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RELAZIONI INTERNAZIONALI

Parlare di Unione Europea equivale a parlare di rapporti internazionali.


Nel mondo esistono circa 200 stati, alcuni dei quali legati da strette relazioni di natura politica,
economica e commerciale.
Al fine di evitare l’insorgere dei conflitti e garantire la sicurezza e la pace, è necessario che gli Stati
si diano regole condivise per disciplinare i propri rapporti.
Ma, chi può stabilire quali sono le regole da rispettare? Tutti gli Stati si trovano in posizione di
parità (essendo tutti sovrani nel proprio territorio) e tra essi non esiste un’autorità superiore che
possa decidere quali regole sono da rispettare e, soprattutto, quali sanzioni applicare in caso di
inosservanza.
La storia ci insegna come, quando si crea un contrasto, è possibile che si verifichino reazioni
incontrollabili dei vari paesi che possano esprimersi attraverso ritorsioni politiche o economiche e
sfociare in veri e propri conflitti.

Dopo la seconda guerra mondiale, per decenni l’ordinamento internazionale è stato caratterizzato
dal predominio delle due superpotenze vincitrici della guerra (USA e URSS) che si sono contese il
controllo della scena mondiale sui temi dell’economia (sistema liberale e/o capitalista o sistema
collettivista), delle armi nucleari (armamento), delle scoperte scientifiche (conquista della luna) e
del controllo delle relazioni internazionali.
Negli ultimi decenni, INVECE, l’ordinamento mondiale si sta dirigendo verso un SISTEMA
MULTIPOLARE, caratterizzato da diverse new emergenti potenze (Cina, India, Brasile) che
contengono a quelle tradizionali il controllo della scena politico/economica.
Il contrasto tra i diversi interessi economici rischia di essere sempre più forte ed evidente. Non
dobbiamo dimenticare che i conflitti tra Stati nascono per motivi economici, legati allo sfruttamento
delle risorse naturali e alla contesa per il loro possesso, anche se spesso vengono mascherati da
motivazioni ideologiche, religiose e di altro tipo.

L’economia, le condizioni di vita di un popolo e il suo livello di benessere sono alcuni dei fattori
che determinano gli obiettivi e le scelte, sia in campo giuridico sia in campo economico, della
politica estera di uno Stato.
LA POLITICA ESTERA è l’individuazione degli obiettivi e degli interessi che uno Stato
intende perseguire nelle relazioni con gli altri Stati.
IN ITALIA le decisioni in tema di politica estera sono affidate al Parlamento (che delibera per
l’approvazione e ratifica dei trattati internazionali), ma attualmente dal Governo attraverso il
Ministero degli affari esteri (chiamato anche “Farnesina” dal nome del palazzo in cui ha sede il
ministero).

L’ORDINAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA

L’Unione europea (U.E.) è una organizzazione sovranazionale (con un ordinamento


di nuovo genere mai verificatosi nel mondo) nata per realizzare un’integrazione tra i
paesi europei (e, quindi, superare le antiche divisioni tra i popoli europei e
determinare insieme il loro comune destino, pur continuando a mantenere ciascun
paese la propria identità e la propria storia nazionale), al fine di garantire e rafforzare
la democrazia e la pace, e alla quale gli Stati membri hanno delegato una parte della
SOVRANITA’.
L’Unione europea NON HA SIMILI in nessuna altra parte del MONDO
(ad oggi interessa oltre 512 milioni di cittadini del continente europeo).
Si fonda su trattati internazionali accolti da tutti gli Stati membri.
La carta dei diritti fondamentali dell’UE si ispira ai principi di: dignità, solidarietà,
libertà, cittadinanza, uguaglianza e giustizia.
LE SUE COMPETENZE spaziano dagli affari esteri alla difesa, dalle politiche
economiche all’agricoltura, dal commercio al trasporto e alla protezione ambientale.
Competenze esercitate in via esclusiva: regole sulla concorrenza (esemp. le quote
latte, le quote vino, il commercio dell’olio ecc..), regole di politica monetaria
(finanziamento delle banche nei casi di difficoltà, rispetto della percentuale di
indebitamento pubblico, meccanismo per la liquidazione delle banche in difficoltà,
fondo a sostegno dei paesi con difficoltà economiche di carattere straordinario –ved.
recentemente la Grecia e la Spagna- ecc..) e regole sulla politica della pesca (il fermo
biologico e gli aiuti, le misure minime del pescato, ecc…).
Competenze esercitate in maniera concorrente con gli Stati membri: politica sociale,
ambiente, agricoltura, trasporti o energia.
Competenze di coordinamento: vengono adottati solo indirizzi di massima la cui
attuazione spetta ai singoli Stati.
Competenze di sostegno: nei casi in cui l’Unione non ha alcun potere legislativo e
non può produrre alcun atto vincolante per gli Stati.

Le funzioni dell’Unione europea riguardano i settori dell’economia, del sociale e politico.


