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29 gennaio 2007
2
Indice
1 Equazioni differenziali 5
1.1 Equazioni differenziali del secondo ordine non omogenee . . . . 5
1.1.1 Metodo diretto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.1.2 Metodo delle variazioni delle costanti (o di Lagrange) . 9
1.2 Il teorema di Cauchy di esistenza e unicità locale . . . . . . . 12
1.2.1 Conseguenze del teorema di Cauchy . . . . . . . . . . . 18
1.2.2 Teorema di convergenza e di unicità globale . . . . . . 20
1.3 Risoluzione di alcuni tipi di equazioni differenziali . . . . . . . 25
1.3.1 Equazioni a variabili separabili . . . . . . . . . . . . . 25
1.3.2 Equazioni di Bernoulli . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
1.4 Equazioni del primo ordine in forma non normale . . . . . . . 29
1.4.1 Equazioni di Clairaut . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
1.5 Tipi particolari di equazioni del secondo ordine . . . . . . . . 31
1.6 Diffusione di una infezione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
4 INDICE
Capitolo 1
Equazioni differenziali
L’integrale generale della 1.1 è dato da quello della 1.2 sommando una
particolare soluzione della non omogenea. Siano y1 (x), y2 (x) due soluzioni
all’equazione omogenea con W (x) 6= 0, ∀x ∈ [a, b], cioé:
y1 (x) y2 (x)
W (x) = 0 =
y1 (x) y20 (x)
dove c1 , c2 variano in R.
Troviamo, ora che si conosce la forma, una soluzione dell’equazione non
omogenea. Esistono due metodi per farlo:
• Metodo Diretto
λ 2 + a1 λ + a0 = 0
e sono
[DM0] c1 eλ1 x + c2 eλ2 x ∆>0 (1.6)
[uno] y 00 + 2y 0 + y = x2 + 4x − 1 (1.9)
[due] y 00 + 2y 0 + y = 0 (1.10)
1.1 Equazioni differenziali del secondo ordine non omogenee 7
[tre] λ2 + 2λ + 1 = 0 (1.11)
c1 e−x + c2 xe−x
y 00 + 2y 0 + y = 2a + 4ax + 2b + ax2 + bx + c
oppure
g(x) = eαx
g(x) = P (x)(αsenx + βcosx)
g(x) = P (x)eαx
dove P (x) è un polinomio.
Esempio 2
l’omogenea è
[udue] y 00 + y 0 + 2y = 0 (1.14)
e la caratteristica
[utre] λ2 + λ + 2 = 0 (1.15)
che ha radici √
1±
1−8
λ=
2
Per il criterio 1 l’integrale generale è del tipo
con √
−a1 −∆
α= ,β = .
2 2
Quindi la soluzione alla 1.14 è
√ √
7 7
[uquattro] c1 e−x/2 cos x + c2 e−x/2 sen x (1.16)
2 2
Cerchiamo ora la soluzione particolare. Possiamo notare che il secondo
membro della non omogenea è del tipo asenx + bcosx. Quindi
(a − b)senx + (a + b)cosx.
Ma deve essere
a−b=0 ←a=1
a+b=2 ←b=1
Quindi l’integrale generale della 1.13 è
√ √
−x/2 7 −x/2 7
[IntGen2] c1 e cos x + c2 e sen x + senx + cosx. (1.17)
2 2
al variare di c1 , c2 ∈ R.
con a1 (x), a0 (x), g(x) funzioni continue in [a, b]. Siano y1 (x), y2 (x) due
soluzioni in [a, b] della omogenea. Cioè:
scegliendo c1 (x), c2 (x) in modo che le loro derivate siano soluzioni del
sistema 0
c1 (x)y1 (x) + c02 (x)y2 (x) = 0
[La4] (1.21)
c01 (x)y10 (x) + c02 (x)y20 (x) = g(x)
a(x)y 0
z }| {
+a(c1 y10 + c2 y20 )+
1
La regola di Cramer indica che il vettore delle soluzioni di un sistema lineare Ax=b
sono date dalla formula det(B i)
det(A) dove Bi è la matrice A a cui sono state aggiunte le colonne
del vettore dei termini noti, cioè Bi = |A1 . . . Ai−1 bAi+1 . . . An |
1.1 Equazioni differenziali del secondo ordine non omogenee 11
by
z }| {
+b(c1 y1 + c2 y2 =
per la seconda equazione del sistema 1.21
Esempio 3
Con Cramer
cosx senx
W (x) = = cos2 x + sen2 x = 1
−senx cosx
0 senx
1/senx cosx
c01 = = −1
W (x)
cosx 0
−senx 1/senx cosx
0
c2 = =
W (x) senx
12 Equazioni differenziali
[Ca4] J = {y ∈ R : |y − y0 | ≤ b} (1.30)
Si suppone che f sia continua 2 e Lipschitziana a y, cioè ∃L ∈ R > 0 tale
che
[Ca5] |f (x, y1 ) − f (x, y2 )| ≤ L|y1 − y2 |, ∀x ∈ I, ∀y1 , y2 ∈ J (1.31)
2
Si dice che f è continua in (x0 , y0 ) se, ∀ > 0, ∃δ > 0 tale che:
|f (x, y) − f (x0 , y0 )| <
1.2 Il teorema di Cauchy di esistenza e unicità locale 13
A ⊆ [x0 − a, x0 + a]
cioè come in figura 1.2 Diamo ora un’altra formulazione del Teorema di
Cauchy 3.
