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CAPITOLO 1
I NUMERI NATURALI
Il sistema decimale
Originati dall’esigenza di contare, i numeri naturali rappresentano un modello
adeguato per la rappresentazione astratta d’insiemi di oggetti, e possono
essere rappresentati in molti modi. Quello largamente più diffuso è il
cosiddetto sistema decimale posizionale, o in base dieci, rappresentato dalle
cifre da 0 a 9.
Questo significa che, ad esempio, il numero 731 è diverso dal 137, pur
essendo costituiti dalle stesse cifre, perché
731= 700 + 30 +1= 7⋅102 + 3⋅101 +1⋅100 , mentre
137 =100 + 30 +7 =1⋅102 + 3⋅101 +7⋅100 .
Osservando il modo con cui i due numeri sono stati rappresentati nel
sistema decimale, è possibile dare una regola generale per la
rappresentazione di qualsiasi numero naturale:
z = an ⋅10n + an−1 ⋅10n−1 + ⋅⋅⋅ + a1 ⋅10 + a0 ,
dove i coefficienti, ovvero i termini ai ∈ {0,1,..., 9} , appartengono all’insieme
delle cifre da 0 a 9.
Notiamo che
731 : 10 = 73 e resto 1 ⇒ a0 =1,
73 : 10 = 7 e resto 3 ⇒ a1 = 3 ,
7 : 10 = 0 e resto 7 ⇒ a2 = 7 ,
e quindi, i coefficienti sono i resti delle successive divisioni del numero dato
per 10.
Questo spiega il senso della rappresentazione usuale di un numero
naturale di n+1 cifre:
z = an an−1...a1a0 .
Come è facile intuire, è possibile rappresentare i numeri naturali in una
base qualsiasi, una volta accettato che le cifre nella rappresentazione
numerica sono i resti delle successive divisioni per la base.
Per esempio, in base 3 si ha:
2
1 Si tratta della proposizione 20 del libro IX degli Elementi di Euclide.
5
24 =1⋅15 + 9
15 =1⋅ 9 + 6
9 =1⋅ 6 + 3
6 = 2⋅ 3 + 0
Quando l’ultimo resto è zero, il resto precedente è il MCD; nell’esempio
sopra, il MCD (24,15) è 3. In generale, il procedimento iterativo può essere
schematizzato così:
2 Per algoritmo s’intende un metodo sistematico di calcolo.
6
MCD(a,b) :
a = q1b + r1
b = q2r1 + r2
r1 = q3r2 + r3
...
rn−1 = qn+1rn + 0 ⇒ MCD(a,b) = rn ,
r0 := a; r1 := b r0 = q0r1 + r2
r1 = q1r2 + r3
...
rn−2 = qn−2rn−1 + rn
rn−1 = qn−1rn
rn+1 = 0
Dimostrazione. d = MCD(a,b) ⇒ d a − qb ⇒ d r0 ,d r1 ⇒ d r2 = r0 − q0r1 . A catena,
d r3 , fino a d rn ⇒ rn ≥ d . Resta da dimostrare che rn ≤ d . Rileggiamo a
( )
ritroso l’algoritmo euclideo: rn rn−1 ⇒ rn−2 = qn−1rn + rn = 1+ qn−1 rn ⇒ rn rn−2 .
Proseguendo fino al livello iniziale segue che rn r1 = b e rn r0 = a , e quindi che
( )
rn è un divisore comune di a,b e che rn ≤ d .
La seguente proposizione segue direttamente dall’applicazione
dell’algoritmo euclideo.
7
6 = 2⋅ 3 + 0
( )
4. Dimostrare che, se d ab e MCD a,d =1, allora d b .
a b
( )
5. Se d = MCD a,b , allora , sono primi tra loro.
d d
( )
6. Siano a,b ∈ N . Indicati con m = mcm a,b e con d = MCD a,b , si( )
dimostri che ab = md .
( )
7. Se p a e q a , e se MCD p,q =1 , allora pq a .
9
( )
8. (Test di primalità) p è primo se e solo se MCD a, p =1per ogni scelta
di a = 2,..., p −1.
