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Bianca Maria Brivio

I 34 GRADINI

Bianca Maria Brivio

LIVELLO A2

Bravi lettori
Bianca Maria Brivio

I 34 GRADINI

Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione


© Loescher Editore - Torino - 2013
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Ristampe
5 4 3 2 1 N
2017 2016 2015 2014 2013

ISBN 9788858302637
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Coordinamento editoriale: Laura Cavaleri
Redazione: Alessandra Liberati (studio zebra)
Ricerca iconograica: studio zebra, Valentina Ratto
Progetto graico: VisualGraika - Torino
Impaginazione: Giulia Giuliani
Illustrazioni: Aurora Cacciapuoti
Stampa: Tipograia Gravinese - Corso Vigevano, 46 10155 Torino
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Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione


indice
Capitolo 1 ..................................................................................................................................................................................................... 5
Attività ..................................................................................................................................................................................................... 9

Capitolo 2 ............................................................................................................................................................................................... 11
Attività ................................................................................................................................................................................................ 15

Capitolo 3 ................................................................................................................................................................................................ 19
Attività ................................................................................................................................................................................................ 25

Capitolo 4 ................................................................................................................................................................................................ 27
Attività ................................................................................................................................................................................................ 33
Scheda 1: Grandi pittori italiani .................................................................................................................. 35

Capitolo 5 ................................................................................................................................................................................................ 39
Attività ................................................................................................................................................................................................ 44
Scheda 2: Le ville del Lago di Como ................................................................................................... 45

Capitolo 6 ................................................................................................................................................................................................ 49
Attività ................................................................................................................................................................................................ 53

Capitolo 7 ................................................................................................................................................................................................ 57
Attività ................................................................................................................................................................................................ 64

Capitolo 8 ................................................................................................................................................................................................ 69
Attività ................................................................................................................................................................................................ 72

Epilogo ......................................................................................................................................................................................................... 73
Attività ................................................................................................................................................................................................. 79

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Capitolo 1
Traccia 2

Marta
Ciao Lori. Ho inito adesso il colloquio.

Lori
Marta!!! Allora? Com’è andata?

Marta
Sono felice.

Lori
Hai avuto il lavoro?

Marta
Sìììììì!!!

Lori
Quanto ti pagano?

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Marta
800 euro più vitto e alloggio.

Lori
Non male. Devi vivere sul posto?

Marta
Sì. Per nove mesi.

Lori
Quindi te ne vai. Lasci sola la tua Lori.

Marta
La mia Lori ha il suo Davide.

Lori
Davide non è Marta.

Marta
Nove mesi e torno. Un bacio.

S ono seduta in un bar in centro a Milano. C’è Internet


gratis, così posso chattare tranquillamente. Ho appena
avuto un colloquio con l’architetto Pomelli. Il mio
professore di disegno all’Accademia mi aveva detto che il suo
studio cercava una persona per un restauro. Io ho mandato
il curriculum, mi hanno chiamato, ho avuto una breve
conversazione telefonica e infine... il colloquio. È andato molto
bene. Sono piaciuta all’architetto Pomelli. O forse aveva già
deciso di dare il lavoro a me. Non lo so. Comunque la cosa

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CAPITOLO 1

sicura è che il lavoro è mio: devo restaurare degli affreschi1 del


Seicento in una villa sul Lago di Como.
“È una villa antica. Altre persone ci stanno lavorando” mi ha
spiegato l’architetto Pomelli.
“Chi è il proprietario?” ho chiesto.
“Un uomo molto ricco che ha comprato la villa l’anno scorso.”
“È una persona... conosciuta?” ho chiesto.
“Non posso dare informazioni a riguardo, mi dispiace. Posso dire
che per quegli affreschi non vuole spendere molto. Ci ha detto di
prendere una persona e una sola. Anche non esperta.”
“Io ho già lavorato su diversi affreschi” ho protestato.
“Sì, lo sappiamo, ma Lei è giovane e... Comunque, il lavoro è
Suo.”
“Dove alloggio? Nella villa?” ho chiesto ancora.
“No, nella villa ci sono i lavori. Può alloggiare in una casa vicino
alla villa. È in condizioni eccellenti.”
“D’accordo.”
“Ah, dimenticavo... tenga, su questo biglietto c’è il mio numero
di cellulare. In caso ci siano problemi... non si sa mai!”
“Grazie” rispondo e infilo il biglietto da visita dell’architetto
Pomelli nel portafoglio.
Abbiamo parlato ancora un po’ di tempi e soldi e poi ho firmato
il contratto.

