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Invarianti principali
Ogni tensore è individuato per mezzo della matrice delle componenti, che cambiano secondo
una precisa legge al cambiare della terna di riferimento. Esistono tuttavia alcune importanti
quantità che possiamo calcolare a partire dalle componenti e che tuttavia possiedono un’in-
terpretazione e un significato intrinseco, e che restano perciò invariate al cambiare della terna
stessa, e che per questo motivo sono dette primo, secondo e terzo invariante. In generale i tre
invarianti sono indicati con I1 , I2 , I3 , anche se, come vedremo, possiedono anche un nome
proprio.
I tre invarianti principali I1 , I2 , I3 che possiamo associare a un tensore T e che hanno
importanza per le applicazioni meccaniche sono:
(come si vede l’invariante quadratico non ha una nome proprio, a differenza di traccia e
determinante).
Mostriamo subito come siano calcolati i tre invarianti per un tensore del quale conosciamo
le componenti Tik rispetto a un generico sistema di riferimento:
3
X
I1 = tr T = [T]ii = T11 + T22 + T33
i=1
54
CAPITOLO 3. INVARIANTI PRINCIPALI 55
I2 (T) = (T22 T33 − T32 T23 ) + (T11 T33 − T31 T13 ) + (T11 T22 − T21 T12 ) (3.1)
I2 (αT) = α2 I2 (T)
e ciò chiarisce il motivo per il quale I2 (T) è anche chiamato invariante quadratico.
Il determinante è invece un polinomio omogeneo di terzo grado, poiché si ottiene som-
mando sei prodotti di tre componenti ciascuno. Per questo motivo si deduce dalle definizioni,
e dalle stesse proprietà dei determinanti, che
det(αT) = α3 det T
Per coerenza di notazione si indica spesso la traccia con I1 (T) (primo invariante) e il
determinante con I3 (T) (terzo invariante), mantenendo la notazione I2 (T) solo per il secondo
invariante o invariante quadratico.
mentre se il vettore c giace nel semispazio opposto ad a ∧ b è invece negativo. Diciamo che
una terna ordinata di vettori (a, b, c) è positivamente orientata (terna destra, o destrorsa)
se il prodotto misto a ∧ b · c è positivo, mentre diciamo che è negativamente orientata se il
prodotto misto è negativo (terna sinistra, o sinistrorsa).
Se indichiamo con Vol(a, b, c) il volume (con segno, secondo la regola appena descritta)
del parallelepipedo di spigoli a, b, c possiamo scrivere
Vol(a, b, c) = a ∧ b · c
+ 1 terna destra
(
Vol(e1 , e2 , e3 ) = e1 ∧ e2 · e3 =
− 1 terna sinistra
Il prodotto misto fra i vettori a, b, c può essere calcolato a partire dalle loro 9 componenti
rispetto a una terna di riferimento ortonormale e1 , e2 , e3 : a = (a1 , a2 , a3 ), b = (b1 , b2 , b3 ),
c = (c1 , c2 , c3 ). Utilizzando le formule per il prodotto scalare e il prodotto vettore si deduce
che
a1 a2 a3
In sostanza il prodotto misto coincide con il determinante della matrice ottenuta affiancando
le componenti dei tre vettori quando stiamo usando una terna di riferimento destra (e1 ∧
e2 · e3 = +1) e con il suo opposto quando stiamo usando una terna di riferimento sinistra
(e1 ∧ e2 · e3 = −1)
Teorema 9. Per un tensore T esiste un unico numero tr T, detto traccia del tensore, tale che
Ta ∧ b · c + a ∧ Tb · c + a ∧ b · Tc = (tr T) a ∧ b · c (3.3)
per ogni scelta dei vettori a, b, c. La traccia è uguale alla somma degli elementi che si trovano
sulla diagonale principale della matrice delle componenti:
È evidente che quanto appena enunciato fornisce di fatto una definizione della traccia
alternativa ma equivalente a quella presentata per mezzo del Teorema 6. Il significato geo-
metrico del prodotto come volume di un parallelepipedo ci permette di riscrivere la (3.3) nella
forma
Vol(Ta, b, c) + Vol(a, Tb, c) + Vol(a, b, Tc) = tr(T) Vol(a, b, c)
e questo conferma che la traccia di un tensore è indipendente dalla terna di riferimento
utilizzata per scrivere la matrice delle componenti, dal momento che le quantità coinvolte
(volumi) hanno significato intrinseco e indipendente da ogni sistema di riferimento.
