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Matematica, Cultura e Società

R IVISTA DELL’U NIONE M ATEMATICA I TALIANA

Stefano Isola

Su alcuni rapporti tra matematica e scale musicali

Matematica, Cultura e Società. Rivista dell’Unione Matematica Italiana, Serie 1, Vol. 1


(2016), n.1, p. 31–50.
Unione Matematica Italiana
<http://www.bdim.eu/item?id=RUMI_2016_1_1_1_31_0>

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SIMAI & UMI
http://www.bdim.eu/
Matematica, Cultura e Società. Rivista dell’Unione Matematica Italiana, Unione Matematica Italiana, 2016.
Á ± Rivista dell'Unione Matematica Italiana
Matematica, Cultura e Societa
Serie I, Vol. 1, N. 1, Aprile 2016, 31-50

Su alcuni rapporti tra matematica


e scale musicali
STEFANO ISOLA
Á di Camerino
Universita
E-mail: stefano.isola@unicam.it

Sommario: In questo lavoro si discutono alcuni aspetti del modo in cui la matematica moderna interviene
nella questione aperta dagli antichi sulla divisione dell'ottava.

Abstract: In this paper we discuss some aspects of the way in which modern mathematics intervenes in the
question open in the antiquity about the division of the octave.

1. ± Introduzione della progressiva affermazione nella pratica musicale


occidentale di quella particolare `stilizzazione' dell'al-
L'uso di strumenti concettuali caratteristici delle fabeto musicale nota come temperamento equabile.
scienze esatte per la modellizzazione di fenomeni In questo lavoro, dopo aver introdotto alcuni ele-
acustico-musicali ha una storia molto lunga, risalente menti basilari per una rappresentazione razionale dei
per lo meno alla Sectio Canonis di Euclide [14], dove principali sistemi di accordatura, discuteremo alcuni
alcuni aspetti del programma filosofico dei primi aspetti piu Á astratti del rapporto tra matematica e
Pitagorici [8] vengono riformulati in uno schema teoria musicale alla luce di un recente risveglio d'inte-
coerente di divisione dell'ottava per mezzo della resse per la modellizzazione matematica di fenomeni
teoria delle proporzioni esposta negli Elementi, allo acustico-musicali, in particolare nella ricerca di princi-
scopo di produrre schemi di intervalli consonanti pi strutturali, e in certa misura universali, nella for-
adottabili nell'accordatura degli strumenti musicali. mazione delle scale musicali, ricerca che mette insieme
L'opera si apre affermando la relazione di proporzio- strumenti concettuali di teoria dei numeri, teoria dei
nalitaÁ sussistente tra l'altezza dei suoni e la velocitaÁ gruppi, sistemi dinamici e combinatoria sulle parole, e
delle vibrazioni che li producono, un passo concettua- che negli ultimi decenni ha prodotto interessanti
le che secondo alcune fonti era stato compiuto dal risultati e una consistente letteratura (vedi ad esempio
tarantino Archita, contemporaneo di Platone. Sem- [1], [5], [16] [21], [23]). In questa prospettiva, adotte-
pre ad Archita eÁ attribuita una dimostrazione della remo un punto di vista critico riguardo all'utilizzo di
terza proposizione, nella quale si afferma che poiche strumenti matematici `universalizzati' in un contesto
nessuna radice di 2 Á e esprimibile con una frazione, caratterizzato da un numero limitato di elementi per-
nessun medio proporzionale puoÁ essere inserito tra 1 cettibili distinti. Cerchiamo di chiarire questo punto.
e 2, e dunque non Áe possibile suddividere l'ottava in Innanzitutto, per formulare matematicamente la no-
intervalli uguali che formino rapporti razionali con zione di intervallo tra due note con frequenze a e b, si
l'ottava stessa. Com'eÁ noto, l'approccio `pitagorico' eÁ parte dal fatto che se a e b dipendono dalla scelta
stato oggetto di controversie protrattesi per oltre due dell'unitaÁ di frequenza, il loro rapporto a=b no. CosõÁ, ad
millenni, intrecciandosi in vario modo con la vicenda esempio, dire che l'intervallo tra a e b eÁ un'ottava,
significa che a=b ˆ 2; dire che eÁ una quarta pura
significa che a=b ˆ 4=3, mentre un quinta pura corri-
Accettato: il 28 dicembre 2015. sponde a a=b ˆ 3=2. Questi sono i principali intervalli

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 31


di riferimento considerati nella tradizione `pitagorica'. mezzo dei quali generare tutti gli altri. La seconda
Diversamente, dire che l'intervallo tra a e b eÁ una consiste nella particolare disposizione di questi in-
7
quinta temperata significa che a=b ˆ 212 , un numero tervalli fondamentali all'interno della scala stessa.
irrazionale. D'altra parte, se consideriamo gli intervalli
come grandezze additive, la quinta pura corrisponde al
numero log2 (3=2), che eÁ irrazionale, mentre la quinta 2. ± La scala pitagorica
temperata corrisponde a 7=12 di ottava, un numero
Nella cosiddetta scala pitagorica, oltre all'ottava
razionale. Dal punto di vista puramente aritmetico non
2=1, vi eÁ un solo intervallo fondamentale, la quinta
possiamo dunque dire che una quinta o l'altra sia
pura 3=2. Osservando che 3=2 ˆ (2=1)=(4=3), le sue
irrazionale, ma solo che lo Áe il loro rapporto. Ora, se
note si possono ottenere applicando ripetutamente le
quest'affermazione ha perfettamente senso ove vi sia
due regole seguenti: moltiplicare per 3=2 = salire di
la possibilitaÁ di operare in un insieme infinito di numeri
una quinta; dividere per 4=3 = scendere di una
reali, non ne ha alcuno dal punto di vista prettamente quarta. Applicando in successione questa coppia di
musicale, dove i meccanismi percettivi non possono regole a partire da Do, si giunge alla scala maggiore
accedere che a un numero finito di intervalli distinti. diatonica di sette note riportata nel seguente schema:
Come vedremo, l'intervallo musicale di quinta puoÁ
essere rappresentato da enti teorici distinti, potrem-
Do Re Mi Fa Sol La Si Do
mo dire da distinte `razionalitaÁ': da una parte una
1/1 9/8 81/64 4/3 3/2 27/16 243/128 2/1
quinta pura, pari al rapporto razionale di frequenze
3=2, dall'altra una serie di `quinte temperate', corri-
spondenti a frazioni dell'ottava individuate dai conver- Vediamo che la struttura della scala diatonica cosõÁ
genti di log2 (3=2), ovvero 3=5, 7=12, 31=53, . . . ottenuta Áe caratterizzata dalla seguente sequenza
Ciascuna di esse Á e in grado di determinare un di intervalli tra note successive (1): T T S
T T T S, dove T ˆ 9=8 eÁ detto tono intero;
particolare schema di accordatura, ma la prima e le
S ˆ 256=243 eÁ detto semitono diatonico pitagorico.
seconde non possono essere messe in relazione tra
GiaÁ Archita nel IV sec. a.C. aveva dimostrato che
loro se non all'interno di uno schema teorico piu Á
gli intervalli della forma (n ‡ 1)=n, in particolare il
`grande', come l'albero di Stern-Brocot che discute-
tono intero 9=8, non si possono dividere in due
remo piu Á avanti, il quale comprende elementi che
intervalli uguali per mezzo di numeri razionali. CosõÁ,
non corrispondono ad alcuncheÁ di percepibile. In
un semitono diatonico S non Áe proprio la metaÁ di un
particolare, cioÁ rafforza l'idea che la percezione
tono T, ma quasi. Il complementare S0 di S in T
musicale di un intervallo o di un altro non Áe una
(ovvero S0 ‡ S ˆ T) si chiama semitono cromatico
questione di precisione numerica, ma sembra piut-
pitagorico, S0 ˆ (9=8)=(256=243) ˆ 2187=2048, e il
tosto legata alla capacitaÁ di distinguere un dato
sistema pitagorico si basa sul fatto che la differenza
elemento entro un insieme predefinito e strutturato
tra semitono diatonico e semitono cromatico eÁ molto
da certe simmetrie. Un tema che occupa da millenni piccola (poco piuÁ di un nono di tono):
la teoria musicale Áe appunto quello di organizzare
l'insieme dei suoni utilizzati in modo da formare un 2187=2048 312 531441
ˆ 19 ˆ ˆ 1,0136432647705:::
sistema di note, chiamato scala musicale, adottabile 256=243 2 524288
nella pratica. Generalmente, si adotta l'intervallo di Tale differenza eÁ detta comma pitagorico. Per
ottava (diapason) come lo `spazio' entro il quale va cogliere il suo significato possiamo procedere cosõÁ.
organizzato l'intero sistema delle note di una scala,
cosicche scale diverse corrispondono a diverse par-
tizioni di questo intervallo di riferimento. A questo (1) La scala diatonica, caratterizzata da cinque toni e due
punto lo studio delle scale puoÁ essere caratterizzato semitoni, prende il nome da uno dei tre generi della musica
da due componenti basilari, interdipendenti ma greca antica: diatonico, enarmonico e cromatico, che erano le
tre forme con cui si potevano manifestare i diversi modi, o
distinte, che possiamo chiamare rispettivamente armonie, della musica ellenica (dorico, eolio, misolidio, frigio,
costitutiva e strutturale. La prima consiste nella ipofrigio, lidio, ipolidio), ciascuno legato ad un ethos specifico
selezione di un insieme di intervalli fondamentali per radicato nella regione di provenienza.