Prima di andare in stazione a comprare il biglietto, mi sono


fermata qui. Volevo dare subito a qualcuno la bella notizia e
quel qualcuno era naturalmente la mia amica Loredana. Appena
finisco di parlare con lei, mi metto a navigare su Internet.
Voglio vedere dove si trova esattamente e com’è il posto dove

1) affresco: dipinto su muro.

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passerò i prossimi nove mesi. Il nome
del posto è Varenna. È un paese sul
Lago di Como. A Varenna ci sono
molte ville. Una villa grande e famosa
è Villa Monastero. Ma non è la mia
villa. La mia villa si trova a un chilometro e mezzo dal paese sulla
riva del lago. In Internet trovo anche un’immagine: è una villa
bellissima con l’ingresso in un’elegante loggia a tre arcate2.
Nella foto non si vede la casa dove alloggerò.
“Speriamo che non sia troppo isolata” mi dico.
Sono sicura che amerò quel lavoro e che non mi sentirò sola.
Sono abituata a stare da sola. Quando i miei genitori hanno
divorziato, cinque anni fa, ho deciso di andare a vivere da sola.
Mi hanno fatto compagnia le mie due amiche, Loredana e Giulia.
Tutte e due adesso hanno il ragazzo. Io invece ho avuto solo
storie brevi, superficiali... Forse non ho mai trovato il ragazzo
giusto per me.
Adesso tutti i miei pensieri sono per il lavoro. Sono felice di
partire, sono felice soprattutto perché ho finito l’Accademia due
settimane fa e ho già trovato un lavoro. E che lavoro... Il lavoro
dei miei sogni: restaurare opere d’arte. Amo l’arte, soprattutto
l’arte rinascimentale e quella barocca. Inoltre credo di avere le
qualità adatte per fare la restauratrice: pazienza, attenzione e
abilità a dipingere. E naturalmente anche una buona conoscenza
dell’arte in generale che ho acquisito3 durante gli anni di studio
all’Accademia. Il cellulare fa bip. È arrivato un messaggio.
È la mia amica Giulia. “Allora com’è andata?” mi chiede. Digito
la stessa frase che ho scritto prima a Lori: “Sono felice”.

2) arcata: struttura ad arco.


3) acquisire: imparare.

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ATTIVITÀ CAPITOLO 1

Comprensione
1) completa le seguenti frasi con le informazioni sulla protagonista.
1. Marta scrive a ................................................................................................................................................ .
2. Marta è felice perché ............................................................................................................................. .
3. Marta scrive da un .................................................................................................................................... .

2) che cosa sappiamo di Marta? completa.


1. Vive da ................................................................................................................................................................. .
2. Ha studiato all’ .............................................................................................................................................. .
3. Ha una grande passione per .......................................................................................................... .

3) rileggi la parte del capitolo in cui si racconta del nuovo lavoro di


Marta e rispondi alle seguenti domande.
1. chi fa il colloquio a Marta?
2. Dove lavorerà Marta?
2. Quanto riceverà di stipendio?
3. Per quanto tempo resterà via?
4. in che cosa consiste il suo lavoro?

4) Quali informazioni trova Marta sul posto dove andrà a lavorare?


indica se le seguenti frasi sono vere (V) o false (F).
V F

1. Il posto si trova sul Lago di Como.


2. Il paese si chiama Bellagio.
3. Nel paese ci sono molte ville antiche.
4. La villa dove lavorerà Marta si trova nel centro del paese.
5. È una villa molto bella.

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Capitolo 2
Traccia 3

L’ avevo vista in una foto su Internet e mi era sembrata


bella ed elegante, ma dal vivo la villa è ancora più bella.
Arrivando dal centro di Varenna, si percorre una strada
sterrata1, poi comincia un viale con alberi alti ai lati. Alla fine del
viale c’è un cancello nero molto alto. Il taxi mi lascia lì davanti.
“Qui non posso entrare, signorina” dice il tassista.
Passo il cancello, che è aperto, e percorro un vialetto che porta
all’entrata. Mi fermo davanti al portone con le mie due valigie.
Suono il campanello. Aspetto, ma non viene nessuno. Busso, forse
il campanello non funziona. Nessuno. Che cosa faccio? Entro o...?
Sento una voce alle mie spalle.
“Lei è Marta Sinisi?”
Mi volto. È un giovane alto, con i capelli scuri e ricci, un viso
intelligente, un sorriso aperto. Mi sembra subito simpatico.
“Sì, sono Marta.”
“Piacere, io sono Roberto Martini.”

