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Masarykova univerzita

Filozofická fakulta

Ústav románských jazyků a literatur

Italský jazyk a literatura

Bc. Marta Schlemmerová

L’interferenza linguistica: i francesismi nella lingua


settoriale della moda

Bakalářská diplomová práce

Vedoucí práce: PhDr. Jan Pavlík

Brno 2010
Prohlašuji, že jsem bakalářskou diplomovou práci vypracovala samostatně za použití
pouze uvedených pramenů a že tištěná verze práce přesně odpovídá verzi
elektronické.

V Brně dne 14. května 2010 ......................................................

2
Chtěla bych poděkovat svému vedoucímu práce, PhDr. Janu Pavlíkovi, za cenné
rady a připomínky a za veškerý čas, který mi v souvislosti s touto prací věnoval. Mé
dík patří také mé rodině, přátelům a spolubydlícím za veškeré povzbuzování a
podporu.

3
INTRODUZIONE .......................................................................................................................... 5

I. L‟INTERFERENZA LINGUISTICA ......................................................................................... 6

I.1. L‟interferenza come fenomeno linguistico ..................................................................... 6

I.2. Prestiti linguistici ............................................................................................................ 8

II. LA LINGUA SETTORIALE DELLA MODA ....................................................................... 11

III. FRANCESISMI NELLA LINGUA SETTORIALE DELLA MODA ................................... 13

III.1. Descrizione del metodo di lavoro ............................................................................... 13

III.2. L‟elenco dei francesismi ............................................................................................ 14

III.2.a I sostantivi ....................................................................................................... 14

III.2.b Gli aggettivi ..................................................................................................... 33

III.2.c Le locuzioni ..................................................................................................... 38

III.3. L‟analisi dei francesismi ............................................................................................ 39

III.3.a L‟adattamento fonetico .................................................................................... 39

III.3.b L‟adattamento grafico ..................................................................................... 40

III.3.c L‟adattamento morfologico ............................................................................. 41

III.3.d Osservazioni semantiche ................................................................................. 42

III.3.e Altre osservazioni ............................................................................................ 43

CONCLUSIONE .......................................................................................................................... 46

Bibliografia .................................................................................................................................. 47

Dizionari .............................................................................................................................. 47

Fonti elettroniche................................................................................................................. 48

4
INTRODUZIONE

Una lingua nazionale che subisce l‟influenza da parte di un‟altra lingua e di


un‟altra cultura la riflette sempre anche nel suo lessico. Dato che il francese ha
molto influito sulla lingua italiana e che in vari settori la Francia giocava un ruolo
molto importante, non sorprende un numero abbastanza elevato di francesismi in
italiano.

La presente tesi viene dedicata ai francesismi presenti attualmente nel


linguaggio della moda (il termine medesimo di moda essendo un francesismo) al
loro stato e alle tendenze relative a essi per vedere fino a quale punto il francese ha
influenzato il lessico italiano della moda.

Prima di elencare, descrivere ed analizzare le singole parole trovate nelle


riviste di moda, si tratterà sinteticamente il fenomeno dell‟interferenza linguistica
seguendo il ragionamento di Leonard Bloomfield e del suo Language1, e si
definiranno e spiegheranno i termini riguardanti il suddetto fenomeno.

Poiché nella lingua italiana non esiste una classificazione unanima del
linguaggio della moda si avvicinerà l‟intervento di Alberto Sobrero che si è
interrogato sul tema delle lingue speciali e del loro lessico.

La seconda parte del lavoro sarà costituita dal glossario dei francesismi di
moda elaborato in base ai testi tratti dalle riviste Donna Moderna, Elle e Vogue. Le
singole voci contengono la loro descrizione linguistica ed etimologica. Seguirà
l‟analisi con cui si evidenzieranno le maggiori tendenze dei prestiti menzionati nel
glossario.

1
Leonard Bloomfield, Language, New York, Henry Holt and Company, 1945.

5
I. L’INTERFERENZA LINGUISTICA

I.1. L’interferenza come fenomeno linguistico

Il fatto dell‟ influenza, semplice o reciproca, tra due lingue si chiama


interferenza linguistica. Prima di occuparsi dei prestiti francesi nel linguaggio della
moda, si avvicinerà sommariamente il fenomeno ricorrendo alla teoria di Leonard
Bloomfield, linguista statunitense, il quale, pur abbordando il problema
dell‟interferenza linguistica dal punto di vista della lingua inglese, è riuscito a
formulare alcune teorie che sono applicabili a qualsiasi lingua.

Ogni comunità linguistica impara dai suoi vicini. Oggetti – naturali o fatti da
l‟uomo – passano da una comunità all‟altra, nella stessa maniera anche modi di
comportamento, processi tecnologici, abitudini militari, riti religiosi o maniere
sociali. Questa estensione di oggetti ed abitudini è stata chiamata da etnologi
diffusione culturale2. Assieme alle cose e alle usanze vengono diffusi anche i loro
nomi. Così per esempio un italofono, o una persona bilingue o con una conoscenza
del francese come lingua straniera, introducendo un oggetto francese ai suoi
compatrioti lo designa con il suo nome francese3. La diffusione culturale è dunque
strettamente legata con la diffusione linguistica.

Se la persona introducente una nuova parola o un utente posteriore ha una


buona conoscenza della lingua straniera, può pronunciare la parola nella sua forma
foneticamente originaria anche nel contesto della lingua ricevente. Comunque, molto
più spesso succede che il locutore ricorre a un „adattamento muscolare“4 sostituendo
un suono proprio alla sua lingua madre al suono straniero, ad esempio in una frase
italiana, egli pronuncia la parola francese roulotte con una „r“ alveolare invece
dell‟„r“ uvulare francese. Nella sostituzione fonetica, i locutori permutano suoni
stranieri con i fonemi della lingua madre.

2
Leonard Bloomfield, op. cit., p. 445.
3
Ibidem.
4
Ibidem.

6
Se i membri della comunità linguistica che accettano i prestiti conoscono più o
meno il sistema fonetico della lingua straniera o se i prestiti sono relativamente
numerosi, i suoni stranieri possono essere mantenuti nella loro forma originaria a
costo di violare il proprio sistema fonetico. In questo aspetto esistono molte
differenze locali e soprattutto sociali. Bloomfield rapporta gli esempi dell‟inglese
che ha spesso conservato la pronuncia dei nasali nei prestiti francesi, come per

esempio nella parola salon [sa'lɔ], rendez-vous [rɑde-vu] o enveloppe [ɑv(ə)lɔp].


Dove la conoscenza della lingua straniera cresce, si approssima anche la maniera
della pronuncia alla forma corretta nella lingua straniera. Lo stesso adattamento può
arrivare in un tempo molto più lungo in caso che la lingua ricevente sviluppa un
nuovo fonema che corrisponde meglio al fonema della lingua straniera da cui si
presta. 5

In tutti i momenti del processo, l‟assimilazione dei prestiti pone i problemi. Si


devono considerare diversi fattori, da un adattamento basato sulle abitudini
individuali di ogni locutore, fino a un tale cambiamento fonetico e morfologico che
si oscura la comprensibilità della parola. Dopo un certo numero di prestiti di una
lingua però se ne deriva una relazione abbastanza regolare, per esempio delle forme
adattate dei prestiti francesi in italiano verso le forme originarie in francese, che tutte
le parole arrivate nell‟epoca recente possono esser adattate secondo il modello dei
prestiti più vecchi.6

Le parole assunte da un sistema linguistico straniero sono sottoposte al sistema


sintattico e morfologico della lingua ricevente (in inglese per esempio il
funzionamento del prestito rouge: some rouge, this rouge), così come all‟inflessione
(in inglese garages) o alla formazione di composizioni e di derivati (di nuovo in
inglese: rouge-pot, rouging).7 D‟altra parte, se i prestiti di una lingua sono numerosi,
la loro forma può suscitare una nuova regola grammaticale riguardante
esclusivamente i prestiti di tale lingua.8

5
Leonard Bloomfield, op. cit., pp. 447-448.
6
Leonard Bloomfield, op. cit., p. 450.
7
Cfr. Leonard Bloomfield, op. cit., p. 453.
8
Leonard Bloomfield, op. cit., p. 454.

7
I.2. Prestiti linguistici

Il lessico di una lingua è costituito di un fondo lessicale, nel caso dell‟italiano


si tratta del fondo latino, e s‟arricchisce in vari modi: mediante gli elementi già
esistenti all‟interno della lingua, come per esempio la derivazione con l‟aggiunta di
suffissi, prefissi o affissi; la composizione delle parole; la transcategorizzazione o
l‟accorciamento; o importando parole da altre lingue. Le parole assunte da un‟altra
lingua si chiamano i prestiti linguistici.9

L‟esistenza dei prestiti in una lingua è strettamente legata alle cause


extralinguistiche: invasioni militari, rapporti economici o influsso culturale d‟un
paese sull‟altro.10 La Francia si trova geograficamente vicina all‟Italia; entrambe le
lingue appartengono allo stesso gruppo di lingue, ciò che facilita il passaggio delle
parole di una lingua all‟altra; nella storia la Francia appare più volte nella posizione
di una dominazione politica; gli scambi commerciali tra i due paesi si realizzano da
secoli ed il prestigio culturale francese era intenso; non sorprende dunque il numero
abbastanza elevato di francesismi in italiano.11

Dal punto di vista della lessicologia si distinguono, secondo il grado


d‟integrazione, i prestiti non adattati, i prestiti adattati ed i calchi. I prestiti in forma
non adattata appaiono in italiano piuttosto recentemente, per la prima volta nel
Seicento. Però in tali parole si manifesta spesso il sistema della lingua che le riceve,
per esempio nella loro grafia o nella pronuncia, ed i suoni non esistenti nella lingua
ricevente vengono pronunciati solo approssimativamente. Inoltre, le parole non
adattate sono più spesso rifiutate da parte dei puristi o del sistema stesso.

