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RAPPRESENTAZIONE

DEI COLORI
Per rappresentazione dei colori si intende un metodo per identificare nella maniera più precisa possibile un
colore, a partire da un codice definito da tavole di associazione standard, oppure da un numero o una serie di
numeri associati direttamente alle grandezze fisiche che stanno alla base della visione dei colori; questa esigenza
è necessaria in molteplici attività umane, come ad esempio la produzione di contenuti grafici ed editoriali.

Alla base della rappresentazione dei colori vi sono quindi i metodi di codifica che associano ad ogni colore un
codice arbitrario oppure un codice calcolato. Un esempio di metodo di codifica arbitrario sono le sigle che i
produttori di vernici appongono sopra le confezioni di prodotto; un altro esempio noto di questo metodo di
codifica è la scala Pantone. Un metodo di codifica calcolato invece, si basa sulla definizione delle grandezze
fisiche concorrenti a realizzare il colore (come l'intensità di un fascio di luce o la densità di un inchiostro) e sulle
formule matematiche con cui ottenere da queste un codice numerico univoco.

DEFINI Lo “spazio di colore” è una determinata combinazione di un “modello di colore” e di


una appropriata funzione di mappatura di questo modello.

ZIONI Un modello di colore, infatti, è un modello matematico astratto che descrive un


modo per rappresentare i colori come combinazioni di numeri, tipicamente come
tre o quattro valori detti componenti colore. Tuttavia questo modello è una rappre-
sentazione astratta, per questo viene perfezionato da specifiche regole adatte
all'utilizzo che se ne andrà a fare, creando uno spazio dei colori. Così, ad esempio,
spazi di colore come Adobe RGB e sRGB sono diversi, pur basandosi entrambi sullo
stesso modello di colore RGB.

In genere la gamma RGB comprende solo un sottogruppo di colori. Il monitor, così


come tutte le altre periferiche del computer, può riprodurre solo una parte
(sottoinsieme) dei colori che l'occhio umano può vedere. I colori riproducibili
costituiscono appunto il gamut di colori del monitor. La stampante produce i colori
mediante sovrapposizione di strati di inchiostri semitrasparenti: ciano, magenta,
giallo e nero. Ogni stampante ha un proprio gamut, cioè un proprio spazio di colori.

CIE Nel 1931 la Commission Internationale de l'Eclairage (Commissione Internazionale


per l'Illuminazione) definì uno spazio di colore che comprendeva tutte le tinte visibili

1931 dall'occhio umano, a prescindere dalla luminanza. Il modello CIE 1931 si basa, come
altre codifiche note, sull'utilizzo di tre colori primari che, opportunamente miscelati
tra loro in sintesi additiva, permettevano di ottenere tutti i colori che l'occhio
umano può percepire. A differenza, però, dei metodi RGB o CMYK (usati rispettiva-
mente in sintesi additiva e in sottrattiva), il diagramma di cromaticità proposto dalla
CIE non dipendeva dal comportamento di questo o quel dispositivo di visualizzazi-
one o stampa in quanto basato sul concetto di Osservatore Standard.

Quest'ultimo è definito a partire dalle proprietà del sistema visivo dell'uomo e si


basa su analisi sistematiche effettuate su un vasto campione di osservatori
umani. Poiché può rappresentare tutte le tinte percepibili, lo spazio di colore del
CIE è preso come riferimento per tutti gli altri, tuttavia nella pratica non viene
molto usato a causa della sua complessità.

Fonte : Te cn i che Mu lt i m ed i ali // C ap at ti I.


1 2 0.9
520

0.8 540

0.7
560
0.6
500
0.5 580
y
0.4 600

620
0.3
490 700

0.2

480
0.1
470
460
0.0 380
0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8
x

1. Spettro cromatico
2. Lo spazio dei colori CIE 1931
RGB La mescolanza additiva di due stimoli di colore, nota anche come sintesi additiva o
miscela additiva è la mescolanza di stimoli di colore che arrivano all'occhio invariati
e incidono sulla stessa area di retina.

L'esempio classico è quello di due fasci di luce colorata proiettati sulla parete
bianca di una stanza scura in modo che si sovrappongano. I due stimoli luminosi
vengono riflessi dalla parete e giungono simultaneamente e immutati all'occhio,
dove incidono sulla stessa area di retina. Dal punto di vista fisico non avviene
alcuna interferenza, ma il sistema visivo percepisce il colore risultante dalla
mescolanza dei due stimoli.

RGB è un modello di colori le cui specifiche sono state descritte nel 1936 dalla CIE
(Commission internationale de l'éclairage). i colori sono definiti come somma dei tre
colori Rosso (Red), Verde (Green) e Blu (Blue), da cui appunto l'acronimo RGB.
inoltre la somma dei tre colori costituisce il Bianco, e la loro totale assenza il Nero,
come rappresentato dall'immagine.

Per le sue caratteristiche, è un modello particolarmente adatto nella rappresen-


tazione e visualizzazione di immagini in dispositivi elettronici. Difatti, i monitor dei
computer creano il colore emettendo luce attraverso fosfori Rossi, Verdi e Blu per
visualizzare i punti che compongono un'immagine, tuttavia ciò fa anche sì che lo
stesso sia particolarmente dipendente dal dispositivo in sé: la stessa immagine
potrebbe essere visualizzata in maniera diversa, se visualizzata su due dispositivi
differenti, in quanto i materiali usati per realizzare gli schermi variano in base al
produttore.

