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amministrazione.
I Soggetti pubblici svolgono funzioni di interesse generale; solo persone giuridiche.
I Soggetti privati siamo noi cittadini; persone fisiche (noi) o giuridiche (società, associazioni).
I BC presentano proprietà di soggetti pubblici (Colosseo) sia privati (qualcuno compra un quadro di
Tiziano per esempio).
Quando un soggetto possiede qualcosa può fare quello che vuole perché di sua proprietà, ma nel
caso dei BC, che appartengono alla collettività e che possiedono una duplice anima, ci sono regole
che si devono rispettare.
Abbiamo un Codice, insieme di regole come il Codice della strada, cose scritte in norme giuridiche.
Ci sono i soggetti preposti al rispetto di queste regole: i vigili urbani, prefettura, Ministero
dell’Interno. Allo stesso modo anche qui ci sono le regole, il Codice, e i soggetti che presidiano al
rispetto di quelle regole: Ministero e Soprintendenze.
Esiste una gerarchia di leggi: Costituzione della Repubblica italiana (legge più importante) e le leggi
dello Stato. Chi fa le leggi per lo Stato? il Parlamento con le due camere, la Camera dei deputati e il
Senato della Repubblica. Però queste leggi sono sotto la Costituzione e quindi per questo devono
rispettare i principi della Costituzione. Però per lo Stato fa le leggi anche il Governo, in due modi:
attraverso i decreti legge convertiti in legge dal Parlamento (in 60 gg); i decreti legislativi, come il
Codice dei BC: c’è prima una legge del Parlamento che dà solo i principi e i criteri direttivi a cui il
Governo si deve attenere per fare la legge vera e propria, la “legge delega”, che il Governo la attua
non con urgenza ma nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi del Parlamento e fa un decreto
legislativo. Il gradino più basso delle fonti normative è rappresentato dalle leggi delle Regioni, che
devono rispettare sia le leggi dello Stato che della Costituzione.
Tutela e valorizzazione
Tre funzioni. Tutela, valorizzazione e fruizione: la tutela è la conservazione dei BC nel corso del
tempo; la valorizzazione (art.6) è la diffusione della conoscenza della collettività dei BC, delle loro
caratteristiche e della loro storia; la fruizione è l’esperienza diretta, il contatto diretto delle
persone con le opere d’arte (da considerare a sé stante, anche se citata con la valorizzazione
nell’art.6; dall’art.101 all’art.110 è disciplinata tutta la fruizione e dall’art.111 all’art.119 è
disciplinata la valorizzazione).
Chi può fare leggi sulla tutela? Lo Stato (art.117 Cost., comma 2).
Chi può fare leggi sulla valorizzazione? Lo Stato e le Regioni, quest’ultime devono rispettare le leggi
regionali.
Sviluppo normativo: dalla legge Rosadi (1909) alla legge Bottai (1939) (+ art.2,
comma 2 del Codice)
I BC sono cose mobili (es. quadri) e immobili (es. monumenti). Oggi si chiamano così, ma prima
avevano altre locuzioni.
“Bene culturale” è un concetto giuridico; nella realtà “cose”.
La Commissione Franceschini del ’64 individuò la nozione della Convenzione dell’AIA, ma poi si
pone il problema della definizione. Non è solo un cambiamento terminologico, ma concettuale.
Non si riferisce solo al dato estetico della cosa delle Belle Arti, ma ricomprende tutte quelle cose
che, anche se non hanno un’attitudine estetica, sono in grado di dimostrare un percorso di crescita
dell’evoluzione dell’uomo, come la processione dei Misteri di Taranto (Art.2, comma 2 del Codice
dei BC).
Art. 2, comma 2 del Codice dei BC
Queste cose presentano un interesse:
- artistico (manifestato da quelle cose che solo alcuni che hanno un dono o affinano una tecnica
con esercizi riescono a fare, l’espressine di capacità realizzativa che pochi sanno fare, unicità delle
cose che porta al concetto di “arte”);
- storico (riguarda le cose mobili o immobili che sono in grado di rappresentare un episodio
importante della nostra storia, come la giubba di Garibaldi);
- archeologico (es. Colosseo);
- etnoantropologico (costumi e modi di vari gruppi di uomini);
- archivistico (documenti);
- bibliografico (libri).