Più comune e più antico, secondo Zolli, è il processo dell‟adattamento dei


prestiti secondo le norme fono-morfologiche e grafiche della lingua che li riceve. Gli
esempi concreti saranno studiati nel capitolo che analizza i francesismi del corpus
considerato.

9
Cfr. Tullio De Mauro, La Fabbrica delle Parole, a cura di C. Allasia, Torino 2005, p. 127.
10
Cfr. Paolo Zolli, Le Parole straniere, a cura di F. Ursini, Bologna, Zanichelli 1991, p. 1.
11
Il Grande dizionario italiano dell’Uso, diretto da T. De Mauro, Torino, UTET, 1999 registra 4370
lemmi venuti dal francese (superato soltanto dai grecismi con 8354 lemmi e dagli anglicismi con
5510 lemmi) sul totale di 250.000 lemmi. Vedi Tullio De Mauro, La Fabbrica delle Parole, p. 136.

8
I calchi invece sono di due tipi: formali e semantici. I calchi formali presentano
la traduzione esatta della parola o meglio la sua riproduzione. Si vedono soprattutto
in locuzioni o in parole composte, per esempio la parola francese franc-maçon viene
riprodotta in italiano come franco muratore o il franco tiratore è un calco sul
francese franc-tireur. I calchi semantici rappresentano le parole già esistenti nella
lingua che assumono però un significato diverso grazie all‟influsso di un‟altra
lingua. Così abbiamo in italiano la parola aperitivo che prima denota un lassativo o
uno stomachico, ma che poi nel XX secolo riceve il significato di una „bevanda
analcolica o di media alcolicità, capace di stimolare l‟appetito“12 secondo il francese
apéritif.13

Un altro tipo di divisione conduce ai termini di „prestiti di necessità“ e „prestiti


di lusso“, terminologia introdotta da Ernst Tappolet.14 I primi comprendono le parole
che indicano oggetti, prodotti, animali o concetti nuovi e sconosciuti prima. I prestiti
del suddetto tipo entrano in una lingua sia con le scoperte di nuovi paesi, ad esempio
con la scoperta dell‟America sono arrivate in italiano le parole patata o mais; sia con
lo sviluppo tecnico, tali le parole computer o scanner. I prestiti di lusso invece sono
parole per cui la lingua possiede già un‟espressione adeguata o quasi, ma per varie
ragioni (per lo più la „moda“ o la superiorità culturale di un paese) preferisce il
forestierismo.

La divisione sopraindicata viene commentata da Zolli: „infatti la necessità in


senso assoluto di un prestito non esiste; ogni lingua possiede i mezzi per indicare
nuovi oggetti o nuovi concetti senza ricorrere a parole straniere, tant‟è vero che se il
francese ha accolto la voce tomate (di origine azteca), l‟italiano per denominare lo
stesso prodotto ha preferito servirsi della perifrasi pomodoro.“15

Per lo stesso motivo Bezzola introduce una terminologia diversa: „prestito di


comodità“, perché il prestito chiede uno sforzo minore a quello che bisogna

12
Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, Vocabolario della lingua italiana, Firenze 2007, [CD-Rom].
13
Paolo Zolli, op. cit., pp. 4-6.
14
Ernst Tappolet, Die alemannischen Lehnwörter in den Mundarten der französischen Schweiz;
kulturhistorisch-linguistische Untersuchung (Volume 1), Strasburgo 1914-17, pp. 53-58, disponibile
su: http://www.archive.org/stream/diealemannischen01tappuoft#page/n0/mode/2up.
15
Paolo Zolli, op. cit., p. 3.

9
impiegare per creare una parola nuova, e „prestito di valore affettivo“ perché una
voce venuta dall‟estero „sembra portare già nella sua propria sostanza qualche cosa
di più nobile, di più elevato [...] un valore affettivo superiore, un non so che di più
distinto, di meno volgare e comune.“16 Però i due procedimenti non si escludono
come quelle di Tappolet, invece si completano a vicenda.

Finalmente si distinguono i „prestiti definitivi“, quelli che sono stati introdotti


nella lingua e si usano fino a oggi, ed i „prestiti non riusciti“, cioè prestiti che
vengono espulsi a causa della loro struttura, troppo estranea alla lingua ricevente, o
sono passati solamente nei dialetti, ad esempio rouleau (rolò in veneziano) o
décrotteur (decrotore in parmigiano, piemontese, milanese, bolognese o
romanesco). Tra i prestiti non riusciti appartengono anche molti francesismi
ottocenteschi respinti dai puristi.17

16
Reto R. Bezzola, Abbozzo di una storia dei gallicismi italiani nei primi secoli, Heidelberg 1925,
p. 16.
17
Cfr. Paolo Zolli, op. cit., p. 3, p. 48.

10
II. LA LINGUA SETTORIALE DELLA MODA

La lingua che serve a descrivere la moda differisce notevolmente dalla lingua


comune. Prima di concentrarsi sul lessico concreto importato dal francese, si
abbozzeranno schematicamente i tratti caratteristici dei „sottocodici“ e più
specialmente della lingua delle riviste di moda.

Alberto Sobrero nel suo lavoro sull‟italiano contemporaneo riporta la


definizione di Gaetano Berruto riguardante i sottocodici: „varietà diafasiche
caratterizzate da un lessico speciale, in relazione a particolari domini extralinguistici
e alle corrispondenti aree di significato“18. Secondo tale definizione, i sottocodici
che Sobrero chiama „lingue speciali“, sono le variazioni della lingua legate a
particolari settori e discipline, per esempio la medicina, la fisica, lo sport, ecc., con
un lessico specialistico.

In seguito, il linguista si pone la questione se le lingue speciali siano affatto


delimitabili, perché molte di esse si trovano nella zona di confine con la lingua
comune, per esempio il linguaggio dei critici d‟arte o, appunto, la lingua delle riviste
di moda.19 Un altro problema concerne la terminologia: i sottocodici, per cui Sobrero
usa il nome „lingue speciali“, vengono chiamati da altri linguisti come
„microlingue“, „linguaggi speciali“, „linguaggi specialistici“, „linguaggi
20
settoriali“ . Per lo scopo del presente lavoro si mantengono i termini di Sobrero.

Le lingue speciali possono essere divise in „lingue specialistiche“ e „lingue


settoriali“. La caratteristica principale delle prime è quella di avere un lessico
specifico e le norme particolari di struttura testuale e di formazione dei neologismi.
Le lingue specialistiche riguardano le discipline ad alto grado di specializzazione e
servono a un discorso o testo scientifico-tecnico che risponde ai criteri di precisione,
oggettività, esatezza, neutralità emotiva, assenza di ogni ambiguità, densità di
informazione ecc. Le lingue specialistiche ricorrono spesso a prestiti non adattati o a

18
Alberto A. Sobrero, Introduzione all’italiano contemporaneo. La variazione e gli usi, Roma,
Editori Laterza 2008, p. 237.
19
Cfr. Alberto A. Sobrero, op. cit., p. 238.
20
Ibidem.

11
calchi, formano neologismi, sigle e acronimi ed utilizzano unità lessicali dalla lingua
comune però con un significato diverso. È diffuso il fenomeno di deverbalizzazione.
Per i testi scientifici è caratteristica alta densità semantica, uso del passivo e delle
forme impersonali e pure uso ridotto delle preposizioni subordinati.21

Le lingue settoriali riguardano invece settori non tanto specialistici. Si tratta ad


esempio della lingua della pubblicità, della politica, dei giornali ecc. Le lingue
settoriali non dispongono di un lessico specifico e si diffondono per lo più tramite i
mezzi di comunicazione di massa, i testi e i discorsi poi sono destinati a un‟utenza
molto più ampia delle lingue specialistiche.22

Secondo la divisione proposta da Sobrero, il linguaggio della moda


apparterrebbe all‟„insieme“ delle lingue settoriali, perché si trova molto vicino alla
lingua della pubblicità o dei giornali, è diffuso attraverso i mass media ed è destinato
ad ampio pubblico, pur avendo anche alcuni tratti delle lingue specialistiche, come si
vedrà negli esempi concreti del capitolo seguente, per esempio la frequente
nominalizzazione o l‟uso diffuso dei prestiti non adattati.

21
Cfr. Alberto A. Sobrero, op. cit., pp. 239-250.
22
Cfr. Alberto A. Sobrero, op. cit., p. 239.

12
III. FRANCESISMI NELLA LINGUA SETTORIALE
DELLA MODA

III.1. Descrizione del metodo di lavoro

Per lo scopo della presente tesi è stato esaminato un corpus composto di


articoli tratti da tre riviste di moda: Vogue, Elle e Donna Moderna in italiano nelle
loro versioni in linea, concretamente gli articoli usciti dal novembre 2009 fino al
maggio 2010. Si è osservato il lessico e si sono elencati in ordine alfabetico i
francesismi e le locuzioni francesi utilizzati nel campo semantico della moda. Le
singole voci dell‟elenco seguente comprendono la descrizione linguistica di base, il
grado dell‟adattamento fono-morfologico, il significato preciso della parola23 e la
sua etimologia con la data della prima attestazione in italiano. Per quest‟ultima sono
stati consultati tre dizionari: Dizionario etimologico italiano24 di Battisti e Alessio,
indicato dall„abbreviazione „BAT“, Dizionario etimologico della lingua italiana di
Cortelazzo e Zolli25 (CORT), e Vocabolario della lingua italiana di Devoto e Oli26
(DO) che, pur non essendo un dizionario propriamente etimologico, contiene
l‟origine delle parole anche nel caso di voci recentissime che non vengono ancora
elencate dai due dizionari precedenti. Poichè le informazioni riportate, cioè le
osservazioni degli etimologi, in alcuni casi divergono, si è utilizzato più di un
dizionario etimologico.

