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CIRCOLO DI STUDI DIPLOMATICI LETTERA DIPLOMATICA

PALAZZETTO VENEZIA n. 1107 – Anno XLV


Via degli Astalli, 3/A – 00186 Roma Roma, 23 dicembre 2014
Tel. 06.679.10.52

Il caso dei fucilieri di marina dopo gli ultimi sviluppi


Nei giorni scorsi il caso dei due fucilieri di dato conto della controversa decisione del
marina italiani accusati di aver provocato la Governo indiano di porre a base della
morte di due pescatori indiani è tornato alla imputazione contro i due fucilieri di marina
ribalta della cronaca per la decisione della una norma che avrebbe potuto astrattamente
Corte Suprema indiana di respingere la prevedere anche la pena di morte, e di affidare
richiesta che quello dei due militari che nel le indagini sull’incidente mortale avvenuto al
frattempo – con l’accordo del Governo largo delle coste del Kerala all’Agenzia
indiano – era stato rimpatriato per gravi governativa (la NIA) costituita per investigare
problemi di salute prolungasse la sua e perseguire atti di terrorismo. Di fronte alla
permanenza in Italia per proseguire le cure, e decisa reazione del Governo italiano per il
che l’altro rientrasse in Italia in concomitanza ricorso ad una fattispecie chiaramente
con il periodo natalizio. Con una ultronea rispetto alla realtà delle circostanze
sottolineatura che la dice lunga sulla rigidità in cui l’incidente si era verificato, il Governo
della sua posizione, la Corte ha sostenuto che di New Delhi rinunciò all’applicazione della
due stranieri accusati di omicidio non legislazione antiterrorismo. Su questa base, il
potevano che essere trattati alla stessa stregua 28 marzo 2014 la Corte Suprema accolse il
di un qualunque cittadino indiano accusato ricorso della difesa dei due militari italiani
dello stesso reato. contro l’affidamento delle indagini alla NIA
Il Governo italiano ha reagito con il sospendendo il processo presso la Corte
richiamo per consultazioni del nostro speciale che era stata nel frattempo istituita
Ambasciatore in India, ed il Ministro per decidere del caso, e rinviò la decisione
Gentiloni ha dichiarato che era ormai definitiva ad una udienza successiva nella
imminente la decisione sul ricorso ad un quale il governo indiano avrebbe dovuto
“arbitrato internazionale”. Alla questione si è produrre le sue controdeduzioni sul punto
riferita anche l’Alto Rappresentante per la della competenza della NIA a continuare a
Politica Estera e di Sicurezza dell’Unione svolgere le indagini.
Europea in una dichiarazione nella quale si L’evidenza che la questione continuava a
evoca la possibilità che essa “possa influire trascinarsi senza apparente soluzione e la
sulle relazioni globali tra l’Unione Europea e mancanza di risultati tangibili in un percorso
l’India”, oltre ad avere un’incidenza sulla che fino ad allora si era svolto esclusivamente
lotta mondiale contro la pirateria “nella quale sul piano giudiziario indussero le autorità
l’Unione Europea è risolutamente italiane ad intraprendere con maggiore
impegnata”. convinzione la strada della
**** internazionalizzazione. Il 24 aprile l’allora
I soci del Circolo di Studi Diplomatici Ministro degli Esteri Mogherini dichiarò in
hanno lungamente e ripetutamente discusso di Parlamento che l’Italia aveva chiesto
questa complessa vicenda. Nell’ultima formalmente al Governo indiano di procedere
“Lettera Diplomatica”1 ad essa dedicata si era ad un preliminare scambio di vedute fra le
parti per la ricerca di una soluzione
accettabile in tempi ragionevoli. In mancanza,
1
Lettera Diplomatica n. 1090 del 3 marzo 2014.