Finalità esclusiva dell’Unione è quella della creazione di un mercato comune in cui confluiscono i
mercati nazionali degli Stati mebri.
Quanto alla qualificazione giuridica della UE, essa costituisce un ordinamento
giuridico autonomo, dotato di diritti sovrani.
L’Unione Europea ha avuto origine nel 1957 e, ad oggi vi fanno parte 28 Stati del continente
europeo.
Il fondamento dell’Unione Europea e del suo diritto risiede nel diritto internazionale.
Infatti, i paesi europei hanno deciso di dare vita ad una organizzazione internazionale attraverso la
stipulazione di trattati (accordi scritti che contengono le regole relative all’organizzazione e al
funzionamento dell’Unione europea) e acconsentendo a limitare una parte della loro sovranità
(art.11 Costituzione italiana).
Infatti l’art.11 della Ns Costituzione così recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali,
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

LE ORIGINI
L’Unione europea vede la sua genesi in un lungo processo evolutivo che inizia negli
anni ’50 e trova la sua spinta principale nella volontà dei vari Stati di creare una fitta
rete di relazioni internazionali volte ad evitare ulteriori guerre, cause di massacri e di
ingiustizie. A oggi i paesi che aderiscono all’UE solo 28.
Le tappe (esposizione sintetica):
1). Trattato di Parigi (18 aprile 1951 – vi partecipano sei nazioni: Francia, Italia, Rep. Democratica
della Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Belgio) con il quale viene creato la CECA (Comunità
economica del carbone e dell’acciaio). Viene costruito un mercato unico del carbone e dell’acciaio
caratterizzato dal libero scambio;
2). Trattato di Roma (1 gennaio 1957 – vi partecipano le suindicate sei nazioni) con il quale viene
creato la CEE (Comunità economica europea; viene creato un mercato generale unico europeo
caratterizzato dal libero scambio tra i paesi della Comunità e dalla applicazione di una politica
commerciale unitaria nei confronti dei paesi esteri) e la EURATOM (Comunità europea per
l’energia atomica; viene realizzato un mercato comune dell’energia atomica);
3). Accordo di Schengen (1985): promuove la libera circolazione delle persone tra i paesi
partecipanti, abolendo il controllo alle frontiere interne e creando un’area comune senza frontiere;
4). Trattato di Maastrich (siglato in Olanda il 7 febbraio 1991 ed entrato in vigore il 1 novembre
1993) con il quale viene creata l’unione monetaria, politica e sociale tra i vari Stati al fine di
promuovere condizioni di parità fra i cittadini europei, e che ha portato all’introduzione dell’euro a
partire dal 2002 (per raggiungere questi obiettivi i paesi aderenti hanno fissato alcuni parametri
economici legati al deficit del bilancio pubblico e al debito pubblico che gli Stati hanno dovuto
rispettare per entrare e rimanere nell’Unione monetaria. Il rispetto di tali parametri ha comportato
per diversi paesi la necessità di risanare i propri conti pubblici, con il conseguente obbligo di
adottare misure di politica economica molto restrittive, come è avvenuto per l’Italia con il governo
Monti);
5). Trattati di Amsterdam (1 maggio 1999) e Nizza (1 febbraio 2003) aventi lo scopo di garantire il
funzionamento dell’Unione europea anche dopo il suo allargamento a più Stati membri;
6). Trattato di Lisbona (1 dicembre 2009) con il quale l’Unione europea (UE) e la Comunità
europea (CE) vengono fuse nell’unico ente UNIONE EUROPEA (alla parola “comunità” si
sostituisce quella di “unione”).

Le tappe (esposizione non sintetica):

La prima pietra per la costituzione dell’U.E. arriva dalla Francia, ove l’allora ministro degli esteri
francese, Robert Schuman, con la sua Dichiarazione del 9 maggio 1950, presentò un piano avente
ad oggetto l’unificazione dell’industria carbo-siderurgica europea in una Comunità europea del
carbone e dell’acciaio. Il cosiddetto “piano Schuman” divenne realtà il 18 aprile 1951 a Parigi, con
la conclusione, da parte dei sei paesi fondatori (Belgio, Repubb.federale di Germania, Francia,
Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) del Trattato di Parigi, che istituiva la Comunità europea del
carbone e dell’acciaio (CECA). L’idea profonda dei suoi fautori era quella di utilizzare questo
trattato per raggiungere e mantenere una situazione di pace diratura utilizzando appaunto, come
strumento, la leva dell’economia. Esiste un passaggio rilevantissimo della Dichiarazione Schuman,
dal quale emerge con chiarezza che la vera essenza del piano Schuman non era di matrice
economica, bensì sociale (questo passaggio recita testualmente: “La solidarietà di produzione in tal
modo realizzata farà sì che una qualsiasi guerra tra la Francia e la Germania diventi non solo
impensabile, ma materialmente impossibile”.
Si può comprendere come tale obiettivo, condiviso, ha portato una pluralità di Stati tra di loro
diversi e distinti e spesso Unione Europea. Dobbiamo ricordare come l’area renana, tra la Francia e
la Germania, è stata, nei secoli, indubbiamente la zona più litigiosa e mortale d’Europa (si pensi alla
prima e seconda guierra mondiali, non tralasciando la guerra franco-tedesca del 1871 e ricordando
la guerra dei trent’anni nel ‘600. Ragion per cui la creazione dell’unione dei popoli europei doveva
transitare dal confine franco-tedesco, il quale per altro si caratterizza per una cospicua presenza di
giacimenti e miniere.
Quindi, nel 1951 a Parigi viene firmato un Trattato che istituisce la Comunità Europea del Carbone
e dell’Acciaio (la CECA).
I risultati positivi di questo trattato portavano gli stessi paesi aderenti a firmare nel 1957 il Trattato
di Roma. Con quest’ultimo Trattato (in Roma il 25 marzo 1957) vengono istituite la Comunità
economica europea (CEE) e la Comunità europea per l’energia atomica (EURATOM).
L’entrata in vigore dei suindicati trattati avviene il 1 gennaio 1958.
Con questi trattati vengono poste le basi di un processo di integrazione progressiva che si pone
obiettivi di natura economica.
La CEE mira a realizzare un mercato comune che si basa sull’unione doganale (insieme di territori
nell’ambito dei quali circolano liberamente le merci e vi è un’unica tariffa doganale). Il mercato
europeo può essere definito come uno spazio in cui circolano liberamente i fattori produttivi
(lavoratoti, merci e capitali).

