Bruno de Finetti
Una visione tecnologica
anziché .,, vuotologica?
Come suscitare il gusto ¢ linteresse per la mate-
matica- Facendone apprezzare il ruoio creative nel
comprendere le leggi della natura @ nel promuovere
il progresso tecnologico. In tal senso sta operando
un gruppo dt ricerca coordtnato da Bruno Rizzi.
1. - Ex nihilo nihilr
Una. visione sana, istruttiva, gradevole, utile della ma-
tematica pud venire raggiunta solo partendo dal concreto
e mostrando il valore concreto anche dell'astrazione, purché
correttamente intesa, non come un tuffo nel vuoto, bensi
come strumento ideale per meglio comprendere il concreto.
Pid o meno, é quest'idea, che, pur con varianti di espo-
sizione, costituisce il motivo di fondo, il filo conduttore, la
molla che mi sospinge ad insistere, a contrastare I'uso inap-
propriato e forviante delle assiomatizzazioni astratte, ad
invitare a vedere e far vedere soprattutto la ricchezza di
interpretazioni concrete e di applicazioni significative de-
gli strumenti matematici.
La realta é molteplice: vi sono infiniti aspetti divorsi
di essa che possono venire proposti, in forma pit o meno
approfondita, a bambini, ragazzi, studenti di ogni ordine e
grado di scuole, ad adulti che abbiano ancora qualcosa
della naturale curiosita di sapere. Esempi di applicazioni
semplici della matematica a problemi reali, anche assai im-
portanti, si trovano in vari articoli del Periodico di Mate-
matiche e in altri libri ivi presentati.
Comunque i progetti e la realizzazione di cose per fare,60
e per pensare, messi a punto dal gruppo coordinato da
Bruno Rizzi e presentati recentemente a Roma vanno ben
oltre il gia sperimentato nel campo dello strumentario di-
dattico. Anche perché la didattica di cui si discute nel gruppo
ha oramai superato le angustie disciplinari: ha rivendicato
un compito culturale pit ampio che @ quello di inventare
nuove chiavi per aprire, capire e risolvere i problemi del-
l'educazione. D'altra parte, anche con riferimento alle pro-
poste operative le differenze si notano.
Molti strumenti per insegnare e molte cose del genere.
pit o meno interessanti, esistono, visibili specialmente ai
congressi di Educazione Matematica (come a quello di
Exeter, 1973, I'unico cui partecipai)
Tuttavia (per quanto ricordo, ma comunque sarebbe
stato impossibile vedere tutto!) si trattava sempre di og-
getti a fini didattici, non finalizzati espressamente ad un
avvio (fosse pure embrionale) all’educazione teenologica:
una componente dell’educazione che nell’epoca attuale, e
certamente in misura ancora crescente in futuro, appare
indispensabile per chi ha Ja ventura (o la disgrazia, a se-
conda dei gusti) di vivere in un mondo dominato dalla tec-
nologia. Occorre imparare a vivere con essa, piaccia 0 non
piaccia, per goderne il bene ¢ difendersi dal male che ce
ne pud venire,
2. - Se faccio, capisco.
Questo motto dello School Mathematics Project sinte-
tizza bene, specie in contrapposizione ai due che lo precedo-
no: Se ascolto dimentico; se leggo ricordo, il perché del-
Tutilita ed efficacia di un avvio ad una educazione non solo
libresca, non solo parolaia, non solo astratta, non solo for-
malistica, bensi concreta, costruttiva, pratica, utile; nel
nostro tempo — e certo ancor pid in quello a venire — cid
significa appunto educazione (anche) tecnologica.
Forse, secondo i pregiudizi correnti, l'aspetto tecnologico
sarebbe una componente meno pregevole o meno pregiata
dell’educazione, ma cio potrebbe valere se si trattasse sol-6)
tanto di saper eseguire qualche lavoro o riparazione, di tipo
semplice 0 ripetitivo. (£ comungque, il saper fare da sé coset:
te del genere sarebbe sempre cosa non trascurabile, né come
utilita pratica, né come soddisfazione).
Gli esempi proposti da Rizzi nella presentazione dei
lavori hanno messo all’angolo questi pregiudizi. Il discorso
tecnologico é un discorso importante, perché richiesto dalla
realta che stiamo vivendo, e perché, a ben guardare, offre
spunti pregevoli per l'approfondimento teorico. Bisogna
avere il coraggio di adeguarsi ai tempi e di comprenderne
le modificazioni: oggi progetta e costruisce non solo I’inge-
gnere impegnato nella tecnologia hard, oggi & progetto tec-
nologico (soft) anche l'algoritmo, anche la procedura deci-
sionale (e Rizzi ha piu volte giustamente sottolineato questo
punto).
Del valore educativo e formativo, in senso generale,
dell'apprendimento di lavorazioni tecniche pit 0 meno com-
plesse, ho avuto conferma, anni fa, da Michele Pellerey, in
base alle esperienze effettuate presso alcune scuole.
Costruire dei pezzi conformi alle indicazioni di un dise-
gno tecnico da decifrare, attenersi alle misure indicate col
necessaric grado di esattezza (e capire bene, quindi, il va-
lore dell’esattezza necessaria), apprestare le macchine in
modo da ottenere il risultato prescritto, eseguire i dovuti
controll, ecc., non significa soltanto (come forse molti pen-
sano) fare dell'uomo una macchina, ma, al contrario, farne
un essere dotato di molte capacita e sensibilita in pid, di
un senso di responsabilita che nasce dalle cose stesse an-
ziché per imposizione superiore.
Un altro esempio significativo lo appresi (anche questo
parecchi anni fa) dall'Ispettore Ernesto Zaccara, che conobbi
come membro di una Commissione al Ministero della Pub-
blica Istruzione della quale facevo parte (e riguardava ap-
punto l'istruzione tecnica e professionale). Egli mi racconto
come era riuscito ad adattare la problematica dell'istru-
zione professionale alle non semplici necessita dei non
udenti, .