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CAPITOLO 7

criteri diagnostici del DSM 5 ti disturbo ossessivo compulsivo:


-ossessioni e/o compulsioni
-ossessioni sono definite da:
pensieri, impulsi o immagini ricorrenti intrusivi, persistenti , non voluti. la persona cerca di
ignorare sopprimere o neutralizzare puoi pensieri, impulsi o immagini
- le compulsioni sono definite da​:
comportamenti o pensieri ripetitivi che la persona si sente spinta a mettere in atto per
prevenire il proprio malessere o un evento temuto.
-la persona si sente spinta a mettere atto comportamenti o i pensieri ripetitivi in risposta a
ossessioni o in base a rigide regole.
-Le azioni sono eccessive o hanno poche probabilità di prevenire la situazione temuta.

Le ossessioni o le compulsioni causano notevole dispendio di tempo (almeno un'ora al


giorno) oppure causano un livello di malessere o di malfunzionamento clinicamente
significativo.

Il disturbo ossessivo-compulsivo tende a sorgere prima di 10 anni oppure nella tarda


adolescenza/ inizio dell'età adulta.

tra le compulsioni più comuni vi sono:


● Cercare di mantenere la pulizia e l'ordine
● Esegui le pratiche ripetitive, alle quali la persona attribuisce un valore magico
protettivo
● Controllare in continuazione di avere effettivamente seguito certe azioni

Disturbo di disformismo corporeo-criteri diagnostici :


Preoccupazione per 1 più difetti percepiti nel proprio aspetto fisico
● Per gli altri il difetto percepito è solo lieve o non percepibile.
● La persona ha eseguito operazioni mentali o comportamenti ripetitivi(per es.
controllare la propria l'immagine allo specchio, cercare rassicurazioni, curarsi
eccessivamente della propria persona) , in risposta alle preoccupazioni sul suo
aspetto.
● La preoccupazione non è limitata al peso e al grasso corporeo.

Individui con disturbo di dismorfismo corporeo provano un'intensa preoccupazione perché


immaginano, uno o più difetti del proprio aspetto fisico. Le preoccupazioni dei soggetti con
DDC hanno un carattere ossessivo in quando per loro è molto difficile smettere di pensare
alle loro preoccupazioni.
In media, individui con DDC passano dalle 3 alle 8 ore al giorno a preoccuparsi del loro
aspetto.
I sintomi di questo disturbo provocano un estremo malessere.
Circa un terzo delle persone con DDC si rende poco conto di avere una visione di sé
eccessivamente negativa.
Circa un terzo delle persone con DDC ha le spalle una storia di ideazione suicidaria, e circa
il 20% ha tentato il suicidio.
Circa il 40% di coloro che sono affetti da questo disturbo non è in grado di lavorare.
L'esordio avviene tipicamente nell'adolescenza.
Circa il 90% delle persone a cui è stato diagnosticato questo disturbo ne riferisce ancora i
sintomi a 4 anni di distanza dalla diagnosi.
I fattori socioculturali ​hanno certamente un ruolo importante sul fatto che la persona giudichi
se stessa attraente o meno. Resoconti clinici provenienti da diverse parti del mondo
suggeriscono che i sintomi e gli esiti del disturbo di dismorfismo corporeo siano simili nelle
diverse culture. Tuttavia la parte del corpo su cui le persone focalizzano la loro
preoccupazione può variare da una cultura all'altra. Ad esempio la preoccupazione per come
appaiono le palpebre èmolto più diffusa in Giappone che nei paesi occidentali.

Disturbo da accumulo-criteri diagnostici:


● Difficoltà persistente a gettare via gli oggetti che si possiedono, o a separarsene,
indipendentemente dal loro reale valore.
● Bisogno percepito di conservare gli oggetti.
● Disagio associato con il gettare via gli oggetti.
● I sintomi portano ad accumulare una grande quantità di oggetti, che ingombrano aree
fondamentali della abitazione o del luogo di lavoro, tanto da compromettere normale
utilizzo senza l'intervento di altri.

