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Con la presente dissertazione, dal titolo "La vendita a condizione C.I.F.
(Cost, Insurance and Freight) nella giurisprudenza di Common Law", ci
siamo proposti di approfondire un settore del Diritto Privato che nonostante
risulti strutturato su basi estranee al nostro ordinamento, viene tuttavia a
confrontarsi con la nostra realtà, considerando la sua natura di
internazionalità.
Come verrà più volte sottolineato nel corso dell'opera, infatti, la condizione
C.I.F. vuole essere un tentativo per semplificare ed accelerare i rapporti
commerciali marittimi internazionali, grazie alla fissazione di una raccolta
di regole comuni che le parti sono chiamate a rispettare.
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Il capitolo terzo è, invece, interamente dedicato agli obblighi
del Venditore, prima parte contrattuale ad essere presa in esame.
A questo proposito, si sono volute, contestualmente, evidenziare le varie
fasi del trasporto che vedono il Venditore responsabile per il
perfezionamento della vendita: da ciò si deduce la ratio della suddivisione
del capitolo in più paragrafi.
Si è fatto, altresì, riferimento ai Shipping Documents, la documentazione
indispensabile ed irrinunciabile richiesta in forza della condizione C.I.F..
Gli obblighi del Compratore hanno costituito la materia del capitolo quarto
che, come il precedente, vuole essere uno studio approfondito ed analitico
delle principali obbligazioni legate al rapporto contrattuale.
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Lo studio prosegue soffermandosi sulla figura del Broker, la persona
fisica che si contrappone alle Società di Assicurazione, e sul contenuto della
Polizza di Assicurazione, il documento scritto in cui si materializza il
contratto di assicurazione.
Non dimentichiamo, infine, di specificare l'oggetto del contratto assicurativo
ed i principali rischi contro cui sono assicurate le merci, oltre ad esaminare
l'imprescindibile interesse assicurabile (Insurable Interest) che lega
l'assicurato al carico.
Il capitolo segue con la specificazione del significato di perdita (Loss) e
delle sue principali sottospecie, e si chiude con un riferimento alla forma di
Polizza assicurativa più usata in Gran Bretagna, il MAR FORM, di cui si
fornisce un esempio in Appendice.
Infine, negli ultimi due capitoli, ottavo e nono, dedicati alla risoluzione del
contratto per inadempimento del Venditore o del Compratore, vengono
annoverati i principali casi di scioglimento, anche anticipato, del contratto e
specificate le azioni esercitabili, di volta in volta, dalle parti.
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I. INTRODUZIONE GENERALE ALLA VENDITA A CONDIZIONE C.I.F..
1
La vendita a condizione C.I.F. rappresenta un particolare tipo di contratto
che intercorre tra due parti: il Venditore (the Seller) ed il Compratore (the
Buyer). Essa ha per oggetto beni mobili ovvero merci che vengono
trasportate via mare.
La clausola C.I.F. viene perfezionata con la stesura di alcuni documenti che
si riferiscono:
2
Schema 1
CERTIFICATO DI ASSICURAZIONE;
PAGARE I COSTI CHE NON SONO A CARICO DEL VENDITORE IN FORZA DEL CONTRATTO DI
TRASPORTO.
DOCUMENTI RICHIESTI:
FATTURA COMMERCIALE;
3
Quanto è stato enunciato nello Schema 1 circa il grado di responsabilità di
ciascuna delle due parti, in considerazione delle tre voci: trasporto ed
assicurazione delle merci, rischi e costi a carico, può essere graficamente
rappresentato dallo Schema 2.
Si considera che i valori da 1 a 11 rappresentano il grado di responsabilità
crescente del Venditore e del Compratore nell’adempimento della vendita
C.I.F..
Schema 2
11 11
10 trasporto delle 10 trasporto delle
merci & 9 merci &
9
assicurazione 8 assicurazione
8
7 rischi 7 rischi
6 6
5 5
4 costi a carico 4 costi a carico
del venditore 3 del compratore
3
2 2
1 1
4
Da queste prime osservazioni consegue che il contratto a condizione C.I.F.
risulta strettamente legato a due ulteriori contratti:
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a) Ci riferiamo, in primo luogo all’istituto del contratto atipico a causa
mista che implica la presenza in un unico contratto di più contratti tipici
aventi ciascuno la propria causa.
Crediamo tuttavia che la clausola C.I.F. non si possa collocare con certezza
in una delle due specie contrattuali descritte dato che ci sembra possedere in
sé i caratteri propri di entrambe: infatti se la clausola C.I.F. viene
considerata un autonomo contratto di vendita, è anche vero che non può
perfezionarsi se non con la stipulazione di due ulteriori contratti tipici, il
trasporto e l’assicurazione che, anche se aventi un oggetto in comune,
mantengono le loro rispettive cause, rispettivamente il trasferimento di cosa
da un luogo all’altro e la copertura dei rischi assicurati; se, al contrario, la
clausola C.I.F. viene scomposta nei contratti di cui è formata,
considerandoli nella loro autonomia, non si può tuttavia negare che essi
mirano di fatto a perfezionare il rapporto principale tra Venditore e
Compratore. È evidente come il risultato cui si giunge è omogeneo in tutte
le due ipotesi.