CAPITOLO 3. INVARIANTI PRINCIPALI 57
Teorema 10. Per un tensore T esiste un unico numero I2 (T), detto secondo invariante o
invariante quadratico, tale che
Ta ∧ Tb · c + a ∧ Tb · Tc + Ta ∧ b · Tc = I2 (T) a ∧ b · c (3.4)
per ogni scelta dei vettori a, b, c. Questo invariante è uguale alla somma dei complementi al-
gebrici degli elementi che si trovano sulla diagonale principale della matrice delle componenti
di T:
I2 (T) = (T22 T33 − T32 T23 ) + (T11 T33 − T31 T13 ) + (T11 T22 − T21 T12 ) (3.5)
Anche qui possiamo dare veste geometrica alla (3.4) riscrivendola nella forma
Confrontando quanto appena scritto con la (3.5) si vede che I2 (T) è la somma dei tre
determinanti evidenziati qui sopra.
3.4 Determinante
Il nostro scopo è quello di estendere il concetto di determinate dall’insieme delle matrici
quadrate (in particolare di ordine 3 × 3) ai tensori. Nell’esempio contenuto nella Sezione 2.7
abbiamo visto che cambiando la terna di riferimento si modifica la matrice delle componenti
del tensore. Tuttavia, è possibile verificare che il determinante di questa matrice non dipende
in ultima analisi dalla terna di riferimento utilizzata. Per esempio, con un po’ di pazienza si
può controllare che i determinanti delle matrici (2.19) sono uguali fra loro e questo non è un
caso ma una proprietà fondamentale.
Consideriamo ora un assegnato tensore T, tre arbitrari vettori a, b, c e i loro trasformati:
Ta, Tb, Tc. I prodotti misti
a∧b·c Ta ∧ Tb · Tc
rappresentano perciò i volumi dei due parallelepipedi che hanno come spigoli i tre vettori e i
loro trasformati. Dimostriamo ora che il rapporto fra questi volumi non dipende dai vettori
ma solo dal tensore, ed è proprio uguale al determinante della matrice delle componenti del
CAPITOLO 3. INVARIANTI PRINCIPALI 59
tensore rispetto a una qualsiasi terna di riferimento. In altre parole, sfruttando l’interpre-
tazione del prodotto misto come volume (con segno) di un parallelepipedo, dimostreremo
che
Vol(Ta, Tb, Tc) = (det[T]) Vol(a, b, c)
dove con det[T] indichiamo il determinante della matrice delle componenti del tensore T.
Poiché i volumi presenti nella relazione hanno significato intrinseco, indipendente dalla terna
di riferimento utilizzata per calcolare le componenti, potremo dedurre che anche la quantità
det[T] è un invariante.
Teorema 11. Per ogni tensore T esiste un unico numero reale, indicato con det T e detto
determinante del tensore, tale che, per qualsiasi scelta dei vettori a, b, c,
Ta ∧ Tb · Tc = (det T) a ∧ b · c
Il determinante del tensore coincide con il determinante della matrice delle sue componenti
cartesiane rispetto a una qualsiasi terna di riferimento:
• det A = det AT
• det(αA) = α3 det A
• det I = 1
Ax = b (3.6)
dove x rappresenta un vettore incognito che vogliamo determinare in modo che l’equazione
sia soddisfatta. In altre parole: vogliamo sapere sotto quali condizioni esista un vettore x
(incognita del problema) tale che esso sia trasformato dal tensore A proprio nel vettore b,
dato e assegnato insieme ad A.
