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Acustica degli ambienti aperti

Andrea Nicolini

Università degli Studi di Perugia


Dipartimento di Ingegneria Industriale, sezione di Fisica Tecnica
nicolini.unipg@ciriaf.it
MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

Schematizzazione sorgenti:

• Puntiformi

• Lineari

• Areali

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

Sorgenti puntiformi omnidirezionali: la potenza sonora si può


di t ib i su una sfera
distribuire f o una semisfera.
i f L’intensità
L’i t ità acustica
ti sii
riduce proporzionalmente a 1/r2:

W
J= Propagazione sferica
4⋅π⋅r 2

W
J= Propagazione semisferica
2 ⋅ π ⋅ r2

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

Sorgenti puntiformi
(la potenza sonora si distribuisce su una sfera o una semisfera)

La riduzione dell’intensità acustica è proporzionale all’inverso del quadrato


d ll di
della distanza.
t

L p = L w + DI − 20 log
l 10 r − A − 11 Propagazione sferica

L p = L w + DI − 20 log10 r − A − 8 Propagazione semisferica


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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

Sorgenti lineari omnidirezionali: la potenza sonora si può


distribuire su un cilindro o un semicilindro. L’intensità acustica
si riduce proporzionalmente a 1/r. Per una sorgente di
lunghezza 1 m:

W
J= Propagazione cilindrica
2⋅π⋅r

W
J= Propagazione semicilindrica
π⋅r

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

Sorgenti lineari
(la potenza sonora si distribuisce su una superficie cilindrica o
semicilindrica)

La riduzione
L id i d ll’i t
dell’intensità
ità acustica
ti è proporzionale
i l all’inverso
ll’i d ll
della
distanza

L p = L w + DI − 10 log10 r − A − 8 Propagazione cilindrica

L p = L w + DI − 10 logg10 r − A − 5 Propagazione
g semicilindrica

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

Sorgenti areali
(la potenza sonora totale è emessa uniformemente su tutta ll’area
area di
dimensioni bּc, dove c>b)

A breve distanza dalla sorgente (r<b/π) non si ha alcuna attenuazione con la distanza:

L p = L w + DI − 10 log10 ( π / 4bc) − A

A distanze intermedie dalla sorgente (b/π<r<c/π) si ha una riduzione dell’intensità


acustica proporzionale all’inverso della distanza:

L p = L w + DI − 10 log10 r − 10 log10 ( 4c) − A

A distanze elevate dalla sorgente (r>c/π), la sorgente può considerarsi lineare o


puntiforme
puntiforme.
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE

A = attenuazione dovuta alle condizioni ambientali


= A1+ A2+ A3+ A4+ A5
A1 = assorbimento del mezzo di propagazione

A2 = presenza di pioggia,
i i neve o nebbia
bbi

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o di turbolenza (vento)

A4 = assorbimento dovuto alle caratteristiche del terreno e alla eventuale presenza di


vegetazione

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

ISO 9613-1,
9613 1 “A
“Acoustics
ti – Attenuation
Att ti off sound
d during
d i propagation
ti outdoor,
td
Part 1: Calculation of the absorption of sound by atmosphere”, 1993

ISO 9613-2,
9613 2 “Acoustics
Acoustics – Attenuation of sound during propagation outdoor
outdoor,
Part 2: General method of calculation”, 1996 8
MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A1 = assorbimento del mezzo di propagazione

L’assorbimento è causato da due processi:


1)) Dissipazione
p dell’energia
g dell’onda sonora p per effetto della trasmissione di
calore e per la viscosità dell’aria; assume reale importanza solo per
temperature e frequenze elevate. (attenuazione di circa 1dB/Km per un suono
puro di 3000 Hz e di 2dB/Km p
p per uno di 5000 Hz))
2) Dissipazione per effetto dei movimenti rotazionali e vibratori che assumono le
molecole d’ossigeno e azoto dell’aria, sotto le azioni di compressione e
rarefazione (dipendenza, oltre che dalla frequenza del suono, dalla
temperatura e dalla umidità relativa dell’aria)