Per coloro che soffrono il disturbo di accumulo il bisogno di accumulare oggetti è solo un
aspetto del problema. L'aspetto più grave è che essi non riescono poi separarsi da questi
oggetti, anche quando questi non sono di alcun valore agli occhi di altri.
Circa i due terzi dei soggetti che mostrano i sintomi di questo disturbo non paiono essere
consapevoli della gravità del loro problema. Q ​ ueste persone mostrano un attaccamento
estremo a ciò che possiedono e oppongono notevole resistenza ai tentativi di liberarsene.
Il disturbo di accumulo può avere conseguenze molto gravi.
L'accumulo di oggetti spesso supera la capacità di contenerli nell'abitazione in cui la persona
vive.
Più di 40% di queste persone aveva accumulato così tanti oggetti da non poter più utilizzare
il frigorifero, il lavello di cucina o la vasca da bagno, e nel 10% dei casi era inutilizzabile
perfino il gabinetto.
Molti familiari rompono i rapporti con queste persone, incapaci di capire il loro attaccamento
agli oggetti.
L'aggravarsi del problema spesso richiede l'intervento delle autorità sanitarie, per cercare di
risolvere i problemi di salute e sicurezza.
Circa 10% di coloro che soffrono di questo disturbo si trova prima o poi nel corso
dell'esistenza a dover affrontare il problema dello sfratto.
Circa un terzo dei soggetti con questo disturbo- molto spesso più donne che uomini -
mostrano comportamenti di accumulo anche di animali.
Il comportamento di accumulo ha inizio durante l'infanzia o la prima adolescenza.

Prevalenza e comorbilità le disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati:


Le stime di prevalenza nell'arco di vita si aggirano sui 2 % per il DOC e il DDC e sull’1,5%
per il disturbo di accumulo.
Sia il disturbo ossessivo-compulsivo che disturbo di disformismo corporeo sono leggermente
più comuni tra le donne che tra gli uomini.
Il disturbo da accumulo ha uguale frequenza nei due sessi, ma ben pochi uomini ricercano
un trattamento.
Queste tre sindromi, oltre ad avere alti tassi di comorbilità fra loro, tendono tutte e tre ad
associarsi con la depressione e i disturbi d'ansia.
Inoltre il DOC e il DDC tendono ad associarsi anche con i disturbi correlati a sostanze.

Eziologia del disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati:


Vi è ub moderato contributo genetico alle tre sindromi del DOC, del disturbo di accumulo e
del DDC.
Si stima che l'ereditabilità giustifichi dal 40% al 50% della varianza nella manifestazione di
ognuna di queste condizioni.
Il disturbo ossessivo compulsivo, il disturbo di dismorfismo corporeo e
il disturbo di accumulo sono parzialmente sovrapponibili per quanto riguarda la loro
eziologia.
Gli studi di neuroimaging rilevano tre aree cerebrali strettamente correlate presentano un
livello di attività insolite nelle persone con DOC:
la corteccia orbitofrontale, il nucleo caudato, e il giro cingolo anteriore.
Il DDC sembrerebbe correlato al iperattività della corteccia orbitofrontale e del nucleo
caudato.
Nel disturbo da accumulo si evidenzia un'iperattività nella corteccia orbitofrontale e nel giro
del cingolo anteriore.
Eziologia del disturbo ossessivo compulsivo
Lo scopo principale della teoria cognitivo comportamentale consiste nel capire perché i
comportamenti o i pensieri che inizialmente servivano a scongiurare una minaccia, nella
persona con doc continuano a manifestarsi ancora molto tempo dopo che la minaccia è
scomparsa.
In modello comportamentale del DOC propone che le persone con questo disturbo
mantengono risposte condizionate ancora per molto tempo dopo la scomparsa delle
situazioni che hanno portato il condizionamento del comportamento iniziale.
Sul piano psicologico, il doc sembra essere caratterizzato da un deficit di
Yedasentience​ ( sensazione di consapevolezza che ci avvisa quando abbiamo fatto
abbastanza, per es. Pulito abbastanza).