aveva aggiunto il Ministro, “si ricorrerà a la soluzione delle controversie non è
strumenti internazionali di risoluzione delle necessariamente alternativa al negoziato, ma
dispute in base alle norme internazionali”. In può esserle complementare. Ed in effetti,
quella stessa occasione fu annunciato che mentre l’internazionalizzazione annunciata
l’Italia non avrebbe più partecipato alla dal Ministro Mogherini non si è ancora
procedura giudiziaria in corso, della quale materializzata, la decisione di rivolgere alla
peraltro sin dall’inizio essa aveva contestato Corte Suprema un’istanza di prolungamento
la legittimità sotto il profilo della competenza. del periodo concesso ad uno dei due fucilieri
Intanto si stava concludendo in India il per curarsi in Italia, insieme con la richiesta
lungo e complesso processo elettorale che che anche l’altro potesse rientrare per le
portò il 26 maggio all’assunzione vacanze natalizie, sembra poter essere letta
dell’incarico di Primo Ministro da parte del come l’indizio dello svolgimento, nonostante
leader nazionalista Narendra Modi, mentre tutto, di una trama negoziale il cui sbocco
ulteriori ritardi nella procedura si produssero avrebbe forse richiesto del tempo
a seguito del grave malore che colpì uno dei supplementare. Ed anche il riserbo ufficiale
due militari, cui fece seguito il suo rimpatrio dal quale la vicenda è stata finora circondata
temporaneo di quattro mesi autorizzato dalla sembra corrispondere ad una esigenza di
Corte Suprema su parere favorevole del riservatezza nell’attesa di uno sviluppo
Governo indiano, con la garanzia del Governo definitivo.
italiano che egli avrebbe fatto ritorno in India La decisione della Corte suprema di
alla scadenza del periodo accordatogli. In respingere entrambe le richieste appesantisce
quella stessa occasione, peraltro, il Ministro notevolmente questo quadro. La rapidità con
degli Esteri indiano precisò che la questione cui essa è stata presa (quando autorizzò il
non poteva comunque essere risolta per via fuciliere Latorre a tornare in Italia per curarsi
diplomatica, ma doveva “necessariamente la Corte sospese il procedimento per chiedere
passare attraverso il processo giudiziario”. il parere del Governo indiano, mentre in
**** questo caso si è rifiutata anche solo di istruire
Fin qui i passaggi noti. Le incertezze e le le due istanze) potrebbe rappresentare una
oscillazioni italiane sulla linea da seguire presa di distanze da parte del potere
sono certamente ascrivibili anche al fatto che giudiziario rispetto alla eventuale
il cambio di tre Presidenti del Consiglio e di disponibilità del Governo ad un atteggiamento
quattro Ministri degli Esteri in tre anni non ha più “conciliante”. Ma potrebbe iscriversi
certo facilitato la linearità e la coerenza della anche in una sorta di “gioco della parti” che
posizione italiana. Di fronte all’evidenza, consenta al Governo stesso di trincerarsi
chiara sin dalle prime fasi, che il Governo dietro un “vorrei, ma non posso”. Occorrerà
indiano non intendeva rinunciare a far valere quindi vedere in cosa si tradurrà
il suo asserito diritto all’esercizio della concretamente nei prossimi giorni la
giurisdizione, si è forse troppo a lungo esitato disponibilità fatta trapelare dal nuovo
a sottoporre la questione al giudizio di una Ministro degli Esteri dopo la pronuncia della
giurisdizione terza, evitando così che essa si Corte Suprema, a “studiare con spirito
avvitasse nella spirale delle contrapposte positivo” una proposta italiana per una
dignità nazionali ferite. Anzi, talvolta si sono soluzione consensuale. Su quale possa essere
coltivate aspettative eccessive, mettendo questa possibile soluzione consensuale le
l’accento sugli aspetti della vicenda che indiscrezioni si sprecano, e non è certamente
maggiormente avrebbero potuto stimolare la questa la sede per avventurarsi in speculazioni
reazione nazionalistica della controparte. più o meno fondate.