Soluzioni
1. Se p |/ a ∧ p |/ b , allora deve necessariamente dividere c. Se così non
( )
fosse, d = MCD p,c =1 e quindi per il teorema di Bézout ∃k,l ∈ Z
tali che pk + cl =1. Moltiplicando ambo i membri per ab otteniamo
ab = abpk + abcl = (abk + ql ) p , essendo abc divisibile per p, per ipotesi.
Di conseguenza p divide ab, quindi deve dividere almeno uno dei due
fattori, mentre abbiamo supposto che p |/ a ∧ p |/ b . Di conseguenza
questa supposizione non è vera, quindi p divide almeno uno dei
fattori a, b, c come volevasi dimostrare.
2. Vedi sopra.
3. a b ⇒ b = b"a , b a ⇒ a = a"b , quindi
a! = b! =1 ⇒ a = b .
( )
a = a!b!a ⇒ a 1− a!b! = 0 ⇒ a!b! =1 ⇒
a! = b! = −1 ⇒ a = −b
( )
4. d|ab ⇒ ∃q ∈ Z tale che ab = qd ; MCD a,d =1 ⇒ ak + dl =1 , per
k,l ∈ Z . Moltiplicando per b l’ultima espressione risulta
( )
abk + dbl = b ⇒ qdk + dbl = b ⇒ qk + bl d = b e quindi d|b .
( )
5. d = MCD a,b ⇒ ∃k, h ∈ Z tali che a = kd e b = hd . Se, per assurdo,
a b
, non fossero primi tra loro, vorrebbe dire che
d d
!a b$
MCD # , & = d ' >1. Di conseguenza, potremmo scrivere
"d d %
a b
= k !d !, = h!d ! ⇒ a = (dd !) k ! e b = (dd !) h! . Avremmo così trovato un
d d
divisore comune ( dd ! ) della coppia di interi a, b più grande (essendo
a b
d ! >1) del massimo comun divisore. Di conseguenza , sono primi
d d
tra loro.
10
( )
6. d = MCD a,b ⇒ ∃a#, b# ∈ Z a = a#d ∧b = b#d . Di conseguenza,
ab = ( a!d ) (b!d ) = ( a!b!d ) d . Notiamo che a!b!d = a! (b!d ) = a!b , ma anche
a!b!d = b! ( a!d ) = ab! ; di conseguenza a!b!d è il più piccolo multiplo
comune di a,b .
( )
7. Per l’esercizio precedente, se MCD p,q =1 ⇒ pq = m . Poiché m è il
minimo comune multiplo, e a è multiplo comune di p e di q, allora
m = pq a .
( ) ( )
8. ⇒ Se p è primo, allora MCD a, p =1 poiché non esiste alcun
a = 2,..., p −1 che divide p. (⇐) Per assurdo, se p non fosse primo,
allora esisterebbe a ∈1,2..., p −1 tale che p = ka , con k numero intero.
( ) ( )
Di conseguenza, MCD a , p = MCD a , ka = a >1 , contro l’ipotesi
( )
MCD a, p =1per ogni scelta di a = 2,..., p −1. Pertanto pè un numero
primo.
Soluzione.
45 = 1⋅ 24 + 21
- 24 = 1⋅ 21+ 3
21 = 7 ⋅ 3+ 0 ⇒ MCD(45, 24) = 3
12
12
-4
-8
-12
( )
dell’equazione ax + by = c , allora la coppia x0 = x! − x*, y0 = y! − y * è
soluzione della cosiddetta equazione omogenea ax + by = 0 (verificare!).
Ricapitolando, una soluzione dell’equazione di partenza può essere sempre
( )
vista come la somma di una soluzione particolare x*, y * , e di quelle
dell’equazione omogenea, cioè tutte le coppie della forma
( )
x0 = bn; y0 = −an , con n ∈ Z (verificare).
