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Estratto ISSN 0035-6182

Anno LXVII (Seconda Serie) - N. 2 Marzo-Aprile 2012


TARIFFA R.O.C.: POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB MILANO - PUB. BIMESTRALE

RIVISTA

DI

FONDATA NEL 1924 DA

G. CHIOVENDA, F. CARNELUTTI e P. CALAMANDREI

GIÀ DIRETTA DA
E.T. LIEBMAN, G. TARZIA e E.F. RICCI

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B. SASSANI - F. TOMMASEO - N. TROCKER - R. VACCARELLA
DIRITTO PROCESSUALE STRANIERO E COMPARATO

L’UNIFORMAZIONE DELLA GIURISPRUDENZA


NEL DIRITTO PORTOGHESE (*)

Sommario: 1. Nascita e scomparsa delle decisioni giudiziarie vincolanti (façanhas e


assentos) in Portogallo fra il XII e il XIX secolo. – 2. La reintroduzione dell’i-
stituto degli assentos e il loro inserimento fra le fonti del diritto. – 3. La decla-
ratoria di incostituzionalità degli assentos. – 4. Le successive riforme proces-
suali in materia di strumenti per l’uniformazione della giurisprudenza: la rifor-
ma del 1995/1996. – 5. Segue: La rivista ampliata. – 6. La riforma del 2007. –
7. Segue: Il recurso para uniformização de jurisprudência. – 8. Segue: I poteri
di impugnazione del pubblico ministero. – 9. Segue: Le modifiche introdotte
alla rivista ampliata. – 10. Segue: La rivista exceptional. – 11. L’efficacia delle
decisioni di uniformazione della giurisprudenza. – 12. Meccanismi di uniforma-
zione della giurisprudenza e principio del contraddittorio. – 13. Conclusioni. (1)

1. – Partiamo da un’affermazione che implica una preventiva presa di posizio-


ne del legislatore, la cui opportunità non sarà però discussa nel presente articolo:
senza chiederci se l’uniformazione della giurisprudenza sia un bene, occorre pren-
dere atto che nel diritto processuale civile portoghese è sempre stata presente la
preoccupazione legislativa di predisporre strumenti per l’uniformazione delle deci-
sioni giudiziarie.
Vedremo, tuttavia, come questi strumenti si siano profondamente evoluti nel
corso del tempo. Si afferma comunemente che l’evoluzione dei sistemi giuridici è
assolutamente normale: ogni ordinamento cerca infatti di trovare meccanismi sem-
pre più adeguati per rispondere ai problemi che è chiamato a risolvere. Ma – e que-
sto è uno degli aspetti più interessanti – avremo modo di illustrare come questo non
sia il motivo che ha determinato i cambiamenti legislativi in tema di uniformazione

(*) Il presente saggio riproduce, con alcune modifiche e con l’aggiunta delle note, il testo
della relazione della prof.ssa Paula Costa e Sliva, cattedratico nell’Università di Lisbona, predi-
sposta per l’Incontro di Studio su «Gli strumenti per l’uniformazione della giurisprudenza nel
diritto brasiliano e portoghese. Esperienze a confronto», organizzato dal Centro interuniversitario
di ricerche e di studi sulla giustizia civile «G. Fabbrini» e svoltosi presso l’Università di Pisa in
data 10 dicembre 2010. La traduzione è a cura del dott. Marco Gradi, ricercatore nell’Università
di Messina.
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della giurisprudenza in Portogallo. In questo ambito, infatti, il problema si è inter-


secato principalmente con il principio della separazione dei poteri che, in passato,
si concentravano tutti in un’unica istituzione, vale a dire nel monarca assoluto.
Nell’epoca in cui il Portogallo si era appena costituito come regno, incontria-
mo il primo strumento rivolto a dare certezza al nascente sistema giuridico: ci ri-
feriamo alle c.d. façanhas, che risalgono al secolo XII. Si tenga presente che siamo
in un momento storico nel quale il Re riuniva in sé tutti i poteri dello Stato (legi-
slativo, esecutivo e giudiziario), ma tuttavia dedicava principalmente la sua atten-
zione alla conquista di nuovi territori. La promulgazione di una legge – o, come
allora si diceva, di una Ordenação del monarca – era un fatto piuttosto raro.
È in questo ambiente che le façanhas assunsero quindi un ruolo centrale nello
sviluppo e nella creazione dei precetti normativi. Infatti, in un momento in cui la
legge generale era un fatto eccezionale, la façanha – in quanto relativa ad una de-
cisione giudicata particolarmente complessa e straordinaria – doveva essere segui-
ta, dopo il suo riconoscimento, non solo nella decisione di casi analoghi, ma anche
nella redazione di nuove leggi. Nonostante l’impossibilità di paragonare lo stato
medievale allo stato moderno, possiamo dire, grosso modo, che le façanhas erano
utilizzate come fonti privilegiate per la creazione del diritto.
Con la prima grande compilazione di diritto portoghese, le Ordenações Ma-
nuelinas, che risalgono all’inizio del secolo XVI, le façanhas, senza perdere la loro
funzione iniziale, vennero ad assumere la diversa denominazione di assentos (1).
Questi furono poi ripresi dalle Ordenações Filipinas, che rimasero in vigore
in Portogallo dal secolo XVII al secolo XIX. L’assento – che può essere tradotto
con il termine di risoluzione o determinazione – era proferito dalla Casa da Supli-
cação, il tribunale supremo del sistema giudiziario allora vigente (2), e consisteva
nella interpretazione autentica e vincolante delle varie Ordenações, ossia delle di-
verse norme legali allora vigenti.
Affinché la Casa da Suplicação potesse proferire un assento, era necessaria la
preventiva esistenza di un dubbio sull’interpretazione di una norma di diritto con-
tenuta nelle Ordenações, dubbio che doveva assumere rilevanza in un concreto
processo. La Casa di Suplicação, prendendo in esame i vari significati attribuibili
alla regola di diritto, stabiliva quindi quale dovesse prevalere. Questa conclusione
era l’assento.
Una volta enunciato, l’assento determinava la creazione di una regola norma-
tiva di portata generale, di origine giurisprudenziale. Avendo la forza di una regola
di applicazione generale, l’assento vincolava non solo i diversi livelli della magi-
stratura, ma anche qualsiasi altro potenziale destinatario. Il rispetto dovuto all’as-