32 STEFANO ISOLA
Se poniamo sce in questo sistema una ``migliore approssimazione
 n
3 dell'identitaÁ'', nel senso che ogni altro elemento > 1
…1† zn ˆ ˆ 2k rn ; 1  rn < 2 ; n2Z
2 del gruppo, se piu Á vicino all'identitaÁ deve avere nume-
ratore piuÁ grande. Infine, voler temperare la scala
eÁ facile rendersi conto che partendo da z0 ˆ 1, cioeÁ
pitagorica, identificando le coppie enarmoniche come
dal Do centrale, e variando n, il fattore rn rappre-
La [ e Sol ], sarebbe equivalente a voler imporre la
senta la nota ottenuta applicando la prima regola
relazione 2 19 312  1 nel gruppo abeliano libero h2; 3i.
pitagorica n volte e poi riportando la nota all'ottava
iniziale. Ad esempio per n ˆ 4; 3; 2; . . . ; 6; 7; 8
NOTA 2.2. ± In termini di trasformazione di un
si trovano i valori di rn :
oggetto geometrico, la scala pitagorica puoÁ essere
128 32 16 4 1 generata iterando una rotazione irrazionale. Se
La [ ! Mi [ ! Si [ ! Fa ! Do S1 ˆ R=Z eÁ il cerchio unitario, a 2 (0; 1) e
81 27 9 3 1
Ra : S1 ! S1 la rotazione Ra (x) :ˆ x ‡ a (mod 1),
3 9 27 81 243
! Sol ! Re ! La ! Mi ! Si allora la (2) puoÁ allora essere riscritta nella forma
2 8 16 64 128
log2 rn ˆ Rna (0)  fnag con a ˆ log2 (3=2) 2 R n Q
729 2187 6561
! Fa ] ! Do ] ! Sol ]
512 2048 4096 dove fxg ˆ x (mod 1). Com'eÁ noto, la sequenza fnag eÁ
uniformemente distribuita su S1 e la struttura degli
Osserviamo ora che l'intervallo tra La [ e Sol ] vale intervalli generati dall'iterazione di una rotazione
precisamente un comma pitagorico: irrazionale Áe descritta dal cosiddetto teorema delle
128=81 531441 tre distanze [26], il quale afferma che, se a 2 R n Q, la
ˆ sequenza fnag con 0  n < N partiziona il cerchio
6561=4096 524288
unitario in N intervalli le cui lunghezze assumono al
e per questo diremo che La [ e Sol ] formano una Á tre valori, uno dei quali uguale alla somma degli
piu
coppia enarmonica. Infine, non Áe difficile rendersi altri due. In questo caso, prendendo N ˆ 7, si trovano
conto che il sistema di intervalli risultante dall'appli- due lunghezze possibili: quella corrispondente al
cazione ripetuta delle regole pitagoriche non Áe chiuso. tono T, cioeÁ `1 ˆ log2 9 log2 8 ˆ 2a 1 e quella
Prendendo il logaritmo in base due in (1) si ottiene corrispondente al semitono diatonico S, cioeÁ `2 ˆ
log2 (256) log2 (243) ˆ 3 5a. Aumentando N, com-
…2† na ˆ k ‡ log2 rn con a ˆ log2 (3=2)
paiono progressivamente altre lunghezze, la prima
Se il sistema si chiudesse allora vi sarebbero due delle quali Áe proprio quella corrispondente al semito-
numeri interi n1 e n2 tali che n1 6ˆ n2 e rn1 ˆ rn2 . In mo cromatico S0 , ovvero `3 ˆ `1 `2 ˆ log2 (2187)
tal caso avremmo che n1 a k1 ˆ n2 a k2 e quindi log2 (2048) ˆ 7a 4. Riprenderemo questo aspetto
a ˆ (k1 k2 )=(n1 n2 )  p=q cioeÁ a sarebbe un nu- Á avanti.
piu
mero razionale. Ma allora si avrebbe 3=2 ˆ 2p=q
ovvero 3q ˆ 2p q . D'altra parte il primo termine eÁ
3. ± La scala naturale di Zarlino
sempre dispari mentre il secondo Áe sempre pari. In
particolare a eÁ irrazionale. Il sistema pitagorico rimase in uso fino al basso
Medioevo, soddisfacendo le esigenze della composi-
NOTA 2.1. ± Adottando un linguaggio diverso ed zione monodica e della prima polifonia medievale, in
osservando che cui le voci parallele procedevano nota contro nota ad
 q intervalli di quarta o di quinta. Successivamente si
i j p 3
…3† 23 ˆ2 ; p ˆ i ‡ j; q ˆ j; affermoÁ un uso sempre piu Á frequente degli intervalli di
2
terza e sesta, che nella scala pitagorica risultano poco
possiamo riassumere quanto visto fin qui dicendo che consonanti. Nel XVI secolo il teorico musicale Gioseffo
la scala pitagorica puoÁ essere identificata con h2; 3i, il Zarlino (1517-1590), riprendendo idee piu Á antiche,
sottogruppo moltiplicativo di R‡ generato da 2 e 3. propose la costruzione di un sistema di accordatura
Come vedremo piu Á oltre, il comma pitagorico costitui- che includesse anche il rapporto di terza maggiore 5=4

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 33


come intervallo fondamentale. Zarlino ottenne tale Tale discrepanza, detta comma sintonico, si osserva
sistema estendendo l'insieme dei numeri interi per anche internamente alla scala naturale, confrontan-
mezzo dei quali costruire gli intervalli consonanti do ad esempio l'intervallo [Do; Sol], che vale 3=2, con
dal quaternario pitagorico f1; 2; 3; 4g al senario l'intervallo [Re; La], che vale 40=27.
f1; 2; 3; 4; 5; 6g, ma la scala che ne risulta ha preso
poi anche il nome di scala naturale percheÁ puoÁ essere
ottenuta prendendo un certo numero di armonici: 4. ± Scale naturali e temperamenti
n; 2n; 3n; 4n; 5n; 6n; 7n . . .
Abbiamo giaÁ osservato piu
Á sopra (cf. Nota 2.1) che
di un suono fondamentale di frequenza n e riportan- la scala pitagorica puoÁ essere identificata con
doli all'ottava di partenza. In questo modo si otten- P2 ˆ h2; 3i, il sottogruppo abeliano libero di R‡
gono ad esempio i rapporti generato dai primi due numeri primi. In modo
analogo, se osserviamo che
1=1 per la prima, seconda, quarta, . . . , 2k -esima
 q  r
armonica i j k p 3 5
3=2 per la terza, sesta, dodicesima, . . . , 3  2k - …4† 2 3 5 ˆ 2 ;
2 4
esima armonica
p ˆ i ‡ j ‡ 2k; q ˆ j; r ˆ k
5=4 per la quinta, decima, . . . , 5  2k -esima armo-
nica la scala naturale zarliniana puoÁ essere identificata
7=4 per la settima, quattordicesima, . . . , 7  2k - con P3 ˆ h2; 3; 5i. Se poi indichiamo con Pn il gruppo
esima armonica abeliano libero di R‡ generato dai primi n numeri
primi, eÁ evidente che Pn eÁ un sottogruppo di Pn‡1 .
e cosõÁ via. L'estensione zarliniana si ottiene dunque
Posto P1 ˆ h2i si ha dunque P1  P2  P3     .
considerando le prime tre serie (invece che soltanto
Ora, ogni numero razionale si puoÁ esprimere nella
le prime due, come nel sistema pitagorico). Identifi-
forma 2i 3 j 5l 7m . . . con i; j; l; m 2 Z. Ad esempio
chiamo poi la terza minore con il rapporto 6=5, la sesta
2 2 51 rappresenta una terza maggiore, e 28 3 5 un
maggiore con 5=3 e la sesta minore con 8=5, osser-
semitono diatonico pitagorico. CosõÁ, dal momento
vando che (5=4)  (6=5) ˆ 3=2 (terza maggiore + ter-
che le scale naturali possono essere definite come
za minore = quinta pura), e (5=3)  (6=5) ˆ (8=5) 
(5=4) ˆ 2=1 (sesta maggiore + terza minore = sesta quelle in cui tutti gli intervalli sono espressi da
minore + terza maggiore = ottava). Gl'intervalli tra numeri razionali (che devono contenere il numero
note successive lungo la scala diatonica cosõÁottenuta 2), possiamo dare la seguente
sono riportati nella tabella seguente, che riporta
anche quelli della scala pitagorica per confronto. DEFINIZIONE 4.1. ± Se p eÁ un numero primo, una
scala naturale di ordine p eÁ una scala che usa solo
numeri razionali il cui numeratore e denominatore si
Nota Do Re Mi Fa Sol La Si Do
fattorizzano per mezzo di numeri primi minori o
Scala pitagorica 1/1 9/8 81/64 4/3 3/2 27/16 243/128 2/1 uguali a p (eventualmente ripetuti). Tale scala eÁ
Scala di Zarlino 1/1 9/8 5/4 4/3 3/2 5/3 15/8 2/1 identificabile con il gruppo Pn (di rango n) con
p ˆ n-esimo numero primo.
Vi sono ora due tipi di tono intero e un tipo di
semitono: tono maggiore T ˆ 9=8, tono minore Concentriamoci ora sulla scala naturale di ordine
T0 ˆ 10=9, semitono diatonico naturale S0 ˆ 16=15, 5 identificata con il gruppo P3 . Si vede facilmente
alternati come T T0 S0 T T0 T S0 . Inol- (usando (4) e l'unicitaÁ della fattorizzazione degli
tre, confrontando la scala pitagorica con quella natu- interi) che la mappa
rale zarliniana, troviamo una discrepanza comune a  q  r
tutti gli intervalli modificati: p 3 5
…5† f:2 2 P3 ! (p; q; r) 2 Z3
2 4
81 5 27 5 243 15 81
= ˆ = ˆ = ˆ
64 4 16 3 128 8 80 stabilisce un isomorfismo tra P3 e il gruppo Z3 .