Soluzioni
( )
1. Indichiamo con d k = MCD k,12 : l’equazione ammette soluzioni
intere se e solo se d k |3 . Innanzitutto, poiché 12 è pari, se k è dispari
( )
MCD k,12 =1 , e l’equazione ammette soluzioni intere. Se k fosse un
multiplo di 12 o di 6 (ovvero un multiplo di un divisore di 12
maggiore di 3) l’equazione non ammette soluzioni intere perché
( )
MCD k,12 = 6n > 3 . In definitiva, l’equazione ammette soluzioni
{(
intere se e soltanto se k ≠ 6 2n +1 ,12n . ) }
2. In sintesi, l’equazione risolvente con i vincoli imposti dal problema è la
seguente:
15
# 9 y − 5x −100 = 0
%% #% x = 9n − 200 #% 0 ≤ 9n − 200 ≤100
$ 0 ≤ x ≤100 ⇒$ ⇒$ . Di
% &% y = 5n −100 %
& 5n −100 ≤ 9n − 200
0≤ y≤x
%&
conseguenza, i valori che può assumere l’intero n (e di conseguenza x e y
# 200
%n ≥
% 9
% 300 x = 25,34,43,52,61,70,79,88,97
sono: $n ≤ ⇒ 25 ≤ n ≤ 33 ⇒ .
% 9 y = 25,30,35,40,45,50,55,60,65
%n ≥ 25
%
&
⎧ 7 y − 4x − 50 = 0 ⎧ ⎧
⎪ x = 5 +7n y =10 + 4n 5 +7n ≥ 0
⎪⎪ ⎪
⎪ ⎪
⎨ 0 ≤ x ≤ 50 ⇒⎨ 0 ≤ x ≤ 50 ⇒ ⎨ 5 +7n ≤ 50
⎪ 0 ≤ y ≤ x⎧ ⎪5 0≤ y≤x ⎪ 10 + 4n ≥ 0
⎪⎩ ⎪ n ≥ −⎪ ⇒ n ≥ 0 ⎪⎩ 10 + 4n ≤ 5 +7n
⎪ ⎩7
x =19
⎪ 45 x = 26
⎪⎪ n ≤ ⇒n≤6
, da cui segue ⎨ 7 ⇒ n = 2,3,4,5,6 ⇒ x = 33 .
⎪ n ≥ − 10 ⇒ n ≥ −2 x = 40
⎪ 4
⎪ x = 47
⎪ n≥ 5 ⇒n≥2
⎪⎩ 3
Classi di resto
Consideriamo, all’interno dell’insieme dei numeri interi, la relazione che
associa due numeri a, b se questi danno lo stesso resto nella divisione per
uno stesso numero n. Una relazione di questo tipo si dice congruenza, ed
i numeri a, b si dicono congrui modulo n. Con la notazione di Gauss si
scrive:
17
a ≡ bmod(n) ,
e si legge “a è congruo a b modulo n”, se n|(a − b) .
La congruenza modulo n è una relazione di equivalenza sull’insieme
dei numeri interi. Verifichiamo le proprietà.
−9 −8 −7
−6 −5 −4
−3 −2 −1
Z3 "0$ "1$ "2$
# % #% # %
3 4 5
6 7 8
9 10 11
{ }
In particolare, si denota con Z n ≡ "#0$%,"#1$%,...,"#n −1$% l’insieme quoziente
degli interi in base alla relazione di congruenza modulo n. Le classi di resto
18
{ }
determinato insieme quoziente, ad esempio Z 3 = !"0#$,!"1#$,!"2#$ .
Quest’operazione è rappresentativa dell’addizione di tutti gli interi
appartenenti alle due classi, quindi è necessario stabilire una legge di
formazione di tutti i numeri appartenenti a una determinata classe di resto.
Ricordiamo che a ∈ "#1$% se, nella divisione per 3, dà come resto 1:
( )
a ≡1mod(3) ⇒ 3 a −1 ⇒ ∃k ∈ Z a = 3k +1; analogamente
b ≡ 2mod(3) ⇒ 3 (b − 2) ⇒ ∃h ∈ Z b = 3h + 2 . In base a queste leggi di
( ) ( ) ( )
formazione possiamo scrivere !"1#$ + !"2#$ = 3k +1 + 3h + 2 = 3 h + k +1 = !"0#$ .