14 Equazioni differenziali
per la 1.36 Z x
f (t, y(t))dt
x0
Proviamo ora che 1.36 ⇒ 1.35. Per ipotesi y(x) è continua in [x0 − δ, x0 + δ]:
Z x
y(x) − y0 = f (t, y(t))dt.
x0
M Lk M (Lδ)k+1
|yk+1 (x) − yk (x)| ≤ |x − x0 |k+1 ≤
(k + 1)! L (k + 1)!
e la serie
∞
M X (Lδ)k+1 M Lδ
= (e − 1)
L k=0 (k + 1)! L
cioè y(x) è una soluzione al problema di Caucchy sotto forma integrale. Di-
mostriamo ora che questa è unica. Se per assurdo esistessa una u(x) soluzione
al problema in un intervallo Iδ1 = [x0 − δ1 , x0 + δ1 ], u(x) soddisfa
Z x
u(x) = y0 + f (t, u(t))dt
x0
3
TEO(Passaggio al limite sotto il segno di integrale) - Se fk è una successione di funzioni
continue che converge uniformemente verso f in [a, b], allora vale la formula:
Z b Z b
lim fk (x)dx = f (x)dx
k→+∞ a a
18 Equazioni differenziali
Z x
≤ |{f (t, u(t)) − f (t, y(t)}|dt ≤ Lipschitzianita
x0
Z x
≤ L|u(t) − y|dt ≤ L · max{|u(t) − y(t)| : t ∈ Iδ0 }|x − x0 | ≤
x0
1
≤ L · max{|u(t) − y(t)| : t ∈ Iδ0 } ≤ max{|u(t) − y(t)| : t ∈ Iδ0 }
2
da cui l’assurdo che 1 ≤ 21 , a meno che
J = {Y ∈ Rn : |Y − Y0 | ≤ b}
Esempio 4 √
y0 = 2 2
y(0) = 0
√
La f (y) = 2 y, costante rispetto a x, è continua per le y geq0. Ma non è
lipschitziana. Ha infinite soluzioni, una è banalmente y1 (x) = 0, l’altra
2
x se x ≥ 0
y2 (x) =
0 se x < 0
Quindi
|f (x, y1 ) − f (x, y2 )| ≤ L|y1 , y2 |
e questo completa la dimostrazione.
Facciamo un esempio. Sia dato il problema di Cauchy
0
y = 1 + x2
[Glo4] (1.44)
y(0) = 0
Voglio solo verificare che la funzione tg(x) è soluzione. Risulta che y(0) =
0. y 0 (x) = 1/cos2 (x) e
La soluzione non è definita per tutto R, ma solo per un intorno, [−π/2, π/2]
di x0 . Non vale il teorema, cioè non è applicabile in
un intervallo specificato
a priori. Infatti non è soddisfatta l’ipotesi per cui ∂y ≤ L. Infatti, ∂f
∂f
∂y
= 2y
che non è limitata per y ∈ R.
Facciamo ora un’altro esempio. Sia
2
y 0 = 1+x
[Glo5]
1+y 2 (1.45)
y(1) = 1
Verifica tutte le ipotesi esistenza e unicità globale. Infatti, vale l’ipotesi
di limitatezza della derivata parziale
∂f 1 + x2 0(1 + y 2 ) + (1 + x2 )2y
= =
∂y 1 + y 2 (1 + y 2 )2
1.2 Il teorema di Cauchy di esistenza e unicità locale 23
2y(1 + x2 )
= ≤L
(1 + y 2 )2
si vede che y(x) = x è una soluzione su tutto R ed è possibile fornire un
intervallo a priori.
DIM:(6) Definiamo su [a, b] una successione di funzioni
y0 (x) = costante
R = y0
y1 (x) = y0 + Rx0 xf (t, y0 )dt
y2 (x) = y0 + x0 xf (t, y1 )dt
[GloSucc] .. (1.46)
.
y0 (x) = y0
yk (x) = Rx
yk+1 (x) = y0 + x0 f (t, yk (t))dt
M Lk
[GloSucc1] |yk+1 (x) − yk (x)| ≤ |x − x0 |k+1 (1.47)
(k + 1)!