In attesa dell’eventuale creazione di una nuova fattispecie contrattuale, ci
appare più opportuno dunque includere il contratto C.I.F. tra i contratti di
vendita atipici, evidenziando la natura causale primaria alla base dello
stesso: lo scambio cosa / prezzo.
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II. COME COLLOCARE LA CONDIZIONE COST, INSURANCE, &
FREIGHT TRA I TERMINI CONTRATTUALI DEL COMMERCIO
INTERNAZIONALE. GLI INCOTERMS.
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Ci sembra giusto sottolineare, fin dall’inizio, che la particolare clausola
oggetto di questa dissertazione è limitata esclusivamente ad un particolare
tipo di trasporto ovvero a quello praticato per via marittima o fluviale.
Questo viene chiaramente confermato nella Introduzione alla Edizione
Incoterms 1990 Questions and Answers (Q&A) pubblicata dalla
International Chamber of Commerce (ICC) dove, in riferimento alla
condizione C.I.F. si afferma: “(……) This term can only be used for sea and
inland waterway transport. ……”1.
1
International Chamber of Commerce (ICC) The World Business Organization
Incoterms 1990 Questions & Answers (Q & A)
42 cases and official ICC resoìponses
Paris, 1998, ICC Publishing S.A. International Chamber of Commerce – The World
Business Organization , p. 21.
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Si riducono, così, considerevolmente sia i casi di incomprensione
linguistica che possono emergere anche tra idiomi apparentemente molto
simili, sia i casi di incomprensione giuridica, dovuti principalmente
all’insufficiente conoscenza dei sistemi giuridici vigenti nei Paesi in cui
risiedono le parti.
Furono proprio le importanti motivazioni sopra elencate a spronare il più
importante organismo internazionalmente competente per il commercio a
creare un sistema codificato di norme: infatti l’International Chamber of
Commerce, nel 1936, ne pubblicò la prima edizione dal titolo di Incoterms
1936.
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Il sistema degli Incoterms non fa parte del “law” (diritto) inglese e, di
conseguenza, non può essere mai imposto alle parti che sono libere di
scegliere anche termini contrattuali di diversa natura. In questi termini si
esprime Charles Debattista2: “Incoterms are not law – people don’t have to
use them and if they wish a variant that’s fine. (……)”3.
Tuttavia, a difesa dell’importanza del loro ruolo, egli aggiunge che “The
whole purpose of Incoterms is that they should provide an off-the-peg model
of contract. (……) And hopefully, by using these universally recognized
trade terms they can avoid disputes in the future, and above all legal costs
when things do go wrong.”4.
Con tali affermazioni l'Autore individua molto chiaramente l’obiettivo
primario degli Incoterms che, nonostante siano privi di valore legale,
possono rivelarsi determinanti nel costituire un “modello pre-confezionato”
di contratto universalmente riconosciuto, contribuendo così a semplificare i
rapporti commerciali ed a prevenire, in futuro, inutili controversie ed esborsi
di denaro5.
2
Charles Debattista è membro dai primi anni Novanta dell’ICC Panel of Experts on
Incoterms.
3
Tratto dall’intervista di Carol Debell a Charles Debattista, fatta nel Novembre del 1999 ed
intitolata A language we all understand Inserire coordinate 25A
4
Ibidem Nota 3.
5
Si pensi che l’edizione Incoterms 2000, attualmente in vigore, è stata tradotta in trenta
lingue diverse.
6
Le edizioni degli Incoterms successive al 1936 furono quelle del 1953, 1967, 1976, 1980,
1990, ed infine del 2000, attualmente vigente.
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A questo proposito sono state introdotte novità anche in materia di vendita a
condizione C.I.F.. Ne è un esempio la Sezione A8 dell’attuale edizione
Incoterms 2000, intitolata “Proof of delivery, transport document or
equivalent electronic message” (“Prova della consegna, documenti del
trasporto o equivalenti messaggi elettronici”): nell’ultimo paragrafo, infatti,
viene espressamente consentito alle parti (Venditore e Compratore) di
accordarsi affinché la consegna al Compratore degli Shipping Documents,
che deve effettuarsi senza ritardo e nel rispetto del porto di destinazione
fissato dal contratto, avvenga elettronicamente attraverso un Electronic
Data Interchange message (un messaggio di scambio di dati elettronico),
nella sua forma abbreviata EDI .
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dichiarazione in tal senso, infatti, viene intesa come implicita volontà delle
parti di voler subordinare la vendita ad una precedente edizione degli
Incoterms.
7
International Chamber of Commerce (ICC)
The World Business Organization
Incoterms 1990 Questions and Answers (Q&A)
42 Cases and Official ICC Responses
1998, Paris, ICC Publishing S.A., pp. 166.
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