34 STEFANO ISOLA
D'altra parte, se ci limitiamo a considerare solo gli presentante in [1; 2) eÁ 5=4. Tale proiezione soddisfa
intervalli di P3 ristretti all'ottava [1; 2), possiamo p(1) ˆ (0; 0), p(x 1 ) ˆ p(x) e p(xy) ˆ p(x) ‡ p(y),
costruire una proiezione p : P3 ! Z2 data da 8x; y 2 P3 , ed Áe dunque un omomorfismo di gruppi
 q  r il cui nucleo eÁ P1 . Una porzione del gruppo quo-
p 3 5
p:2 ! (q; r) ziente P3 =P1 ˆ fxP1 : x 2 P3 g, isomorfo a Z2 , eÁ
2 4
mostrata nel seguente schema, dove nella riga
che suddivide P3 in classi di equivalenza costituite orizzontale centrale si possono facilmente indivi-
dagli stessi intervalli trasposti su tutte le ottave, duare gli elementi della scala pitagorica, mentre, ad
ciascuna delle quali ha un rappresentante in [1; 2). esempio, la scala diatonica naturale si puoÁ indivi-
Ad esempio gli intervalli 5=4; 10=4; 5=8; 5=1 stanno duare tra gli elementi centrali della prima e della
tutti nella stessa classe di equivalenza, e il loro rap- seconda riga.

"r

25/18 25/24 25/16 75/64 225/128 675/512

40/27 10/9 5/3 5/4 15/8 45/32 135/128 405/256

128/81 32/27 16/9 4/3 1/1 3/2 9/8 27/16 81/64 243/128 !q

256/135 64/45 16/15 8/5 6/5 9/5 27/20 81/80

265/225 128/75 32/25 48/25 36/25 27/25

PiuÁ in generale, ogni scala naturale di ordine 5 analogo a come non Áe generalmente possibile
puoÁ essere individuata come un sottoinsieme di schiacciare in maniera perfetta una superficie cur-
P3 =P1 . In particolare, la scala cromatica naturale va su un piano, e quindi occorre decidere che cosa
di 12 note Áe esattamente contenuta nel rettangolo conservare piu Á fedelmente e cosa meno. CioÁ daÁ
di vertici 25=24, 4=3, 9=8 e 225=128. Per ulteriori origine appunto all'esistenza di microintervalli,
considerazioni su questa costruzione e varianti detti comma e di loro combinazioni dette scisma,
che utilizzano diversi generatori rimandiamo a caratteristici di ciascun tipo di accordatura. Ad
[19]. esempio, l'esistenza del comma sintonico fa sõÁ che
L'unicitaÁ della fattorizzazione degli interi impli- uno strumento ad intonazione fissa accordato se-
ca che Pn eÁ un gruppo libero per ogni n e la scala condo la scala naturale di Do suona bene solo nella
corrispondente non puoÁ essere un sottogruppo tonalitaÁ di Do. Per cambiare la tonica (modulazio-
discreto di R‡ . CosõÁ, come il sistema pitagorico, ne) bisogna cambiare strumento, o riaccordarlo.
anche la scala naturale zarliniana non forma un Temperare uno o piu Á di questi microintervalli
sistema chiuso, e le frazioni che compaiono nella significa costruire sistemi di note in cui essi spari-
rappresentazione riportata sopra sono tutte di- scano [4]. Diversi possibili temperamenti sono stati
stinte. Se ad esempio, partendo da Si [ (16=9), ci elaborati ed utilizzati nella storia della musica,
muoviamo quattro passi verso destra, passando come ad esempio i temperamenti irregolari, in
per Fa (4=3), Do (1=1), Sol (3=2) e arrivando al Re uso ai tempi di Bach [5], o come il temperamento
(9=8), e poi uno verso il basso (4 quinte - 2 ottave - mesotonico, introdotto dallo stesso Zarlino per
1 terza maggiore) arriviamo ad un Si [ (9=5), che Áe temperare il comma sintonico, in cui si mantiene
Á grande di quello di partenza di un comma
piu fisso il rapporto 5=4 per le terze maggiori e i
sintonico 81=80. restanti intervalli si interpolano rendendoli piu Á
In generale, possiamo dire che nell'ambito delle omogenei
p possibile. Ne risulta una scala con cinque
scale naturali i rapporti tra le frequenze all'interno toni ( 5=2) e due semitoni (8=55=4 ). L'intervallo di
dell'ottava non si possono fissare una volta per quinta diviene 51=4 , abbassandosi di un quarto di
tutte senza creare leggere distorsioni, in modo comma sintonico [5].

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 35


5. ± Il temperamento equabile 5.1 ± Frazioni continue

Il temperamento equabile Áe il sistema per la Lo sviluppo in frazione continua di un numero


costruzione della scala basato sulla suddivisione x 2 R‡ eÁ un'espressione del tipo
dell'ottava in intervalli uguali, con l'evidente vantag-
gio di ricondurre in sol colpo l'alfabeto musicale a un 1
…6† x ˆ a0 ‡  [a0 ; a1 ; a2 ; a3 ; . . . ]
sistema chiuso. GiaÁ descritto da Aristosseno, il piu Á 1
a1 ‡
importante musicologo dell'antichtaÁ, come parte di 1
a2 ‡
uno schema di divisione dell'ottava alternativo a 1
a3 ‡
quello pitagorico [3], questo sistema fu ripreso nel ..
.
XVI secolo da vari autori, tra cui il padre di Galileo, il
teorico musicale e liutista Vincenzo Galilei (1525- dove i numeri interi (non negativi) ai si chiamano
1591), il filosofo e matematico veneziano Giovanni quozienti parziali, e sono tutti strettamente positivi
Battista Benedetti (1530-1590), il matematico fiam- ad eccezione di a0 ˆ [x] che eÁ nullo se 0  x < 1. I
mingo Simon Stevin (1548-1620). Tuttavia la sua successivi quozienti parziali possono essere calcolati
adozione Áe stata molto graduale, sia per obiezioni con un semplice algoritmo derivato da quello eucli-
di natura estetica e concettuale che continuano deo per il calcolo del m.c.d. Se invece x eÁ irrazionale
ancora oggi ad alimentare controversie, sia a causa allora lo sviluppo eÁ infinito. In questo caso, le ap-
delle difficoltaÁ nell'accordatura degli strumenti (per prossimazioni razionali
mancanza di intervalli giusti di riferimento). Una pn
ˆ [a0 ; a1 ; . . . ; an ] ; n  0;
storia dell'affermazione del temperamento equabile qn
nella musica occidentale Áe narrata in [20].
ottenute troncando lo sviluppo in frazione continua si
Dividendo ad esempio l'ottava in dodici semitoni
chiamano convergenti, e soddisfano la formula ricor-
uguali, l'ampiezza a di ciascuno deve soddisfare
siva [17]: pn ˆ an pn 1 ‡ pn 2 , qn ˆ an qn 1 ‡ qn 2 ,
a12 ˆ 2 ) a ˆ 21=12 n  0, con p 2 ˆ q 1 ˆ 0 e p 1 ˆ q 2 ˆ 1. Una con-
seguenza immediata Áe l'espressione
e dunque a eÁ ora un numero irrazionale. PoicheÂ
 
21=12 ' 1,059, un semitono equabile Áe appena piu Á 1 rpn ‡ pn 1
grande del semitono pitagorico 256=243 ' 1,053. Il …7† x ˆ a0 ; a1 ; a2 ; . . . ; an ‡ ˆ ; n1
r rqn ‡ qn 1
tono 22=12 ' 1,122 eÁ invece piuÁ piccolo di quello natu-
rale 9=8 ' 1,125. Tuttavia, al contrario di quello, si puoÁ per ogni an‡1  r < an‡1 ‡ 1, da cui si puoÁ ricavare
dividere in due parti esattamente uguali. Anche la la stima:
quinta 27=12 ' 1,498 eÁ un po' piu Á piccola di 3=2. E Á  
1 n pn 1
evidente che in questo temperamento il vantaggio di …8† < ( 1) x < ; n1
qn (qn ‡ qn‡1 ) qn qn qn‡1
avere un'approssimazione costante si paga con il fatto
che nessun intervallo si accorda con gli armonici. In Tornando al temperamento equabile, lo sviluppo
generale, il problema risolto dal temperamento equa- in frazione continua dell'ampiezza logaritmica del-
bile, oltre a quello di determinare una limitazione l'intervallo di quinta inizia con
artificiale dell'infinitaÁ dei suoni producibili, Áe quello
Á consonanti
di fare in modo che le scale risultino il piu log2 (3=2) ˆ [0; 1; 1; 2; 2; 3; 1; 5; 2; 23; 2; 2; 1; . . . ]
possibile su tutte le tonalitaÁ. Essendo l'intervallo di e i suoi primi convergenti sono
quinta pura il piuÁ consonante (dopo l'ottava), si cerca di
dividere l'immagine logaritmica di un'ottava in un 1 1 3 7 24 31
…9† ; ; ; ; ; ;
numero di parti uguali in modo tale che il numero 1 2 5 12 41 53
irrazionale 179 389 9126
; ; ; 
log2 (3=2) ˆ 0,584962500721 . . . 306 665 15601
sia ben approssimato. Apriamo ora una breve pa- Ciascuna di queste approssimazioni razionali puoÁ
rentesi. essere usata per dividere l'ottava in intervalli ele-

36 STEFANO ISOLA
mentari uguali, in numero pari al suo denominatore, tali 3=2 e 5=4 e dunque dell'intera serie dei sette
in modo che l'intervallo di quinta corrisponda ad un intervalli consonanti. Il sistema equabile `tempera'
numero di tali intervalli uguale al suo numeratore. tutti i possibili microintervalli determinando il siste-
CosõÁ, ad esempio, l'approssimazione 3=5 divide l'ot- ma chiuso di dodici note, detto circolo delle quinte,
tava in 5 intervalli uguali e 3 di essi corrispondono a riportato nella figura seguente.
una quinta (scala pentatonica), mentre l'approssi-
mazione 7=12 divide l'ottava in 12 intervalli uguali
(semitoni) e 7 di essi corrispondono a una quinta.

