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Facoltà di Architettura
CORSO INTEGRATO
Corso di
Infrastrutture di Trasporto
F. CIRIANNI, G. LEONARDI
B - 01
URBANISTICA – Corso di Infrastrutture di Dispensa: Variabili del deflusso
Trasporto
I Flussi di Traffico
il grado di efficienza del sistema dipende dall’infrastruttura (sede, impianti tecnologici, mezzi)
e dalla gestione (organizzazione della circolazione, regolamentazione)
L’analisi dei flussi di traffico fornisce gli elementi per quantificare in termini di prestazioni
l’influenza della congesione sull’infrastruttura.
Il flusso può essere:
Ininterrotto se non vi sono interruzioni del deflusso
può essere forzato o no, a seconda che la congestione si manifesti attraverso il
condizionamento della velocità del veicolo rispetto alla differenza di velocità ed al
distanziamento con altri veicoli
Interrotto se si verificano interruzioni periodiche del deflusso
Inoltre, il flusso sarà DISTURBATO se la congestione si manifesta tanto per interferenze
dovute a elementi del flusso che ad elementi estranei al flusso stesso.
Si parlerà di flusso SATURO nel caso che si verifica il superamento della capacità
infrastrutturale.
Interazione tra veicoli nel trasporto stradale e variabili fondamentali del flusso
guida libera, in cui sussistono più numerosi gradi di libertà nella marcia del veicolo e fra
sistemi a densità controllata, in cui tempi di marcia e distanziamento veicolare sono fissati a
priori, ed a densità libera, in cui questi parametri sono variabili.
E’ preventivamente necessario fornire alcune ulteriori definizioni di grandezze che verranno
richiamate nel corso della trattazione:
- PORTATA (Q): è il numero di veicoli che transitano in una sezione di
infrastruttura nell’unità di tempo. Si misura in veich/ora o veic./sec
- DENSITA’ (K): è il numero di veicoli presenti su un tratto di infrastruttura ad un
dato istante t, e si misura in veich/Km o veic./m. e’ dato dal rapporto tra il numero
di veicoli presenti in un tronco stradale, in un determinato istante di tempo, e la
lunghezza del tronco stesso
- VELOCITA’(V): la velocità data dal rapporto tra lo spazio percorso dal veicolo, ed
il tempo impiegato per percorrerlo. Si misura in Km/h o m/sec.
La velocità si definisce istantanea Vi, se riferita allo spazio percorso nel tempo unitario dal
singolo veicolo.
Inoltre, si puo definire anche •la velocità commerciale: è la velocità fittizia delle unità
veicolari fra un punto A ed uno B di un sistema, tenuto conto dei perditempo di diversa natura
e dei tempi di sosta; è, quindi, data dal rapporto fra lo spazio percorso ed il tempo
complessivamente impiegato;
velocità media, lungo una certa traiettoria: è il rapporto tra la lunghezza totale della traiettoria
ed il tempo impiegato a percorrerla, esclusi i perditempo;
In riferimento alla velocità istantanea, si definisce la velocità media in una sezione V per un
certo periodo di tempo la velocità data dalla media ponderale delle velocità Vi mantenute dal
generico veicolo i nell’unità di tempo, rispetto ai flussi elementari qi
v=
∑ qv i i i
∑q i i
La separazione spaziale tra due veicoli (Ss), pari alla distanza tra la sezione posteriore del
veicolo che precede e la sezione frontale del veicolo che segue è data da
s=d–l
dove l è la lunghezza del veicolo che precede.
La separazione temporale(St) è il tempo che intercorre tra il passaggio dell'estremità posteriore
di un veicolo e di quella anteriore del successivo attraverso la medesima sezione della loro
comune traiettoria.
Ai fini dello studio del deflusso è inoltre utile distinguere i sistemi continui, in cui il
distanziamento spaziale Dsp e temporale Dt tra due unità veicolari è costante nel tempo, e
quelli discontinui, in cui il distanziamento è variabile nel tempo.
I primi sono sempre a guida vincolata; i secondi possono essere anche a guida libera
Nel caso del traffico stradale soltanto nel modello del veicolo accodato (car-following), e cioè
ipotizzando il divieto o l'impossibilità del sorpasso, si ha qualcosa di simile al modello
precedentemente considerato, ma con la notevole complicazione derivante dalla diversità di
comportamento dei conducenti.
