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Per ora, ci concentriamo su dinamiche non dipendenti dal tempo. I principi sono quattro a cui
se ne aggiungerà un altro relativo al tempo.
● Principio 1: gli osservabili sono rappresentati da operatori lineari.
● Principio 2: i possibili risultati di una misura di un'osservabile sono gli autovalori
dell’operatore. I relativi autovettori sono, invece, gli stati in cui la misura che esce
fuori è l’autovalore.
● Principio 3: stati distinguibili, sono vettori ortogonali.
● Principio 4: se $$|A\rangle$$ è lo stato del sistema, la probabilità di misurare $
$\lambda_i$$ è$$P(\lambda_i)=\langle A|\lambda_i\rangle\langle\lambda_i|A\rangle$
$.
Capiamo meglio. Premessa: osservabili e stati sono due cose completamente diverse. Nel
caso dello spin, gli osservabili sono $$\sigma_x$$, $$\sigma_y$$ e $$\sigma_z$$, da non
confondere con gli stati i quali sono vettori dello spazio di Hilbert, tipo $$|A\rangle$$, il quale
sarà una combinazione lineare di due stati (vettori) di base.
Il principio 1 dice che a seconda dell’osservabile di interesse ci sarà un operatore ad esso
legato. I tre osservabili dello spin avranno i rispettivi tre operatori.Il principio 2 stabilisce quali
sono i possibili risultati (seppure casuali) di una misura. Il principio 3 dice che se esiste una
misura che può discriminare fra due stati allora essi devono essere ortogonali. Se
prendiamo gli stati $$|u\rangle$$ e $$|r\rangle$$, nessuna misurazione può farci capire qual
è quello che rappresenta il sistema. Infatti, se misuro lungo z non esclude che lo stato
precedentemente fosse $$|r\rangle$$. Allo stesso modo, se misuro lungo y, non posso
escludere che lo stato fosse $$|u\rangle$$. D’altronde, il prodotto interno non è affatto zero.
Se, invece, dobbiamo distinguere $$|u\rangle$$ e $$|d\rangle$$, basta misurare $
$\sigma_z$$. I due stati, infatti sono ortogonali. Il principio 4 quantifica le probabilità di
ottenere certi risultati. Le probabilità sono uguali ai moduli quadri dei coefficienti dello stato
del sistema poiché tali coefficienti possono essere negativi o complessi.
Questi principi hanno un’importante conseguenza cioè che gli osservabili sono rappresentati
da operatori hermitiani. Motiviamo questa cosa. Gli autovalori devono essere reali poiché
ogni misurazione può restituire solo valori reali. Inoltre, gli stati distinguibili del sistema
(autovettori) devono essere ortogonali. Per soddisfare questi due requisiti, l’operatore deve
essere necessariamente hermitiano.