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Michela Cigola
Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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All content following this page was uploaded by Michela Cigola on 22 May 2014.
METODI E TECNICHE
DELLA RAPPRESENTAZIONE
PRESENTAZIONI
Michela Cigola
Nel suo "De Re aedificatoria" Leon Battista Alberti (2) confessa di aver pensato
più volte di abbandonare la stesura del suo trattato per la complessità e la novità
dell'argomento, ma nei capitoli successivi l'Alberti continua affermando che solo lo
studio ed il rilievo degli antichi monumenti gli aveva permesso di approfondire la
materia trattata e quindi di continuare la sua opera.
Secondo alcuni biografi quattrocenteschi di Filippo Brunelleschi, a monte della
rivoluzione architettonica e percettiva da lui promossa e favorita. ci fu un'attenta
campagna di rilevamento dei monumenti di Roma, condotta in più riprese con l'amico
Donatello (3).
Nel solco della strada aperta da questi due grandi, altri architetti del Rinascimento
si interessarono attivamente di rilevamento, e tra questi vanno ricordati Donato
Bramante, Baldassarre Peruzzi ed Antonio da Sangallo il Giovane (4).
Nella figura 1 viene riportato un disegno eseguito da Francesco di Giorgio Martini
durante una sua visita all’Abbazia di Montecassino, presumibilmente tra il 1494/95;
questo e gli altri disegni rimastici di questa visita di studio (5), dovevano essere
certamente degli spunti che poi sarebbero stati messi in pulito successivamente, infatti
1
P. Sanpaolesi, op.cit. pp. 62-63 nota 34
2
L. B. Alberti (1406-1472) scrisse il De re aedificatoria nel 1452
3
F. Brunelleschi (1377-1446), Donatello (1386-1466)
4
D. Bramante (1444-1514), B. Peruzzi (1481-1536), A. da Sangallo il Giovane (1483-1546)
5
Firenze, Collezione di Disegni degli Uffizi, nn. 322Av, 324Ar, 325 Ar, 326 Ar
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito Michela Cigola
l'autore sopra alcuni dei disegni traccia, evidentemente in un secondo tempo, una linea
di un inchiostro più scuro e talvolta anche la scritta "fatto" sopra i pezzi che aveva già
riportato in bella copia in altri fogli o taccuini che purtroppo non ci sono arrivati.
6
G.Monge, si interessò della riorganizzazione del sistema didattico francese, occupandosi dell'Ecole
Polytecnique destinata agli ingegneri, e dell'Ecole Normale, destinata ai professori. Fu proprio nelle aule
di queste due scuole che Monge nel 1794/95 tiene le prime lezioni pubbliche di Geometria Descrittiva. A
noi sono arrivate, quelle dell'Ecole Normale, grazie al suo assistente da J.P.N. Hachette, che dopo ne
curò una pubblicazione organica.
7
P. M. Letarouilly (1795-1855) fu architetto e studioso di architettura romana del Rinascimento, di cui
pubblicò vari rilevamenti, raccolti nel testo “Les édifices de Rome moderne”, vedi bibliorafia
Fig. 2. 1840-57, Paul Marie Letarouilly, Il complesso di S. Giovanni dei Genovesi a Roma, in “Les
édifices de Rome moderne”, voll. 3, Paris 1840-57, tav. 91 vol. I
Disegno e Normativa
Il rilevamento è una disciplina in continuo sviluppo con il mutare dei tempi, visto
che ogni epoca lo ha inteso in modo diverso, a seconda della maniera di intendere
l'architettura e quindi di graficizzarla. Essendo quindi il rilievo espressione profonda
della cultura scientifica ed architettonica di ogni epoca, non si può dire che esista in
assoluto un rilevamento migliore di un altro, ma molti modi di intenderlo, tutti
ugualmente legittimi.
La nostra epoca, grazie alle convenzioni grafiche seguite all'opera di Monge,
produce rilevamenti scientifici ed obiettivi, il più oggettivi possibile. Ma nonostante
tutto è impossibile soffocare completamente la soggettività del rilevatore; per quanto la
ricerca sia condotta con scientificità, il fattore umano vi trasfonderà sempre carattere e
personalità.