(1) In senso parzialmente divergente, partendo dalla diversità di competenze per l’emana-
zione di façanhas e assentos, v. Barbas Homem, Iudex Perfectus. Função jurisdicional e estatuto
judicial em Portugal. 1640-1820, Coimbra 2003, par. 21.I, 295.
(2) Sull’evoluzione della Casa da Justiça da Corte, tribunale che accompagnava il Re nei
suoi spostamenti, fino alla Casa da Suplicação, v. Marcello Caetano, História do Direito Portu-
gueˆs. Fontes – Direito Público [1140-1495], 2a ed., Lisboa 1985, n. 134.
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sento era cosı̀ accentuato che il magistrato che avesse proferito una decisione con-
traria ad un assento sarebbe stato sospeso dalle sue funzioni.
Nel 1822, la stessa Casa da Suplicação si é però dichiarata incompetente a
pronunciare assentos, ritenendo che queste decisioni costituissero in realtà una
nuova legislazione, in violazione dei limiti di competenza propri del potere giudi-
ziario. In sostanza, l’assento, in quanto innovatore e vincolante, veniva equiparato
a una norma legale, cosı̀ implicando un’invasione inammissibile nel potere legisla-
tivo.
Le ragioni del mutato atteggiamento della Casa da Suplicação si rinvengono
in un due fatti fondamentali: in primo luogo, la rivoluzione francese avvenuta circa
tre decenni prima, che aveva messo in crisi il principio della concentrazione dei
poteri nelle mani del sovrano; in secondo luogo, la rivoluzione liberale avvenuta
in Portogallo nel 1820, che aveva portato, con l’approvazione della Costituzione
nel 1822, alla conversione dello Stato portoghese in una monarchia costituzionale.
Siffatta Costituzione si basava appunto sul principio della separazione dei po-
teri, affidando il potere legislativo esclusivamente al Parlamento. Qualsiasi interfe-
renza in questo campo ad opera di un altro potere dello Stato doveva quindi rite-
nersi in contrasto con la Costituzione e con le idee democratiche della rivoluzione
liberale.
Infatti, i giudici della Casa da Suplicação non erano eletti dal popolo, bensı̀
erano scelti dal Re. Finché la Casa da Suplicação era un organo per l’amministra-
zione della giustizia di ausilio del Re, il quale era depositario anche delle compe-
tenze legislative, ciò non aveva determinato alcun problema. Ma, dopo l’adozione
del modello di separazione dei poteri, non era più ammissibile che gli assentos –
che erano vincolanti per tutti, anche per il legislatore – potessero essere proferiti da
un organo giudiziario privo di legittimazione democratica.
Sulla base dei nuovi presupposti ideologici e normativi, al momento della
creazione nel 1833 del Supremo Tribunal de Justiça (organo supremo della magi-
stratura, in sostituzione della Casa da Suplicação), non fu inclusa, fra le sue com-
petenze, quella di provvedere all’uniformazione della giurisprudenza attraverso la
proclamazione di assentos.

2. – La soppressione dell’istituto provocò però un’intensa incertezza nella giu-


risprudenza. Questa incertezza aveva assunto una gravità tale che, nell’anno 1926,
il processualista e futuro autore materiale del codice di procedura civile portoghese,
José Alberto dos Reis, aveva affermato che era preferibile avere una giurispruden-
za costante, anche se errata, piuttosto che una giurisprudenza altalenante incapace
di fornire certezza sull’interpretazione delle norme giuridiche.
Sulla scorta di queste idee, venne quindi modificata la legislazione sostanziale
e processuale.
Furono innanzitutto ripristinati gli assentos e la loro forza di legge venne pre-
vista nel codice civile. Una volta pubblicati, gli assentos, che, in sostanza, erano
equiparabili a leggi di interpretazione autentica, acquisivano carattere vincolante.
Questo regime derivava del codice civile, il quale – dopo aver stabilito che la
legge e le norme corporative erano fonti immediate del diritto (art. 1) – disponeva,
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all’art. 2, che «nei casi indicati dalla legge, i tribunali possono fissare, tramite as-
sentos, interpretazioni della legge con forza obbligatoria generale».
Venne inoltre previsto uno speciale meccanismo di uniformazione delle deci-
sioni giudiziarie. Il pericolo di irrigidimento del sistema era però combattuto con la
previsione della possibilità di un mutamento della giurisprudenza: questa poteva
infatti essere modificata dalla maggioranza dei giudici facenti parte della Corte Su-
prema.
Siffatto meccanismo di uniformazione poteva essere impiegato quando, in un
caso concreto, i giudici della Corte Suprema si fossero pronunciati in modo con-
trario rispetto ad un assento. In questo caso, per risolvere il contrasto, si poteva
utilizzare il recurso de uniformização (ricorso di uniformazione).
La decisione di questo ricorso finiva generalmente per mantenere l’interpreta-
zione dell’assento previgente, ma la diversa composizione della Corte Suprema po-
teva accogliere la pronuncia «ribelle» in contrasto con l’assento, cosı̀ emettendo un
nuovo assento in senso diverso rispetto al precedente.