Elencate le parole seguirà un‟analisi che considererà la prospettiva sincronica e


diacronica e le tendenze generali dell‟uso dei francesismi nelle riviste di moda
contemporanee.

23
Le definizioni vengono riprodotte parola per parola dal dizionario di Giacomo Devoto, Gian Carlo
Oli, op. cit. (tranne alcuni casi indicati); lo scopo non era di elaborare una nuova definizione anzi di
capire il modo in cui la voce viene usata.
24
Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze 1968.
25
Manlio Cortelazzo, Paolo Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna 1992.
26
Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli, op. cit.

13
III.2. L’elenco dei francesismi

I francesismi trovati nel corpus di testi tratti da Vogue (V), Elle (E) e Donna
Moderna (DM) sono riportati insieme al loro contesto per mostrare il modo di uso di
essi. In ogni frase sarà esaminata una sola parola, quella in corsivo, anche se nella
stessa frase si trovano più espressioni di origine francese. La lista comprende
80 voci, tranne i derivati, ed è organizzata in tre gruppi: i sostantivi, gli aggettivi e le
locuzioni. I sostantivi sono ancora suddivisi in cinque sottogruppi: i tessuti, gli abiti
e gli indumenti, gli ornamenti di vestiti o i modi di cucire, gli accessori, ed altre
parole; gli aggettivi sono suddivisi in: i colori, e gli epiteti ed altri aggettivi.

III.2.a I sostantivi

I tessuti

„Hanno ceduto a questo dettaglio hippie per sdrammatizzare sontuose gonne in


chiffon e corpetti cosparsi di strass.“ (E)
„Tanto lieve quanto scenografico, lo chiffon è protagonista indiscusso della stagione
complice anche l'abbondanza di long dress.“ (V)
„Per Wunderkind l'abito in chiffon è lungo, romantico, monospalla, cipria con
sfumature effetto tie-dye.“ (V)

chiffon
s. m., pl. chiffons o invar.
Fon. in fr. [ʃi'fɔ]27 in it. [ʃiffon].
Sottile tessuto trasparente di seta o di fibre sintetiche.
CORT, DO: propr. straccio, cencio; in it. prima del 1875; BAT: diminutivo
di chife, risale forse ad antico tedesco kipfe, panetto a due punte.

27
La trascrizione fonetica viene riprodotta secondo il dizionario di Devoto-Oli, op. cit.

14
Titolo di un articolo: „Denim, tutta la vita.“ (DM)

denim
s. m., invar.
Tessuto di cotone ritorto, assai resistente, usato per tute, grembiuli,
camiciotti, ecc.
DO: Dall„inglese denim, propr. abbreviazione di locuzione fr. de Nîmes, la
città della Francia dove il tessuto veniva prodotto; in it. prima del 1983;
BAT, CORT: non registrano.

„Delicata e sognante la mantiglia in dentelle nerissima proposta da Chanel


Primavera/Estate 2010.“ (E)

dentelle
s. f., invar.
Fon. in fr. [dɑ'tɛl] in italiano [dan'tɛl].
Pizzo, trina.
DO: In it. prima del 1905; CORT: non registra; BAT: voce adattata
dentello, sec. XIX.

„Le maniche a sbuffo con paillettes sulla felpa con cappuccio e zip.“ (V)

felpa
s. f., adattato
Tessuto, spec. di cotone, affine al velluto ma con pelo più lungo e morbido.
CORT, DO: Dal francese antico felpe; in it. dal 1598; BAT: Dal a. fr.
feupe; sec. XVI.

„Giacca in gabardine con ampi revers, su jeans in raso color cammello.“ (E)

gabardina
s. f., adattato; nel corpus: non adattato.
Stoffa di lana o di cotone, tessuto a diagonale o per abiti estivi, di media
pesantezza e facilmente impermeabilizzabile.
DO: Dal fr. gabardine, dallo sp. gabardina, specie di casacca o tunica per
operai; in it. dal 1936; CORT: registra la voce non adattata gabardine. In it.
dal 1918. Voce francese dallo spagnolo gabardina (1423), incrocio di
gabán, gabbano, con tabardina, diminutivo del tabardo, tabarro.
BAT: Dal sec. XX, dal fr. gabardine, dallo sp. gabardina che a sua volta è
un prestito dal med. fr. galvardine, gaverdine (prima di 1482), una specie
di mantello.

15
„La versione più nude su minidress in maglia lamé“ (E)

lamé
s. m., invar.
Tessuto di fili di seta o lana intrecciati con fili metallici, dorati o argentati.
DO: Derivato di lame, lamina, lamer, laminare, in it. dal 1926.
BAT, CORT: In it. dal sec. XIX.

„Miss Sicily, modello di punta di Dolce&Gabbana, qui nella versione in pelle nera
matelassé come quella scelta da Victoria Beckham.“ (E)

matelassé
s.m., invar.
Fon. fr e it. [matla'se]
Tessuto doppio, imbottito e trapuntato.
DO: Participio passato dal verbo matelasser, confezionare in forma di
materasse, in it. dal 1939.
CORT: in it. dal 1873.
BAT: in it. dal XX sec.; tessuto in seta a due strati, uno con disegni lineari,
l‟altro a figura.

„Party dress iperfemminile. Combinaison sofisticata di mousseline plissée e di micro


pelle nera.“ (V)

mousseline
s. f., pl. mousselines come in fr. o invar.
Fon. come in fr. [mus'lin].
DO: registra solo il significato: salsa a base di maionese e panna; BAT,
CORT: non registrano.
DO: In it. mussola o mussolina: Tessuto leggerissimo e morbido, costituito
di filati fini di cotone o di lana.
DO: Dal nome di Mossul, città in Iraq; in it. dal 1819.

„Miniabito in satin color fragola con sovrapposizione ultrasexy.“ (E)


„Si arriva alla versione frizzante di dresses in pizzo doppiato su satin coloratissimo.“
(E)

satin
s. m., pl. satins come in fr. o invar.
Fon. in fr. [sa'tɛ] in it. [sa'tɛn].

16
Tessuto di cotone rasato, simile alla seta per lucentezza, usato per fodere.
DO, CORT: Da Zaytūm, nome arabo di una città cinese da cui proveniva il
tessuto; in it. dal 1835; BAT: Dal 1895.

„Merito di cascate di balze in tulle e lunghi drappi in seta, che della morbidezza
evanescente fanno un vero punto d‟onore.“ (E)
„Corpetto a "macchie" di tessuto prezioso sospese da tulle imperceptibile, per la
collezione Jil Sander Primavera/Estate 2010.“ (E)

tulle
s. m., invar.
Fon. adattato
Tessuto molto leggero e trasparente, costituito da fili sottilissimi di seta o
cotone (oggi anche di fibre sintetiche) che formano un intreccio a maglie
esagonali.
DO: Dal nome della città di Tulle, capoluogo del dipartimento francese di
Corrèze; in it. dal 1841.
CORT: In it. dal 1839-41, anche la variazione tull; BAT: In it. dal 1850,
anche la var. tullo.

„Blu intenso per la fantasia vichy della cravatta Etro.“ (E)

vichy
s. m.
Fon. come in fr. [viʃi].
Tessuto a quadretti, in cotone o altro materiale, a due colori. Dagli anni
1950.28
DO, BAT, CORT: non registrano.
Il nome di tessuto proviene dal nome della città di Vichy.29

„Bluse in voile trasparente esaltata da applicazioni floreali.“ (E)

voile
s. m., invar.
Fon. in it. come in fr. [vwal].
Tessuto trasparente di seta, lana, cotone, lino e vari misti, usato per lo più
per la confezione di indumenti femminili e tende. Propriamente „vela“.
DO: In it. dal 1905; CORT: Voce francese, regolare continuatore del lat.
vēlum, velo; BAT: Dal sec. XII voil, sostituito da voile prima del 1931.

28
http://www.logosdictionary.org/fashion/fashion_dict.home.
29
http://www.cnrtl.fr/etymologie/vichy.

17
Gli abiti e gli indumenti

„Completi tricot dal fascino agreste e blouson in pelle effetto prato.“ (E)

blouson
s. m., pl. blousons o invar.
Fon. in fr. [blu'zɔ], in it. [blu'zɔn].
Giaccone piuttosto ampio e fermato in vita.
DO: Derivato di blouse, in it. dal 1965; CORT, BAT: non registrano.

„Bluse in voile trasparente esaltata da applicazioni floreali.“ (E)

blusa
s. f., adattato
Camiciotto di tela da lavoro o camicetta non aderente per bambini o per
donna.
DO: Dal fr. blouse di origine oscura, in it. dal 1846; CORT: Nel significato
di camiciotto da lavoro in it. dal 1846, nel significato di camicetta da donna
dal 1905; BAT: Dal XX sec., etimologia incerta, ma la variante antica
belouse (XVI. sec.) ci porterebbe al lat. medioevale pelusia, cioè stoffa di
Pelusium, città dell‟Egitto, con cui si facevano delle tuniche azzurre che i
Crociati indossavano sulla loro armatura; cfr. anche lat. medioevale blezo,
bleso, tunica.

„Bustier e gonna a palloncino per il miniabito Luella Primavera/Estate 2010.“ (E)


„Mini abiti bustier, giubbini dalla forma a uovo e camicie stile cowgirl.“ (DM)

bustier
s. m., pl. bustiers o invar.
Fon. in fr. [byst'je] in it. [bust'je].
Busto leggero con reggiseno a balconcino; propr. bustino.
DO: Dal fr., in it dal sec. XX; BAT, CORT: non registrano.

„Dalle parigine ai collant velati, dai leggins traforati ai calzini fino al polpaccio.“
(DM)

collant
s. m., pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr. [kɔ'lɑ] in it. [kollan].
Calzamaglia femminile alta fino alla vita, o agg: aderente

18
DO: Part. pres. di coller, aderire, der. di colle, colla; in it. dal 1846 in sign.
aderente; BAT: Dal sec. XX; CORT: Dal 1970.

