Leadership Agile Nella Complessità - Consigli Utili Per Comandanti (Anche D'azienda) - Europa Atlantica

25/5/2020 "Leadership agile nella complessità". Consigli utili per comandanti (anche d'azienda).
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25/5/2020 "Leadership agile nella complessità". Consigli utili per comandanti (anche d'azienda). - Europa Atlantica
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By Alberto Pagani () / 4 Maggio 2020
L’UE post-pandemia e la s da del
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La recensione del libro di Fernando Giancotti e Yakov Shaharabani post-pandemia-e-la-s da-del-rilan
“Leadership agile nella complessità. Organizzazioni, Stormi da progetto-europeo/)
combattimento” a cura di Alberto Pagani
L’impegno NATO in Afghanistan e
ruolo dell’Italia
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nato-in-afghanistan-e-il-ruolo-
dellitalia/)

ARCHIVI
Maggio 2020
(https://europaatlantica.it/2020/0
Aprile 2020
Marzo 2020
Febbraio 2020
Nel 2006 gli autori di questo libro, due uf ciali piloti dell’aeronautica (https://europaatlantica.it/2020/0
militare, sono a Washingoton per completare la loro formazione
manageriale all’ICAF – Industrial College of the Armed Forces – presso Gennaio 2020
la National Defense University, dove hanno studiato Dwight Eisenhower e (https://europaatlantica.it/2020/0
Colin Powell. Sono l’italiano Fernando Giancotti e l’israeliano Yakov
Shaharabani. Il generale Giancotti (che dopo essere passato dagli abitacoli Dicembre 2019
degli Star ghter F-104S alle aule delle Business School, è oggi il Presidente (https://europaatlantica.it/2019/12
del Centro di Alti Studi della Difesa italiana), risulta il migliore su oltre
trecento studenti provenienti da 49 Paesi, ottenendo il massimo Novembre 2019
punteggio in tutti i 13 corsi previsti dal programma di studio. Era la (https://europaatlantica.it/2019/11
prima volta, negli oltre ottanta anni di storia della Scuola, che uno
straniero si aggiudicava il primo posto nella classi ca nale del corso. La Ottobre 2019
sua ricerca sulle forze della Riserva vince l’United States Army (https://europaatlantica.it/2019/10
Association Award for Research Excellence, mentre la sua altra ricerca,
vince lo “Strategic Vision Award”. Questa ricerca ha poi dato vita a questo Settembre 2019
libro, che si intitola “La leadership agile nella Complessità”, ed è edito per i (https://europaatlantica.it/2019/0
tipi della Guerini.
Agosto 2019
Si tratta di un manuale che documenta nel dettaglio modelli, metodologie
e applicazioni reali, collaudate sul campo, capaci di dare alla leadership
leve e strumenti per il controllo e il miglioramento delle performance dei
Luglio 2019
processi. Il primo aspetto del testo, che colpisce già scorrendo l’indice, è la
sua straordinaria interdisciplinarietà, coltivata con “l’agilità cognitiva di
chi percorre rotte che attraversano i diversi domini disciplinari”, come ha
Giugno 2019
scritto Enrico Viceconte, presentandolo. Ma non è certamente un testo (https://europaatlantica.it/2019/0
generico, o privo di specialismo, è piuttosto un lavoro che coniuga
sapientemente lo specialismo di una materia con altre dimensioni del
Maggio 2019
sapere, con discipline totalmente diverse dall’aeronautica e dalle scienze (https://europaatlantica.it/2019/0
strategiche. Non si tratta quindi di un lavoro di scomposizione, ma di
ricomposizione. “L’intelligenza che sa solo separare, s za il complesso
Aprile 2019
del mondo in frammenti disgiunti, fraziona i problemi, unidimesionalizza (https://europaatlantica.it/2019/0
il multidimensionale. (…) Un’intelligenza incapace di considerare il
contesto e il complesso planetario rende ciechi, incoscienti e
Marzo 2019
irresponsabili.” Lo scrive il sociologo francese Edgar Morin, nel suo Una

testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero (ed.
Cortina, Milano 2000), dove spiega come la gigantesca torre di Babele del Febbraio 2019
nozionismo sia buona soltanto per formare una “testa ben piena”, nella (https://europaatlantica.it/2019/0
quale “il sapere è accumulato, ammucchiato, e non dispone di un
principio di selezione e di organizza o che gli dia senso”. Un sapere Gennaio 2019
realmente utile non può essere soltanto separazione, perché comprendere (https://europaatlantica.it/2019/0
il reale serve soprattutto la capacità di ricomposizione ed
interconnessione. Dicembre 2018
Per pensare la Leadership in un modo nuovo Giancotti e Shaharabani
interconnettono idee e concetti provenienti da contesti culturali
Novembre 2018
differenti, ma lo fanno in maniera assolutamente logica e coerente. Lo (https://europaatlantica.it/2018/11
studio dei due autori infatti è una ri essione metodologica, più che una
collazione di nozioni, e credo che andrebbe studiato nelle scuole di
Ottobre 2018
business e management, prima che nelle accademie militari. Il (https://europaatlantica.it/2018/10
management non è una disciplina specialistica, un sapere isolato da tutti
gli altri, ma è un insieme di domini di conoscenza (tra i quali ci sono
Settembre 2018
discipline che hanno radici antichissime, come ad esempio la strategia (https://europaatlantica.it/2018/0
militare) fortemente collegati tra loro. Maggiori sono le connessioni che
si riescono a creare, maggiori sono le opportunità di elaborare modelli
Maggio 2018
nuovi ed ef caci. Apro una piccola parentesi autobiogra ca per ricordare (https://europaatlantica.it/2018/0
che quando insegnavo all’Università dicevo ai miei studenti, che
generalmente non erano militari e non studiavano scienze strategiche,
Marzo 2018
che per ottenere un buon risultato all’esame dovevano leggere anche (https://europaatlantica.it/2018/0
l’arte della guerra di Sun Tzu, o hagakure di Yamamoto Tsunetomo o Vom
Kriege di Von Clausewitz, persino il Macbeth di Shakespeare. All’inizio del
Febbraio 2018
corso i ragazzi sembravano sempre abbastanza perplessi dal mio (https://europaatlantica.it/2018/0
programma, ma solitamente con lo svolgersi delle lezioni e delle nostre
discussioni ne apprezzavano l’interdisciplinarietà e comprendevano la
Gennaio 2018
necessità di mettere a confronto anche conoscenze che all’apparenza (https://europaatlantica.it/2018/0
sono molto lontane, e poco pertinenti con la materia di studio. Studiare le
forme ed i processi organizzativi senza mai fuggire dalla prigionia
Dicembre 2017
specialistica della “letteratura di genere” spesso si rivela un esercizio (https://europaatlantica.it/2017/12
sterile, poco innovativo ed anche poco utile.
Le moderne organizzazioni complesse sono sempre più frequentemente Agosto 2017

costrette a confrontarsi con ambienti incerti, turbolenti ed instabili, (https://europaatlantica.it/2017/0
fortemente competitivi e con ittuali. E’ per questa ragione che quando

insegnavo sociologia delle organizzazioni e management consigliavo la Aprile 2016
lettura dei testi classici del pensiero strategico e loso co, a chi volesse (https://europaatlantica.it/2016/0
acquisire gli strumenti metodologi per orientarsi ed agire in situazioni di

con itto. La “metamorfosi della società mondiale del rischio” (Cfr. Ulrich Marzo 2016
Beck, La metamorfosi del mondo, La Terza editore, 2017), ha costretto la (https://europaatlantica.it/2016/0
maggior parte delle organizzazioni complesse ad adattarsi ad un ambiente
“cosmopolizzato” dalla rete internet e dalla globalizzazione dei processi
economici, nanziari e politici. Gli “spazi d’azione costruiti in termini
CATEGORIE
cosmopolitici” sono perennemente instabili, imprevedibili per de nizione,
ed impongono alle strutture organizzative logiche operative di

Africa
funzionamento che assomigliano più ai processi biologici di un
organismo vivente (sistema aperto) che a quelli meccanici di un congegno geopolitico/africa/)