1) strada sterrata: strada non asfaltata o pavimentata.

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“L’architetto?”
“Sì, in persona.” Sorride.
“Non c’è nessuno nella villa in questo momento” spiega lui. “La
domenica non si lavora.”
“Beh, certo.”
“L’accompagno al Suo alloggio. Poi, se vuole venire con me, Le
faccio vedere la villa.”
“Molto volentieri!” rispondo.
Il mio alloggio è in un piccolo edificio che si trova al lato della
villa. La chiamano “la casetta”, ma non è poi così piccola.
Al pianterreno si trovano una cucina enorme e una piccola
stanza, al piano superiore ci sono tre stanze e un bagno.
“Qui un tempo dormiva la servitù2” spiega l’architetto.
“Non è brutta, anzi…” commento.
“Sì, prima cadeva a pezzi3, ma l’hanno restaurata due anni fa e
adesso è moderna e confortevole.”
Mi aiuta a portare le valigie nella mia camera da letto al piano
superiore e poi mi chiede se voglio riposarmi.
“No, il viaggio è stato così breve! Non ho bisogno di riposarmi.
Mi ha detto che mi faceva vedere la villa.”
“Ma certamente. Lei è una ragazza attiva, vero?”
“Sì, forse iperattiva.”
Roberto ride.
“La stessa cosa che dicevano a me da bambino.”
“Perché? Era iperattivo da piccolo?”
“Sì, poi però sono diventato più calmo. Ma diamoci del tu, per
favore! Non credo di essere molto più vecchio di Lei, cioè di te...”
“D’accordo.”

2) servitù: persone che lavorano in una casa come domestici, camerieri ecc.
3) cadere a pezzi: distruggersi, disgregarsi.

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CAPITOLO 2

La villa all’interno non è bella come


all’esterno. Ci sono molte stanze, ben
trentadue, e sono tutte vuote.
In un angolo del salone d’entrata,
che si trova al pianterreno, ci
sono un mucchio di materiale,
mattoni, pittura e altri arnesi4 da
costruzione.
“Questi” spiega Roberto “sono per la ricostruzione della cantina.
L’anno scorso è franata5. È la parte più problematica di questo
edificio.”
Gli affreschi che devo restaurare sono tre: uno molto grande
nel salone, uno in una delle stanze da letto e uno nello studio al
secondo piano.
“Comincerò da quello del salone” dico io.
“Di che materiale hai bisogno?” domanda l’architetto.
Tiro fuori dalla borsa una lista di strumenti e di prodotti.
“Domani mattina mando qualcuno a comprarli” dice Roberto.
“Così puoi cominciare domani pomeriggio. Nella casetta, in
cucina trovi tutto il necessario per cucinare e anche qualcosa
da mangiare e da bere. Comunque il supermercato è a meno di
un chilometro da qui. A fianco della casa ci sono delle biciclette.
Puoi usare quella che vuoi.”
“Grazie, grazie di tutto.”
“Quanto tempo resterai qui?” mi domanda Roberto.
“Almeno nove mesi. E tu?”
“Fino a quando il lavoro è finito. Più di un anno credo.”
Roberto guarda l’orologio.

4) arnese: strumento, oggetto per fare un lavoro.


5) franare: staccarsi, crollare.

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“Sono quasi le sette” dice. “Hai fame? Vuoi andare a mangiare
qualcosa?”
“Perché no? Roberto è simpatico e sembra un tipo tranquillo”,
penso tra me e me.
“Volentieri!” rispondo.
“Bene, ti porto in un ristorantino qui vicino, un posto un po’
rustico, ma si mangia veramente bene.”

Quando tre ore dopo torniamo, la villa è immersa nel buio.