La soppressione del pensiero modello cognitivo delle ossessioni:


Una teoria differente è stata avanzata per le ossessioni. Secondo questo modello coloro che
soffrono di DOC si sforzano più intensamente degli altri per sopprimere i pensieri ossessivi,
Ma così facendo in realtà peggiorano la situazione. Questa tendenza all’ossessione può
essere esacerbata dalla ​soppressione del pensiero​ ( effetto paradosso di concentrare
maggiormente l'attenzione sull'oggetto del pensiero).

Eziologia del DDC


Le teorie cognitivo-comportamentali del disturbo da dismorfismo corporeo si incendiano su
ciò che succede alla persona che soffre di questa condizione quando guarda il proprio
corpo. Queste persone anziché considerare una configurazione nel suo complesso
prendono in considerazione una caratteristica per volta, il che rende più probabile che
rimangono concentrati su un piccolo difetto. Molte persone con DDC sono convinte che i loro
valore dipende esclusivamente dall'aspetto esteriore.

Eziologia del disturbo da accumulo:


I modelli cognitivo-comportamentali nel disturbo da accumulo si incentrano sulle scarse
abilità di organizzare ( difficoltà di attenzione, di categorizzazione e di decision-making),
sulle convinzioni insolite rispetto agli oggetti che si possiedono e sui comportamenti di
evitamento.
L'evitamento è considerato uno dei fattori chiave nel mantenimento dell'accumulo
disordinato.

Trattamento del disturbo ossessivo compulsivo e correlati.

Farmaci:
Gli antidepressivi sono i farmaci più usati per il trattamento del DOC e disturbi correlati.
Il farmaco più utilizzato nel trattamento del doc e la ​clomipramina.
Uno studio ha mostrato che la clomipramina riduce la sintomatologia di circa il 50%.
Inoltre è stata dimostrata la sua efficacia sia nei giovani e sia negli adulti. L'altra metà
continua a espedire sintomi perlomeno lievi di doc nonostante trattamento con
antidepressivi.

trattamento psicologico:
L'approccio più usato per il trattamento psicologico del disturbo ossessivo-compulsivo e
correlati è ​l'esposizione e prevenzione della risposta (​ERP​)

Disturbo ossessivo compulsivo :


Molte persone che soffrono di questo disturbo spesso nutrono la credenza che il loro
comportamento compulsivo abbia il potere quasi magico d’impedire che accadono cose
terribili. Nella fase dell’ERP che prevede la prevenzione della risposta, i soggetti si
sottopongono a una esposizione intensiva a situazioni che suscitano i loro comportamenti
compulsivi e quindi cercano di trattenersi dall’eseguire i loro soliti rituali.
Il ragionamento su cui si fonda questo approccio procede nel modo seguente:
1. non eseguire il rituale espone il soggetto all'ansia provocata dallo stimolo, in tutta la sua
intensità ;
2. l'esposizione promuove l'estinzione della risposta condizionata(l’ansia).

La componente dell’ERP costituita dall'esposizione utilizza ​l'approccio​ ​gerarchico,​ secondo il


quale il cliente comincia con l'affrontare gli stimoli di cui ha meno paura per poi avanzare
gradualmente, nelle sedute successive, verso stimoli via via più minacciosi, fino
all'esposizione completa.
L’ERP implica tipicamente l’impedire alla persona di eseguire i suoi soliti rituali durante le
sedute di terapia, che possono durare fino a 90 minuti.