In generale, anche facendo ricorso, per la loro calibrazione, ad estese rilevazioni sperimentali,
risulta estremamente difficoltoso individuare dei modelli che consentano di ricavare diagrammi
fondamentali di deflusso che si adattino in modo accettabile al fenomeno reale.
Intervengono, infatti, numerosi fattori:
• caratteristiche plano-altimetriche della strada (sezione trasversale, pendenza, tortuosità, punti
singolari);
• tipologie di veicoli e relativa composizione della corrente veicolare;
• caratteristiche e comportamenti della popolazione dei conducenti;
• condizioni ambientali (zona urbana od extraurbana, clima, visibilità, ecc.);
e quindi sono innumerevoli le situazioni reali che possono verificarsi. Il fenomeno consente
pertanto solo un approccio di tipo probabilistico. Si procede generalmente schematizzando
delle condizioni ideali (tipo di strada: autostrada, strada extraurbana, strada urbana; larghezza
delle corsie;
larghezza delle banchine laterali; andamento plano-altimetrico in piano e rettifilo;
Le condizioni del deflusso dipendono essenzialmente dal comportamento dei singoli utenti, nei
confronti delle scelte relative alla velocità, distanziamenti, etc.
Le condizioni del deflusso sono dipendenti dall’interazione di tre elementi fondamentali:
- L’uomo
- Il Veicolo
- La strada
Le caratteristiche rilevanti sono:
- Uomo: reazioni psicotecniche, scopo del viaggio,
- Veicolo: prestazioni, dimensioni
- Strada: plano-altimentriche, pavimentazione, meteo e visibilità
La relazione che lega le tre grandezze, flusso, velocità e densità, è detta relazione fondamentale
del traffico stradale, ed è:
• Q=VxK
Sperimentalmente si può ricavare la relazione tra velocità e densità v = v(k), e da questa
ricavare le relazioni v = v(f) e k = k(f).
Le relazioni che intercorrono tra le i parametri del deflusso può avenire per via sperimentale,
con riferimento alle diverse tipologie stradali, o per via teorica, assumento comportamenti o
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Trasporto
regole di funzionamento del flusso. Le osservazioni sperimentali portano alle curve riportate
nei seguenti grafici
nel grafico è rappresentato l’andamento della media dei vaori massimi di velocità misurate in
corrispondenza di ciascun valore di portatata in domini spazio - tempo.
Per portate basse i valori sono molto dispersi, ed i valori della velocità sono i più elevati: siamo
nel campo delle velocità libere. La velocità decresce al crescere della portata fino alla portata
massima qm, ovvero la capacità, successivamente la velocità decresce con la portata. I n questa
fase il flusso è in fase di instrabilità.
Vm
qm q
qm
Kc Kl k
La curva velocità densità è una funzione con andamento comunque decrescente. Per densità
nulle assume il valore massimo di velocità, corrispondente alla velocità libera. In
corrispondenza della densità limite la velocità assume valore nullo. L’andamento della curva,
nel caso di ipotesi semplificative, può assumere andamento lineare, come nella teoria di seguito
esposta
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dove vf è la velocità a flusso libero (velocità mediamente attuata da veicoli che percorrono in
maniera isolata, ovvero in assenza totale di condizionamenti reciproci, il tratto di strada
considerato) e kj è il valore massimo della densità.
Il modello lineare è matematicamente più semplice da gestire ma fornisce dei valori non
corrispondenti al vero nelle situazioni non "lineari", ovvero per valori elevati o minimi della
densità. In questa ipotesi le relazioni v = v(f) e k = k(f) hanno andamento quadratico.
Il flusso corrispondente ai punti di massimo delle parabole è la capacità della strada; i
corrispondenti valori di densità e velocità sono detti critici (kCR e vCR).