La casetta è illuminata da alcune luci davanti all’ingresso.
Mi guardo intorno un po’ timorosa6.
“È molto buio” dico.
“Stai pensando che dovrai dormire qui e lo trovi un po’
inquietante7?”
“Sì, in effetti.”
“Non devi avere paura. C’è un guardiano, sai? Un guardiano di
notte. Gira tutta la notte intorno alla villa.”
“Oh bene, questo mi rassicura.”
“E comunque hai il mio numero di cellulare. Se hai bisogno puoi
chiamarmi in qualsiasi momento. Io sono nella casa sulla collina,
a cinquecento metri da qui.”
“Perché non ti hanno dato la casetta?” chiedo.
“Perché condivido il mio alloggio con il geometra e tre operai.”
“Capisco. Adesso ti saluto, vado a letto. Domani voglio essere in
forma.”
“Giusto.” Roberto mi dà la mano e io gliela stringo.
Entro in casa. Da questa notte comincio una nuova vita.

6) timoroso: con paura.


7) inquietante: che fa paura, che spaventa.

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ATTIVITÀ CAPITOLO 2

Comprensione
1) rispondi alle seguenti domande.
1. Dove lascia il tassista Marta?
2. chi incontra Marta davanti al portone della villa?
3. Perché non c’è nessuno nella villa?
4. Dove alloggia Marta?
5. chi dormiva un tempo nell’alloggio di Marta?

2) Scegli l’alternativa corretta.


1. il materiale e gli arnesi che Marta vede nel salone sono per la
ricostruzione
a del salone. b della soitta. c della cantina.
2. Marta deve restaurare
a un afresco.
b due afreschi.
c tre afreschi.
3. roberto invita Marta a mangiare
a a casa di Marta.
b in un ristorante.
c a casa sua.
4. Marta trova roberto un tipo
a irrequieto, ma simpatico.
b tranquillo e simpatico.
c simpatico e molto bello.
5. Marta non deve avere paura di notte perché
a c’è un guardiano che controlla la villa.
b Roberto dorme nella villa.
c un guardiano di notte dorme nella villa.

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Grammatica
i verbi servili
In questo capitolo hai incontrato i verbi servili (detti anche modali):
dovere, volere, potere.
> Puoi usare (la bicicletta) che vuoi.
> Non devi avere paura.
In genere questi verbi si accompagnano ad altri verbi all’ininito, come
vedi negli esempi sopra. In alcuni casi si usano anche da soli.
> Vuoi un cafè?
> Dobbiamo dei soldi a nostro zio.
dovere potere volere
io devo posso voglio
tu devi puoi vuoi
lui/lei deve può vuole
noi dobbiamo possiamo vogliamo
voi dovete potete volete
loro devono possono vogliono

1) Sottolinea l’alternativa corretta.


1. “Che cosa vuoi/puoi?”
“Un bicchiere d’acqua, grazie.”
2. Dobbiamo/Possiamo andare alla festa. La mamma ha detto di sì.
3. Puoi/Devi aiutarmi a pulire la stanza? Non ce la faccio da solo.
4. “Oggi volete/dovete lavorare ino a tardi?”
“Sì, il nostro capo vuole che restiamo/deve restare ino alle otto di sera.”
5. Vogliamo/Dobbiamo andare in vacanza in Puglia. È un posto che ci
piace molto.
6. Non dovete/volete parlare ad alta voce. Disturbate gli altri.

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ATTIVITÀ CAPITOLO 2

2) completa coniugando i verbi servili: volere, potere e dovere.


1. Marta ............................................. (volere) lavorare come restauratrice.
2. Tu che cosa ............................................. (volere) fare da grande?
3. Oggi noi non ............................................. (potere) studiare perché
.......................................(dovere) aiutare nostro padre in giardino.
4. Domani i miei genitori ............................................. (dovere) partire molto presto
perché non ............................................. (volere) trovare traico per strada.
5. Che cosa (noi) ............................................. (potere) fare per te?
6. (Voi) ............................................. (potere) aiutarmi a portare questa valigia.
È molto pesante.

Vocabolario

In questo capitolo ci sono le descrizioni della villa dove lavorerà Marta e


della casetta dove alloggerà.