„Party dress iperfemminile. Combinaison sofisticata di mousseline plissée e di micro


pelle nera.“ (V)

combinaison
s. f.
DO, BAT, CORT: non registrano.
In moda: tuta.30

„Strategico, a questo punto, l‟incontro al vertice con il compagno ideale delle tue
vacanze: un nuovo costume da bagno.“ (E)

costume
s. m., adattato
Nel linguaggio della moda: abito, vestito.
DO: Dal fr. antico coutume, dal lat. consuetudĭne(m), nel significato “uso,
abitudine, o modo consueto di pensare o di contenersi“ in it. dal sec. XIII;
CORT: La forma italiana si è modellata sull‟esito francese coutume e
provenzale costum. BAT: Nel significato di vestito in it. dal sec. XX.

„La cintura in tessuto logato di Gucci, coordinata alla cravatta in maglia a righe
firmata Brooks Brothers.“ (E)
„Blu intenso per la fantasia vichy della cravatta Etro.“ (E)

cravatta
s. f., voce adattata
Striscia di stoffa che si annoda per ornamento attorno al colletto della
camicia o della camicetta.
DO, CORT: Dal fr. cravate, propriamente „croata‟, per il fatto che i
cavalieri croati assoldati da Luigi XIV e inquadrati nel reggimento Royal-
Cravate portavano al collo una sciarpa; in it. dal sec. XVII.
BAT: Dal fr. cravate, dal ted. dial. krawat, prestito del croato hrvat; in it.
prima di 1651.

„Piglio maschile in versione tutta sensuale con il blazer nero e la culotte a vista.“ (E)

30
www.logosdictionary.org/fashion/fashion_dict.home.

19
culotte
DO, CORT: solo culottes, s. f. pl.
Fon. in fr. [ky'lɔt] in it. [ku'lɔt].
Mutandine da donna a calzoncino.
DO: derivato di cul, culo; in it. dal sec. XVIII; CORT, BAT: Dal 1928.

„Un portamonete con lucchetto come quello di Carpisa, le cui vivide tonalità si
abbinano perfettamente a quelle dei foulard proposti da Marlboro.“ (E)

foulard
s. m., pl. foulards come in fr. o anche invar.
Fon. in fr. [fu'laːʁ], in it. [fu'lar].
Fazzoletto di seta (o di altro tessuto leggero) da collo e da testa. Stoffa
leggerissima (seta, cotone, fibre sintetiche) usata per la confezione di
fazzoletti, cravatte, fodere e capi d‟abbigliamento
DO: Probabilmente derivato da fouler, follare, gualcare, in it. dal 1765;
CORT: Nel significato di stoffa in it. dal 1755, nel significato di fazzoletto
dal 1903, voce francese dal provenzale foulat, da foular, follare; BAT: dal
sec. XIX, entrambi significati.

„Ispirazione rock per il gilet con shorts abbinati.“ (E)

gilet
s. m.
DO, BAT, CORT: registrano sotto la forma adattata gilè.
Indumento senza maniche che si indossa sotto la giacca, panciotto.
DO: Dal. fr. gilet, dallo spagnolo chaleco, di origine araba col sign:
casacca dei carcerati; in it. dal sec. XVIII; BAT, CORT: Dal. fr. gilet, di
origine turca yelek, tramite arabo jaleco nello sp. jileco, chaleco.

„Cowboy ultrafemminile con la camicia decorata da jabots.“ (E)


„Camicie con jabots o dalle spalle prominenti.“ (E)

jabot
s. m., pl. jabots come in fr. o invar.
Fon. in it. come in fr. [ʒa'bo].
Specie di cravatta di trine e stoffe pieghettate.
DO: propr. gozzo di uccelli; in it. dal 1897; CORT: Dal 1905; BAT: Dal
sec. XIX.

20
„Abiti a intarsio o in patchwork prezioso, fino all‟irresistibile lingerie da portare a
vista con culotte e candidi body.“ (E)

lingerie
s. f., pl. lingeries come in fr. o invar.
Fon. in fr. [lɛʒ'ʁi] in it. [lɛnʒe'ri].
In it. anche la voce adattata lingeria.
Nel linguaggio della moda, la biancheria intima femminile.
DO, BAT: derivato di linge, di lino; in it. dal sec. XV; CORT: registra
sotto la forma di lingeria; dal 1485.

„Pare lavorato interamente all‟uncinetto il candido completo con microgiacchina e


longuette dall‟effetto traforato di Dolce & Gabbana Primavera/Estate 2010.“ (E)
„Abito longuette con gonna a balze.“ (E)

longuette
s. f.
Fon. in fr. [lɔ'gɛt] in it. [loŋ'gɛt].
Abito femminile o gonna che arriva oltre il ginocchio, lasciando scoperto il
polpaccio.
DO: in it. dal 1970, dall‟aggettivo femminile longue, lunga.
CORT, BAT: non registrano.

„Gli outfit vincenti si ispirano ai look cult degli ultimi decenni, reinterpretati in
chiave superattuale, a partire dal robe-manteau zippato e dalle tute in puro stile
Seventies.“ (E)

robe-manteau
s. f. secondo DO, nel corpus s. m. e versione anche senza trattino; pl. come
in fr. robes-manteaux.
Fon. in fr. [ʁɔbmɑ'to] in it. [rɔbman'to].
Abito completo da signora, con abbottonatura intera come un soprabito;
propr. vestito-mantello.
DO, CORT: In it. dal 1970; BAT: Dal sec. XX.

„Salopette dallo scollo profondissimo con minigiacca a contrasto.“ (E)


„Tra poco si potranno indossare salopette dalle linee morbide.“ (DM)

21
salopette
s. f., pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr. [salɔ'pɛt] in it. [salo'pɛt].
Abito, spec. femminile o da bambini, a forma di tuta, senza maniche e con
spalline.
DO: Derivato di salope, donna sudicia; in it. dal 1927; BAT: Dal sec. XIX;
CORT: non registra.

„Dall‟effetto mantiglia di abiti opulenti e scialle rigorosi d‟ispirazione latina.“ (E)

scialle
s. m., invar.
In it. anche versioni: scial, sciall, sciallato (CORT).
Indumento femminile costituito da un pezzo di tessuto quadrato,
triangolare o a forma di ruota, da portare sulle spalle, coi lembi pendenti o
annodati sul davanti.
DO: Dal fr. châle, e questo dal hindi šāl; in it. dal sec. XVII; CORT: Dal
fr., d‟origine persiana;
(BAT: In Francia dopo che Napoleone portò in dono all‟imp. Giuseppina
uno scialle di Cascemir, dall‟Egitto; a. 1799).

„I pois conquistano sciarpe, borse e scarpe ultraflat.“ (E)

sciarpa
s. f., adattato
Fascia di lana o d‟altro tessuto che si porta attorno al collo per proteggersi
dal freddo.
DO: Dal fr. écharpe che è dal francone *skerpa o *skirpa, *skirpja,
bandoliera, in it. dal sec. XIV; BAT: Dal sec. XVI; CORT: Sotto la forma
ciarpa in it. prima di 1375.

„Tailleur e scamiciati si ispirano liberamente ad elaborati manufatti di rafia


sottilissima.“ (E)
„Tailleur dal finissimo tricot nelle sfumature del natural beige.“ (E)

tailleur
s. m., invar.
Fon. in fr. [tɑ'jœːʁ] in it. [ta'jer].
Abito femminile costituito da una gonna e da una giacca di taglio maschile.
DO, CORT: In it. 1905; BAT: 1931.

22
Dal francese tailleur, sarto, perché cucito dal sarto, in francese attuale
entrambi i significati.

„Per la Primavera/Estate 2010 si adegua al mood bucolico della collezione e cambia


pelle, vestendosi di uno speciale tricot… vero inno alla freschezza!“ (E)
„Tailleur dal finissimo tricot nelle sfumature del natural beige.“ (E)

tricot
s. m.
Fon. in fr. [tʁi'ko] in it. [tri'ko].
Maglia, indumento o tessuto lavorato a maglia.
DO: In it. dal 1927, derivato di tricoter, lavorare a maglia, di origine
germanica.
CORT: In it. dal 1905, voce francese che prese il nome della località di
Tricot (dipart. Oise), dove fin dal sec. XVII operarono delle fabbriche
tessili, divenute presto rinomate.
BAT: In it. dal sec. XIX, da fr. tricoter.

Gli ornamenti di vestiti o i modi di cucire

„Abito dalla linea dritta con coulisse in vita.“ (E)

coulisse
s. f., pl. come in fr. o invar.
Fon. come in fr.: [ku'lis].
In sartoria: guida o guaina ottenuta mediante due cuciture parallele.
DO, CORT: Der. dall‟aggettivo coulis, scorrevole, dal verbo couler; in it.
dal 1877; BAT: Dal 1905.

„L‟uso di materiali come il crochet, il pizzo e la paglia.“ (E)

crochet
s. m.
Fon. in fr. [kʁɔ'ʃɛ] in it. [kro'ʃe].
Uncinetto.
Bastoncino in metallo, con punta ricurva con il quale s'intrecciano filati di
cotone o di lana per realizzare accessori o capi d'abbigliamento. Per
estensione indica tutte quelle lavorazioni realizzate ad uncinetto.31

31
http://www.logosdictionary.org/fashion/fashion_dict.home.

23
DO, CORT, BAT: in it. dal 1851, derivato diminutivo di francone croc,
uncino.

„E ancora a rete o in lurex da portare rigorosamente con sandali aperti o con


décolletées fetish.“ (DM)
„La cantante, infatti, ha scelto un paio di décolletée dal mood rock & strong della
collezione Casadei P/E 2010.“ (E)
„Le voluttuose ruches che ornano spalle e schiene, maniche e décolleté degli abiti di
Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi.“ (DM)

décolleté
s. m., pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr. [dekɔl'te] in it. [dekol'te].
Scollatura di vestiti femminili.
DO: Part. pass. di décolleter, scollare; in it. prima del 1875; BAT: In it.
prima del 1914; CORT: Dal 1905.
Anche s. f. nel significato "Scarpa chiusa, scollata sulla caviglia"32.