Una vera svolta nel processo di integrazione si ha molti anni dopo quando il soggetto economico
cerca di trasformarsi in un soggetto politico.
Nel 1992 il trattato di Maastricht (siglato il 7 febbraio 1992 a Maastrich in Olanda, ma entrato in
vigore il 1 novembre 1993) istituisce l’Unione Europea (viene ad attuarsi il processo di unificazione
politica sempre più stretta tra i popoli dell’Europa). Non cancella però la CE (Comunità Europea) ,
infatti il trattato del 1957 rimane in vigore.
Fanno seguito i Trattati di Amsterdam (1 maggio 1999) e di Nizza (1 febbraio 2003) aventi lo scopo
di garantire il funzionamento dell’Unione anche dopo il suo allargamento a più Stati membri.
Con il Trattato di Lisbona (entrato invigore il 1 dicembre 2009) l’Unione Europea (UE) e la
Comunità europea (CE) vengono fuse nell’unico ente UNIONE EUROPEA.
Il termine “comunità” viene quindi sostituito uniformemente con il termine “unione”: l’Unione
subentra alla Comunità europea e ne diviere erede.
Si usa, quindi, il concetto di “UNIONE” in luogo di quello di “comunità” perchè questo termine
riesce maggiormente a dare l’idea della volontà degli Stati membri di compiere un sostanziale passo
in avanti verso una reale e concreta unificazione politica dell’Europa.

Il diritto dell’Unione rimane caratterizzato da tre trattati, integrati e modificati:


1). il Trattato sull’Unione europea (TUE, cioè il Trattato di Maastrich – che diventa legge
fondamentale che stabilisce i valori, i principi fondamentali, le competenze e l’assetto istituzionale
dell’Unione);
2). il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (cioè il “vecchio” trattato istitutivo della
Comunità europea del ’57 – che fissa le regole di funzionamento delle istituzioni, dei suoi organi e
disciplina il mercato interno e le politiche);
3). il Trattato che istituisce la Comunità europea per l’energia atomica (EURATOM).

L’Unione europea, quindi, si poggia sulle Comunità Europee. Per descrivere il sistema comunitario
è stata elaborata l’immagine del tempio.

COMUNITA’ EUROPEE

TRE PILASTRI POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE

COOPERAZIONE GIUDIZIALE e DI POLIZIA IN MATERIA PENALE

La Comunità Europea agisce con strumenti diversi a seconda del pilastro.


Gli atti del primo pilastro sono atti che entrano nell’ordinamento interno degli Stati.
Gli Stati hanno accettato dei limiti alla loro sovranità. Si pensi all’euro: con l’introduzione della
moneta unica gli Stati hanno rinunciato all’autonomia monetaria.
Nel primo pilastro il grado di integrazione è forte.
POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE il metodo è quello della cooperazione
intergovernativa. Vengono utilizzati strumenti di natura politica e vengono approvati atti che
richiedono l’unanimità. E’ ancora forte il peso degli Stati.
COOPERAZIONE GIUDIZIALE e DI POLIZIA IN MATERIA PENALE il terzo pilastro sta
conoscendo un’evoluzione importante. L’UE può adottare strumenti vincolanti come la decisione
quadro (es. il mandato di arresto europeo)

Possiamo affermare con certezza che l’UE costituisce un ordinamento giuridico autonomo, dotato
di diritti sovrani a cui sia gli Stati membri che i loro cittadini sono soggetti negli ambiti di
competenza dell’UE.
Questa certezza deriva da una importantissima sentenza della Corte di Giustizia (sentenza del 15
luglio 1964, causa 6/64 – Enel) nella quale si legge che “A differenza dei comuni trattati
internazionali, il trattato CEE ha istituito un proprio ordinamento giuridico, integrato
nell’ordinamento giuridico degli Stati membri che i giudici nazionali sono tenuti a osservare”.

