamo come
possiamo risolvere questo problema“, oppure parole che dimostrano
interesse come: “cosa ne pensi“, “secondo te“, parole cioè che esprimano
fiducia in noi stessi e nell’altro. Naturalmente questo non significa accettare
comportamenti scorretti o poco rispettosi, ma che occorre evitare sia
atteggiamenti passivi che non ci fanno esprimere le nostre esigenze sia
risposte aggressive che rendono difficile superare i contrasti, in modo da
manifestare le proprie idee e i propri sentimenti rispettando le esigenze
altrui. Questo può essere conquistato solo attraverso un lavoro sulla propria
autostima e fiducia: il primo semaforo verde dobbiamo averlo quando
parliamo con noi stessi, evitando di giudicarci e censurarci, di notare subito
solo gli errori e di dirci continuamente: non so come rispondere, non so
cosa dire, va sempre tutto male, non so come affrontare i problemi, sono
sfortunato, e anche: vivo in mondo ostile da cui devo continuamente
difendermi, gli altri sono nemici.
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7 – La comunicazione non verbale
Inoltre non è detto che il gran numero di messaggi, verbali e non verbali,
emessi in un dato momento, siano sempre in relazione tra loro. Posso dire
due cose diverse con le parole e con i gesti (ad esempio dire ad una persona
che non mi è simpatica "lieto di vederti" con un'espressione del volto assai
dispiaciuta). E’ importante abituarsi a guardare la postura, i gesti delle
persone con cui si sta parlando, osservare come tengono i muscoli delle
spalle e della testa, così da essere in accordo. E dobbiamo stare attenti alle
nostre movenze che potrebbero essere fraintese. Ad esempio ci sono dei
comportamenti da evitare: non picchettare con le dita o parlare troppo
velocemente, sintomo di nervosismo e disagio; non tenere troppo a lungo le
braccia conserte, simbolo di difesa e di distacco … La comunicazione non
verbale (il 93%) ha un 38% che ci perviene dal tono della voce e un 55%
che arriva dai segnali di mani, braccia, gambe, piedi ecc. Hanno
sperimentato che una frase media non dura più di dieci secondi e mezzo: è il
nostro corpo il “chiacchierone”!
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8 Gli stili della comunicazione
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9 I canali sensoriali
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10 Essenziale rimane LO SCOPO.
Nello scopo si può esprimere l’ insieme di valori ai quali si ispira chi
sceglie di dialogare: se a guidarci non è la competizione, la volontà di
primeggiare sull’altro, ma sono i valori della partecipazione, del rispetto e
della consapevolezza, allora ci sarà anche il desiderio di conoscere i propri
stili di comunicazione e di imparare a gestirli perché le possibilità per
comunicare efficacemente sono molteplici.
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