1) completa le seguenti frasi con i nomi delle parti della casa.


sala • cucina • bagno • cantina • camera da letto • studio • soitta
1. “Dove tenete il vino?”
“In .................................................... naturalmente.”
2. “Mangiate in .................................................... o in cucina?”
“In .................................................... è più comodo perché siamo vicino ai fornelli.”
3. Mio padre lavora sempre nello ................................................ dove c’è anche la biblioteca.
4. In .................................................... teniamo alcuni mobili vecchi. Ma per arrivarci
dobbiamo sempre salire le scale.
5. Vuoi andare in .................................................... a rinfrescarti?
6. Giorgio è in .................................................... e sta dormendo.

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Capitolo 3
Traccia 4

Tre settimane dopo

“N on dirmi che lavori anche oggi!” esclama Roberto.


“È domenica.”
“Volevo solo finire questo angolo!” rispondo io.
Sono davanti al dipinto con un piccolo pennello in mano.
Roberto mi guarda.
“Sono orrenda, vero?” esclamo. “Con questo grembiule1 e il
foulard sulla testa.”
“No, anzi, sei...” Roberto si blocca. Non vuole dire quello che
pensa. Non vuole dirmi che gli piaccio, ma io l’ho capito.
È piuttosto chiaro.
Però non sa che cosa provo io per lui, e sinceramente non lo so
neppure io.
E non ho tempo e voglia di pensarci. Sono così concentrata sul

1) grembiule: indumento che si indossa sopra un altro abito per non sporcarsi.

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lavoro... Da quando ho cominciato questo
restauro non penso ad altro.
“Quindi vuoi lavorare anche oggi?”
domanda Roberto.
“Sì, perché? Hai dei progetti?”
“Volevo andare a Bellagio in battello
e fare un giro per il paese, ma in
realtà sono stanco. Penso che resterò
a casa a compilare dei documenti sulla villa. Roba burocratica...”
“Hai molte scartoffie2?”
“Sì, anche più del solito, vista la storia della villa!”
“Di che storia parli?”
“Non ne sai niente? Se vuoi te la racconto io. Se smetti di
lavorare e bevi qualcosa con me.”
“Affare fatto” rispondo io.
Nella cucina c’è un frigorifero. Roberto prende una bottiglia
di coca cola e due bicchieri. Versa la coca cola e ci sediamo al
tavolo.
Roberto inizia a raccontare.
“Allora... la costruzione di questa casa risale al Seicento. Fino
a quindici anni fa apparteneva alla famiglia Invernizzi. Poi la
famiglia ha avuto gravi problemi economici e l’ha venduta.
L’ha comprata un tizio3, forse hai già sentito il suo nome:
Francesco Mozzato.”
“Francesco Mozzato? No, non ho mai sentito questo nome.”
“Mozzato è diventato famoso non quando faceva soldi, tanti
soldi lavorando per una banca. È diventato famoso dopo, quando

2) scartoffie: insieme di carte e documenti per pratiche burocratiche.


3) tizio: persona.

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CAPITOLO 3

hanno scoperto che aveva investito i soldi della banca in titoli e


investimenti pericolosi. All’inizio ha fatto guadagnare alla banca
decine di milioni di euro. Però, alla fine, l’ha portata alla rovina.”
“Caspita! Quindi ha dovuto vendere la villa.”
“Non l’ha venduta, gliel’hanno sequestrata4. Hanno arrestato
Francesco Mozzato e lo hanno portato al commissariato per
interrogarlo. Ma lui è riuscito a scappare. Un uomo atletico,
veloce, abile... Almeno così dicono.”
“Perché così dicono?”
“Perché pochi lo hanno visto. Solo i colleghi della banca.”
“E i parenti immagino.”
“A quanto si è scoperto, Francesco Mozzato era solo,
completamente solo. Orfano dall’età di quindici anni, niente
genitori, niente fratelli o sorelle, nessun parente. La cosa curiosa
è che di Francesco Mozzato non ci sono foto.”
“Strano per un uomo così famoso!”
“Come ti ho detto, è diventato famoso soltanto dopo, quando si è
capito che aveva portato la banca alla rovina. Prima se ne stava
nascosto chissà dove, in un ufficio dorato!”
“E adesso, dov’è?”
“Nessuno lo sa. Sparito. Insieme a lui sono spariti anche i milioni
di euro che aveva messo da parte.”
“Caspita, che storia!” faccio io. “Adesso però è ora di tornare al
lavoro!”
“Giusto…” fa lui. “Io torno alle mie scartoffie!”

Mi sono interrotta soltanto per mangiare un panino. Continuo


a lavorare fino a sera. Alle dieci decido che è ora di smettere.

