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Notazione
Musicale
I
suoni
musicali
vengono
indicati
sul
pentagramma.
Il
pentagramma
è
composto
da
4
spazi
e
5
righe.
Le
note
musicali
Le
note
vengono
inserite
sulle
righe
o
negli
spazi.
Quando
sono
troppo
basse
o
troppo
alte
(per
quanto
riguarda
l’intonazione
e
la
loro
rappresentazione
grafica)
si
utilizzano
i
TAGLI
ADDIZIONALI.
Le note dal DO RE MI FA SOL LA SI DO
1
LA
NOTAZIONE
ANGLOSASSONE
Le
lettere
vengono
usate
per
indicare
le
note
e
gli
accordi
(sigle)
A
=
La
B
=
Si
C
=
Do
D
=
Re
E
=
Mi
F
=
Fa
G
=
Sol
IL
SETTICLAVIO
All’inizio
del
rigo
musicale
viene
posto
un
segno
chiamato
chiave.
Ad
ogni
nota
viene
anche
associato
un
numero
per
indicare
l’ottava
di
riferimento
2
IL
SEMITONO
Il
semitono
è
la
distanza
(intervallo)
più
piccola
tra
due
suoni.
Tra
le
note
naturali
lo
abbiamo
tra
il
MI
e
FA
e
SI
e
DO
Infatti
guardando
il
disegno
tra
queste
note
non
abbiamo
tasti
neri.
Il
tono
è
composto
da
due
semitoni
e
lo
abbiamo
ad
esempio
tra
Do
e
Re.
LE
ALTERAZIONI
Le
note
naturali
possono
essere
alterate
ovvero
alzate
o
abbassate
di
un
semitono
o
di
un
tono.
I
Bemolle
abbassa
l’intonazione
della
nota
di
un
semitono
Il
doppio
bemolle
abbassa
di
un
tono
3
La
scala
cromatica
è
la
scala
musicale
che
comprende
tutti
i
12
semitoni.
Come
potete
vedere
dalla
tastiera
sopra
,
i
tasti
neri
possono
avere
due
nomi
.
Possono essere chiamati con i # o i bemolli a seconda che si sale o scende.
4
LA
DURATA
DELLE
NOTE
E
DELLE
PAUSE
5
Largo
40
60
Larghetto
60
66
Adagio
66
76
Andante
76
108
Moderato
108
120
Allegro
120
168
Presto
168
200
Prestissimo
200
208
Le
meoldie
vengono
suddivise
in
peridi
chiamati
BATTUTE
o
MISURE
Tempi semplici
Nei tempi semplici, ogni movimento della mano è formato da due suddivisioni, dette rispettivamente battere e levare. Un
brano è in tempo semplice quando è introdotto da una frazione il cui numeratore è rappresentato da un numero tra
questi: 2, 3, 4 o 5 o 7, dando origine, così, a una misura binaria, ternaria, quaternaria o quinaria (sempre semplice).
Il denominatore rappresenta la qualità della figura-base su cui si impianta il brano e grazie alla quale si distribuiscono gli
accenti: per cui, un "2" al denominatore indica che la figura di riferimento è la nota da un mezzo (la minima); allo stesso
modo, un 4 designa una nota da un quarto (semiminima), e così via. Il numeratore dà informazioni riguardo al numero di
figure dello stesso tipo (rappresentate dal denominatore) presente in ogni battuta. nella pratica, preavvisa il numero di
movimenti che la mano deve fare per terminare una battuta.
Tempi composti
I tempi composti si distinguono grazie al numeratore, che si presenta con un numero multiplo di 3 .Abbiamo quindi i
numeratori 6, 9, 12, 15, che danno origine rispettivamente a misure binarie, ternarie, quaternarie e quinarie.
6
Il denominatore indica sempre la qualità della nota di base, secondo le stesse regole già espresse per i tempi semplici. Il
numeratore è ancora espressione della quantità di figure-base, che nel solfeggio non vengono più segnate da un
movimento, ma da una suddivisione. A ogni suddivisione corrisponde una nota-base.