I PRINCIPI CARDINE DELL’UNIONE EUROPEA (UE):


a). l’UE ha una propria struttura istituzionale (che garantisce che la formazione della volontà sia
influenzata anche dagli interessi generali dell’Europa);
b). ciascuno Stato ha trasferito delle competenze alle istituzioni dell’Unione e quindi, nei limiti di
tali trasferimenti, l’Unione ha un potere sovraordinato rispetto agli Stati conferenti;
c). l’UE ha un proprio ordinamento giuridico (indipendente dagli ordinamenti giuridici nazionali
con applicabilità diretta del diritto dell’Unione in tutti gli Stati membri e stabilendo diritti ed
obblighi non solo per questi ultimi, ma anche per i loro cittadini);
d). esiste una preminenza del diritto dell’Unione (che sclude qualsiasi revoca o modifica della
legislazione comunitaria da parte del diritto nazionale e assicura, in caso di conflitto con il diritto
nazionale, il primato del diritto dell’Unione).

ECCO QUINDI CHE L’UE COSTITUISCE UN ORDINAMENTO GIURIDICO


AUTONOMO, DOTATO DI DIRITTI SOVRANI A CUI SIA GLI STATI MEMBRI CHE I
LORO CITTADINI SONO SOGGETTI NEGLI AMBITI DI COMPETENZA DELL’UE.

BREXIT (Regno Unito) .


Nonostante ciò, l’Unione è percepita distante dai reali problemi della società al punto che è
considerata da una parte del popolo europeo come una entità non necessaria (molti ritengono che
l’aver puntato quasi esclusivamente sugli aspetti economici, senza una reale politica comune, abbia
finito per provocare l’effetto contrario rispetto a quello voluto, cioè di una contrapposizione tra i
paesi piuttosto che una loro unificazione).
La riprova è il referendum (23 giugno 2016) tenuto in Gran Bretagna con il popolo favorevole
(51,9% favorevoli e il 48,1% contrari) all’uscita del paese dall’UE (Brexit). Questo Paese, dunque,
sarà il primo in assoluto a lasciare l’Unione Europea dopo 43 anni di permanenza. Tuttavia la
vittoria della Brexit non comporta un abbandono immediato, in quanto il Trattato sull’Unione, in
caso di richiesta di recesso prevede che “i trattati cessano di essere applicabili al Paese interessato
a decorrere dalla data di entrata in vigore dell’accordo di recesso o due anni dopo la notifica del
recesso”. Questo processo quindi potrebbe non essere completato fino al 2020, anno in cui sono
previste le prossime elezioni generali.
Inoltre, è presente una spaccatura tra i paesi che compongono il Regno Unito: da un lato la Gran
Bretagna e il Galles favorevole all’uscita dall’UE e dall’altra la Scozia e l’Irlanda non favorevoli
all’uscita.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’UNIONE EUROPEA (UE)

L’Unione europea dispone di una pluralità di organi che nel loro insieme tendono a promuovere i
valori ed a perseguire gli obiettivi dell’Unione, adeguando la loro azione ai principi di coerenza e
efficacia.
Le istituzioni dell’Unione sono rappresentate da:
- Parlamento europeo (presidenza: Antonio Tajani);
- Consiglio europeo (presieduta da Jean-Claude Juncker);
- Consiglio o Consiglio dei ministri (presidente: Donald Tusk);
- Commissione europea;
- Corte di giustizia;
- Banca centrale europea;
- Corte dei conti.

Schema:
CONSIGLIO EUROPEO (vertice)

PARLAMENTO EUROPEO CONSIGLIO DEI MINISTRI COMMISSIONE EUROPEA


______________________________________________________________________________________________

CORTE DI CORTE DEI COMITATO ECONOMICO E COMITATO DELLE


GIUSTIZIA CONTI SOCIALE REGIONI

_____________________________________________________________________________
BANCA EUROPEA PER AGENZIE BANCA CENTRALE
GLI INVESTIMENTI EUROPEA
________________________________________________________________________________

Il Parlamento europeo

E’ disciplinato agli art. 189 e ss. del Trattato CE. Rappresenta i cittadini europei. I membri sono
eletti direttamente a suffragio universale ogni 5 anni. Attualmente i deputati del parlamento sono
785 di cui 77 italiani.
La sede è a Strasburgo, in Francia, anche se alcune riunioni straordinarie si tengono a Bruxelles.

Le elezioni del Parlamento Europeo sono disciplinate dalle leggi dei singoli Stati. L’unica
indicazione posta dall’UE è che il diritto di voto si acquisisce con il compimento dei 18 anni.
I deputati siedono in parlamento in base alle affinità politiche (Partito Popolare, Partito
Socialista,..).
Il Parlamento ha acquisito nel tempo una funzione legislativa che esercita insieme al Consiglio
europeo. Gli è stato infatti attribuito un ruolo nell’esercizio del potere legislativo, la cd. procedura
di codecisione (art. 251). Il Parlamento è nella condizione di poter bloccare l’adozione di un atto (di
uno Stato membro).
Il Parlamento esercita una funzione consultiva.
Le sue funzioni principali sono:
-). adottare il bilancio dell’UE (di concerto con il Consiglio);
-). approvare le norrmative europee (di concerto con il Consiglio);
-). controllare le altre istituzioni dell’UE (in particolare la Commissione, per verificare che agiscano
democraticamente).

