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Igiene lezione 18: Saggi immunoenzimatici (2) e Vaccini

Ricapitolazione: saggi immunoenzimatici consentono di evidenziare la formazione


dell’immunocomplesso; quelli più usati sono i test elisa dove si usa un anticorpo
secondario, detto coniugato, che si lega ad un enzima.
Fissazione del complemento….

WESTERN BLOT: è un saggio immunoelettroforetico; una serie di antigeni viene caricata


su gel di poliacrilammide, il quale è bagnato in un tampone che carica tutto negativamente
per cui si è indipendenti dalla carica e gli antigeni, una volta che inizia la corsa
elettroforetica, migreranno solo per la loro massa => gli antigeni di massa maggiore
migrano più lentamente, al contrario quello con massa minore migra più velocemente. Gli
antigeni separati vengono trasferiti su una membrana flessibile di nitrocellulosa
sovrapponendo la membrana sul gel e applicando un campo elettrico; infine, la membrana
viene immersa in una soluzione contenente l’anticorpo specifico per uno o più antigeni
presenti sulla membrana; l’anticorpo legato può essere rivelato tramite un anticorpo
secondario coniugato con un enzima e il substrato per l’enzima stesso. Ciò che si ottiene è
una banda visibile nel punto in cui l’antigene ha migrato nel proprio gel.

SAGGIO RADIOIMMUNOLOGICO: l’immunocomplesso viene evidenziato perché


l’antigene che viene aggiunto, è marcato con un isotopo radioattivo, dopodiché viene
aggiunta una particolare proteina, proteina A, che fa precipitare l’immunocomplesso.

Profilassi diretta specifica o immunitaria: la profilassi è una prevenzione che


consente di capire gli interventi da poter attuare al fine di evitare la diffusione di una
malattia, quindi tende a mantenere sana una popolazione che già lo è. La profilassi
specifica mira a potenziare le difese immunitarie di un organismo immunocompetente (->
vaccini e sieri).
Vaccino = formato da microrganismi aventi la capacità di sollecitare la risposta
immunitaria; il grosso vantaggio è che conferisce una memoria immunologica.
Siero = costituito esclusivamente da anticorpi e quindi dà una risposta immediata.
Quando si parla di risposta immunitaria, si distingue una risposta attiva ed una passiva, o
meglio immunizzazione attiva (è dovuta o alla somministrazione di un vaccino o al fatto
che l’individuo viene direttamente a contatto con un agente eziologico; è attiva perché
stimola la risposta immunitaria, perché uso un qualcosa che funge da immunogeno) e
immunizzazione passiva (intuizione avuta da Von Behring e da Kitasato, i quali capirono
che era possibile stimolare il sistema immunitario di animali immunocompetenti ed
utilizzare il loro siero che conteneva anticorpi; in particolare, capirono che c’è un problema
strettamente legato all’uso di siero proveniente da animali, infatti, una conseguenza di ciò
può essere la cosiddetta malattia da siero, in quanto nel siero non si trovano solo anticorpi
ma anche altre proteine, che sono riconosciute come estranee, motivo per cui un siero
eterologo può provocare delle reazioni collaterali non desiderate; ecco perché oggi si
usano i sieri omologhi, ossia ricavati da uomini, però da un punto di vista della quantità
vengono ricavati di meno rispetto a quelli eterologhi).
Entrambe, sia l’immunità attiva che passiva si dividono in naturale e artificiale:
- L’immunità acquisita attiva artificiale -> quella che stimolo dall’esterno con la
somministrazione del vaccino;
- L’immunità acquisita attiva naturale -> deriva dall’infezione naturale in seguito alla
penetrazione dell’agente eziologico;
- L’immunità acquisita passiva artificiale -> somministro direttamente anticorpi quindi
il siero;
- L’immunità acquisita passiva naturale -> è quella del feto, ossia il trasferimento
degli anticorpi (soprattutto IgG) dalla mamma al feto.
Sia nel caso di una vaccinoprofilassi che sieroprofilassi, l’obiettivo è quello di avere una
concentrazione di anticorpi elevata (un titolo anticorpale elevato). La differenza è che nella
sieroterapia o sieroprofilassi si ottiene immediatamente un picco elevato di anticorpi, ma
così come c’è questo picco così si avrà una diminuzione di anticorpi poiché sono delle
proteine e vanno incontro a degradazione. Mentre nella vaccinoprofilassi lo scopo è
ugualmente ottenere un titolo anticorpale alto, però in tal caso questo titolo viene
mantenuto alto per un lungo periodo di tempo perché esistono le plasmacellule e le cellule
della memoria. (Vedi grafici sottostanti)
Titolo Titolo
VACCINOPROFILASSI
SIEROPROFILASSI

