1) Il Setting di comunità 2) Il concetto di comunità 3) Il senso di comunità
Il concetto di setting è l’insieme del tempo, dello spazio, del contratto,
delle teorie e delle attività che regolano e costruiscono l’intervento di comunità. Quando interveniamo all’interno della comunità il nostro intervento si designa all’interno di una cornice di lavoro, un setting, che è regolato da un tempo (il nostro intervento ha una durata, inizia e finisce), da un contratto (che definisce gli obiettivi, attraverso quali risorse raggiungerli ecc.) e tutte le attività che andiamo a mettere in pratica per realizzare i nostri obiettivi.
La comunità non è monodimensionale, quando si fanno degli interventi
all’interno della comunità, non si lavora con la comunità nel suo insieme, ma solo con un porzione di essa che al suo interno contiene setting differenti. Quindi è importante riconoscere la molteplicità di setting che in essa si stratificano: 1) Setting formali confini territoriali, realtà di appartenenza, contesti di cura (es. se lavoro in asilo il setting informale è proprio lo spazio fisico asilo, oppure gli orari di lavoro) 2) Setting informali confini relazionali, reti di aiuto informali (es. la Papa Giovanni 23esimo collabora con il volontariato, l’aspetto più informale con persone che non sono lì per un mandato istituzionale) 3) Setting immaginari valori, credenze, atteggiamenti, culture 4) Setting non esplicitati aspettative, disagi, bisogni Tutti questi possono coesistere insieme, perché quando noi lavoriamo in un contesto professionale educativo abbiamo a che fare con tutti gli aspetti formali di questa realtà.
Quali sono gli oggetti psicologici che regolano e indirizzano il lavoro di
comunità? Il senso di comunità, le reti di supporto, l’Empowerment (= è un processo di acquisizione di potere. Si passa da uno stato di scarse capacità, conoscenze e competenze, situazione di privazione, isolamento, ad acquisire una serie di strumenti che ci permettono di crescere e avere potere rispetto alla nostra vita, di raggiungere una piena autonomia), il sostegno sociale, il benessere e la qualità della vita. È su tali oggetti psicologici che interveniamo per integrare e risolvere gli equilibri e i disequilibri dinamici che caratterizzano la vita di comunità.
La comunità è un campo dinamico di forze tra loro interagenti in un
continuo stato di equilibri e disequilibri. E’ un concetto a ponte tra l’individuale e il sociale, ciò che fa una comunità è la rete relazionale. “Comunità” ha un doppio significato etimologico: 1) Cum moenia intendiamo “mura comuni” 2) Cum munia intendiamo “doveri comuni” Esistono due macrocategorie, che non sono più o meno comunità rispetto le uno alle altre, sono comunità nella stessa misura. Le comunità territoriali/geografiche/locali, che sono comunità “spazialmente” definibili (es. quartieri, paesi e città). Ricordiamoci che non è lo spazio che fa la comunità, sono le relazioni e il sostegno reciproco a farle. Poi esistono le comunità di interessi che non sono definibili da un’area territoriale ma che condividono un interesse molto forte che li fa sentire uniti es (scuole, il mondo del lavoro e delle organizzazioni, l’universo 2.0).
Cosa distingue una comunità da un qualsiasi altro aggregato sociale? È il
senso di comunità. Che cos’è il senso di comunità?
È la percezione di similarità tra i membri della comunità, una riconosciuta
interdipendenza con gli altri, sapere di far parte di una struttura stabile. Quindi i tre aspetti fondamentali sono: similarità, interdipendenza, volontà. (pag. 157, Serason)
Un sentimento che i membri provano di appartenere, di essere
importanti gli uni per gli altri e per il gruppo, e una fiducia condivisa che i bisogni dei membri possono essere soddisfatti attraverso il loro impegno a stare insieme. Bisogni di intimità, diversità, utilità e appartenzenza, bisogni profondi. (McMillan e Chavis)
Due sono gli elementi fondamentali per comprendere il processo che
porta allo sviluppo del senso di comunità:
1) La percezione della distintività della comunità caratteristiche
fisiche e/o sociali (es. un certo modo di vestire, parlare di una comunità) 2) Il grado di identificazione con essa affiliazione e riconoscimento