Se si esaminano i diagrammi v = v(f) e k = k(f) si nota che lo stesso flusso f* si può avere sotto
due diverse condizioni:
- in corrispondenza di una velocità minore della velocità critica (densità maggiore della
densità critica)
- in corrispondenza di una velocità maggiore della velocità critica (densità minore della
densità critica)
I diagrammi v = v(f) e k = k(f) possono essere suddivisi in due rami, rappresentativi di diverse
condizioni del deflusso:
ramo stabile, per v > vCR (k < kCR)
ramo instabile, per v < vCR (k > kCR)
Sul ramo stabile, un aumento di densità comporta una diminuzione della velocità, ma un
aumento del flusso; viceversa, sul ramo instabile, un aumento della densità comporta una
ulteriore diminuzione della velocità ed anche una diminuzione del flusso, instaurando fenomeni
di stop-and-go. Sul ramo instabile i livelli di servizio della strada sono modesti.
Q60
PHFx =
(max I x )
Il fattore dell’ora di punta è minore o uguale a 1.
Il livello di servizio
Il livello di servizio (LdS) è una misura qualitativa che descrive le condizioni operative del
flusso su un tronco stradale al variare della portata.
Le condizioni operative di un flusso sono definite attraverso un vettore pluridimensionale le cui
componenti non sempre suscettibili di rappresentazione scalare, sono:
1) Velocità media in un dominio (t, x);
2) Libertà di manovra, come poter marciare alla velocità desiderata;
3) Interruzioni del flusso: numero e durata dei perditempo;
4) Sicurezza;
5) Comfort;
6) Economicità, come ad esempio costo operativo del veicolo,etc.
L’espressione del LdS attraverso una grandezza così complessa, quale quella ora definita per le
infrastrutture stradali, pone rilevanti problemi sia nel sintetizzare e quantificare il livello di
servizio con un’unica misura scalare, sia nel precisare la legge di variabilità con la portata
dell’infrastruttura stessa.
Il “Highway Capacity Manual” (Manuale della Capacità delle Strade - HCM) dell’American
Association of State Highway Officials (AASHO) propone di limitare la valutazione del livello
di servizio a due sole componenti:
1) Velocità media in un dominio (t, x);
2) Il rapporto tra portata e capacità possibile;
Secondo questa proposta il LdS viene definito dalle regioni del piano individuato dalle due
componenti suddette e delimitate, per ciascuna di esse, da valori standard.
L’HCM classifica il livello di servizio di un’infrastruttura stradale con le prime sei lettere
dell’alfabeto: “A” definisce il livello di servizio migliore con densità spaziali basse e
corrisponde a condizioni di flusso libero, mentre il LdS “F” il livello di servizio peggiore con
densità spaziali prossime a quelle limiti ed è relativo a condizioni di flusso instabile.
Con ciò si può definire la portata di servizio per una strada, come la portata che consente le
condizioni operative relative a ciascuno dei livelli esposti.
I livelli sono distinti da sei lettere, da A a F, in ordine decrescente di qualità di circolazione, e
vengono delimitati da particolari valori dei parametri velocità, densità o rapporto q/c. La più
alta portata oraria di ogni livello o portata di servizio massima (PSM), rappresenta la massima
quantità di veicoli che quel livello può ammettere. La portata oraria massima assoluta o
capacità della strada (c), coincide con la portata massima del livello E.
I limiti di separazione tra i livelli A e B, D ed E, E ed F segnano, rispettivamente, il passaggio
del deflusso da libero a stabile, da stabile ad instabile e da instabile a forzato.
Secondo l’H.C.M. i LIVELLI DI SERVIZIO in condizioni ideali risultano così distinti:
LIVELLO DI TIPOLOGIA DI FLUSSO CORRISPONDENTE
SERVIZIO
A LIBERA CIRCOLAZIONE
B LIBERA CIRCOLAZIONE
F FLUSSO CONGESTIONATO
In generale, per strade a flusso ininterrotto, le condizioni di marcia dei veicoli ai vari LdS sono
definibili come segue:
• - A - gli utenti non subiscono interferenze alla propria marcia, hanno elevate possibilità
di scelta delle velocità desiderate (libere); il comfort è notevole.
• - B - la più alta densità rispetto a quella del livello A comincia ad essere avvertita dai
conducenti che subiscono lievi condizionamenti alle libertà di manovra ed al
mantenimento delle velocità desiderate; il comfort è discreto.
