Sei sulla pagina 1di 26

Sommario

4. Effetti dell’azione sismica sui ponti .................................................................................................. 2


4.1 Introduzione ............................................................................................................................... 2
4.2 Parametri Sismici ........................................................................................................................ 2
4.3 Esempi storici ............................................................................................................................. 3
4.3.1 San Francisco ....................................................................................................................... 3
4.3.2 Alaska ................................................................................................................................... 3
4.3.3 San Ferdinando .................................................................................................................... 5
4.3.2 Loma Prieta .......................................................................................................................... 5
4.3.3 Kobe ..................................................................................................................................... 6
4.3.4. Wenchuan ........................................................................................................................... 7
5. Modellazione del terreno in campo dinamico e propagazione dell’onda sismica ........................ 13
5.3.1 Propagazione verticale ...................................................................................................... 13
5.3.3 Effetto della sorgente sismica ........................................................................................... 17
Bibliografia ......................................................................................................................................... 26

1
4. Effetti dell’azione sismica sui ponti

4.1 Introduzione
I danni che l’azione sismica provoca sui ponti possono portare all’interruzione del traffico stradale
(o di quello ferroviario) e, nel caso peggiore, alla perdita di vite umane.

In questo capitolo si riportano le esperienze maturate nel corso degli anni dettate dagli eventi
sismici; in particolare inizialmente le principali cause che portano al collasso dei ponti, o di alcune
parti, per poi considerare esempi reali. In virtù di questi esempi si è dedotto che i fattori
influenzanti l’azione sismica sono il contenuto in frequenza del terremoto, la tipologia del terreno
e la tipologia di costruzione.

I requisiti che devono essere rispettati per i ponti sono riassumibili in:

- resistere in campo elastico a eventi sismici con periodo di ritorno T=20 anni;
- essere duttile sotto terremoti di forte intensità, che eviti il collasso della struttura o di
una sua parte.

4.2 Parametri Sismici


Le ricerche condotte analizzando i collassi, o le fragilità, dei ponti sotto l’azione sismica hanno
portato a schematizzare i principali fattori che influiscono sulla risposta della struttura:

1. contenuto in frequenza del terremoto;


2. tipologia del terreno, in particolare il fattore di amplificazione del terreno;
3. tipologia della struttura.

Il contenuto in frequenza descrive come le ampiezza del moto sismico sono distribuite tra le varie
frequenze; è utile se non indispensabile perché la risposta dinamica delle strutture dipende
fortemente oltre che dalle ampiezze dei carichi applicati dalle relative frequenze in relazione alle
proprie frequenze naturali, perciò la descrizione del moto sismico e degli effetti prodotti può
essere completa solo se accompagnata da un’analisi del contenuto in frequenza

2
La tipologia del terreno filtra l’azione sismica, ossia può amplificare o deamplificare l’azione in
funzione del fattore di amplificazione. Può capitare infatti che confrontando il contenuto in
frequenza del terremoto con il fattore di amplificazione del terreno questa sia deamplificata.

Per quanto riguarda la tipologia delle strutture ovviamente la tipologia di fondazione (se profonda
o superficiale) influenzerà l’azione captata dalla struttura. Si è visto che utilizzando fondazioni
profonde l’azione inerziale applicata alla struttura dal terremoto viene deamplificata.

4.3 Esempi storici


Ripercorriamo a questo punto i principali terremoti che si sono susseguiti nel corso deli ultimi 100
anni, andando a sottolineare i danni subiti dai ponti.

4.3.1 San Francisco


Il terremoto di San Francisco del 1906 è stato catalogato nella scala di Rossi-Forrel con una
intensità dal 9 al 10 (nella scala Rossi-Forrel l’intensità 9 considera la totale o parziale distruzione
degli edifici, mentre la 10 grandi disastri, fessure nel terreno, rocce che cadono dalle montagne
ecc.) che convertita in magnitudo Richter è pari a circa 7.5. Il fattore principale che ha contribuito
al crollo di diverse strutture non è l’avvento di un terremoto cos forte, visto che nella zona di San
Francisco sono abbastanza frequenti, ma il fatto che il terreno è un deposito sabbioso che sotto
l’azione sismica ha attivato il fenomeno della liquefazione. Strutture con fondazioni profonde,
come il Ferry Building, non hanno avuto particolari problemi perché le loro fondazioni erano
profonde. Le pile del Salinas Bridge risultarono interamente intatte ma con una rotazione rigida,
infatti le spalle ruotarono in direzione opposta al ponte a causa del fenomeno della liquefazione.