5.2 ± Approssimazioni multiple e circolo delle


quinte

Tornando alla scala equabile di 12 note, che ne Áe


Á
delle altre consonanze? Gli intervalli considerati piu
consonanti visti finora (unisono, terza minore, terza
maggiore, quarta pura, quinta pura, sesta minore,
sesta maggiore, ottava) formano la sequenza
1 6 5 4 3 8 5 2
< < < < < < <
1 5 4 3 2 5 3 1
6. ± Il ciclo armonico con 31 intervalli
e soddisfano
Un altro temperamento equabile interessante eÁ
5 6 5 8 3 4 5 6 3
 ˆ  ˆ  ˆ 2;  ˆ quello del ciclo armonico, descritto per la prima volta
3 5 4 5 2 3 4 5 2 dal compositore Nicola Vicentino (1511-1572) e ri-
dunque i logaritmi binari di questi intervalli sono preso da Christiaan Huygens (1629-1695), che consi-
combinazioni lineari di 1, log2 (3=2) e log2 (5=4) con ste nella divisione dell'ottava in 31 parti uguali (2). In
coefficienti f0; 1; 1g, e l'errore nell'approssimazio- questo sistema, l'intervallo di quinta (corrispondente
ne con la scala uniforme non supera il massimo tra gli a 18 di tali parti) Áe un'eccellente approssimazione
errori per log2 (3=2) e log2 (5=4). D'altra parte si ha della quinta mesotonica, mentre la terza maggiore Áe
molto ben approssimata dalla terza del ciclo, corri-
log2 (5=4) ˆ 0; 3219280:::
spondente a 10 intervalli elementari. Per spiegare
ˆ [0; 3; 9; 2; 2; 4; 6; 2; 1; 1; 3; 1; 18; . . . ] queste consonanze ricorriamo ancora una volta alle
frazioni continue. Innanzitutto, l'ampiezza logaritmi-
e i suoi convergenti sono ca dell'intervallo mesotonico di quinta 51=4 eÁ
1 9 19 47 207 1289 2785 1
…10† ; ; ; ; ; ; ;  log2 (5) ˆ 0; 580482024:::
3 28 59 146 643 4004 8651 4
Pertanto si possono approssimare simultaneamente ˆ [0; 1; 1; 2; 1; 1; 1; 1; 5; 1; 3; 3; 1; 2; 1; 7; 78; 2; 13; 5; . . . ]
log2 (3=2) e log2 (5=4) con lo stesso denominatore:
7 4
log2 (3=2) ' e log2 (5=4) ' (2) Le varie `soluzioni' che i problemi posti dalla divisone
12 12
dell'ottava hanno avuto nel corso della storia hanno prodotto
Á piccolo di
con un errore piu anche interessanti ricadute sul piano della costruzione di
particolari strumenti ad intonazione fissa, spesso realizzati
maxf(3  28) 1 ; (12  41) 1 g ˆ (3  28) 1
ˆ 1=84 Á con l'intento di studio delle sonoritaÁ che non a fini
piu
esecutivi. In relazione al ciclo armonico va segnalato il
CioÁ garantisce che il temperamento equabile di clavicembalo costruito dal veneziano Vito Trasuntino nel
dodici semitoni uguali dia una buona approssimazio- 1606, e ancora visibile nel Museo internazionale e Biblioteca
ne razionale simultanea dei due intervalli fondamen- della musica di Bologna, con 31 tasti per ottava.

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 37


e i suoi primi convergenti sono 0; 321 . . . sono
1 1 3 7 11 18 101 119 1 9 19 47 207
; ; ; ; ; ; ; ; ... ; ; ; ;
1 2 5 12 19 31 174 205 3 28 59 146 643
Da cioÁ risulta evidente che, oltre alla scala equabile ma entro lo stesso grado di accuratezza vi sono
con 12 note, anche quella con 31 note fornisce una 3 ‡ 9 ‡ 2 ‡ 2 ‡ 4 ˆ 20 semiconvergenti
naturale, e ovviamente migliore, approssimazione
della quinta mesotonica (osserviamo che il denomi- 1 1 1 1 2 3 4 5
; ; ; ; ; ; ; ;
natore 31 si trova subito prima del denominatore, 1 2 3 4 7 10 13 16
molto piuÁ grande, 174). Abbiamo inoltre detto che la 6 7 8 9 10 19
terza maggiore naturale Áe molto ben approssimata ; ; ; ; ; ;
19 22 25 28 31 59
da dieci intervalli elementari del ciclo armonico.
28 47 66 113 160 207
D'altra parte, tra i convergenti del logaritmo della ; ; ; ; ;
87 146 205 351 497 643
terza maggiore naturale 5=4, mostrati in (10), non
compare il denominatore 31. Come spiegare dunque Dal valore 10=31 del tredicesimo convergente de-
questo accordo? A questo fine occorre introdurre duciamo infine che la terza maggiore naturale eÁ
una nuova classe di convergenti. ben approssimata dalla decima nota della scala di
31 toni.

7. ± I semiconvergenti
8. ± L'albero di Stern-Brocot: cammini,
Facendo riferimento alla (7), vediamo che se indirizzi, parole
x 2 R‡ ha lo sviluppo x ˆ [a0 ; a1 ; a2 ; . . . ], allora per
ogni n  1 vi sono esattamente an semiconvergenti La sequenza dei semiconvergenti puoÁ essere
della forma riguardata come un cammino su un albero binario
[a0 ; a1 ; . . . ; an 1 ; 1]; A, detto albero di Stern-Brocot (3). Si tratta di un
modo di ordinare l'insieme dei numeri razionali
[a0 ; a1 ; . . . ; an 1 ; 2];  ; [a0 ; a1 ; . . . ; an 1 ; an ] (positivi) in modo che ogni numero compaia una e
In altri termini, per ogni n  1 e 1  r  an il una sola volta. L'operazione di base necessaria a
0

semiconvergente di ordine costruire l'albero Áe la somma di Farey: dati pq e pq0 in


Q‡ poniamo
X
n 1
…11† mˆ ak ‡ r p p0 p ‡ p0
kˆ0 …13†  ˆ
q q0 q ‡ q0
eÁ il numero
Á facile verificare che il mediante p  p00 eÁ sempre
E
rm rpn 1 ‡ pn 2 q q 0
…12† ˆ ridotto ai minimi termini se lo sono i `genitori' pq e pq0 ,
sm rqn 1 ‡ qn 2
ed inoltre si trova sempre tra di essi: se p=q < p0 =q0
L'ultimo dei semiconvergenti Áe anche un conver- allora p=q < (p ‡ p0 )=(q ‡ q0 ) < p0 =q0 . L'operazione
P
gente: se r ˆ an , e dunque m ˆ nkˆ0 ak allora  conserva inoltre la relazione di unimodularita Á
rm =sm ˆ pn =qn . Si vede facilmente che rm =sm forni- qp0 pq0 ˆ 1. Per mezzo di essa si puoÁ costruire
sce la migliore approssimazione razionale unilatera l'albero A una generazione dopo l'altra partendo
dagli antenati 0=1 e 1=0:
di x il cui denominatore non superi sm , nel senso che
se r < an ci puoÁ essere un convergente con denomi-
natore piu Á piccolo e piu
Á vicino ad x, ma dall'altra
parte di x.
(3) PercheÁ scoperto indipendentemente dal matematico
ESEMPIO. Tornando alla scala di 31 toni, i primi tedesco Moritz Stern (1807-1894) [27] e dal costruttore di
cinque convergenti di log2 ( 54 ) ˆ [0; 3; 9; 2; 2; 4; . . . ] ˆ orologi francese Achille Brocot (1817-1878) [7].

38 STEFANO ISOLA
Se chiamiamo profondita Á di un elemento di A la frazione p=q alla sua antecedente p0 =q0 (ovvero la
`generazione' alla quale appartiene (a partire dalla frazione dalla quale discende) allora se p > q si avraÁ
radice 1=1 che ha profonditaÁ uguale a uno), si puoÁ q0 ˆ q e p0 ˆ p q; se invece q > p allora p0 ˆ p e
mostrare [6] che ogni p=q 2 Q‡ compare esattamen- q0 ˆ q p.
te una volta in A e corrisponde ad un unico cammino
finito che parte dalla radice 1=1 e il cui numero d  1 8.1 ± Cammini
di vertici, ovvero la profonditaÁ di p=q, soddisfa
X
n Un modo per `muoversi' lungo i rami dell'albero si
…14† dˆ ai ottiene osservando che ogni x 2 Q‡ puoÁ essere
iˆ0 m n
decomposto in modo unico come x ˆ  con
dove p=q ˆ [a0 ; a1 ; . . . ; an ]. Viceversa, i 2d 1 elemen- s t
ns mt ˆ 1, e dunque  le colonne della matrice
ti di A con profonditaÁ d  1 sono tutti e soli quei
n m
numeri p=q 2 Q‡ il cui sviluppo in frazione continua X 2 SL(2; Z) X ˆ 2 SL(2; Z) sono i geni-
t s
soddisfa (14).
tori di x sull'albero di Stern-Brocot in ordine inver-
tito. In questo modo, la radice dell'albero Á
NOTA 8.1. ± Se Ad denota l'insieme dei p=q 2 Q‡   non e altro
1 0
con profonditaÁ d, vale la curiosa proprietaÁ che la matrice identitaÁ: I ˆ , mentre le
0 1
X    
…15† 1=pq ˆ 1 1 0 1 1
matrici A ˆ eB ˆ rappresentano
p=q2Ad 1 1 0 1
le frazioni 1=2 e 2=1, rispettivamente. Ora, l'elemen-
Per rendersene conto possiamo ragionare come se- to x considerato sopra ha a sua volta un'unica coppia
gue. Chiamiamo le frazioni p=(p ‡ q) e (p ‡ q)=q di `figli' (mediante sinistro e mediante destro), dati
discendenti di p=q. Ora, se p=q ˆ [a0 ; a1 ; . . . ; an ] rispettivamente da
allora p=(p ‡ q) ˆ [0; 1; a0 ; a1 ; . . . ; an ] e (p ‡ q)=q ˆ m m‡n m‡n n
[a0 ‡ 1; ; a1 ; . . . ; an ] e dunque se p=q ha profonditaÁ d,  e 
s s‡t s‡t t
i suoi discendenti hanno profonditaÁ d ‡ 1.
Ma
Ovviamente i discendenti degli elementi di una ge-     
nerazione formano esattamente la generazione n m 1 0 m‡n m m m‡n
ˆ () 
successiva. A questo punto si procede per induzione t s 1 1 s‡t s s s‡t
in d. La proprietaÁ cercata Áe vera per d ˆ 1. D'altra e
parte si ha 1=pq ˆ 1=p(p ‡ q) ‡ 1=(p ‡ q)q, dunque     
essa si trasmette da una `generazione' all'altra. n m 1 1 n m‡n m‡n n
ˆ () 
Osserviamo infine che se vogliamo risalire da una t s 0 1 t s‡t s‡t t