3. – Dopo la reintroduzione degli assentos, si è tuttavia cominciato a porre il


problema della loro legittimità costituzionale.
Su questo tema, la dottrina si è fortemente divisa. In particolare, si deve evi-
denziare la posizione del professore dell’Università di Coimbra, Castanheira Ne-
ves, forte sostenitore dell’illegittimità costituzionale dell’istituto (3). La forza degli
argomenti della sua dottrina influenzò quindi la Corte costituzionale che, con la
sentenza n. 743/1996 del 28 maggio 1996, dichiarò l’illegittimità costituzionale de-
gli assentos: veniva cosı̀ meno uno degli istituti più caratteristici del sistema pro-
cessuale nazionale (4).
Tale decisione dichiarò, con forza vincolante erga omnes, l’incostituzionalità
del suddetto istituto per violazione dell’art. 115 della Costituzione portoghese, nel
quale erano indicate le fonti del diritto. Agli assentos era stata infatti riconosciuta
forza normativa dalla legge ordinaria, ma gli stessi assentos non erano inclusi nel
catalogo delle fonti del diritto di cui all’art. 115 della Costituzione.
Affinché gli assentos potessero essere ritenuti conformi al dettato costituzio-
nale sarebbero stati necessari i seguenti requisiti:
— che non si potesse attribuire alle decisioni di uniformazione la natura di
leggi di interpretazione autentica;
— che le decisioni di uniformazione non avessero forza generale, ossia che
non si imponessero, a somiglianza della legge, a tutti i potenziali destinatari;

(3) V. Castanheira Neves, O problema da constitucionalidade dos assentos: comentário ao


acórdão n. 810-93 do tribunal constitucional, Coimbra 1994, passim.
(4) Esprime invece disappunto in ordine alla soppressione dell’istituto degli assentos Me-
nezes Cordeiro, Venda com reserva de propriedade. Incorporação de elevadores. Novo regime
dos assentos. Acórdão do Pleno do Supremo Tribunal de Justiça, de 31 de Janeiro de 1996,
in Revista da Ordem dos Advogados 1996, n. 56, 307 ss.
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— che la decisione di uniformazione non eliminasse la libertà di giudizio del


giudice e, conseguentemente, la sua indipendenza;
— che le decisioni di uniformazione non potessero provocare effetti vincolan-
ti nei confronti di giudici appartenenti ad altra giurisdizione (ossia, ad esempio, al
giudice amministrativo);
— che le decisioni di uniformazione fossero modificabili;
— che, nella loro formazione, le decisioni di uniformazione ammettessero
l’intervento di coloro che, in concreto, erano interessati alla decisione del caso con-
creto.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 743/1996, dotata di efficacia
generale vincolante, è venuto conseguentemente a mancare l’art. 2 del codice civi-
le: gli assentos non hanno più forza generale. Si tratta di un fenomeno – se voglia-
mo – curioso, quello di un giudice, la cui interpretazione è giuridicamente vinco-
lante, che dichiara l’incostituzionalità di una norma che consente ad altri tribunali
di rendere decisioni generali vincolanti. Se è certo che è la stessa Costituzione a
conferire questo potere al Tribunal constitucional, è altrettanto certo che sarà sem-
pre un organo giudiziario a dettare, in ultima istanza e con carattere generale ed
astratto, l’illegittimità costituzionale di un atto legislativo.

4. – Nonostante la soppressione dell’istituto degli assentos, il Portogallo con-


tinua a disporre di un sistema di uniformização de jurisprudeˆncia, da ultimo ridi-
segnato nel 2007. Tuttavia, questo è stato preceduto da un sistema intermedio, ri-
sultante dalla presa di coscienza da parte del legislatore ordinario del fatto che, in
qualsiasi momento, avrebbe potuto essere proferita dalla Corte costituzionale la de-
claratoria, con forza vincolante generale, dell’incostituzionalità degli assentos.
Al fine di comprendere questa osservazione, occorre però a questo punto il-
lustrare i tratti fondamentali del sistema costituzionale portoghese.
L’art. 281, comma 3º, della Constituição da República Portuguesa – secondo
una regola integrata nel sistema di controllo di costituzionalità, finalizzato ad im-
pedire che, per via normativa, si proceda ad una «descaracterização axiológica ou
estrutural» della Costituzione (5) – stabilisce, nonostante l’autonomia procedimen-
tale, un nesso fra il contenzioso costituzionale concreto e il contenzioso costituzio-
nale astratto (6). Secondo questa disposizione, infatti, il Tribunal constitucional
«valuta e dichiara, con forza obbligatoria generale, l’incostituzionalità o l’illegitti-
mità di qualsiasi norma, quando è stata giudicata incostituzionale o illegittima in
tre casi concreti». Ciò significa, in altre parole, che, dichiarata per tre volte l’inco-
stituzionalità di una disposizione di legge, la Corte costituzionale proferirà una
nuova decisione, destinata a produrre effetti non nel concreto processo in cui fu

(5) Cosı̀ Paulo Otero, Direito Constitucional Portugueˆs, vol. I, Identidade Constitucional,
Coimbra 2010, par. 7.7.III, 203.
(6) V. in proposito Jorge Miranda, Rui Medeiros, Constituição Portuguesa anotada, t. III,
Artigos 202º a 296º, Coimbra 2007, sub art. 281/3, n. XI.
414 rivista di diritto processuale 2012

applicata o disapplicata la regola della cui costituzionalità si è dubitato, bensı̀ erga


omnes (7).
Tenendo presente questi elementi, dobbiamo ricordare che già nel 1993 la
Corte costituzionale aveva per la prima volta dichiarato l’incostituzionalità degli
assentos. Tuttavia, la sua decisione non poteva essere considerata ancora giuridi-
camente vincolante in generale: come abbiamo appena visto, infatti, sono necessa-
rie tre decisioni che dichiarano l’incostituzionalità della stessa disposizione di leg-
ge – nel caso di specie, l’art. 2 del codice civile – affinché la Corte costituzionale
possa decretarne l’incostituzionalità con efficacia generale.
Tuttavia, il legislatore, presagendo questo risultato, approvò la riforma del
1995/1996, modificando il sistema di uniformazione della giurisprudenza.
In primo luogo, venne eliminato il ricorso all’adunanza plenaria delle sezioni
civili della Corte Suprema (pleno das secções cı´veis), che era destinato a uniforma-
re la giurisprudenza attraverso la pronuncia di assentos (8). A partire dal 1995, l’u-
niformazione della giurisprudenza doveva essere realizzata attraverso un mezzo
processuale che portasse ad un risultato che, nemmeno nominalmente, potesse es-
sere confuso con i c.d. «compagnons de ruote» (9), ossia con gli assentos (10).

