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I primi biologi della storia furono i filosofi greci, i quali utilizzavano il dialogo come mezzo
educativo.
Importante esempio fu ARISTOTELE (384-322 a.C.): egli ricercava il nucleo dell'intelligenza
umana, ritrovandolo, erroneamente, nel cuore.
Ancora oggi il suo contributo influisce sulla nostra percezione (il cuore è tutt'oggi il simbolo della
sfera emotiva e sentimentale umana).
Le sue ricerche portarono ad una migliore conoscenza del corpo umano, contribuendo alla nascita
della medicina.
Oltre all'uomo, Aristotele studiò anche gli animali marini e i loro comportamenti:
in particolare egli sosteneva la nascita spontanea delle rane dal fango.
NB. la teoria della generazione spontanea fu poi affrontato anche da pensatori del '600, come
Francesco Redi e Lazzaro Spallanzani.
Intorno al '600 nascono i primi microscopi che permettono l'osservazione di cellule vegetali e delle
relative pareti cellulari (assenti, o perlomeno molto meno marcate, nelle cellule animali).
ROBERT HOOKE (1665) parla per la prima volta di “cellule”.
Altro argomento importante nella seconda metà del '600 fu la trattazione dell'origine della vita.
Uno dei maggiori pensatori del tempo, FRANCESCO REDI, sosteneva la teoria della “generazione
spontanea”.
A tal proposito fece degli esperimenti, chiudendo della carne putrefatta in un barattolo e
permettendone il passaggio filtrato di aria, aspettandosi di verificare la nascita di insetti al suo
interno.
Nonostante il risultato negativo dell'esperimento, la teoria comunque non venne smentita.
Nel 1765 LAZZARO SPALLANZANI riprese gli esperimenti di Redi, sostituendo la carne con
infusi sterilizzati, in cui notò la formazione di vita microscopica (probabilmente a causa di spore già
presenti nell'aria).
Tali risultati vennero mal interpretati, arrivando a supporre l'origine della vita legata direttamente
all'aria.
1772: JOSEPH PRIESTLEY scopre che le piante verdi, sfruttando la luce solare, producono un gas
in grado di ripristinare l'aria viziata.
Tale gas verrà successivamente denominato “ossigeno” da LAVOISER.
Nel 1800 la biologia inizia ad essere concepita come una scienza sperimentale.
Tale ritardo è dovuto a: - resistenze filosofiche, che ritenevano il corpo umano fatto di una materia
superiore (divina) e perciò non conoscibile.
In particolare, il Vitalismo riconduceva la vita ad una “forza vitale”
totalmente esonerata dalle leggi chimiche che regolano i corpi inanimati.
- mancanza di tecniche adatte alla sperimentazione, assenza di strumenti.
La concezione del corpo umano come macchina nasce col metodo scientifico galileiano.
Con questo, si inizia a credere di poter capire il funzionamento del nostro corpo e lo si studia.
BROWN (1833) descrive il nucleo delle cellule vegetali e successivamente SCHWANN (1839)
ne nota la somiglianza con quello animale.
Anche grazie a queste scoperte, si sviluppa la Teoria cellulare, che si basa su due concetti
fondamentali: -tutti i viventi sono costituiti da una o più cellule.
-la cellula è la più piccola unità funzionale dei viventi.
Ampliata nel 1855 da RUDOLPH VIRCHOW che affermava che tutte le cellule derivano da altre
cellule.
1884: sempre Strasburger sostiene che le basi fisiche dell'ereditarietà risiedono nel nucleo.
MENDEL (1822-1884) studia le leggi dell'ereditarietà dei caratteri, diventando simbolicamente il
padre della genetica.
1932-1934: HAROLD UREY scopre il deuterio per distillazione frazionata e dimostra lìesistenza
dell' ”acqua pesante” (ossido di deuterio D2O).
DIMENSIONI DA RICORDARE:
– Perché il microscopio ottico non riesce a visualizzare elementi particolarmente piccoli, come
gli atomi, mentre il microscopio elettronico sì?
La risposta sta nel funzionamento del microscopio ottico che, infatti, sfrutta la luce
(composta da fotoni);
i fotoni in sé hanno una loro dimensione fisica che impedisce all'osservatore di percepire
immagini più piccole del singolo fotone.
Più precisamente, per quanto la luce possa trasmettere l'immagine del campione osservato,
la “grande” dimensione dei fotoni ne impedisce una risoluzione sufficiente a vederne i
dettagli.
Il microscopio ottico riesce a ingrandire al massimo 1000-1200 volte.