CAPITOLO 3. INVARIANTI PRINCIPALI 60
A x + A12 x2 + A13 x3 = b1
11 1
A21 x1 + A22 x2 + A23 x3 = b2
A x + A x + A x = b
31 1 32 2 33 3 3
Come sappiamo dai corsi di algebra lineare la soluzione di questo problema può essere
riassunta così:
1. Il sistema ammette una e una sola soluzione se e solo se il determinante della matrice
dei coefficienti [A] è diverso da zero, e quindi se e solo se det A 6= 0. In questo caso,
quindi, esiste un unico vettore x che soddisfa la relazione (3.6).
a) il sistema non ammette soluzione (sistema impossibile) e cioè non esiste alcun
vettore x tale che Ax = b.
b) Il sistema ammette infinite soluzioni, ed esistono quindi infiniti vettori x che lo
soddisfano.
È evidente che non si tratta di un sistema impossibile, poiché possiede certamente la solu-
zione x = 0 (detta soluzione banale). Ciò esclude la possibilità 2a) descritta sopra e perciò la
discussione di (3.7) si riduce ora a:
L’invariante lineare (la traccia) si calcola sommando le componenti che si trovano sulla
diagonale principale della matrice delle componenti del tensore.
L’invariante quadratico si ottiene sommando i tre determinanti delle matrici di ordine
2 ottenute cancellando la prima riga e la prima colonna, la seconda riga e la seconda
colonna, la terza riga e la terza colonna dalla matrice delle componenti cartesiane di T.
Il terzo invariante (il determinante) coincide con il determinante della matrice delle
componenti di T.
I tre invarianti soddisfano le proprietà
Ta ∧ b · c + a ∧ Tb · c + a ∧ b · Tc = (tr T) a ∧ b · c
Ta ∧ Tb · c + a ∧ Tb · Tc + Ta ∧ b · Tc = I2 (T) a ∧ b · c
Ta ∧ Tb · Tc = (det T) a ∧ b · c
Ax = b
Esercizi
Per ognuno dei tensori T di matrice assegnata si calcolino i tre invarianti (I1 , I2 , I3 ).
3.1
4 1 3 0 0 4 3
−2 −2
2 −1 3 2 −1 1 −2 4 1
0 −1 2 3 1 3 1 2 1
[(5, 9, 10); (0, −14, −1); (5, 7, −12)]
CAPITOLO 3. INVARIANTI PRINCIPALI 62
3.2
4 1 5 1 3 0
−3 −2 −1
1 −1 2 1 −3 2 0 −1 4
1 −2 2 2 2 −2 3 1 −2
[(5, 8, 11); (0, −20, 0); (0, −8, −9)]
Per ognuno dei tensori T seguenti calcolare gli invarianti principali (I1 , I2 , I3 ) e la parte
deviatorica (anisotropa) T0 .
3.3
3 2 10/3 2
−1 −1
[T] = 1 −2 1 ⇒ [T0 ] = 1 −5/3 1
3 1 −2 3 1 −5/3
[(−1, −14, 18)]
3.4
2 0 1/3 0
−1 −1
[T] = 3 1 −4 ⇒ [T0 ] = 3 −2/3 −4
3 −1 2 3 −1 1/3
[(5, 7, 14)]
3.5
1 3 1 3
−2 −2
[T] = 2 −1 1 ⇒ [T0 ] = 2 −1 1
4 −2 3 4 −2 3
[(0, −19, 0)]
3.6
3 3
−2 −1 −7/3 −1
[T] = 0 2 3 ⇒ [T0 ] = 0 5/3 3
2 −1 1 2 −1 2/3
[(1, 1, 12)]
3.7
3 4 4/3 4
−2 −2
[T] = −2 0 1 ⇒ [T0 ] = −2 −5/3 1
4 1 2 4 1 1/3
[(5, −15, −27)]
3.8
3 2 1 7/3 2 1
3.9 (Calcolo dei tre invarianti) Calcolare i tre invarianti principali per il tensore di
componenti.
2
−3 −1
[A] = 14 13 −11
−6 −8 6
CAPITOLO 3. INVARIANTI PRINCIPALI 63
Svolgimento.