Figura 1 - Salinas Bridge (San Francisco Eq 1906)

4.3.2 Alaska
Il terremoto dell’Alaska del 1964 con una magnitudo di 8.3 causò innumerevoli danni ai ponti
stradali non per la vicinanza di questi all’epicentro ma a causa della suscettibilità del terreno alla

3
liquefazione. I ponti le cui fondazioni arrivavano fino al bed rock non subirono elevati danni,
mentre negli altri casi furono distrutti. Di particolare interesse è l’effetto della liquefazione sulle
fondazioni di un ponte in costruzione durante il terremoto che ruotarono e si innalzarono rispetto
alla

quota di progetto.

Figura 2 - Snow River Bridge (Alaska Eq 1964) Figura 3 - Snow River Bridge (Alaska Eq 1964)

Il Dollar Bridge collassò in parte a causa degli spostamenti differenziali delle pile, che causarono la
fuoriuscita dell’impalcato dagli appoggi e la conseguente rotazione dell’impalcato.

Figura 4 - Dollar Bridge (Alaska Eq 1964)

4
4.3.3 San Ferdinando
L’epicentro del terremoto di San Ferdinando del 1971 di magnitudo 6.4 è avvenuto a 10 miglia dai
4 maggiori ponti. Il terreno di San Ferdinando è composta da una sabbia limosa, le rotture erano
tipicamente concentrate alla base delle colonne, dove il legame tra le barre ed il cemento è
andato in crisi.

Figura 5 - Collasso della connessione tra fondazione e colonna del Golden State Freeway

4.3.2 Loma Prieta


Il terremoto di Loma Prieta, magnitudo 7, del 1989 causò innumerevoli danni e collassi alle
strutture. Il collasso del Cypress Freeway fu dovuto alla differente risposta del terreno, che
passava da un terreno soffice a rigido, e al collasso dei dettagli costruttivi.

Figura 6 - Cypress Freeway (Loma Prieta Eq 1989)

L’impalcato superiore del ponte crollo su quello inferiore a causa delle cerniere plastiche che si
crearono nelle pile all’altezza del primo impalcato.

Un impalcato del San Francisco-Oakland Bay Bridge collassò a causa della differenza di
spostamenti delle pile.

5
Figura 7 - San Francisco-Oakland Bay Bridge (Loma Prieta Eq 1989)

4.3.3 Kobe
La magnitudo 7.2 del terremoto di Kobe fu uno dei terremoti più distruttivi in Giappone, colpì una
vasta area metropolitana con 5500 morti, danni su oltre 200000 case, devastazioni di molte
infrastrutture per una perdita che eccedeva i 200 bilioni di dollari.

La rottura più drammatica durante il terremoto di Kobe riguarda il collasso del ponte Hanshin
Expressway

Figura 8 - Hanshin Expressway (Kobe Eq 1995)

La causa del crollo fu dovuto al periodi di ritorno della fondazione che amplificò le forze d’inerzia
durante il terremoto.

Gli effetti della liquefazione hanno portato a una riduzione della resistenza laterale causando
spostamenti differenziali che hanno portato al collasso dell’impalcato del Nishinomiya Bridge.

6
Figura 9 - Collasso dell'impalcato del Nishinomiy Bridge (Kobe Eq 1995)

4.3.4. Wenchuan
Nel 2008 un devastante terremoto di magnitudo 8 della scala Richter colpì la città di Wenchuan,
nella provincia del Sichuan (Cina). Fu il terremoto più devastante negli ultimi 100 anni che causò il
danneggiamento e la rottura di 24 superstrade, 161 strade provinciali, 6140 ponti e 156 tunnel per
una perdita di 67 bilioni di RMB. Le investigazioni sui danni ai ponti ha portato a migliorare i criteri
di progettazione degli stessi e delle modifiche sulla normativa sismica cinese.