Riepiloghiamo in tabella:
[0] [1] [2]
(
Z 3 ,+ )
[0] !0# !1# !2#
" $ "$ " $
!1# !1# !2# !0#
"$ "$ " $ " $
!2# !2# !0# !1#
" $ " $ " $ "$
Esercizio. Scrivere la tavola di composizione per la moltiplicazione in
Z3 .
[0] [1] [2]
(
Z ,• 3 )
[0] !0# !0# !0#
" $ " $ " $
!1# !0# !1# !2#
"$ " $ "$ " $
!2# !0# !2# !1#
" $ " $ " $ "$
19
Esercizi
1. Risolvere la seguente equazione: !"18x #$ = !"16#$ mod 40 .
2. (Problema 25 vecchio libro di testo). Un marziano, dopo aver visto
scritta l’equazione x 2 −16x + 41= 0 , invitato a scrivere la differenza
delle radici, scrive 10. Sapendo che i numeri tra 0 e 6 coincidono
con quelli in base 10, si dica quante dita ha il marziano.
1
3. Si attribuisca un significato alla frazione mod(7) .
4
21
1
4. Si attribuisca un significato alla frazionemod(6) .
4
5. Dimostrare che per ogni n > 0 il numero 5n + 2⋅ 3( n−1) +1è divisibile
per 8.
6. Dire a quale classe di resto modulo 5 appartiene il numero
1+ 2 + 22 + ...+ 219 .
Soluzioni
1. 40 | (18x −16) ⇒ 18x −16 = 40y ⇒ 9x − 20y = 8 . Le soluzioni dell’equazione
!# x = 20n
omogenea sono "
0
, una soluzione particolare è data da
#$ 0 = 9n
y
#% x! = 9 ⋅ 8 = 72
$ per cui x = 20n + 72 = 20n + 32 .
%& y! = 4 ⋅ 8 = 32
2. Indicato con n il numero di dita del marziano (si suppone che abbia
due mani, ognuna con lo stesso numero di dita), ragionando come
faremmo in base dieci scriviamo:
16 = 1⋅ n1 + 6 ⋅ n 0 ; 41 = 4 ⋅ n1 +1⋅ n 0 ; 10 = 1⋅ n + 0 ⋅ n 0 . In questo modo i
coefficienti dell’equazione di secondo grado sono
a = 1 = 1⋅ n 0 ; b = −16 = −(n + 6); c = 41 = (4n +1) , e la differenza delle radici,
Δ (n + 6)2 − 4(4n +1)
espressa dalla condizione x2 − x1 = ⇒ 10 = n = ⇒ n =8.
a 1
3. Si tratta di trovare il “reciproco di 4 modulo 7”, ovvero la classe di
resto che, moltiplicata per la classe di 4, dà come risultato la classe di
1: si tratta della classe di resto modulo 2: 1 mod(7) = [2]7 . Infatti
4
[2]7 ⋅ [ 4]7 = [8]7 = [1]7 .
22
( ) ( )
Poiché MCD pi , p j =1 e 1 b j − bi , allora l’equazione diofantea nelle
incognite yi e y j ammette soluzioni intere.
24
Problema
Nel frigorifero di un supermercato è contenuto un certo numero di mele
tutte uguali. Sappiamo che, se le prendiamo a 3 a 3 ne restano 2, mentre se
ne prendiamo a 5 a 5 ne resta una sola.
a) Qual è il numero minimo di mele contenute nel frigorifero?
b) In frigorifero sono contenuti 22 kg di mele acquistati al prezzo di
0,50€ kg . Sono previsti due formati per la vendita: sacchetti da 1kg
al prezzo di 2€ kg , e sacchetti da 3kg al prezzo di 1€ kg . Si trovi il
numero x di sacchetti da 1kg e quello y di sacchetti da 3kg che
devono essere venduti al fine di realizzare un guadagno di 10€ .
Rappresenta graficamente la retta associata all’equazione risolutiva
del problema, completa dei vincoli opportuni.
c) Qual è la combinazione di sacchetti da 1kg e da 3kg che lascia in
frigorifero il minor numero di mele? E quella più vantaggiosa per il
venditore? Prova a commentare i risultati ottenuti.