(7) Sull’ampiezza oggettiva del vincolo erga omnes, v. Rui Medeiros, A decisão de incon-
stitucionalidade. Os autores, o conteúdo e os efeitos da decisão de inconstitucionalidade da lei,
Lisboa 1999, par. 35. L’a. conclude affermando che, nonostante il vincolo alla declaratoria di in-
costituzionalità della norma, i tribunali non sono vincolati ai motivi di incostituzionalità. Facendo
un parallelo, si ritrova qui una discussione simmetrica a quella che, da sempre, si è svolta intorno
ai limiti oggettivi della cosa giudicata.
(8) A proposito di questa anticipazione del legislatore ordinario, in vista della probabile de-
claratoria di incostituzionalità erga omnes dell’art. 2 del codice civile, v., apertamente, Lebre de
Freitas, Ribeiro Mendes, Código de Processo Civil anotado, vol. III, Artigos 676º a 943º, Coim-
bra 2003, sub art. 732-A, n. 4.
(9) Utilizza questa espressione Teixeira de Sousa, Sobre a constitucionalidade da conver-
são do valor dos assentos. Apontamentos para uma discussão, in Revista da Ordem dos Advo-
gados 1996, n. 56, 707 ss.
(10) Una delle questioni risolte dal legislatore ordinario al momento dell’abrogazione del-
l’art. 2 del codice civile e, quindi, al momento della consacrazione del divieto di pronunciare nuo-
vi assentos, fu il valore da attribuire agli assentos proferiti e pubblicati prima del Decreto-Lei n.
329-A del 12 dicembre 1995. L’art. 17 di questo decreto ha in proposito previsto che gli «assentos
já proferidos teˆm o valor dos acórdãos proferidos nos termos dos artigos 732º-A e 732º-B». Agli
assentos è stato cosı̀ attribuito un valore equivalente a quello che il nuovo regime ha riconosciuto
alle decisioni di uniformização de jurisprudeˆncia. Sulla conformità costituzionale del citato art.
17 fu sollevato un dibattito nella comunità scientifica portoghese: da un lato, Menezes Cordeiro,
Venda com reserva de propriedade. Incorporação de elevadores. Novo regime dos assentos.
Acórdão do Pleno do Supremo Tribunal de Justiça, de 31 de Janeiro de 1996, cit., 307 ss., so-
steneva l’incostituzionalità di questa regola per ragioni formali, mentre, dall’altro, Teixeira de
Sousa, Sobre a constitucionalidade da conversão do valor dos assentos. Apontamentos para
uma discussão, cit., 707 ss., concludeva per la conformità costituzionale del precetto.
Si noti peraltro che il legislatore, con la norma contenuta nell’art. 17 del Decreto-Lei n. 329-
A del 12 dicembre 1995 ha modificato, per il futuro, l’efficacia degli assentos, mantenendo però
l’uniformazione della giurisprudenza nel diritto portoghese 415

Dall’altro lato – e indipendentemente dal nomen iuris con il quale veniva de-
signata la decisione uniformata, ex ante o ex post, della giurisprudenza – il legisla-
tore sapeva che questo strumento doveva essere preservato dalle critiche che si era-
no rivolte contro gli assentos: dopo aver vagliato e scartato l’eventualità di inserire
queste decisioni di uniformazione della giurisprudenza nell’elenco delle fonti del
diritto, modificando la Costituzione del 1976 (questa proposta venne respinta, per-
ché, conferendo al potere giudiziario la facoltà di pronunciare decisioni con forza
obbligatoria vincolante, si sarebbe verificata una violazione del principio di sepa-
razione dei poteri), il legislatore doveva evitare che il mezzo di uniformazione della
giurisprudenza generasse una decisione dotata di efficacia obbligatoria generale.
Per questo motivo, facendo propria, con alcuni adattamenti, una proposta di
Castanheira Neves del 1983 (11), il legislatore modificò, nel 1995, il procedimento
di decisione del ricorso di rivista davanti alla Corte Suprema, prevedendo la pos-
sibilità di un giudizio allargato di quest’ultimo.

5. – Ci si riferisce alla c.d. rivista ampliata, che iniziava come un semplice


ricorso di rivista davanti alla Corte Suprema: quest’ultima rappresenta la tipica im-
pugnazione davanti al Supremo Tribunal de Justiça, con la quale la parte soccom-
bente denuncia l’illegittimità della sentenza impugnata.
Nella fase di decisione del ricorso, il giudice relatore o il Presidente della Cor-
te Suprema possono provocare una decisione speciale allargata diretta all’unifor-
mazione della giurisprudenza (uniformização de jurisprudeˆncia) attraverso una
speciale pronuncia a sezioni unite (artt. 732-A e 732-B c.p.c. portoghese).
Questo può accadere, in primo luogo, quando il giudice relatore sia consape-
vole che proporrà ai colleghi in camera di consiglio una decisione non conforme
con la giurisprudenza previamente uniformata dalla Corte Suprema. In questo caso,
il relatore deve informare il Presidente del Supremo Tribunal in modo tale che,
quest’ultimo, faccia intervenire l’adunanza plenaria delle sezioni civili (pleno
das secções cı´veis) nella discussione del ricorso (art. 732-A c.p.c. portoghese).
Il trasferimento della competenza dal collegio di tre giudici all’adunanza ple-
naria delle sezioni civili nel caso in cui sia possibile una inversione della giurispru-
denza della Corte mostra che la legge non consente che questa inversione, ossia la
creazione di un nuovo orientamento giurisprudenziale, dipenda da un collegio ri-
stretto. E la legge è particolarmente rigorosa nell’esigere che la discussione avven-

intatta la loro efficacia per il passato. Ciò ha determinato una duplice modificazione della com-
petenza del Supremo Tribunal de Justiça: da un lato, ha sottratto alla Corte Suprema il potere
di pronunciare decisioni con efficacia vincolante esterna; dall’altro, ha consentito alla stessa –
al pari degli altri tribunali sottomessi alla sua giurisdizione – di poter modificare, con maggior
facilità, la giurisprudenza anteriormente fissata.
(11) Cfr. il n. 2 dell’Exposição de Motivos da Proposta de Lei nº 103/II, in Boletim do Mi-
niste´rio da Justiça, n. 324, 1983, 168 s. Rilevano questa circostanza Lebre de Freitas, Ribeiro
Mendes, Código de Processo Civil anotado, vol. III, Artigos 676º a 943º, cit., sub art. 732-A,
n. 5.
416 rivista di diritto processuale 2012