Disturbo di dismorfismo corporeo:


I principi fondamentali dell’ERP vengono adottati in vari modi al trattamento dei sintomi del
DDC.
Ad esempio, per l'esposizione, si richiede alle persone con DDC di interagire con persone
che potrebbero criticare il loro aspetto.
Per quanto riguarda la prevenzione della risposta, si chiede a queste persone di evitare di
compiere attività a cui ricorrono di solito per rassicurarsi sul proprio aspetto, come guardarsi
allo specchio.
I trattamenti che prevedono anche la componente cognitiva possono essere più efficaci di
quelli esclusivamente comportamentali
, anche se entrambi gli approcci producono effetti duraturi.

disturbo da accumulo:
Il trattamento di questo disturbo si basa su un adattamento della tecnica del ERP che si
utilizza nei casi di DOC.
La procedura di esposizione incentrata sulla situazione che le persone con questo disturbo
temono di più, ovvero il doversi liberare di ciò che possiedono.

DBS​ ​o stimolazione cerebrale profonda


La DBS implica l'impianto di elettrodi nel cervello per le persone affette da forme croniche di
doc, che non rispondono neppure a molteplici trattamenti farmacologici.
Gli elettroliti sono in genere impiantati nel nucleo accumbens oppure in una regione al
margine dello striato ventrale. Il trattamento attualmente resta sperimentale, poiché
l'impianto di elettrodi nel cervello può comportare complicazioni. Ciononostante i vantaggi
derivanti dall'applicazione della DBS portano conferme alle teoria neurobiologiche sul doc.

Il disturbo da stress post traumatico e disturbo da stress acuto:


Il disturbo da stress post-traumatico e il disturbo da stress acuto vengono diagnosticati solo
quando una persona sviluppa i sintomi in seguito un evento traumatico.

CRITERI DIAGNOSTICI PTSD


A. La persona è stata esposta un evento che ha implicato morte o minacce di morte,
gravi lesioni, violenza sessuale reale o minacciata, in uno più dei due modi seguenti:
sperimentando direttamente l'evento; essendo testimone dell'evento; venendo a
sapere che una persona cara ha subito una morte violenta o accidentale, o la
minaccia di tale morte.
B. Almeno uno dei seguenti sintomi di ​intrusione:
● ​ricordi spiacevoli, ricorrenti, involontari intrusivi dell'evento traumatico oppure nei
bambini, gioco ripetitivo incentrato su aspetti riguardanti il trauma;
● Sogni angoscianti ricorrenti correlati all'evento/i
● Reazioni dissociative (flashback) in cui la persona sente agisce come se l'evento/i
traumatico/i si stesse ripetendo, oppure nei bambini di ritualizzazione del trauma
tramite gioco;
● Intenso o prolungato di saggio o reazioni fisiologiche risposta a stimoli che
somigliano all'evento/i traumatico/i
C. almeno uno dei seguenti sintomi​ ​di ​evitamento:
● Evita di stimoli interni collegate all'evento traumatico
● Evita gli stimoli esterni collegati all'evento traumatico
D. almeno due delle seguenti​ alterazioni negative di aspetti cognitivi e dell'umore che
hanno avuto inizio dopo l'evento:
● Incapacità di ricordare un aspetto importante dell'evento traumatico;
● Esagerare e persistenti aspettative negative riguarda se stessi, agli altri e al mondo
● Biasimo persistente ed eccessivo di sé o di altri in relazione all'evento traumatico
● Stato emozionale negativo pervasivo, ogni bambina di sotto di 7 anni, emozioni
negative più frequenti
● Marcata diminuzione di interesse o partecipazione in attività significative
● Sensazioni di distacco o alienazione verso gli altri o, nei bambini al di sotto di 7 anni,
ritiro sociale
● Incapacità persistente di esperire emozioni positive
E. Almeno due delle seguenti ​alterazione della arousal e della reattività:
● comportamento irritabile aggressivo
● comportamenti imprudenti e autodistruttivi
● ipervigilanza
● problemi di concentrazione
● difficoltà del sonno
F. I sintomi sono iniziate peggiorati in seguito all'evento traumatico e sono perdurati almeno
un mese
G. tra i bambini al di sotto dei 7 anni, la diagnosi richiede che siano soddisfatti i criteri A, B,
E e F, ma sono un sintomo della categoria C oppure D.