In accordo con la normativa cinese del 1990 (‘Chinese Specification of Earthquake Resistant Design
for Highway Engineering’) i ponti stradali dovevano essere progettati con una PGA pari a 0.4g per
una intensità massima pari a 9. Il terremoto ha avuto una durata pari a 90 secondi, seguito da altri
terremoti di assestamento di magnitudo pari a 6. Nei punti di misurazioni è stata misurata
un’accelerazione pari a 0.4g ed in alcuni punti anche pari a 0.6g; proprio per questo non c’è da
sorprendersi se molte strutture sono crollate o severamente danneggiati durante il terremoto.

Si riportano le tipologie di rottura per i ponti a graticcio (Girder Bridges) in seguito al terremoto di
Wenchuan:

 collasso della campata causata dal fenomeno di UNSEATING che include gli spostamenti
differenziali delle pile e/o insufficiente appoggio delle travi. La causa del collasso del
Miaoziping Bridge è l’amplificazione dell’azione sismica causata dalla relativa flessibilità
delle pile rispetto la massa dell’impalcato

7
Figura 10 - Gaoyuan Bridge e Miaoziping Bridge (Wenchuan Eq 2008)

 l’azione sismica causò differenti movimenti tra la sovra struttura e la sotto struttura; questi
movimenti differenziali hanno causato la caduta di molti impalcati. Con piccoli spostamenti
differenziali l’espansione dei giunti ha causato l’allontanamento o l’avvicinamento delle
campate.

Figura 11 - Mawai River Bridge, Lujiaoyan Bridge e Mianyuan River Bridge (Wenchuan Eq 2008)

 danni dovuti all’impatto degli impalcati, dovuto ad una sottostima degli spostamenti
relativi tra due campate adiacenti.

Figura 12 - Jianguan Viaduct e Xinding Skewed Bridge (Wenchuan Eq 2008)

8
 si sono registrati danni ai dispositivi di appoggio e di isolamento sismico, che in realtà
dovevano proteggere la struttura alla risposta del terremoto. È stato scoperto che
l’installazione errata dei dispositivi di isolamento ha indotto un danno maggiore.

Figura 13 - Longwei Bridge e Yinxu Minjiang Bridge (Wenchuan Eq 2008)

Figura 14 - Huilan viaduct e Huilan ramp Bridge (Wenchuan Eq 2008)

 i danni alle pile sono tipi di rotture tipiche dei ponti sotto l’azione del terremoto perché la
singola pila è più vulnerabile degli altri componenti del ponte. È vero anche che le pile
devono avere un eccellente duttilità per resistere alle larghe deformazioni durante il
terremoto. Queste idee sono utilizzate per la progettazione dei ponti nel periodo
precedente. Una buona duttilità per la struttura e una considerevole capacità di
deformazione devono prevenire il collasso dell’intera struttura durante il terremoto. Le
rotture delle pile sono suddivisibili in due classi:
1. danni alle pile dovute a momento;
2. danni alle pile causate dal taglio

9
Figura 15 - Bending damage of pier of Baihua Bidge

Figura 16 - Bending-shear damage of pier of Juenyuan Bridge

 danni sul dispositivo di contenimento delle travi nel pulvino

Figura 17 - Viaduct in Duwen Highway

10
 i danni al pulvino e ai giunti sono dovuti alla combinazione dei carichi verticali con le forze
di inerzia generate dall’azione sismica, che provoca una forte azione tagliante sul pulvino e
i giunti.

Figura 18 - Beam cap cracking of Longwei Bridge

Figura 19 - Juncture damage of Beihua Bridge

 la rotazione delle spalle combinata con l’eccessiva profondità delle fondazioni ha portato
alla rottura delle stesse, un comune caso di rottura durante i terremoti. La rottura è stata
causata dall’eccessiva pressione del terreno che è aumentata sotto l’azione sismica
colpendo il muro della spalla. L’impatto della spalla sul primo impalcato ha generato
l’aumento delle pressioni negativa sulla spalla, le quali hanno colpito l’ultima parte del
muro. Si è avuta la rottura della parte inferiore della spalla perché la parte superiore è
vincolata alla sovrastruttura.

