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Stefano Isola
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Sommario: In questo lavoro si discutono alcuni aspetti del modo in cui la matematica moderna interviene
nella questione aperta dagli antichi sulla divisione dell'ottava.
Abstract: In this paper we discuss some aspects of the way in which modern mathematics intervenes in the
question open in the antiquity about the division of the octave.
32 STEFANO ISOLA
Se poniamo sce in questo sistema una ``migliore approssimazione
n
3 dell'identitaÁ'', nel senso che ogni altro elemento > 1
1 zn 2k rn ; 1 rn < 2 ; n2Z
2 del gruppo, se piu Á vicino all'identitaÁ deve avere nume-
ratore piuÁ grande. Infine, voler temperare la scala
eÁ facile rendersi conto che partendo da z0 1, cioeÁ
pitagorica, identificando le coppie enarmoniche come
dal Do centrale, e variando n, il fattore rn rappre-
La [ e Sol ], sarebbe equivalente a voler imporre la
senta la nota ottenuta applicando la prima regola
relazione 2 19 312 1 nel gruppo abeliano libero h2; 3i.
pitagorica n volte e poi riportando la nota all'ottava
iniziale. Ad esempio per n 4; 3; 2; . . . ; 6; 7; 8
NOTA 2.2. ± In termini di trasformazione di un
si trovano i valori di rn :
oggetto geometrico, la scala pitagorica puoÁ essere
128 32 16 4 1 generata iterando una rotazione irrazionale. Se
La [ ! Mi [ ! Si [ ! Fa ! Do S1 R=Z eÁ il cerchio unitario, a 2 (0; 1) e
81 27 9 3 1
Ra : S1 ! S1 la rotazione Ra (x) : x a (mod 1),
3 9 27 81 243
! Sol ! Re ! La ! Mi ! Si allora la (2) puoÁ allora essere riscritta nella forma
2 8 16 64 128
log2 rn Rna (0) fnag con a log2 (3=2) 2 R n Q
729 2187 6561
! Fa ] ! Do ] ! Sol ]
512 2048 4096 dove fxg x (mod 1). Com'eÁ noto, la sequenza fnag eÁ
uniformemente distribuita su S1 e la struttura degli
Osserviamo ora che l'intervallo tra La [ e Sol ] vale intervalli generati dall'iterazione di una rotazione
precisamente un comma pitagorico: irrazionale Áe descritta dal cosiddetto teorema delle
128=81 531441 tre distanze [26], il quale afferma che, se a 2 R n Q, la
sequenza fnag con 0 n < N partiziona il cerchio
6561=4096 524288
unitario in N intervalli le cui lunghezze assumono al
e per questo diremo che La [ e Sol ] formano una Á tre valori, uno dei quali uguale alla somma degli
piu
coppia enarmonica. Infine, non Áe difficile rendersi altri due. In questo caso, prendendo N 7, si trovano
conto che il sistema di intervalli risultante dall'appli- due lunghezze possibili: quella corrispondente al
cazione ripetuta delle regole pitagoriche non Áe chiuso. tono T, cioeÁ `1 log2 9 log2 8 2a 1 e quella
Prendendo il logaritmo in base due in (1) si ottiene corrispondente al semitono diatonico S, cioeÁ `2
log2 (256) log2 (243) 3 5a. Aumentando N, com-
2 na k log2 rn con a log2 (3=2)
paiono progressivamente altre lunghezze, la prima
Se il sistema si chiudesse allora vi sarebbero due delle quali Áe proprio quella corrispondente al semito-
numeri interi n1 e n2 tali che n1 6 n2 e rn1 rn2 . In mo cromatico S0 , ovvero `3 `1 `2 log2 (2187)
tal caso avremmo che n1 a k1 n2 a k2 e quindi log2 (2048) 7a 4. Riprenderemo questo aspetto
a (k1 k2 )=(n1 n2 ) p=q cioeÁ a sarebbe un nu- Á avanti.
