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Capitolo 4

La musica da ballo afroamericana

Da sempre gli schiavi avevano suonato per i loro padroni nelle piantagioni.

Ciò dava loro qualche privilegio e rafforzava lo stereotipo che gli afroamericani fossero
straordinariamente portati per la musica.

Di solito bastava un violino per animare le feste e le riunioni di famiglia, facendo ballare per
ore i convenuti.

Nelle prime sale da ballo nere, nate nelle grandi città dopo l’abolizione della schiavitù,
l’organico era solitamente il seguente:

A) violino
B) banjo
C) contrabbasso

Si trattava quindi di string band, organici formati esclusivamente da strumenti a corde


sull’imitazione dei complessi bianchi che all’ epoca agivano con la stessa funzione, cioè far
ballare la gente.

Il programma musicale era prevalentemente costituito da:

A) Marce
B) Polke
C) Mazurke

E altri balli d’origine europea, come la “Quadriglia” d’origine francese.

La musica da ballo nera, come si vede, come repertorio non era molto differente da quella dei
bianchi, se non fosse per uno spiccato senso del ritmo, che si traduceva in un maggiore
dinamismo; spesso poteva semplicemente apparire più rozza!

Sappiamo che l’uso degli strumenti dei bianchi non era consentito agli afroamericani, per il
semplice motivo che essi non disponevano di abbastanza denaro per poterli comprare;
tuttavia la loro inventiva sopperiva, così se li costruivano artigianalmente: con una scatola
quadrata di biscotti si poteva realizzare la cassa armonica di un violino, da una zucca svuotata
nasceva un banjo e così via.

Dopo l’Emancipazione, avvenuta nel 1865, gli ex-schiavi mostrarono una forte predilezione
per gli strumenti a tastiera; se il pianoforte era troppo costoso, si potevano acquistare dei
piccoli organi a pompa oppure degli armonium. Non era infrequente che nelle misere
baracche per mangiare ci fosse una sola forchetta per tutta la famiglia…………ebbene, non
c’erano stoviglie ma quasi sicuramente un organo per suonare, acquistato a rate che
avrebbero pagato per tutta la vita!

A un certo punto però avvenne qualcosa d’inaspettato: negli anni Settanta dell’Ottocento un
ensemble di musica da ballo introdusse il pianoforte nel suo organico.

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Ci volle poco per capire che quello strumento, da solo, avrebbe potuto sostituire la
tradizionale string band: sarebbe stato meno costoso e avrebbe assolto al ruolo con la stessa
efficacia..

IL RAGTIME

Parlando del blues abbiamo detto che negli accampamenti dei minatori, dei taglialegna o degli
operai delle compagnie ferroviarie, nei fine settimana un pianista (raramente accompagnato
da un chitarrista) intratteneva i clienti per ore, ripetendo dei blues; probabilmente fu lì che
nacquero i fast western o sixteen,(progenitori del boogie woogie), brani blues suonati a un
tempo veloce per far ballare.

Proprio come per gli interpreti del blues, i primi suonatori di rmusica rag erano vagabondi e
anonimi; essi cominciarono a diffondersi nel Sud e nella costa orientale, lavorando da soli
molte ore per notte, spesso per pochi soldi o addirittura soltanto per le mance.

Poteva capitare (come accadde al “padre del Blues” W.C.Handy) d’incontrare uomini di colore
esausti, che dovevano intrattenere i clienti da soli con il pianoforte dalle sette di sera alle sette
del mattino: per tal motivo si riposavano suonando a mani alterne!

I primi pianisti di ragtime non sapevano di certo leggere la musica e questo li portò a
sviluppare un nuovo stile.

Intanto cosa significa la parola rag?

Proviene da ragged, strappata, quindi ragged music = musica stracciata, nel senso del
tempo, che procedeva quasi a strappi, i primi indizi di quella forte sincopazione che
caratterizzò lo stile ragtime fin dai suoi albori.

Inizialmente si parlava di Jig piano (“jig” era l’americanizzazione di “giga”, una rapida danza
d’origine francese), termine che si riferiva al tempo accelerato con cui gli afroamericani
suonavano la musica dei bianchi, soprattutto polke e marce; questo stile fu detto Jig time e
pare sia stato il primo nome del Ragtime..

La sincopazione avveniva soprattutto con la mano destra, che procedeva spedita riprendendo
la tipica ritmicità africana che fonda la sua energia sul levare anziché sul battere; la mano
sinistra invece portava un regolare tempo di marcia: da questo contrasto nasceva l’effetto “a
strappi” della loro musica.