In ambito informatico, la maggior parte dei dispositivi usa combinazioni di Rosso,


Verde e Blu per visualizzare i pixel di un'immagine. Per ognuna delle tre componen-
ti RGB viene riservato un byte (8 bit) d’informazione. Esistono quindi 256 valori
possibili per ogni colore primario (28), per un totale di 2563 colori visualizzabili in un
display con rappresentazione a 24 bit (8 zper ogni canale di colore); ossia
16,777,216 di colori (spazio definito come True Color).

Modello RGB
Miscelazione
additiva
Rosso + Verde = Giallo
Rosso + Blu = Magenta
Verde + Blu = Cyan
Rosso + Verde + Blu = Bianco

Fonte : Te cn i che Mu lt i m ed i ali // C ap at ti I.


CMYK La mescolanza sottrattiva di due stimoli di colore, nota anche come sintesi
sottrattiva o miscela sottrattiva è la mescolanza di stimoli di colore che giungono
modificati all'occhio.

L'esempio classico è quello della sovrapposizione di due inchiostri, per esempio


inchiostro giallo sovrapposto ad inchiostro ciano, su un foglio bianco. In questo
caso i due strati di inchiostro si comportano come filtri per la luce. L'inchiostro
giallo assorbe una parte della luce. La parte rimanente attraversa l'inchiostro ciano
che ne assorbe un'altra parte. La parte rimanente viene riflessa dalla carta bianca
e costituisce lo stimolo di colore che arriva al nostro occhio.

CMYK è la sigla di Cyan, Magenta, Yellow, blacK. È utilizzato dai dispositivi di


stampa e consiste materialmente nella miscelazione di sostanze che, riflettendo
solo una parte dello spettro luminoso, appaiono di uno specifico colore. In questo
caso, il colore riflesso è il risultato della sottrazione dallo spettro luminoso delle
frequenze assorbite dallo strato di sostanze opache.

Per principio, il ciano, il magenta e il giallo dovrebbero produrre il nero, ma l'unione


risultante non è sufficientemente ricca da riprodurre immagini a colori con uno
spettro tonale completo; non producono un colore nero puro ma producono un
colore marrone scuro (bistro). Perciò il nero è necessario per ottenere una stampa
a colori completa. La riproduzione del colore in stampa tramite questi quattro
inchiostri (ciano, magenta, giallo, nero) è detta stampa in quadricromia.

Il colore prodotto con la luce e quello prodotto con i pigmenti, non funzionano allo
stesso modo: se si sta lavorando con un computer, il colore stampato non sarà lo
stesso di quello che si vede su schermo. Dunque, se si sta progettando un sito
web o un filmato, si dovrà lavorare con un metodo di sintesi additiva come l'RGB,
mentre per la stampa si dovrà selezionare una modalità CMYK.

I colori sottrattivi (CMY) e i colori additivi (RGB) sono complementari. Ogni coppia di
colori sottrattivi crea un colore additivo e viceversa.

Modello CMYK
Miscelazione
sottrattiva
Magenta - Giallo = Rosso
Giallo - Ciano = Verde
Ciano - Magenta = Blu
Rosso - Verde - Blu = Nero

Fonte : Te cn i che Mu lt i m ed i ali // C ap at ti I.


PAN Pantone sviluppò il primo sistema di abbinamento dei colori nel 1963, che
consisteva in un gran numero di piccoli fogli di cartone, stampati su un lato con

TONE una serie di campioni di colore correlati e poi legati in un piccolo mazzo. Questo
sistema è stato denominato Pantone Matching System o sistema PMS. L'obiettivo
era quello di consentire ai progettisti di abbinare i colori specifici quando un design
entra in produzione. Questo sistema è stato ampiamente adottato dai progettisti
grafici e dalle case di riproduzione e stampa ed è ancora utilizzato oggi per specifi-
care i colori per una vasta gamma di industrie.

A differenza del CMYK o del RGB, il codice Pantone è un codice arbitrario, un


sistema di corrispondenza di colori standardizzato, che utilizza il sistema di
numerazione Pantone per l'identificazione dei colori. Standardizzando i colori,
diversi produttori possono fare riferimento a un colore numerato, assicurandosi
che i colori corrispondano senza contatto diretto tra loro. I colori di riferimento più
comuni si trovano nella tavolozza “Pantone Solid Colors”. Essa è composta da 1.114
colori, identificati da numeri a tre o quattro cifre, seguiti da un suffisso C, U, o M.
Ad esempio, Pantone 199 Red può essere identificato come Pantone 199C (C =
Coated paper), Pantone 199U (U = Uncoated Paper) o Pantone 199M (M = Matte
Paper).

Come funziona? Vediamo un’esempio: Un grafico sta progettando un logo. Guarda


sulla guida Pantone finché non trova un colore rosso che le piace. Disegna il logo e
specifica il Rosso Pantone 199. Il cliente approva le prove e il progettista lo invia a
stampa, con una mostra Pantone inclusa per il riferimento esatto del colore.
Quando il lavoro arriva in stamperia, l'operatore cerca quel colore (Pantone 199
Red) nella sua guida Pantone. Lì ci sarà una formula di miscelazione da seguire.
Usando l'inchiostro appena miscelato seguendo la guida, e la mostra di riferimento
del colore Pantone, l'operatore sará in grado di riprodurre il colore con assoluta
fedeltà.

Un tipico e famoso utilizzo della scala Pantone è legato alle bandiere nazionali. Il
tricolore italiano ad esempio è formato da verde prato brillante (17-6153TC), bianco
latte (11-0601TC) e rosso pomodoro (18-1662TC)

Modello Pantone
Campionario
Solid Coated

Fonte : Te cn i che Mu lt i m ed i ali // C ap at ti I.

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