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ANALISI DELLA CORNICE IN Gdc 16, 4-22

Edgard Rimaycuna Inga

SINGLE-VERB MULTIPLE-VERB
v. VERBO FINITO + ‫לאמ‬
FRAME FRAME
5 ‫ס ְַר ֵנ֣י ְפלִשְׁ תִּ֗ ים ו ַ֨י ֹּאמְ רּו ָ֜לּה‬
6 ‫מְׁשֹון‬
֔ ‫ש‬ ִׁ ‫ו ַ֤ת ֹּאמֶ ר דְּ לִילָה֙ אֶל־‬
7 ‫מְׁשֹון‬
֔ ִׁ‫וַיֹּ֤אמֶ ר אֵ ֶ֨לי ֙ ָה ש‬
9 ‫ו ַ֣ת ֹּאמֶ ר אֵ ָ֔ליו‬
10 ‫מְׁשֹון‬
֔ ‫ש‬ ִׁ ‫ו ַ֤ת ֹּאמֶ ר דְּ לִילָה֙ אֶל־‬
11 ‫וַיֹּ֣אמֶ ר אֵ ֶ֔לי ָה‬
12 ‫ו ַ֤ת ֹּאמֶ ר אֵ לָי ֙ו‬
‫מְׁשֹון‬֗ ‫ש‬ ִׁ ‫ו ַ֨ת ֹּאמֶ ר דְּ לִי ָ֜לה אֶל־‬
13
‫וַיֹּ֣אמֶ ר אֵ ֶ֔לי ָה‬
14 ‫ו ַ֣ת ֹּאמֶ ר אֵ ָ֔ליו‬
15 ‫ו ַ֣ת ֹּאמֶ ר אֵ ָ֗ליו‬
‫ַ֠ויְהִי כִּ ֽי־ ֵה ִ֨ציקָה ֹּ֧לו‬
‫בִדְ ב ֶ ָ֛רי ָה כָּל־ ַהי ִ ָּ֖מים‬
16- ‫וַתְּ אַ ֽל ֵ ֲ֑צהּו וַתִּ קְצַ ֥ר נַפ ְׁ֖שֹו‬
17 ‫ָלמּֽות׃‬
‫ֶּד־לּ֣ה אֶת־כָּל־ל ִּ֗בֹו‬ ָ ‫ ַויַּג‬17
‫וַיֹּ֤א ֶמר לָּה‬
֮‫ו ֵּ ַ֣ת ֶרא דְּ לִי ָ֗לה כִּ ֽי־ ִה ִּג֣יד לָּה‬
18 ‫אֶת־כָּל־לִב ֹּו֒ וַתִּ שְׁ ַ֡לח וַתִּ ְק ָרא֩ ְלס ְַר ֵ֨ני‬
‫ש ִּ ֤תים לֵאמ ֹ ֙ר‬ ְׁ ‫ְפ ִל‬
‫ו ַ֕ת ֹּאמֶ ר‬
20
‫ו ַ֨י ֹּאמֶ ֙ר‬

In quest’analisi notiamo che nella prima colonna (Single-verb frame) tutti i verbi
appartengono alla stessa radice (‫ )אמר‬perché soltanto indicano il fatto dell’evento del discorso
e non forniscono nessun’altra informazione sull’intenzione di chi riporta il discorso. È una
cornice non-marcata (unmarked). L’informazione in più che forniscono riguarda il locutore
che, nella maggioranza dei casi, è al singolare, di solito implicito, eccetto nei vv. 5, 6, 7, 10 e
13; alternandosi tra Sansone (‫ )וַי ֹּאמֶר‬e Dalila (‫)וַת ֹּאמֶר‬, tranne al v. 5 dove il locutore si trova al
plurale (‫שתִּ֗ ים‬
ְׁ ‫)ס ְַר ֵנ֣י ְפ ִל‬. Per quanto riguarda al destinatario, questo viene alternato tra maschile e
femminile, in alcuni attraverso il nome (‫שמ ְׁ֗שֹון‬ ִׁ ‫ ) ֶאל־‬e in altri per mezzo di un sintagma
preposizionale (‫ ֵא ָ֗ליו‬,ָ‫ אֵ ֶ֔ליה‬,‫) ָ֜לּה‬.
Nella seconda colonna (Multiple-verb frame) abbiamo le radici verbali ‫ נגד‬e .‫ אמר‬La
cornice è marcata (marked) perché il primo verbo ha un ulteriore valore semantico che il
secondo. Il locutore si trova al v. 17, per la forma verbale sappiamo che è Sansone mentre il
destinatario è Dalila (‫)לָּה‬.
Nell’ultima colonna troviamo tre verbi finiti principali (‫ וַתִּ שְׁ לַח‬,‫ ו ֵּ ַ֣ת ֶרא‬e ‫)וַתִּ ק ְָרא‬
accompagnati da ‫לֵאמ ֹר‬. C’è anche un quarto verbo finito (‫ ) ִהגִּיד‬che si trova in una
proposizione dipendente. Quindi i primi tre verbi finiti sono quelli che formano la cornice. La
forma ‫ לֵאמ ֹר‬funziona come un complementizer e indica quello già detto al v. 17 (‫ֶּד־לּ֣ה‬ ָ ‫ַויַּג‬
‫)אֶת־כָּל־ל ִּ֗בֹו‬. Il locutore sarebbe Dalila a causa delle forme verbali in 3 a femminile mentre che il
destinatario è plurale (‫ִשְׁתים‬ ֤ ִּ ‫) ְלס ְַר ֵ֨ני ְפל‬.

