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WALKIN’ BASS – la melodia infinita.

Con il termine Walkin’ bass (in italiano: basso


che cammina) si intende, riferendosi principalmente al contrabbasso, ad un modo di
accompagnare in uso nella musica jazz ed in particolare nel repertorio swing. È bene
chiarire sin da subito che il walkin’ bass non è “un’esclusiva” del contrabbasso. Innanzi
tutto il basso elettrico, ma anche il pianoforte, l’organo, la chitarra ed a volte il sax
baritono (in un ensemble di saxes) spesso utilizzano questo efficacissimo metodo per
accompagnare.
In sintesi, il walkin’ bass consiste nel suonare una nota su ogni movimento della battuta,
in una successione continua, come una pulsazione, accentando il secondo ed il quarto
movimento ed interpretando con il giusto feeling jazz. Questa successione di note ricorda
metaforicamente il movimento del camminare, da qui il nome walkin’ bass.

Ma da dove nasce e come si crea un walkin’ bass?


La risposta a questa domanda potrebbe essere semplice e definitiva: dalle mani del
musicista, ed in molti casi è proprio così. Ci sono infatti molti strumentisti talentuosi che in
maniera del tutto intuitiva, una volta appreso il meccanismo attraverso pratica ed ascolto,
riescono con grande maestria a creare accompagnamenti basati sul walkin’ bass che sono
allo stesso tempo funzionali e corretti, sia da un punto di vista ritmico che armonico.
Tuttavia non per tutti è così! Proprio per questo motivo ho pensato di scrivere questa
lezione al fine di fornire suggerimenti e linee guida per la costruzione di walkin’ bass
corretti. Lo studio e l’apprendimento di questa lezione dedicata al walkin’ bass richiedono
un’adeguata conoscenza dell’armonia, delle scale, delle sigle, delle principali cadenze con
particolare riferimento alla formazione degli accordi.
Prima di addentrarsi nella lezione sarà bene fissare nella propria mente un concetto
fondamentale: il walkin’ bass è la creazione di una linea melodica infinita, che passa
attraverso le fondamentali ed i principali gradi delle tonalità. Premesso che non esiste
limite all’arte ed alla creatività, cerchiamo di capire praticamente come creare un walkin’
bass, che sarà sì scolastico ma allo stesso tempo funzionale. Poi, una volta apprese le
nozioni principali, ugnuno sarà in grado di creare i propri accompagnamenti a seconda del
proprio gusto, delle proprie capacità e delle proprie esigenze. Utilizzando degli esempi vi
spiegherò step by step come procedere. Per questioni di praticità si utilizzeranno sempre
esempi sul tempo 4/4. La lezione è divisa in due parti: nella prima si imparerà a suonare le
note giuste sui vari movimenti; nella seconda parte si studieranno delle soluzioni avanzate,
creare movimenti ascendenti e discendenti attraverso l’uso di cromatismi e note di
passaggio, sostituzioni di tritono, movimenti tipici, figurazioni strette, pedali.

Prima parte

sul primo movimento di ogni cambio di accordo si mette la fondamentale


i movimenti che intercorrono tra le fondamentali possono/devono essere riempiti

Analizziamo l’esempio. Siamo in C major, abbiamo una sequenza di quattro accordi: Cmaj7
– A7 – Dmin7 – G7. Come si può notare, sul primo movimento di ogni misura (un accordo
per misura) c’è la fondamentale dell’accordo. Il secondo, il terzo ed il quarto movimento
della misura possono essere riempiti, vediamo come nei vari esempi (l’analisi è riportata
dopo l’esempio):

PRIMO ESEMPIO
1. per grado congiunto, ascendente e discendente (b. 1)
2. salti tra le principali note dell’accordo (b. 2). In questo caso, sui tempi forti (primo e
terzo movimento) è preferibile utilizzare prioritariamente il V grado, poi il terzo;
tenendo sempre in considerazione il disegno della linea di basso
3. frammento di scala (scala dorica) discendente (b. 3)
4. grado congiunto e ritorno alla tonica con salto di terza discendente (b. 4)

1. grado congiunto e salto ascendente di terza (b. 1)


2. salti tra le principali note dell’accordo (b. 2)
3. grado congiunto e ritorno alla tonica con salto di terza discendente (b. 3)
4. salti tra le principali note dell’accordo (b. 4)

1. salti tra le principali note dell’accordo (b. 1)


2. salti tra le principali note dell’accordo (b. 2)
3. salto ascendente di terza e ritorno per gradi congiunti (b. 3)
4. grado congiunto e salti tra le principali note dell’accordo (b. 4)

quando un accordo dura per più misure

Analizziamo l’esempio. Siamo in F major, abbiamo una sequenza di quattro accordi:


Fmaj7 – Fmaj7 – Fmin7 – Bb7. Si tratta di un caso frequente in cui lo stesso accordo si
prolunga per due o più misure. La soluzione più semplice, non consigliata, potrebbe essere
quella di ribattere la fondamentale sul primo movimento di ogni battuta. Invece, vediamo
le soluzioni migliori:
1. suonare le note principali dell’accordo sul primo movimento di ogni battuta in
maniera alternata: tonica (b. 1), terza (b. 2), quinta (b. 3)
2. la quinta, a differenza della terza che definisce il modo, si può utilizzare anche
quando abbiamo due accordi che differiscono solo per specie ovvero il primo
maggiore ed il secondo minore o viceversa (bb. 2, 3)