ga di fronte ad un ampio collegio: il ricorso può soltanto essere giudicato ove siano
presenti almeno i tre quarti dei giudici nell’esercizio delle funzioni.
Possiamo, cosı̀, affermare che, se la giurisprudenza della Corte Suprema è
messa in crisi, deve essere la Corte stessa, giudicando nella sua pienezza, a definire
il suo orientamento, mantenendo la sua giurisprudenza precedente, oppure adottan-
do un nuovo orientamento.
Il ricorso di rivista sarà, ugualmente, giudicato dall’adunanza plenaria delle
sezioni civili quando il Presidente della Corte Suprema (a ciò sollecitato dal giudi-
ce relatore della causa o dal presidente di una sezione) ritenga che ciò è necessario
o conveniente per garantire l’uniformazione della giurisprudenza.
In questo caso, non è necessaria la preventiva verifica di un qualche contrasto
di decisioni: l’intervento dell’adunanza plenaria delle sezioni civili ha come unica
giustificazione il fatto che, in ordine alle questioni di grande importanza, la giuri-
sprudenza del Supremo Tribunal sia stabilita per il maggior numero possibile di
giudizi.
In altre parole, l’ampliamento della composizione dell’organo decidente non
necessita, nella sua origine, un conflitto preesistente di decisioni di tribunali supe-
riori, ossia della giurisprudenza della Corte Suprema o dei giudici di secondo gra-
do; quello che si vuole è un’ampia discussione in ordine alle questioni che si con-
siderano di estrema rilevanza, al fine di orientare i tribunali inferiori in ordine alla
soluzione da seguire (12).
A rigore, in questi casi l’intervento dell’adunanza plenaria non è destinato a
uniformare la giurisprudenza perché, in realtà, non c’è nessun contrasto di decisio-
ni. Quello che il Supremo Tribunal fa è creare giurisprudenza su di una nuova que-
stione considerata rilevante.
Se ne ricava che il ricorso di rivista ha una pluralità di funzioni nel sistema
introdotto a seguito della riforma del 1995/1996. Può accadere che il ricorso, ini-
zialmente orientato a giudicare sulla legittimità della decisione di secondo grado,
diventi un ricorso diretto alla discussione di giurisprudenza previamente proferita
dalla Suprema Corte. In questo caso, si intende risolvere un conflitto di orienta-
menti giurisprudenziali.
Ma il ricorso, introdotto come semplice rivista, può anche convertirsi in ricor-
so per l’uniformazione di giurisprudenza, preventivo di ulteriori conflitti, sempre
che il Presidente della Corte intenda far intervenire l’adunanza plenaria delle sezio-
ni civili.

6. – Al fine di comprendere le successive evoluzioni legislative, torniamo per


un momento alla decisione della Corte costituzionale in merito agli assentos.
Il problema che la Corte costituzionale identificò nell’istituto degli assentos fu
la sua forza vincolante esterna erga omnes. L’assento vincolava tutti e non sola-

(12) Si consideri che questa era la filosofia ispiratrice della proposta di legge n. 103/II, so-
pra riferita, elaborata sulla scia del pensiero di Castanheira Neves.
l’uniformazione della giurisprudenza nel diritto portoghese 417

mente i tribunali in relazione di dipendenza rispetto alla Corte Suprema (13); era
una norma «giudiziariamente ricostruita», nell’espressione di Gomes Canotilho,
ed in quanto tale simile ad una norma di legge. E il grande problema, più suggerito
che enunciato, era che a questa forza degli assentos si contrapponeva la mancanza
di legittimazione democratica dell’organo decidente.
Non possiamo infatti dimenticare che i grandi oppositori all’istituto degli as-
sentos si mossero fra gli anni ‘70 e ‘90 del secolo passato, ossia dopo che il Por-
togallo aveva conosciuto la rivoluzione democratica del 1974. Fu quello il momen-
to per affermare e rinforzare la competenza del Parlamento, la vera faccia del nuo-
vo paradigma politico. La magistratura non fu invece toccata dalla rivoluzione. So-
ciologicamente si tratta di fenomeno interessante: la prossimità fra giudicante e
giudicato, in un paese sottosviluppato e agrario, non aveva determinato la sensazio-
ne che il giudice di primo grado fosse ritenuto la longa manus dell’Ancien Re´gime.
Ma il mondo accademico cominciò a sferrare l’attacco alla Corte Suprema e ai suoi
poteri: uno dei più importanti era appunto quello di interpretare la legge e d’inno-
vare il sistema giuridico attraverso la proliferazione degli assentos.
Negli ultimi decenni l’ambiente politico è ulteriormente cambiato in maniera
drastica e ad una velocità sconvolgente. Nel tempo attuale, una delle parole d’or-
dine è la riduzione dei costi dello Stato e, in particolare, dei costi della giustizia. Se
analizziamo i mutamenti del sistema delle impugnazioni, possiamo concludere che
ciò che muove il legislatore è l’obiettivo di raggiungere la celerità e la semplicità
dei procedimenti. La giustizia nel caso concreto si ricercherebbe invano nella mo-
tivazione delle leggi di riforma del codice di procedura civile.
Questo orientamento è foriero di numerose conseguenze. La più impressio-
nante è la creazione di condizioni molto severe di ammissibilità dei ricorsi presso
la Corte Suprema. Nelle intenzioni del legislatore, l’impugnazione davanti a que-
st’ultima deve diventare un’istanza per la definizione della giurisprudenza nei casi
più difficili e rilevanti, giurisprudenza che sarà poi applicata a posteriori dagli altri
tribunali. Anche nei casi in cui il Supremo Tribunal agisce come un vero e proprio
giudice dell’impugnazione, la Corte deve sempre ravvisare la creazione o la non
contraddizione della giurisprudenza vincolante; sia laddove rinforzi, con la sua
nuova decisione, questa giurisprudenza, sia laddove, revocandola, attraverso un
procedimento molto complesso, accolga una nuova posizione, sostitutiva della pre-
cedente.
Questo intento del legislatore non si è tuttavia concretato totalmente con la
riforma del 2007, l’ultima compiuta in materia di impugnazioni. Ma ciò è com-
prensibile. Nella situazione precedente, più che un tribunale per la fissazione della
giurisprudenza, il Supremo Tribunal era quasi sempre un giudice dell’impugnazio-
ne nel caso concreto. E poiché le riforme non devono essere mai tanto radicali che

