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Il mallo è la polpa che può avvolgere un tipo particolare di frutto detto noce.

Il frutto detto "noce" può essere in realtà botanicamente una drupa, che sotto una
buccia (esocarpo) sottile racchiude uno strato polposo (o fibroso), il mesocarpo,
che avvolge a sua volta il seme, che è la noce vera e propria (endocarpo).
Il termine mallo è quindi equivalente a polpa, ma si applica per le "drupe" con
tale termine, in luogo di polpa, solo nel caso che la polpa non sia la parte
commestibile, ma lo sia invece il seme interno.
In diversi casi, pur non essendo commestibile, il mallo riveste una discreta
importanza economica. Per esempio si cita il mallo della noce comune, usato come
colorante e aroma per la preparazione di liquori (Nocino) o ancora come fibra
tessile, come nel caso della noce di cocco, che ha appunto un mallo a consistenza
fibrosa di peso specifico molto basso e con un forte contenuto in tannino, che
evita la degradazione in acqua e non marcisce.
In particolare nel caso della noce di cocco, la presenza di un mallo fibroso molto
leggero e resistente che avvolge la noce permette il galleggiamento del frutto per
periodi di tempo molto lunghi. Grazie al galleggiamento, i frutti caduti sulle
spiagge e raccolti dalle forti mareggiate o delle maree vengono trasportati dalle
correnti per centinaia di chilometri prima di arrivare su altre isole. Superando in
direzione della terraferma il punto di risacca delle spiagge, le noci germinano
grazie alle piogge. In questo modo è assicurata la diffusione naturale della specie
botanica anche su lunghe distanze e attraverso il mare.

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