11
Figura 20 – Crack in the abutment in Gangou Bridge

12
5. Modellazione del terreno in campo dinamico e propagazione
dell’onda sismica

5.3.1 Propagazione verticale


I risultati seguenti sono relativi ad una frequenza dell’onda pari ad 1Hz e a uno smorzamento
nullo. In particolare sono state considerate tre sezioni del terreno, che corrispondono all’inizio,
alla zona centrale e alla zona finale del ponte immaginato (che chiameremo sezioni C, B ed A
rispettivamente)

Figura 21 - Modello del Terreno

I punti considerati sono la superficie libera e il bedrock.

Inizialmente si analizza la propagazione dell’onda dal basso verso l’alto nelle tre sezioni sia in
termini di spostamento che di accelerazione.

13
Linea C
Superficie Libera Bed Rock Funzione Spostamento

0.015

0.01
Spostamenti [m]

0.005

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.005

-0.01

-0.015 Tempo [s]

Figura 222 - Spostamenti lungo X nella Linea C

Linea B
Superficie Libera Bed Rock Funzione Spostamento

0.015

0.01
Spostamenti [m]

0.005

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.005

-0.01

-0.015 Tempo [s]

Figura 23 - Spostamenti lungo X nella Linea B

14
Linea A
Superficie Libera Bed Rock Funzione Spostamento

0.015

0.01
Spostamenti [m]

0.005

0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.005

-0.01

-0.015 Tempo [s]

Figura 24 - Spostamenti lungo X nella Linea A

Si possono fare tre osservazioni:

1. si nota come in tutti e tre i casi l’onda risulta amplificata dal basso verso l’alto, questo
perché il terreno superiore è meno rigido rispetto a quello inferiore;
2. si nota che c’è uno sfasamento tra la registrazione al bed rock e quella sulla superficie
libera, perché c’è un intervallo temporale che impiega l’onda per passare dal bedrock alla
superficie libera;
3. le registrazioni partono da 0 perché tra 0s e 1s la forzante è nulla.

Superficie Libera Linea C Bed Rock

0.35
Accelerazione [m/s^2]

0.25
0.15
0.05
-0.05 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.15
-0.25 Tempo [s]

Figura 25 - Accelerazione nella Linea C

15
Superficie Libera Linea B Bed Rock
0.35
Accelerazione [m/s^2]

0.25
0.15
0.05
-0.05 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.15
-0.25 Tempo [s]

Figura 26 - Accelerazione nella Linea B

Linea A
Superficie Libera Bed Rock
0.35
Accelerazione [m/s^2]

0.25
0.15
0.05
-0.05 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.15
-0.25 Tempo [s]

Figura 27 - Accelerazione nella Linea A

; in seguito si vede la propagazione dell’onda all’interno del bedrock e della superficie libera; nella
parte finale si vanno a confrontare gli spettri di risposta

16
5.3.2 Propagazione orizzontale

Superficie Libera
Linea C Linea B Linea A Funzione Spostamento

0.015

0.01
Spostamenti [m]

0.005

0
0 2 4 6 8 10
-0.005

-0.01

-0.015 Tempo [s]

Bed Rock
Linea C Linea B Linea A Funzione Spostamento

0.015

0.01
Spostamenti [m]

0.005

0
0 2 4 6 8 10
-0.005

-0.01

-0.015 Tempo [s]

17
Superficie Libera
Linea C Linea B Linea A

0.3
0.25
0.2
0.15
Spostamenti [m]

0.1
0.05
0
-0.05 0 2 4 6 8 10
-0.1
-0.15
-0.2
-0.25 Tempo [s]

Bed Rock
Linea C Linea B Linea A

0.2
0.15
0.1
Spostamenti [m]

0.05
0
-0.05 0 2 4 6 8 10

-0.1
-0.15
-0.2 Tempo [s]

18
Superficie Libera
Linea C Linea B Linea A

1.2
Accelerazione Z [m/s^2]

1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 1 2 3 4 5 6
Periodo [s]

Bed Rock
Linea C Linea B Linea A

0.9
Accelerazione Z [m/s^2]

0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 1 2 3 4 5 6
Periodo [s]

19
5.3.3 Effetto della sorgente sismica
Per simulare l’applicazione dell’azione sismica all’interno del terreno si sono studiate due possibili
soluzioni:

1. applicare l’onda sismica in una zona ristretta del bed rock


2. considerare una parte del bedrock affiorante in superficie sul quale applicare l’azione
sismica.

