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(QUINDICESIMO-SEDICESIMO CAPITOLO)
La grande crisi
Gutton vedeva nei poveri un pericolo per la società. Si riteneva che essi
sfuggissero all'attività lavorativa: erano quindi inutili, di peso per la
società e criminali potenziali. Si faceva strada l'idea che i poveri dovessero
essere segregati dal resto della società, perché importunavano ed erano
sobillatori di rivolte.
De subventione pauperum che fu il manifesto della nuova mentalità che si
andava diffondendo per l'Europa. L'autore, Juan Luis Vivés attaccava
violentemente poveri e ricchi, accusando i primi di simulare malattie,
disturbare le funzioni religiose e i secondi di farsi costruire tome sontuose
invece di dare l'elemosina, suggeriva altresì una riforma: centralizzare
l'assistenza dei poveri in un unico grande ospedale; censire i veri poveri e
allontanare i poveri di altre città; assicurare un lavoro a tutti i poveri
mendicanti, mentre quelli “incorreggibili” potevano essere imprigionati;
assistere i poveri invalidi nelle loro case. Si può considerare questo uno
dei primi interventi statali nel campo dell'assistenza.
L'elemosina dunque non era più la mano tesa del povero che ferma S.
Martino; il grande teologo Gerson sosteneva che non sempre una mano
tesa nasconde il volto di Cristo.
Il povero non era più il Cristo, ma un malvagio degno di essere
abbandonato ai rigori della legge. Con l'umanesimo anzi si affermava un
concetto più sottile: l'uomo vero non è il povero, ma il ricco, colui che
produce, colui che possiede, colui che può godere dei benefici della
natura.
S. Camillo de' Lellis. La sua prima esperienza la fece come malato a San
Giacomo a Roma, da dove fu cacciato via per indisciplina. Convertitosi a
venticinque anni, dopo una esperienza di frate cappuccino, dovette essere
dimesso per una piaga alla gamba che lo costrinse a ritornare in ospedale.
Sperimentò le drammatiche condizioni dei malati e tentò di porvi rimedio
scegliendo tra gli infermieri più generosi e disponibili senza riuscirvi. Pensò
allora di lanciare l'invito a 'uomini pii e dabbene disposti a servire i malati,
per amore di Dio. Il gruppo crebbe, si sparse dando origine all'Ordine dei
Camilliani. Scrisse di suo pugno “Le regole per ben servire lì poveri e
infermi”. Fu il precursore della Croce Rossa internazionale.
Le donne di carità
Nel campo della carità, una forte novità fu rappresentata dall'azione delle
donne nella Francia del Seicento; infatti allora era impensabile che le
donne si occupassero di lavoro, di apostolato organizzato in modo
indipendente dagli uomini. Invece furono numerose le donne di tutti gli
strati sociali che contribuirono a dare un volto nuovo alla Chiesa e alla
società francese del '600. Tra queste ricordiamo Giovanna Lestonnac
(1556-1640) fondatrice delle figlie di Notre Dame, che avevano come
scopo l'educazione delle giovani.
In Italia le donne impegnate nel campo della carità furono, a Genova,
Virginia Centurione Bracelli (1587-1651) che fondò le Suore del Rifugio con
lo scopo di accogliere e proteggere ragazze abbandonate, donne in
pericolo e prostitute.
Un laicato attivo