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Per coloro che soffrono il disturbo di accumulo il bisogno di accumulare oggetti è solo un
aspetto del problema. L'aspetto più grave è che essi non riescono poi separarsi da questi
oggetti, anche quando questi non sono di alcun valore agli occhi di altri.
Circa i due terzi dei soggetti che mostrano i sintomi di questo disturbo non paiono essere
consapevoli della gravità del loro problema. Q ueste persone mostrano un attaccamento
estremo a ciò che possiedono e oppongono notevole resistenza ai tentativi di liberarsene.
Il disturbo di accumulo può avere conseguenze molto gravi.
L'accumulo di oggetti spesso supera la capacità di contenerli nell'abitazione in cui la persona
vive.
Più di 40% di queste persone aveva accumulato così tanti oggetti da non poter più utilizzare
il frigorifero, il lavello di cucina o la vasca da bagno, e nel 10% dei casi era inutilizzabile
perfino il gabinetto.
Molti familiari rompono i rapporti con queste persone, incapaci di capire il loro attaccamento
agli oggetti.
L'aggravarsi del problema spesso richiede l'intervento delle autorità sanitarie, per cercare di
risolvere i problemi di salute e sicurezza.
Circa 10% di coloro che soffrono di questo disturbo si trova prima o poi nel corso
dell'esistenza a dover affrontare il problema dello sfratto.
Circa un terzo dei soggetti con questo disturbo- molto spesso più donne che uomini -
mostrano comportamenti di accumulo anche di animali.
Il comportamento di accumulo ha inizio durante l'infanzia o la prima adolescenza.
Farmaci:
Gli antidepressivi sono i farmaci più usati per il trattamento del DOC e disturbi correlati.
Il farmaco più utilizzato nel trattamento del doc e la clomipramina.
Uno studio ha mostrato che la clomipramina riduce la sintomatologia di circa il 50%.
Inoltre è stata dimostrata la sua efficacia sia nei giovani e sia negli adulti. L'altra metà
continua a espedire sintomi perlomeno lievi di doc nonostante trattamento con
antidepressivi.
trattamento psicologico:
L'approccio più usato per il trattamento psicologico del disturbo ossessivo-compulsivo e
correlati è l'esposizione e prevenzione della risposta (ERP)
disturbo da accumulo:
Il trattamento di questo disturbo si basa su un adattamento della tecnica del ERP che si
utilizza nei casi di DOC.
La procedura di esposizione incentrata sulla situazione che le persone con questo disturbo
temono di più, ovvero il doversi liberare di ciò che possiedono.
Sul totale di coloro che sono esposti a un grave trauma, le donne hanno una probabilità
doppia rispetto agli uomini di sviluppare un PTSD.
Questo perché le donne sono esposte a circostanze diverse da quelle cui sono esposti gli
uomini; hanno molte più probabilità di subire aggressioni sessuali durante l'infanzia e l'età
adulta.
Alcuni gruppi culturali possono essere esposti con maggiore frequenza a eventi traumatici, e
di conseguenza manifestare un tasso più alto di PTSD.
EZIOLOGIA DEI DISTURBI PTSD: Molti fattori di rischio coinvolti mi disturbi d'ansia sono
anche associate alla sviluppo di PTSD; Tra questi la vulnerabilità genetica, l'iperattività
dell'amigdala, l'esposizione a trauma in età infantile, il nevroticismo, l'attenzione a stimoli
negativi nell'ambiente i meccanismi di condizionamento comportamentale.
Le ricerche le teorie sulle cause specifiche del PTSD si concentrano soprattutto su cause
specifiche come la gravità, la natura dell'evento traumatico, sui fattori di rischio quali un
ridotto volume dell'ippocampo (area cerebrale nota per il suo ruolo nei processi di memoria,
soprattutto nella formazione di ricordi associati alle emozioni), la dissociazione altri fattori
come il supporto sociale su cui può contare la persona e il suo livello intellettivo.
L'ippocampo svolge ruolo cruciale rispetto alla capacità di collocare i nostri ricordi
autobiografici nello spazio, nel tempo e nel contesto, e di organizzare la nostra personale
narrazione di quei ricordi.
Le persone che soffrono di PTSD sembrano provare una notevole paura quando
esperiscono stimoli, anche fuori contesto, che fanno loro ricordare il trauma vissuto.
Brewin ha avanzato l'ipotesi che i deficit di memoria verbale si possono spiegare con la
riduzione di volume dell'ippocampo. Questa teoria ci aiuta a capire come una persona possa
avere difficoltà a descrivere l'evento traumatico vissuto e allo stesso tempo essere ancora
torturata dai ricordi di quell'evento.
In conclusione, i deficit dell'ippocampo potrebbero contribuire alla vulnerabilità psicologica
del PTSD in due modi. In primo luogo i deficit l'ippocampo potrebbero fare aumentare il
rischio che una persona risponde agli stimoli che le rammentano il trauma anche quando
questi si verificano un contesto sicuro.
In secondo luogo, i deficit dell’ippocampo possono interferire con l'organizzazione di una
narrazione corrente dell'evento traumatico.
Strategie di coping
Coloro che affondano il trauma attraverso strategie di evitamento del pensiero, hanno poi
maggiori probabilità di sviluppare un ptsd.
Molte ricerche si sono incentrate sui sintomi di dissociazione ( Come il sentirsi distaccato
dal proprio corpo e delle proprie emozioni, oppure essere incapace di ricordare l'evento). La
dissociazione puoi impedire al soggetto di confrontarsi con i ricordi del trauma. Coloro che al
momento del trauma o Immediatamente dopo presentano sintomi di dissociazione, o che
cercano di sopprimere ricordi dell'evento traumatico, hanno maggiori probabilità di
sviluppare un PTSD.
Per incoraggiare i clinici a tenere conto delle strategie di coping, il DSM 5 include lo
specificatore con ‹sintomi dissociativi› al fine di evidenziare i casi in cui il ptsd è
accompagnato da sintomi persistenti o ricorrenti di dissociazione.
Cerca il 10 15% delle persone soddisfa i criteri per questo specificatore, che è soprattutto
comune tra le persone che hanno subito una storia di abusi nell'infanzia.
Altre risorse che possono contribuire allo sviluppo di strategie di coping adattive, come ad
esempio un QI elevato e un forte sostegno sociale, possono essere fattori protettivi nei
confronti dell'insorgere del ptsd.