Banda larga, Italia in ritardo, operatori in conflitto.
Pochi soldi pubblici. Telecom attendista. Intanto sulla banda larga siamo al 65 posto in Europa, dietro il Ghana.
Scaricare un brano musicale in mp3 con la normale conessione Adsl richiede 12
secondi, con la banda larga basterebbe meno di un secondo. Con la vecchia connessione a 56 k ci vorrebbero circa venti minuti. Un film del "peso" di 800 Megabyte con l'Adsl richiede circa mezz'ora, con la banda larga ci vorrebbe meno di un minuto, 56 secondi. 170 Megabyte di foto delle vacanze inviate per email oggi si possono scaricare in tre minuti, sempre se la nostra casella di posta supporta email con allegati "pesanti", se avessimo la banda larga ce la caveremmo in 14 secondi. La banda larga, ovvero la rete in fibra ottica, potrebbe essere una specie di nuova rivoluzione per internet. Darebbe accesso e immediato allo scambio di contenuti "ad alto peso", aprirebbe la rete alla condivisione di file più complessi: film, progetti grafici, tracce audio, e anche cartelle cliniche e radiografie. Un aumento anche della qualità dei servizi, dunque. Ma sul versante banda larga l'Italia è molto indietro nelle classifiche internazionali. Secondo speedtest.net, un sito specializzato in classifiche di velocità della connessione (tra l'altro offre il test gratuito della velocità per chi vi accede) l'Italia è al 65esimo posto nel mondo. Mentre la media europea è a 9,01 Mbps, più alta di quella americana: 7,85 Mps (Megabit per secondo, un byte equivale a otto bit, un Megabyte a ottomila bit). In Italia viaggiamo a 4,27 Mbps. Meno della metà del Kazakhstan (9,33), dietro al Vietnam e al Ghana. Escluse Milano e Roma che offrono un discreto cablaggio in fibra ottica, nel resto del paese la velocità di connessione è molto più bassa. In Molise Telecom Italia Mobile raggiunge i 2.64 Mbps in download. E' più facile scaricare un film in 3D a Tirana, o a Quito, in Equador, che a Campobasso. Le risorse pubbliche aiutano poco. Il governo aveva annunciato 1,4 miliardi di Euro per la banda larga, successivamente passati a 800 milioni, poi a 600, e infine a 100. Ed è facile prevedere ulteriori riduzioni, motivate dalla congiuntura economica. E tra gli operatori interessati (Telecom, Fastweb, Vodafone, Wind) e idee divergono. Questa settimana gli antagonisti della ex monopolista Telecom hanno abbandonato il comitato riunito dal Garante per le comunicazioni (Agcom) per elaborare strategie comuni per il passaggio alle rete superveloce, portandosi dietro anche Tiscali, Welcome Italia, British Telecom Italia. Gli "sfidanti", Fastweb in testa, vogliono accelerare sull'implementazione della fibra ottica, mentre Telecom temporeggia. Il piano ipotizzato da 2,5 miliardi in 5 anni per cablare 15 città richiederebbe una cospicua fetta di capitali Telecom, e l'ex monopolista non vuole farsi coinvolgere troppo in fretta. Secondo quanto ne pensano i concorrenti Telecom vorrebbe sfruttare finché possibile il suo monopolio sulla rete fissa tradizionale prima di passare alla fibra ottica. Franco Bernabé, mministratore delegato di Telecom sostiene che la domanda di fibra ottica è ancora debole, e ha presentato a un incontro del suo consiglio a Venezia un "quadro di evoluzione dell'infrastrutture sia mobile che fissa", secondo cui fino al 2018 il grosso delle connessioni internet userà la rete tradizionale.