Ogni movimento è quindi COMPOSTO da tre suddivisioni.
Il 3/8 corrisponde al tempo di ¼ ( un movimento composto da tre duddivisioni)
Il 6/8 corrisponde la 2/4 ( due movimenti )
Il 9/8 corrisponde al ¾ ( tre movimenti)
Il 12/8 corrisponde al 4/4 (4 movimenti)
Ecco due misuri scritte con due metri differenti ma che suonano allo stesso modo.
Un tempo irregolare è un tempo che comprende uno semplice e uno composto come 5/8 o il 7/8
.
7
TEMPI tagliati
1
2
1
2
3
4
Tempo
4/4
tagliato
Tempo
4/4
ABBELLIMENTI
Legatura
d’espressione
(di
Frase)
8
Glissato
E’uno
scivolamento
verso
il
basso
o
l’alto
di
una
nota
verso
un’altra
o
verso
un
suono
indeterminato.
Pausa
per
3
battute
Nel
brano
sopra
abbiamo
diciture
come
“intro
o
strofa
o
A
o
B
o
C”
che
indicano
le
sezioni
della
canzone.
D.S. al coda = ritornare fino al segno e continuare fino alla coda
9
La
prima
battuta
suona
come
la
seconda
10
TONALITA’
La
tonalità
di
un
brano
indica
l’insieme
delle
note
che
ruotano
armonicamente
e
melodicamente
attorno
ad
una
nota
chiamata
TONICA
o
PRIMO
GRADO.
Ad
esempio
la
TONALITA’
di
C
maggiore
è
rappresentata
dai
tasti
bianchi
del
Pianoforte
e
tali
note
hanno
come
centro
tonale
la
nota
C.
Calcolando
le
distanze
tra
ogni
nota
otteniamo
la
seguente
formula
melodica
Tono
Tono
½
Tono
Tono
Tono
Tono
½
Tono
Ogni nota della scala ha anche un nome e viene chiamato grado della scala.
Guardate lo schema sotto ed imparatelo bene.
11
Questa
successione
di
toni
e
semitoni
è
la
formula
melodica
della
TONALITA’
(o
anche
scala
MAGGIORE).
Se
vogliamo
ottenere
la
TONALITA’
MAGGIORE
di
D
,
partiremo
da
D
usando
questa
successione:
notare
che
per
avere
il
tono
tra
E
e
F,
si
deve
alzare
il
F
a
F
diesis.Lo
stesso
procedimento
lo
effettuiamo
per
il
C
diesis.
Questo
metodo
empirico
per
trovare
le
alterazioni
di
una
data
tonalità
funziona
ma
è
un
po’
lento
da
applicare.
Esiste
quindi
un
metodo
più
rapido
per
risalire
alle
alterazioni
di
una
tonalità
MAGGIORE.
Se
prendiamo
ad
esempio
un
pentagramma
possiamo
notare
che
dopo
la
chiave
di
violino
o
di
basso
ci
possono
essere
delle
alterazioni
(Armatura
di
chiave).
12
Esse
non
sono
scritte
a
caso
ma
secondo
un
ordine
preciso.
Se
abbiamo
due
diesis
sono
F
e
C
,
se
abbiamo
tre
bemolli
abbiamo
B,E
e
A.
Un
ordine
è
l’inverso
dell’altro
in
quanto
deriva
proprio
dal
circolo
delle
quinte.
Per
memorizzare
l’ordine
dei
bemolli
potete
utilizzare
Questa
filastrocca:
Si
MI
LA
RE
il
SOL
DO
FA
(Simile
al
Re
il
soldo
fa)
L’altro
ordine
è
speculare.
Ora
che
abbiamo
imparato
a
memoria
la
disposizione
delle
alterazione
vediamo
come
trovare
la
tonalità
partendo
dalle
alterazioni.