Leggi
- LEGGE ROSADI N.364: codificata per fissare l’inalienabilità dei reperti. Qui si parlava di Antichità
e Belle Arti.
Nel ventennio fascista le competenze delle antichità e delle Belle Arti si spostarono dal Ministero
della Pubblica Istruzione al Ministero dell’educazione nazionale, perché viste come un percorso di
crescita personale essendo la nostra storia.
- LEGGE BOTTAI L.1089 DEL 1939: non abbiamo ancora una nozione di “bene culturale”, si parla di
tutela delle “Cose di interesse artistico e storico”.
- COSTITUZIONE N.0 DEL 1948: nell’art.9 si parla di “patrimonio storico e artistico”.
I beni di appartenenza pubblica e di proprietà privata (allegati agli artt. 10, 12 e 13)
Sulla base di questa differenza di proprietà la legge stabilisce conseguenze giuridiche diverse.
Ad esempio: se la cosa mobile o immobile presenta un interesse culturale di proprietà pubblica
scatta la presunzione di culturalità fino alla verifica. Nel caso di un privato è necessario fare una
dichiarazione ad hoc di interesse culturale. Tutto questo seguendo l’indicazione dell’art.10: verifica
primo gruppo, dichiarazione terzo gruppo. Tutto ciò vale per le cose realizzate almeno da 50 se
mobili, da 75 anni se immobili, sia pubbliche che private.
Le scoperte fortuite
Art.90: chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili avvisa in 24h il sindaco, i carabinieri o la
Soprintendenza, lasciandole nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute. I tecnici della
Soprintendenza trovano tracce di antico insediamento, per esempio presso l’arancio di un
contadino che ha trovato queste cose, e quindi c’è da lavorare e avviano una campagna di scavi e
viene rilasciata un’occupazione di urgenza: temporaneamente viene data la possibilità di stare in
un luogo legittimamente e l’indennità per l’spossessamento temporale.
La valorizzazione
La norma fondamentale è indicata nell’art.6: la valorizzazione consiste nella promozione della
conoscenza del patrimonio culturale e nell’assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e
fruizione pubblica dello stesso, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura.
Art.111: le attività di valorizzazione dei BC consistono nella messa a disposizione di competenze
tecniche o risorse finanziarie o strumentali finalizzate alle funzioni indicate all’art.6. La
valorizzazione può essere ad iniziativa pubblica (che si deve conformare ai principi, dettati in
materia di esercizio pubblico, di libertà di partecipazione, pluralità dei soggetti, continuità di
esercizio, parità di trattamento, economicità e trasparenza della gestione), o privata, che
costituisce attività socialmente utile.
Art.112: valorizzazione dei BC di appartenenza pubblica. Gli enti pubblici assicurano la
valorizzazione degli istituti e luoghi indicato nell’art.101; le regioni possono legiferare sulle
funzioni e attività di valorizzazione. La valorizzazione dei BC non presenti negli istituti e luoghi
indicati nell’art.101 è assicurata allo svolgimento degli scopi istituzionali.
Gli enti pubblici stipulano accordi per definire strategie e obiettivi per la valorizzazione, accordi che
possono riguardare anche beni di proprietà privata, previo consenso degli interessati. Gli enti
pubblici possono, inoltre, costituire appositi soggetti giuridici cui affidare lo sviluppo culturale e i
programmi.
Art.113: valorizzazione dei BC di proprietà privata. Le attività di valorizzazione ad iniziativa privata
possono avere sostegno pubblico da parte degli enti pubblici, tenendo conto della rilevanza dei
BC. Le modalità sono stabilite con accordi col proprietario.
Art.114: gli enti pubblici, anche col concorso delle università, fissano i livelli minimi uniformi di
qualità delle attività di valorizzazione.
Art.117: negli istituti e luoghi di cultura dell’art. 101 possono essere istituiti servizi di assistenza
culturale e di ospitalità per il pubblico: il servizio editoriale di cataloghi e materiali informativi e
riproduzioni di BC; servizi di beni librari e archivistici; gestione di raccolte discografiche e
biblioteche museali; gestione punti vendita e utilizzazione delle riproduzioni dei beni; servizi di
accoglienza; servizi di caffetteria, di ristorazione e guardaroba.