Approva il bilancio. E’ un’autorità di bilancio insieme al Consiglio.


E’ sede di dibattito politico, può far dimettere la Commissione e incidere sulla sua costituzione.
Ha un rapporto diretto con i cittadini. Al Parlamento possono essere presentate delle citazioni per
lamentarsi del proprio Stato. Il cittadino può ricorrere al Mediatore.
Il sistema comunitario è il prodotto di una difficile ricerca di equilibri tra esigenze diverse.
Il Consiglio europeo ed il Parlamento europeo sono espressione della cooperazione
intergovernativa. Ciascuno Stato è detentore della propria sovranità e portatore delle proprie istanze.
Il parlamento europeo è espressione dell’istanza popolare.

Il Consiglio europeo

Schematico:
- un ministro per ciascun paese dell’UE;
- presidenza: a rotazione ogni sei mesi;
- vota le leggi dell’UE e il bilancio, insieme al Parlamento;
- gestisce la politica estera e di sicurezza comune;
- le decisioni vengono votate a doppia maggioranza (ossia il 55% degli Sati membri -16 membri- +
che rappresentino il 65% della popolazione dell’UE);
-il vertice dei capi di Stato e di governo di tuti i paesi UE si tiene almeno 4 volte l’anno, definisce le
linee generali delle politiche dell’Unione ed ha come presidente Donal Trusk);

Il Consiglio europeo (istituito nel 1974, ha acquistato lo status di istituzione, consacrando


pienamente la sua funzione di indirizzo politico, solo con il Trattato di Lisbona -1.12.2009-) è
l’unica istituzione che viene disciplinata dal Trattato UE. E’ nato in seguito alle riunioni informali
degli Stati ed è stato istituzionalizzato nel 1986 con l’Atto Unico Europeo.
E’ uno strumento di impulso per le politiche dell’UE.
Il Consiglio europeo è costituito dai Capi di Stato o di Governo degli Stati membri, dal suo
Presidente e dal Presidente della Commissione (affiancati dai Ministri degli Esteri e da un
membro della Commissione). Si riunisce due volte a semestre su convocazione del suo Presidente;
se l’ordine del giorno lo richiede il Presidente convoca una riunione straordinaria del Consiglio
europeo. Ciascun membro del Consiglio europeo può decidere di farsi assistere da un qualsiasi
ministro, competente in relazione alle materie trattate all’ordine del giorno.
Le competenze del Consiglio sono quelle di ”dare all’Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo,
di definire gli orientamenti e le priorità politiche generali”.
Il Consiglio non esercita funzioni legislative; infatti il potere decisionale legislativo resta riservato
al triangolo istituzionale formato da Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio (dei
ministri).
Esprime orientamenti che vengono resi noti nelle conclusioni della Presidenza. Presenta al
Parlamento Europeo una relazione dopo ciascuna delle sue riunioni e una relazione annuale sui
progressi compiuti dell’UE.
Il Trattato cerca di collocare i vertici degli Stati nel sistema tramite la partecipazione del Presidente
della Commissione al Consiglio e il ruolo del Parlamento.
La presidenza del Consiglio europeo spetta al Capo di Stato o di Governo dello Stato membro che
esercita la Presidenza del Consiglio.
Spetta alle istituzioni comunitarie, nell’ambito delle loro competenze, realizzare gli orientamenti
che il Consiglio europeo esprime.
Il Consiglio dei Ministri (e/o consiglio dell’U.E.)

E’ disciplinato agli art. 202 e ss. del Trattato CE. E’ un organo che si riunisce a livello ministeriale.
E’ composto da un rappresentante di ciascun Stato membro ed è l’istituzione decisionale
dell’Unione, pur condividendo la funzione legislativa e di bilancio con il parlamento europeo.
Si riunisce (in seduta pubblica quando delibera e vota un progetto di atto legislativo) in
composizioni di Ministri a seconda della materia trattata. La composizione normale è quella dei
Ministri degli Esteri.
La presidenza è esercitata a rotazione semestrale da uno Stato membro. Lo Stato che presiede ha
un’importanza determinante nel fissare l’ordine del giorno, guida la discussione e redige il verbale.
E’ portatore della volontà dei Governi.
Per le votazioni non è richiesta l’unanimità. La regola fondamentale è la decisione a maggioranza.
Questo fa sì che le decisione del Consiglio vincolino anche lo Stato non consenziente.
Si tratta di una maggioranza semplice. Per le materie considerate delicate è richiesta la maggioranza
qualificata secondo un meccanismo di ponderazione (non tutti i 28 Stati sono eguali, i voti sono
pesati). Quando si applica questo criterio le deliberazioni sono valide con il voto di almeno 255 che
deve rappresentare almeno il 55% degli Stati membri. Si vuole così evitare che le decisioni più
importanti vengano prese solo dai grandi Stati.
Se l’atto è proposto dalla Commissione i voti devono rappresentare il 50% degli Stati più 1.
Se l’atto è assunto senza la proposta della Commissione si alza la soglia: gli Stati favorevoli devono
essere i 2/3.
Il Consiglio svolge un ruolo fondamentale in moltissime materie. Provvede al coordinamento delle
politiche generali degli Stati membri e dispone di un potere di decisione (emanazione atti normativi
e formazione-approvazione bilancio).
Le sue funzioni sono:
-). approva la legislazione dell’Unione (insieme al parlamento);
-). approva il bilancio (insieme al parlamento);
-). coordina le politiche generali e sociali degli stati membri;
-). esercita funzioni esecutive (in materia di politica estera (si tratta di elaborare la politica estera e
di sicurezza comune per poi definirla e attuarla sulla base degli orientamenti generakli del consiglio
europeo);
-) adotta atti di natura non vincolante di indirizzo politico generale: raccomandazioni, risoluzioni o
conclusioni.