E’ stato notato 2 che la via del ricorso agli Una cosa però è certa: il tempo si sta
strumenti che il diritto internazionale offre per esaurendo e le decisioni che dovrà prendere il
Governo sull’indirizzo da seguire da ora in
2
N. Ronzitti, Il caso dei marò trattenuti in India e la via poi sono tanto più urgenti in quanto
dell’internazionalizzazione, IAI – Osservatorio di l’impegno assunto con l’India di far rientrare
Politica Internazionale n. 48 – giugno 2014.
il militare che si trova in Italia verrà a potrebbe essere più forte di quello relativo
scadenza nelle prossime settimane. alla giurisdizione, stante le autorevoli
E’ innegabile che il lungo tempo trascorso obiezioni che sono state sollevate
senza che la procedura sia arrivata nemmeno relativamente alla possibilità di ricondurre
alla fase della contestazione delle accuse può l’accaduto a bordo dell’Enrica Lexie nella
essere considerato alla stregua di una categoria degli “incidenti” in alto mare per i
violazione del diritto alla difesa, sancito a quali la Convenzione di Montego Bay
livello internazionale nel Patto sui diritti civili attribuisce la competenza esclusivamente allo
e politici delle Nazioni Unite. Ma da questo stato di bandiera della nave.
argomento deriverebbe anche l’implicito Qualche tempo fa fu evocata anche una
riconoscimento della legittimità della pretesa modalità alternativa di soluzione della
indiana all’esercizio della giurisdizione sul controversia, e cioè quella della mediazione
caso. internazionale ad alto livello, e fu richiamato
**** al riguardo il precedente del caso “Rainbow
Finora il ricorso al Tribunale arbitrale Warrior”.
previsto dalla Convenzione di Montego Bay La possibilità che questa vicenda venga
sul Diritto del mare per la risoluzione delle presa a modello per una eventuale
controversie relative alla interpretazione o applicazione, mutatis mutandis, anche al caso
all’applicazione della sue norme 3 era apparso dei due fucilieri di marina è stata nei giorni
lo strumento più idoneo, anche se una scorsi ripresa anche da un autorevole
procedura del genere richiederebbe tempi quotidiano nazionale5. Potrebbe essere quindi
lunghi. D’altra parte, è un fatto che i tempi in di un qualche interesse ripercorrerla
cui si è fin qui sviluppata la vicenda sono stati brevemente.
lunghi anch’essi, e che sono trascorsi senza Il 10 luglio del 1985 la nave Rainbow
nemmeno, per il momento, la prospettiva di Warrior, appartenente alla flottiglia
una soluzione che il ricorso ad una dell’organizzazione ambientalista
giurisdizione terza avrebbe comunque Greenpeace, fu affondata nel porto
comportato.4 neozelandese di Aukland a seguito di una
Il Tribunale arbitrale potrebbe esprimersi operazione di sabotaggio successivamente
però solo sulle materie regolate dalla rivelatasi ascrivibile ai servizi segreti francesi
Convenzione di Montego Bay e quindi, nel per impedire all’imbarcazione di svolgere
caso di specie, sul punto se l’India sia azioni di disturbo contro gli esperimenti
legittimata, ai sensi della Convenzione stessa, nucleari francesi nel Pacifico. Una persona –
ad esercitare la propria giurisdizione sul apparentemente un fotografo di origine
tragico incidente, nonostante che esso non sia portoghese al seguito della missione della
accaduto nelle sue acque territoriali. nave di Greenpeace – rimase ucciso a seguito
Resterebbe quindi fuori dal perimetro della dell’esplosione e due ufficiali francesi
controversia l’altro argomento utilizzato presunti responsabile dell’operazione furono
dall’Italia per sostenere la propria posizione, e arrestati dalle autorità neozelandesi. Ne
cioè l’asserita immunità funzionale dei due nacque una disputa molto accesa fra la
fucilieri in quanto organi dello Stato impiegati Francia e la Nuova Zelanda sulla legittimità
in una missione di contrasto alla pirateria dell’esercizio della giurisdizione sul caso da
disposta con una legge presa in applicazioni parte di quest’ultima, nel corso della quale la
di specifiche raccomandazioni delle Nazioni prima minacciò tra l’altro di sabotare le
Unite. E forse proprio questo argomento relazioni di Wellington con l’Unione Europea
se i due ufficiali non le fossero stati restituiti.