Quesiti
1. Esistono delle analogie tra la sequenza dei vertici di un triangolo
equilatero, ottenuta in seguito a successive rotazioni di 120°
rispetto al centro, e l’operazione di addizione in Z 3 ?
2. Risolvere in Z 6 l’equazione !"3x #$ = !"14#$ .
3. Dimostrare che l’equazione diofantea ax + by = c ammette soluzioni
( )
intere se e solo se d = MCD a,b divide il termine noto c.
25
CORREZIONE
Problema
a) Qual è il numero minimo di mele contenute nel frigorifero?
• Il prelievo di mele dal frigorifero è un problema di congruenza di interi; indicato
con N il numero di mele contenute in frigorifero, risulta
$
() (
& N ≡ 2mod 3 ⇒ N − 2 = 3x
%
) ⇒ 3x + 2 = 5 y +1. Si tratta quindi di
() (
& N ≡1mod 5 ⇒ N −1 = 5 y
' )
cercare tra le soluzioni dell’equazione diofantea 5 y − 3x =1 , quella che restituisce
il minimo valore di N. Le soluzioni dell’omogenea sono
x0 = 5n x = 5n + 3 N = 5 y +1=15n +11
n∈Z ⇒ ⇒ . La condizione
y0 = 3n y = 3n + 2 N = 3x + 2 =15n +11
N ≥ 0 restituisce 15n +11≥ 0 ⇒ n ≥ 0 ⇒ N min =11.
b) La funzione di bilancio è 2x + 3 y −11=10 ⇒ 2x + 3 y = 21. I vincoli riguardano
la quantità disponibile di mele in frigorifero, x + 3 y ≤ 22 , e la positività del
# 2x + 3 y = 21
%%
numero di sacchetti per questioni pratiche. In definitiva: $ x + 3 y ≤ 22 .
%
%& x ≥ 0, y ≥ 0
Procediamo con ordine; per quanto riguarda l’equazione 2x + 3 y = 21 , si ha che
( )
1= MCD 3,2 |21 ⇒ x =12, y = −1 è una soluzione particolare da
aggiungere a quella dell’equazione omogenea x0 = −3n, y0 = 2n per ottenere
"$ x = −3n +12
# n ∈ Z . Scriviamo adesso il sistema dei vincoli al fine di
$% y = 2n −1
determinare i valori interi di n che restituiscono soluzioni x, y
accettabili:
$ −3n +12 + 6n − 3 ≤ 22 $ 3n ≤13
& & 1
% −3n +12 ≥ 0 ⇒ % 3n ≤12 ⇒ ≤ n ≤ 4 ⇒ n =1,2,3,4 . Le
& & 2n ≥1 2
2n −1≥ 0 '
'
26
Quesiti
1. Sì, le analogie esistono. Infatti, se associamo alla rotazione di 120° rispetto al
centro del triangolo equilatero la classe di resto [1], a quella di 240° la classe [2], e
a quella di 360° la classe [0], possiamo associare alla composizione di rotazioni
successive l’operazione di addizione in Z 3 ed ottenere una tavola di composizione
del tutto analoga.
( )
2. !"3x #$ = !"14#$ ⇒ 3x ≡14 mod(6) ⇒ 6| 3x −14 ⇒ 3x −14 = 6 y . Occorre
quindi cercare soluzioni intere dell’equazione 3x − 6 y =14 . Poiché
MCD(6,3) = 3 |14/ , l’equazione non ammette soluzioni intere; di conseguenza
l’equazione !"3x #$ = !"14#$ non ammette soluzioni in Z 6 .
3. Dimostrazione ( ⇒ ). Sia d = MCD(a,b) , allora d|a e d|b , di conseguenza a = a!d
e b = b!d . Se x := m e y := n sono soluzioni intere, allora a!dn + b!dn = c ⇒ d|c .