La Commissione europea

schematico:
-propone la nuova legislazione;
-organo esecutivo;
-vigila sul rispetto dei trattati;
-rappresenta l’UE sulla scenza internazionale;
-vice presidente: un’italiana Federica Mogherini (che presiede anche le riunioni del Consiglio
degli affari esteri)

E’ un organo collegiale che rappresenta il motore della politica dell’Unione in quanto da essa parte
ogni iniziativa dell’UE. Esprime l’interesse generale della Comunità ed è il motore
dell’integrazione europea.
Spetta alla Commissione proporre al Consiglio e al Parlamento le leggi da approvare (il cosidetto
diritto d’iniziativa della Commissione).
La composizione e il funzionamento della Commissione sono disciplinati agli art. 211 e ss. del
Trattato CE.
Le sue funzioni sono:
-). vigila sull’applicazione dei trattati e delle misure adotatte dalle istituzioni, nonchè
sull’applicazione del diritto dell’Unione;
-). formula raccomandazioni o pareri nei settori definiti dal trattato;
-). partecipa alla formazione degli atti del Consiglio e del Parlamento europeo.

La Commissione europea ha anche il potere di sanzionare gli Stati membri inadempienti


nell’attuazione delle decisioni e per i ritardi nell’approvazione di leggi in recepimento di direttive
europee. Così come ha il potere di portare davanti alla Corte di Giustizia Europea lo Stato che
sia venuto meno agli obblighi sanciti dal diritto comunitario (art. 226).

E’ composta da un cittadino per Stato. I membri della Commissione vengono designati attraverso un
meccanismo complesso che ha come obiettivo la scelta di personalità indipendenti. Infatti la
Commissione è un organo di individui.
La Commissione è diretta da un presidente (Jean-Claude Juncker) assistito da sette vicepresidenti, il
primo dei quali è l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Il presidente decide l’organizzazione interna della Commissione per garantire la coerenza e
l’efficacia della sua azione e puo’, infine, chiedere le dimissioni di un membro della Commissione.
La commissione si concentra su: piano di investimenti (nuovo impulso ai posti di lavoro, alla
crescita e agli investimenti), mercato digitale unico, mercato interno più equo e radicato (con
industrie più forti), unione economica e monetaria più compiuta e giusta, nuova politica di
migrazione, area di giustizia e diritti fondamentali (basata sulla fiducia reciproca), accordo di libero
scambio con gli Stati Uniti (ragionevole ed equilibrato), ecc.

La Corte di Giustizia delle Comunità Europee

schematico:
-si costituisce di 28 giudici indipendenti, uno per ogni paese;
-esamina ed eleabora norme sull’interpretazione del diritto UE;
-garatisce l’applicazione uniforme del diritto UE in tutti i paesi;

nel suo ambito rileva la figura del MEDIATORE EUROPEO (Emily O’Reilly)
-si occupa dei reclami riguardanti i casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni UE
(esemp. ingiustizie, discriminazioni, abusi di potere, ritardi ingiustificati, mancate risposte o
procedure non conformi);
-TUTTI IN UE POSSONO PRESENTARE RECLAMO.

La Corte, composta da un giudice per Stato membro e undici avvocati generali, è l’organo di
giustizia più rilevante dell’Unione europea.
Essa è incaricata di garantire che il diritto dell’UE, venga interpretato e applicato allo stesso
modo in ogni paese europeo.
La Corte si occupa, inoltre, di giudicare le controversie tra i governi degli Stati membri e le
istituzioni dell’UE. Persino i privati cittadini o le imprese possono ricorrere alla Corte di giustizia se
ritengono che un’istituzione dell’UE abbia leso i loro diritti.
Le tipologie più rilevanti di cause sulle quali la Corte è chiamata a pronunciarsi sono cinque:
-). il rinvio pregiudiziale (quando i tribunali nazionali chiedono alla Corte di giustizia di interpre-
tare un determinato punto del diritto dell’UE);
-). il ricorso per inadempimento, presentato qualora uno Stato membro non applichi il diritto
dell’UE;
-). il ricorso di annullamento, presentato qualora un’istituzione dell’UE si astenga dall’obbligo di
prendere decisioni;
-). il ricorso per carenza, presentato qualora un’istituzione dell’UE si astenga dall’obbligo di
prendere decisioni;
-). ricorsi diretti, presentati da privati cittadini, imprese od organizzazioni contro le decisioni o le
azioni dell’UE.