L’azione sismica è stata applicata a monte del modello, in modo tale che nei punti di registrazione
non si risentano delle condizioni al contorno. L’azione sismica è una funzione sinusoidale di
ampiezza A=0.01m, frequenza f=1Hz sfasata rispetto all’origine dei tempi

Nel primo caso si è considerato un elemento membrana di dimensioni 10mx10m con rigidezza
maggiore rispetto al bed rock posto lateralmente all’altezza del bed rock. Ai nodi di questo
elemento è stata applicata la funzione spostamento. Sono state registrati gli spostamenti e le
accelerazioni lungo X di sei punti: 3 sul bed rock al quale si associano 3 punti sulla superficie libera.

Nel secondo caso si è considerato il bed rock affiorante in superficie ed è stata applicata la stessa
azione descritta precedentemente.

Sorgente sismica

Input Pto

Input Pia

Queste due modalità di modellare l’azione sismica fanno riferimento all’idea di: nel primo caso
avere un’onda puntiforme che imprime un’eccitazione nel sistema, che si propaga nel modello
prima attraverso il bedrock e poi attraverso la superficie libera; nel secondo caso invece si fa
l’ipotesi che l’azione sismica sia applicata su tutta la superficie laterale del terreno.

La differenza tra questi due modelli sta nelle ampiezze dei parametri, infatti si pu vedere che
l’andamento delle curve è pressoché identico. Questo è dovuto al fatto che in tutti e due i casi le

20
proprietà di diffusione dell’onda sono le stesse ma quando il banco è affiorante maggiore è
l’energia che viene impressa.

Le differenze fra i due casi sono riportate nelle figure seguenti, in cui vengono analizzati gli
spostamenti, le accelerazioni e gli spettri di risposta in accelerazione per i punti di superficie e di
base (punti di separazione fra bedrock e strato), al variare della posizione della sorgente sismica,
con frequenza di input pari a 1Hz e smorzamento del terreno pari al 3%.

Superficie Libera
Lateral Punt
0.01
Spostamento [m]

0.005
0
-0.005 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

-0.01
-0.015
Tempo [s]

Figura 28 - Confronto Spostamento sulla Superficie Libera

Bed Rock
Lateral Punt
0.01
Spostamento [m]

0.005
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.005
-0.01
-0.015
Tempo [s]

Figura 29 - Confronto Spostamento sulla Superficie Libera

21
Superficie Libera
Lateral Punt
0.5
Accelerazione X [m/s^2]

0.4
0.3
0.2
0.1
0
-0.1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.2
-0.3
-0.4
Tempo [s]

Figura 30 - Confrotno Accelerazione sulla Superficie Libera

Lateral
Bed Rock Punt
0.5
Accelerazione X [m/s^2]

0.4
0.3
0.2
0.1
0
-0.1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0.2
-0.3
-0.4
Tempo [s]

Figura 31 - Confronto Accelerazione nel Bed Rock

Superficie Libera
Lateral Punt
1.8
Accelerazione X [m/s^2]

1.6
1.4
1.2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 1 2 3 4 5 6
Periodo [s]

Figura 32 - Confronto Spettro di Risposta sulla Superficie Libera

22
Bed Rock
Lateral Punt
1.8
Accelerazione X [m/s^2]

1.6
1.4
1.2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 1 2 3 4 5 6
Periodo [s]

Figura 33 - Confronto Spettro di Risposta nel Bed Rock

23
24
Modello del ponte

Il ponte è rettilineo

Campate di 35 m composte da due pile, l’impalcato è composto da 15 campate e suddiviso in due


parti

25
Bibliografia
- Meymand P.J., Shaking Table Scale Model Tests of Nonlinear Soil-Pile-Superstructure
Interaction in Soft Clay, University of California Berkeley, 1998
- Han Qiang, Du Xiuli, Liu Jingbo, Li Zhongxian, Li Liyun and Zhao Jianfeng, Seismic
damage of highway bridges during the 2008 Wenchuan earthquake, Earthquake
Engineering and Engineering Vibration, 2009

26

Potrebbero piacerti anche