piu
mero razionale. Ma allora si avrebbe 3=2 2p=q
ovvero 3q 2p q . D'altra parte il primo termine eÁ
3. ± La scala naturale di Zarlino
sempre dispari mentre il secondo Áe sempre pari. In
particolare a eÁ irrazionale. Il sistema pitagorico rimase in uso fino al basso
Medioevo, soddisfacendo le esigenze della composi-
NOTA 2.1. ± Adottando un linguaggio diverso ed zione monodica e della prima polifonia medievale, in
osservando che cui le voci parallele procedevano nota contro nota ad
q intervalli di quarta o di quinta. Successivamente si
i j p 3
3 23 2 ; p i j; q j; affermoÁ un uso sempre piu Á frequente degli intervalli di
2
terza e sesta, che nella scala pitagorica risultano poco
possiamo riassumere quanto visto fin qui dicendo che consonanti. Nel XVI secolo il teorico musicale Gioseffo
la scala pitagorica puoÁ essere identificata con h2; 3i, il Zarlino (1517-1590), riprendendo idee piu Á antiche,
sottogruppo moltiplicativo di R generato da 2 e 3. propose la costruzione di un sistema di accordatura
Come vedremo piu Á oltre, il comma pitagorico costitui- che includesse anche il rapporto di terza maggiore 5=4
34 STEFANO ISOLA
D'altra parte, se ci limitiamo a considerare solo gli presentante in [1; 2) eÁ 5=4. Tale proiezione soddisfa
intervalli di P3 ristretti all'ottava [1; 2), possiamo p(1) (0; 0), p(x 1 ) p(x) e p(xy) p(x) p(y),
costruire una proiezione p : P3 ! Z2 data da 8x; y 2 P3 , ed Áe dunque un omomorfismo di gruppi
q r il cui nucleo eÁ P1 . Una porzione del gruppo quo-
p 3 5
p:2 ! (q; r) ziente P3 =P1 fxP1 : x 2 P3 g, isomorfo a Z2 , eÁ
2 4
mostrata nel seguente schema, dove nella riga
che suddivide P3 in classi di equivalenza costituite orizzontale centrale si possono facilmente indivi-
dagli stessi intervalli trasposti su tutte le ottave, duare gli elementi della scala pitagorica, mentre, ad
ciascuna delle quali ha un rappresentante in [1; 2). esempio, la scala diatonica naturale si puoÁ indivi-
Ad esempio gli intervalli 5=4; 10=4; 5=8; 5=1 stanno duare tra gli elementi centrali della prima e della
tutti nella stessa classe di equivalenza, e il loro rap- seconda riga.
"r
128/81 32/27 16/9 4/3 1/1 3/2 9/8 27/16 81/64 243/128 !q
PiuÁ in generale, ogni scala naturale di ordine 5 analogo a come non Áe generalmente possibile
puoÁ essere individuata come un sottoinsieme di schiacciare in maniera perfetta una superficie cur-
P3 =P1 . In particolare, la scala cromatica naturale va su un piano, e quindi occorre decidere che cosa
di 12 note Áe esattamente contenuta nel rettangolo conservare piu Á fedelmente e cosa meno. CioÁ daÁ
di vertici 25=24, 4=3, 9=8 e 225=128. Per ulteriori origine appunto all'esistenza di microintervalli,
considerazioni su questa costruzione e varianti detti comma e di loro combinazioni dette scisma,
che utilizzano diversi generatori rimandiamo a caratteristici di ciascun tipo di accordatura. Ad
[19]. esempio, l'esistenza del comma sintonico fa sõÁ che
L'unicitaÁ della fattorizzazione degli interi impli- uno strumento ad intonazione fissa accordato se-
ca che Pn eÁ un gruppo libero per ogni n e la scala condo la scala naturale di Do suona bene solo nella
corrispondente non puoÁ essere un sottogruppo tonalitaÁ di Do. Per cambiare la tonica (modulazio-
discreto di R . CosõÁ, come il sistema pitagorico, ne) bisogna cambiare strumento, o riaccordarlo.