( ⇐ ). Viceversa, se d|c ⇒ c = dq . Per il teorema di Bézout ∃k,l ∈ Z tali che
ak + bl = d . Se moltiplichiamo per q ambo i membri dell’ultima equazione
27
"$ x := kq
otteniamo (ak + bl )q = dq = c ⇒ a(kq) + b(lq) = c ⇒ # una coppia di
%$ y := lq
soluzioni intere, come volevasi dimostrare.
Approfondimento: il binomio di Newton e la divisibilità
Quanto visto finora costituisce uno strumento utile per stabilire criteri
generali di divisibilità. Nel caso delle potenze, può essere vantaggioso
conoscere il cosiddetto binomio di Newton, un’espressione del tipo (a + b)n . Lo
sviluppo della potenza di questo binomio può essere associato al cosiddetto
“triangolo di Tartaglia”, con il quale vengono rappresentati (a meno del
segno) i coefficienti dello sviluppo:
1
1 2 1 ⇒ (x + y)2 = x 2 + 2xy + y2
1 3 3 1 ⇒ (x + y)3 = x 3 + 3x 2 y + 3xy2 + y3 .
1 4 6 4 1 ⇒ (x + y)4 = x 4 + 4x 3 y + 6x 2 y2 + 4xy3 + y 4
...
Osserviamo ad esempio l’ultimo sviluppo: se portiamo il termine x 4 a
sinistra otteniamo
(x + y)4 − x 4 = 4x 3 y + 6x 2 y2 + 4xy3 + y 4 = y ⋅ (4x 3 + 6x 2 y + 4xy2 + y3 ) := y ⋅ m ;
4
da questo segue che y| x + y − x 4 e quindi, in generale, y|(x + y)n − x n .
( )
Esempio. Dimostrare che 5n −1 è divisibile per 4.
• Poiché 5 = 4 +1 , possiamo scrivere 5n −1 = (4 +1)n −1 . Per quanto osservato
in precedenza, 4 divide (4 +1)n −1n , ovvero 5n −1 , come volevasi
dimostrare.
• Oppure: poiché 5 ∈ [1] mod(4) , per la proprietà “aggiuntiva” 5, tutte le
potenze di 5 appartengono alla classe di resto [1] modulo 4, da cui
segue che 4 divide 5n −1 .
" 11 % n n n
" k% " k%
[ z ] = $∑ ak 10 ' = ∑#ak 10 & = ∑[ ak ]#10 & = ∑ ak (−1)k
k
. Morale, un numero intero è
# k=0 & k=0 k=0 k=0
divisibile per 11 se la somma delle cifre a segno alterno è zero. Per esempio,
z = 121 ⇒ [ z ] = 1− 2 +1 = 0 .
Analogamente possiamo stabilire criteri di divisibilità per 3 o per 9. Infatti,
10 ≡ 1mod(3) , e pure 10 ≡ 1mod(9) . Questo significa che la verifica della
divisibilità viene condotta sulla somma delle cifre: se questa è multipla di 3,
o di 9, allora il numero è divisibile per 3 o per 9.
Come ultimo caso, studiamo la divisibilità per 7. Risulta:
10 ≡ 3mod(7) ⇒ 10 2 ≡ 2 mod(7) ⇒ 10 3 ≡ (−1)mod(7) ⇒
10 4 ≡ (−3)mod(7) ⇒ 10 5 ≡ (−2)mod(7) ⇒ 10 6 ≡ 1mod(7)
Esercizi
1. Determinare a quale numero compreso tra 0 e 6 è congruo modulo 7 il
numero 11⋅18⋅ 2322 ⋅13⋅19 .
2. Determinare un criterio di divisibilità per 4, e per 5.
4 Pierre de Fermat (1601-1665) matematico e magistrato francese.
29
1⋅ 6 ≡1mod(5)
2⋅ 6 ≡ 2mod(5)
.
3⋅ 6 ≡ 3mod(5)
4 ⋅ 6 ≡ 4 mod 5 ()
Se moltiplichiamo i numeri 1⋅ 6,2⋅ 6,3⋅ 6,4 ⋅ 6 tra loro e riscriviamo
opportunamente il risultato otteniamo 1⋅ 2⋅ 3⋅ 4 ⋅ 64 . Sempre per la
( )
primalità di 5, e per il fatto che 5 non divide 6,
(1⋅ 2⋅ 3⋅ 4 ⋅ 64 ≡ 1⋅ 2⋅ 3⋅ 4 mod 5 da cui segue 64 ≡1mod 5 . Abbiamo
) ( ) () ()
verificato il piccolo teorema di Fermat, gettando le basi per comprenderne
la dimostrazione.