13
TROVA
LA
TONALITA’
Se
abbiamo
davanti
a
noi
uno
spartito
con
delle
alterazioni
tipo
questo
:
dobbiame
essere
in
grado
di
capire
in
che
tonalità
siamo.
Abbiamo
due
casi
:
1) diesis
in
Chiave
Prendiamo
l’ultimo
diesis
in
chiave
e
lo
alziamo
di
un
tono.
Nell’esempio
l’ultimo
diesis
è
il
G.Alzato
di
un
tono
diventa
A.
Quindi
la
tonalità
è
A.
2) Bemolli
in
chiave
Si
prende
il
penultimo
bemolle
in
chiave
e
quello
da
il
nome
della
tonalità
Negli
esempi
sopra
abbiamo:
14
TROVA
LE
LE
ALTERAZIONI
IN
QUESTO
CASO
ABBIAMO
LA
TONALITA’
e
vogliamo
determinare
quali
e
quante
alterazioni
abbiamo
in
chiave.
Le
altre
tonalità
per
avere
dei
bemolli
devono
essere
tonalità
Bemolli
(Tipo
Ab,Db
etc.)
1) Tonalità
naturali
Prendiamo
la
tonalità
(ad
esempio
di
E)
abbassiamo
di
un
tono
ed
otteniamo
l’ultimo
diesis
in
chiave.
E
meno
un
tono
D,
quindi
D
è
l’ultimo
diesis
dell’ordine
dei
diesis.
(
F,C,G,D)
Abbiamo
quindi
4
diesis
2) Tonalità
bemolli
Per
la
tonalità
bemolle
(ad
esempio
Eb)
si
aggiunge
un
bemolle
dell’ordine
dei
bemolli.(Bb,Eb,Ab)
In
questo
caso
si
ottengono
quindi
3
bemolli.
Qualche
esempio
:
15
ECCEZIONI
:
Tonalità
di
C
e
Tonalità
di
F
16
ESERCIZI
C
F
Bb
D
E
Eb
G
Ab
17
APPROFONDIMENTI
18
Il
riquadro
rappresenta
il
Circolo
delle
Quinte.
Dal
Do
si
va
in
senso
orario
salendo
di
intervalli
di
quinta
ottenendo
di
volta
in
volta
una
tonalità
con
un
#
in
più
in
chiave.
Dal
Fa#
in
poi
le
tonalità
si
chiamano
con
I
Bemolli
(SOLb
con
6
bemolli)
fino
ad
arrivare
al
FA
con
un
solo
Bemolle.
19
TONALITA’
MINORI
Quando
pensiamo
alla
scala
di
C
maggiore
(tasti
bianchi
del
pianoforte)
possiamo
dire
di
conosecere
anche
la
sua
scala
relativa
MINORE.
Possiamo
salire
al
LA
alto
o
partire
dal
LA
Basso.
Io
preferisco
trovare
le
scale
minori
scendendo
di
½
tono
più
un
Tono
dalla
Scala
maggiore.(
C
,B
,A)
I
chitarristi
ed
I
bassisti
capiranno
dal
manico
sopra
come
trovare
la
relativa
scala
minore.(dal
C
all’ottavo
taso
scendo
di
un
tono
e
mezzo
ottenendo
il
A)
I
Tastieristi
(ma
non
solo!)
possono
usare
lo
schema
sopra
per
capire
come
trovare
la
scala
minore
relativa.(Salendo
di
una
6a
maggiore
o
scendendo
di
una
3a
minore
20
Tabella
delle
tonalità
maggiori
e
minori
relative
21
GLI
INTERVALLI
L’intervallo
tra
due
note
rappresenta
la
distanza
tra
esse
e
per
calcolarlo
usiamo
un
numero
cardinale
ed
un
aggettivo
(Es.
