Sei sulla pagina 1di 4

QUARESIMA - PASQUA 2018

- "24 ore per il Signore" - Chiesa Convento dei PP. Cappuccini


- “Celebrazione Penitenziale” - Chiesa di S. Domenico

PROCLAMIAMO, SIGNORE,
LA TUA MISERICORDIA

"Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente;


giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti!
Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome?
Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati". (Apocalisse 5, 3-4)

Signore, non possiamo celebrare la Pasqua di Resurrezione, il trionfo della tua Vita in
noi, senza purificarci, nel pentimento, da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi. In
questo cammino di conversione insieme a tutti i fratelli della mia Chiesa, io riconosco
che Tu solo sei santo e i tuoi giudizi sono veri e giusti. Tu "hai tanto amato il mondo
da dare il tuo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la
vita eterna"; tu "non hai mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo ma
perché il mondo si salvi per mezzo di Lui" (Giovanni 3, 16-17).
Donami il tuo Spirito di verità perché possa riconoscere senza finzioni la realtà della
mia vita, sappia dare un nome al peccato, guardarlo negli occhi e respingerlo.
Donami il tuo Spirito di fortezza che ci aiuta a rafforzare la nostra fede, rendendoci
avvertiti e pronti ad affrontare le tentazioni e le difficoltà dell'oggi.
Donami una vera conversione del cuore. Mi sostenga sempre la certezza che la
prima risorsa e la più necessaria sono uomini e donne nuovi, immersi nel mistero di
Dio e inseriti nella società, santi e santificatori. Dona alla nostra Chiesa di
camminare insieme, in santità e Grazia. Amen.

ESAME DI COSCIENZA
LA MIA FEDE

- Ho visto nella persona di Gesù la guida, la luce? Egli è veramente per me "il
Cristo", il Salvatore, il centro della mia vita? Cerco una più profonda conoscenza e un
forte ancoraggio in Lui?
- Ispirato e guidato da Cristo, cerco la volontà del Padre? cerco di vivere la Sua
volontà, anche se è faticosa, esige coerenza, durezza nelle scelte? La Sua Croce mi
guida nelle scelte di vita? Sono capace di affrontare i passaggi difficili dell'esistenza,
guidato da Cristo Crocifisso?
- La fede si nega quando ci si affida a se stessi, al danaro, ai fanatismi, alle varie
forme di magia. Mi sono accontentato di una "religiosità generica", solo
"devozionale", comoda perché limitata alle "pratiche", ho ceduto alle lusinghe della
soggettività, oppure ho ricercato di approfondire seriamente le esigenze della fede,
soprattutto per quanto riguarda la coerenza nel vivere quotidiano?

1
Con la mia indifferenza, ho favorito i vari fanatismi, di una vita di chiesa a dir poco
"equivoca", di una cultura di non-chiarezza, di non-maturità?
- Cerco di avere ogni tanto, con familiari o amici, occasioni di riflessione comune, di
dialogo, di confronto, in vista di una fede più impegnata e di una crescita comune?

LA MIA SPERANZA

- Fondo la mia vita attuale e la speranza della vita futura nelle certezze che nascono
dalla Morte e dalla Resurrezione del Signore Gesù?
- Nella prova sono paziente? Mi affido al Signore? So aspettare il suo manifestarsi,
oppure voglio tutto e subito?
- Sono capace di gioia e portatore di serenità per la mia vita e per la vita degli altri,
oppure, purtroppo, provo piacere nel sottolineare il male? Provo gioia nello scoprire
un germoglio di bene, anche se nasce in una situazione di male e di miseria o vedo le
cose con pessimismo, senza speranza, o con gli occhi velati di perenne tristezza?
- Come affronto la morte? Dico anch'io "poveri morti!" o so guardare al di là della
morte e sperare con serenità nella Paternità di Dio?
- Mi giudico e mi avvilisco nelle sconfitte, o guardo in avanti e chiedo la Sua
misericordia, perché so di essere amato da Lui, da Lui sempre accettato e perdonato?
- Quanto contano per me l'approvazione degli altri, la salute, le cose di cui riempio la
mia vita, il conto in banca? Mi accorgo che queste cose sostituiscono e minano la
speranza posta nel Signore?
- Mi fido del Signore o piuttosto di "ciò che riesco a fare" di buono con le mie forze?