Prima di passare alla dimostrazione generale del teorema, consideriamo il
caso a = 4, p = 7 e vediamo come si associano alle classi di resto modulo 7 i
numeri 1⋅ 4,2⋅ 4,3⋅ 4,4 ⋅ 4,5⋅ 4,6 ⋅ 4 .
a=4 p =7
1⋅ 4 2⋅ 4 3⋅ 4 4 ⋅ 4 5⋅ 4 6 ⋅ 4
.
↓ ↓ ↓ ↓ ↓ ↓
#4% #1% #5% #2% #6% #3%
$ &7 $ &7 $ &7 $ &7 $ &7 $ &7
Soluzioni
1. Risulta MCD (3, 7) = 1 . Poiché 7 è un numero primo, si può applicare il
teorema di Fermat: 36 ≡1mod7 . Ora,
155 = 25⋅ 6 + 5 ⇒ #$3155 %& = #$325⋅6 ⋅ 35 %& = #$35 %& = #$5%& . Allora
!3155 + 2# = !5# + !2# = !0#. Il numero 3155 + 2 è quindi divisibile per 7.
" $ " $ " $ " $
n n
2. Si osserva che 10 ≡1mod3 ⇒ #$10%& = #$1%& ⇒ #$10n %& = #$10%& = #$1%& = #$1%& , di
conseguenza un qualsiasi numero intero
z = an an−1...a0 = an10n + an−110n−1 + ...+ a0 , è tale che !"z#$ = !"an + an−1 + ...a0 #$ ,
come volevasi dimostrare.
4.
32
⎧ N ≡ 3mod(4) ⎧ N = 4x + 3
⎪⎪ ⎪ ⎧⎪ 4x + 3 = 7 y + 2
⎨ N ≡ 2mod(7) ⇒ ⎨ N = 7 y + 2 ⇒ ⎨ ⇒
⎪ ⎪ ⎪⎩ 7 y + 2 = 5z + 4
⎪⎩ N ≡ 4 mod(5) ⎩ N = 5z + 4
⎧
⎪ x = −2 +7n
7 y − 4x =1 ⇒ ⇒ N = 28n − 5
⎪⎪ y = −1+ 4n
⎨ ⇒ 28n − 5 = 35m − 26
⎪ y = −4 + 5m
⎪ 7 y − 5z = 2 ⇒ ⇒ N = 35m − 26
⎪⎩ z = −6 +7m
5. ⎡⎣11⋅18 ⋅ 2322⋅13⋅19⎤⎦ = ⎡⎣11⎤⎦ ⎡⎣18⎤⎦ ⎡⎣2322⎤⎦ ⎡⎣13⎤⎦ ⎡⎣19⎤⎦ = ⎡⎣1⎤⎦ ⎡⎣3⎤⎦ ⎡⎣2⎤⎦ ⎡⎣3⎤⎦ ⎡⎣4⎤⎦ = ⎡⎣2⎤⎦
5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
quindi ⎡⎣3155 + 2⎤⎦ = ⎡⎣3155 ⎤⎦ + ⎡⎣2⎤⎦ = ⎡⎣2⎤⎦ + ⎡⎣2⎤⎦ = ⎡⎣4⎤⎦ = ⎡⎣−1⎤⎦ . Oppure,
5 5 5 5 5 5 5
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CORREZIONE
Problema
In uno strano paese circolano solo monete da 2€ e banconote da 5€, e ogni
transazione ha per valore un numero intero N di euro.
a) Dimostra che ogni transazione del valore di N euro può essere
eseguita scambiando x monete da 2€ e y banconote da 5€. (Si tratta
di dimostrare che l’equazione 2x + 5 y = N ammette soluzione
∀x, y ∈ Z …).