3a
Minore)
Per
calcolare
il
NUMERO
è
molto
semplice,
basta
contare
la
distanza
tra
le
note.(includendo
gli
estremi)
Nell’
esempio
sopra
abbiamo
un
D
ed
un
G
quindi
contiamo
(D,E,F,G)
quindi
è
una
4a
22
Prendiamo
questi
esempi
:
procediamo
in
questo
modo
:
1) Contiamo
la
distanza
tra
le
note
2) Controlliamo
se
la
seconda
nota
dell’intervallo
appartiene
alla
tonalità
della
prima
nota,
se
appartiene
allora
guardo
la
tabella
ed
in
base
al
numero
utilizzo
l’aggettivo
maggiore
o
minore.Se
non
appartiene
controllo
la
tabella
delle
eccezioni
Nel
primo
esempio
abbiamo
le
note
C
e
G.
Contiamo
ed
otteniamo
una
5a
Ora
vediamo
se
la
seconda
nota
(G)
appartiene
alla
tonalità
della
prima
(C)
(Utilizzando
il
metodo
appreso
nel
capitolo
precedente)
Nella
tonalità
di
C
non
ci
sono
alterazioni
quindi
il
G
appartiene
alla
tonlità.
Guardiamo
lo
schema
ed
osserviamo
che
la
5a
è
un
intervallo
giusto.
Quindi
l’intervallo
C
–
G
è
una
5a
GIUSTA.
Nel
secondo
esempio
abbiamo
le
note
D
e
F.
Contiamo
le
note
ed
otteniamo
una
3a.
Ora
vediamo
se
la
nota
F
appartiene
alla
tonalità
di
D.
Nella
tonalità
di
D
abbiamo
due
diesis
(F#
e
C#
).
Quindi
il
F
è
stato
abbassato
di
mezzo
tono.
Questa è una eccezione e per questo dobbiamo guardare la tabella sotto:
23
TABELLA
DELLE
ECCEZIONI
Essendo
quindi
il
F
stato
abbassato
di
mezzo
tono
diventa
una
3a
MINORE
ESEMPI :
Abbiamo
E
e
Eb
CONTINUA
TU………
24
ALTRI
ESERCIZI
Ogni
intervallo
ha
il
suo
RIVOLTO.
25
LE
TRIADI
Con
le
triadi
iniziamo
lo
studio
dell’ARMONIA.
Fino
ad
ora
abbiamo
considerato
note
singole
(SCALE)
e
note
doppie
(intervalli
armonici).
Con
le
triadi
consideriamo
tre
note
suonate
contemporaneamente.
La
costruzione
delle
triadi
è
semplice.
Prendiamo
una
scala
di
una
determinata
tonalità
e
per
ogni
nota
costruiamo
un
accordo
di
tre
note
usando
una
sovrapposizione
di
intervalli
armonici
di
terza.
Costruiamo
una
triade
con
la
tastiera
Nella
figura
sotto
si
costruisce
una
triade
prendendo
una
nota
(E)
,
si
salta
la
successiva
(F)
,
si
prende
il
(G)
si
salta
il
(A)
e
si
prende
il
(B)
Si
ottiene
così
una
triade
di
E
(che
si
scoprirà
in
seguito
essere
minore)
(tra
le
note
c’è
sempre
un
intervallo
di
3a)
26
Costruiamo
le
triadi
sulla
scala
di
Do
Maggiore
In
questo
caso
abbiamo
costruito
su
ogni
nota
della
scala
di
C
delle
triadi
per
terze.
Si
osservi
che
se
consideriamo
come
nota
di
partenza
la
prima
le
altre
sono
la
terza
e
la
quinta
.
(
C-‐E-‐G
)
In
altre
parole
se
vogliamo
costruire
una
triade
da
D
saltiamo
una
nota
(E)
e
prendiamo
il
F
,
saltiamo
un’altra
nota
(G)
e
prendiamo
il
A,
ottenendo
(D-‐F-‐A)
27
FAMIGLIE
DI
TRIADI
28
TRIADI
MAGGIORI
Le
triadi
MAGGIORI
sono
formate
da
un
intervallo
di
3a
maggiore
+
3a
minore.