I1 (A) = tr A = A11 + A22 + A33 = −3 + 13 + 6 = 16
A22 A23 A11 A13 A11 A12
" # " # " #
I2 (A) = det + det + det
A32 A33 A31 A33 A21 A22
" # " # " #
13 −11 −3 2 −3 −1
= det + det + det
−8 6 −6 6 14 13
= (78 − 88) + (−18 + 12) + (−39 + 14) = −10 − 6 − 25 = −41
2
−3 −1
I3 (A) = det[A] = det 14 13 −11
−6 −8 6
" # " # " #
13 −11 14 −11 14 13
= −3 det − (−1) det + 2 det
−8 6 −6 6 −6 −8
= −3(78 − 88) + (84 − 66) + 2(−112 + 78) = 30 + 18 − 68 = −20
Come si vede, il calcolo degli invarianti non presenta eccessive difficoltà. Non insistiamo
per ora sull’argomento, anche perché negli esercizi del capitolo successivo avremo occasione
di calcolare ancora degli invarianti principali (per la verifica della correttezza del calcolo del
polinomio caratteristico).
Ma, al di là del calcolo, il punto importante di questo capitolo è l’indipendenza degi inva-
rianti dal sistema di riferimento. Quindi vogliamo ora mostrare con un esempio numerico il
soddisfacimento di questa proprietà.
Introduciamo due sistemi di riferimento: il primo descritto dalla terna ei (i = 1, 2, 3), e il
secondo – ruotato di un angolo pari a π /6 rispetto al precedente intorno al versore e3 – con
terna di riferimento êi . Le due terne sono collegate dalle trasformazioni:
√
3 1
ê1 = e1 + e2
2 2
√
1 3
ê2 = − e1 + e2
2 2
ê3 = e3
Per evitare calcoli eccessivamente lunghi e noiosi, useremo un tensore T avente per matri-
ce delle componenti nel sistema {ei } una matrice diagonale. Nell’Esercizio successivo verrà
proposto un caso un po’ più elaborato.
3.10 (Verifica dell’indipendenza degli invarianti dal sistema di riferimento) Dato un tensore
T che, nella terna di riferimento {ei }, ha componenti
1 0 0
[T] = 0 2 0
0 0 −4
trovare le sue componenti nella terna êi e calcolare i tre invarianti nelle due terne.
1 0 0 0 0
si ha: √
h√ 3/2
3 1 5
i
T̂11 = ê1 · Tê1 = 3/2 1/2 0 1 = + =
0 4 2 4
√ √ √
h√ i −1/2
√ 3 3 3
T̂12 = ê1 · Tê2 = 3/2 1/2 0 3 = − + =
0 4 2 4
i 0
h√
T̂13 = ê1 · Tê3 = 3/2 1/2 0 0 = 0
−4
√
√ √ √
√ 3/2
h i 3 3 3
T̂21 = ê2 · Tê1 = −1/2 3/2 0 1 = − + =
0 4 2 4
√ i −1/2
√ 1 3 7
h
T̂22 = ê2 · Tê2 = −1/2 3/2 0 3 = + =
0 4 2 4
i 0
h √
T̂23 = ê2 · Tê3 = −1/2 3/2 0 0 = 0
−4
√
h i 3/2
T̂31 = ê1 · Tê1 = 0 0 1 1 = 0
0
h i −1/2
√
T̂32 = ê1 · Tê2 = 0 0 1 3 = 0
0
i 0
h
T̂33 = ê3 · Tê3 = 0 0 1 0 = −4
−4
Quindi il tensore T nel sistema di coordinate {êi } ha componenti:
√
5/4 3/4 0
√
3/4 7/4 0
0 0 −4
Mettendo fianco a fianco le matrici delle componenti del tensore T nei due sistemi di
riferimento abbiamo √
1 0 0 5/4 3/4 0
√
0 2 0 3/4 7/4 0
0 0 −4 0 0 −4
ed è facile verificare che gli invarianti, calcolati a partire dalla prima o seconda matrice, hanno
un valore comune
tr(A) = −1
I2 (A) = −10
det(A) = −8