di ingranaggi (sistema chiuso). Non è un caso che la moderna teoria delle
Artico
organizzazioni complesse abbia mutuato concetti e modelli analitici dalla
teoria generale dei sistemi, che a sua volta li ha derivati dalla biologia (cfr.
geopolitico/artico/)
Ludwig von Bertalanffy). Frederick Edmund Emery de nì sistemi socio-
tecnici quelle organizzazioni il cui interscambio con il contesto Atlantico
ambientale di riferimento è determinante nel de nirne la struttura (https://europaatlantica.it/focus-
organizzativa. In essi uomini e macchine svolgono compiti integrati e non geopolitico/atlantico/)
subordinati gli uni alle altre. Per questi sistemi non vi è un solo modello
organizzativo possibile, esistano diverse modalità di conciliazione Balcani
possibile tra le esigenze tecniche e tecnologiche e quelle del sistema.
geopolitico/balcani/)
Questa intuizione apriva già la strada allo studio della leadership.
Giancotti e Shaharabani la mettono al centro del loro lavoro, utilizzando Cina70
lo strumento dello studio di caso, come facevano i grandi maestri della (https://europaatlantica.it/cina70
scuola francese. Alain Touraine (Evoluzione del lavoro operaio nelle
of cine Reanult, 1955) e Michel Crozier (Il fenomeno burocratico, 1963) Economy and nance
hanno prodotto dei veri e propri “classici” della sociologia del lavoro e (https://europaatlantica.it/econom
della teoria delle organizzazioni complesse studiando problemi di and- nance/)
carattere generale attraverso l’analisi di casi speci ci. “Nella nostra
Emergenza Coronavirus
esplorazione della leadership” scrivono Giancotti e Shaharabani “abbiamo
seguito sentieri che ci hanno condotto da idee che ci intrigavano a
coronavirus/)
esperienze che hanno segnato le nostre vite personali e professionali e poi
dalle esperienze di nuovo verso le idee”. Questa sequenza logica, che dal Eurasia
concetto astratto passa allo studio di caso concreto, per poi ritornare alla (https://europaatlantica.it/focus-
costruzione di un modello analitico astratto, permette di mettere a fuoco geopolitico/eurasia/)
e di utilizzare come modello idealtipico la visione, la leadership, la
Europea
cultura, i processi e la struttura organizzativa descritti da Giancotti e
(https://europaatlantica.it/europe
Shaharabani per lo Stormo da combattimento dell’aeronautica militare
contemporanea. Ne deriva un modello analitico manageriale che può Eventi
essere metodologicamente applicato a qualsiasi organizzazione costretta (https://europaatlantica.it/eventi/
ad agire in contesti turbolenti, caratterizzati dalla massima incertezza ed
imprevedibilità, come lo è uno Stormo da combattimento. Moltissime Firewall
organizzazioni complesse, che in passato eccellevano per ef cacia e (https://europaatlantica.it/ rewal
ef cienza nel loro settore, grazie all’ef cienza dei modelli organizzativi di
Focus geopolitico
impostazione tayloristico fordista che adottavano, per sopravvivere ai
cambiamenti dei mercati di riferimento hanno dovuto adattare la loro geopolitico/)
impostazione burocratica ai nuovi contesti instabili, evolvendo sotto la
dittatura del loro task environment. Altre non ci sono riuscite, hanno Global look
progressivamente perso terreno e alla ne sono (sorprendentemente?) (https://europaatlantica.it/global-
scomparse. La sociologia delle organizzazioni ha abbondantemente look/)
spiegato e documentato questo fenomeno, che caratterizza la
Il futuro e l'Europa
contemporaneità.
(https://europaatlantica.it/futuroe
Il libro di Giancotti e Shaharabani è dunque un ottimo studio di
Indo-Paci co
sociologia delle organizzazioni, ben strutturato, che si pone l’obiettivo di
fare un passo in più: proporre modelli nuovi per una leadership agile.
geopolitico/indo-paci co/)