(13) Secondo Soares Martinez, Comentários à Constituição Portuguesa de 1976, Lisboa


1978, sub art. 122, n. 2, gli assentos valgono come «normas interpretativas que vinculam os ci-
dadãos e os tribunais».
418 rivista di diritto processuale 2012

la comunità le senta come una rivoluzione, la legge ha accolto una soluzione inter-
media: oggi, la Corte Suprema è sia giudice dell’impugnazione, sia un tribunale di
uniformazione. Vedremo che questa duplice competenza non è simmetrica: il Su-
premo Tribunal è, tipicamente, dopo la riforma del 2007, un tribunale che si pro-
nuncia nei casi di non conformità delle decisioni giudiziarie con la propria giuri-
sprudenza.
Più precisamente, dopo la riforma del 2007, esistono tre mezzi di impugnazio-
ne (recursos) diretti, da un lato, ad uniformare la giurisprudenza dei tribunali su-
periori e, dall’altro, ad impedire il formarsi di contrasti con la giurisprudenza già
uniformata.
Mi riferisco, quanto al primo aspetto, al recurso para uniformização de juri-
sprudeˆncia (in breve, recurso de uniformização) e alla rivista ampliata e, con ri-
ferimento al secondo, tanto a quest’ultima, quanto alla rivista excepcional.
Già abbiamo visto, in larga misura, la rivista ampliata, che ha mantenuto par-
te delle caratteristiche sopra indicate. Vedremo quindi adesso, con maggior detta-
glio, il recurso de uniformização, che finisce per ripristinare il ricorso all’adunanza
plenaria delle sezioni civili, e la rivista exceptional. Faremo inoltre riferimento alla
rivista ampliata solo per illustrare le modifiche introdotte dal nuovo regime norma-
tivo.
Nel corso dell’esposizione, ci concentreremo – attesa la finalità prevalente-
mente espositiva del presente scritto – sull’uniformazione di giurisprudenza che
presuppone una collisione fra decisioni della Suprema Corte. Dobbiamo peraltro
ricordare che anche il contrasto fra decisioni dei giudici di appello e altre decisioni
rese da corti di secondo grado o decisioni della Corte Suprema consente l’accesso
agli strumenti di uniformazione della giurisprudenza.

7. – Ciò premesso, cominciamo con il considerare il recurso para uniformi-


zação de jurisprudeˆncia (ricorso di uniformazione), previsto dagli artt. 763 ss.
c.p.c. portoghese.
Tale ricorso – che incontra la sua origine prossima nel ricorso all’adunanza
plenaria della Corte Suprema – è un mezzo straordinario che può essere utilizzato
nei confronti della sentenza pronunciata dal Supremo Tribunal de Justiça nel caso
in cui essa contrasti, con riferimento alla medesima questione di diritto, con una
decisione previamente pronunciata dalla stessa Corte Suprema (art. 763 c.p.c. por-
toghese).
In questa ipotesi, la seconda decisione del Supremo Tribunal può essere impu-
gnata soltanto attraverso il ricorso di uniformazione, che è dunque un mezzo straor-
dinario di impugnazione, come precisa l’art. 676, comma 2º, c.p.c. portoghese.
Il ricorso deve essere presentato entro 30 giorni dal passaggio in giudicato
della seconda decisione, il quale si verifica dopo la scadenza del termine per le ri-
chieste di chiarimento o per la correzione della sentenza. La competenza a decidere
del ricorso di uniformazione spetta all’adunanza plenaria delle sezioni civili (art.
770, comma 1º, c.p.c. portoghese, che rinvia all’art. 732-B), che emetterà una de-
cisione di uniformazione della giurisprudenza, ossia che indicherà la giurispruden-
za uniformata da seguire.
l’uniformazione della giurisprudenza nel diritto portoghese 419

La proposizione del ricorso di uniformazione mira tipicamente ad ottenere che


la decisione contrastante con una precedente decisione del Supremo Tribunal sia
revocata e sostituita con una decisione conforme alla giurisprudenza anteriore.
Tuttavia, il ricorso non è ammissibile quando la seconda decisione, ossia quel-
la che si intende impugnare, è conforme con la giurisprudenza uniformata (art. 763,
comma 3º, c.p.c.). In tal caso, infatti, il Supremo Tribunal ha già provveduto a ga-
rantire l’uniforme interpretazione della legge, facendo prevalere l’orientamento
adottato dalla seconda decisione.
Nei casi in cui il ricorso in questione è invece ammesso, la seconda decisione
della Corte Suprema contrastante con un’altra precedentemente proferita dallo stes-
so Supremo Tribunal (come si è detto, non uniformata) non sarà però necessaria-
mente revocata. Tale situazione può accadere qualora il Supremo Tribunal intenda
uniformare la giurisprudenza in senso diverso rispetto alla prima decisione.
In tal caso, la prima decisione – che non è più impugnabile, perché ormai pas-
sata in giudicato – mantiene la sua validità e produce i suoi effetti tipici nel pro-
cedimento in cui fu proferita. Il ricorso di uniformazione, pur essendo un rimedio
straordinario, non consente infatti di revocare la prima decisione (il cui orientamen-
to è stato successivamente abbandonato dal Supremo Tribunal), ma permette sol-
tanto di impedire che venga mantenuta nell’ordinamento la seconda decisione
(contrastante con una precedente decisione della Corte Suprema).
In ogni caso, quando il ricorso di uniformazione è proposto dalle parti, la de-
cisione enunciata dalla Corte produce effetti nel caso concreto: in tale ipotesi, la
decisione di uniformazione regolerà quindi il caso concreto.