Tempoa b Tempo

VACCINO: immunizzazione attiva, è la maniera migliore per indurre l’immunità contro un


patogeno, in primis perché questa metodologia produce nel ricevente l’immunità
produttiva, ma produce anche la memoria immunologica (immunizzato per lungo tempo o
per tutta la vita). Il vaccino è un farmaco efficace e sicuro; è un preparato biologico dotato
di potere antigenico che viene somministrato per indurre l’immunità attiva verso
determinati patogeni al fine di proteggere dalle infezioni o dalla manifestazione della
malattia. Vaccinazione = somministrazione dei vaccini contenenti microrganismi interi,
loro componenti o loro prodotti. I vaccini sono dichiarati dall’organizzazione mondiale della
sanità un raggiungimento di uno dei più importanti obiettivi.

[Immunizzazione a gregge-> in una popolazione, ad esempio di 100 persone, 5 non si


vaccinano perché non sono nelle condizioni ideali o hanno malattie cronico-degenerative
oppure per scelta; tuttavia il fatto che si trattava di una piccola % di individui, mentre la
massa era immune, automaticamente rendeva immuni anche queste 5 persone.
Attualmente questo tipo di immunizzazione sta cambiando i rapporti perché il numero di
persone che si vaccina non è più così basso e di conseguenza si corre il rischio che le
malattie che ormai erano sotto controllo, stanno aumentando e ritornano a suscitare la
preoccupazione da parte della sanità pubblica].
Vaccinologia = scienza che nasce a partire da Jenner (grazie al quale si è dato il nome di
vaccino perché stava studiando la diffusione del vaiolo, dal vaccino all’uomo; egli capì che
all’interno di una pustola del vaiolo di vaccino doveva esistere qualcosa che, dal momento
in cui penetrava nell’uomo, lo immunizzava) e Pasteur (si deve la base della vaccinologia
con il metodo scientifico sperimentale attraverso cui intuì che la causa della malattia fosse
l’agente eziologico, non solo ma capì che quando quest’agente patogeno veniva
attenuato, mantenuto sotto controllo, conservava le caratteristiche immunogeniche ma non
scatenava la malattia; studiò la diffusione del carbonchio nei polli). La vaccinologia induce
la somministrazione del vaccino, quindi induce una risposta immunitaria attiva e
precisamente abbiamo sia un’immunità umorale (produzione anticorpi specifici) sia
un’immunità cellula-mediata.
I vaccini possono essere classificati, in base alla natura dell’antigene, in:
1. Vaccini costituiti da organismi interi, virus o batteri, e questi possono essere
attenuati (viventi) o inattivati (uccisi)
2. Vaccini costituiti da componenti dei microrganismi
3. Vaccini formati da prodotti dei microrganismi
Esempio: il vaccino della rosolia è formato da germi vivi attenuati; il vaccino dello
pneumococco è costituito da batteri inattivati; il vaccino che contiene anatossine è quello
del tetano perché il responsabile della malattia è una tossina, e un vaccino non può
contenere una tossina poiché questa è diffusibile (protocollo, il 4-4-4, che consente di
trasformare una tossina in anatossina, e questo si ha trattando la tossina per 40 giorni in
una % di formolo dello 0.4%, in tal modo l’anatossina perde la tossigenicità ma mantiene
le capacità immunogene).
Vaccini con microrganismi attenuati: vaccini formati da virus o batteri che
mantengono la capacità di moltiplicarsi all’interno della persona vaccinata stimolando le
sue difese immunitarie senza però provocare le manifestazioni cliniche della malattia;
sono batteri vivi ma non virulenti, e come si ottiene ciò? Un modo è indurre delle mutazioni
all’interno di questi germi; un altro modo è coltivarli di volta in volta su terreni di coltura
diversi per cui il batterio deve sapersi adattare e quando si adatta induce esso stesso delle
modificazioni nel suo materiale genetico, in tal modo si riduce la sua virulenza e
patogenicità.
Esempi-> quelli contenenti virus sono: morbillo, parotite, rosolia etc.; quelli contenenti
batteri sono: febbre tifoide e tubercolosi. Sono i vaccini, quelli attenuati, molto efficaci ma