LA MIA CARITÀ

Amare Dio - In quale misura la mia esperienza di fede è caratterizzata intimamente


dalla carità, è vissuta cioè come gioia di essere amati da Dio, di averlo come Padre, di
abbandonarmi alla tenerezza del Suo Amore?
- Tutto ciò che faccio (il pregare, l'andare a Messa, il ricevere i Sacramenti ...) è
momento d'amore con Lui?
- Prego ogni giorno? La mia preghiera è un vero dialogo con il Signore, dialogo fatto
di parole e di ascolto? Ho lasciato spazio a Lui perché mi potesse parlare e plasmare
con il suo Spirito?

Amare me stesso - Tengo nella dovuta considerazione la mia vita, soprattutto la mia
vita interiore? Concretamente, per me, essa quanto vale? Quanto vale la serenità di
coscienza, il respiro interiore della preghiera perenne?
- Stimo ed apprezzo la ricchezza di essere una persona con un corpo, con delle
possibilità, dei doni? Mi sento importante per la vita, ricco di doni e qualità dati da
Dio?
Vedo nella mia sessualità un progetto d'amore e di dono, o solo una banale possibilità
di piacere? Penso mai che nella vita eterna vivremo risorti in una nuova vita alla
destra di Dio, nella Gioia?

2
Amare gli altri - Vedo e mi accorgo delle persone che sono intorno a me? So
incontrarle realmente? So sorridere?
- Lavoro esclusivamente per me, per i soldi, per il mio piacere personale, o perché
posso anche essere utile agli altri? Studio solo per la mia affermazione oppure per
acquisire vera professionalità?
- L'esistenza delle tante forme di povertà (prima tra tutte quella degli immigrati) è
vista da me con insofferenza, come un peso e un problema, oppure mi rende
amorosamente inquieto ed è avvertita come "continua chiamata del Signore"
all'attenzione, all'ascolto, alla vicinanza e all'impegno di liberazione? Quali spazi
(fisici e di tempo) riservo nella mia vita e nella vita della famiglia a questi e a tutti i
fratelli bisognosi?
- Ho riscoperto quest’anno il valore delle 4 parole (Accogliere, proteggere,
promuovere, integrare) che guidano il nostro amore e sulle quali abbiamo riflettuto,
come ci ha chiesto il Santo Padre Francesco?
- Come sto educando i figli, nipoti, i ragazzi che mi sono affidati, all'ascolto delle
povertà di oggi e al coraggio di porsi in modo significativo e critico, nel caso
occorra?
- Con quali occhi guardo ai tanti giovani bisognosi di vicinanza, di accoglienza, di
aiuto? Li giudico, oppure mi lascio toccare dalle loro attese nascoste? Tento di
incontrarli, con semplicità, con apertura, ascoltandoli, seguendoli, impegnandomi per
loro?
- Essi si attendono di essere capiti e valorizzati; ricercano adulti credibili, non si
chiudono alla ricerca di Dio e della loro piena realizzazione, a proposte vere: ho il
coraggio di entrare nella loro situazione, di ricercare la luce che è in loro?
- Per i figli, in particolare, so tradurre il mio amore in accompagnamento, in guida
saggia e prudente, in paziente attesa, in gesti concreti di carità "educativa"?
- Riesco a vivere concretamente "uno stile sobrio di vita cristiana", evitando consumi
superflui, eliminando i compromessi, aiutando anche con il danaro chi ha bisogno?
Ho accettato la proposta di sacrificio e di digiuno per gli obbiettivi della Caritas?
Sono vicino al Centro di Ascolto della Caritas Vicariale, bisognoso di aiuto e
volontari, anche se non è conosciuto come il Ponte e se opera in maniera nascosta?
- Mi lascio colpire dalle vicende drammatiche del mondo, ad es: oggi della Siria?
Mi informo, studio, maturo una mentalità, ne parlo, educo la sensibilità, sconvolgo
l’immobile stagno della nostra società, prego, manifesto concreta solidarietà?
- Vivo nei miei rapporti affettivi lo spirito di conversione e di amore di Dio? Il mio
sposo o la mia sposa, oppure il mio fidanzato/a, è prima di tutto un fratello con cui il
Signore mi chiede di fare la strada insieme, un dono alla mia vita, un'immagine di
Dio da contemplare e da far crescere nella riconoscenza e nel ringraziamento?
Oppure mi succede di sentirmi "padrone" dell'altro, di rivendicare diritti, di
banalizzare il rapporto, di sfruttare alcune situazioni, di non rispettare, di usare
violenza (anche se in forme sottili)?
Quanto mi lascio trasportare dall'egoismo? Riesco a fare della mia vita un dono?
- Come vivo la mia sessualità nella vita matrimoniale? E' l'espressione di dono, di
gioia e di speranza, di apertura alla vita?
Se non sono sposato/a, posso dire di venir comunque costruendo nella responsabilità
e nella serietà un rapporto maturo, totale, generoso?