Oppure
(come
io
preferisco
vedere
la
costruzione)
da
una
3a
maggiore
ed
una
5a
giusta.
Se
contiamo
tutto
a
partire
dal
C
abbiamo
una
3a
Maggiore
e
una
5a
giusta
(C-‐G)
La
triade
maggiore
si
scrive
così
:
C
29
Costuzione
delle
triadi
maggiori
utilizzando
una
tastiera
o
una
chitarra
Chiaramente
per
la
chitarra
(disegno
sopra)
30
TRIADI
MINORI
Le triadi minori sono formate da una 3a minore + una 3a maggiore
Oppura
partendo
sempre
dalla
Tonica
(C)
abbiamo
una
3a
minore
ed
una
5a
giusta.
La
triade
minore
si
scrive
così
:
Cm
31
Costuzione
delle
triadi
Minori
utilizzando
una
tastiera
o
una
chitarra
32
TRIADI DIMINUITE
Le
triadi
diminuite
sono
formate
da
una
3a
minore
+
una
3a
minore
Oppure
sempre
partendo
dalla
Tonica
da
una
3a
minore
ed
una
5a
diminuita
(da
cui
il
nome….ecco
perchè
preferisco
questo
metodo!)
La
triade
diminuita
si
scrive
così
:
Cdim
o
anche
C°
o
33
Costuzione
delle
triadi
Diminuite
utilizzando
una
tastiera
o
una
chitarra
34
TRIADI
AUMENTATE
Le
triadi
aumentate
sono
formate
da
una
3a
maggiore
+
una
3a
maggiore
Oppure
sempre
partendo
dalla
nostra
tonica
C
abbiamo
una
3a
maggiore
ed
una
5a
eccedente
o
aumentata
La
triade
aumentata
si
scrive
così
:
Caug
o
anche
C+
35
36
ARMONIZZAZIONE
DELLA
SCALA
MAGGIORE
Ritorniamo
alle
triadi
costruite
sulla
scala
di
C
maggiore
Ora
sapendo
calcolare
gli
intervalli
e
conoscendo
le
formule
di
costruzione
delle
varie
triadi
possiamo
determinare
il
nome
delle
triadi
che
si
costruiscono
su
una
scala
(tonalità)
maggiore
(C
in
questo
caso)
C
Dm
Em
F
G
Am
Bdim
37
ESERCIZI
Scrivi
le
note
relative
alle
triadi
:
38
RIVOLTI
L’accordo
“RIVOLTO”
è
un
accordo
che
ha
come
nota
al
basso
una
nota
che
appartiene
all’accordo
ma
non
è
la
fondamentale
(Tonica)dell’accordo
stesso.
Se
l’accordo
è
di
D
maggiore
e
al
basso
non
c’è
il
D
ma
una
delle
altre
due
note
che
compongono
l’accordo
allora
si
tratta
di
un
RIVOLTO.
Il
primo
rivolto
si
legge:
Do
con
il
Mi
al
basso
Il
secondo
rivolto
si
legge
:
Do
con
il
Sol
al
basso
Esempi
di
rivolti
(e
non!)
:
39
Notare
che
anche
se
l’accordo
suonato
in
chiave
di
violino
(battuta
2)
è
in
stato
fondamentale
il
basso
suona
una
nota
E.
Quindi
si
tratta
di
un
Primo
Rivolto.
Nella
battuta
4
invece
il
basso
è
in
C
(nota
più
grave)quindi
anche
se
la
disposizione
delle
note
alte
(voicing)
è
tale
da
fare
supporre
che
si
tratti
di
un
Primo
Rivolto
l’accordo
complessivo
è
un
C
in
stato
Fondamentale.
Il
“Voicing”
indica
la
disposizione
delle
voci
(NOTE)
di
un
determinato
accordo
ESERCIZI
40
(QUADRIADI)
Ora
mettiamo
in
atto
questo
procedimento
per
ogni
nota
della
scala
di
C.