più pericolosi, perché può succedere che durante la produzione di un vaccino, un virus o
un batterio può non risultare completamente attenuato e quindi quando penetra
nell’organismo non scatena una reazione o una malattia lieve che il sistema immunitario
riesce a gestire, ma può scatenare una forma di malattia esagerata.
Vaccino della poliomielite -> l’agente eziologico della malattia è un virus e penetra
nell’organismo tramite gli alimenti, e si annida particolarmente a livello dei visceri, ha uno
spiccato viscerotropismo, ma il problema più grave è che il virus può anche avere un
neurotropismo: a livello intestinale colonizza l’enterocita e da questo passa al sistema
nervoso creando forti gravità. Il primo vaccino che fu messo a punto per tale malattia fu il
vaccino di Salk: vaccino formato da virus uccisi, quindi è un vaccino molto sicuro perché
viene meno la carica infettante; viene somministrato per via intramuscolare e induce la
produzione di IgG, questi anticorpi vanno a neutralizzare il virus. La grossa riduzione della
malattia si è avuta con il vaccino di Sabin: formato da virus attenuati che vengono
introdotti per via orale e questo è un grosso vantaggio perché il virus, visto che ha un
viscerotropismo, arriva, per via orale, nell’intestino, induce una lieve infezione che scatena
subito la risposta immunitaria (produzione di IgA nelle secrezioni mucosali); dunque è più
efficace perché il virus trova già un’opposizione a livello dell’intestino e quindi non può
arrivare, tramite il sistema linfatico e circolatorio, al sistema nervoso. Tuttavia questo tipo
di vaccino, seppur efficace, contiene virus attenuati e quindi comporti rischi maggiori
poiché può accadere che durante la fase di attenuazione il virus non diventa attenuato
come dovrebbe essere => può scatenare un’infezione all’interno dell’organismo; ecco
perché oggi non si vaccina più con il vaccino Sabin bensì con quello di Salk.
Vaccini con microrganismi inattivati: virus o batteri uccisi tramite mezzi fisici quali
calore e raggi ultravioletti, e mezzi chimici come formolo, acetone e fenolo; sono però dei
trattamenti che ne conservano l’integrità antigenica; sono incapaci di moltiplicarsi, pertanto
occorrono più somministrazioni per indurre la risposta immunitaria.
Esempi -> vaccini influenzali, l’anti-poliomielitico di Salk, l’anti-rabico (virus); quelli batterici
sono: pertosse, tifo, colera e peste.
Vaccini costituiti da componenti dei microrganismi: formati da frammenti del
microrganismo o da antigeni purificati che stimolano la produzione degli anticorpi protettivi.
Come si ottengono questi antigeni purificati? Ci viene incontro il DNA ricombinante: viene
inserito un frammento di DNA del microrganismo all’interno di un plasmide, il quale viene
poi inserito in una cellula di lievito, o in una cellula batterica o virale, per cui quando si ha
replicazione di quel materiale genetico, ho anche la trascrizione e la traduzione, e in tal
modo si ottiene la produzione di componenti della struttura aventi la capacità di stimolare il
sistema immunitario. Esempi -> vaccino anti-epatite B e il vaccino contro il papilloma virus.
Vaccini costituiti da prodotti dei microrganismi: questi prodotti sono esotossine e
endotossine, responsabili dell’effetto morboso. È necessario che la tossina sia resa non
tossica e questo lo si ottiene con il trattamento 4-4-4, come detto prima, e i vaccini
vengono chiamati anatossine o tossoidi. Esempi -> vaccini per la difterite, il tetano,
l’epatite B, l’influenza e la pertosse.
Tutti questi vaccini li posso trovare in soluzione (vaccini formati da anatossine o antigeni
purificati) o in sospensione (vaccini costituiti da virus o batteri interi).
Nei vaccini, oltre l’antigene, sono presenti: conservanti o stabilizzanti, antibiotici (per
mantenere sotto controllo l’eventuale sviluppo di batteri), sostanze adiuvanti (per
potenziare l’immunogenicità e un esempio sono i Sali di alluminio).