Altri fanno derivare gli accenti regolari dell’accompagnamento realizzato dalla mano sinistra
al Juba Patting.

Lo juba patting era una pratica diffusissima presso gli schiavi delle piantagioni: consisteva nel
produrre una base ritmica percuotendosi il corpo, battendo le mani o pestando i
piedi………praticamente la moderna beat box.

Quella base ritmica serviva poi per intonare delle filastrocche ironiche inventate al momento;
spesso due cantanti si sfidavano a mò di duello, prendendosi in giro sui propri difetti o
debolezze, spesso anche quelli dei familiari.

Non si può fare a meno di paragonare questa pratica alle moderne sfide tra rapper!

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Il pioniere del ragtime “Old Man” Sam Moore, secondo i resoconti dell’epoca, già nel 1875
sincopava le quadriglie e le schottisches.

La musica sincopata era già presente in Nordamerica grazie ai compositori (prevalentemente)


bianchi del minstrel show: le loro coon song suonavano familiari ormai da decenni quando
esplose la moda del ragtime.

A favorirla era stata la grande diffusione di una danza, la Cake Walk; si trattava di un ballo
grottesco, per certi versi comico, con i ballerini che compivano ampie falcate con la schiena
piegata all’indietro, che simboleggiava una sorta di gara tra due contendenti
(tradizionalmente schiavi) che cercavano di accaparrarsi un pezzo di torta o un pasticcino,
compiendo dei balzi sempre più alti.

Alla Cake Walk fu associata la musica ragtime, determinando il successo di questo nuovo
genere afroamericano.

Il ragtime rappresentò uno dei primi risultati del sincretismo culturale che si verificò negli
Stati Uniti nel corso dell’Ottocento, tra i bianchi e la nuova popolazione afroamericana.

Insieme al blues e allo spiritual è indicato come un nuovo oggetto musicale nato dall’incontro
tra due culture; tuttavia il ragtime si trova ad un passo dalla nascita del jazz e soprattutto
ritmicamente ne è il progenitore più diretto.

Sicuramente nacquero prima le canzoni rag, quindi il rag strumentale.

Negli ultimi due decenni dell’Ottocento ebbero grande diffusione pezzi come “New Coon In
Town”, di J.S.Putnam, scritta addirittura nel 1883, così sincopata da prefigurare lo stile del
ragtime.

Negli anni Novanta divenne famosissima la canzone “All Coons Look Alike to Me” di Ernest
Hogan, tanto conosciuta da essere successivamente utilizzata come pezzo obbligatorio nelle
gare tra pianisti di ragtime.

Inizialmente quindi per ragtime venivano indicate le coon song ritmate, suonate dalle
orchestre da ballo.

Possiamo dire quindi che si trattava per lo più di arrangiamenti di altra musica, in stile
sincopato; molti pianisti adattavano a questa maniera di suonare celebri brani classici,
specialmente di compositori come Grieg e Ciaikovskij, ma allo stesso modo venivano “trattati”
anche:

A) inni patriottici
B) canzoni popolari
C) arie operistiche
D) marce
E) danze

Il primo pezzo pianistico che riportava la parola rag nel titolo fu “Missionary Rag”, depositato
nel gennaio del 1897 e scritto da William Krell, un direttore di banda bianco.

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Alcuni studiosi affermano che il primato spetta in realtà a “Louisiana Rag”, di Theodore
Northrup, perché si differenziava nettamente dalle canzoni e appariva come la prima genuina
composizione in stile ragtime.

Ma si trattava ancora di compositori bianchi.

Nel dicembre dello stesso anno finalmente seguì “Harlem Rag” di Thomas Turpin, primo rag
pianistico pubblicato da un afroamericano: era iniziata l’era del Ragtime!

Così anche i musicisti neri cominciarono a scrivere quella musica chiamata jig piano, che da
lungo tempo risultava assai gradita alla propria gente; da quel momento il ragtime fu
commercializzato, diventando musica di consumo.

Quella che era stata per anni soltanto improvvisata divenne musica scritta: anche se la sua
funzione primigenia rimaneva far danzare la gente durante le feste, essa si stava trasformando
progressivamente in musica da concerto.