„Nodi, balze, falpalà.“ (DM)

falpalà
s. m.
Gala di stoffa, increspata o pieghettata, applicata come ornamento al bordo
inferiore di una gonna.
DO: Dal fr. falbala; in it. dal 1703; BAT: origine sconosciuta; CORT: Dal
franco-provenzale farbela, cencio, vestiti stracciati.

„Aggressivo il prendisole a frange sfumatura cammello con accessori abbinati.“ (E)


„Frange di ogni dimensione e materia esaltano borse preziose.“ (E)
„Abito a collo alto di pizzo di seta con frange applicate, Dolce & Gabbana.“ (V)

frangia
s. f., adattato
Guarnizione ottenuta sfilando i fili orizzontali della stoffa dopo aver
fermato il margine del tessuto.
DO, BAT, CORT: Dal fr. frange, dal lat. volg. *frimbria, class. fimbria, in
it. dal sec. XIV.

32
http://www.donnamoderna.com/moda/glossarioModa.html

24
„Paillettes Blumarine, Moschino-goffrature o le maglie di Scervino sono sipari
quotidiani, teatri dell‟umore.“ (V)

goffratura
s. f., adattato
Impronta di un disegno a rilievo ottenuta mediante speciali calandre su
tessuti, carta, cuoio, legno, gomma e metalli teneri, a scopo ornamentale,
imitativo o funzionale.
DO: Dal francese gaufrure, derivato di gaufrer, goffrare; in it. dal 1933;
BAT: Dal sec. XIX; CORT: non registra.

„Paillettes Blumarine, Moschino-goffrature o le maglie di Scervino sono sipari


quotidiani, teatri dell‟umore.“ (V)
„Impreziosite da macro paillettes o romanticamente color cipria.“ (DM)
„Uno stile glamorous si incarna nei modelli esaltati da paillettes & applicazioni di
pietre e strass.“ (E)

paillettes
s. f. pl.
Fon. [pa'jɛt] come in fr.
Lustrini per abiti da sera femminili.
DO: anche paillette nel significato: paglietta.
CORT, DO: Derivato diminutivo di paille, paglia; in it. dal 1900 nella
forma paietes; BAT: Dal 1912.

„Conquistalo con la stampa più giocosa di stagione: quella che vede rincorrersi i
pois su un guardaroba dal pattern davvero movimentato.“ (E)
„Rosa bambola e pois neri per l'abito.“ (E)
„Blusa con pois fluo e pantaloni a vita alta.“ (E)

pois
s. m., invar.
Fon. come in fr. [pwa].
Nel linguaggio della moda a pois, a pallini.
DO: In it. dal 1837, propriamente pisello; CORT: Dal 1905; BAT: non
registra.

25
„Top smanicato con ruches.“ (E)
„Le voluttuose ruches che ornano spalle e schiene“ (DM)

ruche
s. f., pl. ruches o invar.
Fon. [ʁyʃ] come in fr.
Striscia di stoffa increspata, usata come ornamento di vesti femminili.
DO: In it. dal 1905. CORT: non registra. BAT: In it. dal sec. XIX,
propriamente arnia, dal gallico rusca.

„Applicazioni, intarsi, volants.“ (DM)

volant
s. m., pl. invar.
Fon. in fr. [vɔ'lɑ] in it. [vo'lan].
Striscia di stoffa pieghettata o arricciata su un lato per guarnizione e
rifinitura di indumenti femminili o per arredamento.
DO: Propr. participio presente di voler, volare; in it. dal 1839; CORT:
„Termine del linguaggio della moda, attestato già nel XVII secolo nella
forma adattata volante e diffusosi nel XIX nella forma originale francese
volant; BAT: registra solo la voce volante.

Gli accessori

„La baguette di Fendi.“ (DM)

baguette
s. f., pl. baguettes o invar.
Fon. come in fr. [ba'gɛt].
In moda: borsa dalla forma rettangolare, da portare sotto il braccio. Il nome
deriva dal francese baguette, lo sfilatino di pane da portare sotto il braccio.
In questo significato in it. dagli anni Novanta.33
DO: In altri significati in it. dal 1933; CORT, BAT: Voce francese derivata
a sua volta dall‟italiano bacchetta, sec. XIX.

„Bracciale in di perle bijoux e cristalli con cuore in plexiglass.“ (E)


„Una colezione di bijoux in legno, metallo e cristalli.“ (E)

33
http://www.donnamoderna.com/moda/glossarioModa.html

26
bijou
s. m., pl. bijoux come in fr.
Fon. [bi'ʒu], lo stesso in fr.
Gioiello. Si dice anche di persona.
DO: In it. dal sec. XVII, derivato del bretone bizù, anello, da biz dito.
BAT: Registrato sotto la forma adattata bigiù (l„adattamento
novecentesco), bijou in it. dal sec. XV.
CORT: In it. dal 1688; anche l‟adattamento ottocentesco bisù.

„Plexiglass e cristalli multicolor con le parure di Tarina Tarantino, esaltate da


cammei dedicati ad Alice.“ (E)

cammei
s. m., invar.
In it. anche le forme cammeo e cameo.
Pietra o gemma lavorata a tutto tondo o, più spesso, a rilievo
DO: Dal fr. antico camaheu, legato forse a qualche nome locale; in it. dal
sec. XVI.
BAT, CORT: registra come cammeo, in it. a. 1295, cameus, a Roma.

„Romanticamente pertinenti il bracciale & collier di Teodora e Accessorize, mentre


il fantastico mascara Hypnose Drama by Lancôme assicura uno sguardo da vera
diva!“ (E)
„Orecchini Fabergé; collier Tiffany & Co.“ (V)

collier
s. m., pl. colliers o invar.
Fon. in fr. [kɔl'je] in it. [koll'je].
Collana
CORT, DO: Francesismo dal lat. tardo collariu(m), collare, in it. prima del
1905; BAT: Dal sec. XIX.

„Le minaudière ultrarigide con strass a cascata, da scegliere in metallo lavorato,


bicolore o dalla romantica forma a cuore.“ (E)

minaudière
s. f., pl. invar.

27
„Borsettina da sera semirigida, preziosa, che contiene specchietto, cipria e
rossetto per il ritocco del trucco.“34
DO, BAT, CORT: non registrano.

„Plexiglass e cristalli multicolor con le parure di Tarina Tarantino, esaltate da


cammei dedicati ad Alice.“ (E)

parure
s. f., pl. parures o invar.
Fon. in fr. [pa'ʁyːʁ] in it. [pa'ryr] o [pa'rur].
Serie di due o più oggetti di ornamento o abbigliamento realizzati in base a
criteri estetici o funzionali di complementarità.
DO: Derivato di parer, adornare; in it. dal 1867.
BAT: Tre capi di biancheria intima da donna; camicia da giorno, da notte e
mutandine; derivato da parer, preparare; in it. dal sec. XIX.
CORT: Completo di biancheria femminile, dal 1864, o anche insieme di
gioielli, orecchini, collana, bracciale e anello, dal 1901, però „secondo il
Cherubini la voce sarebbe entrata a Milano alla fine del XVIII sec.

„Lacci sottili per il modello con plateau alla schiava.“ (E)


„Maxizeppa con plateau per il modello in pelle lucida.“ (E)
„Maxiplateau per il sandalo con listini di Blugirl.“ (E)

plateau
s. m., pl. plateaux o invar.
In moda: suola rialzata nella parte anteriore della scarpa, soprattutto nelle
calzature femminili.35
DO: Dal fr. platel, derivato di plat, piatto, in it. dal 1905. BAT: In it. dal
1895 (però in significato: altopiano), CORT: Dal 1819, sign.: altopiano.
Nel corpus anche il derivato: maxiplateau.

„Pochette, minibag e clutch letteralmente tempestate di cristalli prendono vita sotto i


riflettori.“ (E)
„Pochette chiusa da zip e decorata da strass di ogni forma e dimensione.“ (E)
„Si porta a mano la maxipochette con laccio di Jimmy Choo.“ (E)

34
http://www.logosdictionary.org/fashion/fashion_dict.home.
35
http://www.logosdictionary.org/fashion/fashion_dict.home.

28
pochette
s. f., pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr. [pɔʃ'ɛt] in it. [poʃ'ɛt].
Borsetta da signora, senza manici, da portarsi in mano.
DO: Derivato diminutivo di poche, tasca; in it. dal 1826; BAT, CORT: Dal
sec. XX.
Nel corpus anche il derivato maxipochette.

„Sabot in camoscio con maxifiore romantico.“ (E)

sabot
s. m., pl. sabots o anche invar.
In it. fon. come in fr. [sa'bo].
Tipo di calzatura mancante del quartiere, propriamente „zoccolo“.
DO: Incr. di savate, ciabatta, e del fr. antico bot, botte; in it. dal 1970;
CORT, BAT: registra soltanto i derivati sabotaggio e sabotare.

„Le gambe, guainate da stivali o semplicemente sfrontate, al centro esatto della


scena.“ (V)
„Stivale effetto sandalo in pelle intrecciata con tacco largo.“ (E)

stivale
s. m., adattato
Tipo di calzatura alta fino al ginocchio.
In it. dal sec. XIII.
DO: Dal fr. antico estival, derivati di estive, gamba, zufolo.
BAT: dal fr. antico e prov. estival o dal latino aestivale, calzatura d‟estate,
secondo CORT le difficoltà nel piano semantico perché gli stivali servono
soprattutto d‟inverno. CORT: etimologia incerta.

Altre parole

„Ispirazione bon ton per l‟inossidabile black & white proposto da Chanel per la
Primavera/Estate 2010.“ (E)

bon ton
s. m., invar.
Fon. in fr [bɔ'tɔ] in it. [bɔn'tɔn].
BAT: registra sotto la forma di bontò.