4) sequestrare: portare via.

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Sto mettendo via i pennelli quando sento un rumore. Rimango
immobile con le orecchie tese. Altri rumori. C’è qualcuno in
casa!
“Roberto!” chiamo.
Nessuna risposta.
“Roberto!”
Ancora nessuna risposta.
Prendo il cellulare dalla tasca del grembiule e... Un uomo appare
nel salone. È vestito tutto di nero e ha una pistola in mano.
“Ah!” grido spaventata.
L’uomo abbassa la pistola
“Mi scusi, mi scusi tanto. Non sapevo che Lei era qui.”
“E Lei chi è?” chiedo.
“Il guardiano di notte.”
“Il guardiano, ma sì, certo. Mi hanno detto che c’è un
guardiano.”
L’uomo ha rimesso la pistola nella fondina5 e si avvicina.
Adesso che mi è passata la paura lo osservo con attenzione.
È di media statura, gli occhi chiari sotto sopracciglia6 scure e
folte, i capelli lunghi e neri.
“Affascinante, non c’è che dire…” penso.
“Sta andando via?” chiede lui.
“Sì, ho finito. Per oggi.”
“Posso accompagnarla?”
“Se vuole...”
Usciamo insieme. Lui non parla. È molto diverso da Roberto

5) fondina: custodia per mettere la pistola.


6) sopracciglia: arco di peluria sopra gli occhi.

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che parla continuamente. Arrivati alla porta della casetta lo
ringrazio.
“Non c’è di che. È il mio lavoro. E mi scusi se l’ho spaventata.
Comunque sono qui ogni sera.”
“Grazie.”

“Ho conosciuto il guardiano di notte” dico a Roberto la mattina


dopo.
“Ah bene.”
“Non parla molto.”
“Non parla per niente. È uno che sta molto per conto suo.
Mangia per conto suo, quando finisce il turno non si sa dove
va...”
“Un tipo un po’ particolare.”
“Sì, anche un po’ misterioso.”
“Già, misterioso… Come misterioso è questo colore qui nella parte
alta del dipinto. Secondo te che giallo è? Giallo ocra o giallo...?”
“Sempre e solo lavoro, eh?”
“Oh scusami Roberto, io…”
“No, non importa. Anch’io devo andare a lavorare. Oggi
cominciamo a rifare la scalinata.”
“Quale? Quella sul retro della villa?”
“Sì. E anche lì abbiamo a che fare con un mistero. Non sappiamo
di quanti gradini era fatta in origine. Su alcuni documenti della
villa c’è scritto ventotto gradini, ma nelle immagini del tempo i
gradini sono trentadue. O almeno così sembra.”
“Ah! Ognuno ha i suoi problemi.”
“Vado. Gli operai mi aspettano.”
“Auguri con i tuoi gradini!” esclamo io.
“Auguri con il tuo giallo!” mi risponde Roberto.

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ATTIVITÀ CAPITOLO 3

Comprensione
1) indica se le seguenti frasi sono vere (V) o false (F).
V F
1. Marta lavora anche se è domenica.
2. Marta è molto concentrata sul lavoro.
3. Roberto va a fare una gita a Bellagio.
4. Marta sa poco della storia della villa.

2) completa il racconto di roberto con le informazioni che ricavi dal testo.


La costruzione di questa casa risale al .............................................. (1). Apparteneva
alla .............................................. (2) Invernizzi. Poi l’ha comprata Francesco
Mozzato. Francesco Mozzato è diventato famoso quando si è scoperto
che aveva investito i .............................................. (3) della banca in titoli e
investimenti pericolosi. Così gli hanno sequestrato la .............................................. (4).
È riuscito a scappare ed è sparito. Francesco Mozzato non ha parenti né
foto. Anche i .............................................. (5) di euro che aveva messo da parte
sono spariti.

3) rispondi alle seguenti domande.