3
Cfr. Lettera Diplomatica del 2 aprile 2013 e del 3
Alla fine di una aspra controversia, i due
marzo 2014. Paesi decisero di affidarsi alla mediazione del
4
Dei casi finora esaminati nell’ambito di arbitrati di Segretario Generale delle Nazioni Unite
questo tipo, quattro si sono risolti mediamente in
5
due/tre anni, uno in sette anni, mentre cinque sono Cfr. Corriere della Sera, Marò, L’Italia alza i toni con
tuttora in corso dall’inizio del decennio. l’India, 20 dicembre 2014.
dell’epoca, impegnandosi in ogni caso ad carico” direttamente delle responsabilità
accettarne le decisioni. Più che di una dell’atto da loro compiuto. Inoltre, nel caso
mediazione, si trattò quindi di un vero e dell’affondamento della Rainbow Warrior,
proprio arbitrato. La decisione di Perez de l’illecito era connaturato alla sostanza stessa
Cuellar attribuì al governo francese la della missione affidata agli agenti francesi,
responsabilità dell’atto illecito compiuto dai mentre in quello dei marò la missione affidata
suoi ufficiali ed impose a Parigi di versare 7 ai militari – e cioè la protezione da eventuali
milioni di dollari alla Nuova Zelanda a titolo attacchi di pirati - era del tutto legittima anche
di risarcimento, e di porre fine ad ogni azione secondo il diritto internazionale, pur se dal
di contrasto al regolare svolgimento delle suo svolgimento è derivata la commissione di
relazioni economiche di quel Paese con un reato. E’ interessante notare che in questo
l’Unione Europea. Gli ufficiali detenuti dalla caso la decisione di rimettere la controversia
Nuova Zelanda dovevano però essere restituiti ad una mediazione/arbitrato fu presa
alla Francia, che avrebbe dovuto “confinarli” nonostante che sulla vicenda fosse intervenuta
per tre anni in una isoletta francese del la magistratura e che, anzi, i due ufficiali
Pacifico. La decisione arbitrale fu accettata da francesi fossero stati già condannati da un
Francia e Nuova Zelanda e formalizzata tribunale neozelandese, a patto – ovviamente
attraverso un Accordo in forma di scambio di – che i responsabili fossero comunque puniti.
lettere. La vicenda ebbe poi una “coda” per la Senza contare che un arbitrato di questo tipo,
decisione francese di rimpatriare i due affidato ad un giudice unico, ha una notevole
ufficiali prima del tempo, accampando motivi flessibilità circa le materie che possono essere
di salute e circostanze particolari di ordine portate al giudizio dell’arbitro. Infine, nel
familiare, risolta con un nuovo arbitrato6. caso del Rainbow Warrior, la procedura fu
E’ evidente che fra i due casi vi sono molto rapida sia nella fase di avvio che nel
notevoli differenze. L’atto illecito si era suo svolgimento. Il tutto impiegò meno di un
svolto incontestabilmente in territorio anno. Di fronte ad una vicenda che si trascina
neozelandese e la Francia, nell’occasione, non da circa tre anni, si tratta veramente di un
aveva sollevato la questione dell’immunità “batter di ciglia”.
funzionale dei suoi militari, ma si era “fatta

6 Gianfranco Verderame
La decisione arbitrale, pur accogliendo le ragioni dei
rimpatri, concluse che la Francia aveva violato l’
accordo su vari altri punti, ma affermò che l’obbligo di
rispettare un accordo si riferisce solo al periodo
coperto dall’accordo stesso. Al momento in cui il lodo
arbitrale fu reso (1990), la Francia non era quindi più
in violazione e la richiesta neozelandese di tornare alla
situazione “quo ante”, con la restituzione dei due
ufficiali perché fossero nuovamente imprigionati, fu
respinta.
CIRCOLO DI STUDI DIPLOMATICI «Lettera Diplomatica»
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