29
“Buon tono”: portamento prescritto dalla moda e dallo stile del giorno, ma
con un accento di eleganza e di originalità.
DO: In it. prima del 1940; CORT: non registra; BAT: voce francese; non
registra data della prima attestazione.

Titolo di un articolo: „Effetto bouquet“ (E)

bouquet
s. m., pl. bouquets o invar.
Fon. in fr [bu'kɛ], in it. [bu'ke].
Varianti adattate: bocchetto (1747), bocchè (1839), bucchè (1841), bochè
(1848) (voir CORT).
Mazzolino di fiori, anche il loro profumo. Complesso delle sensazioni
odorose di un vino.
DO: Derivato di bosquet, boschetto, diminutivo dell‟antico bosc, in it. dal
sec. XVIII; CORT: Dal sec. XVII; BAT: voce normanno-picarda.

„Balmain saranno vendute al prezzo di 420 euro nelle boutique del brand e in negozi
di ottica selezionati.“ (E)

boutique
s. f., pl. boutiques o invar.
Fon in it. come in fr. [bu'tik].
Negozio elegante di capi d‟abbigliamento e di accessori non di serie, per la
moda femminile; anche, nome di negozi che vendono altre merci, spesso
con una sfumatura di pretenziosità; propriamente „bottega“.
DO, CORT: In it. prima del 1963. „La nuova accezione in contrasto col
carattere piuttosto spregiativo, che la voce ha sempre avuto.“
BAT: non registra.

„Al coté scenico di listini intrecciati, plateau vertiginosi e stiletti acuminati.“ (E)

coté
s. m., anche côté, pl côtés o invar.
Lato, aspetto.
DO: non evidenzia l‟etimologia; BAT: non registra; CORT: non registra.

„The now couture esce dai contorni.“ (V)


„Fino alla neo vertigine odierna, più couture che mai.“ (V)

30
couture
s. f., pl. invar.
Fon. in fr. [ku'tyːʁ] in it. [ku'tur] o [ku'tjur].
Arte della moda; ogni attività estetica e commerciale connessa con la moda
femminile ad alto livello.
DO: Propr. cucitura, dal lat. *consutura, derivato di consuere, cucire. In it.
dal 1935. BAT: registra solo la voce couturier; CORT: non registra.

„Quando una “divina” d‟altri tempi sposa lo stile di una maison d‟eleganza e
tradizione impareggiabile“ (E)
„Sono esposti anche alcuni pezzi storici della maison Armani.“ (DM)

maison
s. f., pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr. [mɛ'zɔ] in it. [me'zon].
Azienda, spec. di moda; propr. casa.
DO: In it. dal sec. XX., CORT: Dal fr.; voce usata fin dal 1829
eufemisticamente per „casa chiusa“; BAT: non registra.

„Disponibile nelle nuance del viola-cristallo, dell'avana-cristallo, del rosa-cristallo e


del nero.“ (DM)

nuance
s. f., pl. nuances come in fr. o invar.
Fon. in fr. [nɥɑs] in it. [nu'ans].
Sfumatura.
BAT, DO: Der. di nue, nuvola che è il lat pop. *nuba, class. nubes, con
allusione ai riflessi sfumati delle nuvole; in it. dal 1883; CORT: non
registra.

„Gli accessori seguono il mood e si declinano in borse curatissime ma ultracapienti,


sandali passepartout e complementi ultrasoft.“ (E)

passepartout
s. m., invar., nei dizionari registrato con trattino: passe-partout
Fon. in fr. [pɑspaʁ'tu], in it. [paspar'tu].
Nel corpus nel significato: Sistema per ottenere facilmente tutto quanto si
desidera o per risolvere qualsiasi difficoltà, propriamente „passa
dappertutto“.

31
DO, CORT: In it. in tale significato dal 1905; BAT: Dal sec. XX.
Nell‟Ottocento anche la variante adattata passapertutto.

„Per un effetto a metà tra la passerella e l'hip hop anni 80.“ (V)
„Dopo anni di assenza dalle passerelle, è tornata: divertente e femminile, con le
maniche corte e leggermente a palloncino.“ (DM)

passerella
s. f., adattato
In moda: Nei saloni destinati alla presentazione dei modelli, la corsia
sopraelevata su cui sfilano le indossatrici e gli indossatori.
DO: Dal fr. passerelle, der. di passer, passare; in it. dal 1803; BAT: Dal
1835; CORT: Dal 1958.

Titolo di un articolo: „Pizzo-à-porter“ (E)

pizzo-à-porter
Il gioco di parole che lega il francesismo prêt-à-porter con la parola pizzo
col significato merletto.
prêt-à-porter
s. m., invar.
Abito da donna confezionato in serie, in taglie standard, in genere di classe
superiore alle confezioni normali; propr. „pronto per essere indossato“.
DO: In it. dal 1957; CORT: 1963; BAT: non registra.

„Giacca in gabardine con ampi revers, su jeans in raso color cammello.“ (E)

revers
s. m., invar.
Fon. in fr. [ʁƏ'vɛːʁ], in it. [re'vɛr].
Nel linguaggio della moda, risvolto.
DO, CORT: Derivato del latino revĕrsu(m), rovescio; in it. dal 1905; BAT:
non registra.

„Look casual per Rachel Bilson, che indossa con elegante savoir faire un soprabito
in tela militare con una piccola borsa total white.“ (E)

savoir faire
s. m., invar.

32
Fon. in fr. [savwaʁ'fɛʁ], in it. [savwar'fɛr].
Il complesso delle qualità che consentono ambite o brillanti affermazioni
nei rapporti sociali: accortezza, tatto, suadente affabilità ed eleganza.
Propriamente „saper fare“.
DO, CORT: In it. dal 1895; BAT: In it. dal XIX sec.
Tutti e tre dizionari registrano la voce con trattino.

„La storica maison affascina tutto il fashion system con silhouette fascianti, spalle
pronunciate e texture curate fino al minimo dettaglio.“ (E)

silhouette
s. f., pl. silhouettes come in fr. o invar.
In it. fon. come in fr. [sil'wɛt].
In it. anche variante: siluetta, siloetta, siluette.
1.Tipo di ritratto che riproduce in nero, su un fondo bianco, i contorni
esterni di una persona 2. Profilo o contorno curvilineo, spec. con
riferimento a forme femminili sottili e aggraziate.
DO: Dal nome del finanziere francese Étienne de Silhouette (1709-1767),
con allusione alla sua parsimoniosa amministrazione, in it. dal 1828;
CORT: Il Silhouette amava molto questa specie di disegni, e aveva
decorato con essi alcune stanze del suo castello; nel significato 1. in it. dal
1828, nel sign. 2. in it. dal 1905; BAT: In it. prima del 1840.

„Minnie lasciano spazio a un tourbillon di bolle su tele quasi provenzali.“ (E)

tourbillon
s. m., pl. tourbillons o invar.
Fon. in fr. [tuʁbi'jɔ] in it. [turbi'jon].
Rapido e frenetico susseguirsi di idee, eventi, attività.
Nel corpus però usato in senso „turbine“.
DO: In it. dal 1955.
BAT, CORT: non registrano.

III.2.b Gli aggettivi

I colori

„Tailleur dal finissimo tricot nelle sfumature del natural beige.“ (E)
„Classico trench beige con ceck all'interno di Burberry.“ (DM)

33
beige
agg. e s. m.
Fon. [bɛːʒ], lo stesso in francese.
Colore della lana naturale, cioè un bigio che tende al giallo; nel linguaggio
della moda, color nocciola chiaro.
DO: in it. dal 1905, etimo incerto.
CORT: dal 1905, voce francese di antica documentazione (sec. XIII) ma di
oscura origine, l‟unica proposta è la derivazione dall‟it. (bam)bagia,
cottone.
BAT: francesismo della moda novecentesca, d‟origine sconosciuta.

„Blu intenso per la fantasia vichy della cravatta Etro e per la camicia in cotone di
Hackett.“ (E)
„Le fan della seduzione marinière saranno pronte a salpave verso righe navy, piccole
àncore e le più liquide sfumature del blu.“ (E)
„Disponibile nei colori nero, bianco, oro e nella stampa leopardata rosso o blu.“ (E)

blu
agg. e s. m., invar.
Colore turchino scuro.
DO, CORT: in it. dal 1863, dal fr. bleu, dal francone *blāo, *blāwa-.
BAT: dall‟antico francese blef.

„Bikini decorato da nastri gialli.“ (E)

giallo
agg. e s. m., adattato
Uno dei sette colori dello spetro solare.
DO: Dal fr. antico jalne, dal lat. galb nus, in it. dal sec. XIII; BAT: Dal sec.
XIV; CORT: In it. prima di 1276.

„Piccola busta con cristalli nelle sfumature del grigio e bordo ornato da ruches.“ (E)
„Abito dalla linea morbida in maglia grigia dai riflessi metallici.“ (E)
„Cuoio metallizzato su stivali a metà polpaccio e jeans skinny grigi.“ (V)

grigio
agg. e s. m., adattato
D‟un colore particolare che dà all‟occhio sensazioni intermedie fra il
bianco e il nero, più o meno accentuate.

34
DO: in it. dalla seconda metà del sec. XIII, dal fr. antico gris.
CORT, BAT: dal germanico *grisi (francone grīs), in italiano attraverso
gris dal fr. o griseus dal longobardo.

„Le tracolle in camoscio morbidissimo o percorse da larghe fettucce in cuoio


mordoré.“ (E)

mordoré
agg., adattato
Di colore bruno-viola, con riflessi dorati, spec. di cuoi o pelli in questa
tinta.
DO: Dal fr., composizione di more, moro, e doré, dorato; in it. dal sec.
XVIII; BAT: Dal fr. maure-doré, in it. dal sec. XX; CORT: non registra.