anche la scala naturale zarliniana non forma un Temperare uno o piu Á di questi microintervalli
sistema chiuso, e le frazioni che compaiono nella significa costruire sistemi di note in cui essi spari-
rappresentazione riportata sopra sono tutte di- scano [4]. Diversi possibili temperamenti sono stati
stinte. Se ad esempio, partendo da Si [ (16=9), ci elaborati ed utilizzati nella storia della musica,
muoviamo quattro passi verso destra, passando come ad esempio i temperamenti irregolari, in
per Fa (4=3), Do (1=1), Sol (3=2) e arrivando al Re uso ai tempi di Bach [5], o come il temperamento
(9=8), e poi uno verso il basso (4 quinte - 2 ottave - mesotonico, introdotto dallo stesso Zarlino per
1 terza maggiore) arriviamo ad un Si [ (9=5), che Áe temperare il comma sintonico, in cui si mantiene
Á grande di quello di partenza di un comma
piu fisso il rapporto 5=4 per le terze maggiori e i
sintonico 81=80. restanti intervalli si interpolano rendendoli piu Á
In generale, possiamo dire che nell'ambito delle omogenei
p possibile. Ne risulta una scala con cinque
scale naturali i rapporti tra le frequenze all'interno toni ( 5=2) e due semitoni (8=55=4 ). L'intervallo di
dell'ottava non si possono fissare una volta per quinta diviene 51=4 , abbassandosi di un quarto di
tutte senza creare leggere distorsioni, in modo comma sintonico [5].
36 STEFANO ISOLA
mentari uguali, in numero pari al suo denominatore, tali 3=2 e 5=4 e dunque dell'intera serie dei sette
in modo che l'intervallo di quinta corrisponda ad un intervalli consonanti. Il sistema equabile `tempera'
numero di tali intervalli uguale al suo numeratore. tutti i possibili microintervalli determinando il siste-
CosõÁ, ad esempio, l'approssimazione 3=5 divide l'ot- ma chiuso di dodici note, detto circolo delle quinte,
tava in 5 intervalli uguali e 3 di essi corrispondono a riportato nella figura seguente.
una quinta (scala pentatonica), mentre l'approssi-
mazione 7=12 divide l'ottava in 12 intervalli uguali
(semitoni) e 7 di essi corrispondono a una quinta.
7. ± I semiconvergenti
8. ± L'albero di Stern-Brocot: cammini,
Facendo riferimento alla (7), vediamo che se indirizzi, parole
x 2 R ha lo sviluppo x [a0 ; a1 ; a2 ; . . . ], allora per
ogni n 1 vi sono esattamente an semiconvergenti La sequenza dei semiconvergenti puoÁ essere
della forma riguardata come un cammino su un albero binario
[a0 ; a1 ; . . . ; an 1 ; 1]; A, detto albero di Stern-Brocot (3). Si tratta di un
modo di ordinare l'insieme dei numeri razionali
[a0 ; a1 ; . . . ; an 1 ; 2]; ; [a0 ; a1 ; . . . ; an 1 ; an ] (positivi) in modo che ogni numero compaia una e
In altri termini, per ogni n 1 e 1 r an il una sola volta. L'operazione di base necessaria a
0
38 STEFANO ISOLA
Se chiamiamo profondita Á di un elemento di A la frazione p=q alla sua antecedente p0 =q0 (ovvero la
`generazione' alla quale appartiene (a partire dalla frazione dalla quale discende) allora se p > q si avraÁ
radice 1=1 che ha profonditaÁ uguale a uno), si puoÁ q0 q e p0 p q; se invece q > p allora p0 p e
mostrare [6] che ogni p=q 2 Q compare esattamen- q0 q p.