Per distanze relativamente modeste dalla sorgente l’effetto di assorbimento risulta


trascurabile rispetto a quello della divergenza
divergenza, mentre il contrario avviene per
distanze sufficientemente grandi.
Se la temperatura è elevata, l’umidità favorisce la propagazione, se la temperatura
è bassa l’umidità
l umidità favorisce l’attenuazione
l attenuazione del suono.
suono Ciò è tanto più vero quanto più
le frequenze sono elevate.
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

Si può notare, per frequenze basse (≤ 500Hz), l’attenuazione dovuto all’influenza


della temperatura e dell’umidità
dell umidità relativa risulta abbastanza ridotto
ridotto.
Per frequenze elevate (f = 8000 Hz) si può notare uno strano fenomeno; a
temperatura ambiente (es 20 C°), al diminuire dell’umidità relativa aumenta
ll’attenuazione
attenuazione (vedi linea tratteggiata); per temperature al di sotto dello zero (-10
( 10 C°)
C )
al diminuire dell’umidità relativa, diminuisce l’attenuazione.
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A2 = presenza di pioggia, neve o nebbia

• Il fatto che in giornate di leggera pioggia o di nebbia si ha la sensazione che il


suono si propaghi più chiaramente non è sostanzialmente dovuto al fenomeno
d ll pioggia
della i i oddella
ll nebbia
bbi iin se stessa,
t ma piuttosto
i tt t aglili effetti
ff tti secondari
d i che
h iin
tali giornate si verificano.
• Durante la pioggia il gradiente di temperatura dell’aria o di velocità del vento
(lungo la verticale rispetto al terreno) tende ad essere modesto e ciò certamente
facilita la trasmissione del suono rispetto ad una giornata fortemente soleggiata,
quando le disomogeneità micrometereologiche possono essere significative. Per
una corretta valutazione del fenomeno è quindi a questa disomogeneità che
occorre ricondursi. Inoltre, in giornate di pioggia, nebbia o neve il rumore di fondo
diminuisce sensibilmente per la diminuzione del traffico veicolare.
• In letteratura si trovano versioni contrastanti,
contrastanti che riconducono il valore di A2 sia a
valori pari a 10-15 dB/Km (tenendo conto dell’azione combinata dei gradienti di
temperatura e ventosità, che si verificano proprio nei giorni di neve, pioggia o
nebbia), ), che a zero.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


• Se esiste un gradiente di temperatura, la velocità del suono varia di
conseguenza, un raggio sonoro sarà soggetto a successivi fenomeni di
rifrazione e il percorso dell’onda seguirà una traiettoria curvilinea. Data la
diretta proporzionalità tra velocità di propagazione del suono e temperatura, si
crea un gradiente, negativo o positivo a seconda del caso, della velocità di
propagazione e pertanto la direzione del raggio sonoro tenderà ad avvicinarsi
(od allontanarsi) alla normale rispetto al terreno, provocando una incurvatura
verso l’alto (verso il basso).

• L
La velocità
l ità di propagazione
i del
d l suono puòò essere ffavorita
it o sfavorita
f it ddall
gradiente verticale di velocità del vento. In ogni punto della superficie d’onda,
infatti, la velocità della perturbazione sarà data dalla somma vettoriale della
velocità di propagazione in aria calma e della velocità del vento in quel punto
punto.
Se quindi esiste un gradiente verticale positivo del vento (la sua velocità
aumenta con la quota conservando la direzione), la velocità del suono aumenta
nella direzione del vento ed i raggi sonori tenderanno a curvarsi verso il basso
basso.
Nella direzione opposta tenderanno verso l’alto. 12
MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza

La velocità c del suono in aria secca è legata alla temperatura t dalla seguente
espressione:

Inoltre, nel passaggio da un mezzo ad un altro


Inoltre altro, avente un diverso valore di c,
c la
direzione di propagazione subisce una deviazione per effetto della rifrazione. Se
pertanto esiste un gradiente di temperatura, la velocità c varia in conseguenza e un
raggio sonoro sarà soggetto a successivi fenomeni di rifrazione (il percorso dell’onda
dell onda
seguirà una traiettoria curvilinea).