„Ogni creazione coniuga abilmente la lucentezza dei cristalli più famosi al mondo…
in chiave rigorosamente noir.“ (E)
„Abito dal piglio noir con maxifiocco.“ (E)
„Il tocco finale si chiama Mascara Exceptionnel, smoky noir.“ (V)

noir
agg. e s. m., pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr.: [nwaːʁ] in it. [nwar].
Genere di racconto o film poliziesco impostato sulla risoluzione di enigmi
tenebrosi e fuorvianti.
Però nel corpus considerato utilizzato nel significato „di colore nero“.
DO: In it. dal 1989 (nel significato di un racconto o film poliziesco); BAT,
CORT: non registrano.

Gli epiteti ed altri aggettivi

„Bucolica e charmante con l'abito turchino dai decori di ruches.“ (E)


„Queste creazioni non hanno nulla da invidiare allo charme di opere d‟alta
oreficeria.“ (E)

charmant
agg., f. e pl. come in fr.
Fon. in fr. [ʃaʁ'mɑ] in it. [ʃar'man].

35
Incantevole, affascinante, seducente.
DO: Derivato di charme, dal lat. carmen, formula d‟incantesimo; charmant
in it. dal sec. XVII.
BAT: In it. dal sec. XIX; CORT: non registra.
Nel corpus anche: lo charme

„Chic e luminoso il divertente bracciale con perle rosa pesca proposto da Tarina
Tarantino.“ (E)
„Creare outfit da vestale simple chic.“ (V)
„Lunga camicia in tessuto impalpabile dall'ispirazione hippie-chic.“ (E)
„Effetto sottoveste per il lungo abito il sottilissimo pizzo color malva, per un
risultato dal romanticismo ultrachic.“ (E)

chic
agg. e s. m., invar.
Fon. [ʃik], lo stesso in fr.
Di una eleganza raffinata.
DO, CORT: forse voce di origine germanica, prima del 1892. BAT: voce
francese (a. 1832), forse dal tedesco Schick, abbreviazione di Geschick.
Nel corpus trovato anche la voce hippie-chic, il composto dalla parola
hippie (forma inglese, però di etimologia incerta, DO) e il francesismo chic
e altro derivato ultrachic e simple chic.

„Di quello spirito deluxe, che ha fatto delle sue calzature preziose un cult assoluto.“
(E)

deluxe
agg., invar.
Lussuoso.
DO, CORT, BAT: non registrano.
Dal fr. de luxe.

„Basta osservare gli outfit più floreali delle ultime collezioni per sentirsi subito
conquistare da un‟eleganza “naturalmente” chic.“ (E)
„Morbida borsa in nappa con applicazioni floreali.“ (E)

floreale
agg., adattato

36
Ottenuto mediante l‟impiego diretto o l‟imitazione dei fiori, ornato o
costituito da fiori, propr. „fiorile“
DO, CORT: Dal fr. floréal, derivato dotto dal lat. floreus, in it. dal 1804,
BAT: Dal XIX sec.

„Le fan della seduzione marinière saranno pronte a salpare verso righe navy, piccole
àncore e le più liquide sfumature del blu.“ (E)

marinier
agg., f. marinière, pl. come in fr. o invar.
Fon. in fr. [maʁin'jɛːʁ], in it. [marin'jɛr].
Nel corpus: marinaro.
In moda anche: camicetta ampia e lunga senza apertura nella parte
anteriore.36
DO, CORT: non registrano; BAT: nel senso „marinaio“ in it. dal sec. XIV.

„Party dress iperfemminile. Combinaison sofisticata di mousseline plissée e di micro


pelle nera.“ (V)

plissé
agg. e s. m., f. plissée, pl.m. plissés, pl.f. plissées, in it. anche invar.
Fon. in fr. [pli'se] in it. [plisse].
Tessuto lavorato a fitte piegoline, in genere verticali, increspato.
BAT, CORT, DO: Part. passato di plisser, pieghettare, in it. dal 1905.

„Cromie black & white per il look rétro proposto da Isaac Mizrahi.“ (E)

rétro
agg., invar.
Fon. in fr. [ʁet'ʁo] in it. [ret'ro].
Che s‟ispira ai motivi di un passato più o meno lontano, o ne ripropone i
valori.
DO: Dal fr. rétro, abbreviazione di rétrograde, retrogrado, o di rétrospectif
, retrospettivo; in it. dal 1980; BAT, CORT: un altro significato: avv.
poetico „dietro“, dal 1300-13.

36
Cfr. atilf.atilf.fr

37
„L‟ispirazione sauvage si declina nelle inossidabili proposte o nei più classici colori
della terra.“ (E)

sauvage
agg., pl. come in fr. o invar.
Fon. in it. come in fr. [so'vaːʒ].
Selvaggio.
DO, CORT, BAT: non registrano.

III.2.c Le locuzioni

„Premio-originalità, ça va sans dire, a un colosso della nappa del calibro di


Hermès.“ (E)

ça va sans dire
loc. fr.
sign: è ovvio.
DO, BAT, CORT: non registrano.
Nel corpus in corsivo.

38
III.3. L’analisi dei francesismi

Come si vede nel capitolo precedente, i francesismi riguardanti la moda


contenuti nel corpus considerato sono quasi esclusivamente sostantivi o aggettivi,
con un'eccezione nel caso della locuzione ça va sans dire. Si osserverà il loro
adattamento fonetico, grafico, morfologico ed i cambiamenti semantici eventuali.

III.3.a L’adattamento fonetico

In generale, molte parole hanno subito qualche cambiamento verso


l‟adattamento fonetico. Il fenomeno dipende sempre dal locutore concreto. Per poter
considerare le tendenze nell‟adattamento fonetico dei presenti francesismi, si usa la
trascrizione fonetica presentata nel dizionario di Devoto-Oli.

1. Vocali

1. a Vocali nasali
Per quanto riguarda le vocali, tutte le nasali vengono denasalizzate e la vocale

si chiude, per esempio nella parola volant: [ɑ] diventa in italiano [an]; lingerie: [ɛ]

si denasalizza in [en]; chiffon: [ɔ] diventa [on]. L‟ultima nasale francese [ ] non si
trova nel corpus.

1. b Vocali aperte
Le vocali aperte si chiudono spesso, ad esempio nei casi delle parole collant:

[ɔ] è sostituito da [o] ([kɔ'lɑ] in francese, in italiano [kollan]); tailleur: [ɑ] cambia

in [a], [œ] in [e], dunque dall‟originario francese [tɑ'jœːʁ] si usa in italiano [ta'jer];

crochet: tranne [ɔ] cambiato in [o], anche [ɛ] si chiude in [e] e dal francese [kʁɔ'ʃɛ]

resta in italiano [kro'ʃe].

39
1. c Vocale [y]
La vocale [y] inesistente in italiano sia cambia in [u], come per esempio in

bustier: in francese [byst'je], in italiano [bust'je]; o culotte: in francese [ky'lɔt], in

italiano [ku'lɔt], o addirittura in [ju] nel caso della voce couture: in italiano [kut'jur],

sia si pronuncia alla francese, ad esempio nella parola ruche: [ʁyʃ].

2. Consonanti
Le consonanti nel processo dell‟adattamento non subiscono tanti cambiamenti
perché il sistema consonantico delle due lingue è molto simile. Si rileva soltanto la

„r“ uvulare [ʁ] che in italiano viene pronunciata in modo alveolare. A titolo

d‟esempio ci serve la parola tricot che in francese si pronuncia [tʁi'ko], in italiano

invece [tri'ko], o anche la parola composta robe-manteau: in francese [ʁɔbmɑ'to] ed

in italiano [rɔbman'to].

III.3.b L’adattamento grafico

La più gran parte dei francesismi utilizzati nei testi scelti sono graficamente
identici come in francese. Un adattamento in grafia viene registrato nelle seguenti
parole: scialle a paragone dell‟originario châle; mordoré si scrive in italiano in modo
fonetico in confronto alla parola maure-doré da cui proviene; la sciarpa da écharpe
ha subito tutto il processo dell‟adattamento come è anche il caso della parola
goffratura proveniente da gaufrure e giallo da jalne; la cravatta ha raddoppiato la
lettera „t“ a paragone del francese cravate e ha cambiato la finale; la finale è stata
cambiata anche nella parola felpa proveniente da felpe; deluxe si scrive come una
sola parola (in francese de luxe); falpalà mette accento grafico sulla finale e
desonorizza il „b“ dell‟originario falbala; il vocabolo grigio ha aggiunto un suffisso
all‟antico francese gris e la parola blu riflette nella sua grafia il cambiamento
fonetico dal suono francese [ø], inesistente in italiano, al finale [u].

40
III.3.c L’adattamento morfologico

Le parole osservate si possono dividere in tre gruppi secondo il modo di


formare il plurale ed il femminile in caso di aggettivi.

1. Le parole adattate

Il primo gruppo contiene i francesismi pienamente inseriti nel sistema


morfologico dell‟italiano, dunque quelli adattati. Ciò significa che la finale -a
cambia al plurale in -e, le finali -o, -e cambiano in -i. Così si trovano nel corpus per
esempio le parole sciarpa: „I pois conquistano sciarpe, borse e scarpe ultraflat.“ (E);
frangia: „Abito a collo alto di pizzo di seta con frange applicate.“ (V); stivale:
„Cuoio metallizzato su stivali a metà polpaccio.“ (V) o gli aggettivi giallo: „Bikini
decorato da nastri gialli.“ (E) e grigio: „Abito dalla linea morbida in maglia grigia.“
(E) o „jeans skinny grigi.“ (V)

2. Le parole non adattate


Nel secondo gruppo appartengono i francesismi che conservano il modo
francese di creare il plurale o il femminile, cioè al plurale si aggiunge -s, al
femminile -e, al plurale del femminile -es: ad esempio „mousseline plissée“ (V); „Le
fan della seduzione marinière“ (E); „camicia decorata da jabots“ (E); „applicazioni,
intarsi, volants“ (DM) o „Le voluttuose ruches che ornano spalle e schiene.“ (DM)
ecc.