E’ un organo giudiziario. E’ disciplinata agli art. 220 e ss. del Trattato CE.
La Corte di Giustizia è costituita dalla Corte in senso proprio e dal Tribunale di primo grado. E’
composta da un giudice per Stato membro. Si riunisce di solito in Camere ristrette e in seduta
plenaria per le materie più delicate.
La Corte di giustizia e il Tribunale di primo grado assicurano il rispetto del diritto
nell’interpretazione e nell’applicazione del Trattato.
Ciascuno Stato membro può adire la Corte per contestare al violazione del diritto comunitario da
parte di un altro Stato. La Corte deve rivolersi prima alla Commissione e poi svolgere un controllo
di legittimità sugli atti comunitari.
Alla Corte spetta anche una giurisdizione non contenziosa (art. 234). E’ competente a pronunciarsi
in via pregiudiziale su questioni sollevate dai giudici nazionali. Il giudice nazionale sospende il
processo, invia alla Corte il quesiti relativo alla corretta interpretazione del diritto comunitario e la
Corte esamina la questione. La Corte fornisce la corretta interpretazione che il giudice nazionale
dovrà osservare.
Garantisce e favorisce l’integrazione europea attraverso un’interpretazione uniforme del diritto
comunitario.

La Banca centrale europea


schematico:
-un’italiano al vertice: Mario Draghi (presidente);
-garatisce la stabilità dei prezzi;
-controlla la massa monetaria e fissa i tassi d’interesse;
-vigila sulla sicurezza delle banche;
-agisce in modo indipendente dai governi;

La BCE costituisce il centro del Sistema europeo della banche centrali (SEBC) e conduce assieme
alle banche centrali nazionali la politica monetaria dell’Unione..
La BCE, in pratica, determina il volume e le emissioni della moneta unica europea ed essa è
indipendente nell’esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle finanze.
Le funzioni principali sono:
-). definire e attuare la politica monetaria dell’Unione;
-). svolgere le operazioni sui cambi;
-). detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri;
-). promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
Posto che l’obiettivo principale è il mantenimento della stabilità dei prezzi, la BCE è responsabile
della moneta unica europea e il suo compito è preservarne il potere di acquisto.
La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno
dell’Unione. La BCE e le banche centrali nazionali possono emettere banconote, che costituiscono
le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.
La Corte dei Conti
schematico.
-è costituitra da 28 membri indipendenti;
-controlla l’uso corretto dei fondi dell’UE (ossia, dove va il denaro dei contribuenti?);
-può esaminare qualunque persona od organizzazione che gestisce fondi UE.

É stata istituita nel 1975 e ha iniziato la sua attività nel 1977 a Lussemburgo.
E’ composta da un cittadino di ciascun Stato membro.
I membri della Corte esercitano il mandato per 6 anni e devono essere scelti tra personalità che
fanno o hanno fatto parte, nei rispettivi paesi, delle istituzioni di controllo esterno o che posseggano
una qualifica specifica per tale funzione.
Le sue funzioni sono:
-). controllare la legittimità e la regolarità delle entrate e delle spese dell’Unione;
-). accertare la sana gestione finanziaria.

I risultati della sua attività di controllo sono riassunti, al termine di ogni esercizio finanziario, in una
relazione annuale (con la quale si verifica che non ci siano irregolarità nela tenuta dei conti da
parte delle istituzioni europee) che viene pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e,
in tal modo, resa accessibile al pubblico.

Il Comitato economico e sociale europeo


schematico:
-si costituisce di 353 membri;
-rappresenta sindacati, datori di lavoro, agricoltori e consumatori;
-formula pareri sulle nuone leggi e le politiche dell’UE;
-promuove la partecipazione della società civile alle questioni europee.

Il Comitato delle regioni


schematico:
-si costituisce di 353membri;
-rappresenta le città e le regioni;
-formula pareri sulle nuove leggi e le politiche dell’UE;
-promuove la partecipazione degli enti locali alle questioni europee.
GLI INTERVENTI UE

1). STABILITA’ ECONOMICA:


- impegno nei confronti dell’euro e della stabilità finanziaria;
- nuovi strumenti per la gestione della crisi e riforme delle norme (meccanismo europeo di
stabilità: fondo a sostegno dei paesi con difficoltà economiche di carattere straordinario, nuove
leggi per la stabilità delle banche, unione bancaria mediante supervisione delle banche a livello di
UE e meccanismo per la liquidazione delle banche in difficoltà);
- migliore governante economica (procedura annuale per coordinare i bilanci pubblici, impegni
reciproci per finanze pubbliche solide),

2). RISCALDAMENTO GLOBALE (un problema mondiale).


l’UE ha come impegno:
- ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990 entro il 2030;
- portare la quota di energia rinnovabile al 27% entro il 2030 (eolica, solare, idroelettrica,
biomassa);
- migliorare l’efficienza energetica del 27% entro il 2030.