Nell’atmosfera i ggradienti di temperatura


p esistenti determinano una stratificazione p
per
fasce termiche della massa d’aria che avvolge il nostro pianeta. Tale stratificazione
varia, ovviamente, al variare delle condizioni meteorologiche, a loro volta funzione
delle stagioni, ma è comunque decisamente influenzata, almeno negli strati prossimi
alla superficie terrestre dall’alternarsi del giorno e della notte.
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


Nel periodo che va dall’alba al tramonto, la temperatura diminuisce con l’altezza e ciò
sii spiega
i iin b
base all’effetto
ll’ ff d
dell riscaldamento
i ld d
dell terreno d
dovuto all’irraggiamento
ll’i i
solare. L’aria a contatto con il terreno si riscalda e tende a trasferire calore agli strati
superiori con un gradiente termico che nella stagione estiva può raggiungere valori di
0,6-0,8°C/m
0,6 0,8 C/m nelle vicinanze del suolo per poi portarsi a valori dell’ordine
dell ordine del
centesimo di grado/metro ad alcune decine di metri da terra.
ALTEZZA

Pomeriggio Mattina presto Notte


TEMPERATURA

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


Durante il periodo notturno
notturno, per effetto della reirradiazione del calore verso
l’atmosfera, negli strati d’aria ad esso più prossimi il gradiente di temperatura diviene
positivo. A grandi altezze il gradiente rimane negativo, per cui si viene a generare, ad
una data quota, uno strato di inversione termica.
LTEZZA
AL

Pomeriggio Mattina presto Notte


TEMPERATURA

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


In presenza quindi di un gradiente di temperatura negativo, data la diretta
proporzionalità fra c e t, si verrà a creare un gradiente, pur esso negativo, della velocità
di propagazione e pertanto la direzione di un raggio sonoro tenderà ad avvicinarsi alla
normale rispetto al terreno, provocando un’incurvatura verso l’alto.
La curvatura è invece rivolta verso il basso nel caso inverso di gradiente di temperatura
positivo.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


Nel caso di gradiente negativo si hanno attenuazioni del suono anche a distanza
modesta dalla sorgente, con la formazione da una certa distanza critica in poi, di una
zona di ombra.
Al contrario, nel caso di gradienti termici positivi si possono avere anomale
concentrazioni di energia sonora e il suono può essere percepito a distanze maggiori di
quelle verificabili in caso di temperatura uniforme.
Il fenomeno della curvatura dei raggi sonori resta comunque limitato ad una distanza
dell’ordine di 500 m dalla sorgente e molti fenomeni locali di turbolenza, trasferendo
energia sonora nella zona d’ombra, tendono a diminuire gli effetti negativi ai fini della
ricezione
i i d
dell suono.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


In particolari condizioni può verificarsi
che strati d’aria adiacenti siano
caratterizzati da
gradienti termici di segno
g g opposto
pp e ciò
può dar luogo, oltre al fenomeno di
inversione
termica, ad effetti particolari di
propagazione sonora.
Si consideri ad esempio che vi sia un
gradiente di temperatura positivo in
prossimità del suolo, con una inversione
di temperatura alla quota di 100 m. Si
supponga che la velocità di
propagazione
i d
dell suono all suolo
l e all
punto di inversione siano
rispettivamente c1 = 331 m/s e c2 = 335
m/s e che tali rimangano lungo tutto lo
spessore dei due strati. 18
MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


L’angolo
g limite per la rifrazione del suono sarà pari a θ = arcsin (331/335)
( ) = 80°.
Pertanto ogni raggio sonoro incidente con un angolo maggiore di 80° rispetto alla
normale verrà totalmente riflesso.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


Se i raggi incidenti sul terreno vengono riflessi, lo strato di atmosfera sotto i 100 m
diventa un canale sonoro, una vera e propria guida d’onda, dove vengono intrappolati
tutti i raggi sonori aventi angolo di incidenza maggiore di quello limite.
Il fenomeno può anche verificarsi ad una certa altezza dal suolo e in questo canale
possono essere convogliate onde sonore provenienti anche da sorgenti sonore diverse
da quella presa in esame.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A3 = presenza di gradienti di temperatura nel mezzo e/o turbolenza


