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Appunti per la Lezione V,

Corso di Composizione Architettonica

Scuola di Architettura, Università di Girona

Prof. Francesco Ranocchi

Inghilterra

Mentre in Francia la monarchia assolutista impone una linea decisa allo stile architettonico, con lo
sviluppo di un linguaggio alquanto univoco, in Inghilterra la pluralità di influenze, come già nella vicenda
manierista, si traduce in una pluralità di vedute, in un linguaggio com più radici e più esiti, tra loro in
relazione o in aperto contrasto.
L’introduzione del linguaggio palladiano per Inigo Jones si traduce in una certa purificazione del
classicismo dalle influenze medievaliste in generale e gotiche in particolare che avevano caratterizzato la
precedente stagione; sul linguaggio classico così epurato e in certo qual modo semplificato con una
applicazione radicale della concinnitas palladiana, si inseriranno le influenze barocche.
La double-cube room nella Wilton House, realizzata da Jones e dal suo pupillo John Webb, su una forma
classica inserisce una marcata decorazione vicina al barocco francese.
La generazione successiva a Jones, Sir Roger Pratt, Hugh May e Webb, produce un classicismo di
derivazione palladiana, sviluppa un modello di casa rurale più semplice e riproducibile come modello di
casa di campagna di dimensioni più contenute rispetto alle Prodigy Houses e alle grandi dimore del
manierismo. Coleshill House (1650, Berkshire) presenta due piani di iguale altezza su un basamento
leggermente rialzato e una copertura che coniuga geometrie e necessità locali con la lezione classica;
riprende il tema della percorribilità della casa, diretta, da un lato all’altro sull’asse principale, tema
palladiano già presente in inghilterra dalla Hardwick Hall di Smithson. Pratt inserisce uno scalone
d’effetto, che sarà uno degli elementi ricorrenti nelle grandi case inglesi.
May nella Eltham Lodge (1664, vicino Londra) coniuga la composizione palladiana con un trattamento
dei dettagli e delle partiture murarie di probabile derivazione olandese; utilizza l’ordine gigante per
l’accenno di pronao d’ingresso; pienamente barocchi sono gli interventi all’interno del castello di
Windsor, la St George‘s Hall e la King’s Chapel.
Webb progetta in un classicismo che coniuga elementi prettamente classici, direi ellenistici, con
elementi della tradizione manierista: finestre derivate da Michelangelo, partiti memori delle eresie del
Pippi, ordine gigante. In the Vyne (1654, Hampshire) appare il primo pronao con timpano, con ordine
gigante, in una dimora di campagna inglese. Lamport Hall gioca sull’ambiguita tra muratura su
spaziatura esastila e un accenno di cornice su spaziatura tetrastila; il blocco di King Charles II al
Greenwich Palace ha riminiscenze dalla stoà del tempio di Zeus ad Atene, ma l’evidenza dei due corpi
opposti è una scelta subito negata, occultandola con la gerarchizzazione dell’insieme ottenuta con
l’inserimento di un falso pronao tetrastilo nell’asse d’ingresso.
Il problema della grande dimensione comincia a essere dominato dagli architetti inglesi. Wren darà
esempio di queste capacità.