Propone infatti chiavi di lettura e modelli operativi derivati
dall’esperienza dei due autori nel contesto militare, da cui è possibile Jihad monitor
trarre strumenti metodologici ed organizzativi che sono applicabili (https://europaatlantica.it/jihad-
facilmente ad organizzazioni complesse estranee all’ambito militare, sia monitor/)
nel campo della pubblica amministrazione che nel settore privato,
Medio Oriente
industriale e commerciale.
La prima parte del libro è centrata su leadership e complessità. “L’effetto geopolitico/medio-oriente/)
farfalla” derivato dalla matematica e dalla sica, la cui dipendenza
Mediterraneo
sensibile alle condizioni iniziali è alla base della teoria del caos, mostra
come, nei sistemi complessi, minimi cambiamenti in un luogo possono geopolitico/mediterraneo/)
stabilire una rete di conseguenze inimmaginabili, in progressiva
espansione, nché risultati imprevisti non compaiono in luoghi distanti NATO brief
nello spazio e nel tempo. Partendo da questo concetto, e dall’attrattore (https://europaatlantica.it/nationa
strano di Lorenz, che mentre studiava i processi non lineari nella
NATO70
meteorologia individuò un ordine al di là del caos e ne costruì (attraverso
(https://europaatlantica.it/nato70
i frattali) una rappresentazione gra ca computerizzata, i nostri due autori
arrivano ad analizzare i sistemi complessi adattivi (SCA). De niti “sistemi Osservatorio strategico
aperti evolutivi non lineari, come la foresta tropicale, che processano e (https://europaatlantica.it/osserva
incorporano continuamente nuove informazioni”, i SCA sono sistemi strategico/)
aperti in cui gli elementi interagiscono in maniera non lineare, ma
costituiscono un’entità organizzata e dinamica, capace di evolvere ed Recensioni e commenti
adattarsi all’ambiente. (https://europaatlantica.it/recensi
e-commenti/)
Nel campo delle organizzazioni complesse appare in modo molto evidente
che i SCA tendono verso una struttura gerarchica auto-organizzante, che Sahel
produce generalmente un nuovo ordine, di livello superiore. L’evoluzione (https://europaatlantica.it/focus-
dei sistemi autopoietici, operativamente chiusi (cfr. Humberto Maturana geopolitico/sahel/)
e Francisco Varela, De màquinas y seres vivos, 1972), avviene per mezzo

Security and defence
della comunicazione (che è il solo contenuto reale e interno al sistema
(https://europaatlantica.it/securit
sociale) seguendo una logica autoreferenziale detta autopoiesi, che è la and-defence/)
capacità di un sistema complesso di mantenere la propria unità e la
propria organizzazione, attraverso le reciproche interazioni dei suoi Sicurezza Economica
componenti interni. L’adattamento all’ambiente in questa interpretazione (https://europaatlantica.it/sicurez
è un sorta di ricostruzione di un nuovo order from noise (Niklas economica/)
Luhmann, Sistemi sociali, 1984) che avviene per mezzo del processo
Spazio nuova frontiera
comunicativo. Partendo da uno stato stabile, che viene perturbato da
(https://europaatlantica.it/spazio/
uttuazioni progressivamente ampli cate, attraverso cicli di retroazione
positivi, che si alimentano l’un l’altro, il sistema evolve verso un nuovo Storie e Anniversari
stato stabile, con un nuovo livello di complessità, de nito Tipping Point, o (https://europaatlantica.it/memor
punto di in essione strategica. La maggior parte dei processi evolutivi del e-retrospettive/)
nostro mondo, dalla meteorologia ai comportamenti dei mercati, dalla
siologia del cervello al funzionamento dell’ecosistema, possono essere USA2020
(https://europaatlantica.it/usa202
descritti attraverso la teoria della complessità del caos (Cfr. James Gleick,
Chaos: Making a New Science, 1987). E’ qui secondo i nostri due autori,
che partendo dalla storia dell’evoluzione dell’uomo sono passati alle teorie
della complessità e del caos, che si pone il tema della leadership: Tweet di @AtlanticaEuropa
“L’approccio antropologico alla leadership – scrive Giancotti – trova

Europa Atlantica
un’autorevole corrispondenza con il metodo militare odierno in un @AtlanticaEuropa
classico della sociologia militare: la monumentale ricerca degli anni L'analisi sugli effetti del #COVID__19 in
Nord Africa di @loremarinone del
Quaranta denominata The American Soldier. […] I risultati [della ricerca] @CentroStudiInt per europaatlantica.it e
mostrano che la motivazione nasce nelle dinamiche del piccolo gruppo, per il nostro approfondimento sul
#Coronavirus@AndreaManciulli
nei reciproci legami che legano un gruppo di umani insieme. Questi @Margelletti @casini_enrico @gaboiac
gruppi assomigliano nelle dimensioni a quelli che hanno battuto i @Marco_Di_Liddo @FrancyManenti
europaatlantica.it/emergenza-coro…
territori di caccia per innumerevoli millenni, la cui coesione era fondata
sulla necessità assoluta per ogni specie vivente: la sopravvivenza.” Sono
I possibili effetti d…
infatti proprio le dinamiche dell’interazione e della collaborazione, nate L’analisi di Lorenzo …
nelle bande primitive, che fanno emergere la leadership come elemento di europaatlantica.it
coesione, come riferimento per l’azione collettiva. Utilizzando un