te una volta in A e corrisponde ad un unico cammino
finito che parte dalla radice 1=1 e il cui numero d 1 8.1 ± Cammini
di vertici, ovvero la profonditaÁ di p=q, soddisfa
X
n Un modo per `muoversi' lungo i rami dell'albero si
14 d ai ottiene osservando che ogni x 2 Q puoÁ essere
i0 m n
decomposto in modo unico come x con
dove p=q [a0 ; a1 ; . . . ; an ]. Viceversa, i 2d 1 elemen- s t
ns mt 1, e dunque le colonne della matrice
ti di A con profonditaÁ d 1 sono tutti e soli quei
n m
numeri p=q 2 Q il cui sviluppo in frazione continua X 2 SL(2; Z) X 2 SL(2; Z) sono i geni-
t s
soddisfa (14).
tori di x sull'albero di Stern-Brocot in ordine inver-
tito. In questo modo, la radice dell'albero Á
NOTA 8.1. ± Se Ad denota l'insieme dei p=q 2 Q non e altro
1 0
con profonditaÁ d, vale la curiosa proprietaÁ che la matrice identitaÁ: I , mentre le
0 1
X
15 1=pq 1 1 0 1 1
matrici A eB rappresentano
p=q2Ad 1 1 0 1
le frazioni 1=2 e 2=1, rispettivamente. Ora, l'elemen-
Per rendersene conto possiamo ragionare come se- to x considerato sopra ha a sua volta un'unica coppia
gue. Chiamiamo le frazioni p=(p q) e (p q)=q di `figli' (mediante sinistro e mediante destro), dati
discendenti di p=q. Ora, se p=q [a0 ; a1 ; . . . ; an ] rispettivamente da
allora p=(p q) [0; 1; a0 ; a1 ; . . . ; an ] e (p q)=q m mn mn n
[a0 1; ; a1 ; . . . ; an ] e dunque se p=q ha profonditaÁ d, e
s st st t
i suoi discendenti hanno profonditaÁ d 1.
Ma
Ovviamente i discendenti degli elementi di una ge-
nerazione formano esattamente la generazione n m 1 0 mn m m mn
()
successiva. A questo punto si procede per induzione t s 1 1 st s s st
in d. La proprietaÁ cercata Áe vera per d 1. D'altra e
parte si ha 1=pq 1=p(p q) 1=(p q)q, dunque
essa si trasmette da una `generazione' all'altra. n m 1 1 n mn mn n
()
Osserviamo infine che se vogliamo risalire da una t s 0 1 t st st t
40 STEFANO ISOLA
8.2 ± Indirizzi trova 1s(x) 1100000100001 e dunque k 212
211 25 20 6177, ovvero 75=64 eÁ il seimilacento-
Abbiamo detto che l'albero A determina un ordi- settantasettesimo numero razionale nell'ordinamen-
namento dell'insieme dei numeri razionali positivi, to di Stern-Brocot. La validitaÁ di questa `regola'
ma quale? L'ordinamento piu Á naturale Áe quello segue facilmente per induzione osservando che se
ottenuto `leggendo' l'albero come un testo, cioeÁ riga la rappresentazione binaria di k eÁ s 2 f0; 1g allora la
per riga da sinistra a destra, partendo dalla radice. rappresentazione binaria di k 1 si ottiene som-
Se indichiamo con ek il k-esimo numero razionale in mando 1 (mod 2) ad s. Esempio: 1001 1 1010,
questo ordinamento allora si ha oppure 1111 1 10000.
1 1 2 1 2
e1 ; e2 ; e3 ; e4 ; e5 ;
1 2 1 3 3 8.3 ± Parole
3 3 1
e6 ; e7 ; e8 ; Associando alla somma di Farey (13) la corri-
2 1 4
spondente operazione di concatenamento su f0; 1g
Dato x 2 Q di profonditaÁ d, possiamo mettere in si puoÁ stabile un'interessante corrispondenza biuni-
corrispondenza la sua rappresentazione come elemen- voca tra gli elementi dell'albero A e un insieme P di
to della successione ek e il codice binario s(x) che parole binarie, che chiameremo parole di Farey-
identifica il cammino ad esso associato. Innanzitutto Christoffel (4).