Per cercare di rendere più oggettivo possibile l’apporto personale, si è introdotto il
concetto di “Norma”, applicandolo al Rilevamento architettonico e urbano.
Praticamente la norma è un fascicolo di prescrizione composta di testo e grafici ed
illustrazioni (8); negli ultimi tempi la codifica grafica si va diffondendo per di arrivare
ad una rappresentazione unificata che consenta una univocità di lettura, fino ad oggi,
sono però molto poche le norme che hanno come campo di ricerca e di applicazione
quello del Rilevamento architettonico, e quindi quello della rappresentazione
dell'architettura storica.
Nel momento in cui si passa alla rappresentazione grafica dell'organismo
architettonico sul supporto cartaceo, tutti gli aspetti che nelle fasi precedenti della
ricerca sono stati osservati e desunti, devono essere riprodotti negli elaborati, che
costituiscono una tappa fondamentale nella serie di operazioni di rilevamento. Questo
8
Della simbologia grafica si occupano da tempo l'ISO (International Standards Organisation) ente
unificatore dei paesi anglosassoni ed in particolare dell'USA; in campo nazionale esiste come l'UNI
Nel caso in cui in uno stesso lavoro si debbano usare altri tipi di linee, oppure
utilizzare quelle indicate dalle norme in applicazioni differenti da quelle indicate, è
sufficiente indicarlo in maniera chiara nella legenda dei segni grafici che non dovrebbe
mai mancare in un elaborato di rilevamento architettonico.
Le norme differenziano le linee per tipo e grossezza (9), ed esse devono essere
scelte secondo un criterio di coerenza all'interno dello stesso gruppo di elaborati
grafici. Se si verifica una sovrapposizione tra linee diverse, esse devono essere
rappresentate seguendo un criterio di priorità, che mette al primo posto le linee per gli
elementi in vista e subito dopo quelle per gli elementi in vista virtuale o nascosti; fanno
seguito le tracce dei piani di sezione, gli assi di simmetria ecc.
Passando a trattare le disposizioni delle viste dell’oggetto che stiamo disegnando,
le norme UNI riconoscono come principali metodi di rappresentazione della realtà, le
proiezioni ortogonali, le assonometriche e le prospettiche, dando per ognuna di esse
una definizione ed una normativa (Fig. 4). Il metodo che però viene indicato come il
principale e di più frequente utilizzo per la descrizione di un oggetto, è quello della
Proiezioni Ortogonali, che è oggetto di una delle norme basilari, la UNI 3970, che
indica anche diverse soluzioni del problema dall'ISO.
Per "vista" si intende una delle Proiezioni ortogonali dell'oggetto, che viene
considerato come chiuso in una scatola parallelepipeda, le cui facce interne siano i piani
sui quali si formano le diverse proiezioni ortogonali: esse sono così definite (Fig. 5):
Fig. 4. Quadro sinottico dei metodi di proiezione e della disposizione e presentazione delle viste. UNI
3969. Disegni Tecnici. Metodi di proiezione
9
Per grossezza di una linea si intende la sua dimensione trasversale, che deve essere scelta in funzione
delle dimensioni e della densità del disegno tra le seguenti grossezze in mm: 0,18 - 0,25 - 0,35 - 0,50 -
0,70 - 1,0 - 1,4 - 2,0
Fig. 5. Denominazione delle viste. UNI Fig. 6. Metodo del primo diedro,
3970. Disegni Tecnici. Proiezioni ortogonali. disposizione delle viste. UNI 3970. Disegni
Viste Tecnici. Proiezioni ortogonali. Viste
Fig. 7. Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, originale 1:100. Università di Roma “La
Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi per il Rilevamento
architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi.
10
Oltre a quello del primo diedro viene usato anche il metodo delle frecce, in cui le singole viste sono
identificate con delle lettere, e la cui posizione viene identificata da una serie di frecce che indicano il
verso di proiezione riportare sulla vista principale, cioè l'alzato.
Per quanto riguarda le sezioni, la norma UNI 3971 indica come utilizzare il
metodo delle proiezioni ortogonali, disponendo che esse devono essere eseguite solo
quando veramente utili alla comprensione dell'oggetto e disposte secondo le regole
delle Proiezioni ortogonali, in particolare esse possono talvolta essere inserite nel
metodo del primo diedro al posto della vista laterale (Fig. 7).