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 39


Quindi le matrici A e B, fatte agire da destra, …16† F 5 ˆ
 
muovono verso i medianti sinistro e destro, rispetti- 1 1 1 2 1 3 2 3 4 1 5 4 3 5 2 5 3 4 5
vamente. Se invece applichiamo A e B da sinistra si ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;
5 4 3 5 2 5 3 4 5 1 4 3 2 3 1 2 1 1 1
ottiene
     Per ogni coppia p=q e p0 =q0 di frazioni contigue
1 0 n m n m n‡m
ˆ () in F n si ha p0 q pq0 ˆ 1, e inoltre F n si ottiene
1 1 t s n‡t m‡s n‡m‡t‡s
da F n 1 inserendo tra due frazioni contigue la
e loro somma di Farey (p ‡ p0 )=(q ‡ q0 ) (posto che
     maxfp ‡ p0 ; q ‡ q0 g  n). Inoltre si ha jF n j ‡ 1 ˆ
1 1 n m n‡t m‡s n‡m‡t‡s P
ˆ () 2 nkˆ1 W(k)  6n2 =p2 dove W(k) ˆ jf0 < i  k :
0 1 t s t s s‡t m:c:d:(i; k) ˆ 1gj eÁ la funzione di Eulero.
In questo modo le matrici A e B muovono verso i
NOTA 8.3. ± Vale osservare che i cammini della
discendenti sinistro e destro. Vale la seguente
Proposizione 8.1 sono in corrispondenza biunivoca
PROPOSIZIONE 8.1. ± Ad ogni x ˆ [a0 ; a1 ; . . . ; con le cosiddette geodetiche di scattering nel semi-
Á d > 1, corrisponde un unico
an ] 2 A, con profondita piano superiore H ˆ fz ˆ x ‡ iy : x 2 R; y 2 R‡ g
elemento X 2 SL(2; Z), per il quale vi sono le due (intesa come varietaÁ riemanniana con la metrica
possibilitaÁ: iperbolica ds2 ˆ (dx2 ‡ dy2 )=y2 ). In effetti, se con-
sideriamo la tassellazione di H ottenuta prendendo
 n pari ˆ) X ˆ Ba0 Aa1    Aan 1 Ban 1
tutte le immagini del triangolo geodetico
 n dispari ˆ) X ˆ Ba0 Aa1 Ba2    Aan 1
 
1 1
G ˆ z 2 H j 0 < Re z < 1; jz j>
CioÁ consente di associare in modo naturale, codi- 2 2
ficando fA; Bg con f0; 1g, ad ogni x 2 Q‡ un cam-
mino finito codificato da una sequenza binaria con le isometrie A and B, intese come trasforma-
s(x) 2 f0; 1g . Ad esempio s(8=5) ˆ 1010. zioni di MoÈbius (una porzione della quale eÁ mo-
strata nella figura seguente), allora ad X associato
NOTA 8.2. ± Possiamo anche definire la sequenza come sopra ad x ˆ p=q possiamo far corrispondere
di Farey F n , come l'insieme delle frazioni p=q 2 Q‡ la geodetica verticale cp=q in H proveniente da 1 e
tali che (p; q) ˆ 1 e max (p; q)  n, ordinate secondo convergente a p=q, ovvero alla cuspide centrale di
la loro grandezza crescente [15]. Ad esempio, X(G), e viceversa.

40 STEFANO ISOLA
8.2 ± Indirizzi trova 1s(x) ˆ 1100000100001 e dunque k ˆ 212 ‡
211 ‡ 25 ‡ 20 ˆ 6177, ovvero 75=64 eÁ il seimilacento-
Abbiamo detto che l'albero A determina un ordi- settantasettesimo numero razionale nell'ordinamen-
namento dell'insieme dei numeri razionali positivi, to di Stern-Brocot. La validitaÁ di questa `regola'
ma quale? L'ordinamento piu Á naturale Áe quello segue facilmente per induzione osservando che se
ottenuto `leggendo' l'albero come un testo, cioeÁ riga la rappresentazione binaria di k eÁ s 2 f0; 1g allora la
per riga da sinistra a destra, partendo dalla radice. rappresentazione binaria di k ‡ 1 si ottiene som-
Se indichiamo con ek il k-esimo numero razionale in mando 1 (mod 2) ad s. Esempio: 1001 ‡ 1 ˆ 1010,
questo ordinamento allora si ha oppure 1111 ‡ 1 ˆ 10000.
1 1 2 1 2
e1 ˆ ; e2 ˆ ; e3 ˆ ; e4 ˆ ; e5 ˆ ;
1 2 1 3 3 8.3 ± Parole
3 3 1
e6 ˆ ; e7 ˆ ; e8 ˆ ;  Associando alla somma di Farey (13) la corri-
2 1 4
spondente operazione di concatenamento su f0; 1g
Dato x 2 Q‡ di profonditaÁ d, possiamo mettere in si puoÁ stabile un'interessante corrispondenza biuni-
corrispondenza la sua rappresentazione come elemen- voca tra gli elementi dell'albero A e un insieme P di
to della successione ek e il codice binario s(x) che parole binarie, che chiameremo parole di Farey-
identifica il cammino ad esso associato. Innanzitutto Christoffel (4).
osserviamo che la sequenza simbolica s(x) di x 2 Q‡
puoÁ essere ottenuta rapidamente basandosi sull'os- DEFINIZIONE. - Posto w0 ˆ 0 e w1 ˆ 1, se p=q
1 0
servazione fatta in precedenza su come costruire la and p0 =q0 sono frazioni consecutive in A, con
sequenza degli antecedenti di x (cfr. Nota 8.1). Illu- qp0 pq0 ˆ 1, e se p00 =q00 ˆ p=q  p0 =q0 , allora
striamolo con un esempio. Consideriamo la frazione wp00 ˆ wpq wp0 .
q00 q0
75=64.Il suo sviluppo infrazione continua Áe [1; 5; 1; 4; 2] Alcune proprietaÁ delle parole cosõÁ ottenute sono
e dunque ha profonditaÁ 1 ‡ 5 ‡ 1 ‡ 4 ‡ 2 ˆ 13. Co- riportate nella seguente (5)
struiamo la sequenza dei suoi antecedenti sostituendo
Á grande tra numeratore e denomina-
ogni volta al piu PROPOSIZIONE 8.2. ± 1. 8w 2 P si ha w ˆ wpq con
tore la differenza con l'altro termine. Otteniamo cosõÁle p jwj
ˆ jwj1 (e dunque jwj ˆ p ‡ q).
q 0
dieci frazioni
2. 8w 2 P si ha w ˆ 0 c 1 con c 2 f0; 1g palin-
75 11 11 11 11 11 11
; ; ; ; ; ; ; droma: c ˆ ~c.
64 64 53 42 31 20 9
3. Se wp ˆ 0 c 1 allora wq ˆ 0 ^c 1 .
q p
2 2 2 2 2 1 4. Le parole associate ai medianti sinistro e
; ; ; ; ;
9 7 5 3 1 1 destro di w ˆ 0 c 1 2 P sono
Costruiamo ora una sequenza binaria associando 1 0 (0c) 1 ˆ 0 (c 0)‡ 1 e 0 (1c) 1 ˆ 0 (c1)‡ 1
ad ogni frazione  1 e 0 ad ogni frazione < 1. La
dove u e u‡ sono i palindromi piu Á brevi con
sequenza trovata Áe 1000001000011. Confrontando
suffisso, risp. prefisso, dato da u.
con lo sviluppo in frazione continua si vede che
coincide con s(x)1, cioeÁ la sequenza simbolica di x
con l'aggiunta di un 1 finale. Non si tratta di una
coincidenza ma di un fatto facilmente dimostrabile (4) Studiate per la prima volta da Christoffel nel 1875
utilizzando la rappresentazione matriciale vista so- come `parole automatiche' [11]. Per le loro proprietaÁ in
pra. Chiamiamo indirizzo di x il numero intero k la connessione al tema generale della combinatoria sulle parole
vedi [22].
cui rappresentazione binaria (con potenze decre-
(5) Usiamo qui la seguente notazione: se w ˆ s1 . . . sn
scenti di 2) Áe 1s(x) (ottenuta cioeÁ piazzando in testa poniamo w ~ ˆ sn . . . s1 e w
^ ˆ ^s1 . . . ^sn , dove per s 2 f0; 1g
l'uno finale della sequenza costruita con gli antece- abbiamo posto ^s ˆ 1 s. Sia poi jwj la lunghezza di w e jwjs
denti). Allora si ha x ˆ ek . Nel caso considerato si il numero di occorrenze del simbolo s 2 f0; 1g in w.

