Sei sulla pagina 1di 1

Sviluppi sulla povertà in Gibuti

Di Giorgio C.

Il Gibuti è un paese piccolo e poco noto nel Corno d’Africa, un ex colonia dell'Abissinia francese
confinante con Somalia, Etiopia ed Eritrea. Affacciando sul Golfo di Aden, la sua posizione
all’ingresso del Mar Rosso è d’importanza strategica sia per l’accesso alla pesca quanto, soprattutto,
quale crocevia dei traffici internazionali. A dispetto di ciò, lunghi conflitti interni hanno determinato
picchi elevatissimi nella povertà rurale. L’importante perdita di bestiame e le migrazioni continue di
agricoltori e allevatori per fuggire da un paese minato dalla guerra, hanno fatto sfiorare ai gibutiani
più isolati il punto di non ritorno; la siccità mortale del paese più caldo del mondo ha ridotto la
popolazione ad affidarsi quasi esclusivamente agli aiuti umanitari. Alla povertà estrema si
aggiungono livelli alti di analfabetismo e condizioni di salute marginali, con una diffusione
dell’AIDS elevatissima, la continua lotta alla piaga della malaria e una gravissima malnutrizione
infantile. Sulle strade del Gibuti, tra l'altro, non è raro osservare gruppi di rifugiati etiopi e somali:
alla ricerca di un futuro migliore delle problematiche realtà dei paesi natii, finiscono per alimentare
ulteriormente le criticità della piccola Repubblica.

In queste condizioni sono poche le soluzioni per dissetare le famiglie delle baraccopoli. Folti gruppi
di bambini battono le principali vie di comunicazione per elemosinare bottiglie d'acqua ai mezzi di
passaggio; le donne del villaggio percorrono decine di chilometri sullo sfondo degli sconfinanti
paesaggi rocciosi per raggiungere le più vicine falde acquifere.

La lotta alla povertà è di importanza cruciale per la stabilità di questa regione, e potrebbe
contribuire in maniera considerevole all'economia dell'intero Corno d'Africa, alla sicurezza dei
transiti marittimi internazionali e alla diffusione di località uniche: il meraviglioso Lago Assal,
secondo lago più salato al mondo e maggiore depressione africana; le bianchissime spiagge di
Tadjourah, con gli spettacolari fondali corallini; Moucha e Mascali, isole incontaminate dove si
ammira lo squalo balena.

Alcune delle principali agenzie dell'ONU sono già presenti nell'area e vi hanno allocato fondi di
sviluppo. Anche la Chiesa Cattolica, con la presenza di tre sacerdoti, porta avanti opere di
beneficenza e aiuto umanitario, organizzando con frequenza visite presso i villaggi gibutiani per la
distribuzione di viveri e acqua. L’aumento della minaccia terroristica e della propaganda esercitata
dall’organizzazione fondamentalista nota come Al Shabaab, tuttavia, rende sempre più complicati i
rapporti tra i musulmani locali e i cristiani. L’incremento delle attività ecclesiastiche è, così, in
stallo, e non è chiaro come si troverà una soluzione al problema. Una cosa è certa: nelle regioni più
povere e più remote, dove la gente ha imparato sulla propria pelle il vero valore delle cose, un
caloroso sorriso non viene mai negato.

Gibuti, 10 Dicembre 2014

Potrebbero piacerti anche