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Ciao mongoloide. Hahaha guarda, quello non cammina. Oi sordo come stai?

Ah già,
non ci senti! Oddio, quello è ritardato, stiamogli lontano. Cosa ci parli a fare, non
capisce. Poverino.
Non ve l'aspettavate eh? Vi hanno dato fastidio queste parole. Guardatevi intorno,
forse gli avete visti. Sono tanti eh! E non sono neanche tutti. Beh, d'altronde siete
venuti qui apposta per loro, quindi è impossibile che non gli avete notati. No
tranquilli, non dico il fatto che siano disabili. Dico il fatto che quelle parole loro le
hanno sentite per davvero. A voi hanno dato fastidio perchè siete in questa situazione.
Vi sono arrivate come uno schiaffo, ma poi vi sono rimbalzate via. Ma loro le hanno
sentite veramente! Le hanno sentite attaccarsi addosso ed impermearli di quella
cattiveria ed ignoranza tipica di chi non sa quanto pesino quelle parole. E no, non
dico certamente che hanno sentito tutti darsi dei "mongoloidi", degli "storpi" o altro.
A quelle parole reagisci con la rabbia, con la tristezza. Regisci con delle emozioni che
sai più o meno distinguere. Ma tra quelle parole ce n'è una che tra tutte è la più
distruttiva: "poverino". Eh si, al disprezzo reagisci con la rabbia. Alla pena non
reagisci. Stai li e te la prendi. Tutta la pena che una persona può provare per te si
riversa in un solo attimo. E li avresti preferito essere chiamato in altri modi. Provare
pena per qualcuno è un modo di isolarlo, renderlo diverso. La compassione ed il
disprezzo sono fratelli. In un caso ci fa schifo. Nell'altro pensiamo che con la nostra
compassione qualcosa migliori. Li facciamo sentire speciali.
Elia disse che la cosa che meno sopportava era la gente che lo guardava e diceva
"poverino, non capisce". Una volta ero in treno e una signora mi si avvicinò e,
indicando il posto vuoto di fianco al mio mi fece "Mi scusi, ma questo posto è anche
per le persone normali o è solo per chi ha bisogni speciali?" e li ebbi due reazioni, la
prima "vaffanculo" ed è quella che ti viene naturale. Il secondo è stato indescrivibile,
un senso di inadeguatezza assurda, di distacco e anche un po' di vergogna. Mi sono
chiesto "ma cosa ho fatto? Perché mi sta distaccando così?". Ma dai, ha detto che ero
speciale! Sono speciale. Ecco, Speciale è colui che trascende dalla nostra normalità,
colui che ci fa specie. Questa parola è tra le tante la più distruttiva, perché in realtà si
vuol dire "diverso" ma ci sa veramente brutta quella parola.una volta mi imbattei in
un dialogo tra due signore. Una fece alla prima "hai saputo, poverino il figlio di X...
gli è nato un bambino speciale!" "oddio, cioè?" "e lei, guardandosi intorno per vedere
se nessuno la sentisse ha detto "dai su... è mongoloide" con una veemenza assurda ma
con molto meno disprezzo di quanto ha detto "speciale". Pensiamo che con una
parola positiva annulliamo tutta la negatività del concetto che in realtà abbiamo. E
questo ci fa sentire tranquilli di dirla non solo in pubblico; ma anche di dirgliela in
faccia. Pena e compassione. Se vi fa schifo dire una parola, schifatene il concetto,
non cercate di pulirvi la bocca con belle parole. Mettere la cravatta ad un maiale non
lo rende un signore... è un maiale con una cravatta.
In tutto ciò, c'è anche una frase che a me personalmente non piace per niente!
"ma loro sono più belli, sensibili, umani di noi!"
adesso vi prego, fermatevi un attimo a ragionare. rivolgendosi alla panchina degli
atleti scusate, potete fare un passo avanti?
Ok grazie.
Io non mi sento minimamente di dire che Enea, Lorenzo, Sara, Elisa, (eltri nomi)
siano meglio di noi. Loro non sono assolutamente meglio! Enea non è più di me, più
di noi. Al contrario. Siamo noi che siamo tutti Peggio di loro. E poi loro. Noi siamo
peggio e basta. Come? Non c'è differenza tra le due? Ok allora posso spiegarvi una
cosa. Se io dico che loro sono meglio di noi metto in luce il modo che io sono la
normalità, e tutto ciò che ne va sopra è irreale ed irraggiungibile. Se noi invece
fossimo peggio, allora potremmo essere disposti finalmente a cambiare, a vedere cosa
si può fare per migliorarci. Mai nel mondo il maestro è meglio dell'allievo. Ma è
l'allievo ad essere peggio del maestro. Ed è ciò che fa cercare in lui un modo per
cambiare. Con questo non voglio assolutamente affermare "la disabilità non esiste".