3). POLITICA DI COESIONE:


- dal 2014 al 2020 saranno spesi 352 miliardi di euro investiti in infrastrutture, imprese, ambiente e
formazione dei lavoratori a favore delle regioni più povere e dei cittadini meno agiati (fondi
regionali, sociali e di coesione).
Il meridione italiano è stata individuata tra le regioni meno sviluppate con un PIL pro capite
inferiore al 75% della media UE. Il Nord, invece, risulta tra le regioni più sviluppate con un PIL pro
capite superiore al 90% della media UE;

4). L’EURO.
Perché l’euro?
- nessun rischio di fluttuazione e costo di cambio;
- più scelta e pezzi stabili per i consumatori;
- collaborazione economica più stretta tra i paesi UE;
- le monete hanno un lato comune e uno con simboli nazionali, le banconote non hanno un lato
nazionale.

5). LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE.


- libertà dei beni, dei servizi, delle persone e dei capitali;
- notevoli riduzioni sul prezzo di molti prodotti e servizi, comprese le tariffe aeree e le telefonate;
- maggiore scelta per i consumatori;
- 2,8 milioni di nuovi posti di lavoro;

6). LIBERTA’ DI MOVIMENTO.


Accodo di Schengen:
- aboliti i controlli doganali e di polizia alle frontiere tra quasi tutti i paesi dell’Unione europea;
- rafforzati i controlli alle frontiere esterne dell’UE;
- intensificata la cooperazione tra le polizie dei diversi paesi;
- viaggiando nei paesi dell’UE si può acquistare e portare a casa qualunque bene per uso personale.

7). ERASMUS
Ogni anno oltre 400.000 giovani studiano o proseguono nel loro percorso di sviluppo personale in
altri paesi europei grazie al sostegno offerto da Erasmus+, il programma dell’UE a favore
dell’istruzione, della formazione, dei giovani e dello sport.

8). SALUTE E AMBIENTE


L’azione svolta dall’UE ha contribuito a conseguire:
-acque balneari più pulite;
-benzina senza piombo;
-norme severe sulla sicurezza degli alimenti dal produttore al consumatore;
-più agricoltura biologica e di qualità;
-avvertenze sanitarie più efficaci sui pacchetti di sigarette;
-registrazione e controllo di tutte le sostanze chimiche (REACH);
-smaltimento sicuro e facile degli apparecchi elettronici usati.

9). SICUREZZA E GIUSTIZIA


- lotta comune al terrorismo;
-cooperazione tra le forse di polizia e le autorità giudiziarie dei diversi paesi UE;
- politiche coordinate in materia di asilo e immigrazione;
- cooperazione giudiziaria in materia civile.

10). PROSPERITA’ NEL MONDO


- norme in materia di commercio mondiale;
- politica estera e di sicurezza comune;
- assistenza allo sviluppo e aiuti umanitari.

11) TUTELA DEI DIRITTI DEL CONSUMATORE:


- etichette chiare;
- standard in materia di salute e sicurezza;
- aiuto nella risoluzione dei problemi;
- diritti dei passeggeri (esemp. risarcimenti in caso di ritardi prolungati).
- divieto di pratiche sleali nei contratti.
GLI ATTI DELL’UNIONE EUROPEA
Gli atti giuridici dell’UE sono:
1). TRATTATI: contengono le regole relative all’organizzazione e al funzionamento dell’U.E.
2). REGOLAMENTI: norme emanate dal Parlamento e dal Consiglio dell’UE sulle materie di
competenza, direttamente applicabili negli Stati membri (hanno portata generale e sono
obbligatori in tutti i loro elementi e direttamente applicabili in ciascuno degli Stati membri. Non
hanno necessità di essere recepite nel diritto nazionale. Vincolano gli Stati e i singoli individui);
3). DIRETTIVE: norme dirette ai singoli Stati che diventano obbligatorie per i cittadini solo dopo
essere state approvate (recepite) dal parlamento dei singoli Paesi (indicano i principi che lo Stato
deve introdurre nel proprio ordinamento –in poche parole una norma di legge deve introdurre
nell’ordinamento il principio contenuto nelle direttiva-);
4) DECISIONI: come i regolamenti sono obbligatorie ma, a differenza di ques’ultimi, si rivolgono
a destinatari individualmente designati; la loro portata è individuale.
4) RACCOMANDAZIONI: atti non vincolanti con i quali l’UE invita i destinatari (Stati membri,
altre istituzioni e soggetti di diritto interno pubblici o privati) a seguie un determinato
comportamento. Sono adottate dal Consiglio;
5) PARERI: sono atti non vincolanti che permettono alle istituzioni europee di rendere nota la loro
posizione su una determinata questione o sull’assunzione di un determinato atto. Sono espressi dal
parlamento europeo.

L’unione europea reagisce avverso i comportamenti omissivi degli Stati membri che non
recepiscono gli atti vincolanti dell’Unione attraverso una procedura di infrazione.
Possono essere suscettibili di ricorso per infrazione anche la mancata trasposizione
nell’ordinamento nazionale di direttive europee entro i termini stabiliti e il mancato adeguamento
alle sentenze della stessa Corte di Giustizia.

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