Il disturbo da stress post-traumatico è caratterizzato da un'intensa risposta a un grave


evento stressante, risposta che comprende un notevole aumento d'ansia, ricordi di correnti
all'evento traumatico, emozioni e pensieri negativi, evitamento degli stimoli associati al
trauma e sintomi di elevata attivazione fisiologica.
Mentre il trauma da combattimento è per gli uomini il tipo di evento più comune all'origine di
un disturbo post traumatico da stress, per le donne è lo stupro: almeno un terzo delle donne
che hanno subito una violenza sessuale soddisfa i criteri per la diagnosi di PTSD.
L'esposizione al trauma è solo il primo elemento di cui questa diagnosi tiene conto. Oltre al
trauma la diagnosi di PTSD ti chiedo una presenza di un insieme di sintomi che sono
raggruppati in quattro categorie principali:
● Riesperienza intrusiva dell'evento traumatico
● Evitamento di stimoli associati all'evento
● Altri segni di pensieri e stati d'animo negativi sviluppatosi in seguito al trauma
● Sintomi di aumento dell'attivazione fisiologica e della reattività.

Oltre a disturbo da stress post-traumatico, il DSM prevede la diagnosi di disturbo da ​stress


acuto(ASD).
Come il PTSD, la diagnosi di ASD viene tratta quando i sintomi si manifestano in seguito un
evento traumatico.
A parte la loro durata, ​ ​più breve, ​i sintomi di disturbo acuto sono molto simili a quelli del
PTSD;​ questa categoria diagnostica è applicabile solo quando i sintomi durano da tre giorni
a un mese.
Coloro in cui si manifesta l’ASD, sono esposti a un rischio elevato di sviluppare il PTSD
nell'arco di 2 anni in seguito a trauma.
Il PTSD presenta un'elevata comorbilità con altri disturbi. Le condizioni che si associano di
più al PTSD sono gli altri disturbi d'ansia, la depressione maggiore, l'abuso di sostanze e il
disturbo della Condotta.
Due terzi di coloro che a 26 anni avevano la diagnosi di PTSD , a 21 anni avevano già
manifestato i sintomi di un altro disturbo d'ansia.

Sul totale di coloro che sono esposti a un grave trauma, le donne hanno una probabilità
doppia rispetto agli uomini di sviluppare un PTSD.
Questo perché le donne sono esposte a circostanze diverse da quelle cui sono esposti gli
uomini; hanno molte più probabilità di subire aggressioni sessuali durante l'infanzia e l'età
adulta.

Alcuni gruppi culturali possono essere esposti con maggiore frequenza a eventi traumatici, e
di conseguenza manifestare un tasso più alto di PTSD.

EZIOLOGIA DEI DISTURBI PTSD:​ Molti fattori di rischio coinvolti mi disturbi d'ansia sono
anche associate alla sviluppo di PTSD; Tra questi la vulnerabilità genetica, l'iperattività
dell'amigdala, l'esposizione a trauma in età infantile, il nevroticismo, l'attenzione a stimoli
negativi nell'ambiente i meccanismi di condizionamento comportamentale.
Le ricerche le teorie sulle cause specifiche del PTSD si concentrano soprattutto su cause
specifiche come la gravità, la natura dell'evento traumatico, sui fattori di rischio quali un
ridotto volume dell'ippocampo​ (area cerebrale nota per il suo ruolo nei processi di memoria,
soprattutto nella formazione di ricordi associati alle ​emozioni​)​, la dissociazione altri fattori
come il supporto sociale su cui può contare la persona e il suo livello intellettivo.