osserviamo che la sequenza simbolica s(x) di x 2 Q
puoÁ essere ottenuta rapidamente basandosi sull'os- DEFINIZIONE. - Posto w0 0 e w1 1, se p=q
1 0
servazione fatta in precedenza su come costruire la and p0 =q0 sono frazioni consecutive in A, con
sequenza degli antecedenti di x (cfr. Nota 8.1). Illu- qp0 pq0 1, e se p00 =q00 p=q p0 =q0 , allora
striamolo con un esempio. Consideriamo la frazione wp00 wpq wp0 .
q00 q0
75=64.Il suo sviluppo infrazione continua Áe [1; 5; 1; 4; 2] Alcune proprietaÁ delle parole cosõÁ ottenute sono
e dunque ha profonditaÁ 1 5 1 4 2 13. Co- riportate nella seguente (5)
struiamo la sequenza dei suoi antecedenti sostituendo
Á grande tra numeratore e denomina-
ogni volta al piu PROPOSIZIONE 8.2. ± 1. 8w 2 P si ha w wpq con
tore la differenza con l'altro termine. Otteniamo cosõÁle p jwj
jwj1 (e dunque jwj p q).
q 0
dieci frazioni
2. 8w 2 P si ha w 0 c 1 con c 2 f0; 1g palin-
75 11 11 11 11 11 11
; ; ; ; ; ; ; droma: c ~c.
64 64 53 42 31 20 9
3. Se wp 0 c 1 allora wq 0 ^c 1 .
q p
2 2 2 2 2 1 4. Le parole associate ai medianti sinistro e
; ; ; ; ;
9 7 5 3 1 1 destro di w 0 c 1 2 P sono
Costruiamo ora una sequenza binaria associando 1 0 (0c) 1 0 (c 0) 1 e 0 (1c) 1 0 (c1) 1
ad ogni frazione 1 e 0 ad ogni frazione < 1. La
dove u e u sono i palindromi piu Á brevi con
sequenza trovata Áe 1000001000011. Confrontando
suffisso, risp. prefisso, dato da u.
con lo sviluppo in frazione continua si vede che
coincide con s(x)1, cioeÁ la sequenza simbolica di x
con l'aggiunta di un 1 finale. Non si tratta di una
coincidenza ma di un fatto facilmente dimostrabile (4) Studiate per la prima volta da Christoffel nel 1875
utilizzando la rappresentazione matriciale vista so- come `parole automatiche' [11]. Per le loro proprietaÁ in
pra. Chiamiamo indirizzo di x il numero intero k la connessione al tema generale della combinatoria sulle parole
vedi [22].
cui rappresentazione binaria (con potenze decre-
(5) Usiamo qui la seguente notazione: se w s1 . . . sn
scenti di 2) Áe 1s(x) (ottenuta cioeÁ piazzando in testa poniamo w ~ sn . . . s1 e w
^ ^s1 . . . ^sn , dove per s 2 f0; 1g
l'uno finale della sequenza costruita con gli antece- abbiamo posto ^s 1 s. Sia poi jwj la lunghezza di w e jwjs
denti). Allora si ha x ek . Nel caso considerato si il numero di occorrenze del simbolo s 2 f0; 1g in w.