3. Le parole invariabili
Il terzo gruppo è formato da parole che al plurale o al femminile restano
invariabili. Gli esempi seguenti lo attestano: „minidress in maglia lamé“ (E) – in
francese sarebbe al femminile lamée; „dalle parigine ai collant velati“ (DM) – il
plurale corretto in francese è collants; „tra poco si potranno indossare salopette dalle
linee morbide.“ (DM) – la forma del verbo servile potere segnala il plurale, il
sostantivo salopette è però nella forma del singolare; „Le minaudière ultrarigide con

41
strass a cascata.“ (E) – l‟articolo e la finale dell‟aggettivo attestano il plurale, il
francesismo rimane invariabile; lo stesso vale per la parola foulard: „dei foulard
proposti da Marlboro.“ (E); ecc.

In alcuni casi i dizionari segnalano due possibilità di formare il plurale – o


quella invariabile o quella francese – quindi sta all‟autore o al locutore di scegliere.
Un‟altra particolarità riguarda la parola robe-manteau che nel corpus è stata usata al
maschile – „a partire dal robe-manteau zippato“ (E) – invece del femminile che
risponderebbe al genere in francese. Il femminile però sarebbe corretto anche
secondo i dizionari italiani; si vede dunque che il cambiamento del genere sarà
dovuto ad uno sbaglio dell‟autore del testo.

III.3.d Osservazioni semantiche

In alcune parole constatiamo uno spostamento semantico. Si tratta per esempio


dei francesismi maison, tourbillon e baguette.

Nell‟italiano ottocentesco, la parola maison denominava un postribolo. Si


trattava di un sinonimo ancora più eufemistico delle parole „casa di tolleranza“,
„casa chiusa“, „casa di piacere“ ecc. A partire dall‟inizio del XX secolo il termine
maison ha ottenuto un significato completamente differente: quello di azienda di
moda, di laboratorio di confezioni d‟alta moda; ad esempio maison Dior o „maison
Armani.“ (DM).

L‟espressione tourbillon è usata nel testo del corpus in un significato diverso


da quello indicato nei dizionari. Il Devoto-Oli registra due accezioni della parola
tourbillon, uno nel gioco del calcio: „il continuo spostamento degli attaccanti,
eseguito per confondere le marcature stabilite dagli avversari“, l‟altro in senso
figurato: „Rapido e frenetico susseguirsi di idee, eventi, attività.“ Osservando il testo
di Elle si deve però notare che il francesismo nella frase „Minnie lasciano spazio a

42
un tourbillon di bolle su tele quasi provenzali.“ (E) è impiegato nel senso proprio
„turbine“.

Il vocabolo baguette ha varie accezioni: in Francia designa soprattutto „il


filone allungato di pane“, poi in italiano significa „diamante tagliato a forma di
rettangolo molto allungato“ o nel linguaggio della moda „motivo ornamentale nelle
calze che dalla caviglia sale a metà polpaccio“37. Dagli anni Novanta però il termine
indica anche un tipo di borsa che si porta sotto il braccio alla maniera del pane
francese: „La baguette di Fendi.“ (DM). Un‟altra singolarità riguarda l‟etimologia
della parola – la baguette in francese è derivata dalla parola italiana „bacchetta“.
Dunque l‟italiano ha accettato un prestito francese, a sua volta prestito italiano.

III.3.e Altre osservazioni

1. Il motivo dell‟adattamento delle parole summenzionate e del non


adattamento degli altri francesismi non è chiaro in tutti i casi. Alcuni francesismi
sono attestati in italiano già dal XIII secolo, come per esempio giallo o grigio, perciò
non sorprende che siano adattati; lo stesso non si può dire però delle parole come
goffratura o mordoré arrivate in italiano negli ultimi due secoli. Dunque il motivo
non sarà la lunga durata del francesismo in italiano, però un certo gusto per i prestiti
non adattati nella lingua settoriale della moda. Si può vedere anche nei casi in cui è
usato un francesismo non adattato benché la forma adattata in italiano esista: ad
esempio la voce gilet ha una variante adattata gilè, tulle era adattato in tullo, lingerie
diventa nella variante italiana lingeria, la forma adattata di bijou è bigiù o anche bisù
(un adattamento ottocentesco), il volant esisteva nell‟italiano settecentesco nella
forma volante e la parola cammei ha le sue varianti „più italiane“ cammeo e cameo,
così come l‟epiteto bon ton è registrato in Battisti sotto la forma bontò. La stessa
tendenza vale per le espressioni francesi che hanno una versione propriamente
italiana con le medesime denotazioni e connotazioni, eppure gli autori dei testi
inclusi nel corpus hanno optato per la parola francese: per esempio il francesismo

37
Tutte le definizioni tratte dal Devoto-Oli.

43
noir potrebbe essere sostituito con il vocabolo italiano nero, collier con la collana e
la combinaison con la tuta. Pare che i forestierismi nel linguaggio della moda siano
diventati una „moda“. È il fenomeno che fu chiamato da Tappolet „prestiti di lusso“
o da Tagliavini „prestiti di moda“.38 Migliorini riflette su questo problema: „È
difficile in molti casi dire perché si è ricorsi piuttosto all‟adozione della parola
intatta che all‟adattamento; ma spesso sono ben riconoscibili i fattori sociali e i
fattori strutturali: chic è una forma che può essere adoperata da un elegante o da uno
che affetta eleganza, mentre scicche ha un aspetto plebeo.“39

2. Un‟altra riflessione conduce alla comparazione delle tre riviste, o meglio dei
loro testi riguardanti la moda, in cui è stata effettuata l‟indagine. Risulta per esempio
che la rivista Donna Moderna ricorre a francesismi anche nelle situazioni dove le
due altre riviste usano parole italiane. Per esempio al posto della parola nuance
trovata in DM, Vogue e Elle utilizzano sfumatura o nel caso di termine falpalà in
DM, Vogue e Elle si servono della parola balza.

3. Secondo Zolli, „molti termini italiani della moda sono d‟origine francese a
causa del predominio tenuto dalla Francia in questo settore“40, osservando i testi
concreti si deve però constatare la prevalenza attuale di anglicismi. Si vede negli
esempi seguenti (in corsivo i francesismi, gli anglicismi sottolineati):

„Gli outfit vincenti si ispirano ai look cult degli ultimi decenni, reinterpretati in
chiave superattuale, a partire dal robe-manteau zippato e dalle tute in puro stile
Seventies.“ (E)

„Pronti a tempestare anche gli accessori, i pois conquistano sciarpe, borse e scarpe
ultraflat, fino ad arrivare ai bikini e ai top rigorosamente black & white. Per un look
perfetto.“ (E)

„Un ossimoro di spirito outrageous e sublime eleganza lady-like. The now couture
esce dai contorni.“ (V)

38
Paolo Zolli, Le Parole straniere, op. cit., p. 3.
39
Bruno Migliorini, op. cit., p. 662.
40
Paolo Zolli, op. cit., p. 2.

44
„Abbiamo sbirciato nel backstage, tra chiome chic (ma non troppo perfette) e
rock'n'roll (ma estremamente sexy).“ (DM)

„Una camicia bianca non si butta mai! Fino a che resta una camicia bianca si presta
ad essere utilizzata per look diversi: chic, cow girl o safari.“ (DM)

La frequenza degli anglicismi è legata anche con il fatto che si tratta di testi
pubblicitari, non solo della moda.

4. Il presente elenco di francesismi contiene solo le parole riguardanti la moda


attuale, quindi le parole „di stagione“. Molti altri francesismi, che non si trovano nei
testi delle riviste recentissime, hanno pure conquistato il campo semantico della
moda.

45
CONCLUSIONE

Lo scopo del presente lavoro era di osservare l‟uso attuale dei francesismi nella
lingua settoriale della moda, il loro grado dell‟adattamento e le tendenze generali
che prevalgono in tale problematica. All‟inizio si è cercati di introdurre la tematica
dell‟interferenza linguistica e dei prestiti lessicali, e di definire i termini di base che
poi si sono utilizzati nello svolgimento del tema.

In seguito si è presentato un elenco delle espressioni di origine francese


appartenute al campo semantico della moda e contenute nel corpus definito.
Dall‟analisi dei dati riportati conseguono le conclusioni seguenti: i francesismi nei
testi delle riviste di moda sono quasi solamente sostantivi e aggettivi con
un‟eccezione nel caso della locuzione ça va sans dire; l‟adattamento fonetico,
benché dipenda sempre da un locutore concreto, si manifesta secondo i dizionari
nella denasalizzazione delle nasali francesi, le vocali aperte in francese si chiudono
per lo più in italiano, i suoni inesistenti in italiano si pronunciano come i suoni più
vicini del sistema fonetico. L‟adattamento grafico l‟ha subito soltanto una minoranza
di parole presenti. Nel corpus prevalgono i francesismi morfologicamente non
adattati e si constata un gusto per i „prestiti di lusso“ o i „prestiti di moda“, come li
definiscono i linguisti, nella lingua settoriale della moda. Un‟altra osservazione
riguarda la prevalenza degli anglicismi sui francesismi nei testi delle riviste di moda
considerate, un fatto legato alle mode lessicali dei media e del linguaggio della
pubblicità in cui generalmente predominano gli anglicismi.

Molte parole nel settore della moda paiono in più effimere perché la moda
stessa è volubile, ma per potere confermare un‟ipotesi simile si dovrebbe ricorrere a
un corpus dei testi pubblicati durante un‟epoca molto più lunga che permetterebbe
osservare tali tendenze nella prospettiva diacronica.

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Bibliografia

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Dizionari

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Fonti elettroniche

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atilf.atilf.fr

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