Christopher Wren

Wren non fu solo architetto, ma uno scienziato di livello. Educato nelle migliori scuole sotto la
protezione di Charles II, diviene professore di astronomia al Gresham College e fondo con un gruppo di
scienziati formati a Oxford quella che sarebbe divenuta la Royal Society; nel 1661 è nominato Savilian
Professor of Astronomy a Oxford; si interessa sempre più all’architettura, inizialmente un hobby come
per molti gentleman e nel 1663 ha la prima commisione da parte di suo zio, il vescovo di Ely, per il quale
realizza una piccola cappella nel Penbroke College.
Lo stesso anno realizza il progetto per lo Sheldonian Theatre, un edificio caratterizzato da una notevole
originalità strutturale, con una sala di 21 x 24 metri con la copertura sospesa a capriate.
Ispirato dal Teatro Marcello e dalla Banqueting House, risponde in maniera immaginativa a esigenze
funzionali, sposando Wren scienziato e Wren architetto. L’interesse per l’architettura diventa il
principale en el 1665 Wren è a Parigi, dove resterà alcuni mesi e verrà in contatto con Bernini. Non si sa
se viaggiò mai in Italia, cosa che sembrerebbe attestare la sua conoscenza dei modelli italiani.
L’anno del ritorno dalla Francia coincide con il grande incendio di Londra e Wren viene incaricato di
ricostruire la St Paul Cathedral. L’incendio ha distrutto più di 80 chiese e importanti edifici; l’imponenza
del disastro spinge Wren a proporre un piano generale di ricostruzione della città secondo il modelllo di
Roma (e di Parigi), con punti focali collegati da viali rettilinei. Uno schema che vide l’opposizione di
diverse corporazioni, danneggiate dagli sventramenti necessari, ma che seppur non realizzato procurò a
Wren l’incarico di Surveyor-general of the Kings Works nel 1669 e quindi della costruzione delle 52
nuove chiese previste con il Rebuilding Act. La maggior parte vengono progettate tra il 1670 e il 1686;
ricordiamo St Mary le Bow, St Vedast, St Bride, St clement Danes; viene definito il modello di chiesa
anglicana,di ispirazione classicista, adatta ad un uditorio attento e limitato. Ancora, interessanti
l’ideazione di St Stephen Walbrook, con il gioco di archi e pilastri dalla pianta a croce greca che emenge
da una struttura regolare a pianta rettangolare, come un classico telesterion.
Certamente l’opera più importante è la costruzione della nuova cattedrale di St Paul. Wren realizza tre
progetti principali.
Il primo è semplice: un coro rettangolare unito a un vestibolo con cupola; inizialmente approvato, viene
quindi ritenuto inadeguato.
Il secondo, definito comunemente “Great Model design”, basato sulle idee originali di Michelangelo per
San Pietro, viene rifiutato per favorire l’effetto architettonico alla funzionalità liturgica.
Il terzo, conosciuto come Warrant Design, è già molto simile alla costruzione eseguita. Durante la
costruzione, iniziata nel 1675 e durata 35 anni, Wren apporta molte modifiche, prima fra tutte l’idea di
tornare a incorporare una cupola grande come quella del secondo progetto. Per rispondere alla scala
della cupola, Wren aumenta fittiziamente l’altezza, con pareti schermo in facciata; la cupola è complessa,
doppia, secondo l’idea di Michelangelo e la rielaborazione dei Mansart, con un ulteriore cono tra i due
diaframmi che modula la luce e aiuta a scaricare il peso della lanterna. Le torri campanarie,
direttamente ispirate alla Santa Agnese in Agone di Borromini, sigillano la concezione barocca
dell’insieme.
Wren realizza anche edifici civili, come la biblioteca del Trinity College ad Oxford, dove colloca il livello
principale all’imposta degli archi, per guadagnare altezza; l’edificio richiama la Laurenziana di
Michelangelo e le logge del cortile di San Damaso di Bramante.
Una soluzione ripresa nell’ampliazione di Hampton Court (ali Est e Sud – 1689). Progetta un
ampliamento di Whitehall, e lavora anche lui a un’ampliazione a grande scala del Greenwich Palace, ora
Hospital, seguendo l’impostazione di Webb e coniugandola con la complessità barocca; notevoli la
cappella e la Painted Hall.