1. Marta sente un rumore. chi c’è nella villa?
2. che cosa sta facendo Marta quando incontra questa persona?

4) rileggi la descrizione del guardiano di notte (p. 22). Trova e


correggi poi le inesattezze.
Il guardiano di notte è alto, ha gli occhi chiari e le sopracciglia chiare.
I suoi capelli sono lunghi e castani. Parla molto.
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Capitolo 4
Traccia 5

È sera. Tutti sono andati via, anche Roberto che ha cercato


di convincermi a mangiare con lui. Ma io volevo restare
ancora.
“Solo pochi minuti. Devo trovare il giallo giusto” gli ho detto.
“Ok” ha risposto lui rassegnato e se ne è andato.
Però poi sono rimasta ancora per ore. Sono le dieci e sto ancora
lavorando. Sono molto concentrata e non sento che qualcuno è
entrato nella villa.
“Lei ama veramente il Suo lavoro” dice il qualcuno.
Anche senza vederlo, riconosco la voce profonda del guardiano
di notte.
“Non è stanca, Marta?” mi chiede.
Metto via il pennello. Mi volto e lo guardo. Lui si avvicina.
“È tardi” dice. “Sono le dieci.”
“Sì, lo so.”
“Ha mangiato?”
“No, non ancora.”
“Io inizio il turno a mezzanotte. Alle dieci e mezza passa sempre la

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macchina della polizia del luogo. Vuole venire a mangiare con me?”
“Dove?”
“In un locale dove vado spesso, piccolo, poca gente...”
“Va bene” rispondo e mi sfilo1 il grembiule. “Non ho tempo di
cambiarmi, immagino.”
“Non deve cambiarsi. Jeans, maglietta, sta benissimo così.”

Usciamo dalla villa. Il guardiano sale su una grossa moto


parcheggiata fuori. Mi porge la mano per aiutarmi a salire,
ma io esito2.
“Ha paura?” chiede lui.
“Lei veramente...”
“Sono un estraneo, lo so, ma sono anche il guardiano della villa.
Una specie di poliziotto. Non deve avere paura.”
Parla con un tono di voce tranquillo, dolce.
Salgo sulla moto. Per un breve attimo il mio pensiero va a
Roberto. Mi ha chiesto spesso di uscire e io sono andata a cena
con lui solo una volta. E adesso accetto subito l’invito di un
estraneo!
Non finisco il pensiero. La moto parte veloce, mi allungo in
avanti, le mani strette intorno alla vita del guardiano, i nostri
corpi uno contro l’altro.
Provo un brivido. Freddo o è qualcos’altro?

Dieci minuti dopo siamo arrivati. Il locale si trova su una delle


colline intorno alla villa. È tardi e il ristorante è ormai quasi
vuoto. Ci sono piccoli tavoli quadrati con tovaglie a scacchi.
Ci sediamo a un tavolo al centro della sala.

1) sfilarsi: togliersi, slacciarsi un indumento di dosso.


2) esitare: aspettare qualche secondo prima di fare una cosa.

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CAPITOLO 4

Il cameriere, un uomo non più giovane, arriva subito.


“Qualcosa da bere o da mangiare?” chiede senza tanti
complimenti.
“Vorremmo cenare” risponde il guardiano.
Il cameriere elenca i piatti.
“Abbiamo due primi: risotto ai funghi e pasta al
pomodoro, come secondi invece trota di lago con patate o
un arrosto con contorno di spinaci al burro.”
“Io prendo solo il secondo” dice lui.
“Anch’io. Per me la trota con le patate.”
“Io invece prendo l’arrosto con gli spinaci.”
“E da bere?” chiede il cameriere.
“Vuoi del vino?” domanda il guardiano di notte che adesso è
passato al tu.
Sono indecisa. Mi piace il vino però non so... quando bevo parlo
troppo e troppo liberamente. Lui però decide per me.
“Prendiamo mezzo litro di bianco della casa, che ne dici?”
“Ma sì, va bene.”
Il cameriere si allontana.
“Allora vieni spesso qui” osservo io.
“Sì, questo posto mi piace perché è tranquillo.”
“Io invece sono uscita a cena solo una volta da quando sono qui.”
“Con l’architetto?” mi chiede.
“Roberto? Sì. Anche se lui mi invita quasi tutti i giorni. Ma io...
beh, sono molto occupata.”
“Però questa sera hai accettato il mio invito.” Mi rivolge lo
sguardo intenso dei suoi occhi azzurri chiarissimi.
Mi sento arrossire.
“Sì, è vero” balbetto. “Io... io...”
In quel momento arriva il vino. Il cameriere riempie i bicchieri.