42 STEFANO ISOLA
za jwj1 =jw0 j p=q 2 (0; 1) puoÁ essere scritta nella passo di parola di
pendenza valore
forma derivazione Farey-Christoffel
Xp
0 00100101 3=5 1
w 0n1 1 0n2 0np 1; ni 1 ; ni q
1 01011 3=2 1
i1
2 001 1=2 2
Se invece p=q > 1 allora w ha la forma 3 1 1=0 1
X
q
w 0 1n1 0 1n2 0 1nq ; ni 1 ; ni p
NOTA 8.4. ± Analogamente a come i cammini finiti
i1
su A sono in corrispondenza con le geodetiche di
Inoltre, gli interi ni possono assumere soltanto due scattering (cfr. Nota 8.3), possiamo costruire un'in-
valori: [q=p] o [q=p] 1 nel primo caso, [p=q] o teressante corrispondenza tra le parole di Farey-
[p=q] 1 nel secondo. Seguendo [25], chiamiamo Christoffel e i cerchi di Ford. Si tratta di una famiglia
[q=p] 1 (o [p=q]) il valore di w, e costruiamo la numerabile di circonferenze ortogonali ai lati dei
parola derivata w0 per mezzo del seguente algorit- triangoli geodetici considerati nella Nota 8.3, ciascuna
mo: se la pendenza p=q di w eÁ piu Á piccola di uno e il delle quali, indicata con Cpq , eÁ tangente a R in pq ed ha
suo valore Áe k (cioeÁ [q=p] k), allora il simbolo 1 Áe diametro q12 . I cerchi piu
Á grandi che si possono cosõÁ
isolato e operiamo la sostituzione 0 ! 0 e 0k 1 ! 1. ottenere hanno diametro unitario e corrispondono a
Se invece p=q > 1 e [p=q] k, allora il simbolo 0 Áe Cn , n 2 Z (in figura sono riportati C0 , C1 e C1 ).
isolato e facciamo la sostituzione 1 ! 1 e 01k ! 0. 2
cedenti (cfr. Nota 8.1). A sua volta, quest'ultima oppure sono tra di loro tangenti se p0 q pq0 1.
00 0
equivale ad iterare la mappa F : R ! R data da Tre cerchi Cpq , Cp0 e Cp00 con pq < pq00 < pq0 sono tangenti
q0 q00 00
8 0
tra di loro se e solo se pq00 pq pq0 .
< x ; 0x1
19 F : x 7! 1 x
: Immaginiamo ora di eseguire un esperimento con
x 1; x>1
un monocordo, uno strumento costituito da una
la cui azione sulle frazioni continue Áe singola corda tesa tra due ponticelli fissati su una
base rigida. Un terzo ponticello intermedio puoÁ
20 F : [a0 ; a1 ; a2 ; . . . ]
( essere spostato lungo la corda in modo da dividerla
[0; a1 1; a2 ; . . . ] ; a0 0 in due parti ottenendo suoni di altezza variabile.
7! Pensato come apparato per eseguire esperimenti di
[a0 1; a1 ; a2 ; . . . ] ; a0 > 0
acustica, si puoÁ immaginare fissata alla sua base una
CosõÁ, se w ha pendenza x e valore k, w0 ha pendenza riga su cui segnare le posizioni del ponticello mobile
F k (x) e valore [F k (x)] o [1=F k (x)]. p corrispondenti alle note. Sul segmento di retta che la
rappresenta come ente teorico, la posizione del pon-
ESEMPIO. Partendo da p=q 3=5 [0; 1; 1; 2] e ticello puoÁ essere rappresentata da un'ascissa x
w 00100101 otteniamo il seguente schema. variabile ad esempio nell'intervallo (0; 1]. Se pizzi-
te le condizioni topologiche coinvolte in tali espres- mensione dei cerchi di Ford decresce esponenzial-
sioni). L'esperienza mostra che il numero di armonici mente con la differenza tra sonoritaÁ e larghezza.
44 STEFANO ISOLA
comprendere in termini del grado di simmetria rota- compresi tra due successivi multipli del generatore
zionale ottenuta quando i toni vengono arrangiati in puoÁ essere uguale a 1, 3 o 4.
circolo: sia la sequenza delle quinte che quella delle
note lungo la scala hanno lo stesso grado di simmetria
rotazionale. Detto altrimenti, il numero di toni com-
presi tra due multipli successivi del generatore (ivi
incluso uno dei due) Áe costante, qui uguale a 4.
