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SOMMARIO: 1. La teoria unitaria dei titoli di credito come ragione di vanto della dottrina
giuscommercialistica italiana. — 2. Le superfetazioni dogmatiche nella dottrina dei titoli
di credito. — 3. Il contributo di Antonio Pavone La Rosa per la semplificazione
dogmatica del diritto cambiario: la ripresa della “teoria mista” vivantiana. Il contributo
critico nei confronti della teoria unitaria. — 4. Gli sviluppi successivi della teoria
unitaria. — 5. Il contributo decisivo di Pavone La Rosa sul problema della c.d. libertà
di emissione di titoli atipici. — 6. Il trattato sulla cambiale. — 7. Gli sviluppi dottrinali
più rilevanti, successivi ai contributi di Pavone La Rosa: il collegamento necessario fra
titoli di credito ed esistenza di un mercato di titoli negoziabili. — 8. La rivoluzione
digitale e l’esaurimento del fenomeno dei titoli cartacei. — 9. Dematerializzazione e
circolazione intermediata nei mercati finanziari. — 10. La fine dei titoli cambiari
circolanti. — 11. Riflessioni conclusive.
(1) Gli scritti principali, in cui sono state espresse le idee richiamate nel testo, sono la
voce Cambiale, in Enc. dir., V, Giuffrè. Milano, 1959, 839 ss.; e il volume Studi sulla polizza
di carico, Giuffrè, Milano, 1958.
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(2) M. LIBERTINI, Questioni in tema di ipoteca cambiaria, in Riv. dir. civ., 1969, II, 63
ss.
(3) P.L.R. è stato presentato come fautore di una “posizione antiunitaria” (F. CHIO-
MENTI, Il titolo di credito, Giuffrè, Milano, 1977, 12 ss.). Ciò che può dirsi per quanto riguarda
l’idea di unitarietà (inscindibilità) delle fondamentali norme cartolari degli artt. 1992/1993/
1994 c.c., non anche per ciò che riguarda l’impiego, a fini descrittivi e didattici, di un concetto
unitario di titolo di credito.
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(4) M. LIBERTINI, Premesse a una revisione della teoria unitaria dei titoli di credito, in
Banca borsa e titoli di credito, 1972, I, 192 ss.
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(5) A. PAVONE LA ROSA, Titoli “atipici” e libertà di emissione nell’ambito delle strutture
organizzative della grande impresa, in Riv.soc., 1982, 705 ss..
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problema “drammatico”, che pur P.L.R. avvertiva, era però quello deri-
vante dalla constatazione che l’istituto della cambiale, così come si era
formato nella prassi commerciale ed era stato posto a base della disciplina
vigente (fra l’altro, sancita in una convenzione internazionale), era un
istituto in via di estinzione.
Questo imponente lavoro della maturità di P.L.R. costituisce quindi,
oltre che una mirabile testimonianza di operosità scientifica, un esempio di
scienza “normale” — pur di altissimo livello — in una materia in cui
stavano, nel frattempo, maturando decisivi mutamenti di paradigma.
Sia chiaro, peraltro, che questo atteggiamento, nei confronti della
materia di titoli di credito, non è un limite della produzione scientifica di
P.L.R., ma è stato comune a tutta la dottrina italiana, nell’ultimo mezzo
secolo. Questa dottrina ha prodotto, nell’ultimo scorcio del secolo XX,
pregevoli trattazioni di carattere sistematico dell’intera materia cartolare,
sulla linea ormai tradizionale della “teoria unitaria” italiana, pur varia-
mente declinata (Pellizzi, Martorano, Spada, Partesotti) ed anche impe-
gnate monografie (p.e. Chiomenti, su cui torneremo, e Stagno d’Alcon-
tres), ma si può dire che, sui temi generali sopra accennati, non ha segnato
progressi decisivi.
(12) J.S. ROGERS, The End of Negotiable Instruments. Bringing Payment Systems Law
Out of the Past, Oxford University Press, 2012.
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