Otteniamo
quindi
l’armonizzazione
della
scala
di
C
maggiore
con
gli
accordi
di
settima
41
Si
ottengono
quindi
4
tipoligie
di
Accordi
di
Settima:
Vengono
chiamati
anche
accordi
di
Dominante
in
quanto
costruiti
sul
V
grado
di
una
scala
Maggiore.
Vediamo
un
esempio
in
C:
Questo
accordo
è
formato
da
una
triade
maggiore
di
C
ed
una
settima
minore
(C-‐Bb)
La
sua
formula
può
essere
quindi
riassunta
in
questo
modo
(T
3
5
b7)
Quando
incontriamo
una
accordo
di
Dominante
questo
è
sempre
un
V
grado
di
una
scala
di
riferimento.
Questo
accordo
si
chiama:
Quando
si
usa
la
scritta
b7
si
fa
riferimento
ad
una
settima
minore.
Do
settima
oppure
Quando
si
usa
la
scritta
7
si
fa
riferimento
Do
Settima
di
dominante
ad
una
settima
maggiore
Qunado
si
usa
la
scritta
bb7
si
fa
riferimento
ad
una
settima
diminuita
42
La
loro
formula
è
:
(
T
3
5
7
)
Possono
essere
scritti
anche
con
un
triangolino
di
fianco
al
nome
dell’accordo.
Questo
accordo
si
chiama:
Do
settima
maggiore
43
La
settima
è
minore
(
intervallo
C-Bb)
Può
essere
scritto
anche
in
questi
modi
:
Questo
accordo
si
chiama:
Con
la
scritta
b3
si
indica
una
terza
minore
Do
minore
settima
Con
la
scritta
3
si
indica
una
terza
maggiore
44
4)
ACCORDI
SEMIDIMINUITI
Questi
sono
triadi
diminuite
con
una
settima
minore
aggiunta.
La
loro
formula
è
:
(
T
b3
b5
b7
)
Si
può
scrivere
nei
seguenti
modi
:
Questo
accordo
si
chiama:
Do
semidiminuito
oppure
Do
minore
settima
bemolle
quinta
45
Accordi
di
SETTIMA
DIMINUITA
Questi
accordi
non
si
ottengono
dall’armonizzazione
della
scala
maggiore
ma
dall’armonizzazione
della
scal
minore
armonica.
La
formula
è
:
(
T
b3
b5
bb7
)
Il
SI
doppio
bemolle
equivale
ad
un
LA
come
nota
ma
va
indicato
come
SI
altrimenti
non
sarebbe
un
accordo
di
Settima
(ma
di
6a).
Questo
particolare
accordo
è
anche
simmetrico.
Ogni nota può essere definita fondamentale e dare quindi nome all’accordo stesso.
Utilizzandi
I
suoni
enarmonici
:
Questo
accordo
si
chiama:
Do Settima diminuita
46
Per
calcolare
una
settima
basta
scendere
di
mezzo
tono
o
un
tono
dalla
fondamentale.
Questo verrà chiamato rivolto con la settima al basso.(Terzo rivolto)
ecco
alcuni
esempi
:
47
ACCORDI
SOSPESI
Gli
accordi
sospesi
sono
accordi
che
non
hanno
la
terza
(nota
che
identifica
se
l’accordo
è
maggiore
o
minore).
La
terza
però
non
sparisce
ma
diventa
o
una
seconda
o
una
quarta.
Nel
primo
caso
si
ottiene
un
accordo
sospeso2
Nel
secondo
una
accordo
sospeso4
Il
loro
suono
rimane
quindi
sospeso
(nè
maggiore
,
nè
mionore)
Possono
essere
sospesi
anche
gli
accordi
di
Settima.
48
Esercizi
sulle
quadriadi
49
Esercizi
sugli
accordi
sospesi
50