1. suonare la tonica sul primo movimento di ogni misura è possibile ma non


consigliato, non è da considerarsi un errore ma crea poca varietà armonica (bb 1,
2, 3)

• quando si hanno due accordi per battuta

Analizziamo l’esempio. Siamo in F major, abbiamo due cadenze II – V – I con la


seguente successione armonica: Amin7 – D7 – Gmin7 – C7 – Fmaj7. Questo tipo di
successione, che possiamo trovare in tutte le tonalità è frequentissima negli standards.
Sicuramente le soluzioni più adeguate sono le seguenti:

1. mettere tutte le fondamentali esattamente dove cadono (è possibile anche utilizzare


la quinta o la terza dell’accordo ma preferibilmente non sul primo movimento della
misura bensì sul terzo)
2. le note del secondo e quarto movimento (tempi deboli) saranno preferibilmente: la
quinta, la sensibile (del nuovo accordo), la sottotonica, il tritono
Seconda parte

Come accennato in precedenza, in questa seconda parte della lezione, dando per scontata
un’ adeguata assimilazione dei concetti trattati nella prima parte, si andranno ad esplorare
delle soluzioni avanzate per la creazione del walkin’ bass.

alternare un movimento ascendente con uno discendente

1. salire per gradi congiunti e discendere attraverso intervalli più ampi (terze, quarte,
quinte, ottave). Si può fare anche il contrario, scendere per gradi congiunti e/o e
risalire per intervalli (ad es. quinta e ottava) ma è preferibile la prima soluzione
2. si può creare questo tipo di movimento inserendo note di passaggio e/o
cromatismi; è preferibile utilizzare questi intervalli stretti nel movimento ascendente

• sostituzioni di tritono

Particolarmente utilizzate, sia nei turn arounds che nelle comuni cadenze, sono le
sostituzioni di tritono. E’ bene ricordare che questo tipo di sostituzione armonica
appartiene specificamente al V grado: accordo di dominante.

in questo primo esempio la sostituzione di tritono è in diretta relazione con la tonica


dell’accordo.
1. in questo secondo esempio, le note su cui è applicata la sostituzione di tritono sono
la terza e la quinta dell’accordo. La relazione con la sostituzione di tritono è con
l’armonia (accordo).

Particolarmente utili ed interessanti sono i passaggi cromatici, specie nei cambi d’accordo:
è di buon effetto arrivare alla tonica del nuovo accordo attraverso un cromatismo
ascendente. Infine, perché l’accompagnamento in walkin’ bass risulti gradevole
all’orecchio, bisogna evitare un uso frequente d’intervalli eccessivamente larghi, favorendo
movimenti stretti (gradi congiunti e cromatismi) e linee melodiche semplici.

movimenti tipici (sequenza armonica)

In presenza di tipici movimenti del basso (frequenti sono i movimenti discendenti) si può
fare riferimento a questo tipico esempio in cui il basso, partendo dalle nota fondamentale,
discende cromaticamente seguendo ovviamente l’armonia. Questo movimento si può
ascoltare in molti brani, per citarne alcuni particolarmente conosciuti scritti da Duke
Ellington: IT DON’T MEAN A THING, IN A SENTIMENTAL MOOD.

PEDALI
Spesso, sia per creare tensione che variazione durante l’esecuzione di uno standard, si
ricorre all’uso di pedali, la cui formazione è tutt’altro che casuale. Innanzi tutto è
opportuno ricordare che stiamo parlando di pedali armonici. Per semplificare e
comprendere, se abbiamo una cadenza II – V – I all’inizio o nel corso del brano (alla fine è
meglio non correre rischi) anziché suonare le tre differenti armonie, è possibile suonare
una sola armonia su tutti e tre gli accordi, o solo su due di essi; dipende molto da come
prosegue l’armonia del brano. L’armonia del V grado (dominante) è sicuramente quella più
stabile e più funzionale dal punto di vista armonico. Nell’esempio si può vedere come
costruire un pedale su una cadenza.
figurazioni strette (crome e terzine)

Nell’accompagnamento col walkin’ bass vengono spesso utilizzate figurazioni composte da


due crome, oppure da una terzina (a volte anche due di seguito), soprattutto per
vivacizzare l’accompagnamento da un punto di vista ritmico. Queste figurazioni sono
maggiormente utilizzate sul primo e sul terzo movimento (nel jazz i tempi deboli),
conferiscono all’accompagnamento una maggiore spinta ritmica in avanti, per tanto è
consigliabile farne uso ma senza abusarne. Negli esempi vediamo come e dove suonare
queste figurazioni e quali note suonare.

La cadenza utilizzata è un II – V – I in C major (Dmin – G7 – C maj7)

Bisogna fare attenzione quando si vuole suonare la doppia terzina. Bisognerà


necessariamente avere lo spazio di due ottave per poter suonare questo tipo di
figurazione.

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