8. – Come abbiamo già detto, nel sistema giuridico portoghese i contrasti di


giurisprudenza della Suprema Corte (o, più ampiamente, dei tribunali superiori) so-
no visti con disfavore; per tale motivo, la legge attribuisce al pubblico ministero un
potere speciale che gli consente di proporre il ricorso di uniformazione (art. 766
c.p.c. portoghese).
Poiché tale mezzo di impugnazione non può avere alcun effetto per le parti,
non è soggetto ad alcun termine di decadenza. La decisione di uniformazione si
slega infatti da un concreto procedimento; sarà una decisione di uniformazione
senza effetti sul giudicato. Possiamo anche dire che questo è il vero procedimento
di uniformazione, non esercitando la Corte la funzione di controllo di legalità di
decisioni proferite in casi concreti.
Con questo strumento, si cerca pertanto di perseguire, attraverso la pronuncia
di una sentenza di uniformazione della giurisprudenza, la definizione dell’interpre-
tazione giurisprudenziale che deve prevalere.

9. – Della rivista ampliata, oggetto della riforma del 1995/1996, abbiamo già
detto (14). Vi è tuttavia una particolarità introdotta con la riforma del 2007, che

(14) V. supra, par. 5.


420 rivista di diritto processuale 2012

adesso deve essere considerata e che permette altresı̀ di chiarire l’evoluzione del
ruolo della Corte Suprema.
Attualmente l’ammissibilità del ricorso di rivista dipende dal fatto che nei due
gradi antecedenti, ossia in prima istanza e all’esito del giudizio di secondo grado,
siano state rese decisioni non coincidenti: é il principio dell’inammissibilità del ri-
corso davanti alla Corte Suprema quando si verifichi una doppia conforme (art.
721, comma 3º, c.p.c. portoghese).
La concretizzazione di questo presupposto, destinato ad evitare i ricorsi di ter-
zo grado, è ben più difficile di quello che la sua enunciazione permette di suppor-
re (15), tanto che contro lo stesso si sono pronunciate voci autorevoli (16).
Se è facile dire che due decisioni sono conformi quando c’è una coincidenza
totale tra la motivazione e il dispositivo, ben più difficile è stabilire se due decisioni
sono conformi quando, pur avendo lo stesso dispositivo, differiscono nella motiva-
zione. Ed è ugualmente difficile affermare categoricamente se sono conformi, ad
esempio, due decisioni di condanna al pagamento in caso di divergenza sul quan-
tum della condanna.
Inoltre, la filosofia sottostante è discutibile in un sistema nel quale il procedi-
mento davanti alla Corte Suprema ha tipicamente una durata di pochi mesi (tre o
quattro) e nel quale la riforma delle decisioni di secondo grado è abbastanza alta.
L’impatto dell’introduzione della doppia conforme, volto a limitare l’accesso
alla Corte Suprema, può far pensare anche ad una limitazione delle possibilità di
provocare l’uniformazione della giurisprudenza o di impedire il conflitto di deci-
sioni di tribunali superiori. Tuttavia, il legislatore, proprio nella consapevolezza
di questo problema, ha previsto un’eccezione al divieto di impugnazione della dop-
pia conforme: la c.d. rivista excepcional (art. 721-A c.p.c. portoghese), di cui su-
bito diremo.

10. – La rivista excepcional non è, in realtà, un nuovo tipo di ricorso, in quan-
to siamo di fronte a un caso speciale di ricorribilità.
Abbiamo appena detto che, nell’attuale sistema portoghese, vige il principio
dell’inammissibilità del ricorso davanti alla Corte Suprema quando le decisioni
del primo e del secondo grado siano conformi.
Può però succedere che la decisione di secondo grado sia contrastante con una

(15) Teixeira de Sousa, in molti dei suoi interventi orali successivi all’entrata in vigore del
Decreto-Lei n. 303/2007, a dimostrazione che la regola introdotta dal legislatore non consentirà
da sola di ottenere il risultato sperato, ha affermato che occorre invero coniugare la doppia con-
forme con la legittimazione processuale generale per la proposizione dell’impugnazione al fine di
far sı̀, ad esempio, che una semplice differenza quantitativa fra le decisioni di primo e di secondo
grado non costituisca presupposto sufficiente per l’ammissibilità del recurso al Supremo Tribunal
de Justiça. In generale, sulla doppia conforme, v. Abrantes Geraldes, Recursos em processo civil.
Novo regime, Almedina, Coimbra 2007, sub art. 721, n. 4.
(16) V. Lebre de Freitas, Parecer da Ordem dos Advogados sobre o novo regime dos re-
cursos, in Boletim da Ordem dos Advogados 2006, n. 41.
l’uniformazione della giurisprudenza nel diritto portoghese 421

precedente decisione definitiva di secondo grado resa da un giudice d’appello o


con una decisione della Corte Suprema. In tal caso, sebbene i giudici di primo e
di secondo grado siano stati d’accordo in ordine alla decisione del caso concreto,
se la decisione contraddice una pronuncia del Supremo Tribunal o una sentenza
d’appello passata in giudicato, la legge ammette il ricorso (art. 721-A, comma
1º, lett. c), c.p.c. portoghese).
Tuttavia, se la sentenza che si vuole impugnare è conforme con una decisione
pronunciata all’esito di un ricorso di uniformazione, ossia conforme alla la c.d. giu-
risprudenza uniformata (jurisprudeˆncia uniformizada), il ricorso di rivista excep-
cional non sarà ammesso (v. ancora art. 721-A, comma 1º, lett. c), c.p.c. portoghe-
se). Ciò in quanto la Corte Suprema ha già chiarito il proprio orientamento sul pun-
to con una decisione a sezioni unite.
Va anche menzionato che, ai fini la valutazione dell’ammissibilità del ricorso
di rivista excepcional, c’è una speciale sezione «filtro» composta da tre giudici
scelti annualmente dal Presidente della Corte fra i giudici più anziani in servizio.
Ammesso il ricorso, occorre determinare chi lo giudicherà. Qui occorre distin-
guere: se il relatore ritiene che debba essere confermata la giurisprudenza del Su-
premo Tribunal, allora la decisione spetterà ad un collegio di tre giudici; se invece
il relatore considera possibile l’accoglimento dell’orientamento fatto proprio nei
gradi di merito, contrastante con la giurisprudenza uniformata dalla Corte Supre-
ma, la competenza a decidere del ricorso sarà trasferita all’adunanza plenaria delle
sezioni civili.