La velocità di propagazione del suono può essere favorita o sfavorita dal gradiente verticale di
velocità
l ità d
dell vento.
t IIn ognii punto
t ddella
ll superficie
fi i d’
d’onda,
d iinfatti,
f tti lla velocità
l ità ddella
ll perturbazione
t b i sarà
à
data dalla somma verticale della velocità di propagazione in aria calma e della velocità del vento in
quel punto.
Se esiste un gradiente verticale positivo del vento (la sua velocità aumenta con la quota
conservando la direzione), la velocità del suono aumenta nella direzione del vento ed i raggi sonori
tenderanno a curvarsi verso il basso; nella direzione opposta, tenderanno invece verso l’alto.
Sopravento si avrà la possibile creazione di un’ombra acustica, mentre sottovento, ad una data
di t
distanza dalla
d ll sorgente,
t sii avrà
à una concentrazione
t i di energia
i sonora e poi,i per di
distanze
t crescenti,
ti
un’attenuazione.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A4 = assorbimento dovuto al suolo ed alla eventuale presenza di vegetazione


• In riferimento ai fenomeni di riflessione, rifrazione e assorbimento del suono hanno
grande importanza la natura del terreno, la presenza di asperità o di prati, cespugli,
alberi, ecc.
• Nel caso in cui i due mezzi siano costituiti dall’aria e da uno specchio d’acqua esteso (un
lago), con la sorgente posta nell’aria, si verifica che per angoli di incidenza superiori a 14°
si ha riflessione totale (assumendo per la velocità del suono nell’aria e nell’acqua
rispettivamente i valori di ca = 344 m/s e cw = 1460 m/s si trova il valore dell’angolo limite
di iincidenza
id θ = arcsen(344/1460)
(344/1460) = 14°)
14°). Ciò significa
i ifi che h l’l’acqua costituisce
tit i un ottimo
tti
riflettore per le onde sonore.
• Possono considerarsi sufficientemente speculari anche superfici ragionevolmente piatte e
lisce compatte e non porose
lisce, porose, come quelle costituite da cemento o asfaltoasfalto.
• Terreni con prati e cespugli sono ancora da ritenersi buoni riflettori per angoli di incidenza
>30°.
• Nel caso di un terreno poroso
poroso, ad esempio erboso
erboso, a causa dell’interferenza
dell interferenza distruttiva tra
suono incidente e suono riflesso, si può arrivare, per frequenze non elevate, ad una
attenuazione dovuta al cosiddetto “effetto suolo” di oltre 10-15 dB. Se poi vi è presenza
contemporanea di asperità (cespugli
(cespugli, ecc
ecc.),
) si può verificare a 100m dalla sorgente
un’attenuazione compresa tra 15 e 25 dB per il range di frequenze tra 500 e 2000 Hz.
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A4 = assorbimento dovuto al suolo ed alla eventuale presenza di vegetazione


ATTENUAZIONE PER BOSCHI CEDUI

Suolo erboso con cespugli


((formula empirica)
p )

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A4 = assorbimento dovuto al suolo ed alla eventuale presenza di vegetazione

Una espressione analitica valida per calcoli di prima approssimazione che medi i valori
sperimentali
i t li riportati
i t ti iin fifigura è lla seguente:
t
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A4 = assorbimento dovuto al suolo ed alla eventuale presenza di vegetazione


Esistono relazioni empiriche
p che esprimono
p l’attenuazione in funzione dell’altezza
efficace, he, che tiene conto della posizione reciproca sorgente ricevitore

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A4 = assorbimento dovuto al suolo ed alla eventuale presenza di vegetazione


Una formula empirica
empirica, basata sul parametro he che fornisce l’attenuazione
l attenuazione A del
terreno è la seguente:

dove r è la distanza in metri tra il punto ricevitore e la sorgente.

L’attenuazione viene trascurata per distanze r dalla sorgente inferiori a 15 m e per


altezze efficaci superiori a 12.5 m.
La limitazione del parametro G ad un valore massimo pari a 0.66 comporta che
l’attenuazione venga considerata costante per valori di he compresi tra 0 e 1,5 m.