• - C - le libertà di marcia dei singoli veicoli sono significativamente influenzate dalle
mutue interferenze che limitano la scelta delle velocità e le manovre all’interno della
corrente; il comfort è definibile modesto.
• - D - è caratterizzato da alte densità ma ancora da stabilità di deflusso; velocità e libertà
di manovra sono fortemente condizionate; modesti incrementi di domanda possono
creare problemi di regolarità di marcia; il comfort è basso.
• - E - rappresenta condizioni di deflusso che comprendono, come limite inferiore, la
capacità; le velocità medie dei singoli veicoli sono modeste (circa metà di quelle del
livello A) e pressoché uniformi; non c'è praticamente possibilità di manovra entro la
corrente; il moto è instabile perché piccoli incrementi di domanda o modesti disturbi
(rallentamenti, ad esempio) non possono più essere facilmente riassorbiti da decrementi
di velocità e si innesca così la congestione; il comfort è bassissimo.
• - F - il flusso è forzato: tale condizione si verifica allorché la domanda di traffico supera
la capacità di smaltimento della sezione stradale utile (ad es. per temporanei
restringimenti dovuti ad incidenti o manutenzioni) per cui si hanno code di lunghezza
crescente, bassissime velocità di deflusso, frequenti arresti del moto, in un processo
ciclico di stop-and-go caratteristico della marcia in colonna in condizioni di instabilità;
non esiste comfort.
I livelli di servizio possono essere utilizzati in fase progettuale perdefinire le caratteristiche di
una infrastruttura noto il flusso di utenti che la potrà utilizzare (di norma ci si riferisce al livello
di servizio B per la progettazione delle strade extraurbane ed al livello C per quelle urbane)
oppure per verificare la qualità del servizio fornito da una infrastruttura esistente.
Si è definita la capacità ideale e limite di una sezione stradale con riferimento a condizioni
ideali di infrastruttura e di traffico.
In realtà vi sono però molti fattori che riducono a valori più bassi la capacità limite di una
sezione: si tratta di fattori legati all’infrastruttura e soprattutto di fattori legati al traffico che la
percorre.
Per ciascuno di essi il “Highway Capacity Manual” (HCM) dell’American Association of
State Highway Officials (AASHO) prevede dei coefficienti riduttivi della capacità limite,
variabili a
seconda dei fattori e del “peso” di ciascuno di essi.
I principali fattori d’infrastruttura sono:
1. Larghezza della corsia;
2. Presenza di ostacoli laterali a distanza inferiore a 1,82 m;
3. Presenza di banchine e relativa larghezza;
4. Pendenza longitudinale;
5. Stato della pavimentazione;
6. Visibilità.
I fattori legati al traffico sono invece:
1. Percentuale di veicoli commerciali;
2. Percentuale di autobus;
3. Presenza di auto in sosta;
4. Presenza di flussi pedonali.
Gli ultimi due fattori sono particolarmente importanti in ambito urbano.
Si rimanda a testi specifici per la valutazione dei singoli coefficienti, che di norma sono dedotti
per via sperimentale, limitandoci ora ad esporre un esempio che, in forma generale, evidenzia
l’effetto
dei fattori di traffico sulle strade extraurbane.
con
N numero di corsie;
Cb capacità base per corsia;
fHP, fw, fm fattori correttivi.
La capacità base per corsia è calcolata nell'ipotesi di: larghezze di corsie di 3.6 m, assenza di
ostacoli laterali fino a 1.8 m dalla corsia laterale, pendenza nulla, presenza di flusso omogeneo
di autovetture ed utenti abituali. La capacità base risulta:
Cb = 2000 veicoli/h
I fattori correttivi tengono conto delle condizioni reali dell'infrastruttura e dei conducenti. Di
seguito si riportano i valori da utilizzare per i fattori correttivi.
Tab. 1.2 - Fattore correttivo derivante dalla larghezza delle corsie e dagli ostacoli laterali
Distanza Ostacoli da un lato Ostacoli da entrambi i
degli ostacoli della carreggiata lati
laterali (m) della carreggiata
Larghezza della singola corsia (m)
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URBANISTICA – Corso di Infrastrutture di Dispensa: Variabili del deflusso
Trasporto
Per l'applicazione, si consideri un'autostrada a due corsie per senso di marcia con flusso
composto per il 6% da veicoli pesanti, per il 94% da autoveicoli. Si consideri il flusso
composto da utenti abituali. La singola corsia è larga 3.35 m e sono presenti ostacoli laterali da
un lato della carreggiata immediatamente a ridosso delle corsie. La strada è in piano (pendenza
nulla). Si vuole calcolare la capacità della strada in una direzione di marcia.