Vie di somministrazione: coincidono con le vie di penetrazione dell’agente eziologico;


una è la via orale (esclusiva del vaccino di Sabin, del colera, del rotavirus e febbre tifoide),
ma quella principale è la via parenterale, in particolare c’è la vaccinazione intramuscolare
(nei bambini si usa particolarmente il muscolo della coscia, mentre superiore a 2 anni si
usa il muscolo del braccio).

Vaccini combinati: somministrazione di più vaccini -> bivalenti, trivalenti, tetravalenti e


esavalenti (difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite e della meningite).

I requisiti affinché un vaccino è un buon vaccino sono:


- Deve essere sicuro
- Deve generare la cosiddetta reattogenicità, ossia deve scatenare effetti collaterali
blandi
- Deve essere immunogeno ed efficace
- Deve conferire una resistenza immunitaria più a lungo possibile
- Deve avere costi bassi rispetto ai benefici
- Deve avere un rischio relativo del vaccino rispetto all’infezione

Effetti collaterali: sono poco tollerati dalla società; i vaccini non sono somministrati ai
malati che vogliono guarire ma a persone che stanno bene e che desiderano ridurre un
possibile rischio di ammarsi. Tra questi effetti vi sono:
o Reazioni locali lievi-> dolore, arrossamento, gonfiore, indurimento etc.
o Reazioni locali gravi-> edema e indurimento più estesi, ascessi, lesione dei
nervi
o Reazioni generali lievi-> febbre superiore ai 38 °, cefalea, irritabilità
o Reazioni generali di media gravità-> febbre superiore ai 39 °, convulsioni
o Reazioni generali gravi->, convulsioni
o Reazioni generali gravi (casi eccezionali) -> paralisi flaccide, shock
anafilattico, encefalite, mielite e meningite.
È controindicata: la somministrazione di un vaccino se la persona presenta una condizione
che aumenta fortemente il rischio di una reazione grave (es. una malattia neurologica o
un’allergia agli antibiotici); è necessario valutare il rapporto rischi/benefici; tra le situazioni
che costituiscono controindicazioni temporanee vi sono la somministrazione di un altro
vaccino ad organismi vivi nei 30 giorni precedenti o terapia in corso con farmaci
immunosoppressori o farmaci cortisonici ad alte dosi. L’obiettivo principale è andare ad
eradicare la malattia, es. il vaiolo, quindi l’agente infettivo è completamente eliminato,
oppure si può aspirare ad un contenimento della malattia. Affinché una malattia possa
essere definita eradicata è necessario che esista un unico serbatoio, ossia l’uomo; deve
esistere contro quell’agente eziologico un vaccino efficace; non ci devono essere portatori
cronici perché un portatore cronico è sempre una sorgente (queste sono le tre condizioni
che si sono verificate nel caso del vaiolo). Le malattie eradicabili sono il morbillo, la
poliomielite; mentre quelle non o difficilmente eradicabili sono il tetano e l’epatite B, perché
nel caso del tetano l’uomo non è l’unico serbatoio, c’è anche il cavallo dove alberga il
“clostridium tetani”, e per quanto riguarda l’epatite B non è vero che non esistono portatori
cronici.

Calendario vaccinale-> diffuso in Italia ogni 3 anni; tutto inizia a partire dal terzo mese in
cui viene somministrato il trivalente (difterite, tetano e pertosse), successivamente il
vaccino della poliomielite, dell’epatite B, dell’influenza (hemophilus influentiae b) e dello
pneumococco; poi, ci possono essere dei richiami; all’11-18 anno si fa quello della rosolia,
del morbillo, della pertosse e del papilloma virus.

[capitoli dei libri Barbuti e Quaglino]

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