11. – Analizzati i mezzi per provocare l’uniformazione della giurisprudenza,


rivolgiamo la nostra attenzione su alcuni aspetti che mi sembrano particolarmente
interessanti.
Il primo riguarda gli effetti dei differenti tipi d’intervento della Corte Suprema
sul caso concreto. Con eccezione della decisione proferita in ricorso di uniforma-
zione provocato dal pubblico ministero, la decisione della Corte produce sempre i
suoi effetti nel caso concreto.
Tuttavia, occorre ricordare, come si è già rilevato, che nel caso in cui la Corte
Suprema muti il proprio orientamento giurisprudenziale, le decisioni anteriori con-
trastanti ormai passate in giudicato rimangono valide e, anch’esse, continuano a
produrre i loro effetti tipici.
Il secondo riguarda la competenza per l’uniformazione o per il mutamento
della giurisprudenza anteriormente uniformata. Qualora la Corte sia chiamata a
pronunciarsi su una possibile alterazione della sua giurisprudenza anteriore, la
competenza per la decisione del ricorso è trasferita dalla normale formazione (di
tre giudici) all’adunanza plenaria delle sezioni civili.
Il terzo riguarda la natura della giurisprudenza uniformata della Corte Supre-
ma. Dobbiamo al riguardo chiederci se siamo davanti a veri e propri precedenti
vincolanti per i tribunali inferiori e per la stessa Corte Suprema. Come dovrebbe
essere ormai chiaro, nel sistema portoghese non si può però attribuire un effetto
di tale natura a questo tipo di decisioni.
I tribunali inferiori possono infatti assumere decisioni contrastanti e la Supre-
422 rivista di diritto processuale 2012

ma Corte può mutare il proprio orientamento, anche se consacrato in una pronuncia


di giurisprudenza uniformata. In tal caso, vi è tuttavia un rilevante onere di argo-
mentazione. Il contrasto cosı̀ generato determinerà una nuova pronuncia della Su-
prema Corte, tendente al mantenimento o al superamento della sua giurisprudenza
anteriore.

12. – Un ulteriore aspetto che mi pare importante evidenziare riguarda il rap-


porto fra i meccanismi per l’uniformazione della giurisprudenza e il principio del
contraddittorio, ovvero, con la regola enunciata nell’art. 3, comma 3º, c.p.c. porto-
ghese, secondo il quale «il giudice deve osservare e far osservare il principio del
contraddittorio, non essendo consentito – salvo il caso di manifesta non necessità
– di decidere questioni di diritto o di fatto, anche se può conoscerle d’ufficio, senza
che le parti abbiamo avuto la facoltà di pronunciarsi al riguardo».
Ciò assume rilievo nel caso in cui la Corte intenda pronunciarsi in senso di-
verso rispetto a quello che è stato discusso nel procedimento o, comunque, quando
il relatore sia consapevole che la sua decisione nel ricorso di rivista frustrerà le
aspettative delle parti poiché, né l’una, né l’altra possono anticipare – né quindi
discutere – il progetto di decisione.
Vediamo le due ipotesi, cominciando dall’ultima.
Abbiamo visto che il relatore deve provocare l’intervento dell’adunanza delle
sezioni civili nel caso in cui verifichi che esiste la possibilità di pronunciare una
decisione contraria alla giurisprudenza uniformata della Corte. In questo caso, il
relatore deve quindi attivare il contraddittorio fra le parti prima di inviare il ricorso
alla decisione allargata, fissando un’apposita udienza.
Le parti hanno infatti atteso una decisione conforme con la giurisprudenza
uniformata. È sulla base di questa giurisprudenza che hanno quindi impostato le
loro strategie difensive nel corso del procedimento. Se, nella fase di decisione del-
l’ultimo grado di giudizio, il giudice decide di emettere una decisione che non è
mai stata prevista dalle parti, li sorprenderà con la sua pronuncia. L’orientamento
che il Supremo Tribunal immagina come possibile è un orientamento non discusso
in quanto non prevedibile.
La seconda ipotesi sorge quando la pluralità dei giudici della Corte Suprema
ritiene che la giurisprudenza debba essere uniformata, ma al tempo stesso pensa
che l’uniformazione sarà resa in senso diverso rispetto alle due decisioni in contra-
sto. Anche in questo caso, poiché le parti non hanno potuto pronunciarsi sul nuovo
orientamento, devono essere avvertite prima che la decisione sia resa dalla Corte
Suprema.

13. – In conclusione, si potrebbe, da un lato, affermare che il sistema porto-


ghese di uniformazione della giurisprudenza è molto complesso, che ci sono diver-
se vie per provocare l’uniformità delle decisioni giudiziarie e che ci sono molti
soggetti legittimati a provocarla. E si potrebbe altresı̀ osservare che le funzioni
che sono assicurate dal ricorso di uniformazione possono essere già raggiunte at-
traverso la rivista ampliata.
In proposito, ritengo tuttavia opportuno svolgere due rilievi finali.
l’uniformazione della giurisprudenza nel diritto portoghese 423

Il primo, in relazione alla seconda osservazione sopra riferita: in realtà, essa


risulta senz’altro corretta nel caso in cui si tenti di prevenire conflitti di giurispru-
denza, ma non tiene conto delle ipotesi in cui il conflitto è già sorto, nel qual caso
si apprezza l’utilità del ricorso di uniformazione.
Il secondo, con riferimento alla complessità del sistema: se si parte dall’assun-
to che l’uniformazione della giurisprudenza è un valore da preservare e da perse-
guire, in ragione della certezza che attribuisce all’ordinamento giuridico, non sa-
ranno mai troppi i mezzi che consentono di raggiungere questo risultato. Inoltre,
a ben guardare, le diverse regole che nel sistema lusitano conducono alla via del-
l’uniformazione delle decisioni giudiziarie non stanno fra di loro in un rapporto di
concorso apparente. In verità, questo sistema delinea un concorso reale ed eteroge-
neo di strumenti, tutti finalizzati, ciascuno con i suoi presupposti, a conseguire
un’armonica realizzazione della giustizia.

Paula Costa e Silva


Professore cattedratico
nell’Università di Lisbona

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