3
CRISTIANO CHE CELEBRA LA SALVEZZA RICEVUTA

- Ho partecipato con fedeltà e gioia alla Celebrazione Eucaristica nel Giorno del
Signore? Ho gustato la gioia di “stare” con Lui?
- Ho cercato nella Parola di Dio, nella preghiera e nell'Eucaristia un "rinnovamento
autentico" e la "carica missionaria" necessaria per la mia vita?
- In chiesa mi sono sentito a casa mia? Ho cercato di vivere la comunione di affetti,
una vera vicinanza e condivisione con coloro che con me partecipano a messa?
- Ho saputo portare e diffondere la grazia ricevuta, nella famiglia, nelle mie decisioni,
nel vicinato, là dove la gente lavora e soffre, nel cuore degli avvenimenti quotidiani?
- Ho saputo valorizzare l'Anno Liturgico nella sua ricchezza e nella sua dimensione di
"itinerario" per crescere nella fede, soprattutto partecipando alle tante proposte dei
tempi di Avvento e di Quaresima? Ho accolto umilmente e utilizzato con convinzione
i sussidi che la parrocchia mi ha messo a disposizione per pregare?

Preghiera
Signore, la mia fede è come quella cenere ricevuta
nel primo giorno della Quaresima, tiepida e inconsistente!
La mia speranza è come cenere: leggera e portata dal vento.
Il mio sguardo, spesso, è come la cenere: grigio e spento.
Le mie mani sono come la cenere: quanta polvere!
Anche la mia comunità è come la cenere: quanta dispersione!
Signore Dio nostro, ti ringrazio perché nel cammino di quaranta giorni
che sto compiendo nella Chiesa, il soffio del tuo Spirito accende di nuovo
il suo fuoco che cova sotto le mie ceneri.
In questo giorno, Signore, io tutti i fratelli insieme,
ti affidiamo le nostre paure e gli scoraggiamenti:
trasformali in fiducia in te e in vero spirito di abbandono;
ti affidiamo le nostre attese: trasformale in speranza;
ti affidiamo sconfitte, lacrime e amarezze: trasformale in pace del cuore;
ti affidiamo la nostra difficile vita: rendila una continua grande preghiera.
Consolami, stringimi nelle tue mani di misericordia;
apri le tue mani e lanciami al Vento dello Spirito;
fa’ che io sappia vivere di forte sentimento, dare e ricevere gesti di
tenerezza, di ascolto, di condivisione.
Fa’ che io sappia amare, sul serio, la mia Chiesa, e, con essa, io senta mie
le attese e le speranze, la sofferenza e la fatica dei fratelli.
Tu o Signore, che sai attendere e perdonare, correggere e spronare,
abbi di me misericordia. Amen
I Parroci della Vicaria augurano a tutti di sperimentare la Resurrezione di Cristo
Gesù nella propria vita. Possiamo alfine gridare con gioia
“Cristo è veramente risorto, Alleluia, Alleluia”.

Potrebbero piacerti anche