Occupato dagli incarichi ufficiali come Surveyor-General of the King (sotto tre re…) Wren non lavora in
maniera significativa per la committenza privata. La casa di campagna barocca è sviluppata da William
Talman (Chatsworth House, 1687-96), ancora echi dei palazzi di Michelangelo (al Campidoglio) e della
declinazione classica in Francia: Le Vau, ma anche il Louvre di Bernini.
Sir John Vanbrugh (1664-1726), prima militare di carriera e spia, poi drammaturgo, infine architetto,
progetta Casle Howard, con l’assistenza di Nicholas Hawksmoor, un palazzo con un evidente richiamo
all’architettura romana, in primis il Bernini di Santa Maria Assunta ad Ariccia, ma anche Le Vau a Vaux le
Vicomte ; come scrive David Watkin <<English Baroque came of age overnight with Casle Howard since
it drew toghether the threads of monumental design which had so far appeared in isolated works>>.
Vanbrugh realizza l’imponente Blenheim Palace, per grandiosità vicino alle Prodigy Houses, dove il gioco,
tipico della sintassi inglese, delle torri d’angolo, prende la forma di complessi torrioni barocchi,
sormontati da belvedere berniniani e guglie borrominiane.
Con Vanbruch si impone anche il gusto per il pittoresco, con rovine ed edifici inseriti in parchi irregolari,
apperentemente “naturali”, dove la natura è addomesticata sottilmente, senza che appaia
un’organizzazione geometrica, aprendo la via alla grande stagione del paesaggismo inglese.
Lo stesso Hawksmoor sviluppa uno stile idiosincratico, che unisce il linguaggio classico-barocco allo
studio della combinatoria geometrica e tipologica, spesso declinata con proporzioni gotiche, sia
nell’architettura residenziale – Easton Neston (1680, Northampshire), che nell’architettura religiosa,
dominata per facciate torre che combinano la proprorzione dettata dall’ordine con la verticalità gotica
(di fatto progetta anche in stile gotico, All Souls College a Oxford, Torri ovest della Westminster Abbey),
e che paradossalmente anticipano i giochi geometrici dell’Illustrazione: St George in the east, St Mary
Woolnoth, Christ Church. Si inserisce nel dibattito sul completamento delle costruzioni gotiche non finite,
che portò alla esecuzione in stile del Duomo di Milano e di San Petronio a Bologna.

Se questa generazione oscillava tra l’eredità del dilettantismo aristocratico dell’inizio del ‘600, la
preparazione scientifica e erudita, e la conoscenza dei testi e delle opere, questa di seconda mano o con
visite parziali, a Parigi, spesso senza viaggiare nel principale riferimento, l’Italia (né Vanbrugh, né
Hawksmoor), Thomas Archer viaggia a lungo in Italia, in Francia, in Olanda, Germania e Austria; conosce
bene Bernini e Borromini, le soluzioni dei Mansart; tanto che anche un padiglione in un giardino,
elemento “profano”, prende le sembianze di una chiesa, un po’ Bernini e un po’ Borromini; realizza la
parte Nord di Chatsworth, con una cupola di notevole virtuosismo. Ancora più profonda è la formazione
di James Gibbs, l’ultimo esponente del barocco inglese: scozzese, cattolico, Tory, lavora con Carlo
Fontana a Roma; tornato a Londra divide con Hawksmoor l’incarico di Commissioner per la realizzazione
di 50 chiese, realizzando St Mary le Strand, con la torre ispirata al linguaggio di Wren; ma il corso della
politica sta cambiando, e la nuova dinastia Hannover vede avanzare la fazione Whig; benche molte delle
commissioni in barocco fossero di ricchi Whigs, ora questi promuovevano un ritorno al classicismo
palladiano, e Gibbs perde ruoli e incarici pubblici; realizza ancora un’importante chiesa, st Martin in the
Fields, ribadendo un modello di chiesa anglicana ormai definito, e si dedica alla realizzazione di case
private. Importante la Radcliffe Camera, a Oxford, una biblioteca che unisce motivi rinascimentali e
manieristi (Michelangelo, Longhena, Pippi) alla complessità e fluidità geometrica barocca; non essendo
stato incluso nel Vitruvius britannicus di Campbell, pubblica il suo proprio trattato: Book in Architecture,
seguito da Rules for Drawing the Several Parts of Architecture (1732) e Biblioteca radcliviana (1747). Ma
siamo già in piena epoca neopalladiana, sotto la influente azione di Lord Burlington e del suo richiamo
all’ordine, “a portare l’orologio esattamente 100 anni indietro” (Watkin), all’esempio di Inigo Jones e,
soprattutto, di Palladio.

Ottobre 2019

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