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 41


5. Ogni w 2 F con jwj > 1 puoÁ essere fattoriz- PROPOSIZIONE 8.3. ± Sia s(x) ˆ s1    sk 2 f0; 1g
zata in modo unico come w ˆ u v, dove u e v il cammino associato a x 2 A e w(x) ˆ 0 c 1 2 P la
sono parole palindrome non vuote. Inoltre, sua parola di Farey-Christoffel. Allora si ha
se w ˆ wp00 ˆ wpq wp0 , allora juj ˆ p0 ‡ q0 e
q00 q0 c ˆ Fsk  Fsk 1      Fs1 (e)
jvj ˆ p ‡ q.
Ad esempio, per x ˆ 3=5 si ha s(x) ˆ 010 e w(x) ˆ
Dimostrazione. La prima tesi segue subito dalla 00100101. Infatti, F0  F1  F0 (e) ˆ F0  F1 (0) ˆ
definizione, mentre la terza e la quarta seguono F0 (010) ˆ 010010.
facilmente dalla seconda. Vediamo dunque que-
st'ultima, ragionando per induzione rispetto alla 8.3.1 - Parole sturmiane e parole derivate
profonditaÁ. Per la radice 11 si ha c ˆ e, la parola
vuota, dunque la tesi eÁ banale. Supponiamo sia vera Esiste un'interessante interpretazione geometri-
fino alla profonditaÁ n > 1, e consideriamo g 2 A con ca delle parole di Farey-Christoffel, che ritroveremo
profonditaÁ n. Si ha wg ˆ 0 c 1 con c palindroma. Á avanti. Innanzitutto, ad ogni parola w 2 f0; 1g
piu
D'altra parte g eÁ il mediante di due `genitori' a e possiamo associare un cammino su Z2 costruito
b, uno di profonditaÁ n 1 e l'altro di profonditaÁ muovendosi di un passo in verticale (risp. in orizzon-
n k, per qualche k ˆ 2; . . . ; n (il caso in cui o a o b tale) per ogni occorrenza del simbolo 1 (risp. 0).
sia un `antenato' eÁ lasciato al lettore). Poniamo Ovviamente, i cammini corrispondenti a w e w ~ si
wa ˆ 0 a 1 e wb ˆ 0 b 1, con a ˆ a ~ e b ˆ ~b. Allora incontrano nell'origine (0; 0) e nel punto (jwj0 ; jwj1 ).
c ˆ a10b ˆ b01a ~ ~. Consideriamo ora un `figlio' Per questo motivo, data w 2 P chiamiamo jwj1 =jwj0
d of g. Se d eÁ il figlio destro allora per costru- la pendenza di w. D'altra parte w 2 P eÁ formata
zione wd ˆ 0 c 1 0 b 1 ˆ 0 a 1 0 b 1 0 b 1 ˆ 0 d 1 con concatenando i suoi `genitori', w ˆ u v, e una breve
d ˆ a 1 0 b 1 0 b ˆ ~b 0 1 a
~ 1 0 b, che eÁ evidentemente riflessione mostra che i cammini su Z2 associati a u e
palindroma. Se d eÁ il figlio sinistro lo stesso argo- v si ottengono tagliando il cammino associato a w nel
mento daÁ wd ˆ 0 d0 1 con d0 ˆ a 1 0 ~b 0 1 a ~. punto di Z2 piu Á vicino al segmento di pendenza
Per mostrare l'ultima affermazione, osserviamo jwj1 =jwj0 che unisce (0; 0) e (jwj0 ; jwj1 ). Una conse-
che da quanto appena detto segue che per guenza di questo fatto Áe che una parola w 2 P di
w ˆ 0 c 1 2 F , il palindromo c ha sempre la struttura pendenza p=q si puoÁ riguardare come il cammino su
c ˆ a 1 0 b ˆ ~b 0 1 a
~, con a ˆ a ~ e b ˆ ~b. Quindi pos- Z2 sottostante e piu Á vicino al tratto di semiretta
siamo scrivere w ˆ u v con u ˆ 0 ~b 0 e v ˆ 1 a ~ 1, y ˆ (p=q)x, x  0, che va dall'origine al punto (q; p).
entrambe palindrome. Il fatto che la fattorizzazione A sua volta, cioÁ si puoÁ riformulare (vedi ad es. [24],
sia unica segue facilmente dalla corrispondenza Cap. 6) con il fatto che una parola w 2 P di pen-
biunivoca tra A and P, mentre la formula per denza p=q Áe la sequenza sturmiana di angolo a ˆ
lunghezza di u and v segue dalla prima affermazione p=q=(1 ‡ p=q) ˆ p=(p ‡ q) ˆ jwj1 =jwj, ovvero la rap-
e dalla definizione di P. p presentazione simbolica dell'orbita fRka (0)gp‡q kˆ1 rispet-
1
to alla partizione binaria S ˆ [0; 1 a) [ [1 a; 1)
Ora, dato x 2 Q‡ , possiamo chiederci quale rela- (cfr. Nota 2.2.). In modo ancora piu Á esplicito, se
zione sussista tra la sequenza s(x) che codifica il w ˆ s1 s2    sp‡q , allora
cammino necessario a raggiungere x sull'albero di …18† sk ˆ [ka] [(k 1)a] ; k ˆ 1; . . . ; p ‡ q
Stern-Brocot e la parola di Farey-Christoffel w(x)
ad esso associata. Tale relazione si puoÁ ottenere Reciprocamente, una sequenza sturmiana di angolo
facilmente dalla Proposizione 8.2.4: data una parola a ˆ p=(p ‡ q), che soddisfa (18), Áe una parola di
palindroma u 2 f0; 1g e un simbolo s 2 f0; 1g, po- Farey-Christoffel di pendenza a=(1 a) ˆ p=q.
niamo Discutiamo infine qualche altro aspetto della
relazione tra la frazione continua di un elemento
…17† Fs (u) ˆ (u s)‡ ˆ (s u)
x 2 A e la sua parola di Farey-Christoffel w 2 P. Da
Ad esempio F0 (0110) ˆ 01100110 e F1 (0110) ˆ quanto visto sopra si deduce facilmente che ogni
011010110. Inoltre si ha Fs (e) ˆ s. parola di Farey-Christoffel w con jwj ˆ n e penden-

42 STEFANO ISOLA
za jwj1 =jw0 j ˆ p=q 2 (0; 1) puoÁ essere scritta nella passo di parola di
pendenza valore
forma derivazione Farey-Christoffel
Xp
0 00100101 3=5 1
w ˆ 0n1 1 0n2    0np 1; ni  1 ; ni ˆ q
1 01011 3=2 1
iˆ1
2 001 1=2 2
Se invece p=q > 1 allora w ha la forma 3 1 1=0 1
X
q
w ˆ 0 1n1 0 1n2    0 1nq ; ni  1 ; ni ˆ p
NOTA 8.4. ± Analogamente a come i cammini finiti
iˆ1
su A sono in corrispondenza con le geodetiche di
Inoltre, gli interi ni possono assumere soltanto due scattering (cfr. Nota 8.3), possiamo costruire un'in-
valori: [q=p] o [q=p] ‡ 1 nel primo caso, [p=q] o teressante corrispondenza tra le parole di Farey-
[p=q] ‡ 1 nel secondo. Seguendo [25], chiamiamo Christoffel e i cerchi di Ford. Si tratta di una famiglia
[q=p]  1 (o [p=q]) il valore di w, e costruiamo la numerabile di circonferenze ortogonali ai lati dei
parola derivata w0 per mezzo del seguente algorit- triangoli geodetici considerati nella Nota 8.3, ciascuna
mo: se la pendenza p=q di w eÁ piu Á piccola di uno e il delle quali, indicata con Cpq , eÁ tangente a R in pq ed ha
suo valore Áe k (cioeÁ [q=p] ˆ k), allora il simbolo 1 Áe diametro q12 . I cerchi piu
Á grandi che si possono cosõÁ
isolato e operiamo la sostituzione 0 ! 0 e 0k 1 ! 1. ottenere hanno diametro unitario e corrispondono a
Se invece p=q > 1 e [p=q] ˆ k, allora il simbolo 0 Áe Cn , n 2 Z (in figura sono riportati C0 , C1 e C1 ).
isolato e facciamo la sostituzione 1 ! 1 e 01k ! 0. 2

Iteriamo questa procedura fino ad arrivare ad una


parola composta da un solo simbolo, 0 o 1, registran-
do i valori delle parole derivate a0 ; a1 ; . . . ; an .

PROPOSIZIONE 8.4. ± Sia x 2 A e w 2 P la parola


di Farey-Christoffel corrispondente. I valori delle
parole derivate w0 ; w00 ; . . . coincidono con i quozienti
parziali della frazione continua di x.

Dimostrazione. Una breve riflessione mostra che


PROPOSIZIONE 8.5 ([2], Teorema 5.6). ± Due cer-
la procedura di derivazione corrisponde ad applicare 0
chi di Ford Cpq e Cp0 , con pq < pq0 , o non si intersecano,
alla pendenza delle parole la costruzione degli ante- q0

cedenti (cfr. Nota 8.1). A sua volta, quest'ultima oppure sono tra di loro tangenti se p0 q pq0 ˆ 1.
00 0
equivale ad iterare la mappa F : R‡ ! R‡ data da Tre cerchi Cpq , Cp0 e Cp00 con pq < pq00 < pq0 sono tangenti
q0 q00 00
8 0
tra di loro se e solo se pq00 ˆ pq  pq0 .
< x ; 0x1
…19† F : x 7! 1 x
: Immaginiamo ora di eseguire un esperimento con
x 1; x>1
un monocordo, uno strumento costituito da una
la cui azione sulle frazioni continue Áe singola corda tesa tra due ponticelli fissati su una
base rigida. Un terzo ponticello intermedio puoÁ
…20† F : [a0 ; a1 ; a2 ; . . . ]
( essere spostato lungo la corda in modo da dividerla
[0; a1 1; a2 ; . . . ] ; a0 ˆ 0 in due parti ottenendo suoni di altezza variabile.
7! Pensato come apparato per eseguire esperimenti di
[a0 1; a1 ; a2 ; . . . ] ; a0 > 0
acustica, si puoÁ immaginare fissata alla sua base una
CosõÁ, se w ha pendenza x e valore k, w0 ha pendenza riga su cui segnare le posizioni del ponticello mobile
F k (x) e valore [F k (x)] o [1=F k (x)]. p corrispondenti alle note. Sul segmento di retta che la
rappresenta come ente teorico, la posizione del pon-
ESEMPIO. Partendo da p=q ˆ 3=5 ˆ [0; 1; 1; 2] e ticello puoÁ essere rappresentata da un'ascissa x
w ˆ 00100101 otteniamo il seguente schema. variabile ad esempio nell'intervallo (0; 1]. Se pizzi-

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 43


chiamo il tratto di corda antecedente il ponticello, che possono in tal modo essere prodotti Áe comunque
otteniamo un suono la cui frequenza (misurata in finito, e ristretto alla serie di Farey F n descritta
un'unitaÁ di misura opportuna) Áe pari a 1=x. Se invece nella Nota 8.2, dove n non supera generalmente un
rimuoviamo il ponticello e sfioriamo la corda con un valore dell'ordine della decina. Ora, in virtu Á della
dito, senza esercitare pressione, allora pizzicando la Proposizione 8.5, eÁ anche chiaro che l'insieme
corda non sortiraÁ alcun suono distinto se non quando fCpq : pq 2 F n \ (0; 1)g coincide con l'insieme dei cer-
l'ascissa x del punto di contatto corrisponde a una chi di Ford contenuti nella striscia compresa tra 0 e 1
frazione irriducibile p=q 2 (0; 1) \ Q, o quantomeno e con diametro  n 2 (nella figura seguente sono
eÁ `abbastanza vicina' a un tale valore. In tal caso il visibili quelli corrispondenti a n ˆ 5). Come sugge-
suono prodotto saraÁ un armonico naturale della corda rito in [18], un'interessante analogia sussiste tra la
libera (x ˆ 1), di frequenza pari a q (nelle stesse unitaÁ difficoltaÁ crecente di disegnare i cerchi di Ford e
di misura). E la `facilitaÁ' con cui otteniamo tale quella di produrre gli armonici corrispondenti sul
armonico saraÁ proporzionale sia alla `semplicitaÁ' della monocordo. Se inoltre a Cpq associamo la larghezza
frazione p=q, sia alla `prossimitaÁ' di x a p=q (non ` ˆ log (p=q) e la sonorita Á s ˆ log (pq) dell'intervallo
possiamo, ne ci interessa qui, precisare ulteriormen- p=q, allora diam(Cq ) ˆ exp [ (s `)], ovvero la di-
p

te le condizioni topologiche coinvolte in tali espres- mensione dei cerchi di Ford decresce esponenzial-
sioni). L'esperienza mostra che il numero di armonici mente con la differenza tra sonoritaÁ e larghezza.

9. ± Scale ben formate da una progressione di quinte partendo da una nota


prefissata, ad esempio da Fa. Tale sequenza Áe dunque
Nel 1989 Norman Carey e David Clampitt hanno Fa Do Sol Re La Mi Si e ad essa corri-
sviluppato una teoria della `buona formazione' delle sponde la scala Fa Sol La Si Do Re Mi.
scale musicali [9], [10] (6). Si possono dare diverse L'intervallo di quinta funziona qui da generatore, nel
caratterizzazioni strutturali di questa proprietaÁ. In- senso che le note vengono inizialmente ottenute come
nanzitutto in termini di simmetria. Consideriamo ad multipli di esso, per poi essere riordinate in una scala.
esempio le scale diatoniche, cioeÁ quelle formate da
sette delle dodici note che compongono la scala cro-
matica, ordinate secondo una particolare successione
d'intervalli di due sole specie, toni e semitoni, ad es.
nella scala maggiore nell'ordine T T S T
T T S. Sappiamo che tale scala si puoÁ ottenere

(6) Le figure mostrate in questa sezione sono riprese da


[10] e utilizzano la notazione letterale: A = La, B = Si, C = La ragione per cui la scala diatonica comunemente
Do, D = Re, E = Mi, F = Fa, G = Sol. usata eÁ formata da sette note e non da sei o otto, si puoÁ

44 STEFANO ISOLA
comprendere in termini del grado di simmetria rota- compresi tra due successivi multipli del generatore
zionale ottenuta quando i toni vengono arrangiati in puoÁ essere uguale a 1, 3 o 4.
circolo: sia la sequenza delle quinte che quella delle
note lungo la scala hanno lo stesso grado di simmetria
rotazionale. Detto altrimenti, il numero di toni com-
presi tra due multipli successivi del generatore (ivi
incluso uno dei due) Áe costante, qui uguale a 4.

Le sole scale di N note ottenute usando la quinta


come generatore che sono ben formate sono quelle
con N ˆ 1; 2; 3; 5; 7; 12, non lo sono quelle con
N ˆ 4; 6; 8; 9; 10; 11.
Tuttavia, in una scala di sei note con lo stesso Ovviamente si possono costruire scale opportuna-
sistema si perde questa simmetria: il numero di toni mente regolari anche in altra maniera, ad esempio la

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 45


scala a toni interi utilizzata da Debussy, come diremo che S eÁ generata. Il generatore a, che puoÁ
Fa Sol La Si Do] Re], oppure le scale di essere scelto tra 0 e 1, determina a sua volta una
otto toni con intervalli tra due note successive alter- biiezione f : ZN ! S, detta ordine generativo, in cui
natamente di un semitono e un tono, come ad esempio f(k) ˆ k a (mod 1) eÁ la (o l'equivalente della) `sequen-
Do Re Mi [ Fa Fa] Sol] La Si Do za delle quinte'.
(vedi [10]).
I diagrammi circolari suggeriscono l'uso del- DEFINIZIONE 9.1. ± Una scala generata S si dice
l'aritmetica modulare, che fa uso degli insiemi ben formata se l'ordine di scala Áe una permutazione
ZN ˆ f0; 1; . . . ; N 1g, ovvero le classi di equi- moltiplicativa dell'ordine generativo, ovvero se esi-
valenza degli interi modulo N. Se ad esempio consi- ste un automorfismo p : ZN ! ZN che permuta ZN
deriamo la progressione Fa Do Sol Re in modo da arrangiare i toni in ordine di scala, o
La Mi Si sul cerchio e la mettiamo in cor- ancora se 9 q 2 Z con (q; N) ˆ 1 tale che n(k) ˆ
rispondenza biunivoca con l'insieme f0; 1; . . . ; 6g, f(k q)(mod N) ag.
allora usando l'aritmetica ordinaria la differenza
tra gli elementi successivi vale 1 oppure 6 (da Si a Osserviamo che la proprietaÁ che abbiamo usato
Fa), ma essendo 6 ˆ 1 mod 7 la differenza eÁ per definire una scala ben formata implica che il
sempre uguale a 1 con l'aritmetica modulo 7. E Á numero di toni compresi tra due multipli successivi
facile rendersi conto poi che l'ordinamento delle del generatore (ivi incluso uno dei due) eÁ costante.
note nella scala diatonica Fa Sol La Si Infatti, se due note della scala f(m q)(mod N) ag e
Do Re Mi puoÁ essere ottenuto per mezzo della f(n q)(mod N) ag differiscono per il generatore a,
moltiplicazione per 2 modulo 7, che agisce come allora si vede che f(m n) q(mod N) ag ˆ a e dun-
segue: que p ˆ m n soddisfa p ˆ (q) 1 (mod N), e in
particolare eÁ costante. Riassumiamo quanto visto
0 ! 0; 1 ! 2; 2 ! 4; 3 ! 6;
osservando che il moltiplicatore q ˆ (p) 1 (mod N)
4 ! 1; 5 ! 3; 6!5 misura il numero di note che compaiono sul `cir-
colo delle quinte' tra due note consecutive della
In altri termini l'automorfismo (permutazione) scala, mentre il suo `duale' p misura il numero di
p : Z7 ! Z7 che riordina le note per dare la note che compaiono sulla scala tra due `quinte'
scala eÁ p : k ! 2  k (mod 7). Il numero 2 eÁ qui il successive.
numero costante di note che compaiono sul Ora, adottando ancora come generatore l'in-
cerchio delle quinte tra due note consecutive tervallo di quinta 3=2, ovvero g ˆ log2 (3=2), e
della scala (inclusa una delle due). Osserviamo procedendo come sopra, si vede che al variare di N
che l'inverso p 1 : Z7 ! Z7 agisce moltiplicando si ottengono scale ben formate solo quando N ˆ
per (2) 1 (mod 7) ˆ 4, ovvero 1; 2; 3; 5; 7; 17; 29; 41; 53; :::. PercheÁ questi numeri
0 ! 0; 1 ! 4; 2 ! 1; 3 ! 5; interi e non altri? Per comprendere questo fatto
osserviamo i primi dieci semiconvergenti di g ˆ
4 ! 2; 5 ! 6; 6!3
log2 (3=2) sono
Il numero 4 Áe qui il numero costante di note che
1 1 2 3 4 7 10 17 24 31
compaiono lungo la scala tra due successivi multipli ; ; ; ; ; ; ; ; ; ...
1 2 3 5 7 12 17 29 41 53
del generatore (incluso uno dei due).
Cerchiamo di ricapitolare e generalizzare quanto Notiamo che i numeri interi che danno luogo a
visto fin qui adottando alcuni concetti introdotti in scale ben formate sono proprio i denominatori dei
[13]. Se rappresentiamo una scala di N note con un semiconvergenti del generatore. Che sia proprio
sottoinsieme S  R=Z di cardinalitaÁ N, possiamo questa la regola generale, si puoÁ comprendere sulla
associarvi una biiezione n : ZN ! S, detta ordine di base di quanto visto in precedenza sulle rotazioni
scala, in modo tale che n(k) sia la k-esima nota della Á avanti). Si puoÁ anche genera-
irrazionali (vedi piu
scala, ovvero 0  n(0)  n(1)     < n(N 1) < 1. lizzare questo esempio variando il generatore.
Se inoltre S ˆ fk a (mod 1); k ˆ 0; . . . ; N 1g allora Possiamo cioeÁ scegliere un qualunque numero g

46 STEFANO ISOLA
 
che soddisfi 21=2  g  2 e costruire il sistema 1 1 0
() A ˆ ;
pitagorico generalizzato 2 1 1
 
P(g) ˆ f2n gm : n; m 2 Zg 2 1 1
() AB ˆ ;
3 1 2
Il seguente risultato mette in relazione alcuni con-  
cetti illustrati fin qui. 3 2 1
() ABA ˆ ;
5 3 2
 
PROPOSIZIONE 9.1. ± In un sistema pitagorico 4 3 1
() ABAA ˆ ;
generalizzato P(g), una scala di N note Áe una scala 7 5 2
ben formata se e solo se p=N Áe un semiconvergente  
di log2 g. Inoltre, l'automorfismo p : ZN ! ZN che 7 3 4
() ABAAB ˆ
permuta ZN in modo da arrangiare i toni in or- 12 5 7
dine di scala Áe p : k ! q  k (mod N) dove q ˆ
e cosõÁ via. Si puoÁ notare che per tutti questi esempi
(p) 1 (mod N).
vale la seguente regola:
 
Dimostrazione. Mostriamo che se una scala di p a11 a12
se () allora p  a22 ˆ 1 (mod N)
N note in P(g) eÁ ben formata allora N deve N a21 a22
essere il denominatore di un semiconvergente
dunque a22 sarebbe il moltiplicatore q della teoria di
del generatore a ˆ log2 g. Per l'implicazione op-
Carey e Clampitt. Che sia in generale proprio cosõÁlo
posta rimandiamo a ([9], Cap. III, Teorema 2).
si vede facilmente usando la proprietaÁ di unimodu-
Ora, l'ipotesi fatta implica che fqag eÁ prima nota
laritaÁ a11 a22 a21 a12 ˆ 1 (vedi anche [28]):
della scala dopo lo 0. Dall'identitaÁ a ˆ [qa]=q ‡
fqag=q si evince dunque che non vi sono razionali p  a22 ˆ (a11 ‡ a12 )a22 ˆ 1 ‡ a12 (a21 ‡ a22 ) ˆ 1 ‡ a12  N
m=n 2 ([qa]=q; a) con n < q. Pertanto [qa]=q < a eÁ
un semiconvergente di a. Lo stesso argomento Vediamo ora un ultimo aspetto delle scale ben
mostra che anche (1 ‡ [(N q)a])= (N q) > a eÁ formate: la cosiddetta proprieta Á di Myhill (7). Essa
un semiconvergente. Trovandosi da parti opposte consiste nel fatto che gli intervalli tra due note
di a, almeno uno dei due eÁ un convergente. Il loro successive, o comunque tra due note separate da
mediante Áe dunque un semiconvergente ed ha la un numero fissato di note, assumono soltanto due
forma p=N con p ˆ 1 ‡ [qa] ‡ [(N q)a]. p valori. Nel contesto della definizione generale data
sopra essi sono: a ˆ fqag e b ˆ 1 f(N q)ag, che
Possiamo a questo punto mettere in corrispon- appaiono nell'ottava N q e q volte, rispettivamen-
denza le scale ben formate con particolari cammini te. La differenza tra questi due valori viene detta
sull'albero di Stern-Brocot (o, in modo equivalente, comma generalizzato.
con sequenze di cerchi di Ford). Se alla scala ben Ad esempio per N ˆ 2 si trovano i due intervalli
formata di N toni associamo la frazione p=N dove p di quinta (3/2) e di quarta (4/3) e la loro differenza Áe il
eÁ la posizione della quinta lungo la scala, allora ad tono maggiore (9/8). Per N ˆ 7 si trova il tono
ogni fissato generatore g corrisponde un unico maggiore (9/8) e il semitono diatonico (256/243) e la
cammino sull'albero di Stern-Brocot che converge loro differenza Áe il semitono cromatico (2187/2048).
a log2 g, e gli elementi di tale cammino, cioeÁ i Passando alla scala logaritmica troviamo il seguente
semiconvergenti di tale numero, rappresentano schema (dove a ˆ log2 (3=2)).
ciascuno una scala ben formata. Ad esempio il
cammino che corrisponde a log2 (3=2) inizia con
01001100010000011 . . . come si evince dallo sviluppo
log2 (3=2) ˆ [0; 1; 1; 2; 2; 3; 1; 5; 2; . . . ]. Dunque le fra-
(7) Attribuita al matematico inglese John Myhill (1923-
zioni che lo compongono si possono rappresentare 1987) dai teorici della musica John Clough and Gerald
nella forma Myerson.

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 47


N primo intervallo secondo intervallo comma generalizzato semiconv.

2 a (quinta) 1-a (quarta) 2a-1 (tono maggiore) 1/2


3 1-a (quarta) 2a-1 (tono maggiore) 2-3a (terza minore) 2/3
5 2-3a (terza minore) 2a-1 (tono maggiore) 3-5a (semit. diatonico) 3/5
7 2a-1 (tono maggiore) 3-5a (semit. diatonico) 7a-4 (semit. cromatico) 4/7
12 7a-4 (semit. cromatico) 3-5a (semit. diatonico) 12a-7 (comma pitagorico) 7/12

Si puoÁ mostrare facilmente che la proprietaÁ di Myhill La seguente osservazione, riportata in [13], mette
eÁ una diretta conseguenza del giaÁ ricordato Teorema in relazione la teoria delle scale ben formate con
delle tre distanze (cfr. Nota 2.2), osservando che le la combinatoria delle parole (cfr. Sezione 8.3):
distanze in questo caso si riducono a due essendo il dalla forma degli intervalli a e b si evince facil-
numero di termini considerati uguale al denomina- mente che wS (k) vale 0 o 1 a seconda che
tore di un semiconvergente, e passando al denomi- (k q)(mod N) ((k 1) q)(mod N) sia uguale a q
natore successivo il nuovo intervallo Áe proprio il o q N rispettivamente o, in modo equivalente,
comma generalizzato della situazione precedente. a seconda che [kq=N] [(k 1)q=N] sia 0 o 1.
Inoltre, come osservato nella Nota 2.1, nel contesto Pertanto wS (k) ˆ [kq=N] [(k 1)q=N]. Confron-
del sistema pitagorico il comma 312 =219 costituisce tando con la (18), otteniamo la seguente.
una migliore approssimazione dell'identitaÁ nel grup-
po libero h2; 3i, nel senso che ogni altro elemento > 1 PROPOSIZIONE 9.2. ± Una scala S di N note con
del gruppo, se piu Á vicino all'identitaÁ deve avere parametri (a; q) Áe ben formata se e solo se wS Áe una
numeratore piu Á grande. CioÁ segue dal fatto che in parola di Farey-Christoffel con pendenza q=(N q).
scala logaritmica il comma pitagorico vale 12a 7 ˆ
q4 a p4 , dove pn =qn eÁ l'n-esimo convergente di NOTA 9.1. ± Una famiglia di scale duale alla fa-
a ˆ log2 (3=2), e dalla stima (8). miglia di scale ben formate Áe quella in tempera-
Una breve riflessione mostra che ogni comma mento equabile ottenuta usando i semiconvergenti
generalizzato ha la forma ( 1)n (sm a rm ) o, in direttamente come generatori. Ricordiamo che
n 1 n
notazione moltiplicativa, 2( 1) (sm ‡rm ) 3( 1) sm , dove scegliere un determinato convergente p=N come
rm =sm eÁ l'm-esimo semiconvergente di a e n ˆ m se approssimazione razionale di un generatore irra-
rm =sm ˆ pn =qn , altrimenti n eÁ l'indice del conver- zionale a equivale a suddividere l'immagine loga-
gente immediatamente successivo. Tutto cioÁ puoÁ ritmica di un'ottava in N parti uguali, mentre l'in-
essere facilmente esteso ai comma generalizzati di tervallo corrispondente ad a stesso corrisponde ad
un sistema pitagorico qualunque P(g). un numero p di tali parti.
Concludiamo con un ulteriore legame tra la teoria
delle scale ben formate e il materiale sviluppato nelle
NOTA 9.2. ± La teoria di Carey e Clampitt for-
sezioni precedenti, questa volta con la teoria combi-
nisce un interessante approccio allo studio dei si-
natoria delle parole. In effetti, per quanto visto fin
stemi tonali, nel senso che le scale ben formate
qui, a una scala ben formata S di N note con
possono servire come scale di riferimento per la
parametri (a; q) possiamo associare una parola bina-
musica tonale. Tuttavia tale teoria riesce a de-
ria wS 2 f0; 1g che descrive il modo in cui i due
scrivere soltanto scale generate da un generatore g
possibili intervalli tra note successive si alternano
(oltre all'ottava), cioeÁ scale costruite con un sistema
lungo la scala. I simboli di tale sequenza sono dati da
pitagorico generalizzato. Ricordiamo che una scala
8
>
> 0 se n(k) n(k 1) naturale di ordine 5 richiede due generatori, come
>
>
< ˆ a ˆ fqag ad esempio 3=2 e 5=4. La possibilitaÁ di descrivere
wS (k) ˆ k ˆ 1; . . . ; N scale ben formate in un sistema naturale di ordine 5
>
>
> 1 se n(k) n(k 1)
> o superiore si offre dunque come un problema
:
ˆ b ˆ 1 f(N q)ag aperto.

48 STEFANO ISOLA
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Professore ordinario di Fisica Matematica presso l'UniversitaÁ di Camerino.


Á inoltre
Á e di storia della scienza. E
Si occupa di sistemi dinamici, di calcolo delle probabilita
musicista e compositore.

Stefano Isola

SU ALCUNI RAPPORTI TRA MATEMATICA E SCALE MUSICALI 49

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