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In fisica classica, conoscere lo stato del sistema permette di predirne l'evoluzione. Nel caso
quantistico i sistemi non sono prevedibili. Ci si potrebbe chiedere se questa imprevedibilità
derivi da un'incompletezza nello stato quantistico. Ci sono varie opinioni.
Per praticità adotteremo il secondo punto di vista. I risultati sono identici, in ogni caso.
$$|u\rangle,|d\rangle,|l\rangle,|r\rangle,|i\rangle,|o\rangle$$
Lo spazio vettoriale degli stati dello spin ha solo due dimensioni dato che non ci sono
variabili nascoste per ipotesi. Possiamo usare $$|u\rangle$$ e $$|d\rangle$$ come vettori di
base. Avremo che:
$$\begin{aligned}|A\rangle=\alpha_u|u\rangle+\alpha_d|d\rangle
\alpha_u=\langle u|A\rangle
\alpha_d=\langle d|A\rangle \end{aligned}$$
Lo stato del sistema, qualunque esso sia, è una combinazione lineare dei due stati di base
mentre i coefficienti sono legati alla probabilità che la misura dia come risultato il relativo
stato. In particolare, il loro modulo lo è. Il modulo si calcola moltiplicando un numero
complesso per il suo coniugato. In formule:
Da notare è che il significato dell'ortogonalità dei vettori della base esprime il fatto che
quando il sistema è in uno di loro, non può esser nell'altro. Un altro punto importante è che
la somma dei moduli quadrati delle componenti deve dare 1 poiché la somma delle
probabilità di tutti gli eventi possibili è unitaria. Quest'ultimo punto si esprime come segue.
$$\alpha_u\alpha_u^*+\alpha_d\alpha_d^*=\langle A|A\rangle=1$$