L'ippocampo svolge ruolo cruciale rispetto alla capacità di collocare i nostri ricordi
autobiografici nello spazio, nel tempo e nel contesto, e di organizzare la nostra personale
narrazione di quei ricordi.
Le persone che soffrono di PTSD sembrano provare una notevole paura quando
esperiscono stimoli, anche fuori contesto, che fanno loro ricordare il trauma vissuto.
Brewin​ ha avanzato l'ipotesi che i deficit di memoria verbale si possono spiegare con la
riduzione di volume dell'ippocampo. Questa teoria ci aiuta a capire come una persona possa
avere difficoltà a descrivere l'evento traumatico vissuto e allo stesso tempo essere ancora
torturata dai ricordi di quell'evento.
In conclusione, i deficit dell'ippocampo potrebbero contribuire alla vulnerabilità psicologica
del PTSD in due modi. In primo luogo i deficit l'ippocampo potrebbero fare aumentare il
rischio che una persona risponde agli stimoli che le rammentano il trauma anche quando
questi si verificano un contesto sicuro.
In secondo luogo, i deficit dell’ippocampo possono interferire con l'organizzazione di una
narrazione corrente dell'evento traumatico.

Strategie di coping
Coloro che affondano il trauma attraverso strategie di evitamento del pensiero, hanno poi
maggiori probabilità di sviluppare un ptsd.
Molte ricerche si sono incentrate sui sintomi di ​dissociazione ​( Come il sentirsi distaccato
dal proprio corpo e delle proprie emozioni, oppure essere incapace di ricordare l'evento). La
dissociazione puoi impedire al soggetto di confrontarsi con i ricordi del trauma. Coloro che al
momento del trauma o Immediatamente dopo presentano sintomi di dissociazione, o che
cercano di sopprimere ricordi dell'evento traumatico, hanno maggiori probabilità di
sviluppare un PTSD.
Per incoraggiare i clinici a tenere conto delle strategie di coping, il DSM 5 include lo
specificatore con ‹sintomi dissociativi› al fine di evidenziare i casi in cui il ptsd è
accompagnato da sintomi persistenti o ricorrenti di dissociazione.
Cerca il 10 15% delle persone soddisfa i criteri per questo specificatore, che è soprattutto
comune tra le persone che hanno subito una storia di abusi nell'infanzia.
Altre risorse che possono contribuire allo sviluppo di strategie di coping adattive, come ad
esempio un QI elevato e un forte sostegno sociale, possono essere fattori protettivi nei
confronti dell'insorgere del ptsd.

Trattamento farmacologico del ptsd


Gli antidepressivi e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina SSRI, sono efficaci
nel trattamento di questo disturbo tuttavia interrompendo l'assunzione dei farmaci si ha
spesso una recidiva.

Trattamento psicologico del ptsd


Nel trattamento del disturbo post traumatico da stress, l'esposizione riguarda ricordi del
trauma originale o di elementi che lo richiamano; il soggetto viene incoraggiato confrontarsi
con l'evento, in modo da poterlo superare così estinguere l'ansia. Quando è possibile il
cliente viene esposto direttamente in ​vivo, a ​condizioni che ricordano il trauma. In altri casi
si ricorderà ​esposizione immaginativa, ​cioè il soggetto richiama deliberatamente alla
memoria l'evento traumatico.
I risultati suggeriscono che il trattamento mediante esposizione sia più efficace nell’alleviare
i sintomi del disturbo post traumatico da stress di quando non si ha una psicoterapia di
sostegno non strutturata una terapia farmacologica.
Trattamenti di rielaborazione cognitiva sono strutturati allo scopo di aiutare le vittime di
stupro o di abusi sessuali infantili a contrastare la tendenza di autocolpevolizzarsi e a
biasimare se stesse.

Trattamento psicologico del disturbo da stress acuto


interventi psicologici per le ASD possono ridurre il rischio di sviluppare in seguito PTSD.
Il trattamento di esposizione sembra essere più efficace della ristrutturazione cognitiva nel
prevenire lo sviluppo di PTSD.

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