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dre dei Giulii, nel luogo dove abitualmente si vede Amor, la sua età: LII
(52).
Ed anche quel Paolo era stato prima un Saulo, avendo dapprima per-
seguitato i cesariani come Saulo i cristiani, passando poi a Cesare quan-
do questi gli offrì i fondi per costruire la sua basilica. Ora si sa che la
parola ‘chiesa’ in tutte le lingue significa al contempo l’edificio e l’istitu-
zione – come dovette imparare anche San Francesco, che dapprima non
capì cosa intendesse il crocifisso di San Damiano che gli diceva di rico-
struire la sua chiesa: la chiesa o la Chiesa?
Comunque quella prima basilica di Paolo Emilio Lepido servì da
modello per tutte le basiliche successive, in particolare per quelle cristia-
ne: anche le cattedrali furono costruite su quello schema. La ricostruzio-
ne degli interni approntata dall’università di Caen mostra che l’ambien-
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te interno era già quello a noi familiare: ci si sente a Santa Maria Mag-
giore.
Italico
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A. D.
Sull’ Origine Giuliana del Cristianesimo 7
fissi non hanno suppedaneo, cioè stanno eretti senza avere dove posare
i piedi – cosa possibile e logica invece se si tratta di una figura in cera,
che essendo foggiata attorno ad una struttura in legno, viene logicamen-
te fissata con chiodi alle estremità, là dove sono modellate le mani, e non
ha bisogno di suppedaneo.
Risultato coerente con il fatto risaputo che i padri della Chiesa nei
primi secoli non parlano di crocifissione, nè di Ponzio Pilato, assenti an-
che nella prima stesura del simbolo al concilio di Nicea nel 325:
http://www.ccel.org/s/schaff/creeds2/htm/ii.xii.ii.iii.htm
Anche il Corano afferma che Gesù non è stato crocifisso, ma che fu solo
‘mostrato loro’ (sura 4.157).
Questo fu il punto di partenza per un discorso coerente che passando
in rassegna monete, statuaria e mosaici romani, giustapponendoli sinot-
ticamente all’iconografia cristiana—risurrezione di Cesare su una mo-
neta di Buca > figure del Venerdì santo; ascensione del Divo Giulio su
un altare di Augusto > ascensione di Cristo-Helios al mausoleo dei Giu-
lii sotto San Pietro; la Pietà: senza corrispondenza nel Vangelo, ma ri-
producente Calpurnia che nell’ultima notte della di lui vita sognò di te-
nere in grembo il corpo di Cesare grondante di sangue; ecc.—evidenziò
come l’intero immaginario cristiano ci provenga in linea diretta dal cul-
to del Divus Iulius, quale la storia ce lo ha tramandato.
Sull’ Origine Giuliana del Cristianesimo 9
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Si noti che il pilleus cornutus, che nel medio evo la chiesa impose ai giu-
dei di portare, doveva indicare che essi erano deicidi. Non lo erano,
come abbiamo mostrato più su – erano giudei e non Giunii – ma l’idea
che il pilleus era il marchio dei deicidi, la chiesa non se l’era inventata,
ma l’aveva ripresa dall’assassino di Cesare, che ne aveva fatto il suo at-
tributo emblematico.
Sull’ Origine Giuliana del Cristianesimo 13
A questo punto si passò ai manoscritti.
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Sono noti gli errori di separazione che si possono fare in tedesco, con
quei lunghi termini composti, e ancor più se ne farebbero se scrivessimo
ancora tutto in maiuscole come nei primi secoli della nostra era: Blu-
mentopferde può essere erroneamente analizzata in Blumento-Pferde
invece che correttamente in Blumen-Topf-Erde. Allo stesso modo i co-
pisti del vangelo poterono separare DIVVS in Div us, che in greco suo-
na “figlio di Zeus”, “figlio di Dio” o “figlio di David” a seconda del co-
pista; e similmente GAIVS in Gai us, “figlio di Gaio” o rispettivamente
“figlio dell’uomo”.