Comunque l’abbinamento con la Cake Walk fu un traino per questo genere di composizioni, e
proseguì per anni, tanto che il Ragtime divenne la proverbiale colonna sonora delle feste da
ballo di fine secolo.

Gli anni Novanta dell’Ottocento furono per questo ricordati come “The Gay Nineties”.

Ma il ragtime era diventata anche musica “colta”, perché scritta e soprattutto di difficile
esecuzione; i brani di ragtime passati alla storia come “ragtime classici” presentano notevoli
difficoltà per i musicisti, che dovevano saper leggere la musica ed essere dotati di una tecnica
sfavillante!

Il compositore e pianista afroamericano Scott Joplin fu il massimo esponente di questa


tradizione, diventando il “re del ragtime”.

Le sue composizioni sono state prese come modello ideale, e sono chiamate dagli studiosi
“ragtime classico”; in esse convivono elementi afroamericani mutuati dalla musica da ballo e
delle piantagioni insieme a forme e tecniche della musica europea.

Per quanto riguarda la forma del ragtime è frequente il parallelo con il Rondò, una
successione di danze della tradizione musicale eurocolta.

La forma del rag pianistico prevedeva delle sezioni di sedici misure che venivano chiamate
strains (motivi); ogni strain veniva ripetuto due volte, in modo da favorirne la
memorizzazione da parte dell’ascoltatore.

Le composizioni tipiche prevedevano anche introduzioni, code e interludi.

Una delle strutture più rappresentative del genere fu: AABBACCDD; si tratta della struttura di
“Maple Leaf Rag”, probabilmente la composizione più famosa di Scotto Joplin, insieme a “The
Enterteiner”, che ebbe però più successo in epoca recente rispetto al tempo in cui fu
composto. A favorirne la popolarità a livello mondiale fu il film americano La Stangata, con
Robert Redford e Paul Newmann, realizzato nel 1973.

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Scott Joplin era nato a Texarkana, nel Texas; studiò musica da giovanissimo con un insegnante
tedesco, poi lasciò casa e iniziò a suonare come professionista nel 1884, nella zona di St. Louis,
nel Missuori.

Negli anni Novanta si era trasferito a Sedalia, un piccolo ma vivace centro dello stesso Stato,
partecipando alla vita musicale di quella città:

A) diresse una scuola privata


B) suonò la cornetta nella Queen City Concert Band
C) studiò teoria e composizione presso il George Smith College for Negroes

Iniziò a pubblicare le proprie composizioni rag soltanto nel 1899, prima con l’editore Hoffman
di Kansas City, che però scartò “Maple Leaf Rag”;

Nella stessa Sedalia incontrò l’editore bianco John Stark, che formò con lui un binomio
vincente: fu lui a pubblicare la musica rag di Joplin per oltre un decennio.

“Maple Leaf Rag” (letteralmente “Il Rag della foglia di acero americano”) fu un successo senza
precedenti e costituì il modello di ragtime classico negli anni a venire; il pezzo è ancora oggi
conosciuto e suonato da tutti gli interpreti del Ragtime.

Oltre a “The Entertainer”, già citato, scrisse molti altri rag:

A) “Euphonic Sounds”
B) “Magnetic Rag”
C) “Sunflower Slow Drug”
D) “Wall Street Rag”

In più si concentrò su forme musicali più complesse: nel 1899 aveva già completato un
balletto folk, intitolato “The Ragtime Dance”, eseguito alla Woods Opera House di Sedalia.

Poi realizzò A Guest of Honor, un’opera ragtime del 1903, la cui partitura è andata persa;
anche se non trovò un editore disposto a pubblicarla la mise in scena per una sola
performance con la sua Scott Joplin Drama Company.

Nonostante le difficoltà incontrate per questi suoi progetti più ambiziosi, iniziò a scrivere
Treemonisha, una seconda opera ragtime, che fu completata nel 1905.

Trasferitosi a New York nel 1907:

A) tenne lezioni private


B) pubblicò molti ragtime
C) scrisse il manuale The School of Ragtime –Six Exercises for Piano (1908)
D) fondò una propria casa editrice

La maggior parte dei suoi guadagni e delle sue energie furono però profuse per produrre la
sua seconda opera sopracitata; non trovando interlocutori interessati pubblicò lui stesso il
manoscritto (ben 230 pagine).

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Poi nel 1915 mise in scena l’opera da solo in una sala qualunque di Harlem, ma senza
scenografie, costumi, né orchestra; com’era prevedibile fu un fiasco.