Di solito le sezioni sono eseguite secondo un solo piano, ma talvolta questo tipo di
sezione non è abbastanza esplicativa, le norme indicano quindi altri tipi di sezioni che
possono essere applicate nella rappresentazione: sezioni secondo piani paralleli, e
secondo piani consecutivi; si deve indicare la traccia della sezione su una planimetria
con una linea mista fine e grossa, contraddistinta ai due estremi con frecce orientate nel
senso di proiezione (11), se la sezione è eseguita secondo piani paralleli o consecutivi,
anche le intersezioni delle tracce devono esse rappresentate con tratto più grosso.
Le zone sezionate devono essere tratteggiate con linea fine inclinate di 45° rispetto
alla base dell'elaborato grafico, anche se in alcuni casi, come riportato nella norma
UNI 3971. Disegni Tecnici. Proiezioni Ortogonali, Sezioni, il tratteggio può essere
omesso quando ciò non comprometta la leggibilità e la comprensibilità del disegno.
Per apporre le informazioni dimensionali su un disegno, si utilizzano i sistemi di
quotatura; per quotatura si intende il metodo di apporre delle linee e dei numeri che
individuano chiaramente le dimensioni di un oggetto, secondo la norme UNI 3973,
3974, 3975 e 3977, queste devono essere eseguite con linea continua fine (Fig. 8). Le
linee di misura, tracciate parallelamente alle dimensioni a cui si riferiscono, non
devono coincidere per evitare confusioni di lettura, con assi di simmetria, linee di
contorno o di riferimento; nè intersecare altre linee del disegno.
11
Vedi Fig. 3, linea tipo H
• Quotatura a quote sovrapposte. E' molto simile alla precedente, ma invece che più
linee di misura, ne utilizza una sola, unica e valida per più quote (Fig. 10c)
• Quotatura combinata. Consiste nell'uso, ove sia necessario, più tipi di quotatura
(Fig. 10d) (12)
Fig. 10a. Quotatura in serie. UNI 3974 Disegni Fig. 10b. Quotatura in parallelo. UNI 3974
Tecnici. Sistemi di quotatura Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura
Fig. 10c. Quotatura a quote sovrapposte. UNI Fig. 10d. Quotatura combinata. UNI 3974
3974 Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura
E' bene apporre due scale sul disegno, una è l'indicazione numerica che andrà
inserita nel riquadro delle informazioni, l'altra è la scala grafica di riferimento, posta
sul lato sinistro e sul lato in basso dell'elaborato, quest'ultima deve essere tracciata con
linea continua fine parallelamente alla linea della squadratura.
Le analisi connesse al Rilevamento architettonico utilizzano un ventaglio di scale di
rappresentazione piuttosto ampio, che dal 1:100 necessario per la rappresentazione
dell'intero complesso che si sta esaminando, possono arrivare addirittura all'1:1 nel
caso di analisi di particolari architettonici. Naturalmente qualunque sia la scala del
disegno, le quote da apporre devono corrispondere a quelle reali dell'oggetto
rappresentato, e la scelta della scala di rappresentazione deve essere fatta al fine di
facilitare al massimo la leggibilità e la chiarezza di tutti elementi dell'oggetto
rappresentato.
Di solito è bene che in ogni tavola compaiono solo rappresentazioni nella stessa
scala di riduzione, se si dovessero inserire nello stesso elaborato grafico più particolari
disegnati in scale diverse, si dovrà necessariamente riportare accanto ad ogni
rappresentazione la rispettiva scala grafica di riduzione, oltre che l'indicazione di tutti i
tipi di scale numeriche utilizzate nel cartiglio generale dell'elaborato.