Ed è noto che la stessa parola in una lingua può significare un’altra
cosa, od anche il contrario, in un altra. Così l’italiano caldo non va con-
fuso con il tedesco kalt. Ora si da il caso che la parola cremo significhi
in latino “cremare, bruciare, incenerire un corpo”, mentre l’omofono
greco kremô significa “appendere”, “crocifiggere”. Fu questa l’origine
prima che fece pensare all’esposizione dell’effige in cera di Cesare, in re-
altà cremato sul foro, come se fosse stata la sua crocifissione? Se è vero
Sull’ Origine Giuliana del Cristianesimo 15
quel che la tradizione cristiana ha sempre mantenuto, e cioè che il primo
vangelo in ordine cronologico, quello di Marco, fu scritto in latino a
Roma, allora una tale confusione di una parola latina presa per greca fu
possibile al momento della sua trascrizione in greco. Soprattutto se si
considera quale fu l’ambiente in cui tale processo avvenne: quello dei
veterani dedotti nelle colonie cesariane in tutto l’impero, in particolare
in Asia Minore, dove il cristianesimo primamente si espanse, e dove an-
che la posteriore predicazione di Paolo ebbe più successo. Sacrae Scrip-
turae sermo humilis – “il linguaggio della Sacra Scrittura è umile”, come
suol dirsi. E gli umili non solo parlano umilmente, ma si divertono an-
che ad ogni sorta di giochi parole, cosa che possiamo notare nei discorsi
dalla “botte” (Bütt) che vengono fatti in questi tempi di carnevale.
Ora i veterani di Cesare si divertivano a prendere in giro i loro nemi-
ci giurati, che portavano tipici nomi romani, i quali usavano evidenziare
particolarità o difformità fisiche, quali i Cecilii, cioè i “Ciechi”, o i
Claudii, cioè i “Claudicanti”, gli “Zoppi” – che Cesare sconfisse: i Cie-
chi dovettero aprire gli occhi, e gli Zoppi se ne scapparono a gambe le-
vate. E guarda caso Gesù guarisce i ciechi e gli zoppi. Le miracolose vit-
torie di Cesare si ritrovano ad essere i vittoriosi miracoli di Gesù.
Tali parallelismi non sono dati a caso, ma si svolgono secondo se-
quenze cronologiche, e si ripetono coerentemente.
Cesare all’inizio della guerra civile si trova in un paese al nord, in
Gallia; anche Gesù all’inizio della sua vita attiva si trova in un paese al
nord, in Galilea:
GALLIA > GALILAEA.
Entrambi attraversano un fiume di confine, ed entrano in una città:
Corfinio e Cafarnao rispettivamente:
CORFINIVM > CAFARNAVM.
A Corfinio Cesare trova la città occupata dal nemico, e la prende
d’assedio scacciandone il pompeiano. A Cafarnao Gesù trova uno pos-
seduto dal demonio, che lui scaccia. Ora “occupato” o rispettivamente
“assediato” e “posseduto” si dicono in latino colla stessa parola: obses-
sus.
Per verificare se questi parallelismi siano dovuti al caso o se seguano
una logica, basta guardare se al prossimo assedio operato da Cesare
corrisponda di nuovo un ossesso nel vangelo. Ed infatti così è: Cesare
prende d’assedio Pompeo e tutte le sue legioni. Ma non riesce a vincerlo
perché questo si tiene nelle sue fortificazioni. Gesù si imbatte in un altro
posseduto dal demonio, che dice di chiamarsi “Legione”, che non si rie-
sce a legare perché si tiene nei monumenti (Mc 5:1-11). Ora queste due
parole, “fortificazioni” e “monumenti” si dicono in latino con due pa-
role molto simili:
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Ma vi sono anche nomi che sono stati ripresi pari pari, senza nessuna
modifica: così quello di Longino che abbiamo visto, oquello della ma-
dre, Maria, che corrisponde a quello della zia di Cesare, Giulia, la sua
“madre” politica, la quale essendo stata la moglie di Mario, passava per
Maria. Questo spiega anche la sovrabbondanza di Marie nel Vangelo:
sono le diverse Giulie, nate od acquisite, fra le quali spicca Maria Mad-
dalena, che si rivela essere Cleopatra (il nome derivante dalla torre,
“magdala” in cui si asserragliò nel vano tentativo di sfuggire ad Otta-
viano). Anche personaggi minori si ritrovano, per esempio Nicomede di
Bitinia, che si ritrova nel Vangelo come Nicodemo di Betania. Ecc.
Francesco Carotta
Pre-Caesarian colonies
Caesarian colonies
Caesarian municipia
Augustan colonies / legion camps
Augustan municipia
Herod’s new foundations
Herod’s cities
Further places of operation of Caesar / the triumviri
Mission centers
Christian communities till 325
Councils
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