Con riferimento a quanto riportato in precedenza, gli input del problema risultano:
• N = 2;
• a = percentuale di autoveicoli = 94%;
• aA = percentuale di veicoli pesanti = 6%;
• larghezza corsia 3.35 m;
• ostacoli da un lato della carreggiata a ridosso della corsia;
• pendenza nulla;
• utenti abituali.
Si deduce quindi:
• Cb = 2000 veicoli/h
• E = fattore di equivalenza per gli autoveicoli = 1.0
• EA = fattore di equivalenza per i veicoli pesanti = 1.5
• fHP = 1 / [a E + aA EA] = 1 / [0.94 1.0 + 0.06 1.5] = 0.97
• fw = 0.88
• fm = 1.00
Si calcola, quindi, il valore della capacità, che per ciascuna direzione di marcia risulta:
In molti casi, i dati relativi alla domanda direttamente registrata su una particolare infrastruttura
non vengono forniti direttamente in termini di flussi orari, bensì sottoforma di TGM (Traffico
Giornaliero Medio).
Il valore fornito dal TGM rappresenta una media pesata degli andamenti del carico veicolare
suuna certa infrastruttura su base annua, valutata in funzione delle particolari condizioni
ambientali che si succedono durante tutto l’arco dell’anno.
I rilevamenti sono condotti in determinate sezioni dell’intera rete, durante sedici giorni
dell’anno, in giornate diverse della settimana e indicando i passaggi dei mezzi, distinti per
categoria. I rilevamenti sono svolti in parte di giorno, dalle ore 7 alle ore 19, e in parte di notte,
dalle 19 alle 7 del giorno successivo al rilevamento diurno; i rilevamenti notturni di solito sono
limitati a sette giorni.
La valutazione della domanda di traffico è fatta con riferimento a schede compilate nei posti di
osservazione, che forniscono il totale dei veicoli transitati durante il periodo di rilevamento,
suddiviso secondo le seguenti categorie:
1. Moto, moto con sidecar, scooter;
2. Autovetture fino a 9 posti a sedere, anche con rimorchio o roulotte;
3. Autocarri e motocarri con peso totale, compreso il carico autorizzato, fino a 30 quintali;
4. Autocarri con peso totale, compreso il carico autorizzato, superiore a 30 quintali o trattori
stradali isolati;
5. Autocarri con rimorchio;
6. Trattori stradali con semirimorchio;
7. Autobus;
8. Veicoli speciali (sgombraneve, autogrù, autopompe, carri armati, autoblinda, ecc.) e/o
trasporti eccezionali.
ESERCIZIO 1 1
In una sezione stradale denominata AA con inizio alle ore 8:00 e fino alle ore 8:02 sono
transitati 6 veicoli, rispettivamente con velocità: 50 km/h, 60 km/h, 45 km/h, 55 km/h, 45
km/h, 50 km/h.
Calcolare il flusso e la velocità media temporale.
Svolgimento
Il numero dei veicoli transitati nella sezione di osservazione denominata AA è:
Il flusso è:
ESERCIZIO 2 1
In un tronco stradale della lunghezza di 100 m alle ore 8:15 sono presenti 3 veicoli,
rispettivamente con velocità istantanea: 60 km/h, 55 km/h, 55 km/h.
Calcolare la densità e la velocità media spaziale.
Svolgimento
Si consideri un sistema di riferimento longitudinale per le distanze con l'origine posta all'inizio
del tronco. Con tale sistema di riferimento il tronco è compreso tra le coordinate 0 m e 100 m.
Il numero dei veicoli presenti nel tronco stradale alle ore 8:15 è:
La densità risulta:
1
A. Vitetta - il deflusso nei sistemi di trasporto – esercizi ed applicazioni
Autori: F.Cirianni, G.Leonardi Pagina 19 di 19