53m
approccio sociologico di matrice relazionale si potrebbe de nirla come
relazione d’in uenza tra leader e collaboratori, ancora più importante Ritwittato da Europa Atlantica
“quando abbiamo a che fare con organizzazioni molto più grandi del Lorenzo Guerini
gruppo primario”. Questa relazione comunicativa produce il @guerini_lorenzo
cambiamento (nuovo ordine) organizzativo in maniera autopoietica Stamattina a Crema dove dopo due
mesi di intensa attività si conclude
perché plasma la cultura organizzativa. Chiamiamo così quel corpus fatto l’impegno dell'ospedale da campo:
di ethos e valori del team, che caratterizza l’oroganizzazione. Potremmo grazie a tutto il personale militare
impiegato! Solidarietà, professionalità e
dire che la identi ca (le fornisce identità), perché ne collega le nalità e gli generosità che hanno aiutato anche
obiettivi ad un modello culturale latente che vi attribuisce senso. La questa città a rialzarsi e guardare al
futuro con speranza.
connessione tra goal attainment e latency (Talcott Parsons, Theories of
Society, 1965), che caratterizza tutti i sistemi d’azione sociale, è una
dimensione fondamentale nei moderni interventi di sviluppo
organizzativo in azienda. Giancotti ne fa un esempio militare citando il
corpo dei Marines, che affronta la problematica dell’integrazione tra le
diverse sub-culture giovanili delle reclute. Quel programma di
formazione ed integrazione che le aziende generalmente chiamano di
“induction”, dall’US Marine Corps viene denominato il “crogiolo”, ma si
tratta sostanzialmente della stessa cosa. L’Aeronautica Militare Italiana
adotta il concetto di “rete di capi” come modello per l’accrescimento della
1h
capacità di misurarsi con la complessità. Per affrontare problemi
complessi con soluzioni adeguate, ed altrettanto complesse, si adotta la Europa Atlantica
@AtlanticaEuropa
logica del “team of teams” che “spinge i leader strategici a guidare le unità
Oggi su europaatlantica.it proponiamo
a tutti i livelli in modo decentrato e tuttavia orientato nella direzione l'intervista al prof @FCoticchia di
della leadership dell’organizzazione”. Un concetto, quello del “team of @UniGenova per il nostro ciclo di
approfondimenti sul mondo dopo
teams” evocato da Giancotti, che sta avendo uno sviluppo nell’ambito dei #CoronavirusPandemic
principi dell’agilità adottati nello sviluppo del software. Dunque la @AndreaManciulli @casini_enrico
@Alessandro__Ma @aa_gilli
vecchissima rete dei capi, derivata da un’antica saggezza militare, trova @g_natalizia @mrtlgu
applicazione in contesti avanzati nella forma di “team of teams”, quando europaatlantica.it/emergenza-coro…
è necessario avere un numero ristretto di leader per garantire la coesione.

Certamente questa è una convergenza bizzarra, tra la dimensione del Come la pandemia…
Conversazione di E…
“manipolo” (che sta nel palmo di una mano) di antica origine militare
europaatlantica.it
(risalente alle preistoriche bande di cacciatori), e quella delle
contemporanee imprese high tech, che richiedono uno sviluppo agile del 24 mag 2020
software a livello di team. Allo stesso modo oggi anche strutture

organizzative molto grandi provano ad estendere l’approccio di squadra, Incorpora Visualizza su Twitter
come Scrum, concentrato sulla fornitura di valore per il cliente giorno 

META
per giorno, all’approccio strategico per l’agilità di business a livello
aziendale. Nello sviluppo agile del software, un team compatto di Accedi

sviluppo è una auto-organizzazione, cross-funzionale. In questo modo si (https://europaatlantica.it/wp-
organizza l’attività di sviluppo con un overlapping disciplinato, questo login.php)
consente di accelerare lo sviluppo del progetto e ridurre le perdite di
informazioni tra le attività. In genere la squadra è abbastanza piccola (7 ± Inserimenti feed
2 persone). Si ritiene che andando oltre le 12-15 persone si perda la (https://europaatlantica.it/feed/)
dimensione “manipolare”. La dimensione del cosiddetto sympathy group
si considera ottimale in situazioni in cui è richiesta rapidità di risposta. Lo Feed dei commenti
stretto coordinamento del comportamento è utile per produrre l’aiuto ed (https://europaatlantica.it/comme
il conforto reciproco nei momenti di grave stress emotivo, come in guerra
o nel raggiungimento di obiettivi di progetto particolarmente impegnativi WordPress.org
(milestones). (https://it.wordpress.org/)
La ri essione di Giancotti e Shaharabani in conclusione va a costruire