12
Esistono altri tre tipi di quotatura, specifici del settore meccanico: Quotatura in coordinate cartesiane,
Quotatura in coordinate polari, e Quotatura in coordinate polari con rullo di misura
Il Rilievo architettonico
Non è facile definire esattamente cosa sia il rilevamento, anche se ormai pare del
tutto superata l'opinione che esso sia un semplice strumento per altre discipline, a
favore della tesi che esso sia un'operazione autonoma con un suo valore intrinseco;
esso è ormai riconosciuto come una disciplina complessa, l'unica che permetta di
penetrare nella natura più profonda dell'organismo architettonico, chiarificandone le
vicende storiche, la forma primigenia e le trasformazioni succedutesi nelle varie
epoche, arrivando a possederlo pienamente tramite la sua graficizzazione.
Compiere un rilevamento significa comprendere appieno l'opera architettonica nei
suoi aspetti metrici, geometrici e storici, fino ad arrivare alla sua lettura critica. Per
fare questo é necessaria una vasta serie di operazioni, che vanno oltre la misurazione
vera e propria.
Il processo di rilevamento si svolge misurando, disegnando, verificando e
confrontando i dati raccolti, mettendo in evidenza somiglianze e differenze seguendo un
vero e proprio metodo filologico. Contemporaneamente a questa fase è indispensabile
per la comprensione dell'edificio svolgere uno studio storico-archivistico per
inquadrarlo perfettamente nella sua epoca. Quindi per rilevamento si intende una
complessa serie di operazioni come la raccolta, la verifica e l'interpretazione di tutti i
dati possibili non solo sulla forma geometrico-spaziale dell'opera architettonica, ma
anche di quelli costruttivi, strutturali e storici.
Rilevare significa comprendere in un'architettura gli elementi pregnanti, quelli che
la rendono diversa da tutte le altre e quelli che nella semplificazione necessaria nel
passaggio dalla realtà alla sua rappresentazione bidimensionale, possono essere
tralasciati od omessi: la discretizzazione dell'opera, connessa con la scala di redazione
dei grafici.
I Metodi di rilevamento
Nella pratica del rilevamento architettonico possono essere distinti tre metodi:
− RILEVAMENTO DIRETTO: impiegato nella maggior parte dei casi, specialmente nella
13
Per l’approfondimento dei metodi di rilevamento strumentale e fotogrammetrico si rimanda a testi citati
in bibliografia.
Fig. 11 Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, prospetto di una cappella interna. originale
1:20. Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi
per il Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi
Fig. 12. Fettuccia metrica, Livello da muratore, Paline per allineamenti e Triplometro. Da M.
Docci, Teoria e tecnica del disegno, Laterza 1996
14
Eidotipo: dal greco “eidon”: vedere, osservare, e “tipos”: schizzo, disegno.
Fig. 13. Eidotipo di studio per il rilevamento del castello di Itri (LT). Disegno di E. Chiavoni
LOCALITA’:
OGGETTO:
ELABORATO: DATA:
SCALA:
ORIENTAMENTO:
Note
15
Nel caso di parti molto complesse si possono eseguire schizzi di dettaglio, collegandoli in modo chiaro
ed univoco all’eidotipo generale.
Fig. 17. Esecuzione per fasi dell’eidotipo della pianta del Pano terra di un edificio
Fig. 20. Eidotipo della pianta del Piano terra di un edificio con le trilaterazioni per il
rilevamento esterno ed interno
Con il metodo delle coordinate ortogonali (Fig. 21) partendo sempre da una base
esterna, cioè dal lato della poligonale, si riportano su di essa ortogonalmente i punti da
rilevare, quindi si misurano le distanze sia dei punti tra loro che le distanze tra essi e la
base. Il prelievo delle ascisse da riportare sulla base può seguire il metodo delle misure
progressive o quello delle misure parziali (Fig. 22); è buona norma nel caso
dell’utilizzo del metodo per ascisse ed ordinate, aggiungere alle misure parziali anche
una misura totale da utilizzate come verifica.
Fig, 22. Rilievo planimetrico con il metodo delle misure progressive e con il metodo delle misure parziali
Esistono dei casi particolari in cui il rilevatore deve porre grande attenzione nella
presa delle misure: vani scala, angoli concavi e convessi, nicchie e rientranze in
genere, spessore dei muri, piani inclinati.
Dopo la fase della presa delle misure planimetriche si passa alle misure in alzato.