Esiste eccome. Ed è un male che non si augura. È quel male che sa solo metterti
davanti un ostacolo. E li o impari o ti fermi. La vita mette a tutti davanti un ostacolo.
Ma con loro è più bastarda. Ecco perchè quando la vita ci mette davanti lo stesso
ostacolo loro lo guardano e dicono "che è sta cagata?" perchè loro le pile di merda le
saltano da anni. Sembra che sono più bravi di noi a saltare quel nostro ostacolo. In
realtà siamo noi che davanti uno dei loro nella pila ci affogheremmo. Quindi basta
con sta storia del "ma loro sono perfetti" donando quindi quel senso di utopia. Oh,
qualcuno di loro sa essere uno stronzo di prima categoria quando vuole. Boia se sa
esserlo. Perciò, tendiamo a proteggerli un po' meno, non isoliamoli in una teca.
Quando passiamo accanto a loro non guardiamoli con occhi di pena, non diciamo
"poverino, devi soffrire tanto". È come se qualcuno mi incontrasse per la prima volta
e, prima di presentarsi, dicesse "poverino. Deve essere veramente dura la dieta eh?".
Ma vaffanculo. So già di essere grasso, non è che se provi pena per me mi sento
magicamente con il fisico di Raul Bova. Quando da bambino ti rotoli sul campo
pieno di erba fresca e morbida e c'è quell'erba che da lontano scambi per menta... poi
ti ci rotoli sopra e con tua grande gioia scopri che è ortica. Ecco, quello sei tu ogni
volta che qundo li vedi dici poverino, ogni volta che quando li vedi sorridere pensi
"wow ma che bello, ridono anche loro". Ringraziate che molti di loro sono troppo
rispettosi della natura o a volte non possono muovere le mani. Perchè voi l'ortica la
strappate e la bruciate. Tornando a quando Elia ha scritto che non vi sopportava, ecco,
è solo stato educato. Mi piace pensare che se solo avesse potuto si sarebbe alzato e vi
avrebbe preso a calci in culo, ma non con uno dei suoi calci, ma proprio da portarvi a
calci da qui a Siena (e vi garantisco che svalicare la contessa non è piacevole neanche
seduti in macchina).
Ma perchè me la sto prendendo con voi? Se siete qui sicuramente è perchè (spero)
che siate almeno un po' d'accordo con quello che voglio dire. Perchè il più grande
sbaglio che facciamo tutti dal primo all'ultimo è quello di farci rimbalzare le parole
che sentiamo. Alcuni di voi ormai si saranno scordati che ho aperto questa lettera con
un "mongoloidi" grosso come una casa. Ma è lo sbaglio che facciamo tutti. Facciamo
in modo che la loro diversità, i loro sorrisi, la loro gioia e, a volte, il loro dolore, siano
per noi solo un film o un documentario. Lo guardiamo e ci sentiamo più acculturati,
lo eleviamo ad un "insegnamento morale" che arriva dall'alto, un modo per dire "oi,
sai che ho visto la partita di baskin? Vedessi come si son divertiti quei ragazzi! È
stato molto bello ed educativo". Grazie al cazzo che si sono divertiti. Provate invece a
pensarla diversamente. Non prendeteli come una nota, usciti da qui, scordatevi di
tutte le volte che hanno riso, battuto il cinque o esultato. Pensate solo a voi. Siate
egoisti. Siete qui per voi stessi. Non per loro. A loro, se alcuni di voi fossero sostituiti
da altri non glie ne può fregar di meno. Il loro lo stanno facendo. Ed anche bene.
Usciti da qui siate egoisti e ditevi "però sai che IO sto meglio adesso?!" perchè voi
oggi, oltre al ricordo, siete qui per voi. Perchè vi volete divertire tanto quanto loro.
Perchè vi volete divertire CON loro. Ripeto. Loro non sono assolutamente meglio di
noi. O più bravi. Loro semplicemente non hanno le maschere che ci mettiamo noi.
Ma loro soprattutto, sanno di essere diversi. Ed è per questo che ogni giorno lottano
continuamente per migliorare questo diversità. Per trasformare la parola speciale non
in un qualcosa di "che fa specie". Ma in quel qualcosa che giorno dopo giorno, li
porta a farci diventare peggio di loro.
Avete appena ascoltato "ciao mongoloide. Vietato ai minori di 2 neuroni" e se non
c'avete capito una mazza tranquilli. Non è che siete stupidi ma, poverini, siete solo
speciali.

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