All’interno del nostro testo troviamo alcuni verbi metapragmatici. Il primo caso
coinvolge i vv. 7.10. Alla richiesta di Dalila a Sansone di dirle dove risiede la sua forza, la
cornice presenta il verbo dicendi neutro ‫ אמר‬che riporta il discorso di Sansone di legarlo con
sette corde fresche (v.7): ‫שמ ְׁ֔שֹון‬ ִׁ ‫וַיֹּ֤אמֶר ֵא ֶ֨לי ֙ ָה‬. Dopo che il primo tentativo di prenderlo indebolito
fallisce, Dalila interpreta il discorso di Sansone come un inganno e un dire delle bugie (v.10):
‫שמ ְ֔ש ֹׁון ִהנֵּה֙ ה ַ ֵ֣תלְתָּ ִּ֔בי וַתְּ דַ בֵּ ֥ר אֵ ַל֖י ְּכז ִ ָ֑בים‬ ִׁ ‫( ו ַ֤ת ֹּאמֶר דְּ לִילָה֙ ֶאל־‬Dalila disse a Sansone: “Ecco mi hai
ingannato e mi hai detto delle bugie”). I verbi metapragmatici sarebbero ‫ תלל‬e ‫ דבר ְּכזָבִים‬che
interpretano il verbo ‫אמר‬.
Un altro esempio lo troviamo nei vv. 11.13a. Alla seconda richiesta di Dalila, il
discorso di Sansone per legarlo con cordoni nuovi viene introdotto dalla cornice (v.11): ‫וַיֹּ֣אמֶר‬
‫אֵ ֶ֔לי ָה‬. Dopo di aver parlato Sansone, e il tentativo di catturarlo aveva fallito nuovamente, lei
gli rivolse queste parole (v.13a): ‫( עַד־ ֵ֜הנָּה ה ַ ֵ֤תלְתָּ ִּב ֙י וַתְּ דַ ֵּ ֤בר ֵא ַל ֙י ְּכז ָ ִ֔בים‬Fin qui mi hai ingannato e mi
hai detto delle bugie). Dalila, ancora una volta, interpreta il discorso di Sansone in termini
negativi, come un ingannare e dire bugie: ‫ תלל‬e ‫דבר ְּכזָבִים‬.
Al v. 13b lei fa ancora una volta la richiesta su come legarlo. La risposta di Sansone è
introdotta da: ‫וַיֹּ֣אמֶר ֵא ֶ֔לי ָה‬. Nuovamente Dalila si scopre ingannata e interpreta questa volta le
parole di Sansone in questo modo (v. 15): ‫שֹל֤ ׁש ְּפ ָע ִמים֙ ה ַ ֵ֣תלְתָּ ִּ֔בי‬ ָׁ ‫ֹּאמר אֲ ַהבְתִּ֔ יְך ְו ִלבְָּך֖ ֵ ֣אין א ִּ ִ֑תי ֶז֣ה‬
֣ ַ ‫֚אֵ יְך ת‬
‫( וְֹלא־ה ִַּג֣דְ תָּ ִּ֔לי ב ֶּ ַּ֖מה כֹּחֲָך֥ ג ָֽד ֹול‬Come puoi dire: “Ti amo”, mentre il tuo cuore non è con me?
Questa è la terza volta che mi hai ingannato e non mi hai riferito dove risiede la tua grande
forza). Il verbo ‫ אמר‬della cornice che introduce le parole di Sansone, è interpretato dalla sua
interlocutrice in un triplice significato: ‫ ְו ִלבְָּך אֵין אִ תִּ י‬e ‫ה ַ ֵ֣תלְתָּ ִּ֔בי וְֹלא־ה ִַּג֣דְ תָּ ִּ֔לי ב ֶּ ַּ֖מה כֹּחֲָך֥ גָדֽ ֹול‬. Per
Dalila il dire di Sansone equivale a non avere il suo cuore con lei, ingannarla e non
raccontarle dove risiede la sua forza.
Il v. 16 riferisce che come Dalila lo importunava permanentemente, Sansone, per
liberarsi di questo, decide di dirle la verità. Essa viene introdotta dalla cornice del v. 17a:
‫ֶּד־לּ֣ה אֶת־כָּל־ל ִּ֗בֹו וַיֹּ֤אמֶר לָּה‬ ָ ‫( ַויַּג‬Le aprì tutto il suo cuore e le disse). Allora Sansone confessa che
la sua forza risiede nei suoi capelli finora mai tagliati. Dalila, nel v. 18, interpreta questo
discorso come vero, secondo mostra la cornice del suo discorso: ֮‫ו ֵּ ַ֣ת ֶרא דְּ לִי ָ֗לה כִּ ֽי־ ִה ִּג֣יד לָּה‬
‫ִשְׁתים לֵאמ ֹ ֙ר‬ ֤ ִּ ‫( אֶת־כָּל־לִב ֹּו֒ וַתִּ שְׁ ַ֡לח וַתִּ ק ְָרא֩ ְלס ְַר ֵ֨ני ְפל‬Dalila capì che le aveva aperto tutto il suo cuore e
mandò a chiamare i capi dei filistei dicendo:) e anche il discorso che comunica ai capi dei
filistei: ‫( עֲל֣ ּו ַה ַּ֔פעַם כִּ ֽי־ ִה ִּג֥יד לִה אֶת־כָּל־ל ִּ֑בֹו‬Salite questa volta perché mi ha aperto tutto il suo
cuore). La sequenza di verbi ‫ו ֵּ ַ֣ת ֶרא‬-‫ ִה ִּג֣יד‬tradotti come “Ella capì che egli aveva aperto”
sarebbero i verbi metapragmatici che interpretano il verbo ‫ אמר‬della cornice di Sansone del v.
17a.