un’architettura piuttosto complessa, ma poco complicata. Per sottolineare
la necessità di produrre modelli nuovi gli autori, in apertura della terza
parte del libro, citano l’ultimo leader dell’URSS, Michail Gorbacev:
“Sarebbe ingenuo pensare che i problemi che af iggono oggi l’umanità
possano essere risolti con i mezzi e i metodi che sono stati applicati o
apparivano funzionare nel passato.” Il problema che si pone, sostengono i
nostri autori, è colmare il divario tra la logica d’azione “ristretta” del
piccolo gruppo, che interpreta la realtà attraverso emozioni e processi
lineari, e la complessità di mega-organizzazioni che sono attraversate da
un enorme usso di informazioni, in un mondo che cambia
continuamente e rapidamente. Oggi, che sempre più spesso potremmo
dire che l’azione strategica è orienta dall’elaborazione di Big Data,
analizzabili solo attraverso l’intelligenza arti ciale, che elabora scenari
ipotetici per mezzo di algoritmi predittivi, il modello CAL (Comprehendig-
Acting-Leading), proposto dai due autori per affrontare le situazioni più
incerte e rapidamente mutevoli, mi pare particolarmente utile. E’ un
tentativo di fornire software logico che assista l’uomo nel colmare il
divario tra l’incomprensibile analisi di una mole enorme di dati e la sua
logica lineare, che è costretto ad utilizzare per valutare ogni sua scelta,
insita nel concetto di “razionalità limitata” del processo decisionale,
magistralmente descritta da Herbert Simon (H. Simon, Administrative
behavior; a study of decision-making processes in administrative
organization, 1947). Senza strumenti metodologici nalizzati a questo
scopo non rimarrebbe che rassegnarsi all’inutilità della decisione umana,
ed af darsi completamente all’automatismo della decisione af data alle
macchine, sulla base dell’analisi computerizzata di informazioni
inaccessibili al cervello umano. Ma svuotare di umanità la decisione
avrebbe la conseguenza tragica ed eticamente inaccettabile di
deresponsabilizzare l’uomo, e rinunciare alla prevalenza dei giudizi di
valore sui giudizi di fatto che dovrebbe caratterizzare ogni decisione
strategica. Il Ciclo CAL è un metodo cognitivo sistematico per assistere i
capi nel trattare la complessità e l’incertezza. “Spinge il leader a ricercare 
la visione d’insieme e allo stesso tempo scandire l’ambiente per percepire
s de tattiche e nuovo tendenze, per comprendere le in uenze estere ed

essere focalizzato su Missione e Visione prospettiva all’interno” (cfr. p127)
Lo scopo del modello proposto è spingere i capi ad assumersi
responsabilità, prendere l’iniziativa e mitigare i rischi. E’ un metodo logico
di analisi-sintesi che aiuta il leader a avere un approccio d’insieme e
d’iniziativa, ed agire in accordo con le nalità organizzative. Il ciclo è
fatto di sei fasi principali, che gli autori de niscono cuore ed anima del
processo decisionale del leader: Comprendere, Inventare, Identi care,
assegnare Priorità, Implementare e Rivalutare. In conclusione, ed è questo
a mio avviso il contributo più signi cativo della ri essione di Giancotti e
Shaharabani, la leadership è una funzione umana, insostituibile e non
delegabile. Oggi più di ieri si avvale di strumenti e capacità di calcolo che
rendono intelligibili informazioni contenute in una mole impressionante
di dati, che possono essere elaborati da macchine, ma richiedono alla ne
decisioni che comportano capacità di giudizio e valutazione etica.
Richiede capacità che la macchina non ha, usa la macchina per disporre
di elementi di valutazione, ma assume responsabilmente decisioni.
Assolvere bene a questo compito non è semplicemente l’espressione di
una dote innata, ma è l’esito di un processo e di una capacità che può e
deve essere acquisita, quindi imparata ed addestrata. Leadership agile
nella complessità è un’opera che mette a fuoco molte tematiche,
concentrandosi sempre sull’essenziale, senza eccessiva prolissità di
linguaggio o di dettaglio. Una lettura senz’altro consigliata a chi voglia
acquisire strumenti culturali e manageriali per affrontare con migliore
probabilità di successo le s de insidiose e rapidamente mutanti del
mondo odierno, sempre più complesso, perché globalizzato.
Alberto Pagani
Immagine interna la copertina del libro
Alberto Pagani ()
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