46 STEFANO ISOLA
che soddisfi 21=2 g 2 e costruire il sistema 1 1 0
() A ;
pitagorico generalizzato 2 1 1
P(g) f2n gm : n; m 2 Zg 2 1 1
() AB ;
3 1 2
Il seguente risultato mette in relazione alcuni con-
cetti illustrati fin qui. 3 2 1
() ABA ;
5 3 2
PROPOSIZIONE 9.1. ± In un sistema pitagorico 4 3 1
() ABAA ;
generalizzato P(g), una scala di N note Áe una scala 7 5 2
ben formata se e solo se p=N Áe un semiconvergente
di log2 g. Inoltre, l'automorfismo p : ZN ! ZN che 7 3 4
() ABAAB
permuta ZN in modo da arrangiare i toni in or- 12 5 7
dine di scala Áe p : k ! q k (mod N) dove q
e cosõÁ via. Si puoÁ notare che per tutti questi esempi
(p) 1 (mod N).
vale la seguente regola:
Dimostrazione. Mostriamo che se una scala di p a11 a12
se () allora p a22 1 (mod N)
N note in P(g) eÁ ben formata allora N deve N a21 a22
essere il denominatore di un semiconvergente
dunque a22 sarebbe il moltiplicatore q della teoria di
del generatore a log2 g. Per l'implicazione op-
Carey e Clampitt. Che sia in generale proprio cosõÁlo
posta rimandiamo a ([9], Cap. III, Teorema 2).
si vede facilmente usando la proprietaÁ di unimodu-
Ora, l'ipotesi fatta implica che fqag eÁ prima nota
laritaÁ a11 a22 a21 a12 1 (vedi anche [28]):
della scala dopo lo 0. Dall'identitaÁ a [qa]=q
fqag=q si evince dunque che non vi sono razionali p a22 (a11 a12 )a22 1 a12 (a21 a22 ) 1 a12 N
m=n 2 ([qa]=q; a) con n < q. Pertanto [qa]=q < a eÁ
un semiconvergente di a. Lo stesso argomento Vediamo ora un ultimo aspetto delle scale ben
mostra che anche (1 [(N q)a])= (N q) > a eÁ formate: la cosiddetta proprieta Á di Myhill (7). Essa
un semiconvergente. Trovandosi da parti opposte consiste nel fatto che gli intervalli tra due note
di a, almeno uno dei due eÁ un convergente. Il loro successive, o comunque tra due note separate da
mediante Áe dunque un semiconvergente ed ha la un numero fissato di note, assumono soltanto due
forma p=N con p 1 [qa] [(N q)a]. p valori. Nel contesto della definizione generale data
sopra essi sono: a fqag e b 1 f(N q)ag, che
Possiamo a questo punto mettere in corrispon- appaiono nell'ottava N q e q volte, rispettivamen-
denza le scale ben formate con particolari cammini te. La differenza tra questi due valori viene detta
sull'albero di Stern-Brocot (o, in modo equivalente, comma generalizzato.
con sequenze di cerchi di Ford). Se alla scala ben Ad esempio per N 2 si trovano i due intervalli
formata di N toni associamo la frazione p=N dove p di quinta (3/2) e di quarta (4/3) e la loro differenza Áe il
eÁ la posizione della quinta lungo la scala, allora ad tono maggiore (9/8). Per N 7 si trova il tono
ogni fissato generatore g corrisponde un unico maggiore (9/8) e il semitono diatonico (256/243) e la
cammino sull'albero di Stern-Brocot che converge loro differenza Áe il semitono cromatico (2187/2048).
a log2 g, e gli elementi di tale cammino, cioeÁ i Passando alla scala logaritmica troviamo il seguente
semiconvergenti di tale numero, rappresentano schema (dove a log2 (3=2)).
ciascuno una scala ben formata. Ad esempio il
cammino che corrisponde a log2 (3=2) inizia con
01001100010000011 . . . come si evince dallo sviluppo
log2 (3=2) [0; 1; 1; 2; 2; 3; 1; 5; 2; . . . ]. Dunque le fra-
(7) Attribuita al matematico inglese John Myhill (1923-
zioni che lo compongono si possono rappresentare 1987) dai teorici della musica John Clough and Gerald
nella forma Myerson.