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“Non so neppure come ti chiami” dico al guardiano.
Lui sorride. Ha un sorriso molto diverso da Roberto. Quello di
Roberto è un sorriso pieno, contento, un sorriso vero. Questo
invece è un sorriso a metà, appena accennato.
“Mi chiamo Stefano. Stefano Sirgi.”
“Sei di qui?”
“No, sono di Milano.”
“Come me.”
“Come tanti di quelli che lavorano alla villa.”
“Ti piace fare il guardiano di notte?”
“Se mi piace...? Non lo so, diciamo che è un lavoro tranquillo.
Ti permette di stare da solo.”
“A te piace stare da solo?”
“Sì o forse non è una scelta. Forse io so solo stare solo. E a te?
Piace stare da sola?”
“Non lo so. Non mi dispiace, ma… non lo so… non ci ho
mai pensato veramente.” Sollevo gli occhi dal piatto
e incontro i suoi. Di nuovo arrossisco. Ma perché
mi sento così imbarazzata davanti a quest’uomo?
Forse perché ogni volta che lo guardo – le sue

QUI DISEGNO RISTORANTE

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CAPITOLO 4

ciglia lunghe, la bocca un po’ carnosa, i denti bianchi, il ciuffo di


capelli neri che gli cade sulla fronte – mi sento un piccolo tonfo3
al cuore. Mi piace? Ma come può piacermi? Non so niente di lui.
E io non sono un’istintiva, una di quelle che vede qualcuno e si
innamora. Non mi succede mai. O forse dovrei dire che non mi è
mai successo. Forse sta succedendo proprio adesso.
Lui mangia lentamente. Ogni tanto mi guarda. Di colpo dice:
“Quando ti ho visto mi è sembrato di conoscerti. Ho pensato:
‘Questa ragazza io l’ho già vista’. Il tuo viso mi era familiare e
adesso capisco perché”.
“Perché?” chiedo incuriosita.
“Perché io ti ho già vista, ma non nella realtà. Ti ho visto in un
dipinto.”
“Un dipinto? Quale?”
“Nella Nascita di Venere. Sei uguale alla Simonetta del Botticelli.”
“Davvero? La donna dai capelli rossi? Ma dai, non sono così bella!”
Stefano sorride.
“Oh sì, lo sei.”
“No, io... Tutti mi dicono che sono carina, molto carina, ma
non bella.”
“Molto bella” dice lui.
Arrossisco, per la terza volta.
Voglio assolutamente cambiare argomento e gli chiedo se è un
esperto di4 pittura.
“Abbastanza.”
“Allora… qual è il tuo pittore preferito?”
“Antico, moderno…?” mi chiede lui.
“In generale.”

3) tonfo: rumore di qualcosa che cade.


4) essere un esperto di qualcosa: conoscere bene una cosa.

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“Uno è troppo poco.”
“Allora tre.”
Risponde con sicurezza: “Botticelli, Canaletto e Kandinsky”.
“Che risposta!” esclamo io.
“E i tuoi?”
“Senz’altro i pittori italiani del Rinascimento e del Barocco.
Anch’io amo Botticelli, ma anche Giorgione e Carpaccio. Però
quello che preferisco è Caravaggio.”
Continuiamo così un discorso lungo e appassionante sulla
pittura e sulla scultura.
Stefano ordina per tutti e due lo stesso dessert: fragole con la panna.
“Come sai che adoro le fragole con la panna?” gli chiedo.
“Perché anch’io adoro le fragole con la panna” dice lui. “Ho pensato
che, oltre all’arte, magari possiamo avere altre passioni in comune.”
Quando finiamo di mangiare nel locale non c’è più nessuno.
Stefano insiste per pagare e alla fine lo lascio fare.
“La prossima volta però...” dico.
Lui mi guarda. Mi sembra sorpreso.
“Sì, la prossima volta” ripete.

Siamo davanti alla casetta.


“È quasi mezzanotte” dice. “Devo iniziare il turno.”
“Mi dispiace, ti ho fatto fare tardi.”
“A me non dispiace per niente” dice lui.
Fa un inchino, prende la mia mano nella sua e la bacia. Le labbra
lasciano un’impronta5 calda sul dorso della mia mano. Quando
rientro in casa la poso sulla guancia e la tengo così per qualche
secondo. Che cosa sta succedendo? Mi sto innamorando?

5) impronta: traccia, segno.

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