Le forme di gestione
Le attività di valorizzazione dei BC di appartenenza pubblica sono gestite in forma diretta o
indiretta: nel 1° caso la gestione è svolta da strutture organizzative interne alle amministrazioni
provviste di idoneo personale tecnico; nel 2° caso tramite concessioni a terzi delle attività di
valorizzazione da parte delle amministrazioni cui i beni appartengono o dei soggetti giuridici.
La sponsorizzazione
E’ ogni contributo stanziato per la progettazione e attuazione di iniziative per la tutela e la
valorizzazione del patrimonio culturale. Possono essere iniziative del Ministero, degli altri enti
pubblici e anche persone giuridiche private e soggetti privati. La promozione avviene attraverso
l’associazione del nome, del marchio, dell’immagine, dell’attività o del prodotto all’iniziativa
oggetto del contributo. Con il contratto di sponsorizzazione (è un contratto finalizzato alla
diffusione di un segno distintivo, il più delle volte un marchio, o la denominazione di un prodotto o
di un’impresa, attraverso l’utilizzazione di un evento o di una serie di eventi) sono definite le
modalità di erogazione del contributo e le forme di controllo.
Il regime sanzionatorio
Occorre distinguere i reati che integrano delitti e i reati che integrano le contravvenzioni: si ha
delitto quando la legge stabilisce le sanzioni penali della reclusione o della multa; si ha
contravvenzione quando la legge prevede l’arresto o l’ammenda.
Delitti
Art.173: la norma punisce con reclusione fino ad un anno e una forte multa: l’alienazione senza
prescritta autorizzazione dei BC degli artt. 55 e 56 (alienabilità e inalienabilità), l’omessa
tempestiva denuncia degli atti di trasferimento della proprietà o della detenzione dei BC, la
consegna da parte dell’alienante di un bene soggetto a prelazione.
Art.174: punisce con reclusione fino a 4 anni e con multa fino a 5.165 euro: l’illecita esportazione
delle cose di interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, bibliografico,
documentale o archivistico e di quelle indicate all’art.11; nei confronti di chi non fa rientrare nel
territorio nazionale, alla scadenza del termine, BC per i quali è stata autorizzata l’uscita o
esportazione temporanea.
Art.176: punisce con reclusione fino a 3 anni e multa fino a 516,50 euro (pena aumentata con 6
anni e 1033 euro): l’impossessamento illecito di BC appartenenti allo Stato.
Art.178: punisce con reclusione da 3 mesi fino a 4 anni e con multa da 103 a 3099 euro: chiunque
contraffa, altera o riproduce opere di pittura, scultura o grafica al fine di trarne profitto.
Contravvenzioni
Sono le norme che sanzionano la violazione degli obblighi di protezione e conservazione dei BC.
Art.169: si occupa di opere illecite con arresto fino ad un anno e ammenda da 775 a 38734,50 euro
e in particolare: la demolizione, la rimozione, la modifica, il restauro di opere di qualunque genere
senza autorizzazione; il distacco, senza autorizzazione del soprintendente, di affreschi, stammi,
graffiti, iscrizioni, tabernacoli e altri ornamenti di edifici; l’esecuzione di lavori provvisori
indispensabili per evitare danni notevoli ai BC senza darne immediata comunicazione alla
Soprintendenza e inviare progetti definitivi per l’autorizzazione; l’inosservanza dell’ordine di
sospensione dei lavori che il soprintendente può ordinare in occasione di interventi iniziati senza
autorizzazione o in difformità dall’autorizzazione rilasciata.
Art.170: sanziona la destinazione dei BC ad un uso incompatibile col loro carattere storico o
artistico.
Art. 171: contravvenziona la collocazione o rimozione illecita dei BC. Il comma 1 si occupa dei beni
appartenenti agli enti pubblici e alle persone giuridiche private (punizione: arresto da 6 mesi a un
anno e ammenda fino a 38734,50 euro).
Art.172: punisce chiunque non osserva le prescrizioni del Ministero in materia di distanze, misure
e altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei BC immobili.
Art.175: punisce con arresto fino a un anno e ammenda fino a 3099 euro: chi esegue ricerche
archeologiche o opere di ritrovamento dei beni indicati nell’art.10 senza concessione; chi, avendo
scoperto fortuitamente dei beni mobili o immobili costituenti BC, ometta di fare denuncia al
termine di 24h al soprintendente, al sindaco o all’autorità di pubblica sicurezza.