Nel nostro brano abbiamo anche delle informazioni situazionali nelle cornici. È il caso
dei vv. 16-17a. Il v. 16 contiene questi elementi circostanziali che vengono aggiunti e
spiegano la cornice marcata (marked) del v. 17a. Nel v. 16, all’azione del verbo ‫צוק‬
(molestare) troviamo informazione strumentale: ‫( בִדְ ב ֶָרי ָה‬con le sue parole), temporale:
‫( כָּל־ ַהי ִ ָּ֖מים‬tutti i giorni). Poi, all’espressione ‫( קצר נֶפֶׁש‬disperarsi) vediamo informazione di
intensità o modale: ‫( לָמּות‬fino a morire). Il verbo ‫ נגד‬del v. 17a, insieme al nuovo valore
semantico riguardo a ‫אמר‬, fornisce il sender: ‫( ַויַּגֶּד‬Egli-Sansone aprì/riferì), l’oggetto
‫( אֶת־כָּל־ל ִּ֗בֹו‬tutto il suo cuore) e il receiver: ‫( לָּה‬lei-Dalila).
Il v. 18 è un altro caso di cornice che presenta delle informazioni situazionali. Il verbo
di percezione ‫ ראה‬regge una proposizione oggettiva ֒‫ כִּ ֽי־ ִה ִּג֣יד לָּה֮ אֶת־כָּל־לִב ֹּו‬che consisterebbe in
una specie di riassunto del discorso pronunciato da Sansone al v. 17bc e che Dalila
trasmetterà ai receivers: ‫ס ְַרנֵי ְפלִשְׁ תִּ ים‬.

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