Soltanto nel 1972, circa 67 anni dopo quella sfortunata messa in scena , Treemonisha ebbe la
sua prima mondiale, riadattata dal musicologo e direttore d’orchestra Gunther Schuller per il
Muller Theatre di Houston.

Con la morte di Scott Joplin, avvenuta nel 1917, si chiuse “L’Era del Ragtime”.

Convenzionalmente in quello stesso anno si fa coincidere l’inizio dell’Era del Jazz, poiché la
Original Dixieland Jass Band, organico di musicisti bianchi originario di New Orleans incise
a New York il primo disco di jazz.

Prima del jazz, il Ragtime imperversò in tutti gli Stati Uniti e arrivò presto anche in Europa.

Il critico musicale Marshall Stearns fornì del Ragtime una brillante definizione; secondo lui
derivava dalla marcia e per quanto riguarda l’esecuzione pianistica le due mani avevano ruoli
differenti:

A) La mano sinistra accompagnava in 2/4, suonando in modo rigido, non sincopato


B) La mano destra presentava una costante sincopazione, con un fraseggio che derivava
dal modo di suonare il banjo dei musicisti del Minstrel Show.

Nato come musica pianistica, il Ragtime fu presto adattato a vari strumenti, tra cui il banjo e la
chitarra (che all’epoca era meno diffusa perché più costosa); successivamente i brani di
successo furono orchestrati per intere band, complessi con strumenti a fiato che si
cominciarono a formare all’inizio del Novecento.

Altri notevoli interpreti e autori di Ragtime furono:

A) Thomas Million Turpin, il “padre del ragtime di St.Louis”, autore del già citato “Harlem
Rag”, ma anche di “A Ragtime Nightmare”, “St. Louis Rag” e “The Buffalo Rag”
B) James Sylvester Scott, considerato il maggior compositore di ragtime dopo Scott Joplin;
sicuramente fu influenzato da Joplin, ma ben presto manifestò una grande originalità.
Le sue composizioni più celebri furono “Frog Legs Rag”, “Kansas City Rag”, “Quality – A
High Class Rag”, “Climax Rag”, “Pegasus – A Classic Rag”
C) Eubie Blake, il massimo esponente del ragtime sulla costa orientale; scrisse il suo
primo pezzo ragtime nel 1898, intitolato “Sounds of Africa”, ma poi ribattezzato
“Charleston Rag”. Insieme al cantante e paroliere Noble Sissle formò un binomio di
grande successo, scrivendo numerose canzoni anche in ambito teatrale; furono gli
autori delle musiche di Shuffle Along, uno dei primi musical realizzati da
afroamericani. Una delle sue canzoni più celebri rimase “Memories of You”, rimasta
indimenticabile nella versione strumentale del grande clarinettista Benny Goodman

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ELEMENTI RAGTIME NELLA MUSICA DEI COMPOSITORI BIANCHI

L’originalità e lo slancio ritmico del ragtime non passò inosservato ai compositori della
musica colta; il primo fu Claude Debussy, che dedicò al ragtime un movimento della suite per
pianoforte Children’s Corner, nel 1905.

Igor Stravinskij fu addirittura più prolifico, in quanto compose:

A) Ragtime per undici strumenti nel 1918


B) Un movimento ragtime nella sua famosa Histoire du soldat nel 1918
C) Piano-Rag Music nel 1920

Il compositore francese Erik Satie nel 1917 scrisse Parade, un balletto in cui “The American
Girl’s Dance” è in stile ragtime

Il compositore tedesco Paul Hindemith chiuse la sua Suite per pianoforte del 1922 con il
finale “Ragtime”.

Alcuni studiosi affermano che anche Brahms avesse concepito un progetto ragtime, al quale
lavorava poco prima di morire.

Ma forse la testimonianza più sorprendente dell’interesse dei compositori eurocolti per


l’accentuazione sincopata proviene addirittura da Ludwug van Beethoven: in una delle sue
opere della maturità, compare un tema trattato alla maniera del ragtime.

Scovata dallo studioso e musicista salernitano Roberto Casaburi, si tratta dell”Arietta 2”


dalla sonata per pianoforte conosciuta come Opus 111, trentaduesima e ultima del catalogo
del grande compositore; provate a sentire la versione registrata da Arturo Benedetti
Michelangeli: sembra autentico ragtime “ante litteram”, perchè questa composizione risale
addirittura al 1823!

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