Quale significato attribuiresti alle soluzioni negative dell’equazione
2x + 5 y = N ? Considera il caso particolare 2x + 5 y =13 .
( )
• Poiché MCD 2,5 =1 N per ogni valore di N, l’equazione
2x + 5 y = N ammette soluzione ∀x, y ∈ Z . Nel caso particolare
⎧⎪ x = 4 − 5n
2x + 5 y =13 risulta in generale ⎨ n ∈ Z . La soluzione
⎪⎩ y =1+ 2n
corrispondente a n =1 ad esempio, corrisponde al caso in cui l’importo
di 13€ viene pagato con 3 monete da 5€, ricevendo come resto ( x = −1)
una moneta da 2€.
b) Utilizza il “linguaggio” delle classi di resto per determinare il
minimo importo positivo che, se pagato con monete da 2€ dà
come resto 1€, e se pagato con banconote da 5€ dà come resto 3€.
• Si tratta di una classica applicazione del teorema cinese del resto. Indicato
con N il generico importo, si ha
⎧⎪ N ≡1mod(2) ⎧⎪ N −1= 2x x = 6 + 5n
⎨ ⇒⎨ ⇒ 2x − 5 y = 2 ⇒ ⇒ N =13€
⎪⎩ N ≡ 3mod(5) ⎩⎪ N − 3 = 5 y y = 2 + 2n
Poiché non esistono monete da 1€, il problema non ammette soluzione
positiva, come richiesto.
c) Possediamo un numero x di monete inferiore a quello y di
banconote e dobbiamo pagare un importo di 40€. In quanti modi
è possibile pagare tale importo? Rappresentare l’equazione
risolvente e i vincoli mediante un diagramma cartesiano.
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Quesiti
1. Si determini il valore delle costanti intere a,b tali che
(x − a)(x − b)(x − 6) = x 3 − 5x 2 − 8x +12 .
• Si applica il Principio di identità dei polinomi dopo aver svolto i prodotti al
membro di sinistra:
x 3 − a + b + 6 x 2 + ab + 6a + 6b x − 6ab = x 3 − 5x 2 − 8x +12 , da cui segue il
( ) ( )
⎧ a+b+6 = 5
⎪ ⎧⎪ ⎧⎪ a = −2,b =1
sistema ⎨ ab + 6a + 6b = −8 ⇒ ⎨ a + b = −1 ⇒⎨ .
⎪ −6ab =12 ⎪⎩ ab = −2 ⎪⎩ a =1,b = −2
⎩
2. E’ dato il numero naturale di quattro cifre z =15x2 . Si
determinino i possibili valori delle cifre delle decine tali che
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Qual è l’idea che sta alla base del ragionamento? La risposta ci viene
suggerita dalla bilancia stessa, in quanto una volta posta la massa da
misurare su uno dei due bracci, per esempio quello di sinistra, possiamo
raggiungere l’equilibrio mettendo le masse campione sui due bracci. In
questo modo “-1” rappresenta le masse che vengono poste sul braccio dove
si trova la massa da misurare, e “1” quelle che vengono poste sull’altro
braccio. Vediamo come funziona il tutto con un esempio.
Se vogliamo misurare una massa da 378g dobbiamo procedere così:
243 < 378 < 729 e 378 > 1+ 3+ 9 + 27 + 81+ 243 = 364 quindi metteremo la massa da
729g sull’altro piatto: 729 − 378 = 351 . Il peso da 729g non possiamo più
utilizzarlo. Si ha, anzi si deve necessariamente avere,
351 < 1+ 3+ 9 + 27 + 81+ 243 = 364 , quindi 351− 243 = 108 , il peso da 243g viene messo
sullo stesso piatto della massa da misurare. A questo punto 108 = 81+ 27 :
siamo stati fortunati, poniamo le masse da 81g e da 27g sullo stesso piatto
della massa da misurare ed il gioco è fatto. Riassumendo:
"378 = 729 − 351
$
$351 = 243+108 ⇒ 378 = 729 − 243− 81− 27 ⇒ 378 + 243+ 81+ 27 = 729 .
$#108 = 81+ 27
378
243, 729
81,27