L’eidotipo del prospetto può essere desunto in prima battuta dalla pianta del piano
terra, ma si ottengono risultati migliori disegnandone uno schizzo dal vero, come per le
piante si parte disegnando il contorno, quindi le aperture e gli altri elementi
caratteristici ed infine alcune informazioni dimensionali di massima (Fig. 24).
Nel caso di prospetti articolati su più piani non paralleli il quadro è disposto
ortogonalmente alla parte più estesa della facciata, le parti che in questo modo verranno
proiettate di scorcio possono essere oggetto di prospetti parziali.
Dopo aver effettuato il rilievo di tutti, o almeno dei più significativi tra i prospetti
dell’edificio che si sta rilevando, si passa alla stesura delle sezioni. Per edifici non
molto articolati e complessi possono bastare una sezione trasversale ed una
longitudinale, facendo attenzione che esse passino per i punti più caratteristici
dell’edificio, o quelli che permettano di comprenderne pienamente la struttura.
Per la presa delle misure orizzontali ci si può basare sulle dimensioni
precedentemente rilevate nelle varie piante (Fig. 25), per le altezze ci si può riferire a
rilevamenti diretti o a tecniche che facciano uso di restituzioni da fotografia (16) o a
tecniche fotogrammetriche.
Al termine della fase “di campagna”, cioè quella in cui abbiamo effettuato la presa
di tutte le misure che ritenevamo necessarie per la conoscenza dell’edificio, si passa
alla fase della “restituzione grafica” , cioè della messa in pulito di tutte le misure
prelevate e riportate negli eidotipi.
Per una migliore comprensione dell’edificio che si sta rilevando, è bene
organizzare gli elaborati secondo il metodo delle rappresentazioni mongiane, poiché il
metodo del primo triedro delle Proiezioni ortogonali è utilissimo per la comprensione
globale dell’architettura storica, sia nelle rappresentazioni a scala relativamente grande
che nelle rappresentazioni di particolari architettonici (vedi Fig. 7).
Come per gli eidotipi, anche gli elaborati finali di rilevamento è bene che siano
tutti della stessa dimensione, scegliendo tra i formati unificati (A3 o più grandi) (17);
anche per questo tipo di elaborato, è buona norma inserire un cartiglio che riporti i dati
generali sull’edificio come localizzazione, nome, orientamento, oltre ai dati relativi al
disegno in oggetto, scala, data di stesura, numero dell’elaborato, ecc.
16
Per questo aspetto del mezzo fotografico, si rimanda al capitolo “Restituzione prospettica da fotogramma
singolo” di L. Paris
17
vedi norme UNI 932, 936, 938 che regolano il formato dei disegni, la loro piegatura e la disposizione
degli elementi grafici nel foglio.
indistintamente tutti i metodi di misurazione della realtà. Questo non significa che ogni
rilevatore debba per forza essere al contempo un perfetto topografo, un valido
restitutista ed un profondo conoscitore della tecnica fotogrammetrica; egli dovrà
limitarsi a conoscere le potenzialità degli strumenti e dei metodi che la tecnica può
mettergli a disposizione, ed i particolari problemi della pratica operativa che possono
essere risolti ricorrendo a tecniche specialistiche.
Fig. 26. Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, eidotipo di uno degli altari. Università
di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi per il
Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi
Spesso per conoscere del tutto un’opera architettonica, anche se essa non sia
estremamente complessa, è necessario conoscere, e quindi rilevare i suoi ”elementi di
dettaglio”, cioè elementi come cornicioni, ordini architettonici, decorazioni ecc., ecc.
E’ necessario porre particolare attenzione nel rilevamento di tali particolari, poiché
spesso è proprio da essi che si riesce a risalire o a chiarificare la data di costruzione
oppure la data di importanti variazioni nella storia architettonica dell’edificio.
Fig. 28. Monteleone Sabino (VT) - Chiesa di Santa Vittoria, Rilievo di alcuni elementi di spoglio,
originale 1:5. Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e
metodi per il Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente M. Sabatini
Fig. 30. 1930 ca., Abbazia di Montecassino, Foto del Chiostro detto “dei Benefattori”, in SCACCIA
SCARAFONI E., L'atrio della chiesa di Montecassino, "Bollettino d'arte" III XXVI, Roma 1932.
BIBLIOGRAFIA