Si puoÁ mostrare facilmente che la proprietaÁ di Myhill La seguente osservazione, riportata in [13], mette
eÁ una diretta conseguenza del giaÁ ricordato Teorema in relazione la teoria delle scale ben formate con
delle tre distanze (cfr. Nota 2.2), osservando che le la combinatoria delle parole (cfr. Sezione 8.3):
distanze in questo caso si riducono a due essendo il dalla forma degli intervalli a e b si evince facil-
numero di termini considerati uguale al denomina- mente che wS (k) vale 0 o 1 a seconda che
tore di un semiconvergente, e passando al denomi- (k q)(mod N) ((k 1) q)(mod N) sia uguale a q
natore successivo il nuovo intervallo Áe proprio il o q N rispettivamente o, in modo equivalente,
comma generalizzato della situazione precedente. a seconda che [kq=N] [(k 1)q=N] sia 0 o 1.
Inoltre, come osservato nella Nota 2.1, nel contesto Pertanto wS (k) [kq=N] [(k 1)q=N]. Confron-
del sistema pitagorico il comma 312 =219 costituisce tando con la (18), otteniamo la seguente.
una migliore approssimazione dell'identitaÁ nel grup-
po libero h2; 3i, nel senso che ogni altro elemento > 1 PROPOSIZIONE 9.2. ± Una scala S di N note con
del gruppo, se piu Á vicino all'identitaÁ deve avere parametri (a; q) Áe ben formata se e solo se wS Áe una
numeratore piu Á grande. CioÁ segue dal fatto che in parola di Farey-Christoffel con pendenza q=(N q).
scala logaritmica il comma pitagorico vale 12a 7
q4 a p4 , dove pn =qn eÁ l'n-esimo convergente di NOTA 9.1. ± Una famiglia di scale duale alla fa-
a log2 (3=2), e dalla stima (8). miglia di scale ben formate Áe quella in tempera-
Una breve riflessione mostra che ogni comma mento equabile ottenuta usando i semiconvergenti
generalizzato ha la forma ( 1)n (sm a rm ) o, in direttamente come generatori. Ricordiamo che
n 1 n
notazione moltiplicativa, 2( 1) (sm rm ) 3( 1) sm , dove scegliere un determinato convergente p=N come
rm =sm eÁ l'm-esimo semiconvergente di a e n m se approssimazione razionale di un generatore irra-
rm =sm pn =qn , altrimenti n eÁ l'indice del conver- zionale a equivale a suddividere l'immagine loga-
gente immediatamente successivo. Tutto cioÁ puoÁ ritmica di un'ottava in N parti uguali, mentre l'in-
essere facilmente esteso ai comma generalizzati di tervallo corrispondente ad a stesso corrisponde ad
un sistema pitagorico qualunque P(g). un numero p di tali parti.
Concludiamo con un ulteriore legame tra la teoria
delle scale ben formate e il materiale sviluppato nelle
NOTA 9.2. ± La teoria di Carey e Clampitt for-
sezioni precedenti, questa volta con la teoria combi-
nisce un interessante approccio allo studio dei si-
natoria delle parole. In effetti, per quanto visto fin
stemi tonali, nel senso che le scale ben formate
qui, a una scala ben formata S di N note con
possono servire come scale di riferimento per la
parametri (a; q) possiamo associare una parola bina-
musica tonale. Tuttavia tale teoria riesce a de-
ria wS 2 f0; 1g che descrive il modo in cui i due
scrivere soltanto scale generate da un generatore g
possibili intervalli tra note successive si alternano
(oltre all'ottava), cioeÁ scale costruite con un sistema
lungo la scala. I simboli di tale sequenza sono dati da
pitagorico generalizzato. Ricordiamo che una scala
8
>
> 0 se n(k) n(k 1) naturale di ordine 5 richiede due generatori, come
>
>
< a fqag ad esempio 3=2 e 5=4. La possibilitaÁ di descrivere
wS (k) k 1; . . . ; N scale ben formate in un sistema naturale di ordine 5
>
>
> 1 se n(k) n(k 1)
> o superiore si offre dunque come un problema
:
b 1 f(N q)ag aperto.
48 STEFANO ISOLA
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Stefano Isola