Riscrivendo,
Quindi,
∞
X
yk+1 = y0 + yk+1 − yk
k=0
M Lk M (L[b − a])k+1
|yk+1 (x) − yk (x)| ≤ |x − x0 |k+1 ≤
(k + 1)! L (k + 1)!
L · max{|u(t) − y(t)|}δ 0
1.3 Risoluzione di alcuni tipi di equazioni differenziali 25
Ma Lδ 0 ≤ 1/2. Quindi
1
max{|u(t) − y(t)|} ≤ max{|u(x) − y(x)|}
2
da cui l’assurdo che 1 ≤ 21 , a meno che Pertanto deve necessariamente
essere u(x) = y(x). In particolare anche per u(x + δ 0 ), y(x + δ 0 ). Quindi
0
y = f (x, y)
y(x0 + δ 0 ) = u(x0 + δ 0 )
é soddisfatto.
y 0 = f (x, y)
con f (x, y) a valori reali. Sapiamo dire in quali ipotesi questa ammette
soluzione in un intorno di x0 verificante l’ipotesi y(x0 ) = y0 . Fissato un x0 ,
∀y0 ∈ R si determina una soluzione all’equazione differenziale. Si dice cosı̀
che l’insieme delle soluzioni dipende da un parametro reale, indicato con y0
oppure con c. Questo insieme si chiama integrale generale. Ogi elemento
della famiglia di funzioni, ottenuto fissando un numero c è detto soluzione
particolare. D’altra parte non è detto che ogni soluzione all’equazione sia
particolare. Queste soluzioni si dicono integrali singolari.
[VarSep2] y 0 = xy 3 (1.49)
separo le variabili Z Z
dy
= xdx
y3
da cui
1 x2
− = + c.
2y 2 2
Attrvaerso le sostituzioni4 si ha
1
y = ±√ .
c − x2
Un’altro tipo di equazione a variabili separabili è la seguente:
z 0 = a + bg(z).
z 0 x + z = g(z)
Facciamo un esempio.
2xy
[VarSep5] y0 = (1.52)
x2+ y2
y 2 − x2 = cy
che è la risoluzione della 1.52. Da notare che questa rappresenta una famiglia
di iperboli, e un’integrale singolare è y ≡ 0.
Prendiamo ora un’equazione della forma
0 ax + by + c
[VarSep6] y =g (1.53)
a0 x + b 0 y + c
y 0 = g(ax + by)
ξ = (x − x0 ), η = (y − y0 )
aξ + bη = ax + by + c
6
Pagina 37 e sgg
28 Equazioni differenziali
(y + x − 4)2 (y − 2x + 5) = c.
7
I conti sono a pagina 40, 41 dei manoscritti
8
Pagina 43
1.4 Equazioni del primo ordine in forma non normale 29
ottengo
lnx 1
− + + cx2 .
2 4
Ma z = 1/y quindi
lnx 1 −1
y = (cx2 − + ) .
2 4
y 00 (x + g 0 (y 0 )) = 0.
y = cx + g(c)
x = −g 0 (t)
[Cla2] (1.58)
y = −tg 0 (t) + g(t)
y = xy 0 − 1/3(y 0 )3
1
y = cx − c3
3
Nel secondo invece
x = t3
y = 23 t3
30 Equazioni differenziali
x = g(y 0 )
1
g(t) = 1+t2
G(t) = arctant
Si ottiene, mettendo a sistema e facendo le sostituzioni precedenti,
r !
p 1 − x
y=± (x − x2 ) − arctan +c
x
y = g(t)
1.5 Tipi particolari di equazioni del secondo ordine 31
[SO3] 2y 0 y 00 − 1 = 0 (1.63)
2zz 0 − 1 = 0
2
y(x) = ± (x + 4)3/2 + c2 .
3
Prendiamo ora un’equazione differenziale che non dipende esplicitamente
dalla x
[SO4] F (y, y 0 , y 00 ) = 0 (1.64)
Sia y considerata variabile indipendente. Sia z = y 0
dy 0 dz dy
y 00 = = = z 0 z.
dx dy dx
Quindi, si ottiene
F (y, z 0 z, z) = 0
32 Equazioni differenziali
y 0 = z(y)
Facciamo un esempio.
(
y 00
= y12
(1+(y 0 )2 )3/2
y(0) = 1; y 0 (0) = 0
9
I conti sono a pagina 53 e sgg. dei manoscritti
1.6 Diffusione di una infezione 33