Si può
ò notare
t che
h l’inserzione
l’i i di una b
barriera
i ttra sorgente
t e ricevitore
i it aumenta
t il
valore di he e questo comporta una diminuzione dell’attenuazione dovuta al suolo.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

Una barriera acustica è una struttura,


naturale od artificiale, interposta fra
la sorgente di rumore e il punto di
ricezione, che intercetti la linea di
visione diretta fra questi due punti.

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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali


Perché la barriera sia efficace,, occorre che la potenza
p sonora trasmessa direttamente
attraverso di essa sia trascurabile rispetto a quella trasmessa per via aerea.
Se la barriera è sufficientemente lunga rispetto alla sua altezza, così da poter trascurare
gli effetti della diffrazione laterale, allora il suono che arriva al ricevitore subisce gli
effetti della diffrazione prodotta dal bordo superiore della barriera.

L’efficacia dell’azione schermante di una barriera viene espressa in dB mediante la


perdita di inserzione IL definita come la differenza tra i livelli di pressione sonora che
si verificano in una determinata posizione esposta al rumore in presenza del terreno
prima e dopo l’installazione della barriera con equivalenti condizioni della sorgente di
rumore, del
d l tterreno ed
d atmosferiche.
t f i h

Tale efficacia viene espressa anche attraverso l’attenuazione Δ in dB definita come la


diff
differenza ttra il lilivello
ll di pressione
i sonora che
h sii verifica
ifi iin corrispondenza
i d d
della
ll
posizione del ricevitore in campo libero ad una certa distanza dalla sorgente ed il
livello che si verifica nella stessa posizione con la presenza della barriera e del
Terreno (L’attenuazione
(L attenuazione non considera la presenza del terreno nella misura del livello di
pressione sonora in assenza della barriera e può perciò differire sensibilmente dalla 28
perdita di inserzione).
MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

Il progetto acustico di una barriera consiste essenzialmente nella valutazione


dell’energia sonora diffratta attraverso il calcolo della perdita di inserzione o della
attenuazione e nel calcolo del p potere fonoisolante della barriera tale da rendere
trascurabile l’apporto dell’energia trasmessa attraverso la barriera rispetto a quella
diffratta dal bordo della stessa.

Il range delle attenuazioni mediante ottenibili con una barriera antirumore varia da 0 a
15 dB a seconda della posizione del punto di ascolto.

Il fenomeno della diffrazione si spiega con il principio di Huygens il quale afferma che
ogni punto situato sul fronte di un’onda progressiva genera un’onda elementare per
cui esso si comporta come se fosse una nuova sorgente puntiforme; l’inviluppo delle
onded elementari
l t i fforma il successivo
i ffronte
t d’
d’onda.
d

Il bordo superiore della barriera genera dunque un campo sonoro cilindrico nella zona
d’ombra
d ombra.
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MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

In queste condizioni si possono individuare tre


zone nello spazio oltre la barriera, come
schematizzato nella figura:

Una zona di chiaro, in cui la presenza della


barriera non ha effetti significativi poiché
l lilinea di
la diretta d
dell suono non è iinterrotta;

Una zona di transizione, la cui estensione


di
dipende
d d
dalla
ll di
distribuzione
t ib i iin ffrequenza
del rumore emesso;

Una zona di ombra nella quale le


prestazioni della barriera dipendono
dall’angolo di diffrazione.

30
LE BARRIERE ANTIRUMORE

L'attenuazione del rumore al recettore può essere espressa anche in funzione


dell'altezza effettiva della barriera he e dall'angolo θ.
L’attenuazione dipende anche dalla lunghezza d’onda λ, aumenta con θ e con il rapporto
he/ λ.

31
LE BARRIERE ANTIRUMORE

L'attenuazione del rumore al recettore può essere espressa anche in funzione


dell'altezza effettiva della barriera he e dall'angolo θ.
L’attenuazione dipende anche dalla lunghezza d’onda λ, aumenta con θ e con il rapporto
he/ λ.

32
MODELLI DI PREVISIONE DEL RUMORE ISO 9613/1-2

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

All’attenuazione della barriera va


sottratta la perdita di attenuazione
A 5 = A b − (A 4 − A 4b )
del suolo dovuta alla presenza della
barriera.

33
LE BARRIERE ANTIRUMORE

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

N = Numero di Fresnel

(rSB + rBR − d SB − d BR ) 1 ⎛ 1 1 ⎞
N= ⎜
≅ h Be ⋅ ⋅ ⎜
2
+ ⎟⎟
λ λ ⎝ d SB d BR ⎠

34
LE BARRIERE ANTIRUMORE

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali

0
r BR
R
r SB
h Be
S
d BR
C 1 = 0 .7 5 d SB
Atteenuazione

C 2 = 1 .0 0

10 C 1 = 1 .0 0
C 2 = 1 .0 0

S o rg e n te lin e a re

20 S o rg e n te p u n tifo rm e
[dB]

30
+ 1 0 + 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6
N

35
N = Numero di Fresnel
LE BARRIERE ANTIRUMORE ISO 9613/1-2

A5 = presenza di barriere naturali o artificiali


all’interno della “zona d’ombra” all’esterno della “zona d’ombra”

2πN 2πN
A b = 20 log10 +5≥ 0
A b = 20 ⋅ C1 log10
(
tanh C 2 2πN
+ 5 ≤ 20
) tan 2πN ( )

Per sorgenti puntiformi: C1=1, C2=1

Per sorgenti lineari: C1=0.75, C2=1

36
LE BARRIERE ANTIRUMORE: PRESTAZIONI

Le caratteristiche acustiche di una barriera antirumore possono essere suddivise in


due categorie:
g

• estrinseche: efficienza di un’opera antirumore installata nella riduzione dei


livelli di pressione sonora in una serie di punti sul territorio identificati come ricettori
(perdita di inserzione o “Insertion Loss”)

• intrinseche: caratteristiche proprie del “prodotto” barriera antirumore,


i di
indipendentemente
d d
dall’ambiente
ll’ bi iin cuii è o sarà
à iinstallato
ll ed
dall’effetto
ll’ ff fifinale
l di
riduzione del rumore su ricevitori dati (assorbimento/riflessione, trasmissione,
diffrazione del suono)
I valori
l i prestazionali
t i li minimi
i i i delle
d ll proprietài tà intrinseche
i ti h sono indicati
i di ti neii
capitolati di ANAS, ferrovie, ecc.

37
LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Esistono numerose tipologie di barriere acustiche e di materiali componenti. La scelta


di un pprodotto dipende,
p oltre che dalle p
prestazioni acustiche richieste, anche da altri
fattori, quali: statica, sicurezza, estetica, durata, manutenzione, costi.

Le barriere antirumore possono essere suddivise nelle seguenti tipologie:

1) barriere artificiali
– Fonoisolanti
– Fonoassorbenti
F b i
– Fonoisolanti e fonoassorbenti

2) barriere
b i naturali
t li
– Barriere vegetali (siepi, fasce boscate, alberate, ecc.)
– Rilevati
– Barriere miste (terre armate
armate, biomuri
biomuri, muri verdi
verdi, barriere vegetative
vegetative, ecc
ecc.))

38
LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

BARRIERE ANTIRUMORE METALLICHE

Rivestimento in alluminio o acciaio

Le più utilizzate, sia per l’economicità che la leggerezza (soprattutto in alluminio), unite
a buone
b caratteristiche
tt i ti h siai di ffonoassorbimento
bi t che
h di ffonoisolamento
i l t

SVANTAGGIO: Impatto visivo

39
LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

BARRIERE IN ALLUMINIO

I pannelli in lamiera metallica di alluminio


alluminio,
sono caratterizzati dall’avere buone
caratteristiche per quanto riguarda le
proprietà fonoassorbenti, la leggerezza,
ed il costo.
L’ alluminio protegge la barriera dal
fenomeno della corrosione, anche se
questa può essere causata da errori
progettuali sui pannelli (solitamente se
avviene il mancato deflusso dell’acqua
oppure da trattamenti superficiali sbagliati).
I pannelli infatti vengono verniciati
esternamente ed internamente con una
polvere in poliestere. La superficie dei
pannelli viene forata su un lato nella
direzione della sorgente di rumore. I
pannelli contengono al loro interno il
materiale fonoassorbente, generalmente
costituito da uno strato di fibre minerali o di
vetro ad alta densità. 40
LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere in calcestruzzo
E i t
Esistono due
d principali
i i li titipologie
l i di pannelli
lli iin calcestruzzo.
l t

1) I pannelli fonoassorbenti a struttura portante in calcestruzzo armato, in cui


il pannello fonoassorbente
fonoassorbente, posto frontalmente alla sorgente
sorgente, è realizzato in
materiale alleggerito o poroso (argilla espansa, pomice, porous beton,
cemento legno) rivolto verso la sorgente di rumore della forma ottimale. l costi
sono medi
medi, il potere fonoisolante elevato (dipende anche dallo spessore)
spessore).

2) I pannelli in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa, in cui i pannelli


vengono assemblati utilizzando un impasto di leganti ed additivi (ossidi)
(ossidi), che
consentono la realizzazione della forma necessaria a migliorare le proprietà
fonoassorbenti, già intrinseche all’argilla espansa. E’ importante una scelta
corretta della ggranulometria dell’argilla
g e del legante
g impiegato
p g al fine di
evitare disgregazione e rotture per effetto del gelo–disgelo. l costi risultano
medi, il potere fonoisolante elevato (dipende anche dallo spessore).

41
LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere in calcestruzzo

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere in legno
Ippannelli in legno
g sono caratterizzati da un ottimale impatto
p ambientale soprattutto
p
in particolari contesti paesaggistici. Qualche problema si ha per la durata degli
elementi, il rumore riflesso e i costi medio-alti.
Il p
pannello è ggeneralmente realizzato in legno
g di elevata q qualità, il cui spessore
p
minimo è indicativamente di 12 cm. Il materiale fonoassorbente interno al pannello
di legno è costituito da uno o due strati di fibre minerali o di vetro ad alta densità e
da un telo di protezione di tipo siliconico verso il lato della sorgente del rumore.

Esistono inoltre pannelli misti alluminio-legno che costituiscono una soluzione


intermedia tra quella metallica e quella in legno. In pratica il lato rivolto ai ricettori è
costituito dai pannelli in legno, mentre la parte rivolta verso la sorgente è sostituita
da una lamiera forata in alluminio. In questo modo si riesce a garantire una
maggiore durata, un miglioramento delle prestazioni acustiche e un contenimento
d i costiti rispetto
dei i tt aii pannelli
lli iin llegno, mantenendo
t d llo stessa
t iimpressione
i estetica.
t ti

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere in legno

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere in materiale plastico


I materiali utilizzati (polietilene, polipropilene, polivinilcloruro, poliestere) garantiscono
resistenza allo scorrimento (shrinkage) a temperatura ambiente ed alle alte temperature
(70°C), alla fessurazione (creep) e ai raggi ultravioletti. Esistono inoltre barriere in
plastica riciclata, con notevoli vantaggi ambientali e buone prestazioni non solo di
f
fonoisolamento, ma anche di fonoassorbimento,
f se forate
f dal lato sorgente.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere in laterizio
La barriera e realizzata con l’accostamento di acciaio o cls e cotto. La struttura portante
e generalmente in acciaio, la parte fonoassorbente e costituita da pannelli metallici
scatolari realizzati in lamiera. Parallelamente e disposto un rivestimento esterno in cotto.
Esistono inoltre versioni monolitiche realizzate mediante pannelli in cls armato strutturale
che inglobano il materiale fonoassorbente
f ed il cotto in un unico pezzo.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere trasparenti
Qualora particolari esigenze architettoniche lo impongano, è possibile l’impiego, anche
parziale, di pannelli in materiale trasparente, ovvero polimetilmetacrilato o vetro. Le
lastre trasparenti in polimetilmetacrilato o vetro rispondono ad esigenze particolari di
trasparenza e resistenza meccanica a flessione. Esistono inoltre, grazie all’aggiunta di
additivi, lastre trasparenti colorate. Il vantaggio principale è proprio la trasparenza, che
comporta un basso impatto ambientale e un miglioramento della sicurezza lungo il
percorso dovuto alla maggiore visibilità di eventuali ostacoli. Il maggiore svantaggio è
d
dovutot alle
ll scarse proprietà
i tà ffonoassorbenti,
b ti iin parte
t compensate t dda quelle
ll ffonoisolanti
i l ti
e di resistenza agli UVA. Le barriere trasparenti possono essere in lastre di metacrilato
(PMMA), Policarbonato o vetro stratificato.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Barriere trasparenti

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

BARRIERE NATURALI

Il suono attraversando una fascia di vegetazione ( alberi, cespugli, erba alta ) è


costretto a un cammino tortuoso che tende a degradarlo, per attrito, in calore.
L’attenuazione
L attenuazione prodotta dalle barriere naturali dipende essenzialmente da:
profondità ed altezza della barriera;
ampiezza e robustezza della foglia;
densità della chioma;
durata della fogliazione.

Le barriere naturali vengono distinte in tre tipologie:


Barriere vegetali;
Rilevati;
Barriere miste.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Le barriere vegetali sono essenzialmente composte da piantagioni semplici od


associazioni complesse di specie arboree, arbustive ed erbacee, preferibilmente
caratterizzate da:

– disposizione delle foglie ortogonale alla direzione di propagazione del


rumore;
– rapida crescita fino al raggiungimento della altezza ottimale;
– esenzione da fitopatie virulente.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: TIPOLOGIE

Prestazioni delle barriere vegetali:

Abbattimenti di 1 dB(A) circa per ogni metro in profondità di barriera: per


avere abbattimenti di circa 10 dB(A) sono necessarie barriere vegetali di altezza
4m e profondità 8m, configurazione quasi mai accettabile in rapporto alle
superfici
fi i disponibili
di ibili neglili iinterspazi
t i iinfrastruttura-ricettore.
f t tt i tt

Elevato costo di installazione, quantificabile in ca. € 1.500/mq (calcolati sulla


superficie
fi i verticale
ti l di bbarriera
i effettiva)
ff tti ) per barriere
b i d
da 4 m e profondità
f dità 8 m ed d iin
ca. 150 €/mq per barriere di altezza 1,5 m con alberature.

Considerando i costi diretti di piantumazione ed i costi indiretti di manutenzione


(potature ed irrigazione), oltre ai lunghi tempi per il raggiungimento degli effetti a
regime (5 anni), tale intervento si rivela sempre più oneroso e scarsamente
risolutivo per tutti i casi in cui esso risulta realizzabile in via di principio
principio.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: BARRIERE MISTE

Derivano dalla combinazione di manufatti artificiali (che possono anche


fungere solo da sostegno) e piante.
Possono individuarsi 5 categorie di barriere miste:

T
Terre Armate
A
Biomuri

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: BARRIERE MISTE

Derivano dalla combinazione di manufatti artificiali (che possono anche


fungere solo da sostegno) e piante.
Possono individuarsi 5 categorie di barriere miste:

Barriere
Vegetative

Muri Verdi Barriere


costituite
da
geosacchi
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LE BARRIERE ANTIRUMORE: ANTIDIFFRATTORI

Le ricerche condotte in tutto il mondo hanno portato ad identificare molte forme


di barriera che sono p
più efficienti della solita barriera sottile,, piana
p e riflettente.

Per barriere di 2 m di altezza i miglioramenti ottenuti vanno da 1,5 a 3,5 dB.


Si p
possono distinguere
g due diverse tipologie:
p g
• barriere a bordo di diffrazione singolo con forme diverse;
• barriere con bordi di diffrazione multipli.

Le barriere a bordo di diffrazione singolo includono: barriere a forma di cuneo,


terrapieni di vario tipo, barriere a forma di T o Y, barriere con profilo a forma di
freccia.
I tuttii i casii comunque rimangono
In i di primaria
i i iimportanza, per l’l’efficienza
ffi i d
della
ll
barriera, l’altezza della barriera ed il tipo di terreno.

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: BUFFLES

strutture di copertura a nido d’ape fonoassorbenti: utili sia per


infrastrutture dei trasporti
p che all’interno di stabilimenti industriali

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LE BARRIERE ANTIRUMORE: BARRIERE A TUNNEL O CIRCOLARI

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LE BARRIERE ANTIRUMORE

ESEMPIO DI